Incontro organizzato dal Gruppo di Studio Commerciale e Marketing del CPV, sul tema:
LA CRISI GLOBALE E LA
CRISI ITALIANA. LA
REAZIONE DELLE IMPRESE
Lo scenario mondiale si è rapidamente deteriorato nel corso dell'estate. Tutte le
maggiori economie hanno rallentato. Nell'areaeuro è alto il rischio di una nuova
recessione. C'è grande incertezza che blocca le decisioni di investimento e frena i
consumi delle famiglie. Le cause sono l'alta e duratura disoccupazione, il difficile rientro
dai debiti sovrani, le politiche monetarie meno efficaci, l'ampio sottoutilizzo della
capacità produttiva, i costi elevati delle materie prime, il credit crunch. Le imprese che
hanno adottato strategie imperniate su crescita e conoscenza, sull'innovazione e
sull'internazionalizzazione affrontano meglio le difficoltà della crisi.
Relatore:
Dott. Luca PAOLAZZI
Direttore Centro Studi Confindustria - Roma
Nuove semplificazioni per il rilascio del certificato anticendio
LA CRISI GLOBALE E LA CRISI ITALIANA. LA REAZIONE DELLE IMPRESE
1. GRUPPO DI STUDIO COMMERCIALE E MARKETING
LA CRISI GLOBALE E LA CRISI
ITALIANA. LA REAZIONE
DELLE IMPRESE
Relatore: Dott. Luca PAOLAZZI
Giovedì 24 novembre 2011
Ore 18.00
Centro Produttività Veneto - Fondazione Giacomo Rumor
Produttività
Area Gruppi di Studio
2. Economia globale: estate
tiepida e autunno freddo.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
3. Frenate estive: 2011 peggio del 2010 in USA,…
(Indicatore di attività manifatturiera, 50 = soglia neutrale)
80
70
60
50
40
30 PMI Nuovi ordini
20
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
4. … a livello globale…
(Indicatore di attività manifatturiera, 50 = soglia neutrale)
65
60
55
50
45
40 PMI
35 Nuovi ordini
30
25
2007 2008 2009 2010 2011
Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati Markit.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
5. …e molto peggio nell’Eurozona…
(Indicatore di attività manifatturiera, 50 = soglia neutrale)
65
60
55
50
45
40
35
30
PMI Nuovi ordini
25
20
2007 2008 2009 2010 2011
Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
6. … e specialmente in Italia
(Indicatori di attività manifatturiera, 50 = soglia neutrale)
65
60 Produzione Nuovi ordini
55
50
45
40
35
30
25
2007 2008 2009 2010 2011
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT, Markit.
8. Il rallentamento non durerà una sola stagione
(Anticipatore OCSE, indici mensili destagionalizzati, media di lungo periodo=100)
110
105
100
95
Germania
Italia
90 Stati Uniti
Paesi Ocse
Principali economie Asia*
85
2007 2008 2009 2010 2011
*Cina, India, Indonesia, Giappone e Corea del Sud.
Fonte: elaborazioni CSC su dati OCSE.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
9. I mercati tremano, temono
e propagano l’incertezza,
producono sulla ricchezza
effetti negativi.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
10. I mercati vedono buio
(Stati Uniti; dati mensili, gen. 1973 - ott. 2011)
35
30
25
) 20 apr-2010
P
&
S
(
o 15
i
t nov-2011
a
r
E
/
P
10
dic-2008
5
0
0 2 4 6 8 10 12 14 16
Rendimento dei titoli di Stato a 10 anni (%)
Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
11. Il fiato sospeso per l’euro
ha portata e conseguenze
mondiali. Ma non esistono
soluzioni semplici, anche
se dolorose.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
12. Perché l’economia europea
è troppo interconnessa
e troppo grande per lasciar
fallire, o escludere,
un’economia anche piccola.
Per esempio…
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
13. … è fittissima la ragnatela tra le banche…
(Prestiti inter-bancari internazionali; lo spessore della freccia dal sistema
bancario A al sistema bancario B è proporzionale ai prestiti
dal sistema A al sistema B)
SP
Altr
i
GER
UK
Fonte: elaborazioni CSC su dati BIS.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
14. Una ragnatela fitta esiste anche
per gli scambi commerciali,
gli spostamenti delle persone,
il flusso dei servizi.
È l’Europa unita.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
15. L’euro non si può disfare.
Perché non è solo un sistema
di cambi fissi.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
16. Sono sicuro che l’euro ci costringerà
a introdurre nuovi strumenti
di politica economica.
È politicamente impossibile
proporli ora.
Ma un giorno ci sarà una crisi
e nuovi strumenti saranno creati.
Romano Prodi
Presidente della Commissione Europea, dicembre 2001
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
17. Le altre cause della frenata:
alta disoccupazione;
politiche monetarie meno efficaci;
politiche di bilancio restrittive;
materie prime sempre care;
ampia capacità inutilizzata;
mercato immobiliare fermo;
credito selettivo.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
18. Disoccupazione alta a lungo in tutti i paesi
(In % della forza lavoro, dati destagionalizzati)
11
10 Recessione
9
8
7 USA*
Eurozona
6
Italia
5 Italia - incluso equivalente forza
lavoro di ore CIG erogate
4
2007 2008 2009 2010 2011
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT, Eurostat e BLS.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
19. Spazi di manovra per la BCE
(Tassi ufficiali al netto dell’inflazione core*, valori %)
3,0
2,0 Eurolandia USA
1,0
0,0
-1,0
-2,0
2008 2009 2010 2011
* Indice generale dei prezzi al consumo esclusi energia e alimentari. Fonte: elaborazioni
CSC su dati Thomson Reuters, Eurostat.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
20. Gli emergenti verso l’allentamento
(Tassi di interesse, valori %)
14
13
12 Brasile India Cina
11
10
9
8
7
6
5
4
0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 1
1 1
1 1
1 1 1 1 1
1 1
1
1
- 1
- 1
- 1
- 1
- 1
- 1
- 1
- 1
- 1
- 1
- 1
- 1
- 1
- - - - 1
- 1
- 1
- - -
n b r r g u g o t t
t v c
i n b r r g u
i g o t t
t
e e a p a i u g e o o d e e a p a g u
l g e
s o
g f m a g l a s n g f m a a
m m
Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
21. Bilanci restrittivi, tutti appassionatamente
(Saldi di bilancio strutturali, in % del PIL potenziale)
0
-1
-2
-3
-4
-5
-6
-7 2010 2011 2012
-8
-9
Giappone Stati Uniti Regno Francia Spagna Italia Germania
Unito
I paesi sono ordinati per il 2012.
Fonte: elaborazioni CSC su dati Commissione europea e FMI per Stati Uniti e Giappone.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
22. Petrolio e commodity un po’ meno cari
(Quotazioni in dollari, 2007= 100)
190 135
Brent
170
Non energetiche (scala destra) 125
150
115
130
105
110
95
90
85
70
50 75
2007 2008 2009 2010 2011
Fonte: elaborazioni e dati CSC.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
23. Ripresa sprint della Germania nella produzione
(Dati destagionalizzati, valori %, ordinati in senso decrescente
sulla distanza dal picco, riferimento terzo trimestre 2011)
Germania -1,8
-23,5
-6,6
Stati Uniti Distanza dal picco -17,1
Francia Caduta -8,9
-19,3
-11,0
Regno Unito -13,7
-16,3
Giappone
-35,1
-17,1
Italia
-26,0
-23,4
Spagna -26,9
-40 -35 -30 -25 -20 -15 -10 -5 0
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT, Eurostat.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
24. Produzione: recupero difficile per molti settori
(Italia, dati destagionalizzati, riferimento: terzo trimestre 2011)
Alimentari
Bevande
Farmaceutici
Carta Distanza dal picco
Industria in senso stretto
Stampa
Manifatturiero
Caduta
Altre ind. manifatturiere
Coke e prodotti petroliferi raffinati
Metallurgia
Gomma-plastica
Mobili
Abbigliamento
Prodotti chimici
Computer e prodotti di elettronica e ottica
Macchinari ed apparecchiature nca
Fabbricazione di prodotti in metallo esclusi…
Articoli in pelle
Minerali non metalliferi
Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi
Altri mezzi di trasporto
Tessili
Apparecchiature elettriche
Legno
-60 -50 -40 -30 -20 -10 0
Caduta: var. % dal picco del ciclo precedente al minimo settoriale; distanza dal picco: var. %
terzo trimestre 2011 rispetto al massimo del ciclo precedente.
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
25. Imprese: dove colpisce il credit crunch
(Indici cumulati 2006-IV=0, calcolati sulle % nette di risposte delle banche*)
Italia: credito più stretto, con spread più ampi
400
300
200
100
0
-100
-200
-300
Domanda
Offerta
-400 Germania: domanda più forte, offerta meno stretta
Margine della banca
-500 400
-600 300
V I I
I I
I V I I
I I
I V I
- I
I I
I V I I
I I
I V I I
I I
I
I
- - - I
- I - - I
- I 9 - I I
- - - I
- I - - I
-
6 7 7 7 - 8 8
0 8 - 0 9
0
- 9 0 0 0 - 1 1
1 1 200
0 0 0 0 7 0 0 0 8 0 0 9 0 1 1 1 0 1 0 1
0 0 0 0 0 0 2 0 0 2 2 0 0 0 0 0 1 0 2 0
2 2 2 2 0 2 2 0 0 2 2 2 2 0 2 2 100
2 2 2 2
0
-100
-200
-300 Domanda
-400
-500 Offerta
-600
V I I
I I
I V I I
I I
I V I
- I
I I
I V I I
I I
I V I I
I I
I
I
- - - I
- I - - I
- I 9 - I I
- - - I
- I - - I
-
6 7 7 7 - 8 8 8 - 0 9 - 9 0 0 0 - 1 1 1
0 0 0 0 7 0 0 0 8 0 0 9 0 1 1 1 0 1 1 1
0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0
2 2 2 2 0 2 2 2 0 2 0 2 2 2 2 0 2 2 2
2 2 2 2
* Indicatori ricavati dai dati qualitativi della Bank lending survey; il margine della banca è uno delle
componenti dell'offerta; offerta e margine = variazione dei credit standard con segno invertito.
LucaFonte: elaborazioni CSC su dati Banca d’Italia.
Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
26. Le previsioni del CSC
vengono riviste all’ingiù.
Con rischi al ribasso.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
27. Le esogene della previsione
(Variazioni %)
2009 2010 2011 2012
Commercio mondiale -12,7 15,3 5,6 4,0
Prezzo del petrolio (1) 61,7 79,9 111,0 110,0
Prodotto interno lordo
Stati Uniti -3,5 3,0 1,6 2,0
Area euro -4,2 1,8 1,7 1,0
Paesi emergenti 2,8 7,4 6,3 5,9
Cambio dollaro/euro (2) 1,39 1,33 1,40 1,38
Tasso FED (3) 0,25 0,25 0,25 0,25
Tasso di interesse a 3 mesi USA (3) 0,69 0,34 0,29 0,30
Tasso BCE (3) 1,28 1,00 1,29 1,50
Tasso di interesse a 3 mesi Area euro (3) 1,23 0,81 1,40 1,55
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
28. Rispetto a giugno:
Meglio tassi, petrolio e cambi.
Peggio il commercio mondiale.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
29. Export mondiale più fiacco
(Dati in volumi, 2000=100, soglia neutrale = 50, ordini spostati avanti di 3 mesi)
107 60
102
55
97
50
92
45
87
40
82 Esportazioni mondiali
Ordini esteri globali (scala destra) 35
77
72 30
2008 2009 2010 2011 2012
Fonte: elaborazioni CSC su dati MARKIT e CPB.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
30. Le previsioni del CSC per l’Italia
(Variazioni %)
2009 2010 2011 2012
Prodotto interno lordo -5,2 1,3 0,7 0,2
Consumi delle famiglie residenti -1,8 1,0 0,7 0,1
Investimenti fissi lordi -11,9 2,5 1,4 0,5
Esportazioni di beni e servizi -18,4 9,1 4,3 2,9
Importazioni di beni e servizi -13,7 10,5 3,6 2,4
1
Saldo commerciale 0,1 -1,3 -1,8 -1,6
Occupazione totale (ULA) -2,9 -0,7 0,9 0,2
Tasso di disoccupazione 2 7,8 8,4 8,2 8,3
Prezzi al consumo 0,8 1,5 2,7 2,0
Retribuzioni totale economia 3 1,8 2,1 1,7 1,8
Saldo primario della P. A. 4 -0,7 -0,1 1,2 3,6
Indebitamento della P. A. 4 5,4 4,6 3,7 1,6
4
Debito della P. A. 116,1 119,0 120,3 119,5
1 2 3 4
Fob-fob, valori in percentuale del PIL; valori percentuali; per addetto;
valori in percentuale del PIL.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
34. Italia: la crisi abbatte il potenziale
(PIL, miliardi di euro a prezzi 2000)
360
PIL effettivo
350 Trend 2000/1-2008/1
Trend 2009/2-2011/2
340 Output potenziale nel 2016 (stima OCSE)
Output potenziale nel 2016 (stima FMI)
330
320
310
300
290
2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016
Fonte: elaborazioni CSC su dati su dati ISTAT, FMI e OCSE.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
37. La classifica italiana della vocazione industriale
nel confronto europeo, provincia per provincia
(Valore aggiunto industriale pro-capite nel 2007, in % media UE)
N. Province VA N. Province VA
1 Wolfsburg 1026 2 Ingolstadt 755
Prime venti italiane
61 Lecco 229 143 Cremona 182
64 Modena 227 155 Parma 177
67 Vicenza 224 167 Pordenone 171
68 Bergamo 223 176 Como 169
88 Reggio Emilia 210 190 Bologna 165
100 Brescia 204 203 Milano 162
103 Mantova 203 216 Novara 158
119 Belluno 194 219 Prato 158
123 Varese 191 225 Padova 156
135 Treviso 185 226 Forlì-Cesena 156
283 Rovigo 140 432 Venezia 113
295 Verona 138
Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
38. La crisi falcidia le imprese
(Manifatturiero; numero imprese; 1997=100)
104
102
100
98
96
Italia Imprese registrate*
94 Italia Imprese attive
Veneto Imprese registrate*
92
Veneto Imprese attive
90
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
* Registrate(t)= Registrate(t-1) + Iscritte(t) - Cessate(t) + Variazioni di attività economica(t). Terzo trimestre
per il 2011.
Fonte: elaborazioni CSC su dati Movimprese.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
39. Molte imprese hanno ben compreso
i cambiamenti epocali in atto
e hanno adeguato le loro strategie.
I Focus Group realizzati dal CSC,
grazie alla collaborazione partecipata
delle Associazioni di Confindustria,
le hanno individuate.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
40. Identikit dell’impresa di successo
Fonte: elaborazioni CSC sui risultati Progetto Focus Group.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
41. La crescita è obiettivo comune
a tutte le imprese. L’attenzione
è puntata sull’aumento del valore,
più che sul contenimento dei costi.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
42. L’espansione del fatturato è l’obiettivo comune
(% delle risposte, per classe di addetti)
60
50
40
30
20
10
0
Meno di 50 50-249 250 e più Totale
Fonte: elaborazioni CSC sui risultati Progetto “Focus Group”.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
43. Imprese focalizzate sulle vendite (meno sui costi)
(Interventi di riposizionamento strategico - % delle risposte)
70
59,0
60 55,6 Piccole imprese Medie imprese Grandi imprese
50
42,0
40 38,0
33,1
30
22,2
20
14,8
13,0
10 7,4 7,0
3,7 5,0
0
Diversificazione Ampliamento Riduzione dei costi Riduzione dei costi
produttiva dei mercati di per rendere i prodotti per sostenere
esportazione più competitivi i margini
Fonte: elaborazioni CSC sui risultati Progetto “Focus Group”.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
44. Il cambiamento è…
(Fattori influenti sulla crescita e sulle scelte di riposizionamento
per classi dimensionali)
50
45 <50 addetti 50-250 addetti
>250 addetti Totale
40
35
30
25
20
15
10
5
0
... necessario per la ... necessario per ... cercato per desiderio
sopravvivenza garantire la competitività di crescita
dell’impresa
Fonte: elaborazioni CSC su informazioni Progetto Focus Group.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
45. Concorrenza uguale stranieri
(Distribuzione % della nazionalità dei concorrenti1)
1 Si indicano i primi tre concorrenti in termini di collocazione geografica. Percentuali ottenute rispetto
al totale delle imprese che hanno risposto al quesito (pari al 92% dei questionari).
Fonte: elaborazioni CSC su informazioni Progetto Focus Group.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
46. Europa e USA i più temibili
(Distribuzione % dei concorrenti esteri per area geografica1)
1 Si indicano i primi tre concorrenti in termini di collocazione geografica. Percentuali ottenute rispetto
al totale delle risposte.
Fonte: elaborazioni CSC su informazioni Progetto Focus Group.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
47. I punti di forza relativi delle imprese italiane
(Valori medi ponderati1)
Qualità del prodotto
Flessibilità produttiva
Contenuto tecnologico del prodotto
Immagine/Reputazione/Marchio
Gamma/Varietà prodotti
Qualità del capitale umano Concorrente
Puntualità nei tempi di consegna Impresa
Organizzazione della rete distributiva
Prezzo
Accesso al credito
Vantaggi di dimensione
Costo del lavoro
0 0,5 1 1,5 2
1 Possono essere indicati al massimo tre punti di forza; ogni punto è pesato col suo grado di importanza relativa
(1 = medio, 2 = alto, 3). I valori ottenuti sono rapportati al totale delle imprese.
Fonte: elaborazioni CSC su informazioni Progetto Focus Group.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
48. Le imprese fanno leva sull’innovazione
(Strumenti adottati dalle imprese per conseguire gli obiettivi; frequenze relative1)
Possono essere indicati più strumenti. Percentuali di risposta calcolate sul totale delle imprese.
Fonte: elaborazioni CSC su informazioni Progetto Focus Group.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
49. Come le imprese si appropriano di competenze esterne
(Modalità di acquisizione di competenze non detenute dall’impresa1)
1 Ciascuna impresa può indicare più azioni. Le percentuali sono calcolate rispetto al totale delle risposte.
Il tasso di risposta delle imprese al quesito è 87%.
Fonte: elaborazioni CSC su informazioni Progetto Focus Group.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
50. Queste strategie di successo
non sono condizionate
dalle dimensioni aziendali.
Possono essere adottate
da tutte le imprese.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
51. Tracce di queste strategie si trovano
anche nei modelli di business
delle piccole imprese, con meno
di 7,5 milioni di fatturato, che hanno
le performance migliori.
I fattori competitivi che contano sono
la gestione dei marchi e dei mercati esteri
e la forza commerciale.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
52. Primeggiano le imprese esportatrici
(Addetti per impresa, migliaia di euro e quota %, 2009)
60
52,2 Imprese esportatrici
50
Imprese non esportatrici
39,5
40 34,9
30 27,3 26,9
24,9
20
10 8,2
4,2 6,1 4,5
0
Dimensione Valore Costo del Investimenti Quota dei
media aggiunto lavoro per per addetto profitti sul
dell'impresa per addetto dipendente (mgl Euro) valore aggiunto
(mgl Euro) (mgl Euro) (val. %)
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
53. Imprese più grandi esportano di più
(Dimensione media dell’impresa e quota dell’export sul fatturato, 2009)
50 800
721,0
45 Quota delle esportazioni sul fatturato 700
40 38,4
Dimensione media dell'impresa (scala destra) 35,7 600
35
29,9 500
30
23,8 24,8
25 400
20 300
15
200
10
98,7
5 100
13,7 30,9
5,3
0 0
0-9 10-19 20-49 50-249 250 e oltre
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria