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USCIRE INSIEME DALLA CRISI
                        DISEGNARE UN NUOVO WELFARE
  Profit e Terzo Settore, quali opportunità sul territorio?




                                          Villaggio San Francesco
                                             23 novembre 2012




Via Oltrocchi 8, 20137 Milano – Tel. 02 55185646 – fax 02 92879645 – Cell. 335 6453444 - Email: bc@beppecacopardo.it
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Elogio ai costruttori di welfare

Beati i costruttori di welfare e coesione sociale che, con pensieri,
parole e soprattutto opere contrastano quotidianamente la crisi nei
suoi molteplici aspetti e si oppongono tenacemente ai distruttori di
welfare e di diritti.
Nella crisi, costoro si affannano a tagliare i servizi alla collettività,
considerandoli spese anziché investimenti.
Nella crisi, i costruttori di welfare hanno il compito di allearsi per
promuovere un nuovo patto sociale fondato sulla solidarietà, sulla
responsabilità, individuale e collettiva, sul concetto di sussidiarietà
e cooperazione tra pubblico, privato e privato sociale.
Un nuovo patto che sappia porre al centro la persona e lo sviluppo
umano e sociale, rispetto ad un approccio economicista basato
sulla mera crescita quantitativa.




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Robert Kennedy: 18 marzo 1968

«Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra
personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere
economico, nell’ammassare senza fine beni terreni.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice
Dow Jones né i successi del Paese sulla base del prodotto interno
lordo.
Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità
delle sigarette; le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade
dalle carneficine dei fine settimana.
Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di
casa e le prigioni per coloro che cercano di forzarle.
Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per
vendere prodotti violenti ai nostri bambini.




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Robert Kennedy: 18 marzo 1968

Cresce con la produzione di napalm e missili a testata nucleare;
comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della
peste bubbonica.
Si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare
le rivolte e non fa che aumentare quando, sulle loro ceneri, si
ricostruiscono i bassifondi popolari.
Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della
qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di
svago.
Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei
valori familiari; l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei
nostri pubblici dipendenti.
Non tiene conto né della giustizia dei nostri tribunali né dell’equità
dei rapporti tra di noi.



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Robert Kennedy: 18 marzo 1968

Il PIL non misura né la nostra arguzia, né il nostro coraggio, né la
nostra saggezza, né la nostra conoscenza, né la nostra
compassione, né la devozione al nostro Paese.
Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente
degna di essere vissuta.
Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi
di essere americani.»




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Se la crescita non basta più
Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini – Repubblica.it 11 novembre 2012

«Oggi vi è un consenso molto ampio sul fatto che per superare la
crisi sia necessario rilanciare la crescita dell’economia…
Ma esistono dei forti dubbi che la crescita possa rappresentare
l’unica soluzione dei nostri problemi in quanto un’espansione
quantitativa senza limiti così come l’abbiamo conosciuta dalla
rivoluzione industriale non appare sostenibile…
… è concepibile un’economia capace di una crescita continua?
Per noi la risposta è senza alcun dubbio negativa perché la crescita
sta   determinando       un’imponente    distruzione    di   risorse
naturali…esistono altre forme di economia che possano fare a
meno della crescita senza farci ricadere nella povertà?
Crediamo che sia giunto il momento di passare dall’economia della
competizione a una nuova economia della cooperazione: la
competizione sempre più spinta ha prodotto un’età della crescita
che è oramai degenerata in un’età della distruzione.


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Se la crescita non basta più
Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini – Repubblica.it 11 novembre 2012

Nuove forme di cooperazione potrebbero, invece, condurci verso
un’età di rinnovato benessere… Ciò significa passare dalla quantità
alla qualità, da un concetto di “maggiore” a uno di “migliore”,
dall’espansione illimitata all’equilibrio dinamico…
Occorre superare il Pil che rappresenta il valore monetario dei beni
e servizi scambiati sul mercato. Il prodotto interno lordo si è
rivelato molto utile nel misurare la crescita quantitativa, ma ha via
via perso di efficacia nelle economie postindustriali dove è
cresciuto il peso dei servizi immateriali e delle attività di carattere
sociale, dove la qualità del prodotto e la produzione di nuovi
prodotti hanno assunto maggiore importanza e dove le tematiche
relative all’ambiente sono diventate sempre più centrali nelle
scelte di vita di un gran numero di persone. Inoltre, il Pil ignora
completamente il fatto che la crescita dell’economia è
strettamente associata con il consumo delle risorse che quindi
tendono ad esaurirsi.



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Se la crescita non basta più
Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini – Repubblica.it 11 novembre 2012

Infine, il Pil non conteggia la produzione di rifiuti, l’inquinamento,
le emissioni di anidride carbonica, la disponibilità di acqua dolce, il
livello di istruzione.
Se tutto ciò venisse incluso nella stima del Pil constateremmo che
le nostre società non si stanno più arricchendo ma si sono
incamminate lungo un percorso di impoverimento sociale,
economico e ambientale.
Per uscire dalla crisi, dunque non basta semplicemente rilanciare
la crescita, ma è necessario concepire un nuovo modello di
sviluppo ecologico e cooperativo ed elaborare nuovi indicatori che
siano in grado di misurare realmente la ricchezza prodotta e le
risorse consumate a livello globale.




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Crisi economica e nuovo welfare

Da almeno 15 anni il Paese attraversa una grave crisi economica.
L’Italia cresce poco e meno degli altri Paesi a “capitalismo
avanzato”, sotto il peso di un enorme debito pubblico, afflitta da
debolezze strutturali del suo sistema economico e industriale.
Rilancio e sviluppo economico, pur necessari, rischiano di rimanere
una risposta parziale, se non accompagnata da efficaci interventi
sul piano sociale.
Ai crescenti bisogni si contrappone la drastica riduzione delle
risorse pubbliche disponibili. I tagli imposti dalle manovre
economiche ricadono soprattutto sulle le famiglie e sulla parte più
debole                       della                     popolazione.
Da qui, e non da oggi, trae origine e vigore la necessità e
l’urgenza che il Privato Sociale consolidi il proprio protagonismo
nella ridefinizione del nuovo Welfare, nel quadro del principio di
sussidiarietà orizzontale, superando una visione del tutto riduttiva,
eppure egemone, di economia bipolare pubblico/privato, con
esclusione del privato sociale, considerato puramente marginale.

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Crisi economica e nuovo welfare


Eppure l’articolo 118 della Costituzione sancisce che: “…Stato,
Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono
l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo
svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del
principio                        di                        sussidiarietà.”
“…La novità è di pensare un modo di articolare il dialogo fattivo tra
le tre sfere di cui si compone la nostra società: ente pubblico,
business community del mondo dell’imprese e infine la sfera della
società civile organizzata. Fino ad ora questo non era stato tentato.
Se noi guardiamo i risultati, fino ad ora si cercava di stabilire i
rapporti tra l’una e l’altra, ma non tra tutte e tre le sfere.”
Stefano    Zamagni        Giornate      di    Bertinoro       per    l’Economia        Civile   ed.   2011

A mio modo di vedere, tale affermazione rappresenta il modello
teorico di riferimento su cui poggia lo sviluppo dell’economia civile,
come possibile risposta alla crisi che il Paese sta attraversando e
come base per la costruzione del nuovo welfare sociale, partendo
dai bisogni del territorio.

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Crisi economica e nuovo welfare

Occorre che il Privato Sociale nel suo insieme diventi finalmente
consapevole del ruolo che può e deve svolgere dentro la crisi,
quale attore in grado di garantire inclusione e coesione sociale:
 partendo dal territorio e dalla comunità di appartenenza;
 dialogando e stringendo alleanze con imprese, enti e istituzioni
  locali;
 facendo rete e sistema tra associazioni per dare risposte
  concrete a vecchi e nuovi bisogni della collettività;
 puntando alla propria efficienza ed efficacia organizzativa e
  gestionale; alla sostenibilità dei progetti; alla trasparenza
  economico-finanziaria;
 contribuendo a costruire cittadinanza attiva e a ristabilire un
  clima di maggiore speranza e fiducia nel futuro, basato sulla
  solidarietà e la partecipazione.
Il fundraising come strategia complessa, coordinata,
continuativa, integrata all’attività istituzionale, è del tutto
funzionale al processo di sviluppo che qui ho tentato di
indicare.

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http://www.legiornatedibertinoro.it/news.cfm?id=136


INDAGINE CONOSCITIVA rivolta a 500 stakeholder
finalizzata a rilevare l'opinione del pubblico in merito ad alcune
tematiche legate all’Economia Civile.
Risposte n. 300 pari al 60%
#GDB2012




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Villaggio San Francesco come modello


Il Villaggio di San Carlo è nato dal fervore francescano che ha
pervaso il Mugello nella prima metà del '900.…I laici francescani,
ma anche tutti i mugellani, furono al fianco di padre Massimo in
questa ardua impresa. Indipendentemente dalla posizione sociale e
dal credo politico tutti vi contribuirono, chi con preghiere, chi
donando      parte       del      proprio         tempo         o     del     proprio   denaro…
…Padre Massimo nella sua lungimiranza era anche riuscito a dotare
il nuovo grande ricovero di beni immobili, case e terreni frutto di
lasciti e di beneficenza, per poter garantire, in tempi di economia
prevalentemente rurale, una rendita che in qualche modo ne
assicurasse un'amministrazione stabile e tranquilla.



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Fundraising professionale ed etico come fattore di
responsabilità              sociale             dell’impresa                   nonprofit   e
sostenibilità dei suoi progetti e interventi.




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Cos’è il Fundraising


 Il FR è la strategia di marketing applicata al nonprofit,
  coordinata, continuativa, non occasionale. A differenza di quanto
  ritroviamo nel corpo del Dlgs 460/97, non sarebbe da
  considerare semplicemente attività connessa. Al contrario
  deve essere fortemente integrata all’attività istituzionale.

 E’ l’arte di indurre le persone a dare ad una organizzazione ciò
  di cui questa ha bisogno: tempo, beni e servizi, denaro, know-
  how, collaborazione.

The Fund Raising School




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Principio chiave del fundraising

                     AL CENTRO C’E’ LA PERSONA.




      “LE PERSONE DONANO PER ALTRE PERSONE.”

                      L’organizzazione è il tramite.



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Fundraising come cultura e educazione


Fare fundraising significa:
 informare, sensibilizzare, educare;
 promuovere cultura della solidarietà, della responsabilità,
  della condivisione;
 creare relazione, consenso, partecipazione, scambio e
  adesione, come premessa per raccogliere fondi, beni,
  servizi, disponibilità.


Fare fundraising non significa chiedere di staccare un
assegno per “lavarsi la coscienza” , ma di farlo come atto di
condivisione e di partecipazione.




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Fundraising = offerta di partecipazione


Non è solo una richiesta, è piuttosto un’offerta!
L’associazione offre al sostenitore l’opportunità di partecipare ad
una “buona causa”, la propria.

Partecipazione è:
 assunzione di responsabilità;
 servizio alla collettività;
 pluralismo e democrazia;
 contributo al miglioramento dei
  rapporti sociali, quindi, della società;
 miglioramento della qualità della
  vita per sé e per gli altri;
 comunicazione/relazione;
 tanto altro ancora…



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Fundraising professionale e etico


Chiedere per una buona Causa è doveroso, oltre che
legittimo e necessario.

E' importante farlo bene, con una comunicazione corretta e
veritiera, con contenuti chiari e sinceri, espressi in modo semplice
e diretto, con immagini serene e positive.

Occorre sollecitare i donatori, effettivi e potenziali, ad esprimere
adesione e sostegno: con ragioni e argomenti validi e convincenti,
con passione, professionalità, creatività, fornendo la garanzia
che i fondi raccolti siano destinati agli scopi dichiarati.




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Fundraising = Relazione

Il FR mira a creare un'azione relazionale, di reciprocità e di
scambio, con i pubblici di riferimento, principalmente con soci e
donatori (individui, aziende, fondazioni…) potenziali ed effettivi.
“La vera organizzazione nonprofit non si limita a fare PER gli altri,
l’organizzazione nonprofit fa CON gli altri.” Prof. Stefano Zamagni

Con regole precise e l’uso di corrette metodologie e tecniche,
promuove l’organizzazione, la sua Causa e la sua Mission,
creando e organizzando consenso, partecipazione, adesioni,
raccolta di fondi, beni e servizi a sostegno di programmi, attività,
progetti       e       interventi       di      utilità    sociale.




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I mercati del fundraising


  1. Individui / Persone fisiche
  2. Imprese e fondazioni di impresa
  3. Fondazioni bancarie di erogazione
  4. Enti pubblici e istituzioni (fundraising istituzionale)




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Approccio al corporate fundraising

1. Definizione della policy e delle linee guida
2. Risorsa dedicata con buone capacità di PR
3. Individuazione di progetto/i e obiettivi
4. Individuazione del target e dei criteri di scelta: coerente con il
   progetto, settore merceologico, prossimità/comunità di appartenenza,
   buona reputazione e altro ancora
5. Contatti interni, monitoraggio territorio, interesse
6. A chi chiedere / Cosa chiedere / Quando chiedere / Dove chiedere /
   Quanto chiedere
7. Lo scambio e il ritorno per le/la azienda
8. Preparazione di mezzi e strumenti idonei alla presentazione
9. A chi rivolgersi: AD, resp. Marketing, rep. Risorse umane
10. Individuazione del contatto interno all’azienda / facilitatore




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Possibilità di partnership


1. Filantropia: erogazione liberale
2. Donazioni in kind
3. Spazi / strumenti di comunicazione e promozione interna
4. Acquisto di oggettistica
5. Cause related marketing
6. Loyalty Program
7. Sponsorizzazione di eventi
8. Gift Matching
9. Pay Roll Giving
10. Volontariato per un giorno
11. Volontariato di impesa




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La Responsabilità Sociale d’Impresa

La responsabilità primaria delle imprese è generare profitto,
contribuendo tuttavia a perseguire obiettivi sociali e ambientali,
assumendo la CSR come strategia integrata e investimento
finalizzato allo sviluppo sostenibile.
Nel 2001 la Commissione della Comunità Europea ha presentato il
libro verde “promuovere un quadro europeo per la responsabilità
sociale delle imprese” e ha suggerito prassi legate all’istruzione e
alla formazione lungo tutto l’arco della vita, all’organizzazione del
lavoro, alle pari opportunità, all’inserimento sociale e allo sviluppo
durevole.




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La RSI, come è cambiata in 10 anni

 Definizione di CSR, Commissione Europea, 2001
“L’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed
  ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei
  loro rapporti con le parti interessate”

 Definizione di CSR, Commissione Europea, 2011
“La responsabilità delle imprese verso i loro molteplici impatti sulla
  società”
(Luisa Bruzzolo Direttore Fondazione Aiutare i Bambini – Festival del Fund Raising –
  5° Edizione 9 – 10 – 11 maggio 2012)




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La RSI vista dal lato dell’impresa

Welfare aziendale: imprenditori, il 70% pronto a investire.
 “Un’indagine realizzata da ASTRA ricerche (su un panel di circa
400 aziende, italiane e multinazionali) ha rivelato che il 45% degli
industriali e dei dirigenti ha dichiarato di non essere soddisfatto
dei propri piani di welfare aziendale. Tanto che il 70% pensa di
sviluppare strategie nei prossimi 2-3 anni. La motivazione che più
spinge gli imprenditori a investire in questa direzione è quella di
accrescere il senso di appartenenza dell’azienda (67,9%). In
seconda istanza c’è l’obiettivo di valorizzare il capitale umano
(63,8%). I maggiori freni sono indicati nei costi (il 55%) e nella
difficoltà di organizzazione logistica (38,1%).
Spiega Enrico Finzi, presidente di Astra: “Il tema del welfare
aziendale sta entrando con forza nell’agenda delle priorità:
fidelizza, genera motivazione. E quindi si traduce in
produttività”. Fonte: VITA 7 ottobre 2011



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Alcuni vantaggi della CSR

Effetti interni:
 migliore clima interno e maggiori motivazioni da parte dei
  dipendenti
 maggiore identificazione e senso di appartenenza
 maggiore impegno da parte di dipendenti e collaboratori
 migliore e più efficiente gestione delle risorse naturali
Effetti esterni:
 migliori rapporti con la comunità locale
 maggiore attenzione dei consumatori e degli investitori
 migliore posizionamento sul mercato
 migliore reputazione
 maggiore fidelizzazione della clientela


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Testimonianze


Dal lato di una importante impresa nonprofit:
Niccolò Contucci – Direttore Generale Associazione per la Ricerca sul Cancro
«…Stabilire un rapporto strutturato con le imprese arricchisce
l’associazione e fertilizza entrambe…»
«Una cosa che io trovo rilevantissima per la stragrande
maggioranza delle 220.000 organizzazioni nonprofit è il rispetto
della propria dimensione territoriale…non è un problema solo di
dimensione ma proprio di dimensione del mercato di
riferimento…Se i ragazzi che affluiscono alla comunità di
tossicodipendenti o di anziani da assistere stanno in quel territorio,
quel problema riguarda quel territorio, non tutta la nazione.
Quindi, il partner ideale deve avere la tua stessa dimensione
territoriale, gli stessi interessi, deve parlare agli stessi cittadini,
alla stessa comunità. Quindi è un progetto di comunità e come tale
va proposto, riguarda noi.»
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Testimonianze


Dal lato di una importante impresa for profit:
Ing.   Riccardo         Perdomi:           vice     presidente,       già    direttore   generale   e
amministratore delegato di Salmoiraghi & Viganò
«…ci siamo trovati a collaborare con persone di alto livello, che
avevano un trascorso magari di lunghi anni di lavoro in azienda
che per loro scelta personale avevano deciso di passare al
nonprofit, riscontrando subito come gli argomenti, le discussioni la
progettazione venisse fatta con gli stessi metodi e gli stessi
sistemi utilizzati da noi in azienda per valutare progetti di
sviluppo, progetti di comunicazione.




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Testimonianze:               segue Riccardo Perdomi



Con CBM abbiamo messo in piedi un sistema di raccolta fondi in
cui siamo riusciti a mettere insieme tutti gli stakeholder
dell’azienda, sia interni che esterni, per cui abbiamo coinvolto la
direzione, il reparto marketing, anche il reparto informatico
perché, per essere professionalmente a posto, abbiamo fatto una
modifica al software, in modo che il negozio potesse consegnare
uno scontrino che noi abbiamo chiamato lo scontrino solidale, per
cui il nostro cliente, una volta fatta la libera donazione per ogni
acquisto fatto, avesse in mano fisicamente un fogliettino
fiscalmente idoneo con scritto: donazione a favore di
CBM….abbiamo coinvolto i nostri clienti, tramite la nostra forza
vendita. I nostri stessi collaboratori si sono resi parte attiva e
abbiamo raccolto delle cifre davvero importanti, decine di migliaia
di euro.»


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VOCE – Volontari al Centro - La casa del Volontariato
di Milano e Provincia




   www.voce.milano.it - www.facebook.com/voce.milano




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Visone

VOCE è il luogo che racchiude in modo nuovo la dimensione
comunitaria della vita a Milano e nella sua provincia.
È uno spazio aperto che nasce dai valori fondanti del Volontariato
e si ispira alla tradizione di una città operosa e responsabile,
attenta alla solidarietà e all’impegno civile.
Riflessione, partecipazione e rappresentanza civica trovano qui un
punto di riferimento per restituire ai giovani, alle famiglie, alle
organizzazioni del territorio e ai volontari un rinnovato senso di
appartenenza.




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Missione

VOCE è prima di tutto un luogo che crea cultura e servizi utili per il
territorio; contribuisce a costruire un nuovo senso della vita
comunitaria grazie ai valori del mondo del Terzo Settore.
È un nodo nella rete di organizzazioni, istituzioni e servizi
territoriali della provincia di Milano.
È un posto in cui incontrarsi, imparare, condividere capacità,
lavorare.
È la sede di molte associazioni non profit locali, ma anche una
casa per chi da tutta Europa viene a Milano per vivere l’esperienza
di Sevizio Volontario Europeo.
Ospita numerosi servizi fra cui l’Info-Point sui temi del
Volontariato, una Biblioteca, Spazi per eventi, oltre alle Sedi del
Servizio di Orientamento al Volontariato e della Scuola di
Formazione del Volontariato.



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Via Oltrocchi 8, 20137 Milano
Tel 02 55185646 – 335 6453444
email: bc@beppecacopardo.it
www.beppecacopardo.it
blog: http://beppecacopardo.wordpress.com/


Dal 1989, consulente di comunicazione,marketing
sociale e fundraising per organizzazioni nonprofit; socio e consigliere di
ASSIF nel periodo 2008 / 2011; tra i fondatori di PROFESSIONETICA
(www.professionetica.it), network di professionisti esperti in
comunicazione, marketing sociale e fundraising.



                           Marketing Sociale e Fundraising in Network
                           www.professionetica.it – info@professionetica.it




                                                                              40

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Per un welfare di Comunità

  • 1. USCIRE INSIEME DALLA CRISI DISEGNARE UN NUOVO WELFARE Profit e Terzo Settore, quali opportunità sul territorio? Villaggio San Francesco 23 novembre 2012 Via Oltrocchi 8, 20137 Milano – Tel. 02 55185646 – fax 02 92879645 – Cell. 335 6453444 - Email: bc@beppecacopardo.it www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 1
  • 2. Elogio ai costruttori di welfare Beati i costruttori di welfare e coesione sociale che, con pensieri, parole e soprattutto opere contrastano quotidianamente la crisi nei suoi molteplici aspetti e si oppongono tenacemente ai distruttori di welfare e di diritti. Nella crisi, costoro si affannano a tagliare i servizi alla collettività, considerandoli spese anziché investimenti. Nella crisi, i costruttori di welfare hanno il compito di allearsi per promuovere un nuovo patto sociale fondato sulla solidarietà, sulla responsabilità, individuale e collettiva, sul concetto di sussidiarietà e cooperazione tra pubblico, privato e privato sociale. Un nuovo patto che sappia porre al centro la persona e lo sviluppo umano e sociale, rispetto ad un approccio economicista basato sulla mera crescita quantitativa. Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 2
  • 3. Robert Kennedy: 18 marzo 1968 «Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow Jones né i successi del Paese sulla base del prodotto interno lordo. Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette; le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine settimana. Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 3
  • 4. Robert Kennedy: 18 marzo 1968 Cresce con la produzione di napalm e missili a testata nucleare; comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica. Si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte e non fa che aumentare quando, sulle loro ceneri, si ricostruiscono i bassifondi popolari. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari; l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia dei nostri tribunali né dell’equità dei rapporti tra di noi. Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 4
  • 5. Robert Kennedy: 18 marzo 1968 Il PIL non misura né la nostra arguzia, né il nostro coraggio, né la nostra saggezza, né la nostra conoscenza, né la nostra compassione, né la devozione al nostro Paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani.» Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 5
  • 6. Se la crescita non basta più Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini – Repubblica.it 11 novembre 2012 «Oggi vi è un consenso molto ampio sul fatto che per superare la crisi sia necessario rilanciare la crescita dell’economia… Ma esistono dei forti dubbi che la crescita possa rappresentare l’unica soluzione dei nostri problemi in quanto un’espansione quantitativa senza limiti così come l’abbiamo conosciuta dalla rivoluzione industriale non appare sostenibile… … è concepibile un’economia capace di una crescita continua? Per noi la risposta è senza alcun dubbio negativa perché la crescita sta determinando un’imponente distruzione di risorse naturali…esistono altre forme di economia che possano fare a meno della crescita senza farci ricadere nella povertà? Crediamo che sia giunto il momento di passare dall’economia della competizione a una nuova economia della cooperazione: la competizione sempre più spinta ha prodotto un’età della crescita che è oramai degenerata in un’età della distruzione. Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 6
  • 7. Se la crescita non basta più Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini – Repubblica.it 11 novembre 2012 Nuove forme di cooperazione potrebbero, invece, condurci verso un’età di rinnovato benessere… Ciò significa passare dalla quantità alla qualità, da un concetto di “maggiore” a uno di “migliore”, dall’espansione illimitata all’equilibrio dinamico… Occorre superare il Pil che rappresenta il valore monetario dei beni e servizi scambiati sul mercato. Il prodotto interno lordo si è rivelato molto utile nel misurare la crescita quantitativa, ma ha via via perso di efficacia nelle economie postindustriali dove è cresciuto il peso dei servizi immateriali e delle attività di carattere sociale, dove la qualità del prodotto e la produzione di nuovi prodotti hanno assunto maggiore importanza e dove le tematiche relative all’ambiente sono diventate sempre più centrali nelle scelte di vita di un gran numero di persone. Inoltre, il Pil ignora completamente il fatto che la crescita dell’economia è strettamente associata con il consumo delle risorse che quindi tendono ad esaurirsi. Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 7
  • 8. Se la crescita non basta più Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini – Repubblica.it 11 novembre 2012 Infine, il Pil non conteggia la produzione di rifiuti, l’inquinamento, le emissioni di anidride carbonica, la disponibilità di acqua dolce, il livello di istruzione. Se tutto ciò venisse incluso nella stima del Pil constateremmo che le nostre società non si stanno più arricchendo ma si sono incamminate lungo un percorso di impoverimento sociale, economico e ambientale. Per uscire dalla crisi, dunque non basta semplicemente rilanciare la crescita, ma è necessario concepire un nuovo modello di sviluppo ecologico e cooperativo ed elaborare nuovi indicatori che siano in grado di misurare realmente la ricchezza prodotta e le risorse consumate a livello globale. Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 8
  • 9. Crisi economica e nuovo welfare Da almeno 15 anni il Paese attraversa una grave crisi economica. L’Italia cresce poco e meno degli altri Paesi a “capitalismo avanzato”, sotto il peso di un enorme debito pubblico, afflitta da debolezze strutturali del suo sistema economico e industriale. Rilancio e sviluppo economico, pur necessari, rischiano di rimanere una risposta parziale, se non accompagnata da efficaci interventi sul piano sociale. Ai crescenti bisogni si contrappone la drastica riduzione delle risorse pubbliche disponibili. I tagli imposti dalle manovre economiche ricadono soprattutto sulle le famiglie e sulla parte più debole della popolazione. Da qui, e non da oggi, trae origine e vigore la necessità e l’urgenza che il Privato Sociale consolidi il proprio protagonismo nella ridefinizione del nuovo Welfare, nel quadro del principio di sussidiarietà orizzontale, superando una visione del tutto riduttiva, eppure egemone, di economia bipolare pubblico/privato, con esclusione del privato sociale, considerato puramente marginale. Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 9
  • 10. Crisi economica e nuovo welfare Eppure l’articolo 118 della Costituzione sancisce che: “…Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà.” “…La novità è di pensare un modo di articolare il dialogo fattivo tra le tre sfere di cui si compone la nostra società: ente pubblico, business community del mondo dell’imprese e infine la sfera della società civile organizzata. Fino ad ora questo non era stato tentato. Se noi guardiamo i risultati, fino ad ora si cercava di stabilire i rapporti tra l’una e l’altra, ma non tra tutte e tre le sfere.” Stefano Zamagni Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile ed. 2011 A mio modo di vedere, tale affermazione rappresenta il modello teorico di riferimento su cui poggia lo sviluppo dell’economia civile, come possibile risposta alla crisi che il Paese sta attraversando e come base per la costruzione del nuovo welfare sociale, partendo dai bisogni del territorio. Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 10
  • 11. Crisi economica e nuovo welfare Occorre che il Privato Sociale nel suo insieme diventi finalmente consapevole del ruolo che può e deve svolgere dentro la crisi, quale attore in grado di garantire inclusione e coesione sociale:  partendo dal territorio e dalla comunità di appartenenza;  dialogando e stringendo alleanze con imprese, enti e istituzioni locali;  facendo rete e sistema tra associazioni per dare risposte concrete a vecchi e nuovi bisogni della collettività;  puntando alla propria efficienza ed efficacia organizzativa e gestionale; alla sostenibilità dei progetti; alla trasparenza economico-finanziaria;  contribuendo a costruire cittadinanza attiva e a ristabilire un clima di maggiore speranza e fiducia nel futuro, basato sulla solidarietà e la partecipazione. Il fundraising come strategia complessa, coordinata, continuativa, integrata all’attività istituzionale, è del tutto funzionale al processo di sviluppo che qui ho tentato di indicare. Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 11
  • 12.
  • 13. http://www.legiornatedibertinoro.it/news.cfm?id=136 INDAGINE CONOSCITIVA rivolta a 500 stakeholder finalizzata a rilevare l'opinione del pubblico in merito ad alcune tematiche legate all’Economia Civile. Risposte n. 300 pari al 60% #GDB2012 Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 13
  • 14. 14 Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com
  • 15. Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 15
  • 16. Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 16
  • 17. Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 17
  • 18. Villaggio San Francesco come modello Il Villaggio di San Carlo è nato dal fervore francescano che ha pervaso il Mugello nella prima metà del '900.…I laici francescani, ma anche tutti i mugellani, furono al fianco di padre Massimo in questa ardua impresa. Indipendentemente dalla posizione sociale e dal credo politico tutti vi contribuirono, chi con preghiere, chi donando parte del proprio tempo o del proprio denaro… …Padre Massimo nella sua lungimiranza era anche riuscito a dotare il nuovo grande ricovero di beni immobili, case e terreni frutto di lasciti e di beneficenza, per poter garantire, in tempi di economia prevalentemente rurale, una rendita che in qualche modo ne assicurasse un'amministrazione stabile e tranquilla. Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 18
  • 19. Fundraising professionale ed etico come fattore di responsabilità sociale dell’impresa nonprofit e sostenibilità dei suoi progetti e interventi. Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 19
  • 20. Cos’è il Fundraising  Il FR è la strategia di marketing applicata al nonprofit, coordinata, continuativa, non occasionale. A differenza di quanto ritroviamo nel corpo del Dlgs 460/97, non sarebbe da considerare semplicemente attività connessa. Al contrario deve essere fortemente integrata all’attività istituzionale.  E’ l’arte di indurre le persone a dare ad una organizzazione ciò di cui questa ha bisogno: tempo, beni e servizi, denaro, know- how, collaborazione. The Fund Raising School Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 20
  • 21. Principio chiave del fundraising AL CENTRO C’E’ LA PERSONA. “LE PERSONE DONANO PER ALTRE PERSONE.” L’organizzazione è il tramite. Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 21
  • 22. Fundraising come cultura e educazione Fare fundraising significa:  informare, sensibilizzare, educare;  promuovere cultura della solidarietà, della responsabilità, della condivisione;  creare relazione, consenso, partecipazione, scambio e adesione, come premessa per raccogliere fondi, beni, servizi, disponibilità. Fare fundraising non significa chiedere di staccare un assegno per “lavarsi la coscienza” , ma di farlo come atto di condivisione e di partecipazione. Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 22
  • 23. Fundraising = offerta di partecipazione Non è solo una richiesta, è piuttosto un’offerta! L’associazione offre al sostenitore l’opportunità di partecipare ad una “buona causa”, la propria. Partecipazione è:  assunzione di responsabilità;  servizio alla collettività;  pluralismo e democrazia;  contributo al miglioramento dei rapporti sociali, quindi, della società;  miglioramento della qualità della vita per sé e per gli altri;  comunicazione/relazione;  tanto altro ancora… Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 23
  • 24. Fundraising professionale e etico Chiedere per una buona Causa è doveroso, oltre che legittimo e necessario. E' importante farlo bene, con una comunicazione corretta e veritiera, con contenuti chiari e sinceri, espressi in modo semplice e diretto, con immagini serene e positive. Occorre sollecitare i donatori, effettivi e potenziali, ad esprimere adesione e sostegno: con ragioni e argomenti validi e convincenti, con passione, professionalità, creatività, fornendo la garanzia che i fondi raccolti siano destinati agli scopi dichiarati. Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 24
  • 25. Fundraising = Relazione Il FR mira a creare un'azione relazionale, di reciprocità e di scambio, con i pubblici di riferimento, principalmente con soci e donatori (individui, aziende, fondazioni…) potenziali ed effettivi. “La vera organizzazione nonprofit non si limita a fare PER gli altri, l’organizzazione nonprofit fa CON gli altri.” Prof. Stefano Zamagni Con regole precise e l’uso di corrette metodologie e tecniche, promuove l’organizzazione, la sua Causa e la sua Mission, creando e organizzando consenso, partecipazione, adesioni, raccolta di fondi, beni e servizi a sostegno di programmi, attività, progetti e interventi di utilità sociale. Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 25
  • 26. I mercati del fundraising 1. Individui / Persone fisiche 2. Imprese e fondazioni di impresa 3. Fondazioni bancarie di erogazione 4. Enti pubblici e istituzioni (fundraising istituzionale) Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 26
  • 27. Approccio al corporate fundraising 1. Definizione della policy e delle linee guida 2. Risorsa dedicata con buone capacità di PR 3. Individuazione di progetto/i e obiettivi 4. Individuazione del target e dei criteri di scelta: coerente con il progetto, settore merceologico, prossimità/comunità di appartenenza, buona reputazione e altro ancora 5. Contatti interni, monitoraggio territorio, interesse 6. A chi chiedere / Cosa chiedere / Quando chiedere / Dove chiedere / Quanto chiedere 7. Lo scambio e il ritorno per le/la azienda 8. Preparazione di mezzi e strumenti idonei alla presentazione 9. A chi rivolgersi: AD, resp. Marketing, rep. Risorse umane 10. Individuazione del contatto interno all’azienda / facilitatore Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 27
  • 28. Possibilità di partnership 1. Filantropia: erogazione liberale 2. Donazioni in kind 3. Spazi / strumenti di comunicazione e promozione interna 4. Acquisto di oggettistica 5. Cause related marketing 6. Loyalty Program 7. Sponsorizzazione di eventi 8. Gift Matching 9. Pay Roll Giving 10. Volontariato per un giorno 11. Volontariato di impesa Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 28
  • 29. Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 29
  • 30. La Responsabilità Sociale d’Impresa La responsabilità primaria delle imprese è generare profitto, contribuendo tuttavia a perseguire obiettivi sociali e ambientali, assumendo la CSR come strategia integrata e investimento finalizzato allo sviluppo sostenibile. Nel 2001 la Commissione della Comunità Europea ha presentato il libro verde “promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese” e ha suggerito prassi legate all’istruzione e alla formazione lungo tutto l’arco della vita, all’organizzazione del lavoro, alle pari opportunità, all’inserimento sociale e allo sviluppo durevole. Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 30
  • 31. La RSI, come è cambiata in 10 anni  Definizione di CSR, Commissione Europea, 2001 “L’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”  Definizione di CSR, Commissione Europea, 2011 “La responsabilità delle imprese verso i loro molteplici impatti sulla società” (Luisa Bruzzolo Direttore Fondazione Aiutare i Bambini – Festival del Fund Raising – 5° Edizione 9 – 10 – 11 maggio 2012) Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 31
  • 32. La RSI vista dal lato dell’impresa Welfare aziendale: imprenditori, il 70% pronto a investire. “Un’indagine realizzata da ASTRA ricerche (su un panel di circa 400 aziende, italiane e multinazionali) ha rivelato che il 45% degli industriali e dei dirigenti ha dichiarato di non essere soddisfatto dei propri piani di welfare aziendale. Tanto che il 70% pensa di sviluppare strategie nei prossimi 2-3 anni. La motivazione che più spinge gli imprenditori a investire in questa direzione è quella di accrescere il senso di appartenenza dell’azienda (67,9%). In seconda istanza c’è l’obiettivo di valorizzare il capitale umano (63,8%). I maggiori freni sono indicati nei costi (il 55%) e nella difficoltà di organizzazione logistica (38,1%). Spiega Enrico Finzi, presidente di Astra: “Il tema del welfare aziendale sta entrando con forza nell’agenda delle priorità: fidelizza, genera motivazione. E quindi si traduce in produttività”. Fonte: VITA 7 ottobre 2011 Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 32
  • 33. Alcuni vantaggi della CSR Effetti interni:  migliore clima interno e maggiori motivazioni da parte dei dipendenti  maggiore identificazione e senso di appartenenza  maggiore impegno da parte di dipendenti e collaboratori  migliore e più efficiente gestione delle risorse naturali Effetti esterni:  migliori rapporti con la comunità locale  maggiore attenzione dei consumatori e degli investitori  migliore posizionamento sul mercato  migliore reputazione  maggiore fidelizzazione della clientela Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 33
  • 34. Testimonianze Dal lato di una importante impresa nonprofit: Niccolò Contucci – Direttore Generale Associazione per la Ricerca sul Cancro «…Stabilire un rapporto strutturato con le imprese arricchisce l’associazione e fertilizza entrambe…» «Una cosa che io trovo rilevantissima per la stragrande maggioranza delle 220.000 organizzazioni nonprofit è il rispetto della propria dimensione territoriale…non è un problema solo di dimensione ma proprio di dimensione del mercato di riferimento…Se i ragazzi che affluiscono alla comunità di tossicodipendenti o di anziani da assistere stanno in quel territorio, quel problema riguarda quel territorio, non tutta la nazione. Quindi, il partner ideale deve avere la tua stessa dimensione territoriale, gli stessi interessi, deve parlare agli stessi cittadini, alla stessa comunità. Quindi è un progetto di comunità e come tale va proposto, riguarda noi.» Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 34
  • 35. Testimonianze Dal lato di una importante impresa for profit: Ing. Riccardo Perdomi: vice presidente, già direttore generale e amministratore delegato di Salmoiraghi & Viganò «…ci siamo trovati a collaborare con persone di alto livello, che avevano un trascorso magari di lunghi anni di lavoro in azienda che per loro scelta personale avevano deciso di passare al nonprofit, riscontrando subito come gli argomenti, le discussioni la progettazione venisse fatta con gli stessi metodi e gli stessi sistemi utilizzati da noi in azienda per valutare progetti di sviluppo, progetti di comunicazione. Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 35
  • 36. Testimonianze: segue Riccardo Perdomi Con CBM abbiamo messo in piedi un sistema di raccolta fondi in cui siamo riusciti a mettere insieme tutti gli stakeholder dell’azienda, sia interni che esterni, per cui abbiamo coinvolto la direzione, il reparto marketing, anche il reparto informatico perché, per essere professionalmente a posto, abbiamo fatto una modifica al software, in modo che il negozio potesse consegnare uno scontrino che noi abbiamo chiamato lo scontrino solidale, per cui il nostro cliente, una volta fatta la libera donazione per ogni acquisto fatto, avesse in mano fisicamente un fogliettino fiscalmente idoneo con scritto: donazione a favore di CBM….abbiamo coinvolto i nostri clienti, tramite la nostra forza vendita. I nostri stessi collaboratori si sono resi parte attiva e abbiamo raccolto delle cifre davvero importanti, decine di migliaia di euro.» Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 36
  • 37. VOCE – Volontari al Centro - La casa del Volontariato di Milano e Provincia www.voce.milano.it - www.facebook.com/voce.milano Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 37
  • 38. Visone VOCE è il luogo che racchiude in modo nuovo la dimensione comunitaria della vita a Milano e nella sua provincia. È uno spazio aperto che nasce dai valori fondanti del Volontariato e si ispira alla tradizione di una città operosa e responsabile, attenta alla solidarietà e all’impegno civile. Riflessione, partecipazione e rappresentanza civica trovano qui un punto di riferimento per restituire ai giovani, alle famiglie, alle organizzazioni del territorio e ai volontari un rinnovato senso di appartenenza. Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 38
  • 39. Missione VOCE è prima di tutto un luogo che crea cultura e servizi utili per il territorio; contribuisce a costruire un nuovo senso della vita comunitaria grazie ai valori del mondo del Terzo Settore. È un nodo nella rete di organizzazioni, istituzioni e servizi territoriali della provincia di Milano. È un posto in cui incontrarsi, imparare, condividere capacità, lavorare. È la sede di molte associazioni non profit locali, ma anche una casa per chi da tutta Europa viene a Milano per vivere l’esperienza di Sevizio Volontario Europeo. Ospita numerosi servizi fra cui l’Info-Point sui temi del Volontariato, una Biblioteca, Spazi per eventi, oltre alle Sedi del Servizio di Orientamento al Volontariato e della Scuola di Formazione del Volontariato. Beppe Cacopardo - www.beppecacopardo.it - www.beppecacopardo.wordpress.com 39
  • 40. Via Oltrocchi 8, 20137 Milano Tel 02 55185646 – 335 6453444 email: bc@beppecacopardo.it www.beppecacopardo.it blog: http://beppecacopardo.wordpress.com/ Dal 1989, consulente di comunicazione,marketing sociale e fundraising per organizzazioni nonprofit; socio e consigliere di ASSIF nel periodo 2008 / 2011; tra i fondatori di PROFESSIONETICA (www.professionetica.it), network di professionisti esperti in comunicazione, marketing sociale e fundraising. Marketing Sociale e Fundraising in Network www.professionetica.it – info@professionetica.it 40