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che, insieme a tanti vantaggi e progressi,
porta con sé un’inedita dose di stress, il
concetto di lentezza è sempre più cen-
trale nella vita di chi non si vuole arren-
I
n un mondo che corre a velocità sen-
za precedenti, nel quale la tecnologia
ci proietta costantemente in un futu-
ro che rapidamente diventa passato e
elogio
della lentezza
7-8 2019 mastermeeting.it34
Nell’anno dedicato al turismo lento, in tutte le sue possibili
declinazioni, si torna a fare il punto su questo modo nuovo e antico
di viaggiare. Un modo sostenibile per l’ambiente e il territorio. Ma
anche per le economie locali e per la salute del turismo di qualità
di Aura Marcelli
scenari
del
turismo
mastermeeting.it 7-8 2019 35
SCENARI DEL TURISMO
dere sempre e comunque alla schizofre-
nia dell’epoca attuale. Il tempo libero e i
viaggi sono il regno magico e sospeso nel
quale l’orologio può rallentare e nel qua-
le possiamo, come la tartaruga della can-
zoncina di Bruno Lauzi, tornare a scopri-
re le cose belle che ci circondano. Ma co-
sa si intende con lentezza? È solo una
questione di misurazione del tempo? Di
rapporto tempo/spazio percorso? Forse
è qualcosa di più ampio. È il dilatarsi del-
le percezioni, il riappropriarsi del proprio
spazio e del proprio tempo in un mondo
più a misura d’uomo; è il fermarsi ad as-
saporare cibo e vino e lasciarsene tra-
sportare in un passato di ricordi e sugge-
stioni; è correre (sì anche correre) lungo
una pista ciclabile o su e giù da sentieri
immersi nella natura per dimenticare tut-
to e godere solo del presente. Forse pro-
prio la nostra fame di tempo sta trasfor-
mando la lentezza in un lusso che sem-
pre più viaggiatori ricercano, stimolando
la crescita di una nicchia di mercato sem-
pre più interessante. E proprio al Turismo
Slow è stato dedicato questo 2019, co-
me annunciato già nel 2017 dal ministro
dei Beni culturali e Turismo Dario Fran-
ceschini. Nel 2016 ci sono stati i Cammi-
ni, nel 2017 i Borghi, nel 2018 il Cibo. E
ora il Turismo lento che tutti li racchiude
e li valorizza, con interessanti iniziative
condotte da privati e amministrazioni. A
fare il punto sulla situazione e sulle pro-
spettive dello Slow Tourism sono stati gli
interventi presentati in due importanti
appuntamenti collegati l’uno all’altro: Pi-
sa, con l’evento dedicato al Turismo lento
in Italia, e Bologna con la XXIII Borsa del
Turismo delle 100 Città d’Arte e dei Bor-
ghi d’Italia.
take it slowly
In realtà la filosofia della lentezza, alme-
no nella sua declinazione contempora-
nea, ha oltre trent’anni. Era il 1986 quan-
do Carlo Petrini lanciava la sua iniziativa
gastronomico-culturale di manifesto dis-
senso all’apertura di un McDonald in
Piazza di Spagna a Roma. Da lì nacque
Slow Food, diventato negli anni un para-
digma internazionale della tutela, salva-
guardia e recupero di un modo di vivere
e mangiare più autentico e attento alla
tradizione e alla qualità. Dal cibo ai viaggi
il passo fu naturale, ma giustamente len-
to ed è solo negli ultimi anni che il Turi-
smo Slow è diventato un vero e proprio
modo di viaggiare e intendere la vacanza.
Diffuso in tutto il mondo, in aperta con-
traddizione al turismo “mordi e fuggi” co-
me pure a quello di massa, ha saputo
raccogliere l’esigenza di rallentare davve-
ro, unendola al rinnovato senso di re-
sponsabilità del viaggiatore. Lentezza in
Il cammino per
eccellenza, quello di
Santiago di Compostela,
è stato percorso nel
2018 da 327mila
pellegrini.
©Barbara Ainis
7-8 2019 mastermeeting.it36
SCENARI DEL TURISMO
questo caso coincide con sostenibilità, ri-
cerca delle tradizioni, rispetto delle per-
sone, dell’ambiente e dell’ecosistema lo-
cale, coinvolgimento e scoperta dell’au-
tentico e non ripetibile. In questo senso
sotto il cappello dello Slow Tourism rien-
trano molte tipologie di viaggio, tutte
protagoniste negli ultimi tempi di un
grande sviluppo: «Dai cammini al turismo
nei borghi, dal turismo enogastronomico
al trekking, dal cicloturismo all’ippoturi-
smo, dal birdwatching al turismo natura
o a quello fluviale... è possibile vivere
esperienze e attività “slow” in tanti modi
diversi”, ha sottolineato Alessandro Tor-
telli, direttore del Centro Studi Turistici
di Firenze, nel convegno che si è tenuto
lo scorso mese di maggio a Pisa proprio
sul tema del turismo lento in Italia. «Ad
avvicinare tutte queste forme di turismo
(ma anche altre più tradizionali) sono le
intenzioni del viaggiatore. Lo Slow Tou-
rist cerca l’autenticità di esperienze vere,
per scoprire la bellezza dei luoghi, ma an-
che la cultura e le tradizioni locali, senza
barriere di carattere economico, struttu-
rale, culturale e sociale; il suo impegno è
per un basso impatto ambientale e le sue
aspettative sono per una vacanza di alta
qualità».
tutti in cammino
Ancora non ci sono dati riassuntivi che
descrivano quantitativamente il turismo
lento nel suo complesso, ma riunendo in
sé comparti in grandissima ascesa, quali
il turismo gastronomico e il cicloturismo,
è facile intuire che la crescita di questo
modo di viaggiare in Italia sia tutt’altro
che slow. Emblema della lentezza è sen-
za dubbio il cammino. E proprio sui turi-
sti in cammino sono stati presentati po-
chi mesi fa dati aggiornati da parte del-
l’editore Terre di Mezzo: nel 2018 sono
state 32.338 le persone che hanno chie-
sto la credenziale per uno degli itinerari
nel Belpaese e 27.009 italiani sono arri-
vati alla Cattedrale di Santiago (secondi
solo agli spagnoli). Parliamo di una cre-
scita del 27,2% che coinvolge solo in un
quarto dei casi persone mosse da motivi
religiosi e che vede la Via Francigena co-
Viaggiare slow vuol dire
riscoprire il territorio e le
sue tradizioni, nel
rispetto dell'ambiente e
delle comunità locali.
©Barbara Ainis
mastermeeting.it 7-8 2019 37
SCENARI DEL TURISMO
me la più gettonata, con 17.092 creden-
ziali richieste, seguita dai cammini fran-
cescani (Via di Francesco e Di qui passò
Francesco, 7.352), dalla Via degli Dei
(3.800), dal Cammino di San Benedetto
(2.106), dai Cammini francigeni di Sicilia
(1.426) e dalla Via Romea Germanica
(652). A questi vanno aggiunti i moderni
pellegrini che percorrono altri importanti
cammini italiani, come per esempio Il
Cammino minerario di Santa Barbara e il
Cammino Materano, non conteggiati, e
quelli che non chiedono credenziali
(19%). La crescita di questi numeri è
esponenziale a livello internazionale: si
pensi che dal 2006 al 2018 il cammino
più famoso, quello di Santiago di Com-
postela è passato da 100mila pellegrini a
327mila. Per il 2021, anno Santo Com-
posteliano, se ne attendono 500mila.
il turista dei cammini
Sempre da Terre di Mezzo arriva anche
l’identikit del viaggiatore/camminatore.
Si tratta di un profilo delineato sulla base
delle risposte date a un questionario on
line da parte di 2.930 camminatori. Sono
in maggioranza uomini (57%), in preva-
lenza over 40 (72,7%), con un buon livel-
lo culturale nell’88% dei casi, diplomati e
laureati entrambi al 44%. Trovano il tem-
po (lento) da dedicare al cammino anche
se nel 73% hanno un impiego, come di-
pendente (49%) o libero professionista
(18%). Il 74% ha fatto più di un cammino,
non solo in Italia. Quanto alle provenien-
ze, svettano le regioni del centro nord:
28% in Lombardia, 13% in Emilia, 11% in
Veneto, 10% nel Lazio, 8% in Piemonte e
8% in Toscana. Tra le motivazioni, al di là
di quella religiosa (25%), il viaggiatore si
mette in cammino “per fare trekking”
(52%), “per stare nella natura” (50%) o
“per scoprire il territorio” (46%). Solo
l’11% li affronta in bici, mentre il 51%
conclude il cammino in una sola volta
(ma dipende molto da quale cammino) e
preferisce farlo in un periodo primaverile
o estivo.
Il turismo dei cammini è senz’altro un tu-
rismo sobrio e in qualche modo spartano
(bisogna viaggiare leggeri), ma questo
non vuol dire che non abbia interessanti
ricadute sul territorio. Il 45% dei cammi-
natori spende tra i 30 e i 50 euro al gior-
no e l’11% sempre oltre 50 euro. Pranza-
no al sacco nel 73% dei casi, ma cenano
al ristorante nell’82% dei casi e il 23,8%
sceglie l’hotel per riposare.
atlante dei cammini
In Italia ci sono 41 i cammini interre-
gionali iscritti attualmente nell’Atlante
dei cammini, percorsi che rispondono
a standard precisi in termini di servizi,
governance e comunicazione.
Il turismo nei borghi,
una delle più importanti
declinazioni dello
Slow Tourism, valorizza
e rivitalizza
le destinazioni minori.
©Barbara Ainis
7-8 2019 mastermeeting.it38
SCENARI DEL TURISMO
il lento risveglio dei territori
Se è vero che il virtuoso interesse dei
viaggiatori per un turismo a misura d’uo-
mo sta muovendo il mercato, questa ti-
pologia di viaggio lento è anche la rispo-
sta più adeguata alle necessità attuali
del territorio e delle economie locali,
specie quando si parla di destinazioni
minori. Parte integrante dello Slow Tou-
rism è, infatti, il turismo nei borghi e
l’Italia, anche in questo senso, possiede
un patrimonio senza paragoni. «Negli ol-
tre 5.500 borghi italiani nel 2018 ci sono
stati circa 22,8 milioni di arrivi e 95,3
milioni di presenze, tra italiani e stranie-
ri», ha sottolineato ancora il direttore del
CST, Alessandro Tortelli. «Si tratta di un
turismo diffuso, fatto non di grandi at-
trattori che si vendono da soli, ma di
molti e diversi piccoli attrattori – cultura,
enogastronomia, arte, natura – capaci
insieme di muovere un numero sempre
più importante di turisti, accolti in una
rete di circa 52 mila strutture ricettive
per un totale di 1,4 milioni di posti letto
(soprattutto extralberghiero con circa il
78% degli esercizi e il 58% di posti let-
to). Tutto questo genera una spesa com-
plessiva sostenuta dai turisti che hanno
visitato i borghi italiani stimata in circa
8,8 miliardi di euro, di cui il 57,3% gene-
rato da turisti stranieri».
Questa forma di turismo lento è stata al
centro dell’attenzione anche della tre
giorni bolognese della 23ma Borsa del
Turismo delle 100 Città d’Arte e dei Bor-
ghi d’Italia. L’evento B2B, nato per soste-
nere ed incentivare il turismo culturale
ed enogastronomico nelle città e nei bor-
ghi d’Italia, con particolare attenzione a
quelle dell’Emilia Romagna, ha presenta-
to ai mercati esteri e nazionali il patrimo-
nio italiano di città d’arte e borghi, rivol-
gendosi a un pubblico di 70 tour opera-
tor da 31 Paesi (anche da mercati a lungo
raggio) e oltre 400 operatori italiani. Dal
2010 al 2018, del resto l’offerta ricettiva
nelle città di interesse storico artistico in
Italia è più che raddoppiato, con una cre-
scita del 126% nel numero degli esercizi
e un aumento dei posti letto del 25%
(elaborazioni e stime CST su dati Istat).
Di contro la domanda è cresciuta del
27,2% quanto agli arrivi e del 20,8%
quanto alle presenze. Le prime 10 città
d’arte raccolgono il 19,5% del movimen-
to turistico complessivo, ma una quota
importante è rappresentata da città mi-
nori e borghi. Negli ultimi otto anni, in-
fatti, gli arrivi nei borghi italiani sono cre-
sciuti del 22,3% e le presenze sono au-
mentate del 10%, grazie all’importante
aumento dei turisti stranieri, pari al
+31,5% (gli italiani sono invece diminuiti
del –5,4%).
10a Borsa del turismo Fluviale e del Po
18-23 settembre 2019
Il turismo fluviale è un’altra interessante declinazione dello
Slow Tourism e rappresenta un importante volano per il terri-
torio. Il turista interessato a questo tipo di prodotto, infatti,
cerca enogastronomia tipica, contatto con la natura, esperien-
za di tradizioni e stili di vita locali, curiosità storiche e culturali.
I territori che si aprono a questa forma di turismo sono con-
dotti a riscoprire sé stessi, sviluppando servizi poco valorizzati
nel passato o abbandonati (dai percorsi ciclabili, alle attrezza-
ture e all’ospitalità per cicloturisti) e dando nuove motivazioni
economiche alle realtà locali. Dal 18 al 23 settembre prossimi
Confesercenti promuove la “Borsa del Turismo Fluviale e del
Po”, la cui nona edizione si svolgerà a Guastalla e nei territori
attraversati dal Po, con l’organizzazione della società Iniziative
Turistiche. La manifestazione, inaugurata nel 2010, è nata con
l’intento di costruire il “prodotto Po”, stimolando le imprese lo-
cali a organizzare la propria proposta turistica in riferimento ai
trend del mercato; facendo conoscere i valori di questi territori
e le attrattività turistiche ai tour operator nazionali e interna-
zionali; mettendo in contatto domanda e offerta di questo par-
ticolare segmento di turismo; promuovendo le tipicità, la sto-
ria, le tradizioni e le bellezze dei territori bagnati dal Po.
Il fiume Po si apre al
turismo lento e
all'interesse degli
operatori internazionali

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Turismo lento 7 8-2019

  • 1. che, insieme a tanti vantaggi e progressi, porta con sé un’inedita dose di stress, il concetto di lentezza è sempre più cen- trale nella vita di chi non si vuole arren- I n un mondo che corre a velocità sen- za precedenti, nel quale la tecnologia ci proietta costantemente in un futu- ro che rapidamente diventa passato e elogio della lentezza 7-8 2019 mastermeeting.it34 Nell’anno dedicato al turismo lento, in tutte le sue possibili declinazioni, si torna a fare il punto su questo modo nuovo e antico di viaggiare. Un modo sostenibile per l’ambiente e il territorio. Ma anche per le economie locali e per la salute del turismo di qualità di Aura Marcelli scenari del turismo
  • 2. mastermeeting.it 7-8 2019 35 SCENARI DEL TURISMO dere sempre e comunque alla schizofre- nia dell’epoca attuale. Il tempo libero e i viaggi sono il regno magico e sospeso nel quale l’orologio può rallentare e nel qua- le possiamo, come la tartaruga della can- zoncina di Bruno Lauzi, tornare a scopri- re le cose belle che ci circondano. Ma co- sa si intende con lentezza? È solo una questione di misurazione del tempo? Di rapporto tempo/spazio percorso? Forse è qualcosa di più ampio. È il dilatarsi del- le percezioni, il riappropriarsi del proprio spazio e del proprio tempo in un mondo più a misura d’uomo; è il fermarsi ad as- saporare cibo e vino e lasciarsene tra- sportare in un passato di ricordi e sugge- stioni; è correre (sì anche correre) lungo una pista ciclabile o su e giù da sentieri immersi nella natura per dimenticare tut- to e godere solo del presente. Forse pro- prio la nostra fame di tempo sta trasfor- mando la lentezza in un lusso che sem- pre più viaggiatori ricercano, stimolando la crescita di una nicchia di mercato sem- pre più interessante. E proprio al Turismo Slow è stato dedicato questo 2019, co- me annunciato già nel 2017 dal ministro dei Beni culturali e Turismo Dario Fran- ceschini. Nel 2016 ci sono stati i Cammi- ni, nel 2017 i Borghi, nel 2018 il Cibo. E ora il Turismo lento che tutti li racchiude e li valorizza, con interessanti iniziative condotte da privati e amministrazioni. A fare il punto sulla situazione e sulle pro- spettive dello Slow Tourism sono stati gli interventi presentati in due importanti appuntamenti collegati l’uno all’altro: Pi- sa, con l’evento dedicato al Turismo lento in Italia, e Bologna con la XXIII Borsa del Turismo delle 100 Città d’Arte e dei Bor- ghi d’Italia. take it slowly In realtà la filosofia della lentezza, alme- no nella sua declinazione contempora- nea, ha oltre trent’anni. Era il 1986 quan- do Carlo Petrini lanciava la sua iniziativa gastronomico-culturale di manifesto dis- senso all’apertura di un McDonald in Piazza di Spagna a Roma. Da lì nacque Slow Food, diventato negli anni un para- digma internazionale della tutela, salva- guardia e recupero di un modo di vivere e mangiare più autentico e attento alla tradizione e alla qualità. Dal cibo ai viaggi il passo fu naturale, ma giustamente len- to ed è solo negli ultimi anni che il Turi- smo Slow è diventato un vero e proprio modo di viaggiare e intendere la vacanza. Diffuso in tutto il mondo, in aperta con- traddizione al turismo “mordi e fuggi” co- me pure a quello di massa, ha saputo raccogliere l’esigenza di rallentare davve- ro, unendola al rinnovato senso di re- sponsabilità del viaggiatore. Lentezza in Il cammino per eccellenza, quello di Santiago di Compostela, è stato percorso nel 2018 da 327mila pellegrini. ©Barbara Ainis
  • 3. 7-8 2019 mastermeeting.it36 SCENARI DEL TURISMO questo caso coincide con sostenibilità, ri- cerca delle tradizioni, rispetto delle per- sone, dell’ambiente e dell’ecosistema lo- cale, coinvolgimento e scoperta dell’au- tentico e non ripetibile. In questo senso sotto il cappello dello Slow Tourism rien- trano molte tipologie di viaggio, tutte protagoniste negli ultimi tempi di un grande sviluppo: «Dai cammini al turismo nei borghi, dal turismo enogastronomico al trekking, dal cicloturismo all’ippoturi- smo, dal birdwatching al turismo natura o a quello fluviale... è possibile vivere esperienze e attività “slow” in tanti modi diversi”, ha sottolineato Alessandro Tor- telli, direttore del Centro Studi Turistici di Firenze, nel convegno che si è tenuto lo scorso mese di maggio a Pisa proprio sul tema del turismo lento in Italia. «Ad avvicinare tutte queste forme di turismo (ma anche altre più tradizionali) sono le intenzioni del viaggiatore. Lo Slow Tou- rist cerca l’autenticità di esperienze vere, per scoprire la bellezza dei luoghi, ma an- che la cultura e le tradizioni locali, senza barriere di carattere economico, struttu- rale, culturale e sociale; il suo impegno è per un basso impatto ambientale e le sue aspettative sono per una vacanza di alta qualità». tutti in cammino Ancora non ci sono dati riassuntivi che descrivano quantitativamente il turismo lento nel suo complesso, ma riunendo in sé comparti in grandissima ascesa, quali il turismo gastronomico e il cicloturismo, è facile intuire che la crescita di questo modo di viaggiare in Italia sia tutt’altro che slow. Emblema della lentezza è sen- za dubbio il cammino. E proprio sui turi- sti in cammino sono stati presentati po- chi mesi fa dati aggiornati da parte del- l’editore Terre di Mezzo: nel 2018 sono state 32.338 le persone che hanno chie- sto la credenziale per uno degli itinerari nel Belpaese e 27.009 italiani sono arri- vati alla Cattedrale di Santiago (secondi solo agli spagnoli). Parliamo di una cre- scita del 27,2% che coinvolge solo in un quarto dei casi persone mosse da motivi religiosi e che vede la Via Francigena co- Viaggiare slow vuol dire riscoprire il territorio e le sue tradizioni, nel rispetto dell'ambiente e delle comunità locali. ©Barbara Ainis
  • 4. mastermeeting.it 7-8 2019 37 SCENARI DEL TURISMO me la più gettonata, con 17.092 creden- ziali richieste, seguita dai cammini fran- cescani (Via di Francesco e Di qui passò Francesco, 7.352), dalla Via degli Dei (3.800), dal Cammino di San Benedetto (2.106), dai Cammini francigeni di Sicilia (1.426) e dalla Via Romea Germanica (652). A questi vanno aggiunti i moderni pellegrini che percorrono altri importanti cammini italiani, come per esempio Il Cammino minerario di Santa Barbara e il Cammino Materano, non conteggiati, e quelli che non chiedono credenziali (19%). La crescita di questi numeri è esponenziale a livello internazionale: si pensi che dal 2006 al 2018 il cammino più famoso, quello di Santiago di Com- postela è passato da 100mila pellegrini a 327mila. Per il 2021, anno Santo Com- posteliano, se ne attendono 500mila. il turista dei cammini Sempre da Terre di Mezzo arriva anche l’identikit del viaggiatore/camminatore. Si tratta di un profilo delineato sulla base delle risposte date a un questionario on line da parte di 2.930 camminatori. Sono in maggioranza uomini (57%), in preva- lenza over 40 (72,7%), con un buon livel- lo culturale nell’88% dei casi, diplomati e laureati entrambi al 44%. Trovano il tem- po (lento) da dedicare al cammino anche se nel 73% hanno un impiego, come di- pendente (49%) o libero professionista (18%). Il 74% ha fatto più di un cammino, non solo in Italia. Quanto alle provenien- ze, svettano le regioni del centro nord: 28% in Lombardia, 13% in Emilia, 11% in Veneto, 10% nel Lazio, 8% in Piemonte e 8% in Toscana. Tra le motivazioni, al di là di quella religiosa (25%), il viaggiatore si mette in cammino “per fare trekking” (52%), “per stare nella natura” (50%) o “per scoprire il territorio” (46%). Solo l’11% li affronta in bici, mentre il 51% conclude il cammino in una sola volta (ma dipende molto da quale cammino) e preferisce farlo in un periodo primaverile o estivo. Il turismo dei cammini è senz’altro un tu- rismo sobrio e in qualche modo spartano (bisogna viaggiare leggeri), ma questo non vuol dire che non abbia interessanti ricadute sul territorio. Il 45% dei cammi- natori spende tra i 30 e i 50 euro al gior- no e l’11% sempre oltre 50 euro. Pranza- no al sacco nel 73% dei casi, ma cenano al ristorante nell’82% dei casi e il 23,8% sceglie l’hotel per riposare. atlante dei cammini In Italia ci sono 41 i cammini interre- gionali iscritti attualmente nell’Atlante dei cammini, percorsi che rispondono a standard precisi in termini di servizi, governance e comunicazione. Il turismo nei borghi, una delle più importanti declinazioni dello Slow Tourism, valorizza e rivitalizza le destinazioni minori. ©Barbara Ainis
  • 5. 7-8 2019 mastermeeting.it38 SCENARI DEL TURISMO il lento risveglio dei territori Se è vero che il virtuoso interesse dei viaggiatori per un turismo a misura d’uo- mo sta muovendo il mercato, questa ti- pologia di viaggio lento è anche la rispo- sta più adeguata alle necessità attuali del territorio e delle economie locali, specie quando si parla di destinazioni minori. Parte integrante dello Slow Tou- rism è, infatti, il turismo nei borghi e l’Italia, anche in questo senso, possiede un patrimonio senza paragoni. «Negli ol- tre 5.500 borghi italiani nel 2018 ci sono stati circa 22,8 milioni di arrivi e 95,3 milioni di presenze, tra italiani e stranie- ri», ha sottolineato ancora il direttore del CST, Alessandro Tortelli. «Si tratta di un turismo diffuso, fatto non di grandi at- trattori che si vendono da soli, ma di molti e diversi piccoli attrattori – cultura, enogastronomia, arte, natura – capaci insieme di muovere un numero sempre più importante di turisti, accolti in una rete di circa 52 mila strutture ricettive per un totale di 1,4 milioni di posti letto (soprattutto extralberghiero con circa il 78% degli esercizi e il 58% di posti let- to). Tutto questo genera una spesa com- plessiva sostenuta dai turisti che hanno visitato i borghi italiani stimata in circa 8,8 miliardi di euro, di cui il 57,3% gene- rato da turisti stranieri». Questa forma di turismo lento è stata al centro dell’attenzione anche della tre giorni bolognese della 23ma Borsa del Turismo delle 100 Città d’Arte e dei Bor- ghi d’Italia. L’evento B2B, nato per soste- nere ed incentivare il turismo culturale ed enogastronomico nelle città e nei bor- ghi d’Italia, con particolare attenzione a quelle dell’Emilia Romagna, ha presenta- to ai mercati esteri e nazionali il patrimo- nio italiano di città d’arte e borghi, rivol- gendosi a un pubblico di 70 tour opera- tor da 31 Paesi (anche da mercati a lungo raggio) e oltre 400 operatori italiani. Dal 2010 al 2018, del resto l’offerta ricettiva nelle città di interesse storico artistico in Italia è più che raddoppiato, con una cre- scita del 126% nel numero degli esercizi e un aumento dei posti letto del 25% (elaborazioni e stime CST su dati Istat). Di contro la domanda è cresciuta del 27,2% quanto agli arrivi e del 20,8% quanto alle presenze. Le prime 10 città d’arte raccolgono il 19,5% del movimen- to turistico complessivo, ma una quota importante è rappresentata da città mi- nori e borghi. Negli ultimi otto anni, in- fatti, gli arrivi nei borghi italiani sono cre- sciuti del 22,3% e le presenze sono au- mentate del 10%, grazie all’importante aumento dei turisti stranieri, pari al +31,5% (gli italiani sono invece diminuiti del –5,4%). 10a Borsa del turismo Fluviale e del Po 18-23 settembre 2019 Il turismo fluviale è un’altra interessante declinazione dello Slow Tourism e rappresenta un importante volano per il terri- torio. Il turista interessato a questo tipo di prodotto, infatti, cerca enogastronomia tipica, contatto con la natura, esperien- za di tradizioni e stili di vita locali, curiosità storiche e culturali. I territori che si aprono a questa forma di turismo sono con- dotti a riscoprire sé stessi, sviluppando servizi poco valorizzati nel passato o abbandonati (dai percorsi ciclabili, alle attrezza- ture e all’ospitalità per cicloturisti) e dando nuove motivazioni economiche alle realtà locali. Dal 18 al 23 settembre prossimi Confesercenti promuove la “Borsa del Turismo Fluviale e del Po”, la cui nona edizione si svolgerà a Guastalla e nei territori attraversati dal Po, con l’organizzazione della società Iniziative Turistiche. La manifestazione, inaugurata nel 2010, è nata con l’intento di costruire il “prodotto Po”, stimolando le imprese lo- cali a organizzare la propria proposta turistica in riferimento ai trend del mercato; facendo conoscere i valori di questi territori e le attrattività turistiche ai tour operator nazionali e interna- zionali; mettendo in contatto domanda e offerta di questo par- ticolare segmento di turismo; promuovendo le tipicità, la sto- ria, le tradizioni e le bellezze dei territori bagnati dal Po. Il fiume Po si apre al turismo lento e all'interesse degli operatori internazionali