1. 1° Simposio sulla sostenibilità
del buon compenso del diabete
20 Giugno 2012
Ara Pacis di Roma
Il BUON COMPENSO DEL DIABETE A 25 ANNI DALL’ISTITUZIONE DELLA LEGGE 115/1987. LUCI
E OMBRE DEL NOSTRO SISTEMA DI PREVENZIONE, ASSISTENZA E CURA DEL DIABETE
PAOLA PISANTI
P
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2. Articolazione del Sistema
Diabete in età evolutiva Diabete in età adulta
Su più livelli
Sistema
non omogeneo
Miglioramenti
organizzativi
Comunicazione Integrazione
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3. BARRIERE DEL SISTEMA
Per il Sistema Sanitario Nazionale:
•aumento della prevalenza malattia
•elevati costi sanitari diretti dovuti alle complicanze della malattia
•difficoltà sanitarie e amministrative nell’ attuare programmi di Gestione
Integrata
•scarsa aderenza alla terapia farmacologia e agli stili di vita della persona con
diabete
•carenza di sistematicità nella gestione dei pazienti diabetici da parte dei MG e
dei Centri Specialistici
•gestione “confusa” della patologia diabetica tra le varie competenze
•scarsa comunicazione e scarsa cultura dell’integrazione tra MG e Specialista;
•carenza di programmi coordinati di Educazione alla Salute per la prevenzione
della malattia e di Educazione Terapeutica per la cura della malattia diabetica
•difficoltà a reperire i dati clinici con cui monitorare il percorso assistenziale
della persona con diabete
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4. BARRIERE DEL SISTEMA
Per la persona con diabete:
•scarsa conoscenza delle risorse disponibili
•scarsa motivazione e quindi scarsa aderenza alla cura
•difficile accesso ai servizi
•ostacoli “sociali”: lavoro, scuola, dipendenza da altri (per l’età avanzata)
Per il Medico di Medicina Generale:
•organizzazione dell’ambulatorio
•comunicazione con il Centro Specialistico
•raccolta dei dati clinici per il monitoraggio della malattia
•accesso ad esami per il controllo della malattia
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5. BARRIERE DEL SISTEMA
Per il Centro Specialistico:
• eccesso di richiesta, sovraffollamento, liste d’attesa
• aumento dei pazienti con complicanze evolute che necessitano di alta
intensità di cura
• organizzazione del lavoro
• disponibilità di risorse a prestazione e non a pacchetto
• migliore allocazione delle risorse umane, strutturali ed organizzative
• raccolta dei dati clinici
• comunicazione con il MMG
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6. BARRIERE DEL SISTEMA
Per i Manager della Sanità Pubblica:
• scarsità di dati epidemiologici essenziali per una corretta e adeguata
Programmazione
• scarsa comunicazione tra i livelli assistenziali
• variabilità assistenziale
• uso inappropriato delle risorse (farmaci, ospedalizzazioni ecc.)
• scarsa aderenza al trattamento da parte del paziente con conseguente aumento dei
costi economici e sociali
• aumento dei costi della malattia dovuti all’aumento della prevalenza
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7. LE FORZE DEL SISTEMA ITALIANO
• AUMENTO DI INTERESSE A LIVELLO INTERNAZIONALE, NAZIONALE E
LOCALE
• PRESENZA DI UNA LEGGE E NORME SPECIFICHE SULLA MALATTIA
• LA PRESENZA DI CENTRI SPECIALISTICI SUL TERRITORIO NAZIONALE
• DISPONIBILITA’ DI LINEE GUIDA E DOCUMENTI DI CONSENSO NAZIONALI
• AUMENTO DELLE ATTIVITA’ CHE PREVEDONO L’INTEGRAZIONE DEI VARI
INTERLOCUTORI A LIVELLO NAZIONALE E LOCALE
• UN SISTEMA CHE PREVEDE L’EROGAZIONE GRATUITA DEI SERVIZI E
PRESIDI
• L’INCREMENTO DELL’INFORMAZIONE A LIVELLO DEI MASS MEDIA
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8. RIDUZIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE
I cambiamenti avvenuti negli ultimi anni
riduzione delle risorse economiche
La limitatezza delle risorse economiche, quindi, pone un quesito di difficile
soluzione:
come allocare le risorse disponibili per l’assistenza?
Un Sistema Sanitario che vuole erogare una buona qualità dell’assistenza
la sicurezza,
l’ efficacia,
la centralità del paziente,
la tempestività delle prestazioni,
l’ efficienza,
l’equità.
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9. MIGLIORAMENTO DELL’ASSISTENZA
un modello di sviluppo complessivo che comprenda
il paziente,
il professionista e
l’organizzazione.
la risposta più coerente è
medicina della Qualità e delle prove di efficacia, la “Evidence Based Medicine”
(EBM).
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10. I PERCORSI ASSISTENZIALI
La necessità di applicare l’EBM, coniugandola con la esigenze economiche, in
una logica di miglioramento continuo delle prestazioni, ha fatto nascere
i “Percorsi Assistenziali”.
nei Piani Sanitari nazionali nelle Raccomandazioni europee,
minimizzare il più possibile l’incidenza di eventi acuti o
complicanze invalidanti derivanti dalla malattia diabetica,
ridurre il costo individuale, sociale ed economico, diretto ed
indiretto.
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11. •PDTA ( Percorsi Diagnostico Terapeutici
Assistenziali)
•Rappresentano un metodo di lavoro sistemico ed
integrato in grado di produrre risultati significativi in
termini di efficacia ed efficienza.
• L’obiettivo principale è l’appropriatezza, che
attraverso l’uso razionale delle risorse incide sulla
riduzione dei costi superflui.
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12. I PDTA ( Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali)
• una risposta organica e strutturata ai problemi sanitari e in particolare alla
frammentazione e scoordinamento della cura,
• alla negligenza nella prevenzione,
• al trattamento inappropriato,
• alle deviazione dalle linee guida;
• comportano una conoscenza complessiva della malattia (documentabilità,
verificabilità)
• prevedono un sistema di cure senza barriere tra medici, istituzioni ed
amministratori.
E’ un processo di cambiamento culturale
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13. Il diabete e il PA
Il Diabete è una patologia in cui l’applicazione del PA può risultare di grande
utilità;
Perché
è una malattia ad elevata prevalenza,
di lunga durata,
costosa per morbilità e mortalità,
complessa perché alla cura del diabetico concorrono
diverse figure
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14. PA DEL DIABETE
Non esiste un solo percorso assistenziale del diabete, in quanto i profili di cura
sono numerosi
diabete tipo 1 all’esordio,
diabete tipo 1 complicato,
diabete tipo 2 con complicanze,
diabete tipo 2 obeso, cancrena diabetica,
diabete e gravidanza ecc
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15. Il team,
è il cervello e il cuore del percorso assistenziale,
Il paziente
è un elemento attivo all’interno di un processo di cura
Il medico
momento diagnostico
prescrittivo
somministrazione di una terapia,
nel fornire norme generali a livello comportamentale,
rafforzare l’ approccio“educativo” e “formativo” del paziente.
l’ascolto e il dialogo
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16. Gli aspetti fondamentali di tale modello
5. progressivo e continuo coinvolgimento delle persone
nella conoscenza e consapevolezza della propria
patologia,
8. capacità di mettere in atto atti e stili di vita favorevoli alla
gestione della malattia stessa (Educazione Terapeutica).
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17. •L’educazione terapeutica strutturata
In un documento del 1998 l’OMS ne definisce le
finalità e le modalità di realizzazione:
•“L’educazione terapeutica deve permettere al paziente di
acquisire e mantenere le capacità e le competenze che lo
aiutano a vivere in maniera ottimale con la sua malattia;
•si passa dal modello biomedico della medicina acuta -
incentrato sulla malattia e sul suo trattamento - al modello
biopsicosociale (Engel, 1977; Engel, 1980)
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18. L’educazione terapeutica strutturata
dimensione biologica
preoccupazioni
pensieri
motivazioni aspettative
stile di vita alla sua vita familiare
lavorativa
sociale
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19. STUDI
•l'educazione è componente essenziale di ogni
strategia terapeutica efficace poiché rende il paziente
in grado di gestire trattamenti complessi ed intensivi
che vanno mantenuti nel tempo (DCCT, 1993;UKPDS,
1998; Cooper et. al., 2001; Couturaud et al., 2002)
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20. •l’educazione determina una riduzione delle
ospedalizzazioni (Clement, 1995)
•l’educazione determina un miglioramento della
qualità di vita (Rubin & Peyrot, 1999)
•la realizzazione di interventi educativi all’interno di
sistemi di cura organizzati ed integrati che
comportino la periodica e strutturata valutazione dei
pazienti migliora gli outcomes dei pazienti e dei
processi di cura (Renders et al., 2001)
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21. Importante è poi il SISTEMA ORGANIZZATIVO alla
base del modello della cronicità, caratterizzato in
primo luogo da
•un’accurata raccolta omogenea dei dati clinici delle
persone stesse;
•creazione di una “rete” assistenziale a diversi livelli.
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22. ASPETTI
BIOMEDICI
PSICOLOGICI
RELAZIONALI
SOCIALI
SALUTE
PERCEZIONI ASPETTATIVE BISOGNI OSTACOLI
ALLEANZA TERAPEUTICA
PAZIENTE FAMIGLIA
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23. Organizzazione Necessità dei
sanitaria cittadini nei
vari territori Facilità ed
regionale
equità di accesso
Costi alle strutture
generali
d’impianto
Sistema
Certificabilità
Criteri per una Modalità generali delle strutture e
corretta informazione di verifica della delle prestazioni
all’utenza e formazione qualità / quantità erogate
continua degli delle prestazioni
operatori e loro efficacia
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24. Qualsiasi modello operativo non può prescindere da un valido raccordo tra i
nodi dell’assistenza e la garanzia di continuità delle cure
Politiche dei
Trasporti e Politiche
Urbanistiche Economiche
Sistema
Sanitario Politiche Agricole
Giovani e
Mondo della Tempo Libero
Scuola
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Questa slide ci mostra le barriere del sistema e le forze del sistema sanitario italiano. Tra le forze del sistema dobbiamo considerare le indicazioni internazionali, che spingono per l’ adozione di piani da parte delle nazioni dell’unione europea e di implementazione dell’assistenza
Questa slide ci mostra le barriere del sistema e le forze del sistema sanitario italiano. Tra le forze del sistema dobbiamo considerare le indicazioni internazionali, che spingono per l’ adozione di piani da parte delle nazioni dell’unione europea e di implementazione dell’assistenza
Questa slide ci mostra le barriere del sistema e le forze del sistema sanitario italiano. Tra le forze del sistema dobbiamo considerare le indicazioni internazionali, che spingono per l’ adozione di piani da parte delle nazioni dell’unione europea e di implementazione dell’assistenza