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Un elettrone immobile genera, a causa della
sua carica, una forza elettrica nello spazio
circostante il campo elettrico . Supponiamo
ora di far oscillare avanti e indietro
l'elettrone: il campo elettrico nei punti
circostanti viene perturbato a causa del
cambiamento di distanza dall’elettrone
durante la sua oscillazione. La variazione di
campo elettrico genera un campo
magnetico. Queste oscillazioni del campo
elettrico, quindi anche del campo magnetico,
perpendicolari su di loro si propagano
dall'elettrone     generando      le    onde
elettromagnetiche.                              Fig. 1 Riproduzione dell’oscillazione di
                                                un’onda elettromagnetica.
Le onde elettromagnetiche hanno natura corpuscolare e ondulatoria e l’insieme delle
radiazioni elettromagnetiche viene definito spettro elettromagnetico, che si divide in
regioni spettrali e le radiazioni percepibili all’occhio umano appartengono alla regione
del visibile compresa tra 700 nm e 400 nm.
Nel 1865 formulò                 Nel 1895 concepì                   Nel 1900
     Coulomb




                                                                                                         Einstein
                                                                         Tesla
                    che le onde                                                    introdusse la

                                          Hertz
                                                  ed attuò l'idea di
               elettromagnetiche si                  applicare le                teoria dei quanti,
               propagano solo con                 scoperte di Hertz                 ovvero dei
               vibrazioni trasversali              per trasmettere                  pacchetti di
                  (come la luce)                  segnali a distanza                  energia



    Nel 1787 ha                            Dimostrò                  Nel 1899 scoprì              Nel 1923 affermò
 cominciato con la                        l’esistenza                la trasmissione                 che la luce è
                          Maxwell




                                                           Marconi

 ricerca scientifica                     delle onde                     senza fili a               costituita da un




                                                                                        Planck
  su elettricità ed                 elettromagnetiche,               grandi distanze             flusso di particelle
elettromagnetismo                     in particolare le                                               di energia,
                                         radio-onde                                                chiamate fotoni
Verso la radio …
La radio è la tecnologia elettronica che utilizza le onde elettromagnetiche, la cui frequenza è
al di sotto di quella della luce visibile, per le telecomunicazioni o alcuni altri scopi come la
localizzazione di oggetti .




                                                                         Fig. 2
                                                                         Marconi nel 1945
                                                                         trasmette per la
                                                                         prima volta da
     Fig. 1 Prima stazione di trasmissione                               New York.

                                                                         Fig. 3
                                                                         La prima radio
                                                                         realizzata  da
                                                                         Marconi.
Maxwell scrisse la teoria per la descrizione del fenomeno
                        delle onde elettromagnetiche, nel suo "Trattato di elettricità e
                        magnetismo (1873)“ (rocchetto di Ruhmkorff).
                        Nel 1888, Heinrich Hertz costruì un apparato per la
                        trasmissione e la ricezione di onde elettromagnetiche
                        mettendo in pratica la teoria di Maxwell.
                        Hertz usando dei semplici circuiti elettrici nei quali venivano
                        create delle scariche elettriche ad alta frequenza, riuscì a
                        rilevare queste onde elettromagnetiche.
Hertz realizzò così il primo oscillatore in grado di irradiare onde elettromagnetiche
rilevabili a breve distanza: infatti funzionava a una distanza di 5m e ad una
frequenza di 60 MHz.

                                         Fig. 2 Hertz costruì un apparecchio
                                         composto di due sfere metalliche. Una
                                         corrente elettrica che scorre nel circuito fa
                                         sì che le sfere girino alternativamente
                                         caricandosi di corrente. Hertz afferma che
                                         una scintilla salta da una sfera ad un’altra,
                                         quando si carica abbastanza.
Riconduciamo le origini della radio al 1895, quando Guglielmo Marconi mise a punto
un primissimo telegrafo senza fili detto radiotelegrafo. Il giovane Marconi dimostrò un
grande interesse per le discipline scientifiche e dunque, grazie ai suoi studi, pensò di
trasmettere e ricevere le onde Hertziane. Questo gettò le basi per lo sviluppo e il
perfezionamento della radiocomunicazione.
In seguito a innumerevoli esperimenti eseguiti nella villa paterna, riuscì a realizzare un
apparecchio capace di inviare segnali a distanza da quasi 2400 chilometri; nel 1897
fondò la Marconi's Wireless Telegraph Company, sicuro di essere riuscito nell'intento di
farsi      brevettare      la      propria       invenzione     in      Inghilterra.
Un onore per Marconi, premio Nobel per la fisica nel 1909, vedere impiegato il proprio
sistema di radiocollegamento dalle navi italiane e inglesi, e nel più grande
transatlantico del mondo, il Titanic, il cui affondamento costò la vita a 1523 persone
(circa 700 si salvarono grazie al sistema radio di bordo che ha consentito di chiedere i
soccorsi).
Un'antenna è un dispositivo atto a irradiare o a captare/ricevere onde
elettromagnetiche. In pratica le antenne convertono il campo elettromagnetico che
ricevono in un segnale elettrico, oppure viceversa irradiano, sotto forma di campo
elettromagnetico.
Il loro utilizzo è diffuso quindi nei ponti radio, nelle stazioni radio base di telefonia
mobile, nelle infrastrutture di radiodiffusione e telediffusione sia terrestri che satellitari,
in tutte le applicazioni di telerilevamento a sensori attivi e nelle applicazioni radar.
Alcune delle prime antenne rudimentali furono costruite da Heinrich Hertz nei suoi
esperimenti volti a dimostrare l'esistenza delle onde elettromagnetiche, previste dalla
teoria di James Clerk Maxwell.
Il termine antenna deriva dalla parola marinaresca che indica il lungo palo, trasverso
rispetto all'albero, che sostiene in alto la vela quadra o latina. L'estensione dal
significato originale è dovuta allo stesso Marconi quando osservò che, appendendo
uno dei due terminali dell'oscillatore su un alto palo , i segnali trasmessi potevano
coprire distanze molto maggiori.
Le antenne si basano sul principio fisico dell'irradiazione e della ricezione
elettromagnetica: correnti elettriche variabili nel tempo che scorrono su un
conduttore irradiano onde elettromagnetiche alla stessa frequenza ovvero generano
un segnale elettromagnetico. Questa trasmissione consente di sfruttare le antenne
nelle applicazioni di radiocomunicazioni. Qualsiasi antenna può funzionare sia come
antenna trasmittente che come antenna ricevente.
Per ciascun tipo di antenna è possibile analizzare il campo elettromagnetico emesso
dalle correnti che lo generano. In generale questo campo può essere suddiviso in
campo di induzione (si registra nella zona più prossima all'antenna) e campo di
radiazione (il campo si propaga all'infinito). Dal punto di vista applicativo si possono
distinguere antenne per la ricezione televisiva, antenne per le telecomunicazioni
satellitari, antenne per ponti radio, antenne per stazioni radio base in reti cellulari,
antenne per applicazioni spaziali, antenne per cellulari, cordless, modem Wi-Fi,
apparecchi radio .
Il nome fotóne è dato dal "quanto" associato a un'onda elettromagnetica (in
particolare luminosa) nel quadro della meccanica quantistica: è una particella neutra
che si propaga nel vuoto, con una energia che dipende dalla sua frequenza.
Nel corso dei secoli, la curiosità dell'uomo circa l'effettiva composizione della luce è
sempre stata viva. Sulla sua natura sono state fatte molteplici ipotesi: si è sostenuto
prima che fosse un'onda, poi che fosse composta da piccolissimi corpuscoli, e così via.
Agli inizi del 1900 il fisico Max Planck giunse alla conclusione che per spiegare
correttamente gli esiti degli esperimenti, era necessario "quantizzare" gli effetti
delle radiazioni. Era cioè necessario trattare gli effetti della radiazione
elettromagnetica e quindi dello scambio di energia nelle particelle, come se
fossero portati da delle particelle. Tra gli esperimenti inspiegabili qualora si pensi
alla luce come ad un'onda luminosa, vi era l'effetto fotoelettrico.




                      Fig. 1 Ciò che aveva già osservato Hertz, prima che si
                      affermasse il concetto di elettrone.
Nel 1905 Albert Einstein riuscì a spiegarlo,
supponendo che la luce fosse composta di
corpuscoli      elementari,      i   "quanti     di
energia" o fotoni e che questi, nei loro urti con
gli atomi, trasmettessero agli elettroni periferici
un'energia tale da provocarne l'emissione ed il
conseguente effetto fotoelettrico. Effetto
fotoelettrico è un fenomeno che si manifesta con
l'emissione di particelle elettricamente cariche
da parte di un corpo esposto a onde luminose o
a radiazioni elettromagnetiche di varia
frequenza. Nel cosiddetto effetto fotoelettrico
esterno gli elettroni vengono emessi dalla
superficie di un conduttore metallico (o da un
gas) in seguito all'assorbimento dell'energia
trasportata dalla luce incidente sulla superficie
stessa. L'effetto è sfruttato nella cellula
fotoelettrica, in cui gli elettroni emessi da uno
dei due poli della cellula, il fotocatodo,
migrano verso l'altro polo, l'anodo, per effetto di
un campo elettrico applicato.
E' un dispositivo elettronico basato sull'effetto
fotoelettrico per la rilevazione della luce e della sua
intensità.     Quando      il    catodo    K,     carico
negativamente, viene illuminato dalla radiazione
luminosa L, emette elettroni, che sono attratti
dall'anodo A, carico positivamente. In questo modo
si crea all'interno del circuito, in cui è inserita la
cellula fotoelettrica, una corrente elettrica, la cui
intensità       è       proporzionale      all'intensità
dell'illuminazione.
Se qualcosa (un oggetto, una persona) si interpone
tra la sorgente luminosa e il catodo, quest'ultimo
non emette più elettroni e la corrente si
interrompe. La cellula fotoelettrica è utilizzata
nei dispositivi di allarme (l'interruzione di un raggio
luminoso provoca un segnale acustico), o
nei cancelli ad apertura automatizzata.
Figura 1.                         Figura 2-3.
Modellino                         Modellino in
in fase                           fase di
iniziale                          costruzione




            Figura 4.
            Modellino terminato
Denominazione corrente e gergale dell’insieme dei disturbi e dei fenomeni
dannosi connessi con la presenza nell’ambiente di campi elettromagnetici
generati da apparecchiature e impianti elettrici ed elettronici, utilizzati sia per il
trasporto dell’energia, sia per telecomunicazioni.
Le problematiche dell’inquinamento elettromagnetico riguardano sia i campi
elettromagnetici a bassa frequenza sia quelli ad alta frequenza. I primi, in cui i
campi elettrici e magnetici debbono essere esaminati separatamente, vanno
considerati per l’estensione delle linee elettriche a livelli di tensione sempre più
elevati; i secondi, per lo sviluppo dell’industria delle telecomunicazioni, come nel
caso della telefonia cellulare, hanno effetti che toccano da vicino la vita
quotidiana dei cittadini.
I campi elettromagnetici interagiscono con il corpo umano con effetti a breve
termine i quali, a seconda della frequenza, comprendono sia la stimolazione di
cellule di tessuti nervosi e muscolari eccitabili elettricamente sia il riscaldamento.
Particolare attenzione è stata riservata agli effetti del campo elettromagnetico
irradiato dai telefoni cellulari, che, per la loro posizione durante l’uso, provocano
intensità di campo relativamente forti in vicinanza dell’orecchio.
Per difendere i siti abitativi:
 Fate eseguire una accurata misurazione
    delle onde elettromagnetiche sia esterne
    che interne alla vostra abitazione.
 Scegliete, con il consiglio di un esperto, i
    materiali e le tecnologie per la protezione
    elettromagnetica ed i consigli di
    protezione (distanza di sicurezza) che vi
    permetteranno             di      abbattere
    notevolmente l' elettrosmog.
 Fate eseguire dei test comparativi sull'
    efficacia della schermatura prima e dopo
    l' intervento di bonifica.
                                             Onde elettromagnetiche
Per difendersi dalle radiazioni, sono state sviluppate delle protezioni (elettrosmog tex) che
vengono applicate alle finestre. L’elettrosmog tex è una tenda che difende le persone dalle
radiazioni elettromagnetiche.
Un altro modo per difendersi dalle radiazioni è stato creato in Svezia dove il governo tramite il
Servizio Sanitario Nazionale eroga fondi per l’acquisto di uno speciale tipo di vernice isolante
nera che scherma le abitazioni dalle radiazioni.




                                                                                   Elettrosmog tex



  Fig. 1 Per proteggere le pareti, i soffitti ed i tetti
  contro radiazioni elettromagnetiche suggeriamo
  di usare la protezione delle vernici. Queste
  possono essere universalmente applicate e sono
  facili da trattare.
Secondo numerosi ricercatori, in presenza di campi elettromagnetici di intensità misurabile
normalmente negli ambienti abitativi e di lavoro ed in relazione alla elettrosensibilità dei
soggetti esposti, si riscontrano l'insorgenza di sintomi che vanno dall'astenia alla perdita di
vitalità, perdita del sonno, carenze immunitarie, disturbi nervosi, stress,disturbi del ritmo
cardiaco, depressione fino ad arrivare ad una più alta frequenza di infarti, disturbi della
circolazione, complicazioni in gravidanza e si innalza il rischio di tumori al cervello e
leucemie.


                                                                     Fig.   Apparecchi     elettronici
                                                                     dannosi    per     la     salute
                                                                     dell’uomo; ad esempio essi
                                                                     possono provocare effetti che
                                                                     vanno dalla cefalea al tumore.

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Tecnologie & radiazioni

  • 1.
  • 2. Un elettrone immobile genera, a causa della sua carica, una forza elettrica nello spazio circostante il campo elettrico . Supponiamo ora di far oscillare avanti e indietro l'elettrone: il campo elettrico nei punti circostanti viene perturbato a causa del cambiamento di distanza dall’elettrone durante la sua oscillazione. La variazione di campo elettrico genera un campo magnetico. Queste oscillazioni del campo elettrico, quindi anche del campo magnetico, perpendicolari su di loro si propagano dall'elettrone generando le onde elettromagnetiche. Fig. 1 Riproduzione dell’oscillazione di un’onda elettromagnetica.
  • 3. Le onde elettromagnetiche hanno natura corpuscolare e ondulatoria e l’insieme delle radiazioni elettromagnetiche viene definito spettro elettromagnetico, che si divide in regioni spettrali e le radiazioni percepibili all’occhio umano appartengono alla regione del visibile compresa tra 700 nm e 400 nm.
  • 4. Nel 1865 formulò Nel 1895 concepì Nel 1900 Coulomb Einstein Tesla che le onde introdusse la Hertz ed attuò l'idea di elettromagnetiche si applicare le teoria dei quanti, propagano solo con scoperte di Hertz ovvero dei vibrazioni trasversali per trasmettere pacchetti di (come la luce) segnali a distanza energia Nel 1787 ha Dimostrò Nel 1899 scoprì Nel 1923 affermò cominciato con la l’esistenza la trasmissione che la luce è Maxwell Marconi ricerca scientifica delle onde senza fili a costituita da un Planck su elettricità ed elettromagnetiche, grandi distanze flusso di particelle elettromagnetismo in particolare le di energia, radio-onde chiamate fotoni
  • 5. Verso la radio … La radio è la tecnologia elettronica che utilizza le onde elettromagnetiche, la cui frequenza è al di sotto di quella della luce visibile, per le telecomunicazioni o alcuni altri scopi come la localizzazione di oggetti . Fig. 2 Marconi nel 1945 trasmette per la prima volta da Fig. 1 Prima stazione di trasmissione New York. Fig. 3 La prima radio realizzata da Marconi.
  • 6. Maxwell scrisse la teoria per la descrizione del fenomeno delle onde elettromagnetiche, nel suo "Trattato di elettricità e magnetismo (1873)“ (rocchetto di Ruhmkorff). Nel 1888, Heinrich Hertz costruì un apparato per la trasmissione e la ricezione di onde elettromagnetiche mettendo in pratica la teoria di Maxwell. Hertz usando dei semplici circuiti elettrici nei quali venivano create delle scariche elettriche ad alta frequenza, riuscì a rilevare queste onde elettromagnetiche. Hertz realizzò così il primo oscillatore in grado di irradiare onde elettromagnetiche rilevabili a breve distanza: infatti funzionava a una distanza di 5m e ad una frequenza di 60 MHz. Fig. 2 Hertz costruì un apparecchio composto di due sfere metalliche. Una corrente elettrica che scorre nel circuito fa sì che le sfere girino alternativamente caricandosi di corrente. Hertz afferma che una scintilla salta da una sfera ad un’altra, quando si carica abbastanza.
  • 7. Riconduciamo le origini della radio al 1895, quando Guglielmo Marconi mise a punto un primissimo telegrafo senza fili detto radiotelegrafo. Il giovane Marconi dimostrò un grande interesse per le discipline scientifiche e dunque, grazie ai suoi studi, pensò di trasmettere e ricevere le onde Hertziane. Questo gettò le basi per lo sviluppo e il perfezionamento della radiocomunicazione.
  • 8. In seguito a innumerevoli esperimenti eseguiti nella villa paterna, riuscì a realizzare un apparecchio capace di inviare segnali a distanza da quasi 2400 chilometri; nel 1897 fondò la Marconi's Wireless Telegraph Company, sicuro di essere riuscito nell'intento di farsi brevettare la propria invenzione in Inghilterra. Un onore per Marconi, premio Nobel per la fisica nel 1909, vedere impiegato il proprio sistema di radiocollegamento dalle navi italiane e inglesi, e nel più grande transatlantico del mondo, il Titanic, il cui affondamento costò la vita a 1523 persone (circa 700 si salvarono grazie al sistema radio di bordo che ha consentito di chiedere i soccorsi).
  • 9. Un'antenna è un dispositivo atto a irradiare o a captare/ricevere onde elettromagnetiche. In pratica le antenne convertono il campo elettromagnetico che ricevono in un segnale elettrico, oppure viceversa irradiano, sotto forma di campo elettromagnetico. Il loro utilizzo è diffuso quindi nei ponti radio, nelle stazioni radio base di telefonia mobile, nelle infrastrutture di radiodiffusione e telediffusione sia terrestri che satellitari, in tutte le applicazioni di telerilevamento a sensori attivi e nelle applicazioni radar.
  • 10. Alcune delle prime antenne rudimentali furono costruite da Heinrich Hertz nei suoi esperimenti volti a dimostrare l'esistenza delle onde elettromagnetiche, previste dalla teoria di James Clerk Maxwell. Il termine antenna deriva dalla parola marinaresca che indica il lungo palo, trasverso rispetto all'albero, che sostiene in alto la vela quadra o latina. L'estensione dal significato originale è dovuta allo stesso Marconi quando osservò che, appendendo uno dei due terminali dell'oscillatore su un alto palo , i segnali trasmessi potevano coprire distanze molto maggiori.
  • 11. Le antenne si basano sul principio fisico dell'irradiazione e della ricezione elettromagnetica: correnti elettriche variabili nel tempo che scorrono su un conduttore irradiano onde elettromagnetiche alla stessa frequenza ovvero generano un segnale elettromagnetico. Questa trasmissione consente di sfruttare le antenne nelle applicazioni di radiocomunicazioni. Qualsiasi antenna può funzionare sia come antenna trasmittente che come antenna ricevente.
  • 12. Per ciascun tipo di antenna è possibile analizzare il campo elettromagnetico emesso dalle correnti che lo generano. In generale questo campo può essere suddiviso in campo di induzione (si registra nella zona più prossima all'antenna) e campo di radiazione (il campo si propaga all'infinito). Dal punto di vista applicativo si possono distinguere antenne per la ricezione televisiva, antenne per le telecomunicazioni satellitari, antenne per ponti radio, antenne per stazioni radio base in reti cellulari, antenne per applicazioni spaziali, antenne per cellulari, cordless, modem Wi-Fi, apparecchi radio .
  • 13. Il nome fotóne è dato dal "quanto" associato a un'onda elettromagnetica (in particolare luminosa) nel quadro della meccanica quantistica: è una particella neutra che si propaga nel vuoto, con una energia che dipende dalla sua frequenza. Nel corso dei secoli, la curiosità dell'uomo circa l'effettiva composizione della luce è sempre stata viva. Sulla sua natura sono state fatte molteplici ipotesi: si è sostenuto prima che fosse un'onda, poi che fosse composta da piccolissimi corpuscoli, e così via.
  • 14. Agli inizi del 1900 il fisico Max Planck giunse alla conclusione che per spiegare correttamente gli esiti degli esperimenti, era necessario "quantizzare" gli effetti delle radiazioni. Era cioè necessario trattare gli effetti della radiazione elettromagnetica e quindi dello scambio di energia nelle particelle, come se fossero portati da delle particelle. Tra gli esperimenti inspiegabili qualora si pensi alla luce come ad un'onda luminosa, vi era l'effetto fotoelettrico. Fig. 1 Ciò che aveva già osservato Hertz, prima che si affermasse il concetto di elettrone.
  • 15. Nel 1905 Albert Einstein riuscì a spiegarlo, supponendo che la luce fosse composta di corpuscoli elementari, i "quanti di energia" o fotoni e che questi, nei loro urti con gli atomi, trasmettessero agli elettroni periferici un'energia tale da provocarne l'emissione ed il conseguente effetto fotoelettrico. Effetto fotoelettrico è un fenomeno che si manifesta con l'emissione di particelle elettricamente cariche da parte di un corpo esposto a onde luminose o a radiazioni elettromagnetiche di varia frequenza. Nel cosiddetto effetto fotoelettrico esterno gli elettroni vengono emessi dalla superficie di un conduttore metallico (o da un gas) in seguito all'assorbimento dell'energia trasportata dalla luce incidente sulla superficie stessa. L'effetto è sfruttato nella cellula fotoelettrica, in cui gli elettroni emessi da uno dei due poli della cellula, il fotocatodo, migrano verso l'altro polo, l'anodo, per effetto di un campo elettrico applicato.
  • 16. E' un dispositivo elettronico basato sull'effetto fotoelettrico per la rilevazione della luce e della sua intensità. Quando il catodo K, carico negativamente, viene illuminato dalla radiazione luminosa L, emette elettroni, che sono attratti dall'anodo A, carico positivamente. In questo modo si crea all'interno del circuito, in cui è inserita la cellula fotoelettrica, una corrente elettrica, la cui intensità è proporzionale all'intensità dell'illuminazione. Se qualcosa (un oggetto, una persona) si interpone tra la sorgente luminosa e il catodo, quest'ultimo non emette più elettroni e la corrente si interrompe. La cellula fotoelettrica è utilizzata nei dispositivi di allarme (l'interruzione di un raggio luminoso provoca un segnale acustico), o nei cancelli ad apertura automatizzata.
  • 17. Figura 1. Figura 2-3. Modellino Modellino in in fase fase di iniziale costruzione Figura 4. Modellino terminato
  • 18. Denominazione corrente e gergale dell’insieme dei disturbi e dei fenomeni dannosi connessi con la presenza nell’ambiente di campi elettromagnetici generati da apparecchiature e impianti elettrici ed elettronici, utilizzati sia per il trasporto dell’energia, sia per telecomunicazioni. Le problematiche dell’inquinamento elettromagnetico riguardano sia i campi elettromagnetici a bassa frequenza sia quelli ad alta frequenza. I primi, in cui i campi elettrici e magnetici debbono essere esaminati separatamente, vanno considerati per l’estensione delle linee elettriche a livelli di tensione sempre più elevati; i secondi, per lo sviluppo dell’industria delle telecomunicazioni, come nel caso della telefonia cellulare, hanno effetti che toccano da vicino la vita quotidiana dei cittadini.
  • 19. I campi elettromagnetici interagiscono con il corpo umano con effetti a breve termine i quali, a seconda della frequenza, comprendono sia la stimolazione di cellule di tessuti nervosi e muscolari eccitabili elettricamente sia il riscaldamento. Particolare attenzione è stata riservata agli effetti del campo elettromagnetico irradiato dai telefoni cellulari, che, per la loro posizione durante l’uso, provocano intensità di campo relativamente forti in vicinanza dell’orecchio.
  • 20. Per difendere i siti abitativi:  Fate eseguire una accurata misurazione delle onde elettromagnetiche sia esterne che interne alla vostra abitazione.  Scegliete, con il consiglio di un esperto, i materiali e le tecnologie per la protezione elettromagnetica ed i consigli di protezione (distanza di sicurezza) che vi permetteranno di abbattere notevolmente l' elettrosmog.  Fate eseguire dei test comparativi sull' efficacia della schermatura prima e dopo l' intervento di bonifica. Onde elettromagnetiche
  • 21. Per difendersi dalle radiazioni, sono state sviluppate delle protezioni (elettrosmog tex) che vengono applicate alle finestre. L’elettrosmog tex è una tenda che difende le persone dalle radiazioni elettromagnetiche. Un altro modo per difendersi dalle radiazioni è stato creato in Svezia dove il governo tramite il Servizio Sanitario Nazionale eroga fondi per l’acquisto di uno speciale tipo di vernice isolante nera che scherma le abitazioni dalle radiazioni. Elettrosmog tex Fig. 1 Per proteggere le pareti, i soffitti ed i tetti contro radiazioni elettromagnetiche suggeriamo di usare la protezione delle vernici. Queste possono essere universalmente applicate e sono facili da trattare.
  • 22. Secondo numerosi ricercatori, in presenza di campi elettromagnetici di intensità misurabile normalmente negli ambienti abitativi e di lavoro ed in relazione alla elettrosensibilità dei soggetti esposti, si riscontrano l'insorgenza di sintomi che vanno dall'astenia alla perdita di vitalità, perdita del sonno, carenze immunitarie, disturbi nervosi, stress,disturbi del ritmo cardiaco, depressione fino ad arrivare ad una più alta frequenza di infarti, disturbi della circolazione, complicazioni in gravidanza e si innalza il rischio di tumori al cervello e leucemie. Fig. Apparecchi elettronici dannosi per la salute dell’uomo; ad esempio essi possono provocare effetti che vanno dalla cefalea al tumore.