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@ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
Dopo l'Olocausto gli ebrei
                                                                  poterono finalmente tornare
                                                                  nella loro terra
                                                                  d'origine.
                                                                  Quando tornarono in Palestina
                                                                  però, si accorsero che quella che
                                                                  una volta
                                                                  era stata la loro patria ora era
                                                                  occupata da popoli arabi detti
                                                                  palestinesi.
                                                                  Questi ultimi non volevano
                                                                  spartire la loro terra con nessuno,
                                                                  tanto meno
                                                                  con una popolazione di lingua e
                                                                  religione diversa.



        Da allora nacquero violenti conflitti per la contesa
                         del territorio
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Il 29 settembre 1947 l'Onu deliberò la divisione della Palestina (che era sotto il
  controllo della Gran Bretagna) in tre parti:



        · uno stato arabo (che comprendeva il 43% del territorio palestinese con
        una popolazione di 800.000 arabi e 10.000 ebrei)

        · uno stato ebraico (che comprendeva il 56% del territorio palestinese con
        una popolazione di 500.000 ebrei e 400.000 arabi).

        · Gerusalemme (circa 1% del territorio palestinese) passava sotto il
        controllo internazionale in quanto città simbolo per tre religioni:
        ebraica, cristiana e musulmana.




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Il piano Onu fu accettato dagli ebrei
ma respinto dai palestinesi e dagli stati arabi che il 15 maggio 1948 attaccarono
Israele.
Scoppiò così la prima guerra arabo-israeliana
che si concluse con la vittoria di Israele.




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· L'80% del territorio arabo venne occupato dall'esercito
                  israeliano

                  · La Cisgiordania passò sotto il controllo della Giordania

                  · La "striscia di Gaza" passò sotto il controllo dell'Egitto

                  · La Palestina cessava di esistere come stato

                  · Più di 700.000 palestinesi emigrarono nei paesi arabi vicini;
                  rimase in
                  Palestina la parte più povera e svantaggiata della popolazione.




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Israele attaccò l’Egitto entrando in conflitto con le popolazioni
             arabe confinanti e occupò:




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Una nuova guerra scoppiò nel 1973: Egitto e Siria attaccarono
             Israele per
             riprendersi i territori occupati da Israele. Ma senza riuscirci. I
             paesi
             arabi reagirono bloccando le esportazioni di petrolio verso gli
             stati
             occidentali che avevano appoggiato Israele.
             Nei successivi anni il Sinai venne restituito all'Egitto ma rimase
             il
             problema dei palestinesi senza una patria. Il numero dei
             profughi
             palestinesi dopo tutte queste guerre era aumentato.


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Nel 1987 iniziò la fase decisiva della resistenza palestinese
            all'occupazione israeliana nella striscia di Gaza e in Cisgiordania,
            attuata con dimostrazioni, scioperi, rivolte e atti di violenza.

            L'intifada (in arabo "rivolta") era una
            disobbedienza civile di massa che si diffuse rapidamente in tutti i
            territori occupati. Israele rispose dapprima con metodi repressivi,
            utilizzando la polizia e l'esercito, chiudendo le università e deportando i
            Palestinesi.

            L'intifada indusse molti israeliani a cercare una soluzione politica. Essa
            fu perciò uno dei fattori decisivi che portarono agli accordi di Oslo
            (1993), dando così una svolta cruciale alla questione palestinese.




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GLI ACCORDI
           I primi colloqui di pace tra Israele, le delegazioni palestinesi e i
           confinanti stati arabi iniziarono nell'ottobre del 1991.
           Nel 1993 il primo
           ministro Rabin e il leader dell'OLP Yasser Arafat firmarono a Washington
           uno storico trattato di pace



        Yitzhak Rabin
        (primo ministro                                           Yasser Arafat
        Israeliano)                                               (Palestinese)




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Le trattative tra Israele e Siria nell'aprile del 1995 furono
                bloccate dal
                disaccordo sul possesso delle alture del Golan; nello stesso
                mese il
                governo annunciò l'espropriazione delle terre arabe a
                Gerusalemme
                orientale. La lentezza nell'applicazione degli accordi di Oslo
                intanto
                causava nei territori occupati un grande malcontento verso
                l'autorità
                palestinese e un rafforzamento delle forze ostili all'accordo di
                pace come avveniva anche a Israele. Ma malgrado le proteste
                spesso violente, il processo di pace
                non si arrestò.

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Ma con la misteriosa morte di Yasser Arafat si
          ebbe la crisi del processo di pace che non venne
          mai più ripreso.
          Solo successivamente si scoprirono le cause
          della morte del leader dell’OLP. Si dice sia
          morto per avvelenamento da parte di israeliani
          che avevano preso accordi segreti con gli USA,
          per uccidere il pacifista accusato di terrorismo.
          Ma nessuno sapeva che non era lui ad effettuare
          questi atti dato che lui era impegnato a trattare
          per la pace.


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Dal 1996 il governo israeliano ribadì più volte la necessità di rivedere
           gli accordi di Oslo, sia per quanto riguardava l'autonomia
           palestinese,
           sia, e soprattutto, per quanto riguardava la possibilità di insediare
           nuove
           colonie ebraiche nei territori occupati. Le crisi nelle relazioni
           israelo-palestinesi da allora si susseguirono, arrivando nel settembre
           allo
           scontro armato tra esercito israeliano e polizia dell'autorità
           palestinese,
           che causò 76 morti e centinaia di feriti.




           Tutt’oggi la situazione tra i due
           popoli non si è risolta.




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Le incomprensioni tra i due popoli hanno generato
          minacce e attacchi terroristici.
          Kamikaze si fanno esplodere tra innocenti, oppure
          vengono nascosti degli ordigni nei luoghi di culto non
          mussulmani, imponendosi come popolo prediletto.
          Giustificano le proprie azioni come necessarie per la
          causa della Guerra Santa.
          Gli Israeliani rispondono al fuoco, con altra violenza
          sterminando qualsiasi ebreo giustificandosi come
          necessario contro il terrorismo.
          Convinzioni assurde, odio estremo, solo questo
          conoscono questi due popoli che più di 50 sono in
          guerra tra di loro.



@ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
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I primi lanci di razzi Qassam dalla Striscia di Gaza verso Israele, a
           seguito dello scoppio della seconda intifada, risalgono al 16 aprile
           2001.

           Nel maggio 2004 si segnala l'operazione arcobaleno israeliana
           contro i tunnel sotterranei, il lancio di razzi e le infrastrutture di
           Hamas (organizzazione palestinese di ispirazione islamica).

           Nel settembre 2004 c'è invece l'operazione giorni di penitenza, con
           lo scopo di fermare il lancio di razzi su Sderot ed eliminare i
           miliziani che li effettuano




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In seguito allo smantellamento
                                                   degli insediamenti israeliani
                                                   dalla Striscia di Gaza e alle
                                                   successive elezioni che portano
                                                   al potere Hamas, i lanci di missili
                                                   da Gaza sulle città israeliane si
                                                   intensificano, e si moltiplicano i
                                                   tunnel sotterranei sul confine
                                                   egiziano per il rifornimento di
                                                   armi.


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La situazione di tensione il 23 gennaio 2008
               provocò l'abbattimento a furor di popolo di
               alcune postazioni di frontiera con l'Egitto al
               valico di Rafah, allo scopo di permettere a
               migliaia di persone di rifornirsi di vari generi
               di prima necessità presso i negozi egiziani sul
               confine. I soldati egiziani subirono questa
               piccola crisi senza arrivare all'uso della
               violenza, per espressa volontà del presidente
               egiziano Mubarak.

                                                   L'operazione termina con 4 morti sul
                                                   lato israeliano (1 civile) e 112 su quello
                                                   palestinese (58 civili)

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Enrica Maccaroni
Il 17 gennaio 2009 Israele dichiara una tregua
                  unilaterale. Il giorno successivo anche le
                  diverse organizzazioni palestinesi presenti
                  nella striscia di Gaza annunciano un cessate il
                  fuoco.

                  Nei giorni successivi anche missili palestinesi
                  colpirono le città israeliane



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Imagine there's no
                                countries
                                It isn't hard to do
                                Nothing to kill or die
                                for
                                And no religion too
                                Imagine all the
                                people
                                Living life in peace...



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But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
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Israele e Palestina: cause e sviluppo del conflitto

  • 1. @ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
  • 2. Dopo l'Olocausto gli ebrei poterono finalmente tornare nella loro terra d'origine. Quando tornarono in Palestina però, si accorsero che quella che una volta era stata la loro patria ora era occupata da popoli arabi detti palestinesi. Questi ultimi non volevano spartire la loro terra con nessuno, tanto meno con una popolazione di lingua e religione diversa. Da allora nacquero violenti conflitti per la contesa del territorio @ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
  • 3. @ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
  • 4. Il 29 settembre 1947 l'Onu deliberò la divisione della Palestina (che era sotto il controllo della Gran Bretagna) in tre parti: · uno stato arabo (che comprendeva il 43% del territorio palestinese con una popolazione di 800.000 arabi e 10.000 ebrei) · uno stato ebraico (che comprendeva il 56% del territorio palestinese con una popolazione di 500.000 ebrei e 400.000 arabi). · Gerusalemme (circa 1% del territorio palestinese) passava sotto il controllo internazionale in quanto città simbolo per tre religioni: ebraica, cristiana e musulmana. @ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
  • 5. Il piano Onu fu accettato dagli ebrei ma respinto dai palestinesi e dagli stati arabi che il 15 maggio 1948 attaccarono Israele. Scoppiò così la prima guerra arabo-israeliana che si concluse con la vittoria di Israele. @ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
  • 6. · L'80% del territorio arabo venne occupato dall'esercito israeliano · La Cisgiordania passò sotto il controllo della Giordania · La "striscia di Gaza" passò sotto il controllo dell'Egitto · La Palestina cessava di esistere come stato · Più di 700.000 palestinesi emigrarono nei paesi arabi vicini; rimase in Palestina la parte più povera e svantaggiata della popolazione. @ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
  • 7. Israele attaccò l’Egitto entrando in conflitto con le popolazioni arabe confinanti e occupò: @ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
  • 8. Una nuova guerra scoppiò nel 1973: Egitto e Siria attaccarono Israele per riprendersi i territori occupati da Israele. Ma senza riuscirci. I paesi arabi reagirono bloccando le esportazioni di petrolio verso gli stati occidentali che avevano appoggiato Israele. Nei successivi anni il Sinai venne restituito all'Egitto ma rimase il problema dei palestinesi senza una patria. Il numero dei profughi palestinesi dopo tutte queste guerre era aumentato. @ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
  • 9. Nel 1987 iniziò la fase decisiva della resistenza palestinese all'occupazione israeliana nella striscia di Gaza e in Cisgiordania, attuata con dimostrazioni, scioperi, rivolte e atti di violenza. L'intifada (in arabo "rivolta") era una disobbedienza civile di massa che si diffuse rapidamente in tutti i territori occupati. Israele rispose dapprima con metodi repressivi, utilizzando la polizia e l'esercito, chiudendo le università e deportando i Palestinesi. L'intifada indusse molti israeliani a cercare una soluzione politica. Essa fu perciò uno dei fattori decisivi che portarono agli accordi di Oslo (1993), dando così una svolta cruciale alla questione palestinese. @ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
  • 10. GLI ACCORDI I primi colloqui di pace tra Israele, le delegazioni palestinesi e i confinanti stati arabi iniziarono nell'ottobre del 1991. Nel 1993 il primo ministro Rabin e il leader dell'OLP Yasser Arafat firmarono a Washington uno storico trattato di pace Yitzhak Rabin (primo ministro Yasser Arafat Israeliano) (Palestinese) @ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
  • 11. Le trattative tra Israele e Siria nell'aprile del 1995 furono bloccate dal disaccordo sul possesso delle alture del Golan; nello stesso mese il governo annunciò l'espropriazione delle terre arabe a Gerusalemme orientale. La lentezza nell'applicazione degli accordi di Oslo intanto causava nei territori occupati un grande malcontento verso l'autorità palestinese e un rafforzamento delle forze ostili all'accordo di pace come avveniva anche a Israele. Ma malgrado le proteste spesso violente, il processo di pace non si arrestò. @ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
  • 12. Ma con la misteriosa morte di Yasser Arafat si ebbe la crisi del processo di pace che non venne mai più ripreso. Solo successivamente si scoprirono le cause della morte del leader dell’OLP. Si dice sia morto per avvelenamento da parte di israeliani che avevano preso accordi segreti con gli USA, per uccidere il pacifista accusato di terrorismo. Ma nessuno sapeva che non era lui ad effettuare questi atti dato che lui era impegnato a trattare per la pace. @ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
  • 13. Dal 1996 il governo israeliano ribadì più volte la necessità di rivedere gli accordi di Oslo, sia per quanto riguardava l'autonomia palestinese, sia, e soprattutto, per quanto riguardava la possibilità di insediare nuove colonie ebraiche nei territori occupati. Le crisi nelle relazioni israelo-palestinesi da allora si susseguirono, arrivando nel settembre allo scontro armato tra esercito israeliano e polizia dell'autorità palestinese, che causò 76 morti e centinaia di feriti. Tutt’oggi la situazione tra i due popoli non si è risolta. @ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
  • 14. Le incomprensioni tra i due popoli hanno generato minacce e attacchi terroristici. Kamikaze si fanno esplodere tra innocenti, oppure vengono nascosti degli ordigni nei luoghi di culto non mussulmani, imponendosi come popolo prediletto. Giustificano le proprie azioni come necessarie per la causa della Guerra Santa. Gli Israeliani rispondono al fuoco, con altra violenza sterminando qualsiasi ebreo giustificandosi come necessario contro il terrorismo. Convinzioni assurde, odio estremo, solo questo conoscono questi due popoli che più di 50 sono in guerra tra di loro. @ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
  • 15. @ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
  • 16. I primi lanci di razzi Qassam dalla Striscia di Gaza verso Israele, a seguito dello scoppio della seconda intifada, risalgono al 16 aprile 2001. Nel maggio 2004 si segnala l'operazione arcobaleno israeliana contro i tunnel sotterranei, il lancio di razzi e le infrastrutture di Hamas (organizzazione palestinese di ispirazione islamica). Nel settembre 2004 c'è invece l'operazione giorni di penitenza, con lo scopo di fermare il lancio di razzi su Sderot ed eliminare i miliziani che li effettuano @ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
  • 17. In seguito allo smantellamento degli insediamenti israeliani dalla Striscia di Gaza e alle successive elezioni che portano al potere Hamas, i lanci di missili da Gaza sulle città israeliane si intensificano, e si moltiplicano i tunnel sotterranei sul confine egiziano per il rifornimento di armi. @ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
  • 18. La situazione di tensione il 23 gennaio 2008 provocò l'abbattimento a furor di popolo di alcune postazioni di frontiera con l'Egitto al valico di Rafah, allo scopo di permettere a migliaia di persone di rifornirsi di vari generi di prima necessità presso i negozi egiziani sul confine. I soldati egiziani subirono questa piccola crisi senza arrivare all'uso della violenza, per espressa volontà del presidente egiziano Mubarak. L'operazione termina con 4 morti sul lato israeliano (1 civile) e 112 su quello palestinese (58 civili) @ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
  • 19. Il 17 gennaio 2009 Israele dichiara una tregua unilaterale. Il giorno successivo anche le diverse organizzazioni palestinesi presenti nella striscia di Gaza annunciano un cessate il fuoco. Nei giorni successivi anche missili palestinesi colpirono le città israeliane @ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
  • 20. Imagine there's no countries It isn't hard to do Nothing to kill or die for And no religion too Imagine all the people Living life in peace... You may say I'm a dreamer But I'm not the only one I hope someday you'll join us And the world will be as one