BOLDROCCHI - Impianto a ciclo combinato alimentato a idrogeno

Boldrocchi
BoldrocchiBoldrocchi

Realizzato a Fusina, nel polo chimico di Porto Marghera, ha potenzialità di 16 MW

1Impiantistica Italiana • Anno XXIII N. 2 marzo-aprile 2010
Impianto
a ciclo combinato
alimentato a idrogeno
Realizzato a Fusina, nel polo chimico di Porto Marghera,
ha potenzialità di 16 MW
C
risi o non crisi, la produzione di energia
elettrica comunque cresce e si sviluppa.
Cresce soprattutto il ricorso alle fonti
rinnovabili e al nucleare e, per dare energia alle
case degli italiani e al sistema industriale, servono
sempre più impianti e conseguentemente più ad-
detti.
L’Italia, considerata nel mondo industriale il “fana-
lino di coda” in autonomia energetica, ha oggi, gra-
zie a Enel, una centrale elettrica da 16 MW
alimentata al 100% a idrogeno a Fusina, nel polo
industriale di Porto Marghera. Un piccolo im-
pianto, primo del suo tipo nel mondo, capace di
soddisfare le esigenze energetiche di una comunità
urbana di 60.000-80.000 persone, in grado di evi-
tare l’immissione in atmosfera di quasi 20.000
t/anno di anidride carbonica. Infatti, l’idrogeno ge-
nererà soltanto vapore d’acqua e ossidi di azoto
nel pieno rispetto dei limiti accettabili, prima di
uscire dai camini di by-pass e caldaia. Abbiamo
pertanto la possibilità di dire che le emissioni di
gas sono quasi zero. Si tratta di un importante ri-
sultato, considerando le fondate ipotesi del pro-
gressivo riscaldamento del nostro pianeta,
registrato in questi ultimi anni con un continuo
accumulo nell’atmosfera dei gas serra.
Inoltre, non dobbiamo dimenticare che questo im-
pianto si colloca nel mondo delle energie rinnova-
bili con quelle di origine solare o eolica ma,
contrariamente a quest’ultime, possiamo dire che
può essere considerata “alternativa” alla produ-
zione di energia con le attuali fonti fossili o nucleari
e non soltanto “integrativa”.
L’idrogeno che finora era un prodotto di scarto
dei cicli di lavorazione dell’etilene, oggi, grazie a
una tubazione lunga 4 km, viene trasferito dal set-
tore petrolchimico alla nuova centrale quale“com-
bustibile” per la turbina a gas.
Il calore di scarto dell’impianto viene inoltre utiliz-
zato per produrre vapore che,a sua volta,alimenta
la turbina a vapore nella vicina centrale a carbone.
La Società Boldrocchi, con la sua divisione Aeroto
(all’avanguardia a livello mondiale in questo set-
tore), in AssociazioneTemporanea di Impresa con
Franco Abbiati
Direttore della
Divisione Aeroto,
Gruppo Boldrocchi
Il settore della generazione di energia elettrica è in continua
crescita. Con la realizzazione dell’impianto pilota a idrogeno
di Fusina, nel polo chimico di Porto Marghera, l’Italia, stori-
camente considerata fanalino di coda della Comunità Euro-
pea in fatto di autonomia energetica e investimenti nelle
fonti rinnovabili, fornisce un esempio funzionante di energia
a basso impatto ambientale. Si tratta di una vera alterna-
tiva, non più solo un’integrazione, alla produzione conven-
zionale di energia da combustibili fossili.
Questo impianto utilizza come combustibile l’idrogeno,
prodotto di scarto del vicino polo chimico, producendo
energia e vapore per le turbine dell’esistente centrale a car-
bone: un circolo virtuoso che immette in atmosfera emis-
sioni di gas quasi pari a zero.
A 100% Hydrogen-Fired Combined-Cycle Power Plant
The power generation compartment is growing day by day, in
spite of the economical crisis we are facing. With the hydrogen
fired power plant in Fusina, chemical pole of Porto Marghera,
Italy, traditionally considered as “rear light” in the European
Community with respect to the energetic independence and in-
vestments in renewable energies, gives a working example of
low-impact energy production, actual alternate and not only
integration to the conventional energy production with fossil
fuels.
This pilot installation fires hydrogen, coming as waste product
from the neighbouring chemical pole, and produces energy and
steam for the turbines of the coal-fired existing plant: a posi-
tive interaction resulting in very limited emissions to the atmo-
sphere.
2 Impiantistica Italiana • Anno XXIII N. 2 marzo-aprile 2010
Impianto a ciclo combinato alimentato a idrogeno
la Società Calortec, ha progettato, costruito e
montato l’intero sistema di scarico: dalla flangia di
scarico della turbina al camino di caldaia. Il sistema
è comprensivo di diverter, camino di by-pass, cal-
daia a recupero e camino finale. La figura 1 ri-
porta il layout dell’impianto. La figura 2 è un
rendering del progetto iniziale, mentre la figura
3 è una panoramica dell’impianto in attività.
Per la peculiarità dell’installazione il progetto è
stato sviluppato con cura, in particolare riguardo a:
•	dimensionamenti eseguiti utilizzando i più mo-
derni software a elementi finiti disponibili sul
mercato: progettazione strutturale FEM, analisi
fluidodinamica CFD (C..... F...... D.......) e valuta-
zione di impatto acustico previsionale, si riporta
una sintetica illustrazione nelle figure 4, 5 e 6
•	selezione dei materiali, sia ferrosi che non, in
funzione delle specifiche condizioni e problema-
tiche di impiego,legate soprattutto alle alte tem-
perature in gioco, alla velocità dei gas di scarico
all’interno dei condotti e, non ultimo, al tipo di
combustibile impiegato.
Di seguito sono riportati alcuni dati tecnici dei
principali componenti che danno un’idea, seppur
parziale e limitata, dell’importanza del progetto e
della sua complessità.
Turbina a gas
È della General Electric, tipo GE10-1, con albero
singolo a 11 stadi di compressione e 3 stadi di
turbina:
• temperatura del gas in ingresso	 1070 °C
• rapporto di compressione	 15,5
• temperatura del gas in uscita	 482 °C
• portata del gas	 47,5 kg/s
• velocità di rotazione	 1100 giri/min
Diverter
È una valvola a tre vie che convoglia i gas di scarico
provenienti dalla turbina verso l’atmosfera attra-
verso un camino di by-pass oppure alla caldaia a
recupero.
Componenti principali del diverter sono:
•	cassone in acciaio al carbonio rinforzato con
profili esterni;
•	coibentazione interna composta da fibra cera-
mica e lana di roccia basaltica, contenuta da la-
miere in acciaio inossidabile fissate con pioli e
rondelle; le lamiere saranno sovrapposte, nella
direzione del flusso, in modo da poter prevenire
un impatto diretto tra il flusso e possibili fessure
tra le lamiere;
•	pala in acciaio inossidabile collegata all’albero tra-
mite un opportuno sistema di perni e leve (in
configurazione cosiddetta toggle-arm, in grado di
assicurare, rispetto ad altre tipologie, un miglior
appoggio della pala sulla sua sede); la pala è coi-
bentata con fibra ceramica coperta da lamiere in
acciaio inossidabile fissate da pili e rondelle; su
entrambi i lati è previsto un dispositivo di tenuta;
•	sistema di tenuta realizzato con lame in Inconel
625 compresse dalla pala contro il canale
dell’aria di sbarramento;l’aria viene pompata nei
canali da due ventilatori (uno in stand-by);
•	sistema idraulico: la rotazione dell’albero è rea-
lizzata da due cilindri idraulici posizionati
all’esterno del cassone diverter e collegati all’al-
bero tramite leve; i cilindri sono controllati da
una centralina idraulica controllata che si inter-
faccia direttamente con il DCS (Digital Control
System) d’impianto;
•	sistema di drenaggio posto inferiormente per
scaricare l’acqua piovana in caso di inattività
dell’impianto;
•	strumentazione di bordo consistente in 6 limit
swithes e un trasmettitore angolare per la rego-
lazione e il controllo della posizione della pala.
Sistema di bypass
Si tratta di un camino di by-pass alto 35 m soste-
Fig. 1 – Layout
dell’intero sistema
di scarico
3Impiantistica Italiana • Anno XXIII N. 2 marzo-aprile 2010
Impianto a ciclo combinato alimentato a idrogeno
nuto da una struttura portante fissata a terra, coi-
bentato internamente, libero di assorbire le
dilatazioni termiche dovute al passaggio dei gas di
scarico ad alta temperatura. La progettazione con
isolamento interno permette un alto grado di pre-
fabbricazione in officina, per cui il tempo di instal-
lazione in sito può essere ridotto di circa un
quarto in confronto a condotti simili isolati ester-
namente. Inoltre, viene evitato il deterioramento
dei materiali dovuto al trasporto e agli agenti at-
mosferici.
L’isolamento interno viene effettuato in accordo
alla tecnica di cladding,vale a dire con l’installazione
di pannellature flottanti in lamiera a protezione
degli strati di lana minerale e/o di fibra ceramica
stesi sulle pareti interne del condotto.
In questo caso il materiale fonoassorbente e ter-
moisolante (lana minerale/fibra ceramica) è pro-
tetto da pannelli in acciaio inox Astm Aisi 409,
spessore 2-3 mm, parzialmente sovrapposti uno
sull’altro e supportati da perni. I pannelli sono so-
vrapposti nella direzione del flusso, in modo tale
che il flusso non venga ostacolato da qualsiasi pos-
sibile fessura tra di loro. I perni, aventi la funzione
di supportare i pannelli, sono saldati alla lamiera
dell’involucro esterno e sono in acciaio inox Astm
Aisi 304.Tra il pannello e il perno viene inserita
una rondella in Aisi 304 per permettere al pan-
nello di alloggiare sul perno, mentre un dado in
Astm Aisi 304 è fissato sul perno filettato per
poter tenere il pannello in posizione. La fibra di
ceramica utilizzata per l’isolamento ha una densità
di 128 kg/m3
prima del montaggio e una condutti-
vità termica a 500 °C,non superiore a 0,1W/m°C.
La lana minerale ha una densità che varia da 150 a
80 kg/m3
.
L’impianto è equipaggiato con sistemi di insonoriz-
zazione in grado di garantire, lungo il perimetro
dell’impianto a 1 m di distanza e a 1,5 m di altezza
da terra, un valore di livello di pressione sonora
residuo equivalente di 75 dB(A) e un valore di 76
dB(A) a 1 m di distanza dalla bocca del camino.
Questi valori sono ottenuti in quanto all’interno
del camino sono alloggiati dei pannelli fonoassor-
benti, supportati al camino stesso con guide e sup-
porti saldati al mantello esterno.
In caso di manutenzione i pannelli possono essere
estratti dall’alto, dalla bocca del camino, con appo-
siti mezzi di sollevamento.
L’orientamento di questi setti è parallelo alla dire-
zione dei fumi in ingresso del sistema, e presen-
tano delle codine aerodinamiche per ridurre al
massimo le perdite di carico del sistema.Altre ca-
ratteristiche costruttive salienti dei setti fonoassor-
benti sono:
•	guscio in lamiera forata in acciaio inox;
•	telaio e codine di ingresso e uscita in acciaio
inox;
•	cuscini speciali interni in lana minerale basaltica
a fibre lunghe di densità (prima dell’installazione)
120 kg/m3
e tessuto di fibra di vetro multistrato
adatto per la temperatura di funzionamento e il
logoramento. La superficie esterna dei cuscini è
realizzata in tessuto HT 75 che presenta all’alta
temperatura, in confronto a un normale tessuto
E-glass, una riduzione significativamente più con-
tenuta delle proprietà meccaniche, mantenendo
così una capacità più alta di sopportare i carichi
fluidodinamici e l’usura.
Degna di menzione è la presenza di una griglia
raddrizzatrice e uniformatrice del flusso che inve-
ste i setti (flow grid), appositamente dimensionata
per il caso attraverso una simulazione fluidodina-
mica.Anch’essa è realizzata con accorgimenti tec-
nici che ne permettono la libera dilatazione sotto
il carico termico fornito dall’alta temperatura dei
gas di scarico.
Caldaia a recupero
Ha sviluppo orizzontale, produce vapore a 30
bar(g) e 340 °C utilizzando il calore dei gas di sca-
rico della turbina a gas. I fasci tubieri in cui viene
prodotto il vapore sono posti in ordine decre-
scente di temperatura,in modo da sfruttare il salto
termico in maniera ottimale. Questo schema è
chiamato “controcorrente” in quanto i due fluidi
percorrono lo scambiatore in direzioni opposte.
Infatti, lo scambio di calore con salto termico
Fig. 2 – In alto,
rendering
del progetto iniziale
Fig. 3 – Sopra,
panoramica
dell’impianto oggi
in attività
4 Impiantistica Italiana • Anno XXIII N. 2 marzo-aprile 2010
Impianto a ciclo combinato alimentato a idrogeno
troppo elevato ha come risultato un’alta irreversi-
bilità, con conseguente ingente distruzione della
disponibilità termica dei gas di scarico.
Dal suo ingresso nel GVR (G......V...... R......) i fumi,
alla temperatura di 471 °C, scambiano con i di-
versi banchi nella seguente sequenza:
• surriscaldatori SH1 e SH2;
• evaporatore EVA;
• economizzatore ECO;
• recuperatore a condensazione REC 1;
• recuperatore a condensazione REC 2.
Alla fine dello scambio termico i fumi sono instra-
dati in atmosfera a una temperatura di 41 °C tra-
mite il camino finale.
L’installazione è corredata da una serie di impianti
ausiliari, ciascuno dei quali dotato dei rispettivi di-
spositivi di controllo e relativa strumentazione.
• sistema pompe di alimento;
• sistema spurghi di caldaia;
• sistema di recupero delle condense;
• sistema di additivazione chimica del ciclo;
• sistema di conservazione in azoto.
Camino finale
È realizzato interamente in acciaio inossidabile per
prevenire problemi dovuti alla condensa dei fumi.
Il camino è composto da quattro tronchi per un’al-
tezza totale di 50 m. All’interno della bocca di in-
gresso di sezione rettangolare è installato il sistema
demister che elimina la condensa dai gas in uscita
Fig. 5 - Mappa
delle emissioni
all’altezza di 1,5 m;
configurazione
con schermi acustici
Fig. 4 - Layout
degli schermi
acustici e mappa
delle emissioni
nella sezione
verticale del camino
bypass
5Impiantistica Italiana • Anno XXIII N. 2 marzo-aprile 2010
Impianto a ciclo combinato alimentato a idrogeno
Laureato in Fisica nel 1974
presso l’Università degli Studi
di Milano con una tesi “Ana-
lisi dei problemi di insonoriz-
zazione di una turbina a gas,
progettazione e realizzazione
di un adatto silenziatore”,
Franco Abbiati è oggi Diret-
tore della Divisione Aeroto del
Gruppo Boldrocchi.
Impegnato da sempre nel
campo dell’acustica, attraverso varie esperienze di lavoro
nelle più importanti aziende italiane nel settore, ha svilup-
pato un’ampia esperienza tecnica-progettuale di sistemi di
insonorizzazione. Interlocutore con la Deutsche Babcock
Aktg, con la Bolt Beranek and Newman Inc., negli anni Ot-
tanta e Novanta ha affrontato molteplici problematiche nel
campo dell’acustica.
È stato membro di gruppi di lavoro nella Commissione Acu-
stica dell’UNI e nel Comitato Tecnico di Acustica dell’Anicta
(Associazione Nazionale Imprenditori Coibentazioni Termo-
Acustiche); è oggi presidente del Ciadi (Unione Costruttori
Impianti e Apparecchiature di Insonorizzazione).
dalla caldaia, smontabile attraverso un apposito
portello sulla sommità della bocca. Sono previsti
degli scarichi di condensa per il demister e ai piedi
del camino finale.
Il camino è coibentato esternamente con lana di
roccia basaltica sostenuta da centine e chiusa tra-
mite una lamiera preverniciata.
Al camino sono fissate le scale e i ballatoi che per-
mettono l’accesso alla passerella predisposta per il
rilevamento dei fumi (a quota intermedia) e alla
passerella per manutenzione luci di segnalazione
anti-aerea (sul top). Inoltre, è dotato di un im-
pianto di illuminazione lungo tutte le vie pedonali.
Conclusione
L’entrata in funzione di questo impianto apre di
fatto la strada all’utilizzo dell’idrogeno come ri-
sorsa energetica di un prossimo futuro in Italia,con
uno sviluppo concreto, insieme alle altre fonti rin-
novabili, come l’energia solare o eolica, di energie
alternative al carbone e agli idrocarburi.
Il nostro settore industriale dispone oggi di un pro-
getto“chiavi in mano”,piccolo ma completo,pronto
per essere esportato in tutto il mondo. Infatti, i
maggiori osservatori internazionali hanno già guar-
dato con interesse a questa installazione.
Fig. 6 - Mappa
del modulo
della velocità
nel piano di
mezzeria tra i setti
1 e 2

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  • 1. 1Impiantistica Italiana • Anno XXIII N. 2 marzo-aprile 2010 Impianto a ciclo combinato alimentato a idrogeno Realizzato a Fusina, nel polo chimico di Porto Marghera, ha potenzialità di 16 MW C risi o non crisi, la produzione di energia elettrica comunque cresce e si sviluppa. Cresce soprattutto il ricorso alle fonti rinnovabili e al nucleare e, per dare energia alle case degli italiani e al sistema industriale, servono sempre più impianti e conseguentemente più ad- detti. L’Italia, considerata nel mondo industriale il “fana- lino di coda” in autonomia energetica, ha oggi, gra- zie a Enel, una centrale elettrica da 16 MW alimentata al 100% a idrogeno a Fusina, nel polo industriale di Porto Marghera. Un piccolo im- pianto, primo del suo tipo nel mondo, capace di soddisfare le esigenze energetiche di una comunità urbana di 60.000-80.000 persone, in grado di evi- tare l’immissione in atmosfera di quasi 20.000 t/anno di anidride carbonica. Infatti, l’idrogeno ge- nererà soltanto vapore d’acqua e ossidi di azoto nel pieno rispetto dei limiti accettabili, prima di uscire dai camini di by-pass e caldaia. Abbiamo pertanto la possibilità di dire che le emissioni di gas sono quasi zero. Si tratta di un importante ri- sultato, considerando le fondate ipotesi del pro- gressivo riscaldamento del nostro pianeta, registrato in questi ultimi anni con un continuo accumulo nell’atmosfera dei gas serra. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che questo im- pianto si colloca nel mondo delle energie rinnova- bili con quelle di origine solare o eolica ma, contrariamente a quest’ultime, possiamo dire che può essere considerata “alternativa” alla produ- zione di energia con le attuali fonti fossili o nucleari e non soltanto “integrativa”. L’idrogeno che finora era un prodotto di scarto dei cicli di lavorazione dell’etilene, oggi, grazie a una tubazione lunga 4 km, viene trasferito dal set- tore petrolchimico alla nuova centrale quale“com- bustibile” per la turbina a gas. Il calore di scarto dell’impianto viene inoltre utiliz- zato per produrre vapore che,a sua volta,alimenta la turbina a vapore nella vicina centrale a carbone. La Società Boldrocchi, con la sua divisione Aeroto (all’avanguardia a livello mondiale in questo set- tore), in AssociazioneTemporanea di Impresa con Franco Abbiati Direttore della Divisione Aeroto, Gruppo Boldrocchi Il settore della generazione di energia elettrica è in continua crescita. Con la realizzazione dell’impianto pilota a idrogeno di Fusina, nel polo chimico di Porto Marghera, l’Italia, stori- camente considerata fanalino di coda della Comunità Euro- pea in fatto di autonomia energetica e investimenti nelle fonti rinnovabili, fornisce un esempio funzionante di energia a basso impatto ambientale. Si tratta di una vera alterna- tiva, non più solo un’integrazione, alla produzione conven- zionale di energia da combustibili fossili. Questo impianto utilizza come combustibile l’idrogeno, prodotto di scarto del vicino polo chimico, producendo energia e vapore per le turbine dell’esistente centrale a car- bone: un circolo virtuoso che immette in atmosfera emis- sioni di gas quasi pari a zero. A 100% Hydrogen-Fired Combined-Cycle Power Plant The power generation compartment is growing day by day, in spite of the economical crisis we are facing. With the hydrogen fired power plant in Fusina, chemical pole of Porto Marghera, Italy, traditionally considered as “rear light” in the European Community with respect to the energetic independence and in- vestments in renewable energies, gives a working example of low-impact energy production, actual alternate and not only integration to the conventional energy production with fossil fuels. This pilot installation fires hydrogen, coming as waste product from the neighbouring chemical pole, and produces energy and steam for the turbines of the coal-fired existing plant: a posi- tive interaction resulting in very limited emissions to the atmo- sphere.
  • 2. 2 Impiantistica Italiana • Anno XXIII N. 2 marzo-aprile 2010 Impianto a ciclo combinato alimentato a idrogeno la Società Calortec, ha progettato, costruito e montato l’intero sistema di scarico: dalla flangia di scarico della turbina al camino di caldaia. Il sistema è comprensivo di diverter, camino di by-pass, cal- daia a recupero e camino finale. La figura 1 ri- porta il layout dell’impianto. La figura 2 è un rendering del progetto iniziale, mentre la figura 3 è una panoramica dell’impianto in attività. Per la peculiarità dell’installazione il progetto è stato sviluppato con cura, in particolare riguardo a: • dimensionamenti eseguiti utilizzando i più mo- derni software a elementi finiti disponibili sul mercato: progettazione strutturale FEM, analisi fluidodinamica CFD (C..... F...... D.......) e valuta- zione di impatto acustico previsionale, si riporta una sintetica illustrazione nelle figure 4, 5 e 6 • selezione dei materiali, sia ferrosi che non, in funzione delle specifiche condizioni e problema- tiche di impiego,legate soprattutto alle alte tem- perature in gioco, alla velocità dei gas di scarico all’interno dei condotti e, non ultimo, al tipo di combustibile impiegato. Di seguito sono riportati alcuni dati tecnici dei principali componenti che danno un’idea, seppur parziale e limitata, dell’importanza del progetto e della sua complessità. Turbina a gas È della General Electric, tipo GE10-1, con albero singolo a 11 stadi di compressione e 3 stadi di turbina: • temperatura del gas in ingresso 1070 °C • rapporto di compressione 15,5 • temperatura del gas in uscita 482 °C • portata del gas 47,5 kg/s • velocità di rotazione 1100 giri/min Diverter È una valvola a tre vie che convoglia i gas di scarico provenienti dalla turbina verso l’atmosfera attra- verso un camino di by-pass oppure alla caldaia a recupero. Componenti principali del diverter sono: • cassone in acciaio al carbonio rinforzato con profili esterni; • coibentazione interna composta da fibra cera- mica e lana di roccia basaltica, contenuta da la- miere in acciaio inossidabile fissate con pioli e rondelle; le lamiere saranno sovrapposte, nella direzione del flusso, in modo da poter prevenire un impatto diretto tra il flusso e possibili fessure tra le lamiere; • pala in acciaio inossidabile collegata all’albero tra- mite un opportuno sistema di perni e leve (in configurazione cosiddetta toggle-arm, in grado di assicurare, rispetto ad altre tipologie, un miglior appoggio della pala sulla sua sede); la pala è coi- bentata con fibra ceramica coperta da lamiere in acciaio inossidabile fissate da pili e rondelle; su entrambi i lati è previsto un dispositivo di tenuta; • sistema di tenuta realizzato con lame in Inconel 625 compresse dalla pala contro il canale dell’aria di sbarramento;l’aria viene pompata nei canali da due ventilatori (uno in stand-by); • sistema idraulico: la rotazione dell’albero è rea- lizzata da due cilindri idraulici posizionati all’esterno del cassone diverter e collegati all’al- bero tramite leve; i cilindri sono controllati da una centralina idraulica controllata che si inter- faccia direttamente con il DCS (Digital Control System) d’impianto; • sistema di drenaggio posto inferiormente per scaricare l’acqua piovana in caso di inattività dell’impianto; • strumentazione di bordo consistente in 6 limit swithes e un trasmettitore angolare per la rego- lazione e il controllo della posizione della pala. Sistema di bypass Si tratta di un camino di by-pass alto 35 m soste- Fig. 1 – Layout dell’intero sistema di scarico
  • 3. 3Impiantistica Italiana • Anno XXIII N. 2 marzo-aprile 2010 Impianto a ciclo combinato alimentato a idrogeno nuto da una struttura portante fissata a terra, coi- bentato internamente, libero di assorbire le dilatazioni termiche dovute al passaggio dei gas di scarico ad alta temperatura. La progettazione con isolamento interno permette un alto grado di pre- fabbricazione in officina, per cui il tempo di instal- lazione in sito può essere ridotto di circa un quarto in confronto a condotti simili isolati ester- namente. Inoltre, viene evitato il deterioramento dei materiali dovuto al trasporto e agli agenti at- mosferici. L’isolamento interno viene effettuato in accordo alla tecnica di cladding,vale a dire con l’installazione di pannellature flottanti in lamiera a protezione degli strati di lana minerale e/o di fibra ceramica stesi sulle pareti interne del condotto. In questo caso il materiale fonoassorbente e ter- moisolante (lana minerale/fibra ceramica) è pro- tetto da pannelli in acciaio inox Astm Aisi 409, spessore 2-3 mm, parzialmente sovrapposti uno sull’altro e supportati da perni. I pannelli sono so- vrapposti nella direzione del flusso, in modo tale che il flusso non venga ostacolato da qualsiasi pos- sibile fessura tra di loro. I perni, aventi la funzione di supportare i pannelli, sono saldati alla lamiera dell’involucro esterno e sono in acciaio inox Astm Aisi 304.Tra il pannello e il perno viene inserita una rondella in Aisi 304 per permettere al pan- nello di alloggiare sul perno, mentre un dado in Astm Aisi 304 è fissato sul perno filettato per poter tenere il pannello in posizione. La fibra di ceramica utilizzata per l’isolamento ha una densità di 128 kg/m3 prima del montaggio e una condutti- vità termica a 500 °C,non superiore a 0,1W/m°C. La lana minerale ha una densità che varia da 150 a 80 kg/m3 . L’impianto è equipaggiato con sistemi di insonoriz- zazione in grado di garantire, lungo il perimetro dell’impianto a 1 m di distanza e a 1,5 m di altezza da terra, un valore di livello di pressione sonora residuo equivalente di 75 dB(A) e un valore di 76 dB(A) a 1 m di distanza dalla bocca del camino. Questi valori sono ottenuti in quanto all’interno del camino sono alloggiati dei pannelli fonoassor- benti, supportati al camino stesso con guide e sup- porti saldati al mantello esterno. In caso di manutenzione i pannelli possono essere estratti dall’alto, dalla bocca del camino, con appo- siti mezzi di sollevamento. L’orientamento di questi setti è parallelo alla dire- zione dei fumi in ingresso del sistema, e presen- tano delle codine aerodinamiche per ridurre al massimo le perdite di carico del sistema.Altre ca- ratteristiche costruttive salienti dei setti fonoassor- benti sono: • guscio in lamiera forata in acciaio inox; • telaio e codine di ingresso e uscita in acciaio inox; • cuscini speciali interni in lana minerale basaltica a fibre lunghe di densità (prima dell’installazione) 120 kg/m3 e tessuto di fibra di vetro multistrato adatto per la temperatura di funzionamento e il logoramento. La superficie esterna dei cuscini è realizzata in tessuto HT 75 che presenta all’alta temperatura, in confronto a un normale tessuto E-glass, una riduzione significativamente più con- tenuta delle proprietà meccaniche, mantenendo così una capacità più alta di sopportare i carichi fluidodinamici e l’usura. Degna di menzione è la presenza di una griglia raddrizzatrice e uniformatrice del flusso che inve- ste i setti (flow grid), appositamente dimensionata per il caso attraverso una simulazione fluidodina- mica.Anch’essa è realizzata con accorgimenti tec- nici che ne permettono la libera dilatazione sotto il carico termico fornito dall’alta temperatura dei gas di scarico. Caldaia a recupero Ha sviluppo orizzontale, produce vapore a 30 bar(g) e 340 °C utilizzando il calore dei gas di sca- rico della turbina a gas. I fasci tubieri in cui viene prodotto il vapore sono posti in ordine decre- scente di temperatura,in modo da sfruttare il salto termico in maniera ottimale. Questo schema è chiamato “controcorrente” in quanto i due fluidi percorrono lo scambiatore in direzioni opposte. Infatti, lo scambio di calore con salto termico Fig. 2 – In alto, rendering del progetto iniziale Fig. 3 – Sopra, panoramica dell’impianto oggi in attività
  • 4. 4 Impiantistica Italiana • Anno XXIII N. 2 marzo-aprile 2010 Impianto a ciclo combinato alimentato a idrogeno troppo elevato ha come risultato un’alta irreversi- bilità, con conseguente ingente distruzione della disponibilità termica dei gas di scarico. Dal suo ingresso nel GVR (G......V...... R......) i fumi, alla temperatura di 471 °C, scambiano con i di- versi banchi nella seguente sequenza: • surriscaldatori SH1 e SH2; • evaporatore EVA; • economizzatore ECO; • recuperatore a condensazione REC 1; • recuperatore a condensazione REC 2. Alla fine dello scambio termico i fumi sono instra- dati in atmosfera a una temperatura di 41 °C tra- mite il camino finale. L’installazione è corredata da una serie di impianti ausiliari, ciascuno dei quali dotato dei rispettivi di- spositivi di controllo e relativa strumentazione. • sistema pompe di alimento; • sistema spurghi di caldaia; • sistema di recupero delle condense; • sistema di additivazione chimica del ciclo; • sistema di conservazione in azoto. Camino finale È realizzato interamente in acciaio inossidabile per prevenire problemi dovuti alla condensa dei fumi. Il camino è composto da quattro tronchi per un’al- tezza totale di 50 m. All’interno della bocca di in- gresso di sezione rettangolare è installato il sistema demister che elimina la condensa dai gas in uscita Fig. 5 - Mappa delle emissioni all’altezza di 1,5 m; configurazione con schermi acustici Fig. 4 - Layout degli schermi acustici e mappa delle emissioni nella sezione verticale del camino bypass
  • 5. 5Impiantistica Italiana • Anno XXIII N. 2 marzo-aprile 2010 Impianto a ciclo combinato alimentato a idrogeno Laureato in Fisica nel 1974 presso l’Università degli Studi di Milano con una tesi “Ana- lisi dei problemi di insonoriz- zazione di una turbina a gas, progettazione e realizzazione di un adatto silenziatore”, Franco Abbiati è oggi Diret- tore della Divisione Aeroto del Gruppo Boldrocchi. Impegnato da sempre nel campo dell’acustica, attraverso varie esperienze di lavoro nelle più importanti aziende italiane nel settore, ha svilup- pato un’ampia esperienza tecnica-progettuale di sistemi di insonorizzazione. Interlocutore con la Deutsche Babcock Aktg, con la Bolt Beranek and Newman Inc., negli anni Ot- tanta e Novanta ha affrontato molteplici problematiche nel campo dell’acustica. È stato membro di gruppi di lavoro nella Commissione Acu- stica dell’UNI e nel Comitato Tecnico di Acustica dell’Anicta (Associazione Nazionale Imprenditori Coibentazioni Termo- Acustiche); è oggi presidente del Ciadi (Unione Costruttori Impianti e Apparecchiature di Insonorizzazione). dalla caldaia, smontabile attraverso un apposito portello sulla sommità della bocca. Sono previsti degli scarichi di condensa per il demister e ai piedi del camino finale. Il camino è coibentato esternamente con lana di roccia basaltica sostenuta da centine e chiusa tra- mite una lamiera preverniciata. Al camino sono fissate le scale e i ballatoi che per- mettono l’accesso alla passerella predisposta per il rilevamento dei fumi (a quota intermedia) e alla passerella per manutenzione luci di segnalazione anti-aerea (sul top). Inoltre, è dotato di un im- pianto di illuminazione lungo tutte le vie pedonali. Conclusione L’entrata in funzione di questo impianto apre di fatto la strada all’utilizzo dell’idrogeno come ri- sorsa energetica di un prossimo futuro in Italia,con uno sviluppo concreto, insieme alle altre fonti rin- novabili, come l’energia solare o eolica, di energie alternative al carbone e agli idrocarburi. Il nostro settore industriale dispone oggi di un pro- getto“chiavi in mano”,piccolo ma completo,pronto per essere esportato in tutto il mondo. Infatti, i maggiori osservatori internazionali hanno già guar- dato con interesse a questa installazione. Fig. 6 - Mappa del modulo della velocità nel piano di mezzeria tra i setti 1 e 2