3. ..Oggi noi consideriamo i bambini
competenti, pronti e capaci di fronteggiare
qualsiasi vicissitudine dell’esistenza, di adattarsi
agli estranei e a qualsiasi ambiente fin dai primi
anni, di trattare un’interminabile flusso di
informazioni, di saper fare scelte valide e prendere
decisioni sin da molto piccoli..ma lo saranno
veramente?!
David Elkind (1996)
4.
5. ..i bambini continuano ad avere alcuni
BISOGNI FONDAMENTALI da soddisfare
per poter crescere sereni e fiduciosi..
6. I bisogni nei primi sei anni di vita..e oltre
AMORE : “sono contento di stare con te!” –
aumenta il senso di sicurezza personale; i primi
3 anni sono fondamentali per il legame di
attaccamento e per la strutturazione dei MOI.
Hanno bisogno di sentire che le persone a cui è
affezionato gli prestano attenzione, sono
disponibili ad aiutarlo.. Gli riconoscono il diritto
di occupare uno spazio nel mondo!
--per noi ..è IMPORTANTE RICORDARE IL NOME!!!
8. significa aver riguardo dei tempi della
crescita, ascoltarlo, mostrarsi fiduciosi per ciò che
crescendo un bambino potrà diventare; rispondere alle
sue richieste con sincerità; non fare paragoni, non
etichettarlo “nanetto”, “ottuso” mostrare interesse per
quello che fa..
RISPETTO
9. TEMPO DEGLI ADULTI E STABILITA’
..la qualità è più importante della quantità!.. Se però si
scende al di sotto di un certo standard.. anche la
qualità si riduce
un buon rapporto si crea con il contatto fisico, il
dialogo, il poter scegliere delle attività insieme..
la stabilità consente di prevedere gli eventi, coglierne
il senso e farsi un’idea realistica delle conseguenze
che comportano le azioni
La stabilità nasce dalle REGOLE! e dalle ROUTINES
11. TEMPO DEI BAMBINI
i bambini sono più vicini ai tempi della natura, hanno
bisogno di pause per elaborare le esperienze
.. ma attenti! saranno pause SOLO per i bambini..
l’interesse per attività e comportamenti va di pari
passo con la maturazione
Non sopravvalutare ma NON sottovalutare le loro
capacità; il metro di paragone? il divertimento
dell’adulto..
12. ADULTI RESPONSABILI
bisogna essere moralmente più forti;
indicare norme di comportamento (che poi rispettiamo) e
intervenire quando necessario; alcuni interventi devono
essere immediati e non sottoposti a patteggiamenti;
indicare i limiti con l’amore e la sollecitudine è più efficace
dell’atteggiamento autorevole (severità ed autorità) ma
anche di quello lassista permissivo..
Incoraggiare all’autonomia senza ignorare i bisogni di
dipendenza
13. SOSTEGNO ALLA CRESCITA
hanno bisogno di acquisire COMPETENZE SOCIALI
come cooperare, fare amicizia, gestire i conflitti (non
diamole per scontate!!)..tutto ciò richiede
incoraggiamento e modelli positivi..
imparare a chiedere ciò di cui si ha bisogno e nel
sapere dilazionare le gratificazioni! (soddisfare un
capriccio è controproducente!)
14. GIOCO
..per tutta l’infanzia i bambini hanno bisogno di
giocare.. perché giocando si può sbagliare senza
sentirsi sminuiti e imparare dagli errori..
Il gioco genera piacere, benessere e fa sentire liberi ..
consente di recuperare energie, di curare piccole
ferite psicologiche, di trovare adattamenti e soluzioni
sul piano della fantasia
Si mettono in campo le strategie per regolare le loro
interazioni: come fare amicizia, come fare la pace..
l’arte della trattativa!
15. ..sperimentiamo il GIOCO
I° GIOCO
5 GIOCATORI (4+1)
N. OSSERVATORI
3’ DI GIOCO
STATO D’ANIMO (5
FOGLI + BIRO)
II° GIOCO
5 GIOCATORI
N.OSSERVATORI
5’ DI GIOCO
STATO D’ANIMO (5
FOGLI + BIRO)
17. ..continuiamo con le BUONE PRASSI..
..la DANZA della GENTILEZZA (inclinazione
innata ma troppo spesso perduta) perché può
essere oscurata da altri impulsi:
affermarsi, vincere
I bambini modellano i propri comportamenti su
quelli delle persone con cui vivono .. i piccoli si
specchiano nei grandi..
19. ..quindi? Quanta partecipazione..
BISOGNA DIRE TUTTO?
..dire la verità che un
bambino può comprendere
ovvero assimilare con tutti i
risvolti emotivi annessi; ci
sono parole che
informano, incuriosiscono, t
ranquillizzano e
spaventano.. l’ ETA’ è il
fattore critico
ALFABETIZZAZIONE
EMOTIVA attraverso..
scambi emotivi;
parlare delle emozioni;
Idee e sentimenti;
ridurne l’intensità
diventando più consapevoli
degli stati d’animo
Favole ed esempi
21. le REGOLE vanno esplicitate..PRIMA!
Orari di entrata ed uscita
Materiale: condivisione, norme d’utilizzo
Rispettare i turni, aiutare i compagni
Scansione attività
Comportamento (norma implicita)
Il garante delle norme che consentono un buon
funzionamento del gruppo siete VOI!!
22. Il passaggio delle REGOLE
.. può non essere noioso: creatività
.. mi hanno insegnato il passo della tartaruga quando
ho il bicchiere in mano..
riflessioni “fuori tema”: ai bambini servono per
essere certi di poter escludere definitivamente altre
spiegazioni a cui magari erano ormai affezionati
Il linguaggio: strumento per pensare, con le parole il
pensiero può svilupparsi al meglio
comunicare con un bambino in crisi .. riconoscere i
suoi sentimenti, di solito, FUNZIONA
24. GESTIRE I CONFLITTI
Tra OPERATORI: avvertono subito se ci sono riserve,
resistenze, screzi, sfiducia o scarsa simpatia..
Il CLIMA DI TENSIONE favorisce le incomprensioni
CONFLITTO: cercare di risolverlo (cosa sto facendo?
strategia di intervento..) a) evento scatenante b) in che
misura ho contribuito al conflitto? la mia reazione?
altri punti di vista? È possibile uscire dall’impasse?
Chiedere a Y per mediare? Faccio/non faccio (i
conflitti sono mezzi per allontanare/recuperare)
25. SIMULAZIONE
I°FASE: volontà “costruttiva” – uditori?
II°FASE: chi è il responsabile? Entrambi?
III°FASE: ascolto – c’è lo spazio per entrambi (HAI/SEI)
IV°FASE: riassunto del problema /allentare la tensione
V°FASE: rigidità/flessibilità
VI°FASE: vantaggi/inconvenienti/conseguenze
26. ..prevenire i conflitti
TOLLERANZA: accettare e rispettare le diversità
ATMOSFERA: un clima positivo nasce dal
confronto, dal dialogo, dalla condivisione
COMUNICAZIONE: i contenuti ma soprattutto i modi
ASSONANZA: linguaggio e metalinguaggio
AZIONE “PENSATA”: controllo dell’umore
27. SINERGIA FAMIGLIA-OPERATORI
I bambini che PARLANO, prendono posto nel gruppo,
sono interessati a voi, alle attività c’informano della
loro base sicura di provenienza.. possono tollerare..
I bambini che NON PARLANO, guardano spesso i
genitori, chiedono la ripetizione di rituali del saluto etc
hanno bisogno
a) della vostra FANTASIA
b) del PROGRAMMA
28. LA SOCIALIZZAZIONE: 1/3 compiti 3-6 aa.
In famiglia
Le prime amicizie: aiuta a penetrare in territori che si ha paura
di affrontare; a compensare le proprie debolezze; ecco perché
“ci si muove almeno in coppia” –ricrea la fusione materna-;
rinforza l’identità sessuale.
Valorizzare i punti di forza e ostacolare un clima di
competizione ansiogena..
Educarli alla differenza, “curiosi” nei confronti della diversità
fisica, comportamentale, culturale. (Favola del CAMALEONTE)
29. .. “a collaborare s’impara..non si nasce!!”..
Scuola = microcosmo che è l’immagine dell’universo reale
e della vita sociale ricaduta cognitiva, relazionale..
..prima dei 4 anni è difficile sfruttare la forza coesiva e
propulsiva di un gruppo..
dai 4 ½ ai 6 ½ si raggiunge l’abilità, soprattutto giocando
in età prescolare: non c’è la consapevolezza del
danno, servono le NORME degli adulti per regolarli “la
maestra non vuole etc…” in età scolare omertosi.. Es. lotte
30.
31. ..LA MENTE? una SPUGNA..assorbe tutto
In assenza di GRIGLIE INTERPRETATIVE i messaggi che
arrivano al cervello: eccitano, s’insinuano, suscitano emozioni,
generano desideri ed insicurezza (es. parlano giocando..)
TV: quanto e come? Perché nuoce soprattutto ai minori
a) Il gioco è attivo.. davanti alla TV solo quando fa zapping
b) Il b.no che gioca è in relazione psicologica e fisica; il
telespettatore è sempre isolato anche se in compagnia!
c) Il gioco richiede degli sforzi, un impegno continuativo..
33. …> i 6: l’età scolare.. SPAZI FISICI-MENTALI
ATMOSFERA: luogo, n°partecipanti, intese, ritmi
2 momenti “difficili”: gli inizi (cronobiologi/cronopsicologi)
es. vantaggio finlandese: - h di insegnamento, buona
didattica.. migliori nella comprensione/matematica
Gruppo-classe o gruppetto o folla: vantaggi/svantaggi
Rispetto delle regole > 8 aa.: troppo tardi!
Impegni: da calcolare.. il tempo libero!
34. “potenza” delle REGOLE.. anche nei rapporti
Fermezza e garbo negli interventi educativi
Comunicazione con ascolto delle loro esigenze
“vogliono essere trattati da grandi”: con moderazione
Necessità di un sistema di regole coerenti (proteggono o
bambini, forniscono stabilità e punti di riferimento;
prevedono gli interventi altrui, pianificano le proprie azioni
Rapporti paritetici-simmetrici / asimmetrici
35. .. sembra facile ma non lo è “ascoltarli”..
problema di ordine PRATICO: il TEMPO, i RITMI della vita
problema di ordine PSICOLOGICO: proiezioni,
interpretazioni sulla base di aspettative.. I bambini
calzano l’immagine che gli diamo! e perfettamente..
fattore BIOLOGICO
fattore IDEOLOGICO: crescita accellerata .. forma di non
ascolto, attribuisco
36. ..l’ascolto può partire da..
Conoscere i BISOGNI REALI età correlati;
Rispettare i tempi dell’apprendimento e personali (quando
chiacchierate?) – “prestare orecchio”-
Creare dei momenti di confronto (es. tempo delle favole..)
Tipo di comunicazione (non banalizzare, non distorcere il
pensiero, non cambiare discorso, non interrompere, non
anticipare, non banalizzare, MA incoraggiare, attenzione a
completare, responsabilizzare, ha senso?!)
37.
38. .. “minima” cassetta degli attrezzi..
conoscere i contenuti da trasmettere
saperli trasmettere (strategie didattiche, educative..)
conoscere le tappe dello sviluppo
promuovere il successo dell’apprendimento coltivando la
stima di sé, la capacità di sopportare la frustrazione e
l’autonomia ed aiutarli a superare paure / insicurezze
gestire il gruppo attraverso la calma, la sicurezza
nell’intervento, la comunicazione e la collaborazione
39. .. preparazione del primo/unico? incontro..
Lavoro in piccoli gruppi: 10 minuti e 1 portavoce
interesse per ciascuno di loro: nome, caratteristiche (si
debbono sentire presto UNICI per voi, individui diversi)
creare le condizioni affinché facciano tutti conoscenza
condivisione del piano di lavoro: trasmette senso di
sicurezza e di fiducia
40. .. un asso nella manica: il contagio emotivo
la comunicazione non è solo quella “verbale” (emozioni
inespresse, umori, atteggiamenti, attese reciproche..)
lettura delle informazioni dall’ambiente
(disagio, stanchezza, attenzione, motivazione, rivalità ..)
identificazione proiettiva: processo inconscio sulla base
del quale una persona assume i sentimenti o lo stato
psicofisico di un’altra..come fossero i propri..ovvero
CONTAGIO EMOTIVO (la potenza del leader ma anche la
stanchezza e lo stato d’animo dell’adulto..)
41. .. nuove esperienze se c’è destabilizzazione
L’accettazione di una nuova esperienza comporta
destabilizzazioni cognitivo-affettive che si articolano in:
1) “non so ma non so di non sapere”
2) “non so e so di non sapere”
3) “so e so di sapere”
4) “so ma non so più di sapere (automatizzazione)”
42. .. I° curare il rapporto tra adulti-colleghi
chiarire in modo schietto i fraintendimenti, la CNV ci
smaschererà!
la collega: antipatica / simpatica, per chi ce l’ha..
l’UMORISMO.. è una carta da giocare, vincente (collega
che si focalizza sul problema, che fugge, che si sfoga o
che trattiene..)
sindrome del “burn-out”
43. ..II° curare il rapporto tra adulto/genitore
genitori “sotto esame” (commento circoscritto)
genitori aggressivi (“GRAZIE per il consiglio”)
genitori negativi (“buone notizie” sull’attività)
genitori chiacchieroni (“mi perdoni..ma..”)
Genitori “trasgressivi” (vi aspettiamo alle.. 15 min.prima)