2. Dopo l'Olocausto gli ebrei
poterono finalmente tornare
nella loro terra
d'origine.
Quando tornarono in Palestina
però, si accorsero che quella che
una volta
era stata la loro patria ora era
occupata da popoli arabi detti
palestinesi.
Questi ultimi non volevano
spartire la loro terra con nessuno,
tanto meno
con una popolazione di lingua e
religione diversa.
Da allora nacquero violenti conflitti per la contesa
del territorio
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4. Il 29 settembre 1947 l'Onu deliberò la divisione della Palestina (che era sotto il
controllo della Gran Bretagna) in tre parti:
· uno stato arabo (che comprendeva il 43% del territorio palestinese con
una popolazione di 800.000 arabi e 10.000 ebrei)
· uno stato ebraico (che comprendeva il 56% del territorio palestinese con
una popolazione di 500.000 ebrei e 400.000 arabi).
· Gerusalemme (circa 1% del territorio palestinese) passava sotto il
controllo internazionale in quanto città simbolo per tre religioni:
ebraica, cristiana e musulmana.
@ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
5. Il piano Onu fu accettato dagli ebrei
ma respinto dai palestinesi e dagli stati arabi che il 15 maggio 1948 attaccarono
Israele.
Scoppiò così la prima guerra arabo-israeliana
che si concluse con la vittoria di Israele.
@ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
6. · L'80% del territorio arabo venne occupato dall'esercito
israeliano
· La Cisgiordania passò sotto il controllo della Giordania
· La "striscia di Gaza" passò sotto il controllo dell'Egitto
· La Palestina cessava di esistere come stato
· Più di 700.000 palestinesi emigrarono nei paesi arabi vicini;
rimase in
Palestina la parte più povera e svantaggiata della popolazione.
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7. Israele attaccò l’Egitto entrando in conflitto con le popolazioni
arabe confinanti e occupò:
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8. Una nuova guerra scoppiò nel 1973: Egitto e Siria attaccarono
Israele per
riprendersi i territori occupati da Israele. Ma senza riuscirci. I
paesi
arabi reagirono bloccando le esportazioni di petrolio verso gli
stati
occidentali che avevano appoggiato Israele.
Nei successivi anni il Sinai venne restituito all'Egitto ma rimase
il
problema dei palestinesi senza una patria. Il numero dei
profughi
palestinesi dopo tutte queste guerre era aumentato.
@ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
9. Nel 1987 iniziò la fase decisiva della resistenza palestinese
all'occupazione israeliana nella striscia di Gaza e in Cisgiordania,
attuata con dimostrazioni, scioperi, rivolte e atti di violenza.
L'intifada (in arabo "rivolta") era una
disobbedienza civile di massa che si diffuse rapidamente in tutti i
territori occupati. Israele rispose dapprima con metodi repressivi,
utilizzando la polizia e l'esercito, chiudendo le università e deportando i
Palestinesi.
L'intifada indusse molti israeliani a cercare una soluzione politica. Essa
fu perciò uno dei fattori decisivi che portarono agli accordi di Oslo
(1993), dando così una svolta cruciale alla questione palestinese.
@ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
10. GLI ACCORDI
I primi colloqui di pace tra Israele, le delegazioni palestinesi e i
confinanti stati arabi iniziarono nell'ottobre del 1991.
Nel 1993 il primo
ministro Rabin e il leader dell'OLP Yasser Arafat firmarono a Washington
uno storico trattato di pace
Yitzhak Rabin
(primo ministro Yasser Arafat
Israeliano) (Palestinese)
@ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
11. Le trattative tra Israele e Siria nell'aprile del 1995 furono
bloccate dal
disaccordo sul possesso delle alture del Golan; nello stesso
mese il
governo annunciò l'espropriazione delle terre arabe a
Gerusalemme
orientale. La lentezza nell'applicazione degli accordi di Oslo
intanto
causava nei territori occupati un grande malcontento verso
l'autorità
palestinese e un rafforzamento delle forze ostili all'accordo di
pace come avveniva anche a Israele. Ma malgrado le proteste
spesso violente, il processo di pace
non si arrestò.
@ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
12. Ma con la misteriosa morte di Yasser Arafat si
ebbe la crisi del processo di pace che non venne
mai più ripreso.
Solo successivamente si scoprirono le cause
della morte del leader dell’OLP. Si dice sia
morto per avvelenamento da parte di israeliani
che avevano preso accordi segreti con gli USA,
per uccidere il pacifista accusato di terrorismo.
Ma nessuno sapeva che non era lui ad effettuare
questi atti dato che lui era impegnato a trattare
per la pace.
@ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
13. Dal 1996 il governo israeliano ribadì più volte la necessità di rivedere
gli accordi di Oslo, sia per quanto riguardava l'autonomia
palestinese,
sia, e soprattutto, per quanto riguardava la possibilità di insediare
nuove
colonie ebraiche nei territori occupati. Le crisi nelle relazioni
israelo-palestinesi da allora si susseguirono, arrivando nel settembre
allo
scontro armato tra esercito israeliano e polizia dell'autorità
palestinese,
che causò 76 morti e centinaia di feriti.
Tutt’oggi la situazione tra i due
popoli non si è risolta.
@ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
14. Le incomprensioni tra i due popoli hanno generato
minacce e attacchi terroristici.
Kamikaze si fanno esplodere tra innocenti, oppure
vengono nascosti degli ordigni nei luoghi di culto non
mussulmani, imponendosi come popolo prediletto.
Giustificano le proprie azioni come necessarie per la
causa della Guerra Santa.
Gli Israeliani rispondono al fuoco, con altra violenza
sterminando qualsiasi ebreo giustificandosi come
necessario contro il terrorismo.
Convinzioni assurde, odio estremo, solo questo
conoscono questi due popoli che più di 50 sono in
guerra tra di loro.
@ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
16. I primi lanci di razzi Qassam dalla Striscia di Gaza verso Israele, a
seguito dello scoppio della seconda intifada, risalgono al 16 aprile
2001.
Nel maggio 2004 si segnala l'operazione arcobaleno israeliana
contro i tunnel sotterranei, il lancio di razzi e le infrastrutture di
Hamas (organizzazione palestinese di ispirazione islamica).
Nel settembre 2004 c'è invece l'operazione giorni di penitenza, con
lo scopo di fermare il lancio di razzi su Sderot ed eliminare i
miliziani che li effettuano
@ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
17. In seguito allo smantellamento
degli insediamenti israeliani
dalla Striscia di Gaza e alle
successive elezioni che portano
al potere Hamas, i lanci di missili
da Gaza sulle città israeliane si
intensificano, e si moltiplicano i
tunnel sotterranei sul confine
egiziano per il rifornimento di
armi.
@ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
18. La situazione di tensione il 23 gennaio 2008
provocò l'abbattimento a furor di popolo di
alcune postazioni di frontiera con l'Egitto al
valico di Rafah, allo scopo di permettere a
migliaia di persone di rifornirsi di vari generi
di prima necessità presso i negozi egiziani sul
confine. I soldati egiziani subirono questa
piccola crisi senza arrivare all'uso della
violenza, per espressa volontà del presidente
egiziano Mubarak.
L'operazione termina con 4 morti sul
lato israeliano (1 civile) e 112 su quello
palestinese (58 civili)
@ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa,
Enrica Maccaroni
19. Il 17 gennaio 2009 Israele dichiara una tregua
unilaterale. Il giorno successivo anche le
diverse organizzazioni palestinesi presenti
nella striscia di Gaza annunciano un cessate il
fuoco.
Nei giorni successivi anche missili palestinesi
colpirono le città israeliane
@ Elisa De Paolis, Lucia Testa, Letizia Pompa, Enrica Maccaroni
20. Imagine there's no
countries
It isn't hard to do
Nothing to kill or die
for
And no religion too
Imagine all the
people
Living life in peace...
You may say I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will be as one