Laurea Magistrale in Scienze dell'Educazione e Formazione Continua presso A.M.STUDIORUM UNIBO in corso 2° anno em Alma Mater Studiorum Università di Bologna
Laurea Magistrale in Scienze dell'Educazione e Formazione Continua presso A.M.STUDIORUM UNIBO in corso 2° anno em Alma Mater Studiorum Università di Bologna
1. A tutti coloro che non hanno pauraA tutti coloro che non hanno paura
di incontrare se stessidi incontrare se stessi
attraverso l’incontro con gli altriattraverso l’incontro con gli altri
Team didattico: Antonio Bimbo, Renzo Marsili, Carmencita Mastroianni, Tiziana Mori
Direttore di sede: Antonio Bimbo
3. Programma del primo anno di corso
?Laboratorio esperienziale di
gruppo sulla conoscenza e
sviluppo personale
?Incontri di counseling
individuali obbligatori (3 incontri)
?Incontri di counseling
individuali facoltativi
?Laboratorio esperienziale di
tecniche di comunicazione
?Laboratorio esperienziale
sulle abilità del counseling e
delle relazioni di aiuto
?Laboratorio esperienziale
sulle abilità di base del
Counseling Motivazionale
?Elementi di psicologia dell’individuo
?Elementi di psicologia delle relazioni
sociali e nei gruppi
?Elementi di psicologia del cambiamento
?Principi della comunicazione
?Principi e fondamenti del counseling
e delle relazioni di aiuto
?Principi e fondamenti del Counseling
Motivazionale
?Le abilità di base del Counseling
Motivazionale
Area della conoscenza
e sviluppo personale
Area esperienzialeArea teorico- concettuale
Ascolto Empatia Comprensione
4. Programma del primo anno di corso
Ascolto Empatia Comprensione
Il primo anno di corso ha come obiettivi
l’approfondimento della conoscenza delle modalità
personali di interazione, la sperimentazione delle
caratteristiche e dei principi della relazione d’aiuto, la
facilitazione all’ascolto e alla espressione personale.
Vengono proposti i principi e le tecniche di base del
Counseling Motivazionale e i fondamenti delle teorie
bio-psico-sociali dei sistemi umani.
6. La comunicazione faccia a faccia
Il significato della comunicazione è il risultato che si ottiene.
La mappa non è il territorio.
Il linguaggio è una rappresentazione diretta dell’esperienza interna ed
esterna della persona.
7. La comunicazione faccia a faccia
La più grande qualità dell’informazione è
comportamentale.
E’ utile fare una distinzione tra ciò che
siamo e i nostri comportamenti..
8. La comunicazione faccia a faccia
Noi non siamo soltanto un nostro
comportamento.
Noi siamo la persona che gestisce tutti i
nostri comportamenti.
9. La comunicazione faccia a faccia
Ogni comportamento non è buono o cattivo, ma più o meno adeguato al
contesto, al raggiungimento dei propri scopi, alla qualità della vita
che produce.
Ogni comportamento possiede una funzione, ha un significato.
10. La comunicazione faccia a faccia
La mente e il corpo fanno parte di uno stesso sistema ecologico e si
influenzano reciprocamente.
Quello che chiamiamo sbaglio si può considerare come un feedback.
11. La comunicazione faccia a faccia
Affettività e autorevolezza.
La costruzione della relazione e la legge della limitazione.
12. La comunicazione faccia a faccia
La percezione dell’altro.
La capacità di entrare in contatto con una interiorità
che si è “esternalizzata”, resa visibile, appunto: “comunicata”.
13. La comunicazione faccia a faccia
Comunicare presuppone la capacità
di vivere l’esperienza dell’altro.
Quanto è davvero possibile?
Quali elementi fondamentali
vanno tenuti presenti per una
corretta impostazione del rapporto?
15. Ascolto
Capacità di mantenere e migliorare
la comunicazione: attraverso la nostra percezione
multisensoriale, possiamo comprendere la
rappresentazione di sé, degli altri e del mondo
del nostro interlocutore.
Ci permette di cogliere sentimenti, idee,
valori, punti di vista, opinioni.
17. Rifiuto
Tutto ciò che nega la relazione con l’altro,
l’ascolto, l’atteggiamento di comprensione.
Trascura ciò che l’interlocutore porta:
i suoi vissuti,
quello che sente e comunica.
18. Comprensione
La capacità del counselor di accogliere nel
proprio spazio mentale, al fine di
riconoscerne l’attribuzione di significato e
di valore, ciò che il suo interlocutore porta,
ovvero quello che sente
e gli comunica.
19. La prossemica
Disciplina che studia l’organizzazione dello spazio come
sistema di comunicazione.
Nella vita associativa lo spazio è comunicativo sia come
canale che consente di emettere e ricevere informazioni sia
perché la quantità e il mutamento della distanza tra persone
che interagiscono qualificano il messaggio dandogli tono e
rilievo.
Lo spazio fornisce delle informazioni anche sul tipo di
relazione che si ha con gli altri
20. Esistono vari tipi di distanza (intima, personale,
sociale, pubblica) misurate dalle diadi
vicinanza/lontananza e contatto/non contatto. Da esse
partono le percezioni di intimità-freddezza-falsità-
invadenza-aggressività ecc.
Confini, contorni, zone, schemi, strutture spaziali
hanno in ogni cultura significati precisi, profondi e
radicati, anche se invisibili: essi condizionano i
comportamenti individuali e sociali
21. Lo spazio personale
Ognuno di noi è circondato da una specie di bolla
d’aria, all’interno della quale non gradisce la presenza
di altre persone, a meno che non siano state invitate.
Questa bolla d’aria si chiama UOVO PROSSEMICO
22. La presenza di un estraneo nell’uovo fa scattare
una serie di meccanismi di allarme e crea, da un
lato uno stato di disagio, dall’altro fa sentire
aggrediti
la grandezza dell’uovo dipende da molti fattori: la
cultura, il grado di conoscenza, il sesso il ruolo, la
stazza fisica, il contesto ecc.
23. Così come creiamo una distanza di sicurezza con ciò
che sta all’esterno ed è sconosciuto, nello stesso modo
tendiamo a disporre le nostre cose, le persone e le
idee. Ognuno di noi ha insomma valori, persone e
oggetti che tiene molto vicini nello spazio mentale e
affettivo, altri più lontani ed altri addirittura così
distanti da essere indifferenti.
Questa parte della nostra struttura mentale si chiama:
UOVO PSICOLOGICO
24. Esattamente come accade per l’uovo prossemico,
una persona per così dire “non autorizzata” che
pretenda di gestire i nostri spazi, i nostri valori e le
persone a noi intime senza l’attenzione che per noi
meritano, creerà uno stato di allarme, di disagio e,
facilmente, scatenerà reazioni di tipo aggressivo
25. L’empatia
“ …lo stato di empatia è il recepire lo schema
di riferimento interiore di un altro con
accuratezza e con le componenti emozionali e
di significato ad esso pertinenti, come se una
sola fosse la persona - ma senza mai perdere
di vista questa condizione del come se...
Se questa qualità di come se manca, allora lo
stato è quello dell’identificazione”
Un modo di essere, C. Rogers
26. L’empatia
“ … la misura in cui un terapeuta crea un clima
empatico non è correlata con le sue prestazioni
accademiche o capacità intellettuali…
L’empatia è correlata coi movimenti di
autoesplorazione ed elaborazione…
…essere ascoltati dagli altri permette
maggiormente di ascoltare se stessi “
Un modo di essere, C. Rogers
27. L’empatia
“ …la maggiore comprensione di sé apre il campo
a nuovi aspetti dell’esperienza che diventano
parti integranti di un concetto di sé più
accuratamente fondato ”
Un modo di essere, C. Rogers
28. L’empatia
• Riflessione sull’eco che sentimenti, emozioni,
comportamenti dei clienti evocano nel counselor
• Riflessione sull’eco che sentimenti, emozioni,
comportamenti del counselor evocano nei clienti
Un modo di essere, C. Rogers
29. L’empatia: la ragione e l’emozione
“Il cuore coraggioso deve infondere nella ragione
tutto il suo calore vitale, e la ragione deve perdere la
sua astratta simmetria per ammettere l’amore
e le pulsazioni della vita.
Non possiamo più accontentarci di una vita il cui cuore
ha le sue ragioni che la ragione non conosce.
Il nostro cuore deve conoscere il mondo della ragione,
e la ragione deve essere guidata da
un cuore consapevole"
BRUNO BETTELHEIM, Il prezzo della vita.
31. Uno stile empatico è
la caratteristica essenziale del colloquio motivazionale
è
CALORE NON POSSESSIVO,
ACCURATA COMPRENSIONE
VISIONE INCONDIZIONATAMENTE POSITIVA
ACCETTAZIONE, PRIVA DI GIUDIZI, CRITICHE O BIASIMO
L’accettazione facilita il cambiamentoL’accettazione facilita il cambiamento
Empatia non è identificazione, accordo o approvazioneEmpatia non è identificazione, accordo o approvazione
L’empatia nell’approccio motivazionale
32. Fondamenti del C.M.
? Sviluppare una relazione
EMPATICA
Uno stile empatico è la
caratteristica essenziale
del Counseling Motivazionale
Empatia significa anche:
? Sentire da dentro quanto
l’altro racconta (la stanza del
paziente)
? Neuroni specchio
33. “…Chi si sente ascoltato ha la
possibilità di instaurare un
rapporto di fiducia, sente di
essere capito, di interessare
l’altro per ciò che gli accade
e per come lo vive.
E, soprattutto,
non si sente giudicato…”
34. L’empatia nell’approccio motivazionale
Permette di realizzare
l’UNILATERALITA’ della relazione d’aiuto
Hanno spazio - realtà - verità
la storia e i vissuti
di uno solo dei membri della coppia
35. L’empatia nell’approccio motivazionale
Permette di realizzare
la PECULIARITA’ della relazione d’aiuto
perché i suoi contenuti sono,
in modo esclusivo e continuo,
i temi della vita interiore e di relazione
e le sue problematiche
36. L’empatia nell’approccio motivazionale
Permette di realizzare
la DISPARITA’ e la DIVERSITA’ della relazione d’aiuto
UN INCONTRO FRA DUE PERSONE CON
CARATTERISTICHE PERSONALI DIVERSE
CHE SI PONGONO DIVERSAMENTE
RISPETTO AD UNA
DETERMINATA SITUAZIONE O TIPO DI PROBLEMA
Una in condizione di
sofferenza – confusione –
conflitto – disabilità
L’altra in condizione di
maggiore adattamento –
competenza – abilità
37. L’empatia nell’approccio motivazionale
La disparità/diversità counselor - cliente rende possibile
il diverso punto di vista dell’operatore relativo al cliente.
Funziona come valorizzatore dell’empatia
poiché la comprensione attraverso la diversità
non deriva da una identificazione
Permette di realizzare
la DISPARITA’ e la DIVERSITA’ della relazione d’aiuto
38. L’empatia nell’approccio motivazionale
Facilita
il CAMBIAMENTO
non è solo dimensione affettiva,
un clima confortevole nel trattare temi difficili,
non serve soltanto a fare parlare di più l’altro,
è anche dimensione cognitivo-trasformativa
dà la possibilità di introiettare
le parti mancanti ed escluse della narrazione personale
L’esito dell’empatia è che la somma delle narrazioni del cliente e
dell’operatore si traducono in una NARRAZIONE CONDIVISA,
senza più esclusioni e deformazioni, che cambia entrambi!
39. L’empatia nell’approccio motivazionale
Facilita
il CAMBIAMENTO
non è solo dimensione affettiva,
un clima confortevole nel trattare temi difficili,
non serve soltanto a fare parlare di più l’altro,
è anche dimensione cognitivo-trasformativa
dà la possibilità di introiettare
le parti mancanti ed escluse della narrazione personale
L’esito dell’empatia è che la somma delle narrazioni del cliente e del
counselor si traducono in una NARRAZIONE CONDIVISA,
senza più esclusioni e deformazioni.
40. Relazione empatica: ogni persona interagisce con la realtà
attraverso una struttura dell’esperienza soggettiva (MAPPA
DEL MONDO) prodotta dalla sua storia/esperienza percettiva.
Questa mappa non è né vera né falsa, giusta o sbagliata, è
solamente e squisitamente LA SUA MAPPA DEL MONDO.
Tutte le mappe del mondo sono diverse.
Centratura sul cliente: attraverso il rapporto empatico si
accompagna la persona alla scoperta della sua struttura
dell’esperienza soggettiva, al riconoscimento di benefici e
intenzioni positive, nonché di costi e preoccupazioni. Si aiuta
quindi la persona a sentire/verificare la qualità delle emozioni
prodotte dalla sua mappa, la coerenza con i suoi valori, priorità,
obiettivi. La si aiuta a riconoscere il piacere, o l’utilità, di
aggiornare, o conservare immutate, alcune aree della sua
mappa.
42. Ciascuno di noi ricerca la coerenza interna del nostro
modello del mondo che ci permette di ricercare la coerenza
esterna nel mondo e negli altri.
Questa coerenza / incoerenza è ciò che si trasmette con la
comunicazione.
La comunicazione è una ricerca di comunione che si ottiene
quando c’è coerenza tra le parti, vale a dire, dal latino,
quando noi aderiamo insieme.
Patrick Sary
44. Autoascolto
La dialettica del rapporto ragione / emozioni
come metafora del rapporto genitore / adulto
/ bambino, cioè l’importanza di imparare ad
ascoltare, ad elaborare e a farsi ascoltare.
47. Aree della personalità
La finestra di Johari
L’apertura all’altro è la capacità degli umani
di condividere il proprio paesaggio mentale.
Possono esistere tuttavia
ambiguità e fraintendimenti
48. Aree della personalità
Quello che io so di me Quello che io non so di me
Quello che gli altri
sanno di me
Quello che gli altri
non sanno di me
La finestra di Johari
1.
Conosciuta o
pubblica: nome,
posto in cui vivo,
lavoro, struttura
fisica...
2.
Punto cieco: certi
atteggiamenti,
microcomportamenti
(modi di gesticolare, di
parlare, di agire).
3.
Nascosta o privata:
carattere, motivazioni,
aspettative, problemi.
4.
Ignota o inesplorata:
Aspetti a livello
inconscio.
49. Crescere significa potersi concedere la
libertà di relazione con il proprio cucciolo.
Rimanere “piccoli” significa perdere
l’elemento creativo ed evolutivo del proprio
cucciolo.
Autoascolto
51. L’aspetto interessante che Joseph Luft e Harry Ingham
mettono in evidenza è che ogni cambiamento che avviene in
un quadrante necessariamente si ripercuote su tutti gli
altri. È un ottimo stimolo per cominciare un lavoro su di sé.
52. Il Johari Window si utilizza
principalmente per lavorare su:
• come le persone conoscono se stesse e gli altri
• come le persone comunicano con se stesse e con gli altri
• come le persone si presentano a se stesse e agli altri
• come le persone percepiscono il loro posto nel mondo
• come stabilire relazioni mature e soddisfacenti
53. Team didattico: Antonio Bimbo, Renzo Marsili, Carmencita Mastroianni, Tiziana Mori
Direttore di sede: Antonio Bimbo
Testi consigliati.
•Rogers, C.R., Un modo di essere, Martinelli, Firenze 1983.
•Rogers C.R., Gruppi di incontro, Astrolabio, Roma 1976.
•Carkhuff, R. R., L'arte di aiutare, Erickson, Trento 1989.
• May, R., L'arte del counseling, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1991.