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Politica e social media: regole minime di sopravvivenza

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Politica e social media: regole minime di sopravvivenza

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presentazione utilizzata da Dino Amenduni nella sua lezione al corso di aggiornamento in social media strategies, Firenze, 11 luglio 2015

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Politica e social media: regole minime di sopravvivenza

  1. 1. Politica e social media: regole minime di sopravvivienza Come comunicare i candidati e gli eletti su Facebook e Twitter senza fare troppi danni Come comunicare i candidati e gli eletti su Facebook e Twitter senza fare troppi danni di Dino Amenduni Firenze, 11 luglio 2015 Communication Strategies Lab di Dino Amenduni Firenze, 11 luglio 2015 Communication Strategies Lab
  2. 2. Chi sono Mi chiamo Dino Amenduni (dino.amenduni@proformaweb.it - http://about.me/dinoamenduni) Sono socio, comunicatore politico e responsabile social media per l’agenzia Proforma di Bari ( www.proformaweb.it) Tutte le mie presentazioni sono disponibili gratuitamente (sia consultazione che download) all’indirizzo: www.slideshare.net/doonie
  3. 3. Sommario Cinque buone pratiche 1. Ogni atto di comunicazione sul web è potenzialmente pubblico 2. Parla nel modo più semplice e didascalico possibile 3. Vuoi parlare direttamente agli elettori? Usa Facebook. Vuoi parlare attraverso i media? Usa Twitter. Vuoi parlare ai nativi digitali? Non dimenticarti di Youtube 4. Non dare la colpa agli stagisti o agli hacker se fai un errore (e chiedi scusa: tutti sbagliano) 5. Non iniziare a usare i social media a distanza troppo ravvicinata dalle elezioni
  4. 4. Premessa “La campagna elettorale di quest’anno non è stata vinta dalla tecnologia. Alla vittoria finale ci hanno pensato Obama, il suo incredibile staff, le idee e il messaggio che è stato trasmesso al popolo americano. La tecnologia è stata soltanto uno strumento di supporto“. (Harper Reed, Chief Technology Officer di Barack Obama)
  5. 5. 1. Un tweet è come un comizio Strumenti personali, impatto pubblico: ogni parola scritta da un politico può avere un'influenza immediata online e offline, in Italia e all'estero
  6. 6. Un tweet è come un comizio Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, Tweet scritto nella notte tra il 14 e il 15 giugno 2014, ore 2 AM, dopo Italia-Inghilterra ai mondiali di calcio in Brasile
  7. 7. Un tweet è come un comizio Articolo del Guardian a commento del tweet di Gasparri, 15 giugno 2014. Gasparri è descritto come “one of Italy’s most gaffe-prone politicians”
  8. 8. Un tweet è come un comizio Tre conseguenze dirette sulla comunicazione politica 1. Prima di spingere invio, rispondere alla domanda: “Ripeterei le stesse parole in una piazza gremita?” Se la risposta è 'no', non pubblicare. 2. Se un politico decide di dare una notizia sui propri canali sui social media, anziché sui mezzi tradizionali (soprattutto se in campagna elettorale o con un ruolo amministrativo) ha buone opportunità di essere rilanciato sui mezzi tradizionali, ma con il vantaggio di dare un senso all'utilità di seguire i suoi account: lì le notizie si trovano prima e dalla viva voce dei protagonisti. 3. Tenersi alla larga dai social media quando si è in uno stato di alterazione (stanchezza, ubriachezza, rabbia...)
  9. 9. 2. Parlare nel modo più semplice e didascalico possibile Tra analfabetismo funzionale, velocità e disinteresse: comunicare senza mai dare nulla per scontato
  10. 10. Semplice e didascalico Percentuale di analfabetismo funzionale nei Paesi dell'area OCSE (dati Human Development Report).Quasi un italiano su due non comprende pienamente un testo scritto dopo averlo letto = se non si parla in modo semplice, il messaggio non arriverà
  11. 11. Semplice e didascalico Tre conseguenze dirette sulla comunicazione politica 1. Bisogna comunicare immaginando che il pubblico stia ascoltando per la prima volta ciò che abbiamo da dire: linguaggio didascalico, niente acronimi, niente elenchi di leggi o decreti senza spiegazioni. Meglio un post lungo e comprensibile che un post breve e incomprensibile. 2. I contenuti devono essere prodotti secondo una logica di scalabilità, dal livello minimo di complessità (social media) al livello massimo (approfondimenti sul sito Internet). L'elettore deve essere lasciato libero di scegliere dove e come informarsi. 3. “Se non lo riesci a dire in 140 caratteri, non mi interessa” (da un articolo de La Stampa) → su Twitter meglio un titolo con link che contrazioni e punteggiature sballate. Buona comunicazione = uso appropriato della lingua italiana.
  12. 12. 3. Facebook = disintermediazione; Twitter = reintermediazione Youtube = nativi digitali Un ecosistema, tre strategie diverse
  13. 13. Rapporto Facebook – Twitter in Italia: 8 utenti a 1 (Facebook 26 milioni di utenti, Twitter 3.5 milioni) Nel mondo: FB 1.5 miliardi di utenti, TW 500 milioni Youtube più diffuso di Facebook tra gli under 30 In Italia i tre strumenti hanno funzioni diverse e interdipendenti Un ecosistema, tre strategie
  14. 14. Un ecosistema, tre strategie Tre conseguenze dirette sulla comunicazione politica 1. Facebook è il luogo della disintermediazione: è lo strumento teoricamente ideale per comunicare ai cittadini senza l'aiuto della mediazione giornalistica. Perché la disintermediazione sia reale, è necessario che il flusso di comunicazione sia bidirezionale: non solo dai politici ai cittadini, ma anche dai cittadini ai politici (e il feedback deve avere un valore politico) 2. Twitter è il luogo della reintermediazione. Strumento amato dai grandi nodi dell'informazione italiana, può rappresentare un'alternativa rapida ed efficace ai comunicati stampa (e in alcuni casi persino alle conferenze stampa) 3. Se si ambisce a raggiungere un pubblico under-30, il primo passo da fare è pianificare una strategia di produzione di contenuti video. (Elezioni politiche 2013: M5S al 43% tra gli under 24 e con il canale Youtube con più visualizzazioni nell'anno in Italia)
  15. 15. #Matteorisponde, Primarie PD, 8 dicembre 2013 Sessione di domande e risposte → i media tradizionali non servono Uso di Twitter → i media tradizionali rilanciano Youtube (Hangout) → i media tradizionali hanno contenuti a costo zero Un'idea di comunicazione nata per il web ha effetti molto più complessi Un ecosistema, tre strategie
  16. 16. 4. Non dare la colpa agli stagisti o a un hacker se fai un errore Non ti crederà (quasi) nessuno. Meglio ammettere di aver sbagliato: capita a tutti, soprattutto con la comunicazione online piuttosto che peggiorare la situazione
  17. 17. Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio della Camera, fa confusione tra gli aerei da guerra F35 e gli elicotteri della Protezione Civile... Non dare la colpa agli hacker
  18. 18. ...e si giustifica attribuendo la responsabilità “a chi gestisce il profilo”. Online questa spiegazione è stata considerata poco credibile. Non dare la colpa agli hacker
  19. 19. Non dare la colpa agli hacker Tre conseguenze dirette sulla comunicazione politica 1. Se si fa un errore di comunicazione, meglio inviare immediatamente una rettifica sullo stesso canale, cancellando il post erroneo solo qualora il contenuto sia ad alto tasso di viralità (se l'errore viene scoperto in pochi secondi e il mittente non è così popolare, si può valutare di cancellare il post. 2. Qualora la frittata sia già stata fatta e il post è stato visto da molte persone bisogna evitare di cancellarlo per cercare di nascondere le prove. Potrebbe scattare un Effetto Streisand che aumenterebbe la conoscenza di quel post invece che ridurla. 3. Dare la colpa a condizioni esterne (stagisti, hacker, virus) non risolverà il problema, anzi: gli utenti non ci crederanno, il personaggio politico ne uscirà ancora più delegittimato.
  20. 20. 5. Se è già troppo tardi, non iniziare nemmeno a usare i social Recuperare il tempo perso è corretto quando si fa con molti mesi di anticipo: a poche settimane o a pochi giorni dalle elezioni sarà solo una mossa elettorale, potenzialmente dannosa
  21. 21. Letizia Moratti inizia a usare Twitter in modo intensivo tra il primo e il secondo turno delle elezioni Amministrative a Milano del 2011 (Moratti era sindaco in carica). Per farlo crea un hashtag (#mirispondi) con lo scopo di generare più interazioni possibili. Costruisce uno staff last-minute, ma proprio lo staff cade in un tranello satirico. Questo è uno dei più gravi errori di comunicazione politica degli ultimi anni: il sindaco in carica dimostra di non conoscere le strade della città che amministra. Se è troppo tardi, non iniziare
  22. 22. In questa slide: effetti collaterali di una comunicazione politica approssimativa sui social media Se è troppo tardi, non iniziare
  23. 23. Se è troppo tardi, non iniziare Tre conseguenze dirette sulla comunicazione politica 1. Se il profilo di un politico è incompatibile con la comunicazione sui social media (scarsa abitudine tecnologica, mancanza di volontà di usare gli strumenti, scarsa empatia), è meglio essere coerenti e non usarli fino alla fine, piuttosto che tentare un'operazione simpatia poco prima del voto. Le elezioni possono essere vinte anche senza social (e senza comunicazione, in alcuni casi estremi) 2. Più tardi si inizia con l'utilizzo dei social media, più la pressione dell'opinione pubblica è forte, meno ci si dovrebbe affidare a risorse esterne, soprattutto se a digiuno di politica. 3. La comunicazione sui social media è altamente consigliata ma non del tutto obbligatoria: alla luce di queste cinque regole, il lavoro va organizzato in modo scientifico, altrimenti i rischi sono decisamente superiori rispetto alle opportunità.
  24. 24. Conclusione Coloro che non sono del tutto consapevoli dei danni derivanti dall'applicazione delle strategie non possono essere neppure consapevoli dei vantaggi derivanti dalla loro applicazione. (Sun Tzu, l'arte della Guerra, VI secolo a.C.)
  25. 25. Bari, elezioni Amministrative 2014: la case-history Primarie, primo turno, ballottaggio: la campagna di Antonio Decaro, sindaco di Bari Primarie, primo turno, ballottaggio: la campagna di Antonio Decaro, sindaco di Bari di Dino Amendunidi Dino Amenduni
  26. 26. Sommario Sei mesi di campagna elettorale in sei capitoli 1. Primarie - selfie - tutorial - costo zero 2. La campagna (la teaser, perché i cinque soggetti) 3. #sciamannin (video Decaro – Boschi) - perché quel video, perché era importante 4. Chiama Decaro – il tormentone, la citazione del video dell’avversario 5. Come comunicare il programma (mentre tutti dicono che “non ci sono contenuti) 6. Social media: strategia, i format, i post sponsorizzati
  27. 27. I momenti clou della campagna 1. 30 dicembre 2013: processo per abuso d’ufficio (rito abbreviato): assoluzione 2. 11 gennaio 2014: annuncio della candidatura alle Primarie del centrosinistra 3. 24 febbraio: vittoria alle Primarie (turno unico) con il 53% dei voti 4. 26 aprile: presentazione del cuore del suo programma in un evento pubblico 5. 25 maggio: al primo turno, Decaro ottiene il 49% 6. 8 giugno: vittoria al ballottaggio con il 65%
  28. 28. 1. Primarie Niente soldi, niente polemiche, niente slogan: la campagna a impatto zero
  29. 29. Primarie: scenario Come vincere le Primarie a costo zero? 1. Decaro era il candidato unitario dei principali partiti di centrosinistra (i suoi due avversari erano espressione di liste civiche), e dunque ha iniziato la campagna per le Primarie da favorito (anche per questo motivo) la scelta strategica è stata: non fare polemiche, la consultazione serve a scegliere il candidato che rappresenterà tutta la coalizione alle Primarie 2. Coerentemente a questo posizionamento, si è deciso di puntare su una campagna “a impatto zero”: nessun manifesto, nessun investimento pubblicitario, molto web e social media, processi di comunicazione generativa 3. Il simbolo della campagna delle Primarie: la “selfie- cornice”
  30. 30. 1. Primarie: il video-tutorial Antonio Decaro è il protagonista di un video (in stile Art- Attack) in cui chiede ai suoi sostenitori di aiutarlo a realizzare manifesti della campagna a costo zero, attraverso foto-selfie da inviare via Facebook Modello: dal denaro al surplus cognitivo
  31. 31. 1. Primarie: circolo online-offline L’allestimento del comitato “fisico” di Antonio Decaro, ubicato esattamente di fronte al comitato del suo avversario principale (Mimmo Di Paola) è realizzato utilizzando gli scatti giunti nelle settimane di campagna per le Primarie La partecipazione online ha un significato simbolico tangibile
  32. 32. 2. Amministrative: la campagna “Il mio sindaco siamo noi”: la creatività declinata in tre fasi
  33. 33. Amministrative: scenario Come dare forza a una campagna corale? 1. “Io non so fare molte cose, ma una sì: so risolvere problemi. Lo faccio da dieci anni. Ma se credete che io possa farlo da solo, siete fuori strada.” (11 gennaio 2014). Il suo modello di governo (e di campagna elettorale) è orientato al dialogo e all’assunzione di responsabilità: “ascolto tutti ma decido io” 2. Per supportare questa scelta strategica, la campagna per le Amministrative è stata divisa in tre fasi: a. una campagna teaser, mirata a raccogliere suggerimenti programmatici dai cittadini b. lo sviluppo (revealing) con l’utilizzo dei suggerimenti più ricorrenti, incarnati da cittadini con storie coerenti con i testi c. una foto di Decaro con i protagonisti della revealing e con due volontari di DeClub (comitato elettorale), per dare sostanza al claim della campagna: “Il mio sindaco siamo noi”
  34. 34. 2. Amministrative: teaser Primo manifesto 6x3: indirizzo mail volutamente generico, raccolta degli spunti via mail, sintesi degli spunti ricevuti in cluster tematici coerenti con le richieste più rilevanti sulle priorità amministrative, emerse dai sondaggi Una campagna aperta ai contributi di tutti i cittadini
  35. 35. 2. Amministrative: revealing Campagna affissioni: i soggetti sono cittadini-“testimonial”, le loro storie personali incrociano gli slogan tematici, dando coerenza al tema generale della campagna (ascolto + decisione grazie ai cittadini – “il mio sindaco siamo noi” La cornice è simbolo di continuità narrativa tra Primarie e Amministrative
  36. 36. 2. Amministrative: revealing Campagna affissioni: i soggetti sono cittadini-“testimonial”, le loro storie personali incrociano gli slogan tematici, dando coerenza al tema generale della campagna (ascolto + decisione grazie ai cittadini – “il mio sindaco siamo noi” La cornice è simbolo di continuità narrativa tra Primarie e Amministrative
  37. 37. 2. Amministrative: revealing Campagna affissioni: i soggetti sono cittadini-“testimonial”, le loro storie personali incrociano gli slogan tematici, dando coerenza al tema generale della campagna (ascolto + decisione grazie ai cittadini – “il mio sindaco siamo noi” La cornice è simbolo di continuità narrativa tra Primarie e Amministrative
  38. 38. 2. Amministrative: revealing Campagna affissioni: i soggetti sono cittadini-“testimonial”, le loro storie personali incrociano gli slogan tematici, dando coerenza al tema generale della campagna (ascolto + decisione grazie ai cittadini – “il mio sindaco siamo noi” La cornice è simbolo di continuità narrativa tra Primarie e Amministrative
  39. 39. 2. Amministrative: revealing Campagna affissioni: i soggetti sono cittadini-“testimonial”, le loro storie personali incrociano gli slogan tematici, dando coerenza al tema generale della campagna (ascolto + decisione grazie ai cittadini – “il mio sindaco siamo noi” La cornice è simbolo di continuità narrativa tra Primarie e Amministrative
  40. 40. 2. Amministrative: dieta mediatica Dove si informano i cittadini baresi? La televisione pesa quasi tre volte i social media (sondaggio SWG, aprile 2014) Il posizionamento strategico delle Primarie non avrebbe funzionato alle Amministrative
  41. 41. 2. Amministrative: gradimento Impatto della campagna elettorale (sondaggio SWG, aprile 2014) I messaggi hanno funzionato, anche tra gli indecisi (budget dichiarati per l’intera campagna elettorale: Decaro 200 mila euro, Di Paola 325 mila euro)
  42. 42. 3. La “fohaccia”: il video Decaro-Boschi #sciamaninn: perché quel video, perché è stato stroncato, perché ha funzionato (comunque)
  43. 43. 3. Decaro-Boschi: scenario Obiettivo strategico: consolidare il ticket Comune-Governo, nuova amministrazione-nuovo PD, Decaro-(governo) Renzi 1. Gradimento del governo Renzi: 56% a febbraio, 61% a maggio (Demos) 2. Percentuale di gradimento di Maria Elena Boschi ad aprile 2014: 59% 3. 55% dei cittadini baresi si informano attraverso la televisione (SWG) -> necessità di realizzare spot tv 4. Il ministro Boschi è a Bari (per poche ore) per un’iniziativa pubblica a sostegno di Decaro 5. L’aereo che la porta a Bari arriva con un’ora di ritardo… Il video va girato in pochi minuti: buona la prima.
  44. 44. 3. Decaro-Boschi: il video Spot 30 secondi (creatività Proforma, regia di Giovanni Abbaticchio, staff Decaro, pubblicato il 14 aprile 2014) Comunicare la familiarità
  45. 45. 3. Decaro-Boschi: stroncature “Ricordi una scena scartata dal film ‘Amici come noi’ di Pio e Amedeo. Scartata perché non funzionava, perché non faceva ridere, perché la comicità pugliese è altra cosa.” (Aldo Grasso, Corriere della Sera) “Più che uno spot elettorale, sembra l’inizio di un film porno.” ( Andrea Scanzi, Il Fatto Quotidiano, su Twitter) “Il gusto più amaro di questo allegro, leggero, solare spot elettorale lo offre l’inutile ricerca di un qualsiasi senso politico nel messaggio dei due. L’inutile caccia a un seppur minimo accenno al programma, a un’idea, a una suggestione di un programma, all’ombra di un’idea. Niente” (Angelo Rossano, Corriere del Mezzogiorno)
  46. 46. 3. Decaro-Boschi: analisi Decaro ha perso o guadagnato voti? Difficile da dire, mancano indicatori di misurazione certi. Però: 1. Le analisi si sono concentrate sugli aspetti attoriali-scenici e in parte sulla sceneggiatura, in pochi hanno ragionato sul raggiungimento del nostro vero obiettivo strategico (il “ticket”) 2. L’hashtag #sciamaninn è diventato virale (e il video ha ottenuto 46mila visualizzazioni su Youtube, stroncature incluse, oltre a essere caricato su tutti i principali portali nazionali,) 3. Il video ha generato una risposta-parodia da parte del centrodestra (Giorgia Meloni e Filippo Melchiorre, candidato vicesindaco), che ha dato ulteriore centralità al “caso” 4. Tra aprile e Maggio, Decaro è cresciuto di 4 punti nei sondaggi. Non sarà merito del video, ma… 5. Analizzare un contenuto senza ragionare sul significato strategico di medio-lungo termine è, spesso, un errore.
  47. 47. 4. Chiama Decaro: il video istituzionale Come comunicare un tema serissimo della campagna elettorale attraverso l’ironia (anche nei confronti dell’avversario)
  48. 48. 4. Chiama Decaro: scenario Come valorizzare i principali punti di forza del profilo di Decaro? La percezione di Antonio Decaro tra i baresi: 1. Vicino alla gente 2. Competente 3. Giovane, ma già con una buona esperienza amministrativa 4. Risolutore di problemi 5. Autoironico 6. Barese “verace” 7. Con un buon seguito giovanile (a partire dall’attivismo del comitato elettorale)
  49. 49. 4. Chiama Decaro: scenario Il profilo di Antonio Decaro tra i baresi (sondaggio SWG, aprile 2014/ confronto con marzo 2014) Lo spot “ufficiale” doveva potenziare questo profilo già in via di consolidamento
  50. 50. 4. Chiama Decaro: il video Spot da 30 secondi (64mila visualizzazioni su Youtube, 90mila in totale) (creatività Proforma, regia di Pippo Mezzapesa. Pubblicato l’8 maggio 2014) La competenza diventa tormentone
  51. 51. 4. Chiama Decaro: analisi Tre livelli di lettura del video 1. A livello locale: “Chiama Decaro” risulta credibile perché coerente con la biografia politica del candidato (nota: nell’ultima scena del video compaiono la moglie e le due figlie del candidato) 2. A livello nazionale: il video fa sorridere perché evoca un tormentone, facendo riferimento anche a situazioni ironiche (crisi coniugali, auto in panne…) 3. Nel confronto con l’avversario, il cui video è citato esplicitamente con l’obiettivo di prenderlo in giro e di creare straniamento ai cittadini che li hanno visti in tv uno dietro l’altro
  52. 52. 4. Chiama Decaro: lo sfottò Fotogramma dello spot originale di Di Paola (qui il video) Fotogramma dello spot di Decaro che “cita” l’avversario
  53. 53. 5. Comunicare il programma Convincere dell’esistenza dei contenuti (mentre in tanti dicono che non ci sono)
  54. 54. 5. Il programma: scenario Come comunicare un contenuto complesso in modo che sia accessibile al più alto numero di elettori? Antonio Decaro ha presentato il cuore del suo programma in un evento pubblico. In questa sede ha parlato per quasi due ore, proiettando 64 slide che raccontavano cifre, scelte, impatti sul futuro della città. I messaggi erano sempre accompagnati da claim, impaginazioni “pop” senza mai rinunciare all’approfondimento di contenuto. Le slide sono state subito pubblicate su Slideshare e condivise sul sito e sui social media. L’ultima slide prevedeva il prospetto che certificava le coperture economiche necessarie a mantenere ciò che si era promesso.
  55. 55. 5. Il programma – le slide Le cinque macro-idee di programma (qui il documento integrale) sono state comunicate secondo un percorso (grafica, impaginazione, testi) autonomo, che ha sempre tenuto conto delle necessità del lettore/elettore Dovere della comunicazione istituzionale: essere comprensibile (qui: piano del trasporto pubblico)
  56. 56. 5. Il programma – le slide Le cinque macro-idee di programma (qui il documento integrale) sono state comunicate secondo un percorso (grafica, impaginazione, testi) autonomo, che ha sempre tenuto conto delle necessità del lettore/elettore Dovere della comunicazione istituzionale: essere comprensibile (qui: biciplan)
  57. 57. 5. Il programma – le slide Le cinque macro-idee di programma (qui il documento integrale) sono state comunicate secondo un percorso (grafica, impaginazione, testi) autonomo, che ha sempre tenuto conto delle necessità del lettore/elettore Dovere della comunicazione istituzionale: essere comprensibile (qui: digitalizzazione)
  58. 58. 5. Il programma – le slide Le cinque macro-idee di programma (qui il documento integrale) sono state comunicate secondo un percorso (grafica, impaginazione, testi) autonomo, che ha sempre tenuto conto delle necessità del lettore/elettore Dovere della comunicazione istituzionale: essere comprensibile (qui: piano per il verde pubblico)
  59. 59. 5. Il programma – le slide Le cinque macro-idee di programma (qui il documento integrale) sono state comunicate secondo un percorso (grafica, impaginazione, testi) autonomo, che ha sempre tenuto conto delle necessità del lettore/elettore Dovere della comunicazione istituzionale: essere comprensibile (qui: riqualificazione Caserma Rossani)
  60. 60. 5. Il programma – le slide Le cinque macro-idee di programma (qui il documento integrale) sono state comunicate secondo un percorso (grafica, impaginazione, testi) autonomo, che ha sempre tenuto conto delle necessità del lettore/elettore Dovere della comunicazione istituzionale: essere comprensibile (qui: “piazze marine”)
  61. 61. 5. Il programma – le coperture Il programma è “certificato” da un documento che dimostra l’esistenza delle coperture finanziarie, oltre che una stima precisa dei costi di ogni misura annunciata Fine della retorica: si deve promettere solo ciò che si può mantenere
  62. 62. 6. I social media Format stabili, programma, post sponsorizzati: sei mesi di lavoro a sostegno della strategia generale (qui la pagina FB di Decaro)
  63. 63. 6. Social media: scenario Come utilizzare i social media modificando la strategia nelle varie fasi della campagna ma mantenendo coerenza nel tono e nello stile di gestione? 1. Comunicando per format stabili di comunicazione, contenuti omogenei per tipologia, pubblicabili a intervalli fissi e “a freddo” (una volta approvato il format, il social media manager può muoversi in autonomia) 2. Comunicando in diretta gli eventi principali della campagna elettorale (confronti televisivi, eventi, comizi, appuntamenti nei quartieri…) 3. Utilizzando contenuti “pop” (foto informali, comunque non elettorali) in specifici momenti della campagna (giorni festivi, pause, giorni di silenzio elettorali) 4. Pianificando post sponsorizzati su Facebook
  64. 64. 6. Social media: scenario Post sponsorizzati per la politica: il modello-Proforma (1) 1. Una campagna di advertising su Facebook deve sempre iniziare da un’azione mirata ad aumentare il numero di “mi piace” all’interno del territorio elettorale (in questo caso: utenti maggiorenni residenti a Bari città). I primi post sponsorizzati devono essere successivi o al massimo contemporanei a questa campagna. 2. I post sponsorizzati devono coincidere, quando possibile, con i format “fissi” progettati per i social media (ad esempio: webcard, infografiche, numeri, contenuti di programma) 3. I post sponsorizzati devono avere come target i soli utenti che hanno cliccato “mi piace” sulla pagina del politico. Se un utente vuole essere informato, avrà già cliccato mi piace (campagna al punto 1). Se non vuole essere informato, vivrà la comunicazione politica come invasiva, come spam
  65. 65. 6. Social media: scenario Post sponsorizzati per la politica: il modello-Proforma (2) 4. Gli unici post meritevoli di essere sponsorizzati sono i contenuti programmatici, cioè tutti i contenuti che possono generare empowerment individuale degli utenti/sostenitori. Il politico offre un contenuto rilevante per l’utente che, dunque, ha più motivi per condividerli con i suoi amici, allargando così la base degli utenti che vedranno il post (senza essere infastiditi dalla comunicazione direttamente elettorale). È possibile sponsorizzare anche contenuti video (spot, tutorial, data- journalism) ed eventi speciali 5. Tutti gli altri post (contenuti politici, polemiche, foto pop, aggiornamenti d’attualità) non vanno sponsorizzati sia perché in alcuni casi sono meno rilevanti, sia per evitare eventuali strumentalizzazioni (esempio: se un politico fa una foto con la sua famiglia e lo sponsorizza, quest’ultima diventa contenuto elettorale, generando un possibile effetto boomerang)
  66. 66. 6. Social media: i format Primarie: i decaroghi Ogni martedì, Decaro ha pubblicato dieci impegni relativi a un tema specifico, diverso di settimana in settimana (qui: primo decarogo – le dieci cose che non farò da sindaco)
  67. 67. 6. Social media: i format Primarie: i decaroghi Ogni martedì, Decaro ha pubblicato dieci impegni relativi a un tema specifico, diverso di settimana in settimana (qui: sesto decarogo, scritto grazie ai consigli dei cittadini)
  68. 68. 6. Social media: i format Amministrative: 50 idee in 50 giorni Ogni giorno, negli ultimi 50 giorni di campagna elettorale (senza alcuna interruzione), è stata pubblicata un’idea di programma (qui: pubblica illuminazione)
  69. 69. 6. Social media: i format Amministrative: 50 idee in 50 giorni Ogni giorno, negli ultimi 50 giorni di campagna elettorale (senza alcuna interruzione), è stata pubblicata un’idea di programma (qui: marketing territoriale)
  70. 70. 6. Social media: i format Amministrative: le slide (sponsorizzate) Nelle ultime due settimane, una volta ogni 48 ore, è stata pubblicata una slide del documento programmatico, re-impaginata per rispettare la regola del 20% di testo nelle immagini, necessaria per sponsorizzare un post (qui: reddito di cittadinanza)
  71. 71. 6. Social media: i format Ballottaggio: 10x100 Nei 10 giorni centrali della campagna del ballottaggio, ogni 24 ore (primo contenuto del giorno), sono stati pubblicati i 10 impegni che Decaro ha preso nei primi 100 giorni di mandato (qui: manutenzione delle strade)
  72. 72. 6. Social media: i format Ballottaggio: 10x100 Nei 10 giorni centrali della campagna del ballottaggio, ogni 24 ore (primo contenuto del giorno), sono stati pubblicati i 10 impegni che Decaro ha preso nei primi 100 giorni di mandato (qui: 1, 2, 3, 4, 5 6)
  73. 73. 6. Social media: i format Il contenuto più popolare della campagna Festa della mamma, foto di Decaro che lava i piatti (citando il finale dello spot Chiama Decaro) Pop funziona quando è vero e coerente. Ma comunque non basta Nota: Decaro primo tra i candidati sindaci in Italia nel 2014 per “mi piace” e portata”
  74. 74. 23 giugno 2014: la proclamazione
  75. 75. Grazie! Dino Amenduni http://about.me/dinoamenduni dino.amenduni@proformaweb.it

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