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Superficie: 9.572.900 km2 (un quarto dell’Asia).
Popolazione: 1.343.239.923
Densità della popolazione: 140 abitanti per km2
Concentrata soprattutto nelle regioni orientali.
Paese “giovane”: 0-14 anni  20% / 15-65  70% / 65+ 
meno del 10%.
Capitale: Pechino (Beijing)
Lingua ufficiale: Cinese Mandarino
Altre lingue parlate: Cinese cantonese e inglese  Honk Kong
Cinese cantonese e portoghese  Macao
Forma di stato: repubblica socialista governata da un unico
partito, il partito comunista cinese.
Moneta ufficiale: Renminbi
Religioni praticate: Buddismo, Islamismo, Taoismo e
Cristianesimo.
La Repubblica Popolare Cinese (Zhōnghuá Rénmín Gònghéguó) e’ una
repubblica a partito unico, il Partito Comunista Cinese (PCC) fondato nel
1921, e si basa su una Costituzione promulgata il 4 Dicembre del 1982. La
suddivisione amministrativa della Cina sin dall'antichità si è sempre
basata su più livelli di suddivisione per governare al meglio il vasto
territorio e l'elevata popolazione.
1. Livello delle Province:
•Provincia (省 shěng) (22)
•Regione Autonoma (自治区 zìzhìqū) (5)
•Municipalità (直辖市 zhíxiáshì) (4)
•Regione Amministrativa Speciale (特别行政区 tèbié xíngzhèngqū) (2)
2. Livello delle Prefetture:
•Prefettura (地区 dìqū) (17)
•Prefettura Autonoma (自治州 zìzhìzhōu) (30)
•Città con status di prefettura (地级市 dìjíshì) (283)
•Lega (盟 méng) (3)
3. Livello delle Contee:
•Contea (县 xiàn) (1.464)
•Contea autonoma (自治县 zìzhìxiàn) (117)
•Città con status di contea (县级市
xiànjíshì) (367)
•Distretto (市辖区 shìxiáqū) (855)
•Banner (旗 qí) (49)
•Banner autonomo (自治旗 zìzhìqí) (3)
•Area Forestale (林区 línqū) (1)
•Distretto Speciale (特区 tèqū) (2)

4. Livello dei Comuni:
•Comuni (乡 xiāng) (13.749)
•Comuni etnici (民族乡 mínzúxiāng)
(1.098)
•Città (镇 zhèn) (19.322)
•Sotto-distretti (街道办事处
jiēdàobànshìchù) (6.686)
•Ufficio Pubblico Distrettuale (区公所
qūgōngsuǒ) (3)
•Sumu (苏木 sūmù) (181)
•Sumu etnico (民族苏木 mínzúsūmù)
(1)

5.Livello dei Villaggi (informale):
•Comitato di quartiere (居民委员会
jūmínwěiyuánhuì) (80.717)
-Quartiere (社区; shèqū)
•Comitato di Villaggio (村民委员会
cūnmínwěiyuánhuì) o Gruppi del Villaggio (村
民小组 cūnmínxiǎozǔ) (623.669)
-Villaggio Amministrativo (行政村
xíngzhèngcūn)
-Villaggio Naturale (自然村
zìráncūn)
Principali indicatori economici (USD$)
1. Prodotto interno lordo (2010)
2. Tasso di crescita del PIL (2010)
3. PIL pro capite (2010)
4. Composizione settoriale del PIL (2010)

5. Tasso di inflazione (2010)
6. Investimenti (2010)
7. Debito Pubblico (2010)
8. Esportazioni (2010)
9. Esportazioni - partners (2010)

10. Importazioni (2010)
11. Importazioni - partners (2009)

$ 5,878,6 miliardi
10.3%
$ 7,400
Agricoltura: 9.6%
Industria: 46.8%
Servizi: 43.6%
5%
47.8% del PIL
17.5% del PIL
$ 1,106 miliardi (f.o.b. = free on board basis)
US 20.03%,
Hong Kong 12.03%,
Japan 8.32%,
South Korea 4.55%,
Germany 4.27%
$ 1,307 miliardi (f.o.b. = free on board basis)
Japan 12.27%,
South Korea 9.04%,
Taiwan 6.84%,
12. Tasso di cambio con Euro (2010)
13. Tasso di disoccupazione (2009)
14. Forza Lavoro (2010)

US 7.66%,
Germany 5.54%
1 Euro equivale circa a 9 Renminbi
9 % aree urbane(con popolazione immigrata)
819.5 milioni
La presenza economica
dell’Italia in Cina continua
ad essere marginale
dimostrando le debolezze
strutturali del nostro
paese, ovvero l’incapacità di
fare economie di scala in
tutti i settori necessari
all’economia moderna.
Perciò per interscambio
siamo terzi in Europa dietro
Germania, Francia e di gran
lunga avanti a Gran
Bretagna e Spagna.
In termini assoluti, nel 2009
la nostra posizione era la
21°, dietro Canada e Cile.
L’interscambio commerciale tra Cina e Italia e’ cresciuto negli ultimi anni con tassi lievemente
decrescenti (+31,9% nel 2006, +27,7% nel 2007, +21,9% nel 2008), per poi subire gli effetti della
crisi globale nel 2009 (-18,3%). Il 2010 si e’ pero’ rivelato un anno di grande ripresa con una
crescita dell’interscambio del 44,3% sull’anno precedente, per un valore totale di 45,13 miliardi
di USD, un valore quasi doppio rispetto al 2006.
Il deficit italiano, che si era ridotto del 38,3% nel 2009 rispetto al 2008, e’ tornato ad essere
pesantemente negativo per l’Italia.
Il saldo commerciale negativo per l’Italia ha raggiunto nel 2010 il valore di 17,1 miliardi di USD.
Il 50% dell’export italiano in Cina e’
composto da macchinari; il 20,8%
principalmente da pelli e prodotti
farmaceutici; il 13,2% rappresenta
l’abbigliamento e gli accessori italiani; i
veicoli e i mezzi di trasporto
rappresentano il 4%.
Settore chiave italiano:
l’agroalimentare che rappresenta
l’1,3%; tra i settori del Made in
Italy, l’arredamento costituisce l’1,2%
dell’export italiano
in Cina.
Con oltre 200 miliardi di investimenti annui, le infrastrutture sono la chiave di volta del
miracolo cinese e sono la premessa per una nuova espansione delle imprese agricole
e industriali: oltre a creare direttamente nuovi posti di lavoro, aprono anche intere
regioni vergini a nuovi insediamenti produttivi.

Il sistema energetico è ancora inefficiente: sebbene oggi la Cina sia il maggior
consumatore mondiale di elettricità, ha bisogno di molta più energia della media dei
paesi OCSE per svolgere gli stessi processi industriali, e circa il 70% della produzione viene
dalle centrali a carbone, il combustibile fossile di cui la Cina è più ricca. Per ovviare a
questo ritardo strutturale il governo sta promuovendo fortemente fonti di energia più
pulite: la Cina è il secondo paese al mondo per produzione di energia eolica dopo gli Stati
Uniti, e sfrutta molto anche il suo potenziale idroelettrico; inoltre sono attive 4 centrali
nucleari, per un totale di 11 reattori, e altri 17 sono in costruzione con l'obiettivo di
soddisfare il 6% del fabbisogno energetico con l'energia nucleare entro il 2020.
La rete stradale cinese si estende per una lunghezza complessiva di 1,87 milioni di
km, concentrati maggiormente lungo la zona costiera, di cui 34.300 km sono costituiti
da strade a scorrimento veloce. A partire dagli anni novanta i collegamenti stradali
sono notevolmente aumentati grazie alla costruzione di una rete autostradale che
collega l'intera nazione
La rete ferroviaria operativa ha raggiunto 73.100 km di cui 23.700 km di ferrovie a più
binari e 18.500 km di ferrovie elettriche. Attualmente la Cina possiede la più vasta rete
ferroviaria ad alta velocità, con oltre 7.050 km complessivi di tratte.
Il treno costituisce, insieme agli autobus, il mezzo di trasporto più frequentato anche
per le tratte lunghe, vista la relativa onerosità dei viaggi aerei.
Lo sviluppo del sistema ferroviario, monopolizzato dallo Stato, è stata la risposta
privilegiata alla crescente domanda di trasporti che ha accompagnato lo sviluppo
economico cinese, ed è per questo che molte centri urbani in forte crescita si stanno
dotando di trasporti pubblici su rotaie, come di una rete metropolitana.
Per quanto riguarda il trasporto marittimo, cruciale per esportare la produzione
manifatturiera cinese sui mercati mondiali, nei maggiori porti è stato recentemente
migliorato il sistema di movimentazione dei container. Tutti i maggiori porti fanno parte
del circuito dei primi 50 containers-ports del mondo, dove ogni anno transitano anche
più di 100 milioni di tonnellate di merci.
Anche il sistema aeroportuale si è fortemente sviluppato recentemente.
Il servizio di telefonia mobile cinese è stato inaugurato nel 1987 e dopo il 1990 il servizio
ha registrato un rapido sviluppo. Tuttavia, in alcune zone meno urbanizzate la copertura
non è sempre garantita.
Per ciò che riguarda la rete internet, attualmente il numero di utenti cinesi che navigano
in rete ammonta a oltre 400 milioni. L’obiettivo dichiarato dalle autorità è quello di
raggiungere nei prossimi 5 anni un tasso di penetrazione della rete pari al 45%.

Sono cominciati nel 2010 i lavori per la costruzione del ponte più lungo del mondo: 50
Km che collegheranno Hong Kong a Zhuhai e a Macao. Il progetto dovrebbe concludersi
tra il 2015 e il 2016.
Esistono, inoltre, notevoli spazi di penetrazione nel settore della gestione delle public
utilities (in primis il trattamento dei rifiuti, con il progetto di costruire 1.000 impianti nel
periodo dal 2006 al 2010 e nella depurazione delle acque) e della fornitura delle
sottostanti tecnologie.
La Cina si muove da anni sullo scacchiere globale con le imprese per garantirsi
l’approvvigionamento di materie prime, attraverso investimenti diretti all’estero (IDE) e contratti.
Gli IDE si sono moltiplicati a ritmo sostenuto e, già nel 1995, la Cina è diventata il secondo
ricettore di IDE, dopo gli USA, e il primo tra i paesi in via di sviluppo.
La dimensione del mercato, le potenzialità del territorio e i bassi costi della manodopera sono
alcune delle innumerevoli attrattive che la Cina offre a chi intende avviarvi il proprio business.
La Cina è ormai l’ottavo paese per presenza italiana all’estero anche se rispetto ad altri paesi
europei, la posizione dell’Italia è però ancora contenuta, con una quota sugli investimenti nel
paese inferiore a Germania, UK, Paesi Bassi e Francia. Osservando la distribuzione settoriale
emerge il ruolo significativo del comparto manifatturiero . Al suo interno sono prevalenti i
settori tradizionali del Made in Italy e quelli più labor-intensive ( calzature, mobili e
abbigliamento) e la meccanica.
Gli strumenti di tutela della proprietà intellettuale in Cina coprono un territorio quasi trentadue
volte superiore a quello italiano, con una popolazione circa ventitré volte maggiore ed operano
in un mercato estremamente attivo e dinamico, tanto che, nonostante la congiuntura
economica internazionale non certo favorevole, ha visto più che raddoppiare il suo PIL. La Cina
ha aderito a tutti i principali accordi internazionali in materia di diritti di proprietà intellettuale
ed industriale (il più recente risale al 2001 ed è l’accordo sugli aspetti afferenti al commercio dei
diritti di proprietà intellettuale). I principali organismi cinesi competenti a livello nazionale sono
l’Ufficio statale per la proprietà intellettuale (SIPO), l’Amministrazione statale per l’industria e il
commercio (SAIC) e l’Amministrazione nazionale per il diritto d’autore.
Ogni anno il Consiglio di Stato emana la strategia nazionale per la proprietà intellettuale seguita
da un piano d’azione. Tale strategia deve essere formulata sulla base degli interessi nazionali del
paese e del suo sviluppo economico e sociale; deve promuovere l’innovazione tecnica e il
trasferimento dei diritti di proprietà intellettuale; salvaguardare gli interessi generali e dei
detentori dei diritti e degli utilizzatori e consumatori; rispettare gli impegni internazionali
assunti; tenere in considerazione gli squilibri esistenti tra regioni e settori produttivi e instaurare
un ciclo armonioso tra creazione della proprietà intellettuale, protezione e consumo.
Nel maggio 2010, il Governo di Pechino ha fornito i nuovi indirizzi in materia di IDE , che si
concretizzano in esenzioni fiscali e altre facilitazioni per gli IDE connessi ad alta e nuova
tecnologia, ambiente e nuova energia.
Forme societarie vigenti in Cina

Limited Liability Company (LLC)
One-person Limited Liability Company
Joint Stock Limited Company

Per la costituzione di una società, la società deve
far richiesta all’autorità competente: se la
domanda ha i requisiti previsti dalla legge
l’autorità registrerà la società come società a
responsabilità limitata o come società per azioni;
se tali requisiti mancano ciò non avviene.

Le condizioni richieste per la costituzione di una società:
• il numero degli azionisti;
• l’ammontare dei conferimenti in denaro;
• la costituzione della società;
• lo statuto e la registrazione;
• la modifica del capitale sociale e la liquidazione;
• il capitale e la responsabilità.
Nel caso di investitori stranieri che de localizzino la propria produzione in Cina esistono delle
forme societarie dedicate come la Foreign Invested Enterprise (FIE).
Salari (valori medi mensili in euro)
Lavoratori del settore
assicurativo

1758

Lavoratori in altre
attività finanziarie

896

Lavoratori nel trasporto
aereo

773

Lavoratori dipendenti

200

Operai industriali

160

Occupazione per settori
Primario

Secondario

Terziario

26%
19%

55%
In seguito all’adesione della Cina al WTO è chiaro che le opportunità di ingresso nel mercato
cinese per le aziende straniere sono destinate ad aumentare. Infatti, non solo le aziende
straniere potranno davvero entrare per la prima volta, nell’enorme mercato cinese da 1,3
miliardi di abitanti, ma, grazie al miglioramento delle infrastrutture, della forza lavoro e
dell’ambiente normativo potranno investire, oltre che per produrre a costi inferiori, anche per
raggiungere economie di scala nella ricerca. L’accesso al mercato cinese può essere strutturato
in due ampie fasi: la prima di ingresso e conoscenza del paese, la seconda di sviluppo del
mercato.
L’attuale sistema di tassazione, la cui elaborazione risale al 1994, è di revenuesharing
(spartizione delle entrate), con l’imposizione di alcune tasse “centrali”, di altre “locali” e di altre
da suddividersi tra i due livelli di governo.
In conseguenza dell’ingresso della Cina nel WTO è stata posta in essere una completa revisione
del sistema fiscale cinese la quale ha dato vita, nel Marzo 2007, alla Enterprise Income Tax Law
in vigore dal 1° Gennaio 2008. Il nuovo regime costituisce l’unione dei regimi di imposta sul
reddito di impresa precedentemente separati: quello per le domestic-invested enterprises e
quello per le foreign-invested enterprises. L’obiettivo principale è uniformare il trattamento
fiscale tra imprese locali e straniere, eliminando cosí i privilegi previgenti posti in essere per le
imprese straniere.
Il sistema comprende 22 tipi di tasse. Le tasse indirette e quelle sui redditi costituiscono le classi
principali.
Con l’entrata in vigore della nuova Enterprise Income Tax Law nel 2008 sono eliminati i
trattamenti preferenziali in precedenza riservati agli investimenti stranieri. E’ stata abrogata
l’esenzione fiscale (tax holiday) per le società produttive e per le società export
oriented, costituite dopo il 16 marzo 2007. Sono però previsti trattamenti fiscali preferenziali di
riduzione o esenzione della enterprise income tax per:
- imprese operanti nel settore agricolo, forestale, zootecnico o della pesca
- imprese con progetti di sviluppo di infrastrutture supportati dal governo;
- imprese focalizzate nello sviluppo di progetti per la tutela dell’ambiente,dell’energia e
dell’acqua ;
- imprese che contribuiscono al progresso tecnico ed importano alta tecnologia
Rischio politico.
La stabilità politica è garantita dalla centralità del Partito comunista cinese (CCP). Il 18°
congresso concluso il 15 novembre 2012 ha nominato i nuovi vertici di partito e i futuri
governanti. Le relazioni internazionali con USA e Giappone si sono deteriorate nell’ultimo anno.
Rischio economico
Il rallentamento delle economie avanzate influisce negativamente sull’economia cinese, sia in
termini di minore export che in termini di minori IDE nel Paese. La nuova leadership avrà
l’impegno di riformare il modello di sviluppo, spingendo su produzioni ad elevato valore
aggiunto.
Rischio finanziario e operativo
La Banca Centrale ha rivolto la politica monetaria al sostegno e alla stabilizzazione della crescita.
Il settore bancario è vulnerabile a shock esterni. Nonostante i progressi, il contesto operativo
resta caratterizzato da elevata burocrazia e scarsa trasparenza.
Condizioni SACE di assicurabilità
7
Categoria OCSE: 2/7- rischio basso
6
Rischio sovrano: senza condizioni
5
Rischio bancario: senza condizioni
4
Rischio privato: senza condizioni
3
2
1
0
Cina
• Nasce nel 1951 a
Reggio Emilia grazie ad
Achille Maramotti;
• Volontà di produrre
abbigliamento
femminile confezionato
di alta qualità del
Made in Italy ;
• Gruppo operante
attraverso una holding
e diverse società
operative
(Max&Co, Sportmax, M
arella, Marina Rinaldi e
Pennyblack);
• Negozi sparsi in oltre
90 paesi.
•Anni ’80-’90: massiccia politica di espansione sui mercati esteri, in primis in Cina;
• 1987: primo negozio MaxMara aperto ad Hong Kong, con una produzione delocalizzata in Cina
o in paesi terzi;
• Il solo mercato cinese vale più di 10 milioni di dollari, circa il 25% del fatturato;
• Difficoltà dovute alla tradizione e al suo background culturale  2007:blocco di import per
alcuni marchi della moda, tra cui MaxMara;
• Modalità di entrata è di esportazione diretta con partner legati da accordi di franchising.
Punti di forza
 Forte vantaggio competitivo legato al suo marchio, simbolo di lusso, qualità, eleganza e stile
italiano;
 Antica tradizione e know-how altamente specializzato nella lavorazione dei tessuti;
Fascia medio-alta del mercato del lusso: no concorrenza con i prodotti low-cost del mercato
cinese;
 Accordi di franchising che consentono un’espansione rapida nel mercato, senza un eccessivo
impiego di risorse.
Punti di debolezza
 Struttura familiare = limitata disponibilità di capitali;
 Attività produttiva svolta in Italia compromettente per il mantenimento dei margini di
profitto;
 Brand di medio livello del Gruppo attaccati dai marchi come Zara ed H&M;
 I numerosi accordi di tipo franchising possono costituire una minaccia nel caso in cui i partner
non rispettino i termini del contratto, compromettendo l’immagine del marchio.
Opportunità
 Domanda potenziale dei beni di lusso crescente  consolidamento del marchio Max
Mara in Cina e potenziamento della sua offerta.;
 Possibilità di delocalizzazione in Cina tramite insediamenti produttivi, abbassando il
costo unitario di produzione;
 Riforme, in seguito all’adesione al WTO, che hanno agevolato l’ingresso di aziende estere
nel mercato cinese, joint-venture ed unità operative di proprietà;
 Cina: 2° mercato per i beni di lusso nonostante la crisi finanziaria;
 Il rallentamento economico può costituire una buona opportunità per espandere
ulteriormente la propria presenza nel Paese.

Minacce
 Sviluppo economico cinese  abbassamento dei differenziali qualitativi tra le produzioni
italiane/cinesi;
 Maggiore tensione competitiva da parte delle imprese occidentali;
 Campagna mondiale per rendere marchi e stilisti “fur-free” indebolisce notevolmente
l’immagine della casa di moda.
Camera di commercio
italiana in Cina
Unit 1612, Zhongyu Plaza
A6, Gongti North Road,
Chaoyang District, 100027,
Pechino, Cina
Tel: 0086-10-85910545
Fax: 0086-10-85910546

Camera di commercio
europea in Cina
Unit 2204, Shui On
Plaza, 333 Huai Hai Zhong
Road,Shanghai, 200021, P.
R. China
Tel: +86 (21) 6385 2023
Fax: +86 (21) 6385 2381
shanghai@europeancham
ber.com.cn

Ministero del commercio
cinese
2 Dong Chang'an
Avenue,Beijing China
(100731)
Tel:(010)51651200612/623/613
Fax:(010)65677512

Ambasciata d’Italia a Pechino
2, San Li Tun Dong Er Jie 100600 Beijing - CHINA
tel.: +86 10 8532.7600
fax: +86 10 6532.4676
consolare.pechino@esteri.it

Governo cinese
Tel: (8610) 88050813
Fax: (8610) 63070900

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  • 1.
  • 2. Superficie: 9.572.900 km2 (un quarto dell’Asia). Popolazione: 1.343.239.923 Densità della popolazione: 140 abitanti per km2 Concentrata soprattutto nelle regioni orientali. Paese “giovane”: 0-14 anni  20% / 15-65  70% / 65+  meno del 10%. Capitale: Pechino (Beijing) Lingua ufficiale: Cinese Mandarino Altre lingue parlate: Cinese cantonese e inglese  Honk Kong Cinese cantonese e portoghese  Macao Forma di stato: repubblica socialista governata da un unico partito, il partito comunista cinese. Moneta ufficiale: Renminbi Religioni praticate: Buddismo, Islamismo, Taoismo e Cristianesimo.
  • 3. La Repubblica Popolare Cinese (Zhōnghuá Rénmín Gònghéguó) e’ una repubblica a partito unico, il Partito Comunista Cinese (PCC) fondato nel 1921, e si basa su una Costituzione promulgata il 4 Dicembre del 1982. La suddivisione amministrativa della Cina sin dall'antichità si è sempre basata su più livelli di suddivisione per governare al meglio il vasto territorio e l'elevata popolazione. 1. Livello delle Province: •Provincia (省 shěng) (22) •Regione Autonoma (自治区 zìzhìqū) (5) •Municipalità (直辖市 zhíxiáshì) (4) •Regione Amministrativa Speciale (特别行政区 tèbié xíngzhèngqū) (2) 2. Livello delle Prefetture: •Prefettura (地区 dìqū) (17) •Prefettura Autonoma (自治州 zìzhìzhōu) (30) •Città con status di prefettura (地级市 dìjíshì) (283) •Lega (盟 méng) (3) 3. Livello delle Contee: •Contea (县 xiàn) (1.464) •Contea autonoma (自治县 zìzhìxiàn) (117) •Città con status di contea (县级市 xiànjíshì) (367) •Distretto (市辖区 shìxiáqū) (855) •Banner (旗 qí) (49) •Banner autonomo (自治旗 zìzhìqí) (3) •Area Forestale (林区 línqū) (1) •Distretto Speciale (特区 tèqū) (2) 4. Livello dei Comuni: •Comuni (乡 xiāng) (13.749) •Comuni etnici (民族乡 mínzúxiāng) (1.098) •Città (镇 zhèn) (19.322) •Sotto-distretti (街道办事处 jiēdàobànshìchù) (6.686) •Ufficio Pubblico Distrettuale (区公所 qūgōngsuǒ) (3) •Sumu (苏木 sūmù) (181) •Sumu etnico (民族苏木 mínzúsūmù) (1) 5.Livello dei Villaggi (informale): •Comitato di quartiere (居民委员会 jūmínwěiyuánhuì) (80.717) -Quartiere (社区; shèqū) •Comitato di Villaggio (村民委员会 cūnmínwěiyuánhuì) o Gruppi del Villaggio (村 民小组 cūnmínxiǎozǔ) (623.669) -Villaggio Amministrativo (行政村 xíngzhèngcūn) -Villaggio Naturale (自然村 zìráncūn)
  • 4. Principali indicatori economici (USD$) 1. Prodotto interno lordo (2010) 2. Tasso di crescita del PIL (2010) 3. PIL pro capite (2010) 4. Composizione settoriale del PIL (2010) 5. Tasso di inflazione (2010) 6. Investimenti (2010) 7. Debito Pubblico (2010) 8. Esportazioni (2010) 9. Esportazioni - partners (2010) 10. Importazioni (2010) 11. Importazioni - partners (2009) $ 5,878,6 miliardi 10.3% $ 7,400 Agricoltura: 9.6% Industria: 46.8% Servizi: 43.6% 5% 47.8% del PIL 17.5% del PIL $ 1,106 miliardi (f.o.b. = free on board basis) US 20.03%, Hong Kong 12.03%, Japan 8.32%, South Korea 4.55%, Germany 4.27% $ 1,307 miliardi (f.o.b. = free on board basis) Japan 12.27%, South Korea 9.04%, Taiwan 6.84%,
  • 5. 12. Tasso di cambio con Euro (2010) 13. Tasso di disoccupazione (2009) 14. Forza Lavoro (2010) US 7.66%, Germany 5.54% 1 Euro equivale circa a 9 Renminbi 9 % aree urbane(con popolazione immigrata) 819.5 milioni
  • 6.
  • 7.
  • 8. La presenza economica dell’Italia in Cina continua ad essere marginale dimostrando le debolezze strutturali del nostro paese, ovvero l’incapacità di fare economie di scala in tutti i settori necessari all’economia moderna. Perciò per interscambio siamo terzi in Europa dietro Germania, Francia e di gran lunga avanti a Gran Bretagna e Spagna. In termini assoluti, nel 2009 la nostra posizione era la 21°, dietro Canada e Cile.
  • 9. L’interscambio commerciale tra Cina e Italia e’ cresciuto negli ultimi anni con tassi lievemente decrescenti (+31,9% nel 2006, +27,7% nel 2007, +21,9% nel 2008), per poi subire gli effetti della crisi globale nel 2009 (-18,3%). Il 2010 si e’ pero’ rivelato un anno di grande ripresa con una crescita dell’interscambio del 44,3% sull’anno precedente, per un valore totale di 45,13 miliardi di USD, un valore quasi doppio rispetto al 2006. Il deficit italiano, che si era ridotto del 38,3% nel 2009 rispetto al 2008, e’ tornato ad essere pesantemente negativo per l’Italia. Il saldo commerciale negativo per l’Italia ha raggiunto nel 2010 il valore di 17,1 miliardi di USD. Il 50% dell’export italiano in Cina e’ composto da macchinari; il 20,8% principalmente da pelli e prodotti farmaceutici; il 13,2% rappresenta l’abbigliamento e gli accessori italiani; i veicoli e i mezzi di trasporto rappresentano il 4%. Settore chiave italiano: l’agroalimentare che rappresenta l’1,3%; tra i settori del Made in Italy, l’arredamento costituisce l’1,2% dell’export italiano in Cina.
  • 10. Con oltre 200 miliardi di investimenti annui, le infrastrutture sono la chiave di volta del miracolo cinese e sono la premessa per una nuova espansione delle imprese agricole e industriali: oltre a creare direttamente nuovi posti di lavoro, aprono anche intere regioni vergini a nuovi insediamenti produttivi. Il sistema energetico è ancora inefficiente: sebbene oggi la Cina sia il maggior consumatore mondiale di elettricità, ha bisogno di molta più energia della media dei paesi OCSE per svolgere gli stessi processi industriali, e circa il 70% della produzione viene dalle centrali a carbone, il combustibile fossile di cui la Cina è più ricca. Per ovviare a questo ritardo strutturale il governo sta promuovendo fortemente fonti di energia più pulite: la Cina è il secondo paese al mondo per produzione di energia eolica dopo gli Stati Uniti, e sfrutta molto anche il suo potenziale idroelettrico; inoltre sono attive 4 centrali nucleari, per un totale di 11 reattori, e altri 17 sono in costruzione con l'obiettivo di soddisfare il 6% del fabbisogno energetico con l'energia nucleare entro il 2020.
  • 11. La rete stradale cinese si estende per una lunghezza complessiva di 1,87 milioni di km, concentrati maggiormente lungo la zona costiera, di cui 34.300 km sono costituiti da strade a scorrimento veloce. A partire dagli anni novanta i collegamenti stradali sono notevolmente aumentati grazie alla costruzione di una rete autostradale che collega l'intera nazione La rete ferroviaria operativa ha raggiunto 73.100 km di cui 23.700 km di ferrovie a più binari e 18.500 km di ferrovie elettriche. Attualmente la Cina possiede la più vasta rete ferroviaria ad alta velocità, con oltre 7.050 km complessivi di tratte. Il treno costituisce, insieme agli autobus, il mezzo di trasporto più frequentato anche per le tratte lunghe, vista la relativa onerosità dei viaggi aerei. Lo sviluppo del sistema ferroviario, monopolizzato dallo Stato, è stata la risposta privilegiata alla crescente domanda di trasporti che ha accompagnato lo sviluppo economico cinese, ed è per questo che molte centri urbani in forte crescita si stanno dotando di trasporti pubblici su rotaie, come di una rete metropolitana. Per quanto riguarda il trasporto marittimo, cruciale per esportare la produzione manifatturiera cinese sui mercati mondiali, nei maggiori porti è stato recentemente migliorato il sistema di movimentazione dei container. Tutti i maggiori porti fanno parte del circuito dei primi 50 containers-ports del mondo, dove ogni anno transitano anche più di 100 milioni di tonnellate di merci. Anche il sistema aeroportuale si è fortemente sviluppato recentemente.
  • 12. Il servizio di telefonia mobile cinese è stato inaugurato nel 1987 e dopo il 1990 il servizio ha registrato un rapido sviluppo. Tuttavia, in alcune zone meno urbanizzate la copertura non è sempre garantita. Per ciò che riguarda la rete internet, attualmente il numero di utenti cinesi che navigano in rete ammonta a oltre 400 milioni. L’obiettivo dichiarato dalle autorità è quello di raggiungere nei prossimi 5 anni un tasso di penetrazione della rete pari al 45%. Sono cominciati nel 2010 i lavori per la costruzione del ponte più lungo del mondo: 50 Km che collegheranno Hong Kong a Zhuhai e a Macao. Il progetto dovrebbe concludersi tra il 2015 e il 2016. Esistono, inoltre, notevoli spazi di penetrazione nel settore della gestione delle public utilities (in primis il trattamento dei rifiuti, con il progetto di costruire 1.000 impianti nel periodo dal 2006 al 2010 e nella depurazione delle acque) e della fornitura delle sottostanti tecnologie.
  • 13. La Cina si muove da anni sullo scacchiere globale con le imprese per garantirsi l’approvvigionamento di materie prime, attraverso investimenti diretti all’estero (IDE) e contratti. Gli IDE si sono moltiplicati a ritmo sostenuto e, già nel 1995, la Cina è diventata il secondo ricettore di IDE, dopo gli USA, e il primo tra i paesi in via di sviluppo. La dimensione del mercato, le potenzialità del territorio e i bassi costi della manodopera sono alcune delle innumerevoli attrattive che la Cina offre a chi intende avviarvi il proprio business.
  • 14. La Cina è ormai l’ottavo paese per presenza italiana all’estero anche se rispetto ad altri paesi europei, la posizione dell’Italia è però ancora contenuta, con una quota sugli investimenti nel paese inferiore a Germania, UK, Paesi Bassi e Francia. Osservando la distribuzione settoriale emerge il ruolo significativo del comparto manifatturiero . Al suo interno sono prevalenti i settori tradizionali del Made in Italy e quelli più labor-intensive ( calzature, mobili e abbigliamento) e la meccanica.
  • 15. Gli strumenti di tutela della proprietà intellettuale in Cina coprono un territorio quasi trentadue volte superiore a quello italiano, con una popolazione circa ventitré volte maggiore ed operano in un mercato estremamente attivo e dinamico, tanto che, nonostante la congiuntura economica internazionale non certo favorevole, ha visto più che raddoppiare il suo PIL. La Cina ha aderito a tutti i principali accordi internazionali in materia di diritti di proprietà intellettuale ed industriale (il più recente risale al 2001 ed è l’accordo sugli aspetti afferenti al commercio dei diritti di proprietà intellettuale). I principali organismi cinesi competenti a livello nazionale sono l’Ufficio statale per la proprietà intellettuale (SIPO), l’Amministrazione statale per l’industria e il commercio (SAIC) e l’Amministrazione nazionale per il diritto d’autore. Ogni anno il Consiglio di Stato emana la strategia nazionale per la proprietà intellettuale seguita da un piano d’azione. Tale strategia deve essere formulata sulla base degli interessi nazionali del paese e del suo sviluppo economico e sociale; deve promuovere l’innovazione tecnica e il trasferimento dei diritti di proprietà intellettuale; salvaguardare gli interessi generali e dei detentori dei diritti e degli utilizzatori e consumatori; rispettare gli impegni internazionali assunti; tenere in considerazione gli squilibri esistenti tra regioni e settori produttivi e instaurare un ciclo armonioso tra creazione della proprietà intellettuale, protezione e consumo. Nel maggio 2010, il Governo di Pechino ha fornito i nuovi indirizzi in materia di IDE , che si concretizzano in esenzioni fiscali e altre facilitazioni per gli IDE connessi ad alta e nuova tecnologia, ambiente e nuova energia.
  • 16. Forme societarie vigenti in Cina Limited Liability Company (LLC) One-person Limited Liability Company Joint Stock Limited Company Per la costituzione di una società, la società deve far richiesta all’autorità competente: se la domanda ha i requisiti previsti dalla legge l’autorità registrerà la società come società a responsabilità limitata o come società per azioni; se tali requisiti mancano ciò non avviene. Le condizioni richieste per la costituzione di una società: • il numero degli azionisti; • l’ammontare dei conferimenti in denaro; • la costituzione della società; • lo statuto e la registrazione; • la modifica del capitale sociale e la liquidazione; • il capitale e la responsabilità. Nel caso di investitori stranieri che de localizzino la propria produzione in Cina esistono delle forme societarie dedicate come la Foreign Invested Enterprise (FIE).
  • 17. Salari (valori medi mensili in euro) Lavoratori del settore assicurativo 1758 Lavoratori in altre attività finanziarie 896 Lavoratori nel trasporto aereo 773 Lavoratori dipendenti 200 Operai industriali 160 Occupazione per settori Primario Secondario Terziario 26% 19% 55%
  • 18.
  • 19. In seguito all’adesione della Cina al WTO è chiaro che le opportunità di ingresso nel mercato cinese per le aziende straniere sono destinate ad aumentare. Infatti, non solo le aziende straniere potranno davvero entrare per la prima volta, nell’enorme mercato cinese da 1,3 miliardi di abitanti, ma, grazie al miglioramento delle infrastrutture, della forza lavoro e dell’ambiente normativo potranno investire, oltre che per produrre a costi inferiori, anche per raggiungere economie di scala nella ricerca. L’accesso al mercato cinese può essere strutturato in due ampie fasi: la prima di ingresso e conoscenza del paese, la seconda di sviluppo del mercato.
  • 20. L’attuale sistema di tassazione, la cui elaborazione risale al 1994, è di revenuesharing (spartizione delle entrate), con l’imposizione di alcune tasse “centrali”, di altre “locali” e di altre da suddividersi tra i due livelli di governo. In conseguenza dell’ingresso della Cina nel WTO è stata posta in essere una completa revisione del sistema fiscale cinese la quale ha dato vita, nel Marzo 2007, alla Enterprise Income Tax Law in vigore dal 1° Gennaio 2008. Il nuovo regime costituisce l’unione dei regimi di imposta sul reddito di impresa precedentemente separati: quello per le domestic-invested enterprises e quello per le foreign-invested enterprises. L’obiettivo principale è uniformare il trattamento fiscale tra imprese locali e straniere, eliminando cosí i privilegi previgenti posti in essere per le imprese straniere. Il sistema comprende 22 tipi di tasse. Le tasse indirette e quelle sui redditi costituiscono le classi principali. Con l’entrata in vigore della nuova Enterprise Income Tax Law nel 2008 sono eliminati i trattamenti preferenziali in precedenza riservati agli investimenti stranieri. E’ stata abrogata l’esenzione fiscale (tax holiday) per le società produttive e per le società export oriented, costituite dopo il 16 marzo 2007. Sono però previsti trattamenti fiscali preferenziali di riduzione o esenzione della enterprise income tax per: - imprese operanti nel settore agricolo, forestale, zootecnico o della pesca - imprese con progetti di sviluppo di infrastrutture supportati dal governo; - imprese focalizzate nello sviluppo di progetti per la tutela dell’ambiente,dell’energia e dell’acqua ; - imprese che contribuiscono al progresso tecnico ed importano alta tecnologia
  • 21. Rischio politico. La stabilità politica è garantita dalla centralità del Partito comunista cinese (CCP). Il 18° congresso concluso il 15 novembre 2012 ha nominato i nuovi vertici di partito e i futuri governanti. Le relazioni internazionali con USA e Giappone si sono deteriorate nell’ultimo anno. Rischio economico Il rallentamento delle economie avanzate influisce negativamente sull’economia cinese, sia in termini di minore export che in termini di minori IDE nel Paese. La nuova leadership avrà l’impegno di riformare il modello di sviluppo, spingendo su produzioni ad elevato valore aggiunto. Rischio finanziario e operativo La Banca Centrale ha rivolto la politica monetaria al sostegno e alla stabilizzazione della crescita. Il settore bancario è vulnerabile a shock esterni. Nonostante i progressi, il contesto operativo resta caratterizzato da elevata burocrazia e scarsa trasparenza. Condizioni SACE di assicurabilità 7 Categoria OCSE: 2/7- rischio basso 6 Rischio sovrano: senza condizioni 5 Rischio bancario: senza condizioni 4 Rischio privato: senza condizioni 3 2 1 0 Cina
  • 22.
  • 23. • Nasce nel 1951 a Reggio Emilia grazie ad Achille Maramotti; • Volontà di produrre abbigliamento femminile confezionato di alta qualità del Made in Italy ; • Gruppo operante attraverso una holding e diverse società operative (Max&Co, Sportmax, M arella, Marina Rinaldi e Pennyblack); • Negozi sparsi in oltre 90 paesi.
  • 24. •Anni ’80-’90: massiccia politica di espansione sui mercati esteri, in primis in Cina; • 1987: primo negozio MaxMara aperto ad Hong Kong, con una produzione delocalizzata in Cina o in paesi terzi; • Il solo mercato cinese vale più di 10 milioni di dollari, circa il 25% del fatturato; • Difficoltà dovute alla tradizione e al suo background culturale  2007:blocco di import per alcuni marchi della moda, tra cui MaxMara; • Modalità di entrata è di esportazione diretta con partner legati da accordi di franchising.
  • 25.
  • 26. Punti di forza  Forte vantaggio competitivo legato al suo marchio, simbolo di lusso, qualità, eleganza e stile italiano;  Antica tradizione e know-how altamente specializzato nella lavorazione dei tessuti; Fascia medio-alta del mercato del lusso: no concorrenza con i prodotti low-cost del mercato cinese;  Accordi di franchising che consentono un’espansione rapida nel mercato, senza un eccessivo impiego di risorse. Punti di debolezza  Struttura familiare = limitata disponibilità di capitali;  Attività produttiva svolta in Italia compromettente per il mantenimento dei margini di profitto;  Brand di medio livello del Gruppo attaccati dai marchi come Zara ed H&M;  I numerosi accordi di tipo franchising possono costituire una minaccia nel caso in cui i partner non rispettino i termini del contratto, compromettendo l’immagine del marchio.
  • 27. Opportunità  Domanda potenziale dei beni di lusso crescente  consolidamento del marchio Max Mara in Cina e potenziamento della sua offerta.;  Possibilità di delocalizzazione in Cina tramite insediamenti produttivi, abbassando il costo unitario di produzione;  Riforme, in seguito all’adesione al WTO, che hanno agevolato l’ingresso di aziende estere nel mercato cinese, joint-venture ed unità operative di proprietà;  Cina: 2° mercato per i beni di lusso nonostante la crisi finanziaria;  Il rallentamento economico può costituire una buona opportunità per espandere ulteriormente la propria presenza nel Paese. Minacce  Sviluppo economico cinese  abbassamento dei differenziali qualitativi tra le produzioni italiane/cinesi;  Maggiore tensione competitiva da parte delle imprese occidentali;  Campagna mondiale per rendere marchi e stilisti “fur-free” indebolisce notevolmente l’immagine della casa di moda.
  • 28. Camera di commercio italiana in Cina Unit 1612, Zhongyu Plaza A6, Gongti North Road, Chaoyang District, 100027, Pechino, Cina Tel: 0086-10-85910545 Fax: 0086-10-85910546 Camera di commercio europea in Cina Unit 2204, Shui On Plaza, 333 Huai Hai Zhong Road,Shanghai, 200021, P. R. China Tel: +86 (21) 6385 2023 Fax: +86 (21) 6385 2381 shanghai@europeancham ber.com.cn Ministero del commercio cinese 2 Dong Chang'an Avenue,Beijing China (100731) Tel:(010)51651200612/623/613 Fax:(010)65677512 Ambasciata d’Italia a Pechino 2, San Li Tun Dong Er Jie 100600 Beijing - CHINA tel.: +86 10 8532.7600 fax: +86 10 6532.4676 consolare.pechino@esteri.it Governo cinese Tel: (8610) 88050813 Fax: (8610) 63070900