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CHI SIAMO, POESIE E AFORISMI
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Pagine 2
VIGNETTE
Pagina 14
Varie 16
Cultura & Societa‟
A cura di Nino Bellinvia
Pagine centrali 8/9
L’Angolino della Poesia
Marynzia Panico Borrelli
Perdete ogni speranza voi che
entrate",
pare ca dice ll'ommo cierti vvote
ajzanne nu muro luongo fin'o cielo
ca, gela però, sulo 'o core suojo!
Si pecchè, chi chiud'e pporte
cu 'a vita,
nun sempe tene amici ca 'o vonno
veramente bbene e,
nun sempe ne gode 'e chello ca
tene!
Pò essere 'o cchiù ricco dò munno
ma, more comunque, comm'è nu
puvuriello comune!
'A vita va amata... e se sape ca
chiunque ave bisogno semp'e
n'ato...nun se pò essere sfruntato,
tanto ca, 'a superbia so magna!
Si, pò essere overo ca ll'amice si
scegliono…
ma 'a famiglia...dico 'a famiglia
ca nc'ha dato a vita e ca è 'o bbene
cchiù ccaro dò munno...nun ppò
maje murì pè nu capriccio 'e
nisciuno!
Ognuno s'avessa piglià 'e
responzabilità soje...
e capì ca, nun se po fa
suffrì
a chi se vò bbene!
'a famiglia è famiglia e addà vivere
nzieme...pure si cu mille difficoltà!
'A famiglia, l'unico nucleo d'ammore
materno, fatto 'e mille carezze...'e
chiant'e rrisa e, si vulimme dicere
tutto... pure 'e debbulezza
ma, s'adda tenè stretta,
(Scritta pochi minuti fa...kisses)
nun se pò jttà dint'a munnezza..
I palloncini quante volte scappano
dalle mani di un bambino e quante
volte si lanciano per un evento
allegro o triste, nel volo!
Certo che io non immaginavo dove
andassero a riposare...pensavo
rimanessero nell'aria
ad aspettare...che credulona!
Ma mi dispiace sapere che vanno a
finire ovunque e specialmente in
mare...
E, questa terra martoriata da
sempre
da veleni umani sotterrati nelle sue
viscere...
anche questo deve subir
COMUNICATI
Palmerini
Pagine 1011/
CRONACA
Doriana Goracci
Pagina 4
Dall‟ Italia e dall‟ Estero
A cura di Giorgio Brignola
Pagina 3
Ilario Mario
Ponzi
Photo reporter
E Socio onorario
Britalyca La Voce Alternativa)
AUTAFORISMO
L’ arte e’ vita
Il cuore muore, quando il
cervello smette di pensare
Da un po' di tempo, io non
sopporto e ne' supporto
nessuno, sara' colpa della
mia di syndrome
Insegnanti ed educatori a
contatto con i minori,
dovrebbero passare un test
pscoattudinale, prima di
essere abilitati
Nel bagaglio genetico di
ognuno, ci sono geni buoni e
cattivi, bisogna sempre fare
buon uso dei buoni e
correggere i cattivi
Le menti malate si
nascondono sotto ogni foglia
E pensare che una volta i
neurodiversi, li chiamavamo
pecore nere
Ancora non ho capito, perche'
e' piu' facile credere ad una
divinita' e non alla mente
umana
Ogni elezione ha un suo
elettorato
Mai dimenticare che al
mondo, ci sono anche gl' altri
La liberta' non ha mai avuto
limiti, a parte quelli che ci
siamo impostI
Nessuna democrazia al
mondo, puo' essere gestita
solo dalla politica
Io sarei a favore della
esponsabilita' civile, sia per i
magistrati sia per i politici,
anzitutto quando quest' ultimi
sbagliano i cancoli a discapito
dello Stato, come per esem-
pio il debito pubblico
In Italia, da oltre un venteno I
governi cadono solo grazie
alla giustizia o allo spead
Il capitalismo ha creato un
mondo, in cui i mercati hanno
un’ anima propria, libera e
selvaggia e nessuno li potra’
mai piu’ controllare
In ogni crisi politica i poteri
occulti, non hanno mai avuto
un solo colore
Tutti significa tutti, e' non e'
solo un dettame
costituzionale
CHI SIAMO
Britalyca La Voce Alternativa, nasce nel 2005 da una idea Innovatrice di Carmine Gonnella (G.B) .
Siamo picccoli operatori dell’ Informazione libera, approfondita e gratuita, non abbiamo soluzioni, solo
alternative !
Analizziamo e approfondiamo le tematiche sociopolitiche e culturali scientemente con metodo imparziale,
con onesta‟ intellettuale esenza urlare. Nel nostro piccolo, non facciamo giornalismo ma
informazione. In una democrazia avanzata, sensibizzare e indirizzare il egislatore. , e’ compito di ogni
cittadino
Il format Pdf e‟ in A2 , per averne una copia scrivere a lavocealternativa@gmail.com
Collaboratori :Cronaca, Doriana Goracci (Italia) Alle politiche in Italia e all‟ Estero , il Comm. Giorgio
Brignola (Italia) Cultura e Societa‟ Nino Bellinvia ( Italia ) Comunicati, Goffredo Palmerini (Italia) alla
diffusione online , Mario Ponzi. (G.B.) Arnaldo De Porti ( Italia) Daniela Rubino (Giornalista pubblicista
Italia ) Poeie Marynzia Panico Borrelli (Italia) Fondato, edito e pubblicato da Carmine Gonnella
Londra (GB)
Periodico gratuito di libere e approfondite informazioni sociopolitiche Fondato, edito e diretto da Carmine Gonnella Londra (2005/2019 )
IV edizione N. 49 Maggio 2019 . Siamo su molti social networks. e arriva a circa 3000 contatti in formato Pdf
GEOPOLITICA
Ennio Remondino
Pagine 5
16 VARIE Britalyca La Voce Alternativa Maggio 2019
Questo periodico e‟ interamente autogestito
FOR DONATIONS: Sort Code 20-12-26 Account no: 73931346
IBAN : GB03 BUKB 2012 2673 9613 46 GRAZIE
Turing, lo scienziato che contribuì a
sconfiggere il nazismo perseguitato
perché gay
Grazie al suo genio riuscì a
decrittare Enigma. Con-
dannato per omosessualità
si tolse la vita. La regina
Elisabetta gli ha dato la
grazie postuma nel 2013
Nel 2013 la regina Elisabetta II gli
aveva concesso la grazia postuma.
Un segnale importante nei confronti
della memori di Alan Turing, lo sci-
enziato britannico vissuto nella pri-
ma metà del Novecento e ritenuto
uno dei più importanti studiosi e
sperimentatori nel campo della ma-
tematica applicata e della prima in-
formatica. Turing era stato con-
dannato per essere omosessuale nel
1952: all‟epoca nel Regno Unito l‟o-
mosessualità era un crimine punito
con il carcere o la castrazione chim-
ica (con iniezioni di ormoni
femminili).
Lo scienziato si tolse la vita due anni
dopo, all'età di 41 anni, probabil-
mente a causa delle persecuzioni
subite. Turing fu condannato dopo la
scoperta della sua relazione con un
19enne. Chris Grayling, Segretario
Britannico alla Giustizia, ha af-
fermato: «Turing merita di essere
ricordato e riconosciuto per il suo
fantastico contributo allo sforzo bel-
lico e per la sua eredità alla scienza.
Il perdono della Regina è stato il giu-
sto tributo ad un uomo eccezionale».
La decisione della Regina di con-
cedere la grazie postuma era arrivata
a culmine di una campagna avviata
nel gennaio 2013 e sostenuta anche
da importanti rappresentanti del mon-
do scientifico, tra i quali il matemati-
co Stephen Hawking, attraverso una
lettera indirizzata al primo ministro
David Cameron.
Il Daily Telgraph aveva anche pubbli-
cato una lettera aperta firmata da un-
dici importanti scienziati britannici,
che ne chiedevano la riabilitazione. In
precedenza, a distanza di tanti anni
dal gesto estremo di Turing, ma nel
settembre 2009, il governo britannico
si era limitato ad una dichiarazione di
scuse ufficiali, formulata dal primo
ministro Gordon Brown e seguita ad
una petizione di successo promossa
via web. 
Quella volta a Turing fu
riconosciuto vittima di un
«trattamento omofobico». Ma nel
2011 il governo Cameron aveva rifiu-
tato 23 mila firme che chiedevano la
grazia per lo scienziato.
Turing è ricordato come l'ideatore di
una macchina elettromeccanica in
grado di decodificare i codici creati
mediante la macchina Enigma dalle
armate tedesche durante la Seconda
Guerra Mondiale. I codici cifrati di
Enigma furono utilizzati dai sottom-
arini tedeschi nell‟Atlantico, e secon-
do gli storici il lavoro di Turing po-
trebbe aver accorciato il conflitto di
ben due anni.
INCHIESTA
Dimezzati i reati, ma il
78% della popola-
zione pensa che siano
in aumento. Ecco il
perché
di Milena Gabanelli e
Luigi Offeddu Pagina 15
Grazie Enrico !
Bianca Berlinguer: “Ogni giorno mi
chiedo che cosa penserebbe papà Enrico”
A 35 anni dalla morte del leader del Pci, Bianca Berlinguer ricorda "la
sua lezione ancora viva". E dice: "Non voleva che lo pensassero triste,
non lo era"
"Ancora oggi non credo di essere riuscita a elaborare completamente il mio lutto".
È un momento di pausa a Saxa Rubra, Bianca Berlinguer ha appena fissato la
scaletta del suo programma. Chiusa la porta della stanza, perde quel tratto imperi-
oso in cui si rifugiano molto spesso le donne pubbliche per difendersi dal mondo.
Sono passati 35 anni dalla scomparsa di Enrico Berlinguer, l'11 giugno 1984, e lei
parla del padre con un'emozione intatta, come se quella drammatica...
L‟amnistia di
Togliatti, 70 anni
fa
Pagina 6
Ha vinto il pre-fascismo.
E non sarà il Pd a
fermarlo
Ha vinto il pre-fascismo. Salvini e Meloni (34,26+6,45) superano
da soli, la percentuale che con l‟attuale legge elettorale per le
politiche garantisce con altissima probabilità la maggioranza asso-
luta. Del resto, possono imbarcare anche ciò che si decomporrà di
Forza Italia, con Berlusconi totem inoffensivo. Avranno i numeri
per cambiare la Costituzione (repubblicana antifascista) che de-
testano. Potranno dilagare nella Corte Costituzionale e nel Csm,
asservendo la magistratura…..segue a pagina 12
COLLEGIO LATINOAMERICA-
NO DI GIORNALISTI
Rapresentanza Italia: Alicia Erazo.
Pagina 7
POLITICA ITALIANA Ultime
Conte non cede e avverte i vice: «C'è il rischio disastro sui mercati»
Tagli alla Sanità per due miliardi: l‟allarme delle Regioni
Migranti, minacce a procuratore Agrigento Patronaggio: “Se continui con sbarchi
passiamo ai fatti” A pagina 13
Comites di
Zurigo:
le assured
accuse di
Alban
Pagina 4
Lo dicono i magistrati: la nuova legge sul-
la legittima difesa «potrebbe essere appli-
cata» per la prima volta nel caso di Mar-
cellino Jachi Bovin, 67 anni, tabaccaio di
Pavone Canavese, alle porte di Ivrea.
Indagato per eccesso colposo di legittima
difesa, venerdì notte ha ucciso a colpi di
pistola Ion Stavila, 24 anni, cittadino mol-
davo incensurato che aveva forzato il suo
negozio insieme con due complici. Verrà
interrogato nei prossimi giorni alla presen-
za del suo avvocato. «Ha tutta la mia soli-
darietà – ha detto il ministro Salvini –. Mi
auguro che la nuova legge riconosca che
questo 67enne ha fatto quello che è stato
costretto a fare. Il ladro, se avesse fatto un
altro mestiere, a quest‟ora sarebbe a casa
sua. Ne abbiamo le palle piene, la gente ha
diritto di difendersi, sono orgoglioso di
questa legge». «Questa legge» è nata da
una percezione di insicurezza. Anche se in
Italia diminuiscono i crimini: lo si sa da 10
anni, e continua ad accadere con diversi
governi. Stando ai numeri siamo diventati
uno dei Paesi più sicuri dell‟Unione Eu-
ropea. Omicidi volontari, quasi dimezzati:
611 denunciati nel 2008, 368 nel 2017.
Rapine: 45.857 denunciate nel 2008,
30.564 nel 2017, un calo del 33,3%. Ad
incidere di più sulla sfera personale sono i
furti in casa, perché diffondono insicurez-
za: meno l‟8,5%, nel 2017 rispetto al 2016.
Come si influenza la percezione
Eppure cresce la paura, reale o favorita da
politica e media: nel 2017 il tema
«criminalità» è comparso nel 17,2% dei
malanni o "imperfezioni" In altre parole se un
cittadino comune va in pensione a 65/66
anni, non vedo perche' un politico dovrebbe
andare a riscalfare gli scanni in parlamento.
Regola che dovrebbe valere anche per il
colle e istituzioni varie !
IL POLITICO IDEALE, A PRESCINDERE
DAL SUO TITOLO DI STUDIO
I primi tre requisiti che servono ad un buon
politico sono, un' ottima conoscenza dei
dettami costituzionale, una buona dose di
onesta' intellettuale e un' eccellente cono-
scenza dei linguaggi sociopolitici (Da: Au-
taforismo II)
In passato ne ho conosciuto qualcuno che en
aveva almeno due. I politici di oggi in Italia e
non solo, molto probabilmente ne hanno
nemmeno uno, il terzo. Prendiamo per esem-
pio Matteo Salvini, ha un ottima conoscenza
dei linguaggi sociopolitici, ma in quanto a
conoscenca dei dettami e onesta intellettua-
le, lascia del tutto a desiderare. Per essere
un buon politico occorre averli tutt ' e tre, a
prescindere dal titolo di studio. Il peggio e‟
che anche se ci fosse in candidato che aves-
se tutt e tre I requisiti, statene certi che
nessun partito lo presenterebbe. Ragione?
Poco manipolabile !
Adesso andate tutti a votare e come dice
anche il grande Francesco (Guccini) “ Tanto
ci sarà sempre, lo sapete un musico fallito,
un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a
sparare cazzate”
BERLUSCONI E' MORALMENTE INDEGNO
COME TANTI ALTRI , ERGO INCANDIDA-
BILE !
Il diritto di voto non può essere limitato se
non per incapacità civile o per effetto di sen-
tenza penale irrevocabile o nei casi di
indegnità morale indicati dalla legge.
Io mi chiedo se qualcuno abbia mai letto il
quarto comma dell' articolo 48. Se Berlusconi
e tanti indagati e imputati come lui. possono
liberamente candidarsi ,perche; sino adesso
a nessun' onesto legislatore, e' mai venuto in
mente di fare una legge dello Stato che vieti
le candidature ai moralmente indegni, come
Silvio Berlusconi. Il voto passivo puo' essere
( Costituzione canta) essere limitato non solo
per chi ha avuto una sentenza irrevocabili,
ma anche nei casi di indegnita' morale. Chi e'
imputato ( ma anche chi e' indagato) e'
moralmente indegno a prescindere dalla pre-
sunzione d' innocenza. Qui stiamo parlamdo
di qualcuno, senza fare il nome di Berlusconi,
che e' imputato in un processo per cor-
ruzione. E voi che fate ? Lo mandate al Par-
lamento europeo. Ma per favore !!! Se in
Italia esiste ancora un politico onesto, pre-
senti una legge che vieti le candidature ai
moralmennte indegni, inziando dagli indagati,
per finire ai condannati civili e penali, anche
se la pena e' stato scontata. Per me candido
significa senza ombre di dubbio ! (nota edito-
riale)
C‟ERA UNA VOLTA IL PRAGMATISMO AN-
GLOSASSONE
Brexit or not Brexit ? Direbbe Willian dalla
tomba !
L‟Inglilterra aderi‟ al l‟ Unione Europea nel
gennaio 1973 , dopo aver firmato il trattato di
adesione nel 1972 insieme alla Danimarca
Irlanda e Norvegia, ma la permanenza del
Regno Unito nell‟ unione fu poi soggetto di
un referendum popolare nel giugno 1975 e
piu‟ del 67% della popolazione, confermo‟ la
permanenza. E questa e‟ storia !
Dopo oltre mezzo secolo di vita comunitaria
e di normative trattati firmati e‟ avvenuto
esattamente il contrario. La politica inglese,
invece di prendersi le dovute responsabilita‟,
spingendo il Parlamento al voto sulla brexit e
poi il referendum, se n‟e‟ lavato le mani,
facendo decidere ad un popolo per dir poco
“disinformato” e confuso, se rimanere o non
in Europa. Dopo ottobre la politica inglese
dovrebbe fare un passo avanti e indire un‟
altro referendum dai quisiti molto semplici: “
Brexit senza accordi oppure rimanere” Anche
perche‟ l‟ Europa e‟ stata chiara, quello della
May, e‟ l‟ unico deal fattibile ed e‟ stato boc-
ciato gia‟ tre volte dal Parlamento, in piu‟ lo
stesso ha votato un bill in cui si dice: “ No
brexit senza accordi” E‟ una bella papata
bollente sia per la May, sia per I suoi sicces-
sori “
LA PRESUNZIONE D' INNOCENZA VALE
PER TUTTI I CITTADINI, MA NON PER IL
LEGISLATORE
A stabilirlo non sono io ma la Costituzione
repubblicana : " Il diritto di voto non può es-
sere limitato se non per incapacità civile o
per effetto di sentenza penale irrevocabile o
nei casi di indegnità morale indicati dalla
legge.
Lo so che ci stiamo ripetendo ancora una
volta e lo faremo sino a quando non si vieti la
candidatura ai moralmente indegni, ov-
verossia , in ordini: condannati in primo
grado, imputati, indagati e condannati anche
se hanno scontato le pene civili o penali che
siano.
Vedete che quando si parla di casi di
indegnita' morale, si parla anzitto di voto pas-
sivo (candidabilita' per i meno addetti. I de-
linguenti o presunti tali bisogna tenerli fuori
dalla politica, perche' una volta entrati e dif-
ficile anche per la Giustia cacciarli. Va anche
detto che chi una volta eletto viene colto in
fragranza di reato, deve essere comunque "
dimesso", estendendo la mozione di sfiducia
personale a tutti i membri, del Parlamento ! E
ho detto poco ...
AL LUPO AL LUPO, SENZA ANCORA
AVER VISTO IL PELO
Riduzione degl‟ eletti all‟ estero !
Allora andiamo per ordine. Nel 2001 un certo
Mirko Tremagla, dichiaratamente repubblino,
ergo fascista, modifico‟ insieme al centro
sinista la Costituzione per dare agl‟ italiani all‟
estero piu‟ voce in capitolo (dicevano) , istitu-
endo le 4 circoscrizioni all‟ estero, 12 deputa-
to e 6 senatori Per farlo ci impiegarono circa
due anni, dovendo cambiare tre articoli della
Costituzione repubblicana ( e non repubbli-
china) Nello specifico il 48. Il 56 e il 57
(credo vado a memoria, chi piu‟ ne sa mi
corregga) Leggendo si evince che: (ancora
oggi) “La ripartizione dei seggi tra le cir-
coscrizioni, fatto salvo il numero dei seggi
assegnati alla circoscrizione Estero, si effet-
tua dividendo il numero degli abitanti della
Repubblica, quale risulta dall'ultimo censi-
mento generale della popolazione, per sei-
centodiciotto e distribuendo i seggi in propor-
zione alla popolazione di ogni circoscrizione,
sulla base dei quozienti interi e dei più alti
resti.” (57 e mi basta)
All‟ epoca nessuno grido‟ , al lupo al lupo,
eppure c‟ era sia il pelo che il lupo, perche‟
nel 2000 I cittadini iscritti al registro elettorale
dall‟ estero, erano circa 3. 5 milioni. Io non
sono molto bravo in matematica, anche ho
fatto il liceo scientifico , ma se dividete 3.5
milioni per 618 , non somma 12 alla camera
e nemmeno 6 al senato. Quindi la legge
Tremaglia ( come fu definita da molti di noi )
era ed e‟ incostituzionale. Adesso e‟ ovvio
che se la riforma della Costituzione sulla
riduzione dei parlamentari va in porto, auto-
maticamente gli eletti all‟ estero saranno an-
che ridotti. Anche se credo che essendo un
disegno di legge costituzionale, dovra se-
guire l‟ iter parlamaentare, ovverossia Quat-
tro letture tra le camera a distnaza di tre mesi
e se nella quarta lettura non raggounge I due
terzi del parlamento, si va al referendum po-
polare senza quorum . Mi auguro che sia
stato abbastanza chiaro e preciso …
IL LOBBISMO E‟ ANTICOSTITUZIONALE E
IL CASO SIRI NE E‟ L‟ ENNESIMA
DIMOSTRAZIONE
Siri si dovrebbe dimettere perche‟ e‟ venuto
meno al suo giuramento. Non solo ha giurato
(o chi per Lui, credo si chiami Matteo) di es-
sere fedele alla Costituzione e le sue leggi,
ma di essercitare le sue funzioni nell‟ esclu-
sivo interesse della Nazione. Ma questo a
Matteo non interessa, perche‟ si tratta della
Costituzione italiana. In Costituzione c‟e‟ un
articolo poco usato fra un po‟ cadra‟ I pre-
scrizione, riguardo al lobbismo, o se voglia-
mo al rapporto diretto tra cittadini e legisla-
tore, ed e‟ il secondo comma Art. Cost. 71: “Il
popolo esercita l'iniziativa delle leggi, medi-
ante la proposta, da parte di almeno cinquan-
tamila elettori, di un progetto redatto in artico-
li.” In caso gli amici o gli amici degl‟ amici di
Siri e anche di Matteo, in futuro volessero
chiedere delle misure legislative. Non si mai,
ambasciator non porta pene !
Sul caso Siri e non solo...
UNA LEGGE ELETTORALE CHE VIETI LA
CANDIDATURA AI MORALMENTE
INDEGNI, IMPUTATI E CONDANNATI,
ANCHE SE HANNO SCONTATO LA PENE
Il caso Siri non e‟ il primo ne‟ sara‟ l‟ ultimo.
Bisogna tenere tutti I delinguenti e i presunti
tali fuori dalla gestione dello Stato, lo
scriviamo e lo ripetiamo da anni, il candidato
deve essere candido, cioe‟ con la la fedina
penale immacolata.
Una legge che lo ricichede la stessa Cos-
tituzione, (quella cosa che durante le cam-
pagne elettorali tutti I partiti si riempino la
bocca, per poi sputarla fuori un volta in Par-
lamento) agl‟ articoli 48 e 54. Quarto comma
art. Cost. 48:” Il diritto di voto non può es-
sere limitato se non per incapacità civile o
per effetto di sentenza penale irrevocabile o
nei casi di indegnità morale indicati dalla
legge. Secondo comma art. Cost. 54 :” I cit-
tadini cui sono affidate funzioni pubbliche
hanno il dovere di adempierle, con disciplina
ed onore, prestando giuramento nei casi
stabiliti dalla legge.” Il candidato a cui poi
saranno affidate funzioni pubbliche, dovra‟
giurare (si fa per dire) di essere fedele alla
Costituzione e alle sue leggi e di esercitare il
suo mandato nell‟ interesse esclusivo della
Nazione. I moralmente indegni gli imputati e
condannati anche se hanno scontato la
pene, sono stati gia‟ infedeli alla Costituzione
e alle sue leggi ( per non dire altro) E‟ vero
che ( art. Cost. 27 : “L'imputato non è consid-
erato colpevole sino alla condanna definiti-
va.” , ma qui stiamo parlando dei gestori del-
la Cosa Pubblica, della formazione delle leg-
gi, purtroppo anche quelle elettorali appunto
….
IN ITALIA IL LEGISLATORE, HA SEMPRE
CONFUSO I DOVERI CON I DIRITTI
La solidarieta‟ e‟ un dovere inderogabile,
mentre le pari dignita‟ sociali sono un diritto
di tutti,ecco perche‟ a differenza dell‟ altre
democrazie moderne, nel corso dei decenni,
in Italia e‟ venuto meno lo Stato Sociale e il
benessere commune.
programmi della principale Tv francese, nel
26,3% di quella britannica, nel 18,2% di
quella tedesca e nel 36,4% dei 5 principali
telegiornali italiani.
Il 78% degli intervistati in un‟indagine de-
gli stessi mesi ritiene che la criminalità in
Italia sia cresciuta rispetto a cinque anni
prima. Questa opinione si concentra al 91%
fra gli elettori della Lega. E il 39% della
popolazione (nel 2015 era il 26%) chiede
che sia più facile acquistare un‟arma per
difesa personale.
La parola «sempre» ha cambiato la legge
Così, a marzo, sono stati riformati alcuni
articoli del codice penale. L‟articolo 52
diceva e dice: «Difesa legittima. Non è
punibile chi ha commesso il fatto, per esser-
vi stato costretto dalla necessità di difende-
re un diritto proprio od altrui contro il
pericolo di una offesa ingiusta, sempre che
la difesa sia proporzionata all‟offesa». In
soldoni: non puoi sparare a un ladro che
fugge. La norma prosegue: «se il derubato
si trova a casa sua o in altro luogo di privata
dimora, o nelle appartenenze di es-
si» (cortile, garage, ndr), o in «ogni altro
luogo ove venga esercitata un‟attività com-
merciale, professionale o imprenditoriale»,
allora «sussiste sempre il rapporto di pro-
porzione». Quel «sempre» prima non c‟era.
Tradotto: se uccidi qualcuno che ti minac-
cia entrando nella tua proprietà, la propor-
zione fra difesa e offesa è data in partenza
per scontata.
Sul punto risponde il sottosegretario all‟In-
terno Nicola Molteni: «Aver aggiunto
l‟avverbio “sempre” ha rafforzato un prin-
cipio. Non togliamo potere al giudice, ma
stabiliamo che all‟interno del domicilio e
alle condizioni previste dalla Costituzione,
mi posso difendere perché la proporzional-
ità sussiste “sempre”, e di conseguenza la
legittima difesa». Sta di fatto che se fino a
ieri al giudice restava un margine di valuta-
zione, da oggi sarà molto ristretto, a meno
che il giudice non ponga appunto un prob-
lema di costituzionalità.
Una legge giustificata?
La nuova legge è nata da un‟emergenza
giudiziaria? Dai numeri, si direbbe di no.
Per questi fatti, nel 2017, risultavano in
corso nei tribunali 26 processi. Di questi, in
14 casi si procede per «legittima dif-
esa» (vuol dire che si avvieranno all‟ar-
chiviazione), mentre negli altri 12 (da oggi
13, con il caso di Pavone Canavese) per
«eccesso colposo di legittima difesa», ov-
vero i giudici devono valutare se l‟imputato
ha esagerato. Per magistrati e penalisti la
legge è «inutile e pericolosa», anche perché
l‟inviolabilità della proprietà privata può
contrastare con il diritto alla vita – anche
quella del ladro – sancito dall‟articolo 2
della Costituzione. Per il Sottosegretario
Molteni invece il problema non si pone: «A
nostro avviso non c‟è nessun contrasto.
L‟intenzione del legislatore è stata quella di
formulare una riforma costituzionalmente
orientata. Il nuovo quarto comma specifica,
senza ulteriori dubbi, una condotta che
riteniamo non possa ricadere nell‟eccesso
colposo». Si va forse verso una «legittima
offesa», piuttosto che difesa.
Come funziona negli Usa e d Europa
In alcuni Stati americani, vige il principio
«stand your ground», proteggi il tuo territo-
rio: se aggredito ovunque, puoi uccidere. E
ancor più se sei a casa tua («castle doc-
trine», «dottrina del castello»). In altri,
prevale il «duty to retreat», il dovere di
cercare prima una via di fuga.
In Francia, la legittima difesa è riconosciuta
solo se «necessaria, come unico modo di
proteggersi». In Gran Bretagna la legge
consente di usare anche «una forza spropor-
zionata» per respingere un‟intrusione domi-
ciliare. Ma bisogna provare di aver fatto ciò
che «onestamente e istintivamente» si giu-
dicava «necessario». In Germania, non è
imputabile chi reagisce violentemente a una
minaccia «che non possa essere altrimenti
sventata». Soprattutto se l‟aggredito ha
agito in preda «a confusione, paura o ter-
rore». Anche la nuova legge italiana (art.
55, eccesso colposo) prevede la non puni-
bilità nel caso di un «grave turbamento».
Ma qui è intervenuto il presidente Mattarel-
la: il «grave turbamento» deve essere
«effettivamente determinato dalla concreta
situazione in cui si manifesta». Ci vuole
cioè una verifica oggettiva: non può essere
solo chi ha premuto il grilletto a testimoni-
are per se stesso.
Ricaduta sulla vendita di armi
La nuova legge farà aumentare il numero
delle armi da fuoco che circolano in Italia?
Nel 2017, 1.398.920 licenze di porto d‟armi
sono state registrate a nome di civili, più
13,8% rispetto al 2016. Le licenze per cac-
cia sono 738.602. In grande crescita quelle
per il tiro al volo e al piattello: più 21,1%
nel 2016-2017. Sono meno costose e più
facili da ottenere, ma ugualmente efficienti
(ne usò una Luca Traini, lo sparatore
razzista di Macerata). In totale sono
584.978, ma circa 200.000 italiani, dal
2014, hanno messo piede in un poligono.
Calano invece le armi per difesa personale:
meno 4,8%, forse per le difficoltà burocrat-
iche.
I rischi dell‟arma in casa
Secondo l‟Osservatorio Internazionale
«GunPolicy. Org», nel 2017 i privati ital-
iani possedevano 8.007.920 armi da fuoco,
un milione in più rispetto a 10 anni prima.
Ma 6.609.000 erano le armi non registrate.
Se si considera che una famiglia media è
composta da 2,3 persone, calcola il Censis,
4,5 milioni di italiani fra cui oltre 700.000
minori hanno un‟arma a portata di mano. In
Italia, ci sono 12 armi da fuoco ogni 100
abitanti, negli Usa 88. Dice ancora il Cen-
sis: se avessimo le stesse regole permissive
americane, le famiglie italiane con armi in
casa «potrebbero lievitare fino a 10,9 mil-
ioni e i cittadini complessivamente esposti
al rischio di uccidere o di rimanere vittima
di un omicidio sarebbero 25 milioni».
2 A cura di Carmine Gonnella Britalyca La Voce Alternativa Maggio 2019 15 INCHIENSTA Britalyca La Voce Alternativa Maggio 2019
Nessuna democrazia al mondo, puo' essere gestita solo dalla politica
Dimezzati i reati, ma il 78% della popolazione
pensa che siano in aumento. Ecco il perché
di Milena Gabanelli e Luigi Offeddu
OGNI ELEZIONE HA UN SUO
ELETTORATO
E questo lo sanno anche I bambini, tranne I
politici italiani, che ad ogni tornata vinta vor-
rebbere riandare alle elezioni nazionali antic-
ipate, oppure cambiare i programmi legisla-
tivi. E‟ solo un‟ illusione, perche' ogni
elezione ha un suo elettorato. Quelle euro-
pee sono basate su tematiche comunitarie
e quelle amministrative su tematiche territo-
riali, tranne i referendum perche' questioni di
coscienza. La storia (poi) ci ha sempre inse-
gnato che l‟ elettorato e‟ instabile, perche‟
basato sulle esigenze sociopolitiche dei cit-
tadini, a distanza di tempi Per risolvere il
tutto e non trovarci sempre in eterna campa-
gna elettorale , ci vorrebbe l' "Election Day",
sia per quelle nazionali , sia per le amminis-
rative ed europee, con un‟ unico meccanis-
mo elettorale, per semplificare le scelte. E' l'
unimo nodo per governare un' intera legisla-
tura, senza interruzioni alcune
IN BASE AL CONTRATTO DEL GOVERNO
DI MAIO /SALVINI, IL PRIMO MINISTRO
CONTE , VALE MENO DI UN FICO SECCO
(tanto per usare un...)
Cooperazione tra le due forze politiche
I contraenti (Salvini e Di Maio) si impegnano
a tradurre questo contratto in una pratica di
governo e sono insieme responsabili di
"tutta" la politica dell‟Esecutivo. (Dal Contrat-
to " Funzionamento del Governo e dei grup-
pi parlamentari 1)
Ma il Capo dello Stato il contratto l' ha letto ?
Badate bene che secondo l' articolo 95 chi e'
responsabile del governo in generale e' il
PRIMO MINISTRO. Qui ci troviamo al co-
spetto di due capi politici, che non solo non
hanno mai letto la Costituzione repubblicana
italiana ( per essere precisi) ma che di essa
se ne sbattono altamente ! Se questo e' il
modo di governare una democrazia ! E poi…
.MA DI QUELE DEMOCRAZIA STATE PAR-
LANDO !
ELEGGIBILITA'
Possiamo ripeterlo ancora una volta ?
Art. 49
Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi
liberamente in partiti per concorrere con
metodo democratico a determinare la politi-
ca nazionale.
Terzo comma Art. 56
Sono eleggibili a deputati tutti gli elettori che
nel giorno delle elezioni hanno compiuto i
venticinque anni di età.
Secondo comma Art. 58
Sono eleggibili a senatori gli elettori che
hanno compiuto il quarantesimo anno.
Ergo, si puo' essere deputati dall' eta' di 25
anni sino all' ultino respiro e senatori dall'
eta' di 40 sino all' ultimo respiro. Noi non
crediamo che questo sia un "metono" demo-
cratico ! Perche' se esiste un' eta' minima d'
eleggibilita' ci dovra' essere anche una eta'
massima. Anche l' eta' minima andrebbe
equiparata tra le camere a 25 anni e la mas-
sima, perche' no a 70 anni. Dopo i 70 anni l'
homo sapient inizia a nascondere i propri
LA PRIMA ANALISI
Le attuali difficoltà politiche sono l‟effetto di
questa Terza Repubblica nata con la fretta
per finire la Seconda. Lo Stato, però, non
può essere comparato a un‟azienda. I motivi,
non solo politici, sono tanto evidenti da
produrre i presupposti per un disordine
istituzionale. Così, tra il promettere e il fare,
ci sono situazioni parlamentari ancora da
chiarire.
Questo Esecutivo potrebbe dare filo da
torcere a un‟Opposizione sempre meno
coesa e avviata a ridimensionare il suo ruolo
politico nel Paese. Le decisioni del Governo
potrebbero condizionare il futuro della
Penisola con effetti sul fronte di un‟economia
che non ha dato segnali di miglioramento.
Quando certi progetti cozzano con una
diversa realtà, non ci sono alternative. Solo
dopo l‟applicazione integrale del Contratto di
Governo Di Maio/Salvini, potremo sciogliere
le nostre riserve senza favoritismi per
nessuno. Per ridare “fiato” all‟Italia ci vuole
tempo. Tentare d‟accelerare le occasioni non
servirebbe.
C’è solo da sperare che non s’inizi a
proporre“mosse” sbagliate all‟interno di
questo Esecutivo tanto atipico. Potrebbero
essere le prime di una lunga serie di
questioni, certamente vitali, per il Paese. I
“bisticci” parlamentari, da noi, fanno notizia e
le “regole” per garantire la governabilità
potrebbero essere modificate. Dopo l‟analisi
dei primi risultati concreti “made” Di Maio/
Salvini, sul senno dei politici torneremo. E‟
uno degli atti dovuti ai nostri Lettori.
LA TERAPIA
L‟attuale “terapia” politica rivelerà la sua
potenziale validità non prima del prossimo
anno. Ma il “malato” potrebbe “spirare”
prima. Questa è la situazione che si
percepisce in Italia. La crisi economica,
antica e reiterata, ci ha messo a terra. Ma
non solo. Mentre il sistema bancario
nazionale è tutelato, accedere al credito
resta un problema. Per parecchi piccoli
imprenditori si è fatto impossibile. La
macchina economica nazionale s‟è
inceppata. Intanto, tirare avanti, è
un‟impresa che metta a dura prova anche il
più diligente degli imprenditori. La burocrazia
nazionale non concorre, certamente, a
migliorare il quadro sociale del Bel Paese.
Tantomeno, quello finanziario.
Il tutto, tra l‟altro, ipotecando il futuro di
un‟intera Generazione di lavoratori e senza
garantire una serena vecchiaia a quella che
è destinata a uscire della realtà produttiva.
Ma non è tutto. Tra accise, addizionali locali
e nazionali, il rischio di recessione resta.
Purtroppo, non esiste una “cura” sicura per
frenare il depauperamento delle risorse
nazionali. Neppure il “Contratto di Governo”
Di Maio/Salvini e la quota previdenziale”100”.
L’Italia è uno dei Paesi UE con una macchina
dello Stato a ingente costo e a basso
rendimento. Una terapia, poi mai
sperimentata, poteva essere quella del
federalismo fiscale. Da noi, invece, si è fatto
un passo indietro. Ci sono, così, degli obblighi
che restano in primo piano ed è molto più
facile concentrarsi sul “mucchio” che mettere
a “fuoco” le speculazioni di pochi. Insomma,
chi rischia sono sempre i più “deboli”. Ma non
è ancora finita.
La nuova dirigenza politica dovrà dimostrare
un impegno che potrebbe essere anche
frenato da chi, almeno sulla carta, è alleato
dell‟accoppiata Lega/5S. La “terapia” per
salvare l‟Italia resta, di conseguenza, ancora
da sperimentare nel concreto. Intanto, l‟anno
procede con segnali inquietanti sia a livello
interno, sia internazionale.
PENISOLA ALLA DERIVA
A dispetto del contenimento della spesa
nazionale, il deficit pubblico continua a essere
sensibile e gi eventi sociali, piccoli o grandi, ci
hanno richiamato a una realtà che credevamo
dissolta con la Seconda Repubblica. Anche
sul reddito di cittadinanza preferiamo
mantenere un certo riserbo.
L’unica certezza è rappresentata da questo
Esecutivo ancora in “rodaggio”. Intanto, i
Partiti d‟opposizione si muovono in modo
scoordinato e le critiche non hanno buon
gioco sui fatti del quotidiano. Insomma, i
segnali d‟insofferenza continueranno a non
mancare. Analizzarli tutti sarebbe
impraticabile; anche perché continuerebbero
a mostrare uno scollamento di rapporto tra
eletti ed elettori.
Col Governo Lega/5S, ci piaccia o no, questo
2019 non sarà l’anno della “ripresa”; proprio
perché preceduto da un quinquennio d‟intrighi
e di contrasti che hanno evidenziato come
una certa politica possa portare alla rovina.
Ora sarebbe il caso di bandire le illusioni e
lasciare tutte quelle promesse che non si
potranno mantenere. Il Paese ha esigenza,
disperata esigenza, di certezze.
In caso contrario, gli effetti sarebbero
dannosi e non solo nella Penisola. Questo
nuovo Potere Legislativo ed Esecutivo può
rappresentare solo l‟inizio di un diverso
percorso. L‟Unione Europea non concilia
l‟esistenza di posizioni ”ibride”.
L‟imprevedibile nell‟affermare una strategia,
per applicarne un‟altra, potrebbe non avere
pregio. La prospettiva
dell‟”improponibilità”potrebbe ripresentarsi.
Questa Maggioranza sarà in grado di
guidare il Paese? L‟interrogativo non può
avere, per ora, un‟assennata risposta.
Intanto, la deriva socio/economica rimane.
IL PROGETTO
Con effetti discutibili, la partita politica
Salvini/Di Maio continua. Comunque, da
quanto è emerso, il quadro istituzionale
potrebbe ancora cambiare. Il Potere
Legislativo è stato varato senza palesi
difficoltà. Quello esecutivo è ancora da
assimilare; ma già è motivo d‟attrito tra i
partiti d‟”opposizione”. Di più non è
possibile evidenziare proprio perché non
sono ancora operativi tutti i contenuti del
contratto di governo.
Nella foga della disamina, resta da chiarire
come andrà a essere gestita la politica
della formazione di “centro/destra” con
possibili aperture esterne di sostegno. Non
è neppure da escludere, però, la
cobelligeranza dei partitini che,
all‟occorrenza, potrebbero fare “numero”
nel mucchio.
Il contratto di governo sarà il banco di
prova per la “tenuta” di un Esecutivo il cui
Primo Ministro dovrà fare i conti con un
Parlamento diverso da quelli passati.
Date le ammissibili “novità”, potrebbe avere
buon gioco anche una sorta di “fiducia” con
voto segreto. Lega e Cinque Stelle faranno
di tutto per non “mollare”. Se il contratto
non dovesse essere condiviso da una certa
ala parlamentare, non ci sarebbero altre
occasioni. Il Potere Legislativo continuerà a
far suo il progetto Salvini/Di Maio. La
“maggioranza” non gli manca; ma con
risultati che, ora, non possiamo
immaginare.
ITALIANI NEL MONDO
I milioni di Connazionali che vivono
all‟estero chiedono una migliore
rappresentatività a livello politico nazionale.
Da quanto abbiamo potuto intendere,
desiderano pensare con la loro testa ed
essere più partecipi alle decisioni che li
potrebbero interessare anche fuori dal Bel
Paese.
La questione della rappresentatività è
quella che maggiormente ha evidenziato la
nostra attenzione. La Legge 27.12.2001 n.
459, quella del voto politico per
corrispondenza per i Candidati nella
Circoscrizione Estera, è stata partorita da
un Parlamento che aveva limitata
percezione nel variegato ambito migratorio.
Poi, non è stata più riesaminata.
A circa diciassette anni dall‟entrata in
vigore di questa normativa, gli “Onorevoli”
eletti dall‟estero non hanno fatto nulla per
aggiornare una legge che ne avrebbe
bisogno. Per far comprendere che si può
cambiare, le iniziative, però, hanno da
svilupparsi fuori d‟Italia. Non ci sembra il
caso d‟aggiungere commenti personali.
Servirebbero a poco.
Chi vive oltre frontiera è nelle condizioni
di decidere, in modo autonomo, del suo
futuro; anche nella Penisola d‟origine.
Proprio su queste basi, che riteniamo
fondamentali, intendiamo monitorare lo
status degli italiani nel mondo.
L‟Italia delle “riforme” inizia a pesare nei
confronti dei Connazionali all‟estero. Ora
la Penisola non ha bisogno di nuovi
sacrifici proiettati in un‟ottica che ben
poco andrebbe a migliorarla loro realtà
internazionale. Gli italiani nel mondo
hanno da essere considerati in una
posizione più consona ai problemi che li
coinvolgono.
Se si dovesse continuare a non dare
l‟importanza che merita la nostra
Comunità all‟estero, si potrebbe verificare
quell‟effetto “boomerang” che i politici
hanno, da sempre, temuto. Le nuove
tattiche anche elettorali, a nostro avviso,
dovrebbero essere progettate pure col
contributo di chi vive fuori d‟Italia. Essere
più “partecipi” significa evidenziare una
rappresentatività che è ancora troppo
circoscritta. Un avvertimento che abbiamo
capito e del quale faremo tesoro.
IL RECESSO
A dispetto del delicato momento
internazionale, il tormentone politico
italiano non si smorza. In queste
settimane, ha trovato nuovi focolai di
rafforzamento. L‟unica convergenza,
anche se con strategie differenti, è la
necessità di ridare stabilità economica al
Paese. Il 2019, forse, potrebbe essere
quello di un tentativo di “svolta”. Se
l‟ipotesi troverà conferma, sarà una novità
in un sistema com‟è il nostro dove i politici
non sempre hanno idee coerenti. Altra
certezza sembra quella di un patto di
Legislatura “blindata”. In pratica, i
segretari politici del patto vincente
dovranno sostenere il Capo dell‟Esecutivo
ufficialmente “indipendente”. Per ora,
rileviamo solo incertezze.
Questo è il quadro politico presente nella
Penisola prima delle elezioni per il
rinnovo del Parlamento UE. Ma i sintomi
in negativo sono ben altri. E‟ la
recessione economica, nonostante
qualche “lieta” novella, a preoccuparci. E‟
confermato: per il corrente anno il
Prodotto Interno Lordo (PIL) resterà di
poco sopra lo zero. Per tentare
un‟inversione di tendenza, dovremo
attendere il Patto di Stabilità per il 2020.
Insomma, sino a quando il rapporto tra
Deficit e PIL non torna in equilibrio,
d‟illusioni, non se ne fa nessuno.
Persiste, infatti, carenza sul fronte
occupazionale e la deflazione non giova
al risparmio reale. Insomma, vivere in
Italia resta un problema per molte
famiglie; soprattutto quando esiste solo
una fonte di reddito. A nostro avviso,
sarebbe necessaria una maggiore
attenzione sulle problematiche quotidiane
del cittadino. Magari parificando i prezzi
dei generi di largo consumo.
La politica sociale, che è sempre quella
carente, dovrebbe offrire un maggior
margine di qualità. Invece, la realtà è
diversa. Resta che i nostri politici,
nessuno escluso, dovrebbero non
dimenticare il loro passato e non
pretendere, come sembra stia
accadendo, d‟ipotecare il nostro futuro.
Cioè quello d‟Italia.
Giorgio Brignola
DALL‟ ITALIA E DALL‟ ESTERO
14 VIGNETTE Britalyca La Voce Alternativa Maggio2019 3 POLITICA E NON SOLO Britalyca La Voce Alternativa Maggio 2019
Sono una blogger in copy left da molti anni e mi piace impegnare parte del mio tempo nel giornalismo partecipativo,
usando il cestino-come mezzo- per raccogliere quelle piccole e preziose cronache di vita, spesso sotto traccia.
www.agoravox.it
13 POLITICA ITALIANA Britalyca La Voce Alternativa Ultime Magio 20194 CRONACA Britalyca La Voce Alternativa Maggio 2019
ificenza in quanto simpatizzante con il terrorismo e
l‟integralismo islamico, sostenitrice di uno stato
salafita in Siria, contigua a criminali senza
scrupoli, figlia dell‟ imam di Genova, leader, a suo
dire, dei Fratelli Musulmani. Infine, sarei colpevo-
le, sempre per l‟on. Meloni, di aver difeso il velo,
il fazzoletto che porto in testa a copertura dei miei
capelli.Ho l‟obbligo di rispondere a tali afferma-
Conte non cede e avverte i vice:
«C'è il rischio disastro sui
mercati»
Mi trovo costretta, mio malgrado, a intervenire
a proposito delle accuse che l‟on. Meloni ha
formulato nei miei confronti alla vigilia del
conferimento dell‟onorificenza di Cavaliere
della Repubblica.Secondo l‟on. Meloni sarei
una persona indegna di ricevere tale onor-
zioni.
Non vi è nulla di più distante da me, dalla mia
educazione e dai miei convincimenti del terror-
ismo, della violenza, dell‟integralismo. I miei
articoli, i miei libri, la mia vita ne sono una
testimonianza. Considero le dittature, tutte,
comprese quelle religiose e salafite, un male da
combattere.
Alla vigilia della Festa della Repubblica tale
mio pensiero non può che essere ancora più
sentito: sono e mi sento nelle mie fibre più in-
time italiana e so quale tributo di distruzione, di
morte e dolore è costato all‟Italia liberarsi dalla
dittatura fascista e guadagnare la democrazia.
La democrazia, la libertà, il rispetto della dignità
delle persone sono per me un valore che mi
guida ogni giorno nel mio lavoro di giornalista e
di cittadina italiana.Considero la libertà il bene
supremo che nessuno può scalfire. La libertà è il
bene cui ciascun essere umano ha diritto ed è
per questo che da italiana di origini siriane e da
giornalista ho raccontato la tragedia del popolo
siriano.Non mi riconosco in nessuna delle ac-
cuse che l‟on. Meloni mi ha rivolto. Non com-
prendo come certe affermazioni possano essere
formulate senza un briciolo di verifica, di atten-
zione, di rispetto verso la storia e la vita delle
persone
A proposito del velo che porto in testa, con-
sidero le scelte delle donne un fatto che appar-
tiene alle donne. Combatterò sempre chi pre-
tende di imporre loro come vivere, cosa in-
dossare (ivi compreso il velo), quali scelte di
vita compiere Ovunque ci sarà una donna cos-
tretta ad indossare il velo, quella donna troverà
sempre in me un alleato e un difensore. Affer-
mo ciò da donna che indossa il velo, con libertà
e convinzione, oggi più che mai visto che mi
ritrovo, mio malgrado e per pura speculazione,
ad essere una donna che viene offesa e dileg-
giata per il solo fatto di indossare il ve-
lo.Riceverò l‟onorificenza di Cavaliere della
Repubblica fiera di essere italiana, fiera di es-
sere cittadina di un Paese democratico, fiera
della Repubblica, unica garanzia contro ogni
forma di dispotismo, di sopruso, di umiliazione
ma anche unica garanzia per il progresso,
l‟uguaglianza, la parità di genere.E‟ difficile
comprendere perché tanta acrimonia verso di
me, è difficile farsene una ragione e continuo a
credere che se l‟on. Meloni avesse letto quanto
scrivo da anni, anche lei è una giornalista può
comprendere cosa intendo, non avrebbe diffuso
così tante infondate accuse nei miei confronti.
Noto anche che l‟on. Meloni mi ha attribuito di
essere la figlia dell‟imam di Genova, città nella
quale né io né la mia famiglia abbiamo mai
vissuto.
Mi aggrappo quindi a questo ennesimo strafal-
cione per credere che questa aggressione ai miei
danni sia il frutto di un abbaglio, di una foga
polemica che prescinde persino dalla mia perso-
na, della quale chi mi accusa non sa nulla, nem-
meno dove vivo.Auguro a tutti una Buona Festa
della Repubblica, perché sia la festa dei diritti,
della libertà, dell‟uguaglianza e della
giustizia.Meloni Asmae Dachan 1.6.2019
Cortesia Goracci
Comites di Zurigo: le assurde accuse di Alban
Oramai il Comites si prende ogni merito. Se il consolato di Zurigo funziona è merito, invece, del Console Barbaro che in due
anni, dal 2014-2016, lo ha rivoluzionato. Fosse merito del Comites, ci si chiederebbe perché i presunti illuminati Alban e Da Cos-
ta, in carica da decenni, non lo abbiano fatto. Finora il console Barbaro fa, e Alban e l'attuale console Alaimo si prendono i meri-
ti... Che mondo!!!
Siamo alla frutta se ancora c‟è chi pensa che se il consolato va bene è merito di Alban e del Comites, e quando le cose vanno male
non possono farci nulla. La verità, come Alban stesso ha detto, è che lo paghiamo per andare alle feste! Ma per questo ci sono già
i consoli!!! Sono spese inutili!!! Per un ottimo console Barbaro che è venuto a lavorare bene, ce ne sono altri che pensano solo ad
apparire o alla carriera (col risultato che Barbaro non ha fatto carriera, ma ha vinto la causa).
Ho letto con interesse le varie repliche e controrepliche tra il prof. Petta e il signor Aban, presidente del Comites di Zurigo.
Alla fine si evince in modo chiaro e trasparente che il presidente del suddetto Comites, dal 2015 al 2018, ha percepito un rimborso di spese viaggio di quasi Fr. 16'000. A questo punto
viene da chiedersi, quanto abbia intascato il signor Alban in quasi 30 anni di membro del sopra citato Comitato degli italiani all‟estero?
È inutile, egregio presidente, che cerchi in modo scorretto di gettare fango sul prof. Petta, che non ha preso nemmeno 1 Fr, elencando episodi che non hanno a che fare con l‟argomen-
to di questo scontro all‟interno del Comites, come la mancata candidatura alle ultime elezioni politiche o il concorso al Consolato.
Ma poi, che ci azzecca? Chi se ne frega se Petta non è stato candidato? Cosa si vuole insinuare? E come fa lei a sapere di fatti che teoricamente solo il consolato dovrebbe conoscere?
Chi è la gola profonda che le passa informazioni?
La verità è che il Comites non ha alcun potere, a parte quello di accettare inviti alle feste dei connazionali. Dovrebbe controllare, invece vanno a farsi belli alle feste. Di concreto non
fanno nulla, a parte complimentarsi col Console per mezzo stampa. (Un console che cura la vendita della casa d‟Italia di Lucerna con freddezza e lo spiega pure sui giornali svizzeri).
Lei, in modo sleale, sta cercando di sviare dal tema dei rimborsi che ha intascato, della vendita della casa d‟Italia di Lucerna per cui non ha fatto granché, accusando il prof. Petta di
“odio” nei suoi confronti. Ma ogni tanto, lei, si osserva allo specchio? Le consigliamo di farsi un esame di coscienza!
Il consigliere Petta ha fatto bene a portare a conoscenza della collettività che il presidente Alban, ogni anno, presenta il conto per i suoi numerosi viaggi e viaggetti, delle sue innu-
merevoli serate gastronomiche a cui partecipa, su invito delle varie Associazioni, operanti nei diversi cantoni di competenza del Comites di Zurigo. Secondo noi, una persona che si
comporta in questo modo, non è idonea a rappresentare una delle comunità più numerose al mondo. Ella ha dimostrato solo arroganza, nel dichiarare che i rimborsi sono previsti dalla
normativa. Quindi, in base a ciò che sostiene, anche negli altri Comites succederebbe la stessa cosa. Ma non è proprio così! Inoltre afferma di essersi adoperato a favore dei truffati del
patronato Inca-Cgil di Zurigo, ma i poveri pensionati derubati dal responsabile del suddetto patronato, invece, l‟accusano di non essersi impegnato abbastanza, o, a dire la verità, per
niente nei loro confronti! Infatti, quando venne alla luce questa truffa, nel lontano 2006, lei, solo per onor di cronaca, era sempre il presidente del Comites di Zurigo. Che combina-
zione!
Questi truffati sono ancora in attesa che venga loro restituita una somma che si aggira sui 10-12 milioni di Fr. svizzeri. Quando successe questo scandalo, lei e l‟attuale vicepresidente,
Paolo Da Costa, avreste dovuto mettere a soqquadro i vari organi di rappresentanza degli italiani all‟estero, ma non vi siete, assolutamente, scagliati contro i patronati, di cui molti con-
siglieri del Comites di quegli anni erano dei dipendenti.
Pertanto, farebbe meglio a stare zitto, perché ogni volta che cerca di replicare a Petta si mette solo in ridicolo. Purtroppo, come afferma Petta, questi Comites saranno inutili e ineffi-
cienti finché ci saranno personaggi come lei, che da circa mezzo secolo si comportano solo come servi verso le istituzioni (consoli, ambasciatori, patronati e parlamentari di area PD, a
cui lei appartiene). Invece, sarebbe il caso, di difendere gli interessi e le problematiche della collettività italiana che vive oltre confine.
Meno male che c‟è Petta che ci informa su quello che succede all‟interno del Comites.
Rocco De Luca
ex segretario Comites di Lucerna
ex presidente circolo ACLI Lucerna
Asmae Dachan ha risposto a
Giorgia Meloni dopo gli attacchi
che aveva ricevuto
Una lunga sequela di vertici notturni, ulti-
mo quello di ieri sera, non poteva non
produrre fantasmi. Le ombre lungo i muri
di palazzo Chigi disegnano ai due
vicepremier Di Maio e Salvini un presi-
dente del Consiglio pronto a compiacere
Bruxelles e a mettersi in proprio sotto la
regia di Mattarella, i consigli di Draghi e
l'azione del ministro Tria. Le due ore di
riunione notturna di Conte con i suoi due
vice sono servite anche per scacciare l'idea
che fossero in azione entità maligne in
grado di ostacolare il governo del cambi-
amento. Suggestioni giunte ieri anche alle
attente orecchie del Quirinale dove giurano
di averle seppellite con «una sonora risa-
ta».
LA NOTTE
Ma poiché dai fantasmi agli incubi il passo
è breve, è toccato ieri a Conte ricordare ai
due vicepremier che la Commissione Ue
ha posto fine all'esperienza onirica minac-
ciando di licenziare una procedura d'infra-
zione in grado di costare molto, ma molto
cara al Paese. La realtà, a differenza di
complotti e trame, spesso fatica a passare e
fuggire dal bagno di realismo non è facile
anche per chi, come Salvini, è reduce da
una serie di vittorie elettorali.
E così è stato anche ieri sera con Conte che
ha spiegato ai due leader della maggioran-
za che non serve irritare inutilmente Brux-
elles perché la questione della procedura la
può risolvere il ministro Tria portando a
riduzione del deficit i tre miliardi rispar-
miati grazie al minoro costo di Reddito e
Quota100, oltre che per merito di spese
che si possono rinviare a settembre. Uno
scenario che alla fine ha convinto i due
vicepremier anche se Salvini soprattutto,
contesta a Conte un'eccessiva acquiescen-
za del titolare del Mef nei confronti delle
logiche di Bruxelles. Per il leader della
Lega evitare l'infrazione non vuol dire
accettare i paletti della Commissione.
Quindi, ovvio per i due, rilanciare il taglio
delle tasse e rifiutare ad ottobre una
manovra di Bilancio lacrime e sangue
qualora l'Italia dovesse essere chiamata a
recuperare anche i passati sforamenti. Per
Salvini l'unica carta da giocare, per risolle-
vare l'economia, resta quella dello shock
fiscale con la flat tax che dovrebbe finire
nella legge di Bilancio di fine anno.
I SIGNORI
Di Maio si adegua al leader del Carroccio
e, uscendo da palazzo Chigi, non evoca il
salario minimo ma l'abbassamento delle
tasse. In questo modo lo scontro interno al
governo e con Bruxelles è rimandato per-
ché Conte non ha nessuna voglia di mettere
in pericolo gli equilibri di finanza pubblica.
Un principio, quello della tutela del rispar-
mio degli italiani, sorvegliato sin dal primo
giorno da quel terzo partito della maggio-
ranza, più volte descritto su queste colon-
ne, composto anche dal titolare della Far-
nesina. Ed è per questo che Conte ha spie-
gato ai due che se si va alla guerra fregan-
dosene della procedura d'infrazione, il
nemico più insidioso non è Bruxelles, ma i
mercati o «i signori dello spread», come li
definisce Salvini. Reduce dall'incontro con
il leader del Ppe Manfred Weber, Conte ha
potuto fare un quadro molto chiaro ai due
vicepremier delle partite che si giocano in
Europa. L'appartenenza al fronte sovranista
non aiuta Conte a trattare in Europa e non
permette ai due vicepremier di svolgere un
ruolo rilevante. Una sorta di impotenza dei
due che alla fine scarica sul presidente del
Consiglio e i ministri dell'Economia e degli
Esteri un peso non da poco.
Malgrado i toni calmi, Conte non sembra
però voler mollare rispetto alla posizione
espressa solo una settimana fa. Lasciare
palazzo Chigi scaricando sui due viceprem-
ier la responsabilità di una rottura con
l'Europa rappresenta una minaccia non da
poco che però spaventa Di Maio, ma non
troppo Salvini.
Tagli alla Sanità per due miliardi:
l‟allarme delle Regioni
È rottura tra il ministero della Salute e le
Regioni sul nuovo Patto per la Salute.
I due miliardi di aumento del Fondo sani-
tario nazionale (Fsn) nel 2020 e il miliar-
do e mezzo in più per il 2021, promessi
dalla legge di Bilancio sulla base di un
preciso accordo tra Regioni e Gov-
erno, rischiano di saltare a causa della
“variazione del quadro macroeconomi-
co”.
A meno di una settimana dalle dichiara-
zioni pentastellate su un presunto incre-
mento del fondo sanitario, “+4,5 miliardi
di euro per il Fondo sanitario nazionale
nel triennio 2019-2021”, scriveva sui
social la ministra Giulia Grillo, la realtà
alla Conferenza delle Regioni si pre-
senterebbe molto diversa.
A lanciare l‟allarme è l‟assessore alla
Sanità e l‟Integrazione sociosanitaria del-
la Regione Lazio Alessio D‟Amato.
“Nella bozza di testo del nuovo Patto
della Salute inviata dal Ministero della
Salute non vi è certezza del livello di fi-
nanziamento, anzi contrariamente a quan-
to richiesto dalle Regioni, si subordina il
finanziamento del prossimo anno alla
variazione del quadro macroeconomico”,
afferma D‟Amato. Una postilla non da
poco se si considera che, come spiega
D‟Amato, questo significa che “si sta
preparando il taglio di 2 miliardi al fondo
sanitario nazionale“.
Nella nuova bozza di Patto inviata dal
Ministero della Salute alle Regioni, alla
voce finanziamenti è stata introdotta la
clausola che evidenzia come le risorse
definite nell‟ultima manovra (2 mld in più
per il 2020 e 1,5 mld per il 2021)
sono confermate “salvo eventuali modi-
fiche – si legge nella bozza – che si
rendessero necessarie in relazione al con-
seguimento degli obiettivi di finanza pub-
blica e variazioni del quadro macroeco-
nomico”.
Il che tradotto, visto i conti dello Stato su
cui pende anche la decisione della Ue di
aprire una procedura d‟infrazione, vuol
dire che i finanziamenti promessi per i
prossimi anni sono fortemente a rischio.
Insomma, si temono nuovi tagli.
Una eventualità che costituisce, di fat-
to, “un colpo mortale alla sanità ed al
diritto alla salute – prosegue l‟assessore –
Le Regioni nel documento di avvio del
Patto hanno sempre sostenuto l‟esigenza
di avere un quadro certo dei finanziamen-
ti senza condizionamenti. Il testo propo-
sto dal Ministero apre la strada al taglio
del Fondo sanitario nazionale. È necessa-
rio che il Governo chiarisca”.
Sulla questione è intervenuto anche il
segretario del Pd, Nicola Zingaretti: “Non
vi azzardate a tagliare sulla sanità.
Faremo le barricate per tutelare la salute”.
Pronta la replica del Ministro della Salute
Giulia Grillo che rassicura su Twitter
rispondendo al segretario del Pd: “Tagli
alla sanità? Dovranno passare sul mio
corpo. Il Pd ci ricorda che i loro tagli alla
sanità hanno messo a rischio la tenuta del
SSN. Questo noi non lo faremo”.
Migranti, minacce a procuratore Agrigento Patronaggio: “Se continui con sbarchi passiamo
ai fatti”
Un proiettile è stato recapitato al procuratore capo di
Agrigento, Luigi Patronaggio. Il proiettile si trovava
all’interno di una busta contenente minacce di morte a
Patronaggio con riferimenti a questioni riguardanti l’im-
migrazione: “Questo è un avvertimento. La prossima vol-
ta, se continuerai a far sbarcare gli immigrati, passiamo
ai fatti. Contro di te a ai tuoi tre figli”.
Intimidazione nei confronti del procuratore capo di Agri-
gento, Luigi Patronaggio. Un proiettile con minacce di
morte per lui e per i suoi tre figli è stato recapitato alla
procura agrigentina. Secondo quanto riportato, sulla
scrivania del procuratore capo è arrivata una busta regolar-
mente affrancata e al suo interno è stato trovato il proiettile.
Le indagini sul caso verranno coordinate dalla procura del-
la Repubblica di Caltanissetta. Patronaggio era già stato
bersaglio di minacce simili durante la scorsa estate, dopo le
inchieste sul caso Diciotti che hanno riguardato da vicino
anche alcuni esponenti del governo tra cui il ministro
dell‟Interno Matteo Salvini.
Le minacce rivolte al procuratore di Agrigento sarebbero
legate al tema dell‟immigrazione. La busta è stata inviata
tramite posta ordinaria. Patronaggio è stato vittima anche di
altri episodi sospetti negli ultimi tempi. Pochi giorni fa
sono infatti arrivate mail dal contenuto simile. E anche in
quelle mail si faceva riferimento a tematiche legate all‟im-
migrazione. Di recente, peraltro, la procura di Agrigento è
stata al centro di una polemica e di uno scontro con il min-
istero dell‟Interno per la gestione del caso Sea Watch. In
particolare, il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore
Vella, in comune accordo con Patronaggio, ha deciso di
far evacuare la Sea Watch, che era stata posta sotto se-
questro. Così facendo sono stati fatti sbarcare a Lampedu-
sa i 47 migranti che si trovavano a bordo.
Secondo quanto riporta l‟Adnkronos i riferimenti al tema
dell‟immigrazione sarebbero espliciti nel contenuto della
busta, al cui interno si trovava anche il proiettile indi-
rizzato a Patronaggio. “Questo è un avvertimento, la pros-
sima volta, se continuerai a fare sbarcare gli immigrati,
passiamo ai fatti. Contro di te e ai tuoi tre figli”, sarebbe il
testo della missiva. Sempre stando a quanto riferisce
l‟Adnkronos, la busta arrivata sulla scrivania del procura-
tore capo agrigentino conteneva un proiettile calibro 6,35,
nascosto tra due bustine, forse di zucchero: così facendo è
stato possibile passare i controlli del metal detector
L‟Italia lasciata fuori dalla porta,
prepotenze a perdere
Il pre-fascismo non è il fascismo, ovviamente, e
potrebbe non diventarlo. Ma ne contiene già tutti
gli ingredienti costitutivi, razzismo, sciovinismo,
clericalismo, rapporto diretto viscerale acritico
subordinato Capo/popolo (Capo, in latino Dux, in
tedesco Führer), disprezzo per le minoranze,
medioevo per i diritti civili, subalternità delle
donne, odio per gli intellettuali … La cecità di ed-
itorialisti e politologi si ostina a non vedere il re-
pentaglio.
Salvini con il voto di domenica è il mazziere del
gioco, il padrone che dà le carte. Può decidere
se andare subito alle elezioni o se gli convenga
ancora l‟alleanza con un M5S tappetino, su cui
scaricare magari lo scontento per l‟inevitabile
finanziaria.
Era tutto scritto. Lo avevamo scritto, del resto,
perché non era necessario essere Nostradamus.
Il 6 marzo 2018, a risultati appena noti, scrive-
vamo che un governo con Salvini “per il Mo-
vimento 5 stelle sarebbe investire la vittoria in
titoli tossici e preparare l‟harakiri. Salvini divent-
erebbe il vero protagonista, per la coerenza con
cui vellica l‟intero armamentario di pregiudizi,
capri espiatori, spurghi emotivi del cittadino mal-
pensante, anche razzista, ma con rosario e cro-
cefisso”. E il 23 aprile insistevamo che “se fosse
andato in porto il governo Di Maio/Salvini, con
quest‟ultimo ministro dell‟Interno e caccia ai mi-
granti, sarebbe stata la coerenza lepenista del
secondo a tenere banco e imprinting del governo
presso gli elettori”. L‟11 maggio, su “La Stampa”
definivo “abbastanza abominevole” il nascente
governo (“abbastanza” era ironico), e il 1 giugno
radicalizzavo il giudizio esaminando uno per uno
i ministri leghisti (e più d‟uno dei 5S). Il 1 gennaio
2019, nel “Buon Anno” ai lettori scrivevo: “Il 2019
sarà peggiore. Al governo Salvini succederà il
Ha vinto il pre-fascismo. E non sarà
il Pd a fermarloEnnio Remondino
governo Salvini 2. Per elezioni anticipate o per
transumanze parlamentari. Immediatamente pri-
ma o immediatamente dopo le elezioni europee.
Un governo senza il M5S, con le frantumaglie
delle destre berlusconiane e meloniane. Oppure,
perfino peggio, ancora con il M5S, ridotto da part-
ner subalterno, qual è oggi, a puro zerbino, alibi
dove pulirsi gli stivali del prefascismo”.
Perché ciò che era lapalissiano non lo si è voluto
vedere? Perché ci si è resi ciechi di fronte al fatto
che decenni di spaventosa crescita delle dise-
guaglianze, di sfrenato liberismo, dove
“arricchitevi!” e “guai ai vinti!” sono due facce della
stessa politica, avrebbe potuto avere due soli
sbocchi: una politica di radicale redistribuzione in
direzione egualitaria, attraverso tassazione super-
progressiva e politiche di welfare spinto, oppure
una politica dei capri espiatori, dei penultimi messi
in conflitto con gli ultimi e risarciti con il privilegio
di cartapesta delle identità vicarie (“prima gli ital-
iani”, “migranti a casa loro”, “spara a casa tua”).
Le sinistre hanno smesso di essere i partiti dell‟e-
guaglianza, fino a dimenticare la parola stessa e
trovarla fastidiosa e financo sudicia. Del resto era-
no ormai ceto politico, “Casta” o “minicaste” auto-
referenziali, strutturalmente parte del privilegio.
Il M5S ha presunto che si potesse essere “oltre”
rispetto a destra e sinistra. Vero, se con questi
termini si intendevano le forze politiche or-
ganizzate, tragicamente falso se riferito ai valori
culturali e agli interessi materiali. Perciò è finito in
un magma (un blog!) indistinto, fino all‟indifferen-
za e alla collusione con l‟ostilità propria della
Lega, sui valori di fondo: laicità, diritti civili,
eguaglianza delle donne, amore per la scienza e
la cultura … Perciò il suo prevedibile e previsto
harakiri (e mettiamoci l‟assurdità della selezione
dei loro dirigenti, per reality anziché per lotte e
capacità, su cui abbiamo scritto ennesime volte).
Immaginare che un argine (parlare di alternati-
va è oltre il ridicolo) all‟attuale dominio pre-
fascista possa venire dal Pd di Zingaretti è l‟ul-
tima, e forse più pericolosa, illusione. In se-
condo luogo, rispetto a un anno fa, il Pd ha
perso 111.545 voti. L‟aumento in percentuale
è solo perché meno elettori in generale si sono
recati alle urne. In primo luogo, il Pd è alla
radice dei problemi che hanno portato all‟at-
tuale catastrofe: il Pci aveva gravissimi difetti e
tare, da Togliatti a Berlinguer, ma la metamor-
fosi Pci>Pds>Ds>Pd, per cui una forza di sin-
istra è diventata una forza della destra per-
benista e benpensante (chiamiamoli col loro
nome, basta parlare per il Pd di sinistra) è la
causa prima e cruciale di quanto avvenuto
negli ultimi trent‟anni.
L‟argine, la resistenza, l‟alternativa, potranno
perciò venire solo dalla nascita di una forza
coerentemente “giustizia e libertà”. Che rispet-
to alle “sinistre” degli ultimi decenni, però, an-
che “estreme”, sia libera da ogni tentazione
del multiculturalismo e del politically correct
(comprese alcune versioni di ideologie
femministe reazionarie), che sia antipartito-
cratica e contro gli attuali establishment, che
sia per la scienza. Egualitaria, illuminista, lai-
cissima.
Come possa nascere non è prevedibile, che
esista in forma dispersa nel paese è probabil-
issimo. Ma dispersa, appunto, elettoralmente
invisibile perché quasi tutta rifugiata nel non
voto. A farla nascere potrà essere solo un
catalizzatore oggi imponderabile, ma il brodo
di coltura in cui si produca il big bang dobbi-
amo lavorare ad incrementarlo e arricchirlo
ogni giorno, ciascuno nella sfera d‟azione che
riuscirà a crearsi. Qualche ipotesi in una ri-
flessione successiva.
Da http://temi.repubblica.it
5 GEOPOLITICA Britalyca La Voce Alternativa Maggio 2019 12 STORIA CONTEMPORANEA Britalyca La Voce Alternativa Maggio 2019
Le celebrazioni dai 75 anni dal
D-Day, con la distrazione
mondana della super regina e
del presidente rozzo. A
nascondere, nella cronaca ita-
lia, chi c’era e non non c’era.
Noi italiani non c’eravamo,
ma non solo lì.
D-Day, l‟Italia tornata
dalla parte del nemico?
L‟Italia lasciata fuori dalla porta, pre-
potenze a perdere
I 75 anni del D-Day, con le troppe alleata
che sbarcano sul continente a dare una
mano ai soldati russi nel sconfiggere i
nazisti in casa loro. Il fatto che l‟Italia,
insieme alla Germania, sia stato il Paese
europeo uscito sconfitto dalla seconda
guerra mondiale, era stato da tempo am-
piamente assimilato perfino nei libri di
storia, tutti concordi a sottolineare il
„dopoguerra‟, con l‟Italia Paese decisivo
per creare l‟Alleanza Atlantica e poi la Co-
munità europea. Da annotare che Angela
Merkel era tra gli invitati in prima fila. Per
l‟Italia, governanti non pervenuti (invitati,
dimenticati, ridotti all‟ambasciatore?).
L‟Italia, con una destra molto aggressiva al
governo e qualche Casa Pound troppo evi-
dente attorno, e tanto anti europeismo grida-
to persino sul fronte atlantico, linea Trump-
Bannon, per intenderci. Ed ecco la preoccu-
pata osservazione di Gerardo Pelosi su East
-West. «Il ruolo da attribuire oggi all‟Italia
diventa problematico anche per gli alleati».
Alleanza Atlantica ma il Mediterraneo?
Peggio quanto accaduto nei primi giorni di
maggio, fronte Nato, mentre i governanti
di casa erano intenti all‟ormai solito litigio
-rissa sul migranti dalla Libia, porti chiusi
e porti aperti, e i caricaturali divieti di
sbarco tanto per fare scena. Badando in-
vece ai fatti, l‟Alleanza Atlantica, ai primi
di maggio ha festeggiato il primo quarto di
secolo del „Mediterranean Dialogue‟, il
pezzo di Nato che si occupa di temi a noi
molto vicini, dalle crisi del Medio Oriente
alla stabilizzazione mediterranea. Protago-
nista per anni, il nostro Paese si era candi-
dato a ospitare a Napoli le celebrazioni per
i 25 anni del Mediterranean Dialogue, con
i rappresentanti dei 29 Paesi dell‟Alleanza
(presto 30 con la Macedonia). E invece no.
Il Mediterraneo si sposta ad Akara, in An-
atolia, a favore della Turchia di Erdogan
troppo tentata dagli armamenti russi. Per
l‟Italia, una mancia, con la riunione dei
direttori degli uffici politici dei Ministeri
degli Esteri dei 29 Paesi, in autunno.
Rissa migranti e troppe „distrazioni‟
Cosa abbastanza buffa è che l‟Italia ha
praticamente dato „disco verde‟ alla proro-
ga per un secondo mandato fino alla fine
del 2022 all‟attuale segretario generale
della Nato, Jens Stoltenberg, molto-troppo
baltico e „americano‟. «Senza nessuna
contropartita di peso», annota Gerardo
Pelosi. Sino a ieri al nostro Paese era
tradizionalmente destinata la posizione di
„segretario generale aggiunto‟, con delega
per tutti i partenariati, quindi anche quello
del Mediterraneo. I tempi di Alessandro
Minuto Rizzo e Claudio Bisognero, per gli
ha memoria. Poi è arrivata l‟americana,
Rose Gottemoeller, origine dal Diparti-
mento di Stato Usa, ma che a ottobre las-
cerà il suo incarico. L‟Italia si farà ancora
avanti per quel posto, o la politica interna
avrà altro di cui occuparsi, esempio una
bella campagna elettorale per elezioni
politiche anticipate?
Proteste a Hong Kong, Cina tra repressione e „rischio contagio
Manifestazioni con la
partecipazione di un milione
di persone, contro una legge
che autorizza l’estradizione
di cittadini di Hong Kong
ricercati dalla polizia in al-
tri Paesi, Cina inclusa,
criminali comuni e dissiden-
ti politici.
Spinte e contro spinte. Per Hong Kong, con-
servare almeno in parte il suo status di terri-
torio autonomo. Per Pechino seconda poten-
za globale, che prevede per i suoi cittadini
solo libertà economico-finanziaria, reprimere
Hong Kong con metodi Tienanmen o patti con i
manifestanti e rischio di „contagio‟ democratico
al territorio continentale.
Senza dubbio Hong Kong continua a essere una
spina nel fianco della Repubblica Popolare
Cinese. Nonostante tutti i tentativi di normal-
izzazione messi in atto da Pechino, molti cit-
tadini della ex colonia britannica non vogliono
saperne di essere “normalizzati” e ogni occasio-
ne è buona per scendere in piazza, cosa presso-
ché impossibile nella Cina continentale.
Si rammenti, a tale proposito, che solo a Hong
Kong si sono svolte manifestazioni per com-
memorare la repressione di Piazza Tienanmen
del 1989, il che ha molto irritato il governo
cinese.
In questi giorni si sono svolte nella ex colonia
altre imponenti manifestazioni con la partecipa-
zione – pare – di un milione di persone. L‟occa-
sione è stata fornita dall‟approvazione, da parte
del governo locale, di una legge che autorizza
l‟estradizione di cittadini di Hong Kong ricercati
dalla polizia in altri Paesi, RPC inclusa.
Qui i dettagli tecnici interessano poco. La
sostanza è invece data dal fatto che, tra gli stessi
ricercati, vi possono essere sia comuni criminali
sia dissidenti politici. E, attorno a quest‟ultima
categoria, i manifestanti vogliono stendere una
barriera protettiva.
E‟ noto, infatti, che nel territorio continentale la
dissidenza politica costituisce un grave reato,
passibile in alcuni casi della pena di morte, e in
quasi tutti dell‟internamento in campi di rieduca-
zione. Di qui l‟invito al governo di Hong Kong
di ritirare la legge, consentendo così alla ex colo-
nia di conservare almeno in parte il suo status di
territorio autonomo.
Ma è proprio questo che Xi Jinping vuole evi-
tare. Il gruppo dirigente di Pechino ha una vi-
sione chiarissima della Repubblica Popolare.
Diventata ormai la seconda potenza globale, non
può permettersi di aprire alla democratizzazione
politica e i suoi cittadini devono accontentarsi di
quella economico-finanziaria.
Si tratta infatti di un Paese enorme in cui ci sono
ancora profondi squilibri, per esempio tra città e
campagna. Vi sono, inoltre, tensioni etniche e
religiose – in particolare nelle regioni con forte
presenza islamica – che costituiscono una
minaccia all‟unità nazionale recuperata solo con
la rivoluzione del 1949.
Il gruppo dirigente di Pechino non può quindi
permettersi di lasciare che Hong Kong, già di-
versa dal resto del Paese, vada totalmente per la
sua strada. Se ciò accadesse, diverrebbe un punto
di riferimento per i numerosi dissidenti cinesi, e
costituirebbe inoltre un caso da sbandierare per
tutti coloro che hanno rivendicazioni da fare.
La Cina fa leva, per attuare i suoi fini, su una
parte consistente della popolazione che non vede
con favore le proteste ed è disposta a cedere
terreno, consentendo che la città entri in modo
stabile nell‟orbita di Pechino. Da notare che
una parte significativa del locale mondo im-
prenditoriale è su queste posizioni, mentre i
manifestanti godono invece di largo sostegno
tra studenti, insegnanti e intellettuali in genere,
e nel mondo dei mass media.
Pechino sta facendo leva sull‟orgoglio na-
zionale, rammentando che Hong Kong fu oc-
cupata dagli inglesi dopo la prima guerra
dell‟oppio nella metà dell‟800. Diventò quindi
una delle principali basi per diffondere in Cina
il consumo dell‟oppio, pratica ovviamente
nociva cui gli imbelli imperatori cinesi si al-
lora si opposero inutilmente.
Il problema è che tanti cittadini di Hong Kong
non si sentono affatto cinesi, e sono quindi
impermeabili all‟appello di cui sopra. I britan-
nici, infatti, non diffusero solo l‟oppio, ma
importarono anche la democrazia liberale (non
universale, in loco, ma comunque diffusa).
Ecco perché l‟ex colonia rappresenta per la
Cina un grave dilemma. Se intende reprimere
con i metodi di Tienanmen rischia un vero e
proprio bagno di sangue. Se invece viene a
patti con i manifestanti rischia di trasmettere il
“contagio” democratico al territorio continen-
tale. Ed è impossibile prevedere con esattezza
quale sarò la linea scelta, anche se l‟ipotesi
repressiva sembra ora favorita
Michele Marsonet,
Prorettore alle
Relazioni Interna-
zionali dell'Univer-
sità di Genova,
docente di Filoso-
fia della scienza e
Metodologia delle
scienze umane.
comunisti non furono mai meno della metà del to-
tale dei combattenti: furono loro e i loro leader a
catturare e fucilare Benito Mussolini, e lo fecero in
maniera sbrigativa (ancora oggi gli storici dis-
cutono su chi esattamente diede l‟ordine di uc-
cidere l‟ex dittatore, catturato vivo mentre cercava
di fuggire in Svizzera).
La decisione di approvare un‟amnistia fu presa
all‟unanimità dal governo di allora, presieduto dal
democristiano Alcide De Gasperi, ma Togliatti,
scrive Franzinelli nel suo libro, scrisse il testo
dell‟amnistia quasi da solo. La legge prevedeva
che venisse escluso dal provvedimento chi aveva
commesso reati particolarmente efferati, ma era
scritta in modo tale da permettere moltissime ec-
cezioni. Pochi giorni dopo la pubblicazione della
legge, per esempio, furono liberati quattro membri
della banda Koch, un gruppo di torturatori fascisti
che per mesi a Roma aveva fatto praticamente quello
che voleva.
Negli anni successivi Togliatti si giustificò dicendo che
furono i magistrati ad aver applicato l‟amnistia in modo
troppo permissivo. In parte aveva ragione: numerosi
magistrati erano rimasti al loro posto nonostante fossero
compromessi con il fascismo (nella Suprema corte di
cassazione sedevano magistrati che pochi anni prima
facevano parte del Tribunale per la difesa della razza).
Ma il fatto che la magistratura non fosse stata “de-
fascistizzata” e che la legge fosse piena di buchi e scap-
patoie sono entrambe responsabilità di Togliatti. Storici
come Franzinelli e Sergio Luzzatto hanno scritto in anni
recenti che l‟amnistia faceva parte di una precisa strate-
gia di Togliatti e di parte della leadership comunista: il
partito voleva accreditarsi come una forza popolare,
inserita nell‟arco costituzionale e moderata, con cui era
possibile dialogare e che sarebbe potuta rimanere al
governo per un tempo indefinito, e quindi desiderosa di
mettersi alle spalle gli anni della guerra e iniziare un
percorso di riconciliazione nazionale.
Non era facile però per il PCI convincere gli Stati Uniti,
le forze alleate e il resto del governo, che nel Partito
Comunista vedevano ancora una forza sovversiva in
grado di provocare un‟insurrezione da un momento
all‟altro. Per quanto questi timori fossero in gran parte
esagerati, il partito aveva davvero una struttura
“parallela”, organizzata in maniera paramilitare, con
depositi segreti di armi. Con l‟amnistia da un lato Togli-
atti protesse i suoi stessi militanti da eventuali processi
– c‟erano state parecchie uccisioni sommarie anche da
parte dei partigiani nelle settimane subito dopo la fine
della guerra – dall‟altro rafforzò la sua immagine di
uomo politico responsabile, lontano dagli estremismi e
pronto a trovare compromessi. Fu una strategia che
funzionò solo a breve termine. Poco più di un anno
dopo, nell‟autunno del 1947, De Gasperi espulse i co-
munisti dal governo: non sarebbero più tornati.
Il 22 giugno del 1946, esattamente 70 anni fa, entrò
in vigore la cosiddetta “amnistia di Togliatti”, che
portò alla cancellazione di tutti i reati commessi fino
al 18 giugno di quell‟anno tranne quelli più gravi.
Migliaia di ex membri del partito fascista e loro col-
laboratori furono liberati dalle carceri o furono es-
onerati dai loro processi. L‟amnistia aveva preso il
nome dal leader del Partito Comunista Italiano, Pal-
miro Togliatti, all‟epoca ministro della Giustizia. Lo
storico Mimmo Franzinelli, nel suo libro
“L‟amnistia di Togliatti“, ha calcolato che circa 10
mila fascisti furono liberati.
Tra loro c‟erano anche personaggi di primo piano
del regime, i cosiddetti gerarchi che costituivano il
cerchio ristretto di Benito Mussolini: alcuni, come
Dino Grandi e Luigi Federzoni, erano rimasti fedeli
a Mussolini soltanto fino al 1943, quando nella notte
tra il 24 e il 25 luglio il Gran Consiglio del Fascismo
sfiduciò Mussolini. Altri, come Renato Ricci e Junio
Valerio Borghese, avevano combattuto nelle fila
della Repubblica di Salò accanto all‟esercito tedesco
che all‟epoca occupava il nord Italia. Ma l‟amnistia
riguardò anche centinaia e centinaia di funzionari
minori del regime, agenti della polizia segreta, in-
formatori e capi del partito locale.
Ci furono proteste e insurrezioni in diverse città
quando i tribunali liberarono personaggi locali parti-
colarmente odiati. A Casale, un gruppo di ex fascisti
rischiò di essere linciato e il governo inviò l‟esercito
e 12 carri armati per mantenere la situazione sotto
controllo. Negli archivi personali di Togliatti si tro-
vano decine di lettere e petizioni con cui ex partigi-
ani e membri del partito protestavano contro
l‟amnistia e minacciavano addirittura di fare propa-
ganda contro il partito se l‟amnistia non fosse stata
ritirata. L‟aspetto più curioso, infatti, fu che
l‟amnistia fu scritta e promossa proprio dal leader
del partito che più di tutti era stato perseguitato dal
fascismo e che più duramente aveva lottato contro il
regime. In tutte le fasi della Resistenza, i partigiani
Londra (Rosita Dagh) – “Il Gen-
io Italiano delle onde” è il nuovo
documentario scritto e condot-
to da Philip Baglini, editore di
London One Radio e
ItaloEuropeo. Ora visibile
su Youtube, a breve il docu-
mentario sarà anche presentato
presso le scuole italiane.
Prodotto durante l‟anno 2017-
2018, „Il Genio italiano delle
onde” nasce dall‟esigenza di far
conoscere più da vicino, in parti-
colare ai giovani di oggi, la
storia di Gugliemo Marconi, la
cui invenzione ha rivoluzionato
l‟era delle telecomunicazioni.
Su Guglielmo Marconi sono sta-
ti fatti molti film e documentari,
questa produzione, però, rac-
conta una storia inedita, poco
nota. Dopo un‟ attenta analisi
storica, LondonONEradio in col-
laborazione con Radio coltano
Marconi, hanno ripercorso un vi-
aggio di un giovanissimo Italiano,
un genio di altri tempi, che per pri-
mo capì come domare un‟onda
elettromagnetica.
Philip Baglini, editore dell‟unica
radio italiana ufficiale in Gran Bre-
tagna, ha voluto riportare alla luce
la storia di Marconi, ricordandone
le difficoltà che sin da ragazzo ha
dovuto affrontare per rendere le
sue idee realtà.
Così, attraverso una narrazione
semplice ci accompagna in un vi-
aggio tra Italia e Inghilterra, alla
scoperta di luoghi ancora esisten-
ti, seppur abbandonati e mangiati
dalla natura, nei quali il gio-
vane inizio‟ i sui studi fino alla re-
alizzazione della radio ma dovette
andare in Gran Bretagna per bre-
vettare la sua invenzione. L‟Italia
al tempo non lo capi‟.
sulla vita e sulle dispute circa
l‟invenzione delle onde elettro-
magnetiche analizzata anche dal
documentario stesso, non po-
teva mancare un aspetto fonda-
mentale di Marconi, senza il
quale forse non sarebbe riuscito
a diventare lo scienziato che noi
tutti oggi ammiriamo: ovvero la
famiglia.
Dal supporto di sua madre, all‟a-
more verso il suo stesso nucleo
familiare, Marconi deve la sua
perseveranza all‟amore e alla
fedeltà di alcune persone che lo
hanno sostenuto, dandogli l‟en-
ergia giusta per credere sempre
nelle sue idee sulle quali ha la-
vorato sin da ragazzo.
Cosi Philip Baglini incontra una
delle persone più care a Gugliel-
mo Marconi, sua figlia, la Princi-
pessa Elettra che racconta,
presso la sua dimora a Roma, il
rapporto instaurato con suo pa-
dre, i valori che quell‟uomo le
regalava ogni giorno e grazie ai
quali è riuscita a diventare un
vero e proprio essere umano.
“Come padre era molto affettuo-
so, molto intelligente, mi trattava
sempre non come una bambina
piccola, ma mi faceva sempre
dei ragionamenti e discorsi da
grande […] voleva che sapessi
tutto, che gli domandassi il
„perché‟ delle cose […]”
Il documentario percorre cosi un
viaggio negli angoli che hanno
segnato la vita del genio italiano,
tra l‟Italia e l‟Inghilterra che ri-
cordano ancora quel ragazzo
intraprendente, dall‟aspetto
“British” ma di temperamento
italiano
“Il genio italiano delle onde” è
una produzione di LondonOne
Radio, Italoeuropeo e Radio
Coltano Marconi, diretto da Fa-
bio Cosci. Parte del materiale
utilizzato è stato concesso
dall‟Istituto Luce e dalla BBC.
Il documentario è disponibile su
youtube a scopo didattico per le
scuole italiane e italiane in Gran
Bretagna.
se interessati per presentazioni
o eventi contattate
office@londononeradio.com
P.S. Facciamo presente che l’ uomo
nella foto non e’ Marconi , bensi’
Bagnini
Credit London ONE Radio / Philip
Baglini, presso il museo di San-
ford Mill, accanto ad una fedele
ricostruzione della cabina del Ti-
tanic dove il telegrafista mandò il
segnale S.O.S
Ed ecco che si parte da una local-
ita‟ in Toscana ,chiamata Colta-
no, fino ad arrivare a Chelmsford,
la cittadina dove è nata la radio e
dove un giovane Marconi costrui‟
la sua prima “Factory”.
Nel Regno Unito, Marconi è an-
cora molto stimato e tutti lo ri-
cordano come il grande genio ital-
iano e a lui è stato dedicato uno
dei musei piu‟ importanti sulla ra-
dio e non solo: il museo di
Chelmsford situato in Oaklands
Park e nel museo di Sanford
Mill, dove Philip Baglini con Tim
Wander (autore giornalista e con-
sulente storico) ripercorrono la
storia che ha poi condotto gli in-
glesi alla nascita della BBC.
Ma perché l‟Italia, quella dell‟e-
poca fascista, non lo aveva capi-
to? Il documentario analizza an-
che questo pezzo di storia, facen-
do riemergere gli aneddoti e gli
ostacoli che Marconi ha dovuto
superare molto spesso in un an-
golo della sua stanza in to-
tale depressione.
In questo modo, si inizia a var-
care i limiti dell‟apparenza, viag-
giando nei vicoli più bui della vita
di questo giovane e capire chi era
l‟uomo che si celava dietro le ves-
ti di uno scienziato, di cui esperti
e professionisti ne parlano ancora
oggi sui libri di storia e scienza.
Riscoprendo documenti del
passato e i racconti degli storici,
6 STORIA CONTEMPORANEA Britalyca La Voce Alternativa Maggio 2019 11 COMUNICATI Britalyca La Voce Alternativa Palmerini Maggio 2019
„Il Genio italiano delle onde : il nuovo documentario su
Guglielmo Marconi
Londra: 1897, il giovane Marconi arrivò come emigrato a Londra per realizzare la sua idea non capita
dall‟Italia
L‟amnistia di Togliatti,
70 anni faVoluta dall'allora leader del Partito Comunista, portò alla liberazione di migliaia di ex
criminali fascisti subito dopo la guerra
La fabbrica del Vapore, in
Via Procaccini 4 a
Milano, The ArtLand,
sarà lo scenario che
ospiterà la mostra della
artista visuale, Marcia
Zegarra Urquizo,
Vernissage dal 21 al 29
maggio 2019, dalle 10.00
alle 20.00, aperto al
pubblico gratuitamente.
Perfomanc della
Compagnia Danza Nuda,
diretta da Francesca Di
Leso.
CHI E‟ MARCIA
ZEGARRA?
Pittrice, scultrice ed
illustratrice peruviana che
sin dagli esordi, si dedica
all‟analisi dell‟essere
umano.
Le sue illustrazioni, hanno
l‟obiettivo di promuovere
l‟integrazione dentro della
società, attenzione
focalizzata sulle donne, la
famiglia e i bambini, in
speciale, la serie titolata
“Figli di Dio”, storie di
immigrati , sono state
diffuse in diverse località
del territorio nazionale:
Milano, Salerno, Udine,
Torino. Nel 2017 Zegarra,
riceve il premio
“Integrazione-Migrazione”
nella seconda edizione
dell‟Associazione Unione
Sociale Donne
Latinoamericane in Italia.
Nel 2016 invece, riceve il
Premio “Donne che ce
l‟hanno Fatta” concesso
dagli Stati Generali delle
Donne, durante il
Congresso Mondiale delle
Donne Latinoamericane,
svoltosi nel Pirellone di
Milano.
Le sue opere fanno parte di
collezioni pubbliche e
private in Perù, Francia,
Cina, Germania, Svizzera e
senz‟altro Italia.
QUANDO NASCE LA
PASSIONE PER LA
PITTURA?
“Veramente l‟ho avuta fin
da piccola, mi piaceva
creare personaggi, ricordo
che giocavo con 50
bamboline di carte,
chiamate “las maricas”, ero
molto affezionata e le
collezionavo e sono certa
che sono state quelle
bamboline a marcare la
mia vita , perché per le loro
caratteristiche particolari,
potevo percepire diverse
personalità.
Dopo aver concluso i miei
studi in pedagogia,
ingresso all‟Università
Nazionale di San Agustin
di Arequipa, iniziano lì le
mie interroganti e una voce
insistente mi consigliava
fortemente l‟arte, e si
aprono così gli inizi in
questa appassionante
professione”.
HASHTAG#UMANITA‟
“Il concetto, quando le
persone si incontrano,
scambiano parole, sguardi,
valori, sentimenti,
ammirazione e conoscenza.
Oliena, il memorial che Zola dedica a suo padre.
Non solo calcio ma anche eventi culturali
HASHTAG# UMANITA’: ILLUSTRAZIONI PER
RIFLETTERE LA MOSTRA DI MARCIA
ZEGARRA A MILANO.
COLLEGIO LATINOAMERICANO DI GIORNALISTI
Rappresentanza Italia: Alicia Erazo.
Al via anche la rassegna
“Leggere lo sport”, pro-
mossa dal Comune e dalla
Fondazione Levi Pelloni. Con
lo stesso "magic box", Frances-
co Trento, Darwin Pastorin,
Cristian Nonnis, Paolo Piras
e Stefania De Michele.
Anche quest’anno si rinnova l’ap-
puntamento con il torneo giovanile
nazionale che Gianfranco Zola, in-
sieme alla sua famiglia e in collab-
orazione con la Scuola calcio del-
la Corrasi-Junior dedica a suo pa-
dre Ignazio Zola, indimenticato pi-
oniere del calcio nel suo paese
d'origine Oliena e in provincia di
Nuoro. Il sesto Memorial “Ignazio
Zola” vedrà la partecipazione
di Cagliari, Sampdoria e di un team
locale per la categoria giovanissimi
e decine di squadre provenienti da
tutta la Sardegna per le categorie
primi calci, piccoli amici ed esor-
dienti. La manifestazione, che si
svolgerà dal 6 al 9 giugno,
quest'anno presenterà un'offerta
ancora più ricca rispetto al passato,
con la prima rassegna “Leggere lo
sport”, ideata e promossa
dal Comune di Oliena in collabora-
zione con la Fondazione Giuseppe
Levi Pelloni.
L'iniziativa prevede, per tutta la du-
rata del Memorial “Ignazio Zola”,
presentazioni di libri, un incontro
con i ragazzi delle scuole medie e
una mostra fotografica, con lo sco-
po di mettere in risalto il valore ed-
ucativo e sociale dello sport. At-
traverso la pratica sportiva infatti il
ragazzo viene educato periodica-
mente al rispetto dell’avversario e
delle regole ed è quindi potenzi-
almente più predisposto alla lealtà
e alla legalità anche fuori dal cam-
po.
È quello che auspica lo stesso
Gianfranco Zola, fresco vincitore
con il Chelsea dell'Europa League
in qualità di vice-allenatore: “Sono
certo – afferma – che questi rag-
azzini potranno diventare ottimi cit-
tadini. E se qualcuno di loro arriverà
in alto nel calcio, tanto meglio”.
Sono quei valori hanno sempre
contraddistinto sul campo la lumino-
sa carriera sportiva di “magic box”,
e che ha sempre cercato di
trasmettere a sua volta ai suoi figli e
ai suoi allievi, con un chiaro e cos-
tante riferimento ai preziosi e sani
insegnamenti ricevuti fin da piccola
dalla sua famiglia. “A me preme so-
prattutto vedere che i ragazzi si di-
vertano nel rispetto delle regole,
senza mai mancare ai sani principi
di lealtà sportiva. Quelli di mio pa-
dre sono stati soprattutto insegna-
menti di vita, di comportamento.
Lezioni fondamentali che mi hanno
fatto diventare quel che sono, mi
hanno consentito di forgiare nel
migliore dei modi il carattere e la
mia personalità aiutandomi a
superare le tante difficoltà che inev-
itabilmente ho dovuto affrontare nei
campi di calcio e nella vita.”
Un’altra finalità degli eventi culturali
associati al torneo calcistico è
quella di avvicinare alla lettura i più
giovani partendo proprio da opere
legate allo sport. Lo sport (e il calcio
in particolare) è ritenuto infatti un
linguaggio universale per eccellen-
za che, come tale, ha sempre ispir-
ato la grande letteratura del Nove-
cento: basterebbe solo citare autori
del calibro di Albert Camus, Vladi-
mir Nabokov, Pier Paolo Pasolini,
fino ai più contemporanei Eduardo
Galeano, Osvaldo Soriano e Nick
Hornby, tanto per citare i nomi più
celebri.
Un linguaggio universale con una
forza dirompente in grado di con-
tribuire ad avvicinare le persone,
etnie e popoli diversi, con evidenti
ricadute sul piano sociale. È questo
ad esempio lo spirito che ha anima-
to Francesco Trento, autore
di Crazy for football - storia di una
sfida davvero pazzesca (scritto in
collaborazione con Volfango De
Biasi per Longanesi), che pre-
senterà la sua opera a Oli-
ena giovedì 6 giugno alle 21. Un
libro a cui è associato un docufilm
prodotto dall'Istituto Luce e da Rai
Cinema e che racconta una storia
bellissima ed emozionante in cui il
campo di calcio diventa il luogo
dove alcune persone che soffrono di
disturbi psichici (alcuni molto gravi)
compiono il primo passo nel
ricominciare a vivere con gli altri. “Il
calcio – racconta nel libro uno dei
protagonisti della storia, un ex
poliziotto della scorta di Cossiga –
mi ha aiutato tantissimo ad avere
una disciplina, a mettermi in rela-
zione con gli altri. E combattere an-
che i fantasmi, le paure, le
debolezze”.
La serata di venerdì ruoterà intorno
all'incontro sul tema “Il valore edu-
cativo dello sport attraverso i model-
li positivi”, con le testimonianze
di Gianfranco Zola – intervistato dal-
la giornalista di Euronews Stefania
De Michele – e diDarwin Pastorin,
che presenterà i due suoi ultimi
libri Storia d'Italia ai tempi del pal-
lone, dal Grande Torino a Cristiano
Ronaldo (Casasirio ed.) e il recen-
tissimo Gaetano Scirea, il Gentiluo-
mo (Giulio Perrone editore), incen-
trato sulla figura davvero esemplare
del grande libero della Nazionale
italiana campione del mondo del
1982. Un campione nel campo e
nella vita, morto prematuramente in
un incidente stradale su una strada
polacca, quando era vice allenatore
della sua Juventus, il 3 settembre
1989. Nel libro di Pastorin è ben
descritto il campione immaginato
oggi: avrebbe insegnato ai giovani
come calciare di destro o di sinistro,
come colpire di testa e come affron-
tare l’avversario con talento e rispet-
to ma, in special modo, come ri-
portare il pallone alla magia e alla
bellezza, rispettando le decisioni
dell’arbitro e tornando a casa con il
sorriso e mai con il rancore.
Sempre nella serata di venerdì (alle
19) Cristian Nonnis presenterà il
suo Calcio è filosofia (Kimerik ed.),
in cui l'autore ha voluto accostare
grandi filosofi del passato ad alcuni
dei fuoriclasse della storia del cal-
cio, scelti tra coloro che maggior-
mente hanno scatenato le fantasie
dello scrittore (tra cui Nils Liedholm,
Valentino Mazzola e Silvio Piola).
Infine sabato mattina avrà luogo un
incontro con i ragazzi della Scuole
Media di Oliena che presenteranno i
loro lavori dedicati allo sport, mentre
nel pomeriggio, tra una partita e l'al-
tra del torneo dei “giovanissimi”, l'in-
viato del Tg3 nazionale Paolo Pi-
ras leggerà alcuni brani del
suo Bravi & Camboni, l’epica minore
del Cagliari: piedi storti, teste matte
e colpi di genio, una spumeggiante
storia del Cagliari – a tratti
esilarante – narrata attraverso
trentatré ritratti di figure più o meno
gloriose di calciatori, presidenti, alle-
natori. “C’è senso dell’umorismo ma
anche umanità, in certi casi pietas
nel libro di Piras” – ha scritto nella
prefazione Gianni Mura. “Ci sono
molti modi di notificare la broccag-
gine vera o presunta. E la leggerez-
za è apprezzabile, come la stima
per chi al Cagliari ha dato tanto e
poco ha ricevuto”.
Per maggiori informazioni sul
programma della manifestazione
consultare il sito
web www.leggereleosport.org.
Goffedo Palmerini
7 Britalyca La Voce Alternativa Maggio 2019 10 COMUNICATI Palmerini Britalyca La Voce Alternativa Sport Maggio 2019
Siamo come scatole piene
di sorprese, abbiamo
bisogno di aprirci, abbiamo
bisogno di vivere e
convivere insieme, per
capirci, per conoscerci.
E‟ lontano il 2012, quando
presentai la mia prima
mostra di illustrazioni,
ricordo quel momento, dove
per la prima volta “sono
sata davvero ascoltata”,
ricordo avevo una valigia
piena di aspettative, le storie
me cercavano e anch‟io
cercavo tante storie, tutto
era nuovo, i volti, il colore
della pelle, gli accenti delle
voce, gli sguardi, i gesti,
ogni dettaglio che è un vero
tesoro per un‟artista che
cerca di plasmare in ogni
colore quelle storie che
sono vita, sì, vita allo stato
puro”.
La mostra personale
Hashtag#Umanità,
Illustrazioni per riflettere su
uomini, donne e bambini,
propone una posizione di
fronte ad una tendenza
oppositiva, a concetti come
la carità, l‟aiuto verso il
prossimo: l‟orfano, la
vedova, il mutilato, il
solitario, il dimenticato.
Cerca di rafforzare i
messaggi dimenticati dalla
modernità e il consumismo
spietato.
Alicia Erazo.
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  • 1. CHI SIAMO, POESIE E AFORISMI Ultima pagina Pagine 2 VIGNETTE Pagina 14 Varie 16 Cultura & Societa‟ A cura di Nino Bellinvia Pagine centrali 8/9 L’Angolino della Poesia Marynzia Panico Borrelli Perdete ogni speranza voi che entrate", pare ca dice ll'ommo cierti vvote ajzanne nu muro luongo fin'o cielo ca, gela però, sulo 'o core suojo! Si pecchè, chi chiud'e pporte cu 'a vita, nun sempe tene amici ca 'o vonno veramente bbene e, nun sempe ne gode 'e chello ca tene! Pò essere 'o cchiù ricco dò munno ma, more comunque, comm'è nu puvuriello comune! 'A vita va amata... e se sape ca chiunque ave bisogno semp'e n'ato...nun se pò essere sfruntato, tanto ca, 'a superbia so magna! Si, pò essere overo ca ll'amice si scegliono… ma 'a famiglia...dico 'a famiglia ca nc'ha dato a vita e ca è 'o bbene cchiù ccaro dò munno...nun ppò maje murì pè nu capriccio 'e nisciuno! Ognuno s'avessa piglià 'e responzabilità soje... e capì ca, nun se po fa suffrì a chi se vò bbene! 'a famiglia è famiglia e addà vivere nzieme...pure si cu mille difficoltà! 'A famiglia, l'unico nucleo d'ammore materno, fatto 'e mille carezze...'e chiant'e rrisa e, si vulimme dicere tutto... pure 'e debbulezza ma, s'adda tenè stretta, (Scritta pochi minuti fa...kisses) nun se pò jttà dint'a munnezza.. I palloncini quante volte scappano dalle mani di un bambino e quante volte si lanciano per un evento allegro o triste, nel volo! Certo che io non immaginavo dove andassero a riposare...pensavo rimanessero nell'aria ad aspettare...che credulona! Ma mi dispiace sapere che vanno a finire ovunque e specialmente in mare... E, questa terra martoriata da sempre da veleni umani sotterrati nelle sue viscere... anche questo deve subir COMUNICATI Palmerini Pagine 1011/ CRONACA Doriana Goracci Pagina 4 Dall‟ Italia e dall‟ Estero A cura di Giorgio Brignola Pagina 3 Ilario Mario Ponzi Photo reporter E Socio onorario Britalyca La Voce Alternativa) AUTAFORISMO L’ arte e’ vita Il cuore muore, quando il cervello smette di pensare Da un po' di tempo, io non sopporto e ne' supporto nessuno, sara' colpa della mia di syndrome Insegnanti ed educatori a contatto con i minori, dovrebbero passare un test pscoattudinale, prima di essere abilitati Nel bagaglio genetico di ognuno, ci sono geni buoni e cattivi, bisogna sempre fare buon uso dei buoni e correggere i cattivi Le menti malate si nascondono sotto ogni foglia E pensare che una volta i neurodiversi, li chiamavamo pecore nere Ancora non ho capito, perche' e' piu' facile credere ad una divinita' e non alla mente umana Ogni elezione ha un suo elettorato Mai dimenticare che al mondo, ci sono anche gl' altri La liberta' non ha mai avuto limiti, a parte quelli che ci siamo impostI Nessuna democrazia al mondo, puo' essere gestita solo dalla politica Io sarei a favore della esponsabilita' civile, sia per i magistrati sia per i politici, anzitutto quando quest' ultimi sbagliano i cancoli a discapito dello Stato, come per esem- pio il debito pubblico In Italia, da oltre un venteno I governi cadono solo grazie alla giustizia o allo spead Il capitalismo ha creato un mondo, in cui i mercati hanno un’ anima propria, libera e selvaggia e nessuno li potra’ mai piu’ controllare In ogni crisi politica i poteri occulti, non hanno mai avuto un solo colore Tutti significa tutti, e' non e' solo un dettame costituzionale CHI SIAMO Britalyca La Voce Alternativa, nasce nel 2005 da una idea Innovatrice di Carmine Gonnella (G.B) . Siamo picccoli operatori dell’ Informazione libera, approfondita e gratuita, non abbiamo soluzioni, solo alternative ! Analizziamo e approfondiamo le tematiche sociopolitiche e culturali scientemente con metodo imparziale, con onesta‟ intellettuale esenza urlare. Nel nostro piccolo, non facciamo giornalismo ma informazione. In una democrazia avanzata, sensibizzare e indirizzare il egislatore. , e’ compito di ogni cittadino Il format Pdf e‟ in A2 , per averne una copia scrivere a lavocealternativa@gmail.com Collaboratori :Cronaca, Doriana Goracci (Italia) Alle politiche in Italia e all‟ Estero , il Comm. Giorgio Brignola (Italia) Cultura e Societa‟ Nino Bellinvia ( Italia ) Comunicati, Goffredo Palmerini (Italia) alla diffusione online , Mario Ponzi. (G.B.) Arnaldo De Porti ( Italia) Daniela Rubino (Giornalista pubblicista Italia ) Poeie Marynzia Panico Borrelli (Italia) Fondato, edito e pubblicato da Carmine Gonnella Londra (GB) Periodico gratuito di libere e approfondite informazioni sociopolitiche Fondato, edito e diretto da Carmine Gonnella Londra (2005/2019 ) IV edizione N. 49 Maggio 2019 . Siamo su molti social networks. e arriva a circa 3000 contatti in formato Pdf GEOPOLITICA Ennio Remondino Pagine 5 16 VARIE Britalyca La Voce Alternativa Maggio 2019 Questo periodico e‟ interamente autogestito FOR DONATIONS: Sort Code 20-12-26 Account no: 73931346 IBAN : GB03 BUKB 2012 2673 9613 46 GRAZIE Turing, lo scienziato che contribuì a sconfiggere il nazismo perseguitato perché gay Grazie al suo genio riuscì a decrittare Enigma. Con- dannato per omosessualità si tolse la vita. La regina Elisabetta gli ha dato la grazie postuma nel 2013 Nel 2013 la regina Elisabetta II gli aveva concesso la grazia postuma. Un segnale importante nei confronti della memori di Alan Turing, lo sci- enziato britannico vissuto nella pri- ma metà del Novecento e ritenuto uno dei più importanti studiosi e sperimentatori nel campo della ma- tematica applicata e della prima in- formatica. Turing era stato con- dannato per essere omosessuale nel 1952: all‟epoca nel Regno Unito l‟o- mosessualità era un crimine punito con il carcere o la castrazione chim- ica (con iniezioni di ormoni femminili). Lo scienziato si tolse la vita due anni dopo, all'età di 41 anni, probabil- mente a causa delle persecuzioni subite. Turing fu condannato dopo la scoperta della sua relazione con un 19enne. Chris Grayling, Segretario Britannico alla Giustizia, ha af- fermato: «Turing merita di essere ricordato e riconosciuto per il suo fantastico contributo allo sforzo bel- lico e per la sua eredità alla scienza. Il perdono della Regina è stato il giu- sto tributo ad un uomo eccezionale». La decisione della Regina di con- cedere la grazie postuma era arrivata a culmine di una campagna avviata nel gennaio 2013 e sostenuta anche da importanti rappresentanti del mon- do scientifico, tra i quali il matemati- co Stephen Hawking, attraverso una lettera indirizzata al primo ministro David Cameron. Il Daily Telgraph aveva anche pubbli- cato una lettera aperta firmata da un- dici importanti scienziati britannici, che ne chiedevano la riabilitazione. In precedenza, a distanza di tanti anni dal gesto estremo di Turing, ma nel settembre 2009, il governo britannico si era limitato ad una dichiarazione di scuse ufficiali, formulata dal primo ministro Gordon Brown e seguita ad una petizione di successo promossa via web. 
Quella volta a Turing fu riconosciuto vittima di un «trattamento omofobico». Ma nel 2011 il governo Cameron aveva rifiu- tato 23 mila firme che chiedevano la grazia per lo scienziato. Turing è ricordato come l'ideatore di una macchina elettromeccanica in grado di decodificare i codici creati mediante la macchina Enigma dalle armate tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale. I codici cifrati di Enigma furono utilizzati dai sottom- arini tedeschi nell‟Atlantico, e secon- do gli storici il lavoro di Turing po- trebbe aver accorciato il conflitto di ben due anni. INCHIESTA Dimezzati i reati, ma il 78% della popola- zione pensa che siano in aumento. Ecco il perché di Milena Gabanelli e Luigi Offeddu Pagina 15 Grazie Enrico ! Bianca Berlinguer: “Ogni giorno mi chiedo che cosa penserebbe papà Enrico” A 35 anni dalla morte del leader del Pci, Bianca Berlinguer ricorda "la sua lezione ancora viva". E dice: "Non voleva che lo pensassero triste, non lo era" "Ancora oggi non credo di essere riuscita a elaborare completamente il mio lutto". È un momento di pausa a Saxa Rubra, Bianca Berlinguer ha appena fissato la scaletta del suo programma. Chiusa la porta della stanza, perde quel tratto imperi- oso in cui si rifugiano molto spesso le donne pubbliche per difendersi dal mondo. Sono passati 35 anni dalla scomparsa di Enrico Berlinguer, l'11 giugno 1984, e lei parla del padre con un'emozione intatta, come se quella drammatica... L‟amnistia di Togliatti, 70 anni fa Pagina 6 Ha vinto il pre-fascismo. E non sarà il Pd a fermarlo Ha vinto il pre-fascismo. Salvini e Meloni (34,26+6,45) superano da soli, la percentuale che con l‟attuale legge elettorale per le politiche garantisce con altissima probabilità la maggioranza asso- luta. Del resto, possono imbarcare anche ciò che si decomporrà di Forza Italia, con Berlusconi totem inoffensivo. Avranno i numeri per cambiare la Costituzione (repubblicana antifascista) che de- testano. Potranno dilagare nella Corte Costituzionale e nel Csm, asservendo la magistratura…..segue a pagina 12 COLLEGIO LATINOAMERICA- NO DI GIORNALISTI Rapresentanza Italia: Alicia Erazo. Pagina 7 POLITICA ITALIANA Ultime Conte non cede e avverte i vice: «C'è il rischio disastro sui mercati» Tagli alla Sanità per due miliardi: l‟allarme delle Regioni Migranti, minacce a procuratore Agrigento Patronaggio: “Se continui con sbarchi passiamo ai fatti” A pagina 13 Comites di Zurigo: le assured accuse di Alban Pagina 4
  • 2. Lo dicono i magistrati: la nuova legge sul- la legittima difesa «potrebbe essere appli- cata» per la prima volta nel caso di Mar- cellino Jachi Bovin, 67 anni, tabaccaio di Pavone Canavese, alle porte di Ivrea. Indagato per eccesso colposo di legittima difesa, venerdì notte ha ucciso a colpi di pistola Ion Stavila, 24 anni, cittadino mol- davo incensurato che aveva forzato il suo negozio insieme con due complici. Verrà interrogato nei prossimi giorni alla presen- za del suo avvocato. «Ha tutta la mia soli- darietà – ha detto il ministro Salvini –. Mi auguro che la nuova legge riconosca che questo 67enne ha fatto quello che è stato costretto a fare. Il ladro, se avesse fatto un altro mestiere, a quest‟ora sarebbe a casa sua. Ne abbiamo le palle piene, la gente ha diritto di difendersi, sono orgoglioso di questa legge». «Questa legge» è nata da una percezione di insicurezza. Anche se in Italia diminuiscono i crimini: lo si sa da 10 anni, e continua ad accadere con diversi governi. Stando ai numeri siamo diventati uno dei Paesi più sicuri dell‟Unione Eu- ropea. Omicidi volontari, quasi dimezzati: 611 denunciati nel 2008, 368 nel 2017. Rapine: 45.857 denunciate nel 2008, 30.564 nel 2017, un calo del 33,3%. Ad incidere di più sulla sfera personale sono i furti in casa, perché diffondono insicurez- za: meno l‟8,5%, nel 2017 rispetto al 2016. Come si influenza la percezione Eppure cresce la paura, reale o favorita da politica e media: nel 2017 il tema «criminalità» è comparso nel 17,2% dei malanni o "imperfezioni" In altre parole se un cittadino comune va in pensione a 65/66 anni, non vedo perche' un politico dovrebbe andare a riscalfare gli scanni in parlamento. Regola che dovrebbe valere anche per il colle e istituzioni varie ! IL POLITICO IDEALE, A PRESCINDERE DAL SUO TITOLO DI STUDIO I primi tre requisiti che servono ad un buon politico sono, un' ottima conoscenza dei dettami costituzionale, una buona dose di onesta' intellettuale e un' eccellente cono- scenza dei linguaggi sociopolitici (Da: Au- taforismo II) In passato ne ho conosciuto qualcuno che en aveva almeno due. I politici di oggi in Italia e non solo, molto probabilmente ne hanno nemmeno uno, il terzo. Prendiamo per esem- pio Matteo Salvini, ha un ottima conoscenza dei linguaggi sociopolitici, ma in quanto a conoscenca dei dettami e onesta intellettua- le, lascia del tutto a desiderare. Per essere un buon politico occorre averli tutt ' e tre, a prescindere dal titolo di studio. Il peggio e‟ che anche se ci fosse in candidato che aves- se tutt e tre I requisiti, statene certi che nessun partito lo presenterebbe. Ragione? Poco manipolabile ! Adesso andate tutti a votare e come dice anche il grande Francesco (Guccini) “ Tanto ci sarà sempre, lo sapete un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate” BERLUSCONI E' MORALMENTE INDEGNO COME TANTI ALTRI , ERGO INCANDIDA- BILE ! Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sen- tenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge. Io mi chiedo se qualcuno abbia mai letto il quarto comma dell' articolo 48. Se Berlusconi e tanti indagati e imputati come lui. possono liberamente candidarsi ,perche; sino adesso a nessun' onesto legislatore, e' mai venuto in mente di fare una legge dello Stato che vieti le candidature ai moralmente indegni, come Silvio Berlusconi. Il voto passivo puo' essere ( Costituzione canta) essere limitato non solo per chi ha avuto una sentenza irrevocabili, ma anche nei casi di indegnita' morale. Chi e' imputato ( ma anche chi e' indagato) e' moralmente indegno a prescindere dalla pre- sunzione d' innocenza. Qui stiamo parlamdo di qualcuno, senza fare il nome di Berlusconi, che e' imputato in un processo per cor- ruzione. E voi che fate ? Lo mandate al Par- lamento europeo. Ma per favore !!! Se in Italia esiste ancora un politico onesto, pre- senti una legge che vieti le candidature ai moralmennte indegni, inziando dagli indagati, per finire ai condannati civili e penali, anche se la pena e' stato scontata. Per me candido significa senza ombre di dubbio ! (nota edito- riale) C‟ERA UNA VOLTA IL PRAGMATISMO AN- GLOSASSONE Brexit or not Brexit ? Direbbe Willian dalla tomba ! L‟Inglilterra aderi‟ al l‟ Unione Europea nel gennaio 1973 , dopo aver firmato il trattato di adesione nel 1972 insieme alla Danimarca Irlanda e Norvegia, ma la permanenza del Regno Unito nell‟ unione fu poi soggetto di un referendum popolare nel giugno 1975 e piu‟ del 67% della popolazione, confermo‟ la permanenza. E questa e‟ storia ! Dopo oltre mezzo secolo di vita comunitaria e di normative trattati firmati e‟ avvenuto esattamente il contrario. La politica inglese, invece di prendersi le dovute responsabilita‟, spingendo il Parlamento al voto sulla brexit e poi il referendum, se n‟e‟ lavato le mani, facendo decidere ad un popolo per dir poco “disinformato” e confuso, se rimanere o non in Europa. Dopo ottobre la politica inglese dovrebbe fare un passo avanti e indire un‟ altro referendum dai quisiti molto semplici: “ Brexit senza accordi oppure rimanere” Anche perche‟ l‟ Europa e‟ stata chiara, quello della May, e‟ l‟ unico deal fattibile ed e‟ stato boc- ciato gia‟ tre volte dal Parlamento, in piu‟ lo stesso ha votato un bill in cui si dice: “ No brexit senza accordi” E‟ una bella papata bollente sia per la May, sia per I suoi sicces- sori “ LA PRESUNZIONE D' INNOCENZA VALE PER TUTTI I CITTADINI, MA NON PER IL LEGISLATORE A stabilirlo non sono io ma la Costituzione repubblicana : " Il diritto di voto non può es- sere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge. Lo so che ci stiamo ripetendo ancora una volta e lo faremo sino a quando non si vieti la candidatura ai moralmente indegni, ov- verossia , in ordini: condannati in primo grado, imputati, indagati e condannati anche se hanno scontato le pene civili o penali che siano. Vedete che quando si parla di casi di indegnita' morale, si parla anzitto di voto pas- sivo (candidabilita' per i meno addetti. I de- linguenti o presunti tali bisogna tenerli fuori dalla politica, perche' una volta entrati e dif- ficile anche per la Giustia cacciarli. Va anche detto che chi una volta eletto viene colto in fragranza di reato, deve essere comunque " dimesso", estendendo la mozione di sfiducia personale a tutti i membri, del Parlamento ! E ho detto poco ... AL LUPO AL LUPO, SENZA ANCORA AVER VISTO IL PELO Riduzione degl‟ eletti all‟ estero ! Allora andiamo per ordine. Nel 2001 un certo Mirko Tremagla, dichiaratamente repubblino, ergo fascista, modifico‟ insieme al centro sinista la Costituzione per dare agl‟ italiani all‟ estero piu‟ voce in capitolo (dicevano) , istitu- endo le 4 circoscrizioni all‟ estero, 12 deputa- to e 6 senatori Per farlo ci impiegarono circa due anni, dovendo cambiare tre articoli della Costituzione repubblicana ( e non repubbli- china) Nello specifico il 48. Il 56 e il 57 (credo vado a memoria, chi piu‟ ne sa mi corregga) Leggendo si evince che: (ancora oggi) “La ripartizione dei seggi tra le cir- coscrizioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, si effet- tua dividendo il numero degli abitanti della Repubblica, quale risulta dall'ultimo censi- mento generale della popolazione, per sei- centodiciotto e distribuendo i seggi in propor- zione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.” (57 e mi basta) All‟ epoca nessuno grido‟ , al lupo al lupo, eppure c‟ era sia il pelo che il lupo, perche‟ nel 2000 I cittadini iscritti al registro elettorale dall‟ estero, erano circa 3. 5 milioni. Io non sono molto bravo in matematica, anche ho fatto il liceo scientifico , ma se dividete 3.5 milioni per 618 , non somma 12 alla camera e nemmeno 6 al senato. Quindi la legge Tremaglia ( come fu definita da molti di noi ) era ed e‟ incostituzionale. Adesso e‟ ovvio che se la riforma della Costituzione sulla riduzione dei parlamentari va in porto, auto- maticamente gli eletti all‟ estero saranno an- che ridotti. Anche se credo che essendo un disegno di legge costituzionale, dovra se- guire l‟ iter parlamaentare, ovverossia Quat- tro letture tra le camera a distnaza di tre mesi e se nella quarta lettura non raggounge I due terzi del parlamento, si va al referendum po- polare senza quorum . Mi auguro che sia stato abbastanza chiaro e preciso … IL LOBBISMO E‟ ANTICOSTITUZIONALE E IL CASO SIRI NE E‟ L‟ ENNESIMA DIMOSTRAZIONE Siri si dovrebbe dimettere perche‟ e‟ venuto meno al suo giuramento. Non solo ha giurato (o chi per Lui, credo si chiami Matteo) di es- sere fedele alla Costituzione e le sue leggi, ma di essercitare le sue funzioni nell‟ esclu- sivo interesse della Nazione. Ma questo a Matteo non interessa, perche‟ si tratta della Costituzione italiana. In Costituzione c‟e‟ un articolo poco usato fra un po‟ cadra‟ I pre- scrizione, riguardo al lobbismo, o se voglia- mo al rapporto diretto tra cittadini e legisla- tore, ed e‟ il secondo comma Art. Cost. 71: “Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, medi- ante la proposta, da parte di almeno cinquan- tamila elettori, di un progetto redatto in artico- li.” In caso gli amici o gli amici degl‟ amici di Siri e anche di Matteo, in futuro volessero chiedere delle misure legislative. Non si mai, ambasciator non porta pene ! Sul caso Siri e non solo... UNA LEGGE ELETTORALE CHE VIETI LA CANDIDATURA AI MORALMENTE INDEGNI, IMPUTATI E CONDANNATI, ANCHE SE HANNO SCONTATO LA PENE Il caso Siri non e‟ il primo ne‟ sara‟ l‟ ultimo. Bisogna tenere tutti I delinguenti e i presunti tali fuori dalla gestione dello Stato, lo scriviamo e lo ripetiamo da anni, il candidato deve essere candido, cioe‟ con la la fedina penale immacolata. Una legge che lo ricichede la stessa Cos- tituzione, (quella cosa che durante le cam- pagne elettorali tutti I partiti si riempino la bocca, per poi sputarla fuori un volta in Par- lamento) agl‟ articoli 48 e 54. Quarto comma art. Cost. 48:” Il diritto di voto non può es- sere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge. Secondo comma art. Cost. 54 :” I cit- tadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle, con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.” Il candidato a cui poi saranno affidate funzioni pubbliche, dovra‟ giurare (si fa per dire) di essere fedele alla Costituzione e alle sue leggi e di esercitare il suo mandato nell‟ interesse esclusivo della Nazione. I moralmente indegni gli imputati e condannati anche se hanno scontato la pene, sono stati gia‟ infedeli alla Costituzione e alle sue leggi ( per non dire altro) E‟ vero che ( art. Cost. 27 : “L'imputato non è consid- erato colpevole sino alla condanna definiti- va.” , ma qui stiamo parlando dei gestori del- la Cosa Pubblica, della formazione delle leg- gi, purtroppo anche quelle elettorali appunto …. IN ITALIA IL LEGISLATORE, HA SEMPRE CONFUSO I DOVERI CON I DIRITTI La solidarieta‟ e‟ un dovere inderogabile, mentre le pari dignita‟ sociali sono un diritto di tutti,ecco perche‟ a differenza dell‟ altre democrazie moderne, nel corso dei decenni, in Italia e‟ venuto meno lo Stato Sociale e il benessere commune. programmi della principale Tv francese, nel 26,3% di quella britannica, nel 18,2% di quella tedesca e nel 36,4% dei 5 principali telegiornali italiani. Il 78% degli intervistati in un‟indagine de- gli stessi mesi ritiene che la criminalità in Italia sia cresciuta rispetto a cinque anni prima. Questa opinione si concentra al 91% fra gli elettori della Lega. E il 39% della popolazione (nel 2015 era il 26%) chiede che sia più facile acquistare un‟arma per difesa personale. La parola «sempre» ha cambiato la legge Così, a marzo, sono stati riformati alcuni articoli del codice penale. L‟articolo 52 diceva e dice: «Difesa legittima. Non è punibile chi ha commesso il fatto, per esser- vi stato costretto dalla necessità di difende- re un diritto proprio od altrui contro il pericolo di una offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all‟offesa». In soldoni: non puoi sparare a un ladro che fugge. La norma prosegue: «se il derubato si trova a casa sua o in altro luogo di privata dimora, o nelle appartenenze di es- si» (cortile, garage, ndr), o in «ogni altro luogo ove venga esercitata un‟attività com- merciale, professionale o imprenditoriale», allora «sussiste sempre il rapporto di pro- porzione». Quel «sempre» prima non c‟era. Tradotto: se uccidi qualcuno che ti minac- cia entrando nella tua proprietà, la propor- zione fra difesa e offesa è data in partenza per scontata. Sul punto risponde il sottosegretario all‟In- terno Nicola Molteni: «Aver aggiunto l‟avverbio “sempre” ha rafforzato un prin- cipio. Non togliamo potere al giudice, ma stabiliamo che all‟interno del domicilio e alle condizioni previste dalla Costituzione, mi posso difendere perché la proporzional- ità sussiste “sempre”, e di conseguenza la legittima difesa». Sta di fatto che se fino a ieri al giudice restava un margine di valuta- zione, da oggi sarà molto ristretto, a meno che il giudice non ponga appunto un prob- lema di costituzionalità. Una legge giustificata? La nuova legge è nata da un‟emergenza giudiziaria? Dai numeri, si direbbe di no. Per questi fatti, nel 2017, risultavano in corso nei tribunali 26 processi. Di questi, in 14 casi si procede per «legittima dif- esa» (vuol dire che si avvieranno all‟ar- chiviazione), mentre negli altri 12 (da oggi 13, con il caso di Pavone Canavese) per «eccesso colposo di legittima difesa», ov- vero i giudici devono valutare se l‟imputato ha esagerato. Per magistrati e penalisti la legge è «inutile e pericolosa», anche perché l‟inviolabilità della proprietà privata può contrastare con il diritto alla vita – anche quella del ladro – sancito dall‟articolo 2 della Costituzione. Per il Sottosegretario Molteni invece il problema non si pone: «A nostro avviso non c‟è nessun contrasto. L‟intenzione del legislatore è stata quella di formulare una riforma costituzionalmente orientata. Il nuovo quarto comma specifica, senza ulteriori dubbi, una condotta che riteniamo non possa ricadere nell‟eccesso colposo». Si va forse verso una «legittima offesa», piuttosto che difesa. Come funziona negli Usa e d Europa In alcuni Stati americani, vige il principio «stand your ground», proteggi il tuo territo- rio: se aggredito ovunque, puoi uccidere. E ancor più se sei a casa tua («castle doc- trine», «dottrina del castello»). In altri, prevale il «duty to retreat», il dovere di cercare prima una via di fuga. In Francia, la legittima difesa è riconosciuta solo se «necessaria, come unico modo di proteggersi». In Gran Bretagna la legge consente di usare anche «una forza spropor- zionata» per respingere un‟intrusione domi- ciliare. Ma bisogna provare di aver fatto ciò che «onestamente e istintivamente» si giu- dicava «necessario». In Germania, non è imputabile chi reagisce violentemente a una minaccia «che non possa essere altrimenti sventata». Soprattutto se l‟aggredito ha agito in preda «a confusione, paura o ter- rore». Anche la nuova legge italiana (art. 55, eccesso colposo) prevede la non puni- bilità nel caso di un «grave turbamento». Ma qui è intervenuto il presidente Mattarel- la: il «grave turbamento» deve essere «effettivamente determinato dalla concreta situazione in cui si manifesta». Ci vuole cioè una verifica oggettiva: non può essere solo chi ha premuto il grilletto a testimoni- are per se stesso. Ricaduta sulla vendita di armi La nuova legge farà aumentare il numero delle armi da fuoco che circolano in Italia? Nel 2017, 1.398.920 licenze di porto d‟armi sono state registrate a nome di civili, più 13,8% rispetto al 2016. Le licenze per cac- cia sono 738.602. In grande crescita quelle per il tiro al volo e al piattello: più 21,1% nel 2016-2017. Sono meno costose e più facili da ottenere, ma ugualmente efficienti (ne usò una Luca Traini, lo sparatore razzista di Macerata). In totale sono 584.978, ma circa 200.000 italiani, dal 2014, hanno messo piede in un poligono. Calano invece le armi per difesa personale: meno 4,8%, forse per le difficoltà burocrat- iche. I rischi dell‟arma in casa Secondo l‟Osservatorio Internazionale «GunPolicy. Org», nel 2017 i privati ital- iani possedevano 8.007.920 armi da fuoco, un milione in più rispetto a 10 anni prima. Ma 6.609.000 erano le armi non registrate. Se si considera che una famiglia media è composta da 2,3 persone, calcola il Censis, 4,5 milioni di italiani fra cui oltre 700.000 minori hanno un‟arma a portata di mano. In Italia, ci sono 12 armi da fuoco ogni 100 abitanti, negli Usa 88. Dice ancora il Cen- sis: se avessimo le stesse regole permissive americane, le famiglie italiane con armi in casa «potrebbero lievitare fino a 10,9 mil- ioni e i cittadini complessivamente esposti al rischio di uccidere o di rimanere vittima di un omicidio sarebbero 25 milioni». 2 A cura di Carmine Gonnella Britalyca La Voce Alternativa Maggio 2019 15 INCHIENSTA Britalyca La Voce Alternativa Maggio 2019 Nessuna democrazia al mondo, puo' essere gestita solo dalla politica Dimezzati i reati, ma il 78% della popolazione pensa che siano in aumento. Ecco il perché di Milena Gabanelli e Luigi Offeddu OGNI ELEZIONE HA UN SUO ELETTORATO E questo lo sanno anche I bambini, tranne I politici italiani, che ad ogni tornata vinta vor- rebbere riandare alle elezioni nazionali antic- ipate, oppure cambiare i programmi legisla- tivi. E‟ solo un‟ illusione, perche' ogni elezione ha un suo elettorato. Quelle euro- pee sono basate su tematiche comunitarie e quelle amministrative su tematiche territo- riali, tranne i referendum perche' questioni di coscienza. La storia (poi) ci ha sempre inse- gnato che l‟ elettorato e‟ instabile, perche‟ basato sulle esigenze sociopolitiche dei cit- tadini, a distanza di tempi Per risolvere il tutto e non trovarci sempre in eterna campa- gna elettorale , ci vorrebbe l' "Election Day", sia per quelle nazionali , sia per le amminis- rative ed europee, con un‟ unico meccanis- mo elettorale, per semplificare le scelte. E' l' unimo nodo per governare un' intera legisla- tura, senza interruzioni alcune IN BASE AL CONTRATTO DEL GOVERNO DI MAIO /SALVINI, IL PRIMO MINISTRO CONTE , VALE MENO DI UN FICO SECCO (tanto per usare un...) Cooperazione tra le due forze politiche I contraenti (Salvini e Di Maio) si impegnano a tradurre questo contratto in una pratica di governo e sono insieme responsabili di "tutta" la politica dell‟Esecutivo. (Dal Contrat- to " Funzionamento del Governo e dei grup- pi parlamentari 1) Ma il Capo dello Stato il contratto l' ha letto ? Badate bene che secondo l' articolo 95 chi e' responsabile del governo in generale e' il PRIMO MINISTRO. Qui ci troviamo al co- spetto di due capi politici, che non solo non hanno mai letto la Costituzione repubblicana italiana ( per essere precisi) ma che di essa se ne sbattono altamente ! Se questo e' il modo di governare una democrazia ! E poi… .MA DI QUELE DEMOCRAZIA STATE PAR- LANDO ! ELEGGIBILITA' Possiamo ripeterlo ancora una volta ? Art. 49 Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politi- ca nazionale. Terzo comma Art. 56 Sono eleggibili a deputati tutti gli elettori che nel giorno delle elezioni hanno compiuto i venticinque anni di età. Secondo comma Art. 58 Sono eleggibili a senatori gli elettori che hanno compiuto il quarantesimo anno. Ergo, si puo' essere deputati dall' eta' di 25 anni sino all' ultino respiro e senatori dall' eta' di 40 sino all' ultimo respiro. Noi non crediamo che questo sia un "metono" demo- cratico ! Perche' se esiste un' eta' minima d' eleggibilita' ci dovra' essere anche una eta' massima. Anche l' eta' minima andrebbe equiparata tra le camere a 25 anni e la mas- sima, perche' no a 70 anni. Dopo i 70 anni l' homo sapient inizia a nascondere i propri
  • 3. LA PRIMA ANALISI Le attuali difficoltà politiche sono l‟effetto di questa Terza Repubblica nata con la fretta per finire la Seconda. Lo Stato, però, non può essere comparato a un‟azienda. I motivi, non solo politici, sono tanto evidenti da produrre i presupposti per un disordine istituzionale. Così, tra il promettere e il fare, ci sono situazioni parlamentari ancora da chiarire. Questo Esecutivo potrebbe dare filo da torcere a un‟Opposizione sempre meno coesa e avviata a ridimensionare il suo ruolo politico nel Paese. Le decisioni del Governo potrebbero condizionare il futuro della Penisola con effetti sul fronte di un‟economia che non ha dato segnali di miglioramento. Quando certi progetti cozzano con una diversa realtà, non ci sono alternative. Solo dopo l‟applicazione integrale del Contratto di Governo Di Maio/Salvini, potremo sciogliere le nostre riserve senza favoritismi per nessuno. Per ridare “fiato” all‟Italia ci vuole tempo. Tentare d‟accelerare le occasioni non servirebbe. C’è solo da sperare che non s’inizi a proporre“mosse” sbagliate all‟interno di questo Esecutivo tanto atipico. Potrebbero essere le prime di una lunga serie di questioni, certamente vitali, per il Paese. I “bisticci” parlamentari, da noi, fanno notizia e le “regole” per garantire la governabilità potrebbero essere modificate. Dopo l‟analisi dei primi risultati concreti “made” Di Maio/ Salvini, sul senno dei politici torneremo. E‟ uno degli atti dovuti ai nostri Lettori. LA TERAPIA L‟attuale “terapia” politica rivelerà la sua potenziale validità non prima del prossimo anno. Ma il “malato” potrebbe “spirare” prima. Questa è la situazione che si percepisce in Italia. La crisi economica, antica e reiterata, ci ha messo a terra. Ma non solo. Mentre il sistema bancario nazionale è tutelato, accedere al credito resta un problema. Per parecchi piccoli imprenditori si è fatto impossibile. La macchina economica nazionale s‟è inceppata. Intanto, tirare avanti, è un‟impresa che metta a dura prova anche il più diligente degli imprenditori. La burocrazia nazionale non concorre, certamente, a migliorare il quadro sociale del Bel Paese. Tantomeno, quello finanziario. Il tutto, tra l‟altro, ipotecando il futuro di un‟intera Generazione di lavoratori e senza garantire una serena vecchiaia a quella che è destinata a uscire della realtà produttiva. Ma non è tutto. Tra accise, addizionali locali e nazionali, il rischio di recessione resta. Purtroppo, non esiste una “cura” sicura per frenare il depauperamento delle risorse nazionali. Neppure il “Contratto di Governo” Di Maio/Salvini e la quota previdenziale”100”. L’Italia è uno dei Paesi UE con una macchina dello Stato a ingente costo e a basso rendimento. Una terapia, poi mai sperimentata, poteva essere quella del federalismo fiscale. Da noi, invece, si è fatto un passo indietro. Ci sono, così, degli obblighi che restano in primo piano ed è molto più facile concentrarsi sul “mucchio” che mettere a “fuoco” le speculazioni di pochi. Insomma, chi rischia sono sempre i più “deboli”. Ma non è ancora finita. La nuova dirigenza politica dovrà dimostrare un impegno che potrebbe essere anche frenato da chi, almeno sulla carta, è alleato dell‟accoppiata Lega/5S. La “terapia” per salvare l‟Italia resta, di conseguenza, ancora da sperimentare nel concreto. Intanto, l‟anno procede con segnali inquietanti sia a livello interno, sia internazionale. PENISOLA ALLA DERIVA A dispetto del contenimento della spesa nazionale, il deficit pubblico continua a essere sensibile e gi eventi sociali, piccoli o grandi, ci hanno richiamato a una realtà che credevamo dissolta con la Seconda Repubblica. Anche sul reddito di cittadinanza preferiamo mantenere un certo riserbo. L’unica certezza è rappresentata da questo Esecutivo ancora in “rodaggio”. Intanto, i Partiti d‟opposizione si muovono in modo scoordinato e le critiche non hanno buon gioco sui fatti del quotidiano. Insomma, i segnali d‟insofferenza continueranno a non mancare. Analizzarli tutti sarebbe impraticabile; anche perché continuerebbero a mostrare uno scollamento di rapporto tra eletti ed elettori. Col Governo Lega/5S, ci piaccia o no, questo 2019 non sarà l’anno della “ripresa”; proprio perché preceduto da un quinquennio d‟intrighi e di contrasti che hanno evidenziato come una certa politica possa portare alla rovina. Ora sarebbe il caso di bandire le illusioni e lasciare tutte quelle promesse che non si potranno mantenere. Il Paese ha esigenza, disperata esigenza, di certezze. In caso contrario, gli effetti sarebbero dannosi e non solo nella Penisola. Questo nuovo Potere Legislativo ed Esecutivo può rappresentare solo l‟inizio di un diverso percorso. L‟Unione Europea non concilia l‟esistenza di posizioni ”ibride”. L‟imprevedibile nell‟affermare una strategia, per applicarne un‟altra, potrebbe non avere pregio. La prospettiva dell‟”improponibilità”potrebbe ripresentarsi. Questa Maggioranza sarà in grado di guidare il Paese? L‟interrogativo non può avere, per ora, un‟assennata risposta. Intanto, la deriva socio/economica rimane. IL PROGETTO Con effetti discutibili, la partita politica Salvini/Di Maio continua. Comunque, da quanto è emerso, il quadro istituzionale potrebbe ancora cambiare. Il Potere Legislativo è stato varato senza palesi difficoltà. Quello esecutivo è ancora da assimilare; ma già è motivo d‟attrito tra i partiti d‟”opposizione”. Di più non è possibile evidenziare proprio perché non sono ancora operativi tutti i contenuti del contratto di governo. Nella foga della disamina, resta da chiarire come andrà a essere gestita la politica della formazione di “centro/destra” con possibili aperture esterne di sostegno. Non è neppure da escludere, però, la cobelligeranza dei partitini che, all‟occorrenza, potrebbero fare “numero” nel mucchio. Il contratto di governo sarà il banco di prova per la “tenuta” di un Esecutivo il cui Primo Ministro dovrà fare i conti con un Parlamento diverso da quelli passati. Date le ammissibili “novità”, potrebbe avere buon gioco anche una sorta di “fiducia” con voto segreto. Lega e Cinque Stelle faranno di tutto per non “mollare”. Se il contratto non dovesse essere condiviso da una certa ala parlamentare, non ci sarebbero altre occasioni. Il Potere Legislativo continuerà a far suo il progetto Salvini/Di Maio. La “maggioranza” non gli manca; ma con risultati che, ora, non possiamo immaginare. ITALIANI NEL MONDO I milioni di Connazionali che vivono all‟estero chiedono una migliore rappresentatività a livello politico nazionale. Da quanto abbiamo potuto intendere, desiderano pensare con la loro testa ed essere più partecipi alle decisioni che li potrebbero interessare anche fuori dal Bel Paese. La questione della rappresentatività è quella che maggiormente ha evidenziato la nostra attenzione. La Legge 27.12.2001 n. 459, quella del voto politico per corrispondenza per i Candidati nella Circoscrizione Estera, è stata partorita da un Parlamento che aveva limitata percezione nel variegato ambito migratorio. Poi, non è stata più riesaminata. A circa diciassette anni dall‟entrata in vigore di questa normativa, gli “Onorevoli” eletti dall‟estero non hanno fatto nulla per aggiornare una legge che ne avrebbe bisogno. Per far comprendere che si può cambiare, le iniziative, però, hanno da svilupparsi fuori d‟Italia. Non ci sembra il caso d‟aggiungere commenti personali. Servirebbero a poco. Chi vive oltre frontiera è nelle condizioni di decidere, in modo autonomo, del suo futuro; anche nella Penisola d‟origine. Proprio su queste basi, che riteniamo fondamentali, intendiamo monitorare lo status degli italiani nel mondo. L‟Italia delle “riforme” inizia a pesare nei confronti dei Connazionali all‟estero. Ora la Penisola non ha bisogno di nuovi sacrifici proiettati in un‟ottica che ben poco andrebbe a migliorarla loro realtà internazionale. Gli italiani nel mondo hanno da essere considerati in una posizione più consona ai problemi che li coinvolgono. Se si dovesse continuare a non dare l‟importanza che merita la nostra Comunità all‟estero, si potrebbe verificare quell‟effetto “boomerang” che i politici hanno, da sempre, temuto. Le nuove tattiche anche elettorali, a nostro avviso, dovrebbero essere progettate pure col contributo di chi vive fuori d‟Italia. Essere più “partecipi” significa evidenziare una rappresentatività che è ancora troppo circoscritta. Un avvertimento che abbiamo capito e del quale faremo tesoro. IL RECESSO A dispetto del delicato momento internazionale, il tormentone politico italiano non si smorza. In queste settimane, ha trovato nuovi focolai di rafforzamento. L‟unica convergenza, anche se con strategie differenti, è la necessità di ridare stabilità economica al Paese. Il 2019, forse, potrebbe essere quello di un tentativo di “svolta”. Se l‟ipotesi troverà conferma, sarà una novità in un sistema com‟è il nostro dove i politici non sempre hanno idee coerenti. Altra certezza sembra quella di un patto di Legislatura “blindata”. In pratica, i segretari politici del patto vincente dovranno sostenere il Capo dell‟Esecutivo ufficialmente “indipendente”. Per ora, rileviamo solo incertezze. Questo è il quadro politico presente nella Penisola prima delle elezioni per il rinnovo del Parlamento UE. Ma i sintomi in negativo sono ben altri. E‟ la recessione economica, nonostante qualche “lieta” novella, a preoccuparci. E‟ confermato: per il corrente anno il Prodotto Interno Lordo (PIL) resterà di poco sopra lo zero. Per tentare un‟inversione di tendenza, dovremo attendere il Patto di Stabilità per il 2020. Insomma, sino a quando il rapporto tra Deficit e PIL non torna in equilibrio, d‟illusioni, non se ne fa nessuno. Persiste, infatti, carenza sul fronte occupazionale e la deflazione non giova al risparmio reale. Insomma, vivere in Italia resta un problema per molte famiglie; soprattutto quando esiste solo una fonte di reddito. A nostro avviso, sarebbe necessaria una maggiore attenzione sulle problematiche quotidiane del cittadino. Magari parificando i prezzi dei generi di largo consumo. La politica sociale, che è sempre quella carente, dovrebbe offrire un maggior margine di qualità. Invece, la realtà è diversa. Resta che i nostri politici, nessuno escluso, dovrebbero non dimenticare il loro passato e non pretendere, come sembra stia accadendo, d‟ipotecare il nostro futuro. Cioè quello d‟Italia. Giorgio Brignola DALL‟ ITALIA E DALL‟ ESTERO 14 VIGNETTE Britalyca La Voce Alternativa Maggio2019 3 POLITICA E NON SOLO Britalyca La Voce Alternativa Maggio 2019
  • 4. Sono una blogger in copy left da molti anni e mi piace impegnare parte del mio tempo nel giornalismo partecipativo, usando il cestino-come mezzo- per raccogliere quelle piccole e preziose cronache di vita, spesso sotto traccia. www.agoravox.it 13 POLITICA ITALIANA Britalyca La Voce Alternativa Ultime Magio 20194 CRONACA Britalyca La Voce Alternativa Maggio 2019 ificenza in quanto simpatizzante con il terrorismo e l‟integralismo islamico, sostenitrice di uno stato salafita in Siria, contigua a criminali senza scrupoli, figlia dell‟ imam di Genova, leader, a suo dire, dei Fratelli Musulmani. Infine, sarei colpevo- le, sempre per l‟on. Meloni, di aver difeso il velo, il fazzoletto che porto in testa a copertura dei miei capelli.Ho l‟obbligo di rispondere a tali afferma- Conte non cede e avverte i vice: «C'è il rischio disastro sui mercati» Mi trovo costretta, mio malgrado, a intervenire a proposito delle accuse che l‟on. Meloni ha formulato nei miei confronti alla vigilia del conferimento dell‟onorificenza di Cavaliere della Repubblica.Secondo l‟on. Meloni sarei una persona indegna di ricevere tale onor- zioni. Non vi è nulla di più distante da me, dalla mia educazione e dai miei convincimenti del terror- ismo, della violenza, dell‟integralismo. I miei articoli, i miei libri, la mia vita ne sono una testimonianza. Considero le dittature, tutte, comprese quelle religiose e salafite, un male da combattere. Alla vigilia della Festa della Repubblica tale mio pensiero non può che essere ancora più sentito: sono e mi sento nelle mie fibre più in- time italiana e so quale tributo di distruzione, di morte e dolore è costato all‟Italia liberarsi dalla dittatura fascista e guadagnare la democrazia. La democrazia, la libertà, il rispetto della dignità delle persone sono per me un valore che mi guida ogni giorno nel mio lavoro di giornalista e di cittadina italiana.Considero la libertà il bene supremo che nessuno può scalfire. La libertà è il bene cui ciascun essere umano ha diritto ed è per questo che da italiana di origini siriane e da giornalista ho raccontato la tragedia del popolo siriano.Non mi riconosco in nessuna delle ac- cuse che l‟on. Meloni mi ha rivolto. Non com- prendo come certe affermazioni possano essere formulate senza un briciolo di verifica, di atten- zione, di rispetto verso la storia e la vita delle persone A proposito del velo che porto in testa, con- sidero le scelte delle donne un fatto che appar- tiene alle donne. Combatterò sempre chi pre- tende di imporre loro come vivere, cosa in- dossare (ivi compreso il velo), quali scelte di vita compiere Ovunque ci sarà una donna cos- tretta ad indossare il velo, quella donna troverà sempre in me un alleato e un difensore. Affer- mo ciò da donna che indossa il velo, con libertà e convinzione, oggi più che mai visto che mi ritrovo, mio malgrado e per pura speculazione, ad essere una donna che viene offesa e dileg- giata per il solo fatto di indossare il ve- lo.Riceverò l‟onorificenza di Cavaliere della Repubblica fiera di essere italiana, fiera di es- sere cittadina di un Paese democratico, fiera della Repubblica, unica garanzia contro ogni forma di dispotismo, di sopruso, di umiliazione ma anche unica garanzia per il progresso, l‟uguaglianza, la parità di genere.E‟ difficile comprendere perché tanta acrimonia verso di me, è difficile farsene una ragione e continuo a credere che se l‟on. Meloni avesse letto quanto scrivo da anni, anche lei è una giornalista può comprendere cosa intendo, non avrebbe diffuso così tante infondate accuse nei miei confronti. Noto anche che l‟on. Meloni mi ha attribuito di essere la figlia dell‟imam di Genova, città nella quale né io né la mia famiglia abbiamo mai vissuto. Mi aggrappo quindi a questo ennesimo strafal- cione per credere che questa aggressione ai miei danni sia il frutto di un abbaglio, di una foga polemica che prescinde persino dalla mia perso- na, della quale chi mi accusa non sa nulla, nem- meno dove vivo.Auguro a tutti una Buona Festa della Repubblica, perché sia la festa dei diritti, della libertà, dell‟uguaglianza e della giustizia.Meloni Asmae Dachan 1.6.2019 Cortesia Goracci Comites di Zurigo: le assurde accuse di Alban Oramai il Comites si prende ogni merito. Se il consolato di Zurigo funziona è merito, invece, del Console Barbaro che in due anni, dal 2014-2016, lo ha rivoluzionato. Fosse merito del Comites, ci si chiederebbe perché i presunti illuminati Alban e Da Cos- ta, in carica da decenni, non lo abbiano fatto. Finora il console Barbaro fa, e Alban e l'attuale console Alaimo si prendono i meri- ti... Che mondo!!! Siamo alla frutta se ancora c‟è chi pensa che se il consolato va bene è merito di Alban e del Comites, e quando le cose vanno male non possono farci nulla. La verità, come Alban stesso ha detto, è che lo paghiamo per andare alle feste! Ma per questo ci sono già i consoli!!! Sono spese inutili!!! Per un ottimo console Barbaro che è venuto a lavorare bene, ce ne sono altri che pensano solo ad apparire o alla carriera (col risultato che Barbaro non ha fatto carriera, ma ha vinto la causa). Ho letto con interesse le varie repliche e controrepliche tra il prof. Petta e il signor Aban, presidente del Comites di Zurigo. Alla fine si evince in modo chiaro e trasparente che il presidente del suddetto Comites, dal 2015 al 2018, ha percepito un rimborso di spese viaggio di quasi Fr. 16'000. A questo punto viene da chiedersi, quanto abbia intascato il signor Alban in quasi 30 anni di membro del sopra citato Comitato degli italiani all‟estero? È inutile, egregio presidente, che cerchi in modo scorretto di gettare fango sul prof. Petta, che non ha preso nemmeno 1 Fr, elencando episodi che non hanno a che fare con l‟argomen- to di questo scontro all‟interno del Comites, come la mancata candidatura alle ultime elezioni politiche o il concorso al Consolato. Ma poi, che ci azzecca? Chi se ne frega se Petta non è stato candidato? Cosa si vuole insinuare? E come fa lei a sapere di fatti che teoricamente solo il consolato dovrebbe conoscere? Chi è la gola profonda che le passa informazioni? La verità è che il Comites non ha alcun potere, a parte quello di accettare inviti alle feste dei connazionali. Dovrebbe controllare, invece vanno a farsi belli alle feste. Di concreto non fanno nulla, a parte complimentarsi col Console per mezzo stampa. (Un console che cura la vendita della casa d‟Italia di Lucerna con freddezza e lo spiega pure sui giornali svizzeri). Lei, in modo sleale, sta cercando di sviare dal tema dei rimborsi che ha intascato, della vendita della casa d‟Italia di Lucerna per cui non ha fatto granché, accusando il prof. Petta di “odio” nei suoi confronti. Ma ogni tanto, lei, si osserva allo specchio? Le consigliamo di farsi un esame di coscienza! Il consigliere Petta ha fatto bene a portare a conoscenza della collettività che il presidente Alban, ogni anno, presenta il conto per i suoi numerosi viaggi e viaggetti, delle sue innu- merevoli serate gastronomiche a cui partecipa, su invito delle varie Associazioni, operanti nei diversi cantoni di competenza del Comites di Zurigo. Secondo noi, una persona che si comporta in questo modo, non è idonea a rappresentare una delle comunità più numerose al mondo. Ella ha dimostrato solo arroganza, nel dichiarare che i rimborsi sono previsti dalla normativa. Quindi, in base a ciò che sostiene, anche negli altri Comites succederebbe la stessa cosa. Ma non è proprio così! Inoltre afferma di essersi adoperato a favore dei truffati del patronato Inca-Cgil di Zurigo, ma i poveri pensionati derubati dal responsabile del suddetto patronato, invece, l‟accusano di non essersi impegnato abbastanza, o, a dire la verità, per niente nei loro confronti! Infatti, quando venne alla luce questa truffa, nel lontano 2006, lei, solo per onor di cronaca, era sempre il presidente del Comites di Zurigo. Che combina- zione! Questi truffati sono ancora in attesa che venga loro restituita una somma che si aggira sui 10-12 milioni di Fr. svizzeri. Quando successe questo scandalo, lei e l‟attuale vicepresidente, Paolo Da Costa, avreste dovuto mettere a soqquadro i vari organi di rappresentanza degli italiani all‟estero, ma non vi siete, assolutamente, scagliati contro i patronati, di cui molti con- siglieri del Comites di quegli anni erano dei dipendenti. Pertanto, farebbe meglio a stare zitto, perché ogni volta che cerca di replicare a Petta si mette solo in ridicolo. Purtroppo, come afferma Petta, questi Comites saranno inutili e ineffi- cienti finché ci saranno personaggi come lei, che da circa mezzo secolo si comportano solo come servi verso le istituzioni (consoli, ambasciatori, patronati e parlamentari di area PD, a cui lei appartiene). Invece, sarebbe il caso, di difendere gli interessi e le problematiche della collettività italiana che vive oltre confine. Meno male che c‟è Petta che ci informa su quello che succede all‟interno del Comites. Rocco De Luca ex segretario Comites di Lucerna ex presidente circolo ACLI Lucerna Asmae Dachan ha risposto a Giorgia Meloni dopo gli attacchi che aveva ricevuto Una lunga sequela di vertici notturni, ulti- mo quello di ieri sera, non poteva non produrre fantasmi. Le ombre lungo i muri di palazzo Chigi disegnano ai due vicepremier Di Maio e Salvini un presi- dente del Consiglio pronto a compiacere Bruxelles e a mettersi in proprio sotto la regia di Mattarella, i consigli di Draghi e l'azione del ministro Tria. Le due ore di riunione notturna di Conte con i suoi due vice sono servite anche per scacciare l'idea che fossero in azione entità maligne in grado di ostacolare il governo del cambi- amento. Suggestioni giunte ieri anche alle attente orecchie del Quirinale dove giurano di averle seppellite con «una sonora risa- ta». LA NOTTE Ma poiché dai fantasmi agli incubi il passo è breve, è toccato ieri a Conte ricordare ai due vicepremier che la Commissione Ue ha posto fine all'esperienza onirica minac- ciando di licenziare una procedura d'infra- zione in grado di costare molto, ma molto cara al Paese. La realtà, a differenza di complotti e trame, spesso fatica a passare e fuggire dal bagno di realismo non è facile anche per chi, come Salvini, è reduce da una serie di vittorie elettorali. E così è stato anche ieri sera con Conte che ha spiegato ai due leader della maggioran- za che non serve irritare inutilmente Brux- elles perché la questione della procedura la può risolvere il ministro Tria portando a riduzione del deficit i tre miliardi rispar- miati grazie al minoro costo di Reddito e Quota100, oltre che per merito di spese che si possono rinviare a settembre. Uno scenario che alla fine ha convinto i due vicepremier anche se Salvini soprattutto, contesta a Conte un'eccessiva acquiescen- za del titolare del Mef nei confronti delle logiche di Bruxelles. Per il leader della Lega evitare l'infrazione non vuol dire accettare i paletti della Commissione. Quindi, ovvio per i due, rilanciare il taglio delle tasse e rifiutare ad ottobre una manovra di Bilancio lacrime e sangue qualora l'Italia dovesse essere chiamata a recuperare anche i passati sforamenti. Per Salvini l'unica carta da giocare, per risolle- vare l'economia, resta quella dello shock fiscale con la flat tax che dovrebbe finire nella legge di Bilancio di fine anno. I SIGNORI Di Maio si adegua al leader del Carroccio e, uscendo da palazzo Chigi, non evoca il salario minimo ma l'abbassamento delle tasse. In questo modo lo scontro interno al governo e con Bruxelles è rimandato per- ché Conte non ha nessuna voglia di mettere in pericolo gli equilibri di finanza pubblica. Un principio, quello della tutela del rispar- mio degli italiani, sorvegliato sin dal primo giorno da quel terzo partito della maggio- ranza, più volte descritto su queste colon- ne, composto anche dal titolare della Far- nesina. Ed è per questo che Conte ha spie- gato ai due che se si va alla guerra fregan- dosene della procedura d'infrazione, il nemico più insidioso non è Bruxelles, ma i mercati o «i signori dello spread», come li definisce Salvini. Reduce dall'incontro con il leader del Ppe Manfred Weber, Conte ha potuto fare un quadro molto chiaro ai due vicepremier delle partite che si giocano in Europa. L'appartenenza al fronte sovranista non aiuta Conte a trattare in Europa e non permette ai due vicepremier di svolgere un ruolo rilevante. Una sorta di impotenza dei due che alla fine scarica sul presidente del Consiglio e i ministri dell'Economia e degli Esteri un peso non da poco. Malgrado i toni calmi, Conte non sembra però voler mollare rispetto alla posizione espressa solo una settimana fa. Lasciare palazzo Chigi scaricando sui due viceprem- ier la responsabilità di una rottura con l'Europa rappresenta una minaccia non da poco che però spaventa Di Maio, ma non troppo Salvini. Tagli alla Sanità per due miliardi: l‟allarme delle Regioni È rottura tra il ministero della Salute e le Regioni sul nuovo Patto per la Salute. I due miliardi di aumento del Fondo sani- tario nazionale (Fsn) nel 2020 e il miliar- do e mezzo in più per il 2021, promessi dalla legge di Bilancio sulla base di un preciso accordo tra Regioni e Gov- erno, rischiano di saltare a causa della “variazione del quadro macroeconomi- co”. A meno di una settimana dalle dichiara- zioni pentastellate su un presunto incre- mento del fondo sanitario, “+4,5 miliardi di euro per il Fondo sanitario nazionale nel triennio 2019-2021”, scriveva sui social la ministra Giulia Grillo, la realtà alla Conferenza delle Regioni si pre- senterebbe molto diversa. A lanciare l‟allarme è l‟assessore alla Sanità e l‟Integrazione sociosanitaria del- la Regione Lazio Alessio D‟Amato. “Nella bozza di testo del nuovo Patto della Salute inviata dal Ministero della Salute non vi è certezza del livello di fi- nanziamento, anzi contrariamente a quan- to richiesto dalle Regioni, si subordina il finanziamento del prossimo anno alla variazione del quadro macroeconomico”, afferma D‟Amato. Una postilla non da poco se si considera che, come spiega D‟Amato, questo significa che “si sta preparando il taglio di 2 miliardi al fondo sanitario nazionale“. Nella nuova bozza di Patto inviata dal Ministero della Salute alle Regioni, alla voce finanziamenti è stata introdotta la clausola che evidenzia come le risorse definite nell‟ultima manovra (2 mld in più per il 2020 e 1,5 mld per il 2021) sono confermate “salvo eventuali modi- fiche – si legge nella bozza – che si rendessero necessarie in relazione al con- seguimento degli obiettivi di finanza pub- blica e variazioni del quadro macroeco- nomico”. Il che tradotto, visto i conti dello Stato su cui pende anche la decisione della Ue di aprire una procedura d‟infrazione, vuol dire che i finanziamenti promessi per i prossimi anni sono fortemente a rischio. Insomma, si temono nuovi tagli. Una eventualità che costituisce, di fat- to, “un colpo mortale alla sanità ed al diritto alla salute – prosegue l‟assessore – Le Regioni nel documento di avvio del Patto hanno sempre sostenuto l‟esigenza di avere un quadro certo dei finanziamen- ti senza condizionamenti. Il testo propo- sto dal Ministero apre la strada al taglio del Fondo sanitario nazionale. È necessa- rio che il Governo chiarisca”. Sulla questione è intervenuto anche il segretario del Pd, Nicola Zingaretti: “Non vi azzardate a tagliare sulla sanità. Faremo le barricate per tutelare la salute”. Pronta la replica del Ministro della Salute Giulia Grillo che rassicura su Twitter rispondendo al segretario del Pd: “Tagli alla sanità? Dovranno passare sul mio corpo. Il Pd ci ricorda che i loro tagli alla sanità hanno messo a rischio la tenuta del SSN. Questo noi non lo faremo”. Migranti, minacce a procuratore Agrigento Patronaggio: “Se continui con sbarchi passiamo ai fatti” Un proiettile è stato recapitato al procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio. Il proiettile si trovava all’interno di una busta contenente minacce di morte a Patronaggio con riferimenti a questioni riguardanti l’im- migrazione: “Questo è un avvertimento. La prossima vol- ta, se continuerai a far sbarcare gli immigrati, passiamo ai fatti. Contro di te a ai tuoi tre figli”. Intimidazione nei confronti del procuratore capo di Agri- gento, Luigi Patronaggio. Un proiettile con minacce di morte per lui e per i suoi tre figli è stato recapitato alla procura agrigentina. Secondo quanto riportato, sulla scrivania del procuratore capo è arrivata una busta regolar- mente affrancata e al suo interno è stato trovato il proiettile. Le indagini sul caso verranno coordinate dalla procura del- la Repubblica di Caltanissetta. Patronaggio era già stato bersaglio di minacce simili durante la scorsa estate, dopo le inchieste sul caso Diciotti che hanno riguardato da vicino anche alcuni esponenti del governo tra cui il ministro dell‟Interno Matteo Salvini. Le minacce rivolte al procuratore di Agrigento sarebbero legate al tema dell‟immigrazione. La busta è stata inviata tramite posta ordinaria. Patronaggio è stato vittima anche di altri episodi sospetti negli ultimi tempi. Pochi giorni fa sono infatti arrivate mail dal contenuto simile. E anche in quelle mail si faceva riferimento a tematiche legate all‟im- migrazione. Di recente, peraltro, la procura di Agrigento è stata al centro di una polemica e di uno scontro con il min- istero dell‟Interno per la gestione del caso Sea Watch. In particolare, il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella, in comune accordo con Patronaggio, ha deciso di far evacuare la Sea Watch, che era stata posta sotto se- questro. Così facendo sono stati fatti sbarcare a Lampedu- sa i 47 migranti che si trovavano a bordo. Secondo quanto riporta l‟Adnkronos i riferimenti al tema dell‟immigrazione sarebbero espliciti nel contenuto della busta, al cui interno si trovava anche il proiettile indi- rizzato a Patronaggio. “Questo è un avvertimento, la pros- sima volta, se continuerai a fare sbarcare gli immigrati, passiamo ai fatti. Contro di te e ai tuoi tre figli”, sarebbe il testo della missiva. Sempre stando a quanto riferisce l‟Adnkronos, la busta arrivata sulla scrivania del procura- tore capo agrigentino conteneva un proiettile calibro 6,35, nascosto tra due bustine, forse di zucchero: così facendo è stato possibile passare i controlli del metal detector
  • 5. L‟Italia lasciata fuori dalla porta, prepotenze a perdere Il pre-fascismo non è il fascismo, ovviamente, e potrebbe non diventarlo. Ma ne contiene già tutti gli ingredienti costitutivi, razzismo, sciovinismo, clericalismo, rapporto diretto viscerale acritico subordinato Capo/popolo (Capo, in latino Dux, in tedesco Führer), disprezzo per le minoranze, medioevo per i diritti civili, subalternità delle donne, odio per gli intellettuali … La cecità di ed- itorialisti e politologi si ostina a non vedere il re- pentaglio. Salvini con il voto di domenica è il mazziere del gioco, il padrone che dà le carte. Può decidere se andare subito alle elezioni o se gli convenga ancora l‟alleanza con un M5S tappetino, su cui scaricare magari lo scontento per l‟inevitabile finanziaria. Era tutto scritto. Lo avevamo scritto, del resto, perché non era necessario essere Nostradamus. Il 6 marzo 2018, a risultati appena noti, scrive- vamo che un governo con Salvini “per il Mo- vimento 5 stelle sarebbe investire la vittoria in titoli tossici e preparare l‟harakiri. Salvini divent- erebbe il vero protagonista, per la coerenza con cui vellica l‟intero armamentario di pregiudizi, capri espiatori, spurghi emotivi del cittadino mal- pensante, anche razzista, ma con rosario e cro- cefisso”. E il 23 aprile insistevamo che “se fosse andato in porto il governo Di Maio/Salvini, con quest‟ultimo ministro dell‟Interno e caccia ai mi- granti, sarebbe stata la coerenza lepenista del secondo a tenere banco e imprinting del governo presso gli elettori”. L‟11 maggio, su “La Stampa” definivo “abbastanza abominevole” il nascente governo (“abbastanza” era ironico), e il 1 giugno radicalizzavo il giudizio esaminando uno per uno i ministri leghisti (e più d‟uno dei 5S). Il 1 gennaio 2019, nel “Buon Anno” ai lettori scrivevo: “Il 2019 sarà peggiore. Al governo Salvini succederà il Ha vinto il pre-fascismo. E non sarà il Pd a fermarloEnnio Remondino governo Salvini 2. Per elezioni anticipate o per transumanze parlamentari. Immediatamente pri- ma o immediatamente dopo le elezioni europee. Un governo senza il M5S, con le frantumaglie delle destre berlusconiane e meloniane. Oppure, perfino peggio, ancora con il M5S, ridotto da part- ner subalterno, qual è oggi, a puro zerbino, alibi dove pulirsi gli stivali del prefascismo”. Perché ciò che era lapalissiano non lo si è voluto vedere? Perché ci si è resi ciechi di fronte al fatto che decenni di spaventosa crescita delle dise- guaglianze, di sfrenato liberismo, dove “arricchitevi!” e “guai ai vinti!” sono due facce della stessa politica, avrebbe potuto avere due soli sbocchi: una politica di radicale redistribuzione in direzione egualitaria, attraverso tassazione super- progressiva e politiche di welfare spinto, oppure una politica dei capri espiatori, dei penultimi messi in conflitto con gli ultimi e risarciti con il privilegio di cartapesta delle identità vicarie (“prima gli ital- iani”, “migranti a casa loro”, “spara a casa tua”). Le sinistre hanno smesso di essere i partiti dell‟e- guaglianza, fino a dimenticare la parola stessa e trovarla fastidiosa e financo sudicia. Del resto era- no ormai ceto politico, “Casta” o “minicaste” auto- referenziali, strutturalmente parte del privilegio. Il M5S ha presunto che si potesse essere “oltre” rispetto a destra e sinistra. Vero, se con questi termini si intendevano le forze politiche or- ganizzate, tragicamente falso se riferito ai valori culturali e agli interessi materiali. Perciò è finito in un magma (un blog!) indistinto, fino all‟indifferen- za e alla collusione con l‟ostilità propria della Lega, sui valori di fondo: laicità, diritti civili, eguaglianza delle donne, amore per la scienza e la cultura … Perciò il suo prevedibile e previsto harakiri (e mettiamoci l‟assurdità della selezione dei loro dirigenti, per reality anziché per lotte e capacità, su cui abbiamo scritto ennesime volte). Immaginare che un argine (parlare di alternati- va è oltre il ridicolo) all‟attuale dominio pre- fascista possa venire dal Pd di Zingaretti è l‟ul- tima, e forse più pericolosa, illusione. In se- condo luogo, rispetto a un anno fa, il Pd ha perso 111.545 voti. L‟aumento in percentuale è solo perché meno elettori in generale si sono recati alle urne. In primo luogo, il Pd è alla radice dei problemi che hanno portato all‟at- tuale catastrofe: il Pci aveva gravissimi difetti e tare, da Togliatti a Berlinguer, ma la metamor- fosi Pci>Pds>Ds>Pd, per cui una forza di sin- istra è diventata una forza della destra per- benista e benpensante (chiamiamoli col loro nome, basta parlare per il Pd di sinistra) è la causa prima e cruciale di quanto avvenuto negli ultimi trent‟anni. L‟argine, la resistenza, l‟alternativa, potranno perciò venire solo dalla nascita di una forza coerentemente “giustizia e libertà”. Che rispet- to alle “sinistre” degli ultimi decenni, però, an- che “estreme”, sia libera da ogni tentazione del multiculturalismo e del politically correct (comprese alcune versioni di ideologie femministe reazionarie), che sia antipartito- cratica e contro gli attuali establishment, che sia per la scienza. Egualitaria, illuminista, lai- cissima. Come possa nascere non è prevedibile, che esista in forma dispersa nel paese è probabil- issimo. Ma dispersa, appunto, elettoralmente invisibile perché quasi tutta rifugiata nel non voto. A farla nascere potrà essere solo un catalizzatore oggi imponderabile, ma il brodo di coltura in cui si produca il big bang dobbi- amo lavorare ad incrementarlo e arricchirlo ogni giorno, ciascuno nella sfera d‟azione che riuscirà a crearsi. Qualche ipotesi in una ri- flessione successiva. Da http://temi.repubblica.it 5 GEOPOLITICA Britalyca La Voce Alternativa Maggio 2019 12 STORIA CONTEMPORANEA Britalyca La Voce Alternativa Maggio 2019 Le celebrazioni dai 75 anni dal D-Day, con la distrazione mondana della super regina e del presidente rozzo. A nascondere, nella cronaca ita- lia, chi c’era e non non c’era. Noi italiani non c’eravamo, ma non solo lì. D-Day, l‟Italia tornata dalla parte del nemico? L‟Italia lasciata fuori dalla porta, pre- potenze a perdere I 75 anni del D-Day, con le troppe alleata che sbarcano sul continente a dare una mano ai soldati russi nel sconfiggere i nazisti in casa loro. Il fatto che l‟Italia, insieme alla Germania, sia stato il Paese europeo uscito sconfitto dalla seconda guerra mondiale, era stato da tempo am- piamente assimilato perfino nei libri di storia, tutti concordi a sottolineare il „dopoguerra‟, con l‟Italia Paese decisivo per creare l‟Alleanza Atlantica e poi la Co- munità europea. Da annotare che Angela Merkel era tra gli invitati in prima fila. Per l‟Italia, governanti non pervenuti (invitati, dimenticati, ridotti all‟ambasciatore?). L‟Italia, con una destra molto aggressiva al governo e qualche Casa Pound troppo evi- dente attorno, e tanto anti europeismo grida- to persino sul fronte atlantico, linea Trump- Bannon, per intenderci. Ed ecco la preoccu- pata osservazione di Gerardo Pelosi su East -West. «Il ruolo da attribuire oggi all‟Italia diventa problematico anche per gli alleati». Alleanza Atlantica ma il Mediterraneo? Peggio quanto accaduto nei primi giorni di maggio, fronte Nato, mentre i governanti di casa erano intenti all‟ormai solito litigio -rissa sul migranti dalla Libia, porti chiusi e porti aperti, e i caricaturali divieti di sbarco tanto per fare scena. Badando in- vece ai fatti, l‟Alleanza Atlantica, ai primi di maggio ha festeggiato il primo quarto di secolo del „Mediterranean Dialogue‟, il pezzo di Nato che si occupa di temi a noi molto vicini, dalle crisi del Medio Oriente alla stabilizzazione mediterranea. Protago- nista per anni, il nostro Paese si era candi- dato a ospitare a Napoli le celebrazioni per i 25 anni del Mediterranean Dialogue, con i rappresentanti dei 29 Paesi dell‟Alleanza (presto 30 con la Macedonia). E invece no. Il Mediterraneo si sposta ad Akara, in An- atolia, a favore della Turchia di Erdogan troppo tentata dagli armamenti russi. Per l‟Italia, una mancia, con la riunione dei direttori degli uffici politici dei Ministeri degli Esteri dei 29 Paesi, in autunno. Rissa migranti e troppe „distrazioni‟ Cosa abbastanza buffa è che l‟Italia ha praticamente dato „disco verde‟ alla proro- ga per un secondo mandato fino alla fine del 2022 all‟attuale segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, molto-troppo baltico e „americano‟. «Senza nessuna contropartita di peso», annota Gerardo Pelosi. Sino a ieri al nostro Paese era tradizionalmente destinata la posizione di „segretario generale aggiunto‟, con delega per tutti i partenariati, quindi anche quello del Mediterraneo. I tempi di Alessandro Minuto Rizzo e Claudio Bisognero, per gli ha memoria. Poi è arrivata l‟americana, Rose Gottemoeller, origine dal Diparti- mento di Stato Usa, ma che a ottobre las- cerà il suo incarico. L‟Italia si farà ancora avanti per quel posto, o la politica interna avrà altro di cui occuparsi, esempio una bella campagna elettorale per elezioni politiche anticipate? Proteste a Hong Kong, Cina tra repressione e „rischio contagio Manifestazioni con la partecipazione di un milione di persone, contro una legge che autorizza l’estradizione di cittadini di Hong Kong ricercati dalla polizia in al- tri Paesi, Cina inclusa, criminali comuni e dissiden- ti politici. Spinte e contro spinte. Per Hong Kong, con- servare almeno in parte il suo status di terri- torio autonomo. Per Pechino seconda poten- za globale, che prevede per i suoi cittadini solo libertà economico-finanziaria, reprimere Hong Kong con metodi Tienanmen o patti con i manifestanti e rischio di „contagio‟ democratico al territorio continentale. Senza dubbio Hong Kong continua a essere una spina nel fianco della Repubblica Popolare Cinese. Nonostante tutti i tentativi di normal- izzazione messi in atto da Pechino, molti cit- tadini della ex colonia britannica non vogliono saperne di essere “normalizzati” e ogni occasio- ne è buona per scendere in piazza, cosa presso- ché impossibile nella Cina continentale. Si rammenti, a tale proposito, che solo a Hong Kong si sono svolte manifestazioni per com- memorare la repressione di Piazza Tienanmen del 1989, il che ha molto irritato il governo cinese. In questi giorni si sono svolte nella ex colonia altre imponenti manifestazioni con la partecipa- zione – pare – di un milione di persone. L‟occa- sione è stata fornita dall‟approvazione, da parte del governo locale, di una legge che autorizza l‟estradizione di cittadini di Hong Kong ricercati dalla polizia in altri Paesi, RPC inclusa. Qui i dettagli tecnici interessano poco. La sostanza è invece data dal fatto che, tra gli stessi ricercati, vi possono essere sia comuni criminali sia dissidenti politici. E, attorno a quest‟ultima categoria, i manifestanti vogliono stendere una barriera protettiva. E‟ noto, infatti, che nel territorio continentale la dissidenza politica costituisce un grave reato, passibile in alcuni casi della pena di morte, e in quasi tutti dell‟internamento in campi di rieduca- zione. Di qui l‟invito al governo di Hong Kong di ritirare la legge, consentendo così alla ex colo- nia di conservare almeno in parte il suo status di territorio autonomo. Ma è proprio questo che Xi Jinping vuole evi- tare. Il gruppo dirigente di Pechino ha una vi- sione chiarissima della Repubblica Popolare. Diventata ormai la seconda potenza globale, non può permettersi di aprire alla democratizzazione politica e i suoi cittadini devono accontentarsi di quella economico-finanziaria. Si tratta infatti di un Paese enorme in cui ci sono ancora profondi squilibri, per esempio tra città e campagna. Vi sono, inoltre, tensioni etniche e religiose – in particolare nelle regioni con forte presenza islamica – che costituiscono una minaccia all‟unità nazionale recuperata solo con la rivoluzione del 1949. Il gruppo dirigente di Pechino non può quindi permettersi di lasciare che Hong Kong, già di- versa dal resto del Paese, vada totalmente per la sua strada. Se ciò accadesse, diverrebbe un punto di riferimento per i numerosi dissidenti cinesi, e costituirebbe inoltre un caso da sbandierare per tutti coloro che hanno rivendicazioni da fare. La Cina fa leva, per attuare i suoi fini, su una parte consistente della popolazione che non vede con favore le proteste ed è disposta a cedere terreno, consentendo che la città entri in modo stabile nell‟orbita di Pechino. Da notare che una parte significativa del locale mondo im- prenditoriale è su queste posizioni, mentre i manifestanti godono invece di largo sostegno tra studenti, insegnanti e intellettuali in genere, e nel mondo dei mass media. Pechino sta facendo leva sull‟orgoglio na- zionale, rammentando che Hong Kong fu oc- cupata dagli inglesi dopo la prima guerra dell‟oppio nella metà dell‟800. Diventò quindi una delle principali basi per diffondere in Cina il consumo dell‟oppio, pratica ovviamente nociva cui gli imbelli imperatori cinesi si al- lora si opposero inutilmente. Il problema è che tanti cittadini di Hong Kong non si sentono affatto cinesi, e sono quindi impermeabili all‟appello di cui sopra. I britan- nici, infatti, non diffusero solo l‟oppio, ma importarono anche la democrazia liberale (non universale, in loco, ma comunque diffusa). Ecco perché l‟ex colonia rappresenta per la Cina un grave dilemma. Se intende reprimere con i metodi di Tienanmen rischia un vero e proprio bagno di sangue. Se invece viene a patti con i manifestanti rischia di trasmettere il “contagio” democratico al territorio continen- tale. Ed è impossibile prevedere con esattezza quale sarò la linea scelta, anche se l‟ipotesi repressiva sembra ora favorita Michele Marsonet, Prorettore alle Relazioni Interna- zionali dell'Univer- sità di Genova, docente di Filoso- fia della scienza e Metodologia delle scienze umane.
  • 6. comunisti non furono mai meno della metà del to- tale dei combattenti: furono loro e i loro leader a catturare e fucilare Benito Mussolini, e lo fecero in maniera sbrigativa (ancora oggi gli storici dis- cutono su chi esattamente diede l‟ordine di uc- cidere l‟ex dittatore, catturato vivo mentre cercava di fuggire in Svizzera). La decisione di approvare un‟amnistia fu presa all‟unanimità dal governo di allora, presieduto dal democristiano Alcide De Gasperi, ma Togliatti, scrive Franzinelli nel suo libro, scrisse il testo dell‟amnistia quasi da solo. La legge prevedeva che venisse escluso dal provvedimento chi aveva commesso reati particolarmente efferati, ma era scritta in modo tale da permettere moltissime ec- cezioni. Pochi giorni dopo la pubblicazione della legge, per esempio, furono liberati quattro membri della banda Koch, un gruppo di torturatori fascisti che per mesi a Roma aveva fatto praticamente quello che voleva. Negli anni successivi Togliatti si giustificò dicendo che furono i magistrati ad aver applicato l‟amnistia in modo troppo permissivo. In parte aveva ragione: numerosi magistrati erano rimasti al loro posto nonostante fossero compromessi con il fascismo (nella Suprema corte di cassazione sedevano magistrati che pochi anni prima facevano parte del Tribunale per la difesa della razza). Ma il fatto che la magistratura non fosse stata “de- fascistizzata” e che la legge fosse piena di buchi e scap- patoie sono entrambe responsabilità di Togliatti. Storici come Franzinelli e Sergio Luzzatto hanno scritto in anni recenti che l‟amnistia faceva parte di una precisa strate- gia di Togliatti e di parte della leadership comunista: il partito voleva accreditarsi come una forza popolare, inserita nell‟arco costituzionale e moderata, con cui era possibile dialogare e che sarebbe potuta rimanere al governo per un tempo indefinito, e quindi desiderosa di mettersi alle spalle gli anni della guerra e iniziare un percorso di riconciliazione nazionale. Non era facile però per il PCI convincere gli Stati Uniti, le forze alleate e il resto del governo, che nel Partito Comunista vedevano ancora una forza sovversiva in grado di provocare un‟insurrezione da un momento all‟altro. Per quanto questi timori fossero in gran parte esagerati, il partito aveva davvero una struttura “parallela”, organizzata in maniera paramilitare, con depositi segreti di armi. Con l‟amnistia da un lato Togli- atti protesse i suoi stessi militanti da eventuali processi – c‟erano state parecchie uccisioni sommarie anche da parte dei partigiani nelle settimane subito dopo la fine della guerra – dall‟altro rafforzò la sua immagine di uomo politico responsabile, lontano dagli estremismi e pronto a trovare compromessi. Fu una strategia che funzionò solo a breve termine. Poco più di un anno dopo, nell‟autunno del 1947, De Gasperi espulse i co- munisti dal governo: non sarebbero più tornati. Il 22 giugno del 1946, esattamente 70 anni fa, entrò in vigore la cosiddetta “amnistia di Togliatti”, che portò alla cancellazione di tutti i reati commessi fino al 18 giugno di quell‟anno tranne quelli più gravi. Migliaia di ex membri del partito fascista e loro col- laboratori furono liberati dalle carceri o furono es- onerati dai loro processi. L‟amnistia aveva preso il nome dal leader del Partito Comunista Italiano, Pal- miro Togliatti, all‟epoca ministro della Giustizia. Lo storico Mimmo Franzinelli, nel suo libro “L‟amnistia di Togliatti“, ha calcolato che circa 10 mila fascisti furono liberati. Tra loro c‟erano anche personaggi di primo piano del regime, i cosiddetti gerarchi che costituivano il cerchio ristretto di Benito Mussolini: alcuni, come Dino Grandi e Luigi Federzoni, erano rimasti fedeli a Mussolini soltanto fino al 1943, quando nella notte tra il 24 e il 25 luglio il Gran Consiglio del Fascismo sfiduciò Mussolini. Altri, come Renato Ricci e Junio Valerio Borghese, avevano combattuto nelle fila della Repubblica di Salò accanto all‟esercito tedesco che all‟epoca occupava il nord Italia. Ma l‟amnistia riguardò anche centinaia e centinaia di funzionari minori del regime, agenti della polizia segreta, in- formatori e capi del partito locale. Ci furono proteste e insurrezioni in diverse città quando i tribunali liberarono personaggi locali parti- colarmente odiati. A Casale, un gruppo di ex fascisti rischiò di essere linciato e il governo inviò l‟esercito e 12 carri armati per mantenere la situazione sotto controllo. Negli archivi personali di Togliatti si tro- vano decine di lettere e petizioni con cui ex partigi- ani e membri del partito protestavano contro l‟amnistia e minacciavano addirittura di fare propa- ganda contro il partito se l‟amnistia non fosse stata ritirata. L‟aspetto più curioso, infatti, fu che l‟amnistia fu scritta e promossa proprio dal leader del partito che più di tutti era stato perseguitato dal fascismo e che più duramente aveva lottato contro il regime. In tutte le fasi della Resistenza, i partigiani Londra (Rosita Dagh) – “Il Gen- io Italiano delle onde” è il nuovo documentario scritto e condot- to da Philip Baglini, editore di London One Radio e ItaloEuropeo. Ora visibile su Youtube, a breve il docu- mentario sarà anche presentato presso le scuole italiane. Prodotto durante l‟anno 2017- 2018, „Il Genio italiano delle onde” nasce dall‟esigenza di far conoscere più da vicino, in parti- colare ai giovani di oggi, la storia di Gugliemo Marconi, la cui invenzione ha rivoluzionato l‟era delle telecomunicazioni. Su Guglielmo Marconi sono sta- ti fatti molti film e documentari, questa produzione, però, rac- conta una storia inedita, poco nota. Dopo un‟ attenta analisi storica, LondonONEradio in col- laborazione con Radio coltano Marconi, hanno ripercorso un vi- aggio di un giovanissimo Italiano, un genio di altri tempi, che per pri- mo capì come domare un‟onda elettromagnetica. Philip Baglini, editore dell‟unica radio italiana ufficiale in Gran Bre- tagna, ha voluto riportare alla luce la storia di Marconi, ricordandone le difficoltà che sin da ragazzo ha dovuto affrontare per rendere le sue idee realtà. Così, attraverso una narrazione semplice ci accompagna in un vi- aggio tra Italia e Inghilterra, alla scoperta di luoghi ancora esisten- ti, seppur abbandonati e mangiati dalla natura, nei quali il gio- vane inizio‟ i sui studi fino alla re- alizzazione della radio ma dovette andare in Gran Bretagna per bre- vettare la sua invenzione. L‟Italia al tempo non lo capi‟. sulla vita e sulle dispute circa l‟invenzione delle onde elettro- magnetiche analizzata anche dal documentario stesso, non po- teva mancare un aspetto fonda- mentale di Marconi, senza il quale forse non sarebbe riuscito a diventare lo scienziato che noi tutti oggi ammiriamo: ovvero la famiglia. Dal supporto di sua madre, all‟a- more verso il suo stesso nucleo familiare, Marconi deve la sua perseveranza all‟amore e alla fedeltà di alcune persone che lo hanno sostenuto, dandogli l‟en- ergia giusta per credere sempre nelle sue idee sulle quali ha la- vorato sin da ragazzo. Cosi Philip Baglini incontra una delle persone più care a Gugliel- mo Marconi, sua figlia, la Princi- pessa Elettra che racconta, presso la sua dimora a Roma, il rapporto instaurato con suo pa- dre, i valori che quell‟uomo le regalava ogni giorno e grazie ai quali è riuscita a diventare un vero e proprio essere umano. “Come padre era molto affettuo- so, molto intelligente, mi trattava sempre non come una bambina piccola, ma mi faceva sempre dei ragionamenti e discorsi da grande […] voleva che sapessi tutto, che gli domandassi il „perché‟ delle cose […]” Il documentario percorre cosi un viaggio negli angoli che hanno segnato la vita del genio italiano, tra l‟Italia e l‟Inghilterra che ri- cordano ancora quel ragazzo intraprendente, dall‟aspetto “British” ma di temperamento italiano “Il genio italiano delle onde” è una produzione di LondonOne Radio, Italoeuropeo e Radio Coltano Marconi, diretto da Fa- bio Cosci. Parte del materiale utilizzato è stato concesso dall‟Istituto Luce e dalla BBC. Il documentario è disponibile su youtube a scopo didattico per le scuole italiane e italiane in Gran Bretagna. se interessati per presentazioni o eventi contattate office@londononeradio.com P.S. Facciamo presente che l’ uomo nella foto non e’ Marconi , bensi’ Bagnini Credit London ONE Radio / Philip Baglini, presso il museo di San- ford Mill, accanto ad una fedele ricostruzione della cabina del Ti- tanic dove il telegrafista mandò il segnale S.O.S Ed ecco che si parte da una local- ita‟ in Toscana ,chiamata Colta- no, fino ad arrivare a Chelmsford, la cittadina dove è nata la radio e dove un giovane Marconi costrui‟ la sua prima “Factory”. Nel Regno Unito, Marconi è an- cora molto stimato e tutti lo ri- cordano come il grande genio ital- iano e a lui è stato dedicato uno dei musei piu‟ importanti sulla ra- dio e non solo: il museo di Chelmsford situato in Oaklands Park e nel museo di Sanford Mill, dove Philip Baglini con Tim Wander (autore giornalista e con- sulente storico) ripercorrono la storia che ha poi condotto gli in- glesi alla nascita della BBC. Ma perché l‟Italia, quella dell‟e- poca fascista, non lo aveva capi- to? Il documentario analizza an- che questo pezzo di storia, facen- do riemergere gli aneddoti e gli ostacoli che Marconi ha dovuto superare molto spesso in un an- golo della sua stanza in to- tale depressione. In questo modo, si inizia a var- care i limiti dell‟apparenza, viag- giando nei vicoli più bui della vita di questo giovane e capire chi era l‟uomo che si celava dietro le ves- ti di uno scienziato, di cui esperti e professionisti ne parlano ancora oggi sui libri di storia e scienza. Riscoprendo documenti del passato e i racconti degli storici, 6 STORIA CONTEMPORANEA Britalyca La Voce Alternativa Maggio 2019 11 COMUNICATI Britalyca La Voce Alternativa Palmerini Maggio 2019 „Il Genio italiano delle onde : il nuovo documentario su Guglielmo Marconi Londra: 1897, il giovane Marconi arrivò come emigrato a Londra per realizzare la sua idea non capita dall‟Italia L‟amnistia di Togliatti, 70 anni faVoluta dall'allora leader del Partito Comunista, portò alla liberazione di migliaia di ex criminali fascisti subito dopo la guerra
  • 7. La fabbrica del Vapore, in Via Procaccini 4 a Milano, The ArtLand, sarà lo scenario che ospiterà la mostra della artista visuale, Marcia Zegarra Urquizo, Vernissage dal 21 al 29 maggio 2019, dalle 10.00 alle 20.00, aperto al pubblico gratuitamente. Perfomanc della Compagnia Danza Nuda, diretta da Francesca Di Leso. CHI E‟ MARCIA ZEGARRA? Pittrice, scultrice ed illustratrice peruviana che sin dagli esordi, si dedica all‟analisi dell‟essere umano. Le sue illustrazioni, hanno l‟obiettivo di promuovere l‟integrazione dentro della società, attenzione focalizzata sulle donne, la famiglia e i bambini, in speciale, la serie titolata “Figli di Dio”, storie di immigrati , sono state diffuse in diverse località del territorio nazionale: Milano, Salerno, Udine, Torino. Nel 2017 Zegarra, riceve il premio “Integrazione-Migrazione” nella seconda edizione dell‟Associazione Unione Sociale Donne Latinoamericane in Italia. Nel 2016 invece, riceve il Premio “Donne che ce l‟hanno Fatta” concesso dagli Stati Generali delle Donne, durante il Congresso Mondiale delle Donne Latinoamericane, svoltosi nel Pirellone di Milano. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private in Perù, Francia, Cina, Germania, Svizzera e senz‟altro Italia. QUANDO NASCE LA PASSIONE PER LA PITTURA? “Veramente l‟ho avuta fin da piccola, mi piaceva creare personaggi, ricordo che giocavo con 50 bamboline di carte, chiamate “las maricas”, ero molto affezionata e le collezionavo e sono certa che sono state quelle bamboline a marcare la mia vita , perché per le loro caratteristiche particolari, potevo percepire diverse personalità. Dopo aver concluso i miei studi in pedagogia, ingresso all‟Università Nazionale di San Agustin di Arequipa, iniziano lì le mie interroganti e una voce insistente mi consigliava fortemente l‟arte, e si aprono così gli inizi in questa appassionante professione”. HASHTAG#UMANITA‟ “Il concetto, quando le persone si incontrano, scambiano parole, sguardi, valori, sentimenti, ammirazione e conoscenza. Oliena, il memorial che Zola dedica a suo padre. Non solo calcio ma anche eventi culturali HASHTAG# UMANITA’: ILLUSTRAZIONI PER RIFLETTERE LA MOSTRA DI MARCIA ZEGARRA A MILANO. COLLEGIO LATINOAMERICANO DI GIORNALISTI Rappresentanza Italia: Alicia Erazo. Al via anche la rassegna “Leggere lo sport”, pro- mossa dal Comune e dalla Fondazione Levi Pelloni. Con lo stesso "magic box", Frances- co Trento, Darwin Pastorin, Cristian Nonnis, Paolo Piras e Stefania De Michele. Anche quest’anno si rinnova l’ap- puntamento con il torneo giovanile nazionale che Gianfranco Zola, in- sieme alla sua famiglia e in collab- orazione con la Scuola calcio del- la Corrasi-Junior dedica a suo pa- dre Ignazio Zola, indimenticato pi- oniere del calcio nel suo paese d'origine Oliena e in provincia di Nuoro. Il sesto Memorial “Ignazio Zola” vedrà la partecipazione di Cagliari, Sampdoria e di un team locale per la categoria giovanissimi e decine di squadre provenienti da tutta la Sardegna per le categorie primi calci, piccoli amici ed esor- dienti. La manifestazione, che si svolgerà dal 6 al 9 giugno, quest'anno presenterà un'offerta ancora più ricca rispetto al passato, con la prima rassegna “Leggere lo sport”, ideata e promossa dal Comune di Oliena in collabora- zione con la Fondazione Giuseppe Levi Pelloni. L'iniziativa prevede, per tutta la du- rata del Memorial “Ignazio Zola”, presentazioni di libri, un incontro con i ragazzi delle scuole medie e una mostra fotografica, con lo sco- po di mettere in risalto il valore ed- ucativo e sociale dello sport. At- traverso la pratica sportiva infatti il ragazzo viene educato periodica- mente al rispetto dell’avversario e delle regole ed è quindi potenzi- almente più predisposto alla lealtà e alla legalità anche fuori dal cam- po. È quello che auspica lo stesso Gianfranco Zola, fresco vincitore con il Chelsea dell'Europa League in qualità di vice-allenatore: “Sono certo – afferma – che questi rag- azzini potranno diventare ottimi cit- tadini. E se qualcuno di loro arriverà in alto nel calcio, tanto meglio”. Sono quei valori hanno sempre contraddistinto sul campo la lumino- sa carriera sportiva di “magic box”, e che ha sempre cercato di trasmettere a sua volta ai suoi figli e ai suoi allievi, con un chiaro e cos- tante riferimento ai preziosi e sani insegnamenti ricevuti fin da piccola dalla sua famiglia. “A me preme so- prattutto vedere che i ragazzi si di- vertano nel rispetto delle regole, senza mai mancare ai sani principi di lealtà sportiva. Quelli di mio pa- dre sono stati soprattutto insegna- menti di vita, di comportamento. Lezioni fondamentali che mi hanno fatto diventare quel che sono, mi hanno consentito di forgiare nel migliore dei modi il carattere e la mia personalità aiutandomi a superare le tante difficoltà che inev- itabilmente ho dovuto affrontare nei campi di calcio e nella vita.” Un’altra finalità degli eventi culturali associati al torneo calcistico è quella di avvicinare alla lettura i più giovani partendo proprio da opere legate allo sport. Lo sport (e il calcio in particolare) è ritenuto infatti un linguaggio universale per eccellen- za che, come tale, ha sempre ispir- ato la grande letteratura del Nove- cento: basterebbe solo citare autori del calibro di Albert Camus, Vladi- mir Nabokov, Pier Paolo Pasolini, fino ai più contemporanei Eduardo Galeano, Osvaldo Soriano e Nick Hornby, tanto per citare i nomi più celebri. Un linguaggio universale con una forza dirompente in grado di con- tribuire ad avvicinare le persone, etnie e popoli diversi, con evidenti ricadute sul piano sociale. È questo ad esempio lo spirito che ha anima- to Francesco Trento, autore di Crazy for football - storia di una sfida davvero pazzesca (scritto in collaborazione con Volfango De Biasi per Longanesi), che pre- senterà la sua opera a Oli- ena giovedì 6 giugno alle 21. Un libro a cui è associato un docufilm prodotto dall'Istituto Luce e da Rai Cinema e che racconta una storia bellissima ed emozionante in cui il campo di calcio diventa il luogo dove alcune persone che soffrono di disturbi psichici (alcuni molto gravi) compiono il primo passo nel ricominciare a vivere con gli altri. “Il calcio – racconta nel libro uno dei protagonisti della storia, un ex poliziotto della scorta di Cossiga – mi ha aiutato tantissimo ad avere una disciplina, a mettermi in rela- zione con gli altri. E combattere an- che i fantasmi, le paure, le debolezze”. La serata di venerdì ruoterà intorno all'incontro sul tema “Il valore edu- cativo dello sport attraverso i model- li positivi”, con le testimonianze di Gianfranco Zola – intervistato dal- la giornalista di Euronews Stefania De Michele – e diDarwin Pastorin, che presenterà i due suoi ultimi libri Storia d'Italia ai tempi del pal- lone, dal Grande Torino a Cristiano Ronaldo (Casasirio ed.) e il recen- tissimo Gaetano Scirea, il Gentiluo- mo (Giulio Perrone editore), incen- trato sulla figura davvero esemplare del grande libero della Nazionale italiana campione del mondo del 1982. Un campione nel campo e nella vita, morto prematuramente in un incidente stradale su una strada polacca, quando era vice allenatore della sua Juventus, il 3 settembre 1989. Nel libro di Pastorin è ben descritto il campione immaginato oggi: avrebbe insegnato ai giovani come calciare di destro o di sinistro, come colpire di testa e come affron- tare l’avversario con talento e rispet- to ma, in special modo, come ri- portare il pallone alla magia e alla bellezza, rispettando le decisioni dell’arbitro e tornando a casa con il sorriso e mai con il rancore. Sempre nella serata di venerdì (alle 19) Cristian Nonnis presenterà il suo Calcio è filosofia (Kimerik ed.), in cui l'autore ha voluto accostare grandi filosofi del passato ad alcuni dei fuoriclasse della storia del cal- cio, scelti tra coloro che maggior- mente hanno scatenato le fantasie dello scrittore (tra cui Nils Liedholm, Valentino Mazzola e Silvio Piola). Infine sabato mattina avrà luogo un incontro con i ragazzi della Scuole Media di Oliena che presenteranno i loro lavori dedicati allo sport, mentre nel pomeriggio, tra una partita e l'al- tra del torneo dei “giovanissimi”, l'in- viato del Tg3 nazionale Paolo Pi- ras leggerà alcuni brani del suo Bravi & Camboni, l’epica minore del Cagliari: piedi storti, teste matte e colpi di genio, una spumeggiante storia del Cagliari – a tratti esilarante – narrata attraverso trentatré ritratti di figure più o meno gloriose di calciatori, presidenti, alle- natori. “C’è senso dell’umorismo ma anche umanità, in certi casi pietas nel libro di Piras” – ha scritto nella prefazione Gianni Mura. “Ci sono molti modi di notificare la broccag- gine vera o presunta. E la leggerez- za è apprezzabile, come la stima per chi al Cagliari ha dato tanto e poco ha ricevuto”. Per maggiori informazioni sul programma della manifestazione consultare il sito web www.leggereleosport.org. Goffedo Palmerini 7 Britalyca La Voce Alternativa Maggio 2019 10 COMUNICATI Palmerini Britalyca La Voce Alternativa Sport Maggio 2019 Siamo come scatole piene di sorprese, abbiamo bisogno di aprirci, abbiamo bisogno di vivere e convivere insieme, per capirci, per conoscerci. E‟ lontano il 2012, quando presentai la mia prima mostra di illustrazioni, ricordo quel momento, dove per la prima volta “sono sata davvero ascoltata”, ricordo avevo una valigia piena di aspettative, le storie me cercavano e anch‟io cercavo tante storie, tutto era nuovo, i volti, il colore della pelle, gli accenti delle voce, gli sguardi, i gesti, ogni dettaglio che è un vero tesoro per un‟artista che cerca di plasmare in ogni colore quelle storie che sono vita, sì, vita allo stato puro”. La mostra personale Hashtag#Umanità, Illustrazioni per riflettere su uomini, donne e bambini, propone una posizione di fronte ad una tendenza oppositiva, a concetti come la carità, l‟aiuto verso il prossimo: l‟orfano, la vedova, il mutilato, il solitario, il dimenticato. Cerca di rafforzare i messaggi dimenticati dalla modernità e il consumismo spietato. Alicia Erazo.