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TECNOLOGIA E DISLESSIA
I computer non sono magici, insegnanti e alunni sì.
2
INDICE
INTRODUZIONE p. 4
1. Uso delle tecnologie per la dislessia p. 5
2. I disturbi dell'apprendimento: la dislessia p. 10
3
3. Mappa concettuale p. 12
4. Le difficoltà dei dislessici p. 14
5. Cooperative Learning, costruttivismo e apprendimento situato p. 17
6. Didattica multisensoriale e tecnologia per la dislessia p. 21
7. Gli strumenti compensativi p. 23
8. Le nuove forme del libro p. 26
9. Sintesi vocale p. 28
10. Supermappe p. 30
11. Superquaderno p. 33
12. Carlo Mobile p. 36
13. Software free p. 38
14. Giochi didattici p. 39
15. Strumenti per la matematica p. 49
CONCLUSIONI P. 50
INTRODUZIONE
La Tecnologia, nella vita di una persona in situazione di difficoltà (fisica o psichica),
può rappresentare la scoperta più geniale e sensata dell’essere umano. La presente tesina
intende fare luce sugli strumenti impiegati per rendere possibile il percorso didattico di
4
tutti gli alunni, con gioia e dignità nel sistema formativo, ognuno con le sue migliori
abilità e predisposizioni. Nello specifico affronteremo il tema delle Nuove Tecnologie a
confronto con i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (D.S.A.). Negli ultimi anni,
l'attenzione al problema dislessia è cresciuta notevolmente e si sono affermate nuove
metodologie didattiche e nuove forme di collaborazione tra scuola, professionisti e
genitori.
Garantire il successo scolastico a questi bambini rappresenta una sfida alle capacità
professionali di insegnanti e educatori e un traguardo reso ormai possibile dalle
conoscenze e dagli strumenti a nostra disposizione.
In qualità di insegnante (precaria) mi sono chiesta quali siano gli strumenti di cui potrò
avvalermi nella didattica.
Pian piano, da qui, ho cercato di rispondere alle mie domande, cercando di far ruotare le
mie risposte attorno ad unico fulcro: potenziare, attraverso un approccio
multisensoriale, l’immaginazione dei dislessici, dare loro gli strumenti per garantire una
comunicazione visiva senza interferenze, dare loro gli strumenti per sfidare il mondo
con la loro intelligenza senza essere emarginati.
I bambini dislessici sono spesso costretti a sacrificare le proprie potenzialità,
abbandonano le proprie doti, la propria creatività a scapito di un percorso irto di ostacoli
per loro insuperabili, causa, a volte, di abbandono scolastico.
Basta sapere, però, che non solo il nostro passato, ma anche il nostro presente, è
costellato di personalità dislessiche, le cui biografie ci rincuorano e ci permettono di
“abbattere quel muro del dubbio e aprire la porta alla scoperta di se stessi, soprattutto
perché i bambini possano sviluppare appieno le loro capacità confortati dalla loro
creatività”.
Michelangelo Buonarroti, Leonardo Da Vinci, Walt Disney, Vincent Van Gogh, Pablo
Picasso, sono solo alcuni nomi scelti tra una vasta gamma di artisti dislessici.
La lista è ancora molto lunga e possiamo affiancarvi tante categorie includenti altrettanti
nomi di personaggi che hanno fatto la storia o la stanno facendo: Isaac Newton, Albert
Einstein, Napoleone, Guglielmo Marconi, Lewis Carrol, Galileo Galilei, Whoopi
Goldberg, Robbin Williams, Steven Spielberg, John Lennon.
Ad accomunare artisti, scienziati, cantanti, attori, scrittori, musicisti è la loro dislessia, o
meglio la loro caparbietà, la tenacia che ha permesso loro di superare ostacoli, di
affermarsi ed estrinsecare la loro potenzialità.
5
La prima parte vuole essere una panoramica sulla dislessia; sono stati analizzati i tratti
peculiari della personalità del dislessico, nonché i principali errori di lettura e scrittura
compiuti e mi sono soffermata, quale supporto visivo, sulle mappe concettuali.
In seguito ho analizzato quella che può esser definita una didattica per la dislessia, ossia
ho posto l’attenzione su alcune metodologie, strumenti e attività che possono essere
utilizzati in una classe in cui vi siano bambini con disturbi di apprendimento.
Si tratta essenzialmente di strumenti di natura visiva che si basano sul potenziamento
dei sensi vicarianti, partendo da un approccio multi-sensoriale allo studio, sottolineando,
quindi, le potenzialità dell’informatica quale strumento compensativo per le difficoltà
dei bambini dislessici.
1 Uso delle tecnologie per la dislessia
L’utilizzo delle tecnologie a scuola e soprattutto con i bimbi dislessici, ha dei vantaggi,
riassumibili come di seguito:
1. Il senso visivo viene potenziato, la trasmissione di conoscenze avviene
privilegiando la modalità visiva (schemi, mappe, modelli, simulazioni,
animazioni) rispetto a quella verbale;
2. L'interattività degli ambienti ipermediali consente di modificare il flusso
comunicativo unidirezionale della macchina rompendo il rapporto di passiva
fruizione da parte dell'utente;
3. La navigabilità consente una ricerca logica, a livelli diversi di approfondimento,
attraverso informazioni che portano ad altre informazioni per vie trasversali e
soggettive;
4. La connettività enfatizza, attraverso i collegamenti della rete, l'attitudine alla
cooperazione e al lavoro di gruppo, per decidere conoscere, creare assieme ad
altri.
L’utilizzo delle tecnologie ha sicuramente un ruolo fondamentale nel favorire la
motivazione dell’alunno.
Gran parte degli alunni che lavorano con il computer gode di una forte motivazione,
anche quando si trova nella condizione di adempiere ai doveri scolastici. Il computer in
generale può essere considerato dai bambini come lo strumento di lavoro del papà o
comunque degli adulti, delle persone intelligenti, e suscita in loro la sensazione di
sentirsi più grandi. In questo senso i novelli utenti informatici investono più energie, lo
6
sforzo attentivo si prolunga nel tempo e i risultati didattici possono migliorare.
L’autostima può trarre dei benefici e, nello stesso tempo, la motivazione a dare il
meglio di sé può crescere e indurre l’alunno ad approfondire autonomamente gli
argomenti trattati a scuola.
Rischi: L’innovazione in questo settore racchiude però anche dei rischi da tenere in
considerazione: da una parte la “perdita di valore umano” nei rapporti interpersonali
sempre più virtuali e meno basati sull’interazione fisica; dall’altra la tendenza ad
affidare al mezzo tecnologico un carattere magico, miracoloso.
Il computer,in questo caso, può rappresentare un mezzo efficace sul piano oggettivo,
inteso come utile elaboratore/calcolatore di dati, ma assume un ruolo cruciale solo in
rapporto alla dimensione soggettiva uomo-macchina. La persona, in questa sede,
assume un ruolo centrale e la tecnologia si adatta e gira di conseguenza intorno alle sue
esigenze, ai suoi bisogni.
Un uso critico, consapevole e creativo della tecnologia apre nuovi ed interessanti
scenari all’apprendimento, alla comunicazione e alla formazione dell’individuo, al
contrario essa può rappresentare il fine e non più il mezzo.
Insegnanti e tecnologie: Affinché le tecnologie possano essere utilizzare per rendere
possibile un apprendimento autentico e significativo, gli insegnanti devono essere in
grado di promuoverla. La sfida è quella di educare i ragazzi a sfruttare le tecnologie,
altrimenti saranno le tecnologie a sfruttarli. Sono gli studenti, a partire dalla scuola
elementare, i protagonisti di un’eventuale innovazione tecnologica sul piano della
didattica, l’insegnante ha il dovere di crearne le condizioni adatte, creando un buon
ambiente di apprendimento.
Resistenze nell’utilizzo del computer in classe: Nonostante il computer sia
raccomandato da più fonti (in ambito normativo, riabilitativo,didattico), come valido
strumento compensativo a favore degli alunni con D.S.A., fatica ancora a trovare una
collocazione stabile nel sistema scolastico, nello specifico in classe. Il computer in
classe, come strumento di lavoro utile e quotidiano (alla pari del tradizionale quaderno),
trova grosse resistenze. Spesso capita che l’alunno con dislessia rinunci all’aiuto del
computer, perché all’interno del contesto classe è l’unico ad usarlo e quindi può essere
paragonato a una protesi per disabili.
7
Paradossalmente, fuori dal contesto classe (negli uffici, nelle case) chi non usa il
computer è ormai considerato “a-normale”, mentre chi lo usa in classe rischia di essere
deriso dai compagni. Quale sia la causa esatta di questa dinamica è difficile da stabilire
ma il problema del “giudizio” è sicuramente di natura culturale. Penso che le prime
persone che hanno indossato gli occhiali per compensare la mancanza di vista abbiano
avuto dei problemi simili agli alunni con dislessia. Se così fosse ci vorrà ancora del
tempo prima che il computer sia considerato uno dei tanti strumenti disponibili, ma quel
giorno prima o poi arriverà. Molto dipenderà dal ruolo di mediazione degli insegnanti.
In primo luogo dovremo capire che il computer non è solo un gioco o un“passatempo”
ma un utile, a volte, necessario supporto compensativo per lavorare a scuola.
Proprietà dell’hardware: Per quanto riguarda la presenza in classe del computer in
particolare e delle nuove tecnologie in generale, non è necessario organizzare uno
spazio, un angolo delimitato e sicuro in cui collocare l’apparato tecnologico. Come si
trovano il quaderno, la biblioteca, il libro e l’astuccio, si trovano i computer in (per la)
classe. Si collocano in funzione della loro utilità, che può essere spesa in qualsiasi
momento, in un qualsiasi spazio. Si sconsiglia di utilizzare computer dal monitor
enorme con il case pesante. Il computer in classe, a mio avviso, deve essere un portatile,
leggero, comodo da spostare, con una buona batteria.
Dopo ore di lavoro trascorse davanti al monitor la vista dell’utente si può affaticare. In
questo senso dovremo porre particolare attenzione alla quantità di tempo da dedicare
alle attività con l’uso del computer portatile, proponendo coerentemente all’alunno delle
pause frequenti.
Anche la scelta del mouse ha la sua importanza: in commercio si trovano numerosi
modelli, grandi,medi, piccoli, con filo e wireless, ottici e analogici (con la pallina). La
grandezza del mouse deve adattarsi alla grandezza della mano degli alunni e la sua
forma dovrà garantire il massimo comfort per consentire un’impugnatura rilassata e
distesa, sui tasti e sullo “scroll”.
Inoltre, le specifiche tecniche importanti in questa sede riguardano la presenza delle
porte USB; più ce ne sono (almeno tre) e più possibilità ha l’alunno di utilizzare le
periferiche esterne: chiave USB, registratore Mp3, stampante,macchina fotografica,
scanner, videocamera. Anche gli ingressi per le cuffie sono importanti ed è bene che si
trovino in una posizione frontale, comoda per inserire il jack all’occorrenza senza dover
girare o alzare il PC.
8
Per tutta questa serie di ragioni è importante che la scelta dell’hardware non venga
delegata, come spesso accade, al segretario amministrativo della scuola, che nei casi più
fortunati compie una breve ricerca in Internet sulle numerose possibilità di acquisto.
Èl’insegnante esperto nel settore che dovrà preoccuparsi di scegliere con criterio il
materiale hardware da impiegare nella pratica didattica.
Un altro supporto utile è il lettore/registratoreMp3 molto utile per le attività di ripasso e
memorizzazione dei contenuti. Un’altra applicazione interessante del lettore Mp3 è
racchiusa nella possibilità di sostituire il diario che per alcuni rappresenta un problema.
Per alcuni alunni il testo scritto sul diario può risultare difficile da leggere. In questo
caso, l’alunno può registrare vocalmente i compiti per il giorno dopo in modo
inequivocabile.
Software didattici: Per quanto riguarda invece i software didattici (cioè programmi per
il computer che contengono spiegazioni, feedback, correzioni, valutazioni degli errori,
test di verifica, esercitazioni, giochi didattici) di cui si argomenterà nelle pagine
seguenti, ci sono dei parametri per valutare la loro validità:
1. Usabilità pratica;
2. Validità didattica;
3. Motivazione suscitata nell’alunno1.
Rispetto all’usabilità pratica, l’insegnante potrà chiedersi se il software preso in esame:
 E’facile da usare e si presta per un uso facile e intuitivo;
 I pulsanti presenti sono solo testuali o anche iconografici;
 Offre la possibilità di salvare ed esportare i percorsi, i risultati;
 I contenuti sono comprensibili;
 E’ più bello che utile;
 I simboli sono vari e pertinenti;
 Presenta istruzioni adeguate.
Sul piano della validità didattica, l’insegnante potrà chiedersi quanto il software in
questione sia utile:
 Si può integrare nei curricoli?
1 Le indicazioni sono il risultato di un progetto di ricerca condotto dalla Agenzia Nazionale per lo
Sviluppo dell’Autonomia Scolastica (ex-INDIRE), concluso nel 2007.
9
 L’utente è autonomo nel suo utilizzo?
 E’ possibile personalizzarlo? quanto?
 Gli obiettivi didattici sono esplicitati?
 Gli obiettivi didattici sono pertinenti?
 I contenuti sono adeguati agli obiettivi?
 Favorisce l’uso di strategie meta-cognitive?
 Gli strumenti di verifica sono adeguati?
Sul piano della motivazione, l’insegnante potrà chiedersi se i bambini/ragazzi usano
volentieri quel determinato di software:
 Com’e’ il livello di coinvolgimento?
 L’interfaccia grafica è accattivante?
 Stimola la creatività?
 Gli aspetti ludici sono curati?
Sappiamo che la motivazione ha un ruolo fondamentale nell’apprendimento; in questo
senso altre caratteristiche tipiche dei software didattici assumono una grande
importanza: l’aspetto ludico, le caratteristiche multimediali e interattive, il controllo
attivo dell’apprendimento da parte dell’utente e la possibilità di intervenire a livelli
diversi di difficoltà, la presenza di molti esempi.
2 I disturbi dell’apprendimento: la dislessia
La dislessia è “un disturbo che ostacola il normale processo di interpretazione dei segni
grafici con cui si rappresentano per iscritto le parole”2 ed è una sindrome che ha la sua
maggiore manifestazione nella difficoltà dei soggetti colpiti a leggere e a scrivere.
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Dato che leggere è un complesso processo mentale, questo disturbo ha svariate
espressioni e sembra strettamente legato alla morfologia stessa del cervello.
Le difficoltà del dislessico derivano tipicamente da un deficit nella componente
fonologica del linguaggio, che è spesso inattesa in rapporto alle altre abilità cognitive e
alla garanzia di una adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie possono
includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica nella lettura che
può impedire una crescita del vocabolario e della conoscenza generale.
Essa si presenta come “un disturbo strumentale di lettura, accompagnato solitamente da
difficoltà nella scrittura e nei processi di letto-scrittura del numero e del calcolo”3.
Il primo segno riconoscibile della dislessia evolutiva è il lento e faticoso apprendimento
della lettura ad alta voce.
Si caratterizza:
 Come una mancata o parziale automatizzazione dell’uso dei codici della lettura.
 Come una difficoltà a decodificare i testi scritti, che diventa un’operazione molto
più complessa rispetto ai non dislessici e porta ad una maggior facilità di errore, ad
un maggior affaticamento e ad una maggior lentezza.
 Instabilità motoria e/o disturbi dell’attenzione.
 Difficoltà di apprendimento delle tabelline e del calcolo mentale.
 Difficoltà ortografiche.
Il processo di apprendimento è costituito da tre fasi:
 Fase di ingresso: nel momento in cui vediamo e/o ascoltiamo il nostro oggetto di
studio inizia la fase dell’elaborazione.
E’ questa la fase di input in cui si mettono insieme delle informazioni per dar loro
un significato. I bambini dislessici hanno appunto problemi nella fase di ricezione.
In tale fase bisogna privilegiare una modalità cinestetica di apprendimento delle
informazioni, ovvero una modalità che faccia perno sull’esperienza e sull’attività
pratica, oppure una modalità tattile di manipolazione degli oggetti.
Altro canale da privilegiare è il visivo, che consente, applicato con i precedenti, di
“presentare le informazioni con modalità multisensiorale”4 al bambino dislessico.
11
 Fase cognitiva: si comprendono, organizzano e immagazzinano le informazioni,
che vengono collegate a quelle che già abbiamo nella memoria, attraverso una
classificazione e categorizzazione che consente successivamente di recuperarle.
Gli elementi fondamentali in tale fase sono:
Comprensione: è questa la fase in cui il bambino dislessico ha bisogno di fare
affidamento sul contesto, cioè sull’argomento generale e sulle altre informazioni di
sfondo.
Risulta fondamentale che il bambino capisca le parole-chiave per comprendere il
significato di quanto deve apprendere e per farlo si suggerisce “la discussione prima
della lettura”5.
Memorizzazione: i bambini dislessici hanno difficoltà dovute probabilmente ad una
memoria di lavoro inefficiente, che ostacola il normale processo di memorizzazione,
mantenimento e recupero delle informazioni. Altro problema è l’accesso lessicale,
ovvero una difficoltà a ricordare nomi di oggetti e luoghi.
Strategie importanti per consentire e rafforzare il recupero e la memorizzazione
sono:
- Ripetizione
- Mnemotecniche
- Mappe concettuali e mentali:
Organizzazione: il deficit nelle abilità di organizzazione “contraddistingue una
prevalenza dell’emisfero destro e spesso si accompagna alla spontaneità e alla
creatività”.6
Le difficoltà nell’organizzazione creano problemi al bambino dislessico nei compiti
a casa, nei testi scritti, nel memorizzare informazioni e pertanto vanno superate
attraverso il supporto di strumenti e sistemi organizzativi quali:
 programmi e orari delle attività;
 routine e procedure;
 ordine;
12
 supporto dei compagni; a tal proposito una delle tecniche per favorire
l’apprendimento del bambino dislessico, aumentando anche la sua stima è il
cooperative Learning ci cui parleremo in un successivo paragrafo.
 aiuto nelle esposizioni.
 Fase di Uscita: è la fase di esplicitazione delle proprie conoscenze, a dimostrazione di
quanto è stato appreso. Grande importanza riveste l’uso per i dislessici delle mappe
concettuali.
3 Mappa concettuale
Il termine mappa concettuale è stato coniato da J. Novak e D. Gowinche, a partire dalla
teoria cognitivista dell’apprendimento significativo,descrissero le strategie per
sviluppare e utilizzare anche in ambito didattico questo strumento. I due studiosi
sostennero che la rappresentazione grafica delle conoscenze è un modo per far emergere
i significati insiti nei materiali da apprendere, in quanto costringe gli studenti a riflettere
sulla natura delle conoscenze e sulle relazioni che vi intercorrono.
Così come una mappa geografica serve per orientarsi in un territorio, una mappa
concettuale è strumento per interpretare, rielaborare e trasmettere conoscenze,
informazioni e dati, visualizzando l’oggetto della comunicazione, i concetti principali, i
legami che essi stabiliscono e, di conseguenza, il percorso del ragionamento.
Le mappe concettuali dovrebbero servire a mettere in evidenza le connessioni di
significato tra i concetti che formano le proposizioni.
Il termine proposizione sta a indicare un’unità semantica in cui parole fungono da
collegamento tra due o più concetti.
Possiamo, perciò, affermare che una mappa concettuale è “la rappresentazione grafica
di concetti espressi sinteticamente (parole - concetto) all’interno di una forma
geometrica (nodo) e collegati fra loro da linee (frecce) che esplicitano la relazione
attraverso parole – legamento”.7
La forma più elementare di mappa prevede due concetti legati semplicemente da una
parola che permette di creare una relazione, come per esempio “cielo” e “blu”.
I concetti, racchiusi in ovali o rettangoli, sono collegati con frecce, con parole scritte
sulle linee per indicare la relazione tra i concetti e sono disposti in modo gerarchico.
7 Dispense fornite dall’insegnante.
13
Quelli più generali e inclusivi vengono riportati in alto nella mappa, mentre quelli
subordinati seguono, in basso e spesso sono ancorati a esempi specifici.
Novak considera le mappe come uno strumento per giungere a negoziare e a contrattare
i significati, il che richiede scambio, ricerca di punti di vista comuni e non mera
trasmissività di nozioni.
Gli studenti, infatti, apportano sempre un qualcosa di nuovo nella discussione e ciò che
hanno appreso funge da combustibile per il successivo apprendimento.
Nel processo di insegnamento/apprendimento, le mappe aiutano lo studente a
organizzare quanto sta studiando ed evidenziano le relazioni tra i concetti: aiutano ad
imparare in modo significativo. Sono utili anche all’insegnante, in quanto aprono una
“finestra” nella mente dello studente e permettono di monitorarne i progressi.
L’apprendimento significativo si verifica quando il soggetto nel processo di
apprendimento collega tra loro vecchie e nuove conoscenze, in modo da formare una
rete. La qualità di questo apprendimento è strettamente dipendente dal materiale che va
appreso.
L’apprendimento viene detto meccanico, invece, quando il discente apprende i nuovi
concetti e le nuove informazioni senza collegarle a quelle possedute o quando il
materiale da studiare non ha alcuna relazione con tali conoscenze.
L’apprendimento significativo riguarda da una parte la sfera cognitiva del soggetto, ma
va oltre essa, per coinvolgere le emozioni ed i sentimenti del soggetto (apprendimento
emotivo) e le sue abilità motorie (apprendimento psicomotorio).
4 Le difficoltà dei dislessici
Ciò che caratterizza i dislessici è la presenza di un impaccio considerevole nello
svolgimento di tutte quelle attività che richiedono un’integrazione di più competenze di
base, mettendo a dura prova l’allievo nel suo processo di apprendimento.
Le difficoltà possono riguardare l’uso di una o più di tali competenze:
o Coordinazione oculo-manuale;
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o Integrazione visivo-uditiva;
o Integrazione percettivo-motoria;
o Memorizzazione visivo-uditiva;
o Memorizzazione visivo-sequenziale;
o Competenze fonologiche;
o Simbolizzazione grafica sequenziale
Ronald Davis, scultore e ingegnere dislessico, ha tracciato alcuni tratti di personalità
tipici dei soggetti dislessici.
La dislessia, quindi, si può presentare in modalità molto diverse da soggetto a soggetto;
di seguito le caratteristiche più comuni relative ad alcune aree individuate dallo
studioso.
In senso generale Davis cita un’importante caratteristica del dislessico che credo sia
molto interessante sottolineare nell’ambito di tale tesina, ossia egli dice che egli: “è
abile nell’arte, nel teatro, nella musica”.8
Nella matematica e nel tempo di gestione:
 Incontra difficoltà a parlare del tempo, nonché ad organizzarlo, nell’apprendere i
compiti in successione;
 Riesce ad imparare in modo più efficace servendosi delle mani, dell’esperienza, degli
ausili visivi, della sperimentazione e delle dimostrazioni.
Nell’udito e nel linguaggio:
 I suoni lo distraggono facilmente;
 Presenta difficoltà nell’eseguire la traduzione di pensieri in parole.
Nella memoria e nella percezione:
 Ha una memoria a lungo termine, relativamente ad esperienze, facce e luoghi molto
sviluppata;
 Pensa principalmente con le immagini e con il sentimento, non con suoni o parole.
Nel comportamento:
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 Lo stress emotivo, le pressioni esercitate dall’ambiente sono per lui fonte di maggiori
errori e sintomi.
Nella scrittura e nelle abilità motorie:
 La grafia risulta di difficile comprensione;
 Manca di coordinazione, mostra goffaggine motoria;
 Confonde i rapporti topologici fondamentali.
Nella decodifica della singola parola o del testo scritto.
Queste caratteristiche possono non essere tutte presenti contemporaneamente:
 Scarsa discriminazione di grafemi diversamente orientati nello spazio:
Il soggetto mostra chiare difficoltà nel discriminare grafemi uguali o simili, ma
diversamente orientati. Egli, ad esempio, confonde la “p” e la “b”; la “d” e la “q”; la
“u” e la “n”; la “a” e la “e”; la “b” e la “d”. Nell’alfabeto italiano sono molte le
coppie di grafemi che differiscono rispetto al loro orientamento nello spazio, per cui
le incertezze e le difficoltà di discriminazione possono rappresentare un vero e
proprio impedimento alla lettura.
 Scarsa discriminazione di grafemi che differiscono per piccoli particolari:
Il soggetto mostra difficoltà nel discriminare grafemi che presentano somiglianze.
Egli, ad esempio può confondere la “m” con la “n”; la “c” con la “e”; la “f” con la
“t”.
 Scarsa discriminazione di grafemi che corrispondono a fonemi sordi e fonemi
sonori:
Il soggetto mostra difficoltà nel discriminare grafemi relativi a fonemi con
somiglianze percettivo - uditive.
L’alfabeto è composto di due gruppi di fonemi: i fonemi sordi e i fonemi sonori che,
tra loro risultano somiglianti, per cui, anche in questo caso l’incertezza percettiva
può rappresentare un vero e proprio ostacolo alla lettura.
Le coppie di fonemi simili sono le seguenti:
F V
16
T D
P B
C G
L R
M N
S Z
 Difficoltà di decodifica sequenziale:
Leggere richiede al lettore di procedere con lo sguardo in direzione sinistra - destra
e dall’alto in basso; tale processo appare complesso per tutti gli individui nelle fasi
iniziali di apprendimento della lettura, ma, con l’affinarsi della tecnica e con l’uso
della componente intuitiva la difficoltà diminuisce gradualmente fino a scomparire.
La difficoltà di seguire l’ordine di successione delle lettere o delle sillabe evidenzia
una deficienza di orientamento spaziale.
Nel soggetto dislessico talvolta ci troviamo di fronte, invece, a un vero e proprio
ostacolo nel processo di decodifica sequenziale e per tale motivo si manifestano con
elevata frequenza i seguenti errori:
 Omissione di grafemi e di sillabe:
Il soggetto omette la lettura di parti della parola; può tralasciare la decodifica di
consonanti (ad esempio può leggere “fote” anziché “fonte; oppure “capo”
anziché “campo”) oppure di vocali (può leggere, ad esempio, “fume” anziché
“fiume; “puma” anziché piuma”) e, spesso, anche di sillabe (può leggere “talo”
anziché “tavolo”; “paro” anziché “papavero”).
 Salti di parole e salti da un rigo all’altro:
Il soggetto dislessico presenta evidenti difficoltà a procedere sul rigo e ad andare
a capo, per cui sono frequenti anche “salti” di intere parole o di intere righe di
lettura.
 Inversioni di sillabe:
Spesso la sequenza dei grafemi viene invertita provocando errori particolari di
decodifica della sillaba (il soggetto può, ad esempio, leggere “li” al posto di “il”;
17
“la” al posto di “al”, “ni” al posto di “in”) e della parola (può leggere, ad
esempio, “talovo” al posto di “tavolo”).
 Aggiunte e ripetizioni:
La difficoltà a procedere con lo sguardo nella direzione sinistra - destra può dare
origine anche ad errori di decodifica caratterizzati dall’aggiunta di un grafema o
di una sillaba ( ad esempio “tavovolo” al posto di “tavolo”).
 Prevalenza della componente intuitiva:
Il soggetto che presenta chiare difficoltà di lettura privilegia, indubbiamente, l’uso
del processo intuitivo rispetto a quello di decodifica; l’intuizione della parola scritta
rappresenta un valido strumento, ma, al tempo stesso, è fonte di errori.
Il soggetto esegue la decodifica della prima parte della parola, talvolta anche solo
del primo grafema o della prima sillaba e procede “inventando” l’altra parte.
La parola contenuta nel testo viene così ad essere spesso trasformata in un’altra di
significato affine o completamente diverso.
5 Cooperative learning, costruttivismo e apprendimento situato
Approccio fondamentale, a mio parere, alla dislessia è quello dell’apprendimento
situato, secondo il quale l’obiettivo dell'apprendimento non è la memorizzazione fine a
se stessa di contenuti, (considerando anche le notevoli difficoltà di memorizzazione dei
dislessici) non è una conoscenza astratta slegata dal contesto ma si basa piuttosto su
processi mentali di livello più elevato che devono garantire l’applicabilità nei contesti
della vita quotidiana. Mettendo in relazione contenuti a situazioni reali il docente, in
dialogo con gli studenti, può negoziare il significato dei contenuti, immettendolo nel
quadro delle richieste e delle difficoltà degli studenti stessi.
L'interazione sociale ha una grande importanza: gli studenti vengono inseriti in una
comunità di pratica che esprime determinate opinioni e comportamenti da agire,
rendendo sempre più attivi i discenti. Secondo tale teoria l'apprendimento è necessario
in ogni attività umana e in ogni momento, nel rintracciare la natura dei problemi che si
incontrano, del modo in cui gli individui applicano la teoria alla pratica e di come
queste valutazioni dipendono dal compito svolto dalla persona stessa.
Per Wenger, una comunità di pratica si definisce lungo tre dimensioni:
18
 Cosa è: una attività congiunta tra membri di una comunità che viene
continuamente definita e negoziata tra i suoi membri.
 Come funziona: attraverso un mutuo impegno che lega assieme i membri
all’interno di un’entità sociale.
 Quali capacità produce: un repertorio condiviso di risorse comuni (abitudini,
sensibilità, prodotti, vocabolario, stili…) che i membri hanno sviluppato nel
tempo.
Il fatto che queste comunità siano sviluppate attorno ad alcune particolari aree di
conoscenza e attività, dà ai membri un senso di impresa comune e di identità.
Gli educatori devono lavorare affinché le persone possano diventare partecipanti in
comunità di pratica. L’apprendimento sta nella relazione tra persone, non appartiene alla
singola persona, ma alle diverse interazioni di cui la persona è parte.9
Invece di trasferire negli studenti conoscenze preconfezionate si tenta di sviluppare gli
strumenti per riprodurre la problematicità di una circostanza, progetti alternativi, e
spiegazioni sul nostro comportamento.
Ci torna utile a tal proposito la teoria del Costruttivismo Socio-Culturale [Vygotsky;
1978; Wenger, 1998] secondo la quale il soggetto che apprende “costruisce” la propria
competenza migliorandola e ristrutturandola grazie alla conoscenza e ai punti di vista di
altre persone; l’apprendimento del singolo è il risultato di un processo di gruppo e il
sapere diventa relativo, poiché tutto ciò si apprende passa attraverso un processo di
interpretazione che dipende dal contesto, dalla cultura e dalla storia personale di chi
apprende.
Il Cooperative Learning, quindi, fa al nostro caso. Letteralmente significa
apprendimento collaborativo. Quando si parla di Cooperative learning, si fa riferimento
ad un insieme di principi, tecniche e metodi di conduzione della classe, in base ai quali
gli studenti affrontano l’apprendimento delle discipline curricolari (o altro) lavorando in
piccoli gruppi in modo interattivo, responsabile, collaborativo, solidale e ricevendo
valutazioni sulla base dei risultati ottenuti.
Per Comoglio è «un insieme di principi, di tecniche di classe in cui gli studenti lavorano
in piccoli gruppi per attività di apprendimento e ricevono una valutazione in base ai
risultati conseguiti». Non significa semplicemente far svolgere in gruppo un’attività, in
quanto ci devono essere cinque caratteristiche:
9 Dispense del corso ‘Tecnologia dell’istruzione e dell’apprendimento’, anno accademico 2010/2011.
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1. Interdipendenza positiva (i bimbi si sentono coinvolti nel raggiungimento di un
obiettivo comune);
2. Interazione promozionale faccia a faccia;
3. Valutazione individuale;
4. Uso di abilità interpersonali nell’agire in piccoli gruppi;
5. Controllo e revisione del lavoro di gruppo.10
Si può prevedere una qualche ricompensa (bonus, che vengono alla fine considerati
nella valutazione) ai gruppi che operano con più impegno e che ottengono risultati
migliori. La competizione viene spostata dagli individui ai gruppi, e nel gruppo, gli
studenti sono attivamente impegnati in attività che costruiscono la conoscenza.
E' il docente che fissa i tempi, che fornisce gli spunti ai gruppi che lo richiedono, che
stabilisce chi deve rispondere, e così via. Egli quindi, nell’ottica costruttivista sostiene,
stimola e supporta l’apprendimento, non lo controlla o dirige.
L’insegnante assume un ruolo di facilitatore ed organizzatore delle attività, strutturando
gli ambienti di apprendimento in cui gli studenti, favoriti da un clima relazionale
positivo, trasformano ogni attività di apprendimento in un processo di problem solving
di gruppo, conseguendo obiettivi la cui realizzazione richiede il contributo personale di
tutti, senza nessuna esclusione.
Qual è il compito dell’ insegnante nel momento in cui si accinge alla preparazione di
una unità didattica secondo la modalità del Cooperative Learning?
Deve seguire un percorso che passa attraverso alcune tappe fondamentali:
1. Effettuare una buona analisi della situazione;
2. Stabilire obiettivi e compiti;
3. Prendere decisioni organizzative;
4. Definire le modalità del processo di controllo (monitoring) e di revisione
dell’attività svolta in gruppo (processing).
Vi sono molte buone ragioni pedagogiche per promuovere comunità scolastiche nelle
quali utilizzare metodologie di apprendimento cooperativo ; una delle ragioni
fondamentali è che gli insegnanti e gli stessi dirigenti comprendano la necessità di un
contesto di sostegno affinché il cooperative learning sia efficace.
20
I metodi di cooperative learning sono più efficaci se tutti gli educatori nella scuola li
usano per sviluppo didattico e pro-sociale. La scuola intesa come un insieme unitario,
può quindi sviluppare un concetto unificato della crescita e dello sviluppo individuale,
della capacità di prendersi cura e di sostenersi da parte di ciascuno studente. Anche in
termini di sviluppo professionale, realizzare comunità di apprendimento cooperativo,
significa creare ambienti di lavoro più piacevoli e motivanti sia per i docenti che per gli
studenti, perché gli insegnanti possano aspettarsi sostegno e assistenza dai colleghi nello
sviluppo di nuove strategie didattiche e possono anche collaborare a sviluppare nuovi
metodi e curricoli.
Stando a tali premesse l’affermazione e diffusione delle tecnologie dell’informazione e
della comunicazione (ICT) consentono alla didattica di proporre nuovi scenari e nuove
opportunità di sviluppo, permettendo di rendere automatici e di simulare o ricreare con
l’aiuto del calcolatore processi base della didattica tradizionale e facendo in modo che
gli individui siano in contatto tra loro con un repertorio pressoché infinito di dati e con
un insieme altrettanto vasto di persone con cui relazionarsi e cooperare.
Le tecnologie, insieme all’adozione di metodologie cooperative di insegnamento si
rivelano uno strumento fondamentale per l’integrazione del dislessico nel contesto
classe, in quanto gli permettono di sentirsi supportato, facilitato nel compito da svolgere
e di essere, allo stesso tempo, una guida per i compagni.
Nell’ambito del cooperative learning, supportato dalle tecnologie, si possono attuare
diverse strategie: reciproca, parallela e sequenziale.
Quest’ultima consiste, nell’intervento successivo dei singoli componenti del gruppo sul
progetto in modo tale che ciascun componente modifichi il lavoro già precedentemente
svolto da un altro.
Per esempio, il bimbo dislessico potrebbe essere coinvolto, alla stregua di tutti gli altri
suoi compagni, in progetto di correzione di testi on-line precedentemente selezionati e
modificati dell’insegnate. Ogni membro del gruppo potrebbe correggere un minimo di 2
errori e un massimo di 5. Una volta corretto, il testo viene spedito per e-mail al membro
successivo, il quale farà la stessa cosa, finché tutti avranno partecipato attivamente e il
testo sarà completamente emendato.
Il bimbo dislessico molto probabilmente incontrerà difficoltà nell’individuare gli errori
e quindi nell’intervenire. E’ per questo che sarà necessario il supporto dell’insegnante o
di qualche compagno (peer tutoring).
21
6 Didattica multisensiorale e tecnologie per la dislessia
I dislessici sono pensatori visivi, vale a dire che il loro accesso alla realtà e il
ragionamento non sono di tipo sequenziale o con modalità che vanno dal semplice al
complesso.
Il soggetto con dislessia ha abilità visuo - spaziali che lo portano ad essere identificato
quale “pensatore visivo”.
Secondo il metodo multisensoriale gli alunni imparano ad associare l’atto fisico dello
scrivere al suono e alla forma delle lettere.
Si parte dal presupposto che siano le competenze compensatorie ad aiutare il bambino
con difficoltà di apprendimento a compensare tali difficoltà.
Gli ausili visivi sono rappresentati da ciò che può essere visto e che aiuta ad ampliare il
processo comunicativo basandosi sulla capacità dell’individuo di ricevere e cogliere
informazioni significative attraverso il canale visivo.
Sono elementi che appartengono al processo comunicativo e facilitano l’efficacia della
ricezione, dell’elaborazione, dell’azione e dell’espressione.
Gli ausili visivi si classificano a seconda delle diverse forme che possono assumere e
sono costituiti dal linguaggio del corpo, dai consueti segnali inviati dall’ambiente, da
strumenti visivi tradizionali utili per organizzare la vita e dare l’informazione, infine da
strumenti realizzati per soddisfare bisogni particolari.
Gli ausili visivi, forniscono, quindi, principalmente le informazioni in forma logica,
strutturata e sequenziale e risultano utili per organizzare la vita quotidiana.
Senza dubbio un grande aiuto ci viene offerto dall’informatica che dà l’opportunità di
compensare molte delle difficoltà che creano frustrazione nel dislessico; inoltre
permette all’insegnante di svolgere il suo programma anche con chi fa fatica a leggere .
L’informatica può, per i suoi tratti peculiari, essere utile in vari momenti:
 Nella diagnosi e nell’individuazione precoce; una diagnosi di disturbo specifico
di lettura può essere fatta già a partire dalla fine del secondo anno della scuola
primaria, poiché la letto-scrittura dovrebbe essere diventato un processo
automatizzato. Importante, in tal senso, conoscere le difficoltà e le abilità dei
ragazzi per potere avviare un adeguato percorso didattico e abilitativo, sulla base
di un’ipotesi diagnostica
Si rendono necessari, pertanto:
22
• strumenti di screening utili per identificare i bambini che presentino difficoltà
nell’apprendimento della letto-scrittura nelle prime fasi di apprendimento;
• percorsi di valutazione diagnostica, sempre più efficaci ed efficienti.
Esistono, infatti, software per eseguire uno specifico screening e sistemi per affrontare
la diagnosi.
Un esempio di software informatico molto utile per facilitare i percorsi diagnostici e
trovare una soluzione alle difficoltà di creazione, gestione e refertazione della cartella
clinica relativa a quadri di eventuali Disturbi Specifici dell’Apprendimento, è AD-DA -
Assistente alla Diagnosi dei Disturbi di Apprendimento.
 Per potenziare le abilità di letto-scrittura;
 Per compensare le difficoltà.
Il secondo e il terzo punto invece sono necessari ai fini del raggiungimento
dell’autonomia: l’abilitazione e la compensazione, processi da concepire in parallelo e
non in serie e non come ultima spiaggia, ma vanno visti come strumenti che permettono
l’accesso e il potenziamento della letto-scrittura.
L’autonomia nei ragazzi dislessici è intesa come indipendenza, libertà di agire e di
pensare, essa è quindi l’opportunità di informarsi, imparare e comunicare in diversi
modi senza che vi debba essere un mediatore.
Il non essere autonomo nell’apprendimento è causa di disistima e inficia il successo
formativo.
Per conseguire un buon grado di autonomia bisogna possedere:
 Opportuni strumenti compensativi;
 Buona motivazione;
 Un ambiente favorevole.
L’informatica ben risponde a quanto sopra elencato. Il computer, è ormai largamente
diffuso nella maggior parte delle realtà produttive e non, negli uffici e nelle case.
Esso ha raggiunto un notevole successo per diverse sue caratteristiche positive:
 Velocità
 Memoria
 Estetica
 Riproducibilità
 Reperibilità
23
E’ molto utile l’utilizzo di e-mail, cioè la posta elettronica, che può spingere i ragazzi
anche con dislessia a scrivere. La parte scritta può essere accompagnata da foto e
immagini.
Tramite le e-mail, inoltre, e’ possibile un costante scambio di mappe mentali create da
ogni bimbo, in modo da stimolare la collaborazione fra compagni di classe.
Un altro mezzo interessante e’ il blog, un diario multimediale su internet, dove possono
essere scritti dei post, dei messaggi con immagini e audio, che possono essere poi
commentati e discussi. I bimbi possono spontaneamente leggere e rispondere ai
messaggi sul blog e in questo modo comunicare con i genitori e gli amici.
Risulta dunque fondamentale conoscere le potenzialità della tecnologia per mettere a
disposizione mezzi accattivanti come un blog, o come le chat, per favorire
l’allenamento della scrittura, in ambienti comunque facilitanti.
7 Gli strumenti compensativi
Le misure compensative sono strumenti che consentono di compensare quella che per il
bambino dislessico è una debolezza funzionale causata dal disturbo.
L’utilizzo di tali misure è fondamentale ai fini della personalizzazione della didattica, al
fine di non ostacolare il successo formativo di chi presenti disturbi specifici di
apprendimento.
Poiché il gruppo classe solitamente presenta molti e diversi problemi di apprendimento,
l’insegnante dovrebbe impostare la sua didattica favorendo al massimo un approccio
individualizzato all’apprendimento, con ritmi, programmi e obiettivi diversificati per
ciascun allievo, così anche il bambino dislessico non dovrebbe avere difficoltà a trovare
il suo ambiente scolastico ideale.
Fondamentale è il servirsi di “facilitazioni” che potrebbero avere la forma di semplici
ausili tecnologici in grado di sostituire o integrare le funzioni deficitarie (leggere,
scrivere e fare i calcoli). Il computer, la calcolatrice ecc. sono per i dislessici ciò che gli
occhiali sono per un miope.
Già oggi la tecnologia informatica mette a disposizione numerosi strumenti più o meno
sofisticati (dalle semplici calcolatrici tascabili, ai correttori ortografici, alle sintesi
vocali, alle enciclopedie multimediali, ecc.) che potrebbero essere dei formidabili ausili
24
agli apprendimenti scolastici per questi ragazzi e aiutarli in tal modo ad evitare
l’insorgere di una pericolosa demotivazione per la scuola e per lo studio.
Le Nuove Tecnologie sono alleate preziose per la didattica con alunni dislessici. Non
dobbiamo però dimenticare che il computer non è una panacea per tutti i mali: quel che
più occorre a questi bambini è ricevere fiducia, empatia, comprensione e poter
mantenere alta la propria autostima. L’autostima è, per chiunque, legata alla riuscita, ad
una positiva immagine di sé, alla percezione di essere capaci, di poter fare… Va quindi
sostenuta il più possibile, poiché è la parte più vitale, indispensabile a qualsiasi attività
di rinforzo o potenziamento.
Ogni bambino è diverso dall’altro; anche i bimbi che soffrono per uno stesso disturbo
non sono uguali, non hanno gli stessi bisogni. Bisogna conoscerli bene e adottare per
ciascuno gli strumenti e le metodologie più adeguati. Non esistono "ricette" valide
sempre e per tutti.
Per una migliore efficacia delle attività didattiche, anche con l'uso dei programmi
disponibili, è sempre utile consultare il personale sanitario (logopedista,
neuropsichiatra....) che segue il bambino, per conoscere le aree strumentali/cognitive in
cui vi è maggiore necessità di intervento, in modo da stabilire le priorità e, se possibile,
concordare una linea d'azione comune, fermo restando che le potenzialità positive, le
aree di maggior sviluppo, vanno allo stesso modo coltivate e valorizzate: si costruisce
assi meglio e facilmente partendo dalle capacità innate... e di talenti personali i bambini
con DSA ne hanno molti, tanto che spesso ci sorprendono quando meno ce lo
aspettiamo.
I software si differenziano, oltre che per l’abilità interessata e quindi il tipo di compito
richiesto, anche per elementi tecnici, tra cui la presenza del suono in associazione con
elementi scritti, l’associazione tra parola e immagine e la caratteristica di essere un
sistema chiuso o aperto. Quest’ultimo aspetto riguarda la possibilità per l'utente di
modificare, ove necessario, il percorso di apprendimento con aggiunte personali.
Devono inoltre essere in grado di sfruttare al massimo le potenzialità del mezzo
attraverso cui operano, facendo leva sulla motivazione e l’interesse dell'utente.
In essi troviamo attività che vanno dai prerequisiti logici, alla lettura, scrittura e calcolo
aritmetico. Tali ambienti di apprendimento sono software che possono costituire un
appoggio alla normale attività didattica, come potenziamento delle abilità acquisite.
Tra le diverse misure compensative rientra la video-scrittura, ad esempio, grazie a cui
il bambino che si trova di fronte alla sottolineatura dell’errore da parte del computer, si
25
sente meno frustrato rispetto alla correzione e sottolineatura dello stesso errore da parte
dell’insegnante.
Figura 1 Esempio di sottolineatura dell'errore
Strumenti compensativi sono considerati anche i seguenti:
 L
o scanner, che permette la trasformazione di documenti cartacei (libri,
riviste, ecc.) in un’immagine dentro al computer.
 L
a sintesi vocale, che consente di trasformare il testo digitale in audio, quindi
una buona sintesi vocale può simulare adeguatamente la lettura umana.
 l
’audiolibro e il libro parlato: sono formati audio di testi. In questo caso un
lettore “presta” la propria voce che viene registrata e distribuita su cd o su
audiocassetta.
 i
l libro digitale: è un’opera letteraria edita in formato digitale utile a chi, per
26
un disturbo sensoriale o dell’apprendimento (dislessici) trovino difficile e o
impossibile accedere ai comuni libri cartacei
8 Le nuove forme del libro
Figura 2Pagina di un libro digitale di scienze
Quando si legge una pagina di un libro, in qualsiasi forma esso sia, è importante tenere
conto di:
27
9 Sintesi vocale
La sintesi vocale rappresenta una sorta di “prolungamento di sé”. Laddove non arriva il
bambino, la sintesi vocale rappresenta un ponte tra le sue abilità e le sue performance. È
ormai noto l’esempio per cui, “coloro che presentano delle difficoltà alla vista
compensano tramite il supporto degli occhiali”. Lo stesso esempio trova un’applicazione
valida per il soggetto con dislessia. Laddove la capacità di lettura è compromessa dal
disturbo della dislessia, la sintesi vocale rappresenta il supporto compensativo ideale. Lo
strumento è ideale nel momento in cui rende autonomo il bambino durante il processo di
letto-scrittura, dunque,durante il processo di comprensione di un testo e durante il
processo di comunicazione attraverso la scrittura. Questo non significa trovarsi nelle
condizioni di percepire passivamente la sintesi vocale, essa esige infatti un ascolto attivo
e compartecipe ed è supportata da un software capace di gestirla, in termini di velocità,
di riascolto, di scelta delle voci (maschili o femminili), in termini di pronuncia (inglese,
francese ecc.), in termini di coordinazione “oculo-uditiva”. Tutti questi aspetti
concorrono a determinare la capacità del ragazzo di “leggere con le orecchie”. In questo
processo l’alunno non fruisce semplicemente della funzione di lettura agita da parte
della sintesi, ma si avvale di una struttura tecnologica complessa, per cui ogni parola si
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“accende” e viene evidenziata nel momento in cui viene letta. Questa attività cognitiva
sfrutta contemporaneamente i canali sensoriali, uditivo e visivo e, sembra possa
“rinforzare” le capacità funzionali di letto scrittura del bambino.
Le più famose sintesi vocali sono quelle di Loquendo, RealSpeak, Acapela,Cepstral e
VoiceWare. Tra di esse Loquendo e RealSpeak sono voci di ottima qualità,producono
una sintesi vocale chiara e comprensibile ed hanno il vantaggio di poter simulare
“l’espressività della voce umana”. Sono infatti arricchite da un repertorio di“segnali
espressivi”, che rendono i messaggi vocali emozionali.
La possibilità di dotare gli alunni con dislessia di una sintesi vocale chiara è importante
al fine di consentire loro un ascolto pulito e migliore, allo scopo di comprendere.
Pensando che il ragazzo possa trascorrere intere ore a “leggere con le orecchie” è
importante garantirgli un buon livello di qualità della sintesi.
Gli effetti dell’uso della sintesi vocale per gli alunni con dislessia sono:
 Tempo di lettura inferiore e notevole miglioramento nella comprensione del testo;
 Aumento del vocabolario;
 Aumento della concentrazione e dell’attenzione implicate nel processo di lettura;
 Il processo di lettura è meno faticoso, meno stressante e di conseguenza più
piacevole;
 Effetto positivo sulle variabili psicologiche: autostima, motivazione e senso di auto-
efficacia.
Dagli indici testuali alla costruzione della mappa concettuale
Risulta poi necessario lavorare sugli aspetti della comprensione, poiché questa abilità è
trasversale e necessaria all’apprendimento. Un ottimo esercizio per lavorare sulla
comprensione è abituare i ragazzi a riflettere sul possibile contenuto di un testo sulla
base degli indici testuali Gli indici testuali sono le componenti rilevanti di un testo,
nonché gli indizi e i segni che concorrono a richiamare l’attenzione dell’alunno, come
per esempio:
 il titolo del capitolo;
 il sottotitolo dei paragrafi;
 le parole chiave scritte in neretto;
 i box con la spiegazione delle parole difficili;
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 le didascalie che spiegano le immagini;
 le immagini.
A cosa servono gli Indici testuali ?
• Per fare ipotesi sul contenuto del testo;
• Per attivare conoscenze pregresse sull’argomento;
• In supporto al ripasso;
• Per la creazione di mappe concettuali.
Gli indici testuali segnalano, dunque, la presenza di informazioni importanti che
dovranno rientrare all’interno della mappa.
Ora si tratta di evidenziare alcune parti del testo digitale con gli opportuni strumenti di
formattazione e secondo alcuni criteri. Il testo prima viene ascoltato attraverso la sintesi
vocale regolata rispetto alla velocità e, frase dopo frase, le informazioni vengono
evidenziate con dei colori diversi: ad esempio, giallo se si tratta di parole chiave e verde
se si tratta delle “parole connettori” (sulle frecce), ossia i predicati e le congiunzioni che
legano in modo logico i nodi della mappa.
Dopo la formattazione del testo, le parole chiave vengono importate sui nodi della
mappa e le etichette relative ai connettori vengono incollate sulle frecce. Tutte queste
operazioni dispensano il ragazzo dalla lettura e dalla scrittura per avvalersi della sintesi
vocale (lettura con le orecchie) e della funzione di copia-incolla.
La funzione di correzione automatica, sottolineando la parola di rosso, ci segnala la
presenza di un errore ortografico e/o fonologico. Inoltre, la funzione di “predizione
ortografica” ci consente di scegliere l’alternativa corretta.
Ci sono ragazzi in grado di costruire mappe estese e ricche di approfondimenti e
relazioni logiche e altri che prediligono mappe semplici,lineari, con poche informazioni.
L’importante è costruire una mappa in modo consapevole: tutto quello che inserisco
devo comprenderlo e devo essere in grado di ripeterlo oralmente. In caso contrario, la
mappa può essere modificata in base alle capacità dell’alunno.
Supermappe
Molto interessante, a mio parere, è il software Supermappe, che consente la creazione di
mappe in formato multimediale.
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Esempio di una mappa concettuale sul clima
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Nella creazione di mappe si possono combinare figure e testo, in modo da rappresentare
idee e relazioni. La mappa è personalizzabile: si possono modificare forme e colori sia
dei nodi, sia delle frecce.
E' intuitivo, facile da usare e adatto a tutti. In pochi clic del mouse si possono
rapidamente costruire materiali riutilizzabili, graficamente accattivanti e
immediatamente accessibili attraverso diversi canali: quello visivo (tramite testo, colori,
immagini e video) e quello uditivo (musica, audio registrato e sintesi vocale).
E' utile ai bambini con difficoltà di lettura, ma anche alle persone con Italiano Lingua
seconda (IL2) a tutti gli studenti, anche universitari, per imparare a organizzare i
concetti principali e avere uno strumenti per le strategie di studio.
Può essere utilizzato in classe come strumento per la costruzione cooperativa dei
concetti, specie se utilizzato sulle LIM (Lavagne Interattive Multimediali) rendendo
attivi gli studenti durante le lezioni e favorendo il recupero delle informazioni pregresse
e la motivazione. Può anche essere utilizzato per presentare argomenti, sotto forma di
presentazioni interattive e multimediali.
Permette la personalizzazione sia del percorso di studio, adattandosi agli stili di
apprendimento.
Le mappe favoriscono la cosiddetta didattica breve che consente l’apprendimento di una
grande quantità di informazioni concentrate in modo completo e conciso in uno spazio
ridotto, realizzando una sorta di riduzione del testo a beneficio non solo della
facilitazione del processo di apprendimento, ma anche della riduzione del tempo
necessario per lo studio, rispetto a quello richiesto dai metodi di lettura tradizionali.
Esse consentono inoltre una rapida visione d’insieme dell’argomento trattato in modo
esaustivo senza esclusione dei particolari.
L’impiego di frasi semplici, la mancanza di elementi ridondanti e di proposizioni
sintatticamente complesse facilitano la comprensione del testo.
La memorizzazione è favorita dalla rappresentazione visiva basata su forme e immagini
colorate che possono assumere le caratteristiche preferite dal singolo studente in base al
suo stile cognitivo, al suo senso estetico e alle sue personali associazioni mentali.
L’uso delle mappe migliora, inoltre, molte abilità fondamentali per raggiungere il
successo formativo, in particolare:
 Comprensione del testo;
 Vocabolario ed esposizione orale;
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 Produzione del testo;
 Capacità di prendere appunti;
 Apprendimento e memorizzazione delle informazioni;
 Comprensione e la memorizzazione di concetti e termini scientifici;
 L’orientamento in un discorso;
 La memorizzazione dell’ordine cronologico dei fatti.
Figura 3Mappa concettuale realizzata con Supermappe
Superquaderno
Di grande utilità nelle attività didattiche con i dislessici è il programma Superquaderno,
un editor di testi con oggetti multimediali che facilita l'apprendimento della letto-
scrittura ai bambini. Esso permette di illustrare il testo, anche in modo automatico
durante la scrittura, ricorrendo alle immagini archiviate in un vocabolario inserito nel
programma e contenente un migliaio di vocaboli frequentemente usati nell’età scolare.
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L'utilizzo di molteplici canali sensoriali, ossia il canale visivo (le parole illustrate) ed il
canale uditivo (le parole ascoltate tramite la sintesi) avvicina in modo accattivante il
bambino alla scrittura che diventa immediatamente divertente, gratificante e non più
fonte di fatica e di frustrazione.
L'utilizzo della tastiera esclude l'impegno dell'esecuzione grafica in fase di scrittura e
permette al bambino in difficoltà di concentrarsi unicamente sull'analisi fonologica delle
parole.
SuperQuaderno può essere già all'inizio della scuola primaria utilizzato per stimolare le
prime fasi di composizione del testo, poiché il disegno è la prima forma per raccontare
storie, descrivere esperienze, esplorare il conosciuto.
SuperQuaderno può essere potenziato con l'utilizzo opzionale della sintesi vocale
Loquendo, permettendo il riascolto di ciò che viene scritto, favorendo e rinforzando in
tal modo le abilità di lettura, l'elaborazione e la composizione del testo.
La lettura "con le orecchie" resa possibile dalla sintesi vocale, favorisce il
consolidamento della consapevolezza fonologica, della corrispondenza fonema/grafema
con feedback sincroni, contestuali all'atto della scrittura. Questa funzionalità permette
un costante automonitoraggio e stimola le capacità di autocorrezione perché la sintesi
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vocale fa percepire l'eventuale errore. SuperQuaderno quindi può essere il primo
strumento metacognitivo e strumento compensativo nelle difficoltà di lettura.
L'interfaccia si presenta come ricca di icone e intuitiva, priva di testo. Ciò è
particolarmente adatto ai bambini e a chi si confronta per la prima volta con il computer
e/o con la scrittura.
Il pulsante “magia” permette di associare parole presenti nel testo ad immagini.
Il bambino potrà aggiungere foto dei suoi amici, della sua famiglia. È possibile inoltre
creare un illimitato numero di sinonimi.
La sintesi vocale permette un’immediata individuazione dell’errore, e favorisce, in tal
modo, un costante automonitoraggio e stimola le capacità di autocorrezione.
Possono essere anche previste attività di composizione collettiva, come giornalini
scolastici o libri illustrati, dando grande visibilità positiva anche a chi difficilmente
potrebbe partecipare a tali attività, senza questo strumento. Consente all'utente l'utilizzo
del sistema di simboli in un contesto ludico e di narrazione.
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Figura 4Favola riportata in Superquaderno
12 Carlo mobile
Carlo Mobile rappresenta un software dalle molteplici funzioni.
Permette di ascoltare la lettura di qualsiasi testo selezionabile con il mouse all’interno di
qualsiasi programma, dalle e-mail ai siti Internet, dai file PDF ai file di Office,
scegliendo la lingua, la velocità di lettura o la lettura scandita.
E’ necessario che il materiale sia digitale, altrimenti bisogna trasformarlo.
E’ possibile controllare la lettura mediante alcuni pulsanti situati sullo schermo o tramite
combinazioni di tasti a scelta dell’utente.
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E’ possibile registrare in formato audio qualsiasi testo, per poi poterlo riascoltare in un
secondo momento oppure per poterlo trasferire su un lettore portatile.
E’ quindi possibile svincolare l’ascolto di un testo dalla presenza del PC, potendo
utilizzare lettori audio di dimensioni minime e con prezzi estremamente abbordabili.
La funzione di ricerca, inserita all’interno del programma, risulta utile per ritrovare
informazioni all’interno dei propri documenti o nei testi letti dal programma.
La calcolatrice rappresenta uno strumento estremamente utile, in quanto consente di
recuperare il risultato di qualsiasi calcolo. La sintesi vocale, ad essa associata, permette
di ascoltare l’intero numero digitato e non solo le singole cifre che lo compongono,
nonché il segno, il risultato, di vedere la procedura nel suo completo svolgimento.
I calcoli effettuati vengono registrati su di un nastro virtuale. Ciò consente di recuperare
i calcoli precedenti e di copiare l’intera operazione nel testo, in modo da evitare errori di
trascrizione.
La sintesi vocale offre un’opportunità importante:permette di concentrarsi sullo
svolgimento dei problemi, piuttosto che sulla scrittura dei numeri e sull’applicazione
delle procedure dei calcoli.
E’ presente anche una funzione per l’apprendimento delle lingue. L'uso di sintesi vocali
in lingua estera permette di ascoltare i testi nelle principali lingue europee, sia nel
formato originale che tradotti in italiano, in modo automatico grazie al traduttore
automatico del software.
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Per la scrittura e la lettura di testi il programma offre alcune funzionalità aggiuntive
come la possibilità di personalizzare il colore dello sfondo, il carattere e la sua
dimensione. Attraverso
la sintesi vocale il computer diventa quindi un lettore in grado di leggere qualsiasi testo,
riducendo così lo sforzo di lettura di un ragazzo dislessico. Il testo può essere ascoltato
completo, parola per parola o nella lettura fonema per fonema (spelling fonetico) utile
per rafforzare la corrispondenza segno-suono
13 Software free
Arrivati a questo punto vale la pena passare in rassegna la serie di software educativi
denominati “free”. “Free” nel senso che non hanno un costo, sono personalizzabili e
sono disponibili in rete per essere scaricati da qualsiasi utente.
Sono in costante crescita gli insegnanti sul territorio nazionale che in questi ultimi dieci
anni hanno sviluppato un software didattico per i propri alunni e che hanno scelto di
metterlo in rete, a disposizione di tutti. Questi insegnanti hanno reso disponibili, a
colleghi e a genitori interessati, una serie di preziose risorse software, il tutto senza fini
di lucro e spesso in uno spirito cooperativo e collaborativo davvero encomiabile. Esiste,
dunque, anche la possibilità di scaricare dalla rete i programmi che si reputano utili
complementi al proprio intervento didattico, senza costi e liberamente, appunto.
Vediamo quali sono.
Non è possibile aprire questa rassegna di siti che offrono software didattico free se non
partendo da quello di Ivana Sacchi (www.ivana.it).
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Segnalo la presenza, nel suo sito, di alcuni software rivolti ai bambini della scuola
primaria:
 Cloze, Giochi di parole, Esercizi per la dislessia, Parole simili,Anagrammi di
sillabe: programmi rivolti al potenziamento delle abilità fonologiche.
 Lettura rapida: un programma rivolto al potenziamento delle capacità di lettura.
 Leggitesti e Leggo facile: due programmi rivolti a facilitare le abilità di letto-
scrittura con il supporto della sintesi vocale.
 Scrivimmagine: un programma rivolto ad accrescere la motivazione alla
scrittura.
Ricordo ancora i programmi nati dalla collaborazione tra un tecnico informatico e una
logopedista, Franco Fraire e Valeria Allamandri:
 Contagiri e Schiaffo: due programmi rivolti a potenziare le abilità di calcolo.
 Insegui le parole, Caleidoscopio: un programma rivolto allo sviluppo delle
capacità di lettura.
Ad opera di Antonella Pulvirenti, un’insegnante di scuola primaria della provincia di
Imola, troviamo una preziosa collezione di software didattici rivolti ai bambini con
D.S.A., dal titolo:
 Tecnologie e D.S.A.: un Cd-rom contenente numerosi software divisi inbase
all’età anagrafica degli alunni e alle finalità didattiche. Nel sito si trovano inoltre
utili recensioni relative ai software contenuti nella Giochi didattici adatti ai
bimbi dislessici.
Segnalo due siti dove sono raccolti molti giochi e materiali didattici sulla dislessia:
 http://www.maurorossi.net
 http://www.maestrantonella.it
14 Giochi didattici
Ritroviamo anche molti giochi didattici multimediali che ben si prestano nell’aiutare i
bambini dislessici a ridurre la frustrazione di fronte al tradizionale materiale cartaceo.
Essi si distinguono in base alle aree di apprendimento; riporto di seguito alcuni esempi.
Invasori, bachi
Descrizione: con un’interfaccia gradevole e accattivante sono presenti 2 differenti
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giochi: invasori e bachi e una modalità priva di grafica per gli utenti adulti o per chi ha
bisogno di un ambiente semplificato. Si presenta come un videogame in cui scendono
lettere, parole o numeri che devono essere lette e ridigitate per ottenere un feedback
(visivo, sonoro).
Obiettivo: favorire i processi di letto scrittura e la familiarità con la tastiera.
Tipi di esercizi:
1. riproduzione di lettere-cifre singole e in sequenza che impegnano a un uso limitato
della tastiera, se si vuole far esercitare l’utente solo su certi tipi di fonemi;
2. riproduzione di lettere, cifre e parole di differente lunghezza;
3. individuazione e scrittura della lettera mancante in parole appartenenti a diverse
categorie semantiche (tipo di gioco “completamento”).
Possibili adattamenti: il programma permette di scegliere di regolare la velocità di
discesa delle stringhe di lettere, le pause che intercorrono tra la comparsa delle stringhe,
quante stringhe far scendere contemporaneamente (una, due o tre), il tipo di carattere
(maiuscolo, minuscolo), il livello di difficoltà, la presenza di suoni e musica. Consente
inoltre la modifica e l’introduzione di nuovi esercizi.
Bachi
Invasori
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IMPARO GIOCANDO11 è una raccolta di giochi per l'apprendimento delle discipline.
Le materie sono matematica, italiano, geografia, musica, fisica (di prossima
pubblicazione anche scienze). I giochi sono stati sperimentati nel corso di tre anni da più
di 1000 insegnanti e relativi alunni (sperimentazione monitorata).
Scoiattoli e ghiande
Abilità: Acquisire il concetto di divisione per via formale o attraverso una concreta
ripartizione di oggetti. Comprendere il concetto di resto.
Rosicchiare caduta (tempi presente - passato - futuro):
Abilità: Distinguere le informazioni espresse dalla flessione verbale: coniugazione.
Contenuto: Le tre coniugazioni.
11 http://www.iprase.tn.it/documentazione/giochi2.asp
41
Castello incantato
Descrizione: Castello Incantato è un software pensato come eserciziario e strumento
riabilitativo per affiancare il bambino nei primi apprendimenti della scrittura e per
potenziarne le abilità. L’ambientazione veramente “incantevole” fa da sfondo ad esercizi
che permettono un approccio ludico con la letto-scrittura. Gli sforzi dell’apprendimento
vengono ricompensati con un sistema di feedback immediati, accumulo di punti e
possibilità di accedere ad ambienti ricreativi come lo shop e giochi, in una prospettiva
premiante, in linea con le più accreditate teorie dell’apprendimento.
Obiettivo: i giochi presentati hanno lo scopo di facilitare l’analisi fonologica delle
parole, il riconoscimento dei grafemi e delle sillabe, di implementare la memoria di
lavoro e le abilità di autodettatura, di migliorare le capacità ortografiche, di favorire il
passaggio dalla sintesi sillabica alla lettura di parole, di avviare alla composizione di
frasi e di piccoli testi.
Il programma è destinato sia all’utilizzo in ambito riabilitativo che scolastico, nelle
prime classi della scuola primaria.
Contenuti: all’interno di un castello incantato, abitato da simpatici fantasmi, il bambino
42
viene accompagnato alla scoperta di tre diversi ambienti: la sala del Tesoro (o sala delle
Torture), la sala dei giochi e la galleria d’arte in cui potrà cimentarsi nella scrittura di
parole, frasi e brevi testi.
Tipi di esercizi:
Passaggio segreto (completa la parola): il bambino è invitato a inserire la lettera
mancante in una parola, facilitato dall’immagine. Questa proposta mira a favorire il
passaggio dalla lettura di parole piane a parole con ortografia più complessa: queste
spesso rappresentano un ostacolo arduo da superare per i bambini che non distinguono
tutti i suoni della parola;
Passaggio segretissimo (scrivi la parola): il bambino viene invitato a scrivere una parola
guidato dall’immagine corrispondente in autonomia o supportato dall’adulto.
In questo caso le parole potranno essere selezionate in liste predisposte scegliendo il
fonema o la sillaba iniziale o la difficoltà ortografica che si vuole esercitare.
Gioco dell’appeso (indovina la parola): viene richiesto di indovinare una parola
secondo le modalità del classico gioco dell’impiccato con lo scopo di rafforzare
ulteriormente le abilità fonologiche; nella modalità di gioco a due si permette la
reciprocità del gioco invitando il bambino a indovinare o a pensare la parola da far
indovinare all’avversario.
43
Acchiappa Fantasmi (costruisce le parole): l’attività consiste nel comporre una parola
cercando di “sparare” il fantasma che porta le lettere o sillabe corrette; una voce guida il
bambino nel gioco.
Gioco delle Carte (costruisce le parole): il bambino potrà comporre semplici parole,
facilitato da immagini, scegliendo le lettere opportune tra quelle presentate sulle carte.
Tiro al bersaglio
Descrizione: l’attività consiste nel riconoscere la parola uguale al target proposto in due
varianti: il Tiro al palloncino, dove la parola corretta è ripresentata insieme con altre tre
parole in un’unica schermata e il Tiro al piattello, in cui compaiono in successione
parole simili al target con una rapidità regolabile.
Obiettivo: velocizzare i tempi di lettura, favorendo un’analisi istantanea delle parole,
considerate come unità ortografiche, senza il ricorso alla conversione fonologica o a una
scansione lettera per lettera.
Possibili adattamenti: il programma prevede la possibilità di aumentare la rapidità di
44
presentazione costringendo ad una lettura più rapida, permette di regolare feedback
sonori e di inserire nuovi testi, rendendo lo strumento adattabile all’esigenza educativa
specifica.
Sorprasso
Descrizione: si presenta come un videogioco di una gara di automobili, quindi
stimolante, in cui ogni volta che avviene un incidente è richiesto di compiere un
esercizio. La gara di macchinine è stata pensata in modo tale che più il bambino è abile
nella guida più il gioco è difficile e complicato evitare gli incidenti, questo rende il
gioco più divertente e stimolante. La soluzione degli esercizi permette di procedere con
la gara e totalizzare punti.
Obiettivo: si cerca di allargare il lessico del bambino e di favorire gli automatismi nella
lettura, aumentandone la velocità.
Livelli di esercizi e difficoltà: il programma prevede differenti tipi di esercizi:
1. trovare e correggere un errore inserito in un contesto semantico significativo per
sviluppare la capacità di analisi visiva delle parole ed evitare errori di tipo fonologico;
2. ricostruire una parola divisa in frammenti richiedendo il mantenimento in memoria
delle parti della parola già esposti fino alla ricomposizione completa;
4. ricostruire parole divise in frammenti;
5. trovare il finale di parole che finiscono allo stesso modo stimolando la riflessione sul
cambiamento del significato nonostante la stessa radice;
6. comporre parole unendo la parte iniziale con diversi finali;
7. separare le parole aggiungendo spazi e accenti stimolando il bambino a ricavare il
45
significato delle parole e a individuare correttamente le unità costituenti la frase;
8. completare la frase scegliendo le parole esatte;
9. trovare la parola che è stata visualizzata tra tre possibilità, giocando sui tempi di
presentazione e quindi velocizzando la lettura globale.
Giochi vari
Molti dei giochi seguenti sono presi dal sito internet
http://www.maestrantonella.it/home_flash.html.
Metti una pallina per ogni sillaba
Premendo sulle cassa si ascolta la parola corrispondente al disegno. Con il mouse si sposta sulle
lineette tratteggiate un numero di palline pari alle sillabe della parola.
46
Si clicca su controllare e se la risposta è giusta il sole sorride…
…Se è sbagliata il sole diventa triste.
Scambia le lettere iniziali delle parole e controlla
47
Premendo qualsiasi tasto della pastiera in basso si può visualizzare la coppia di parola e
quindi continuare a giocare.
Scegli la sillaba giusta
In apertura il bimbo scopre di avere grande libertà, potendo scegliere con quale coppia
di lettere giocare.
Una volta scelta, comincia il gioco vero e proprio.
Scegli la sillaba che corrisponde all’inizio della parola rappresentata
48
Scegli la giusta grafia della parola pronunciata
15 Strumenti per la matematica
Un altro strumento estremamente utile, ma per la matematica, è la calcolatrice che
permette di recuperare il risultato di qualsiasi calcolo. D’altra parte, le normali
calcolatrici richiedono di digitare i numeri in modo corretto e conoscere i segni delle
operazioni. Il grande limite delle normali calcolatrici è che non permettono di
controllare i dati inseriti per il calcolo. Ci sono infatti ragazzi che presentano le stesse
difficoltà nella scrittura delle lettere anche nei numeri, con frequenti omissioni e
inversioni.
Carlo Mobile e SuperQuaderno sono dotati di una particolare calcolatrice dotata di
sintesi vocale.
Con la calcolatrice parlante si può:
• effettuare operazioni,
49
• ascoltare i numeri e i segni digitati,
• eventualmente correggerli,
• mantenere in memoria diverse operazioni,
• copiare e incollare le operazioni svolte, evitando inutili errori di trascrizione.
In questo modo i ragazzi si possono esclusivamente concentrare nello svolgimento dei
problemi, piuttosto che nella scrittura dei numeri e nell’applicazione delle procedure dei
calcoli.
Un problema può dunque essere risolto, ad esempio, con le seguenti procedure:
1. viene letto con le orecchie con l’ausilio della sintesi e delle immagini, e quindi
compreso nei dati e nelle operazioni da svolgere;
2. risolto applicando le operazioni con la calcolatrice parlante;
3. si copia l’operazione e il risultato nel quaderno;
CONCLUSIONI
L’adozione delle tecnologie in classe rappresenta una rivoluzione copernicana.
Accettare l’uso del registratore, effettuare le prove di verifica al computer, acconsentire
che un bambino spieghi un testo dopo l’ascolto con le cuffie o che si serva di computer
e stampante e non del vecchio quaderno per svolgere un tema, significa modificare
obbligatoriamente tutte le rappresentazioni che ognuno si era fatto del proprio lavoro.
Sono state dimostrate l’importanza e l’efficacia dell’utilizzo dei “libri parlati” da parte
di ragazzi con diagnosi di dislessia evolutiva. Tutto questo apre nuove ed interessanti
50
prospettive didattiche. Appare, quindi, auspicabile per il futuro una sempre maggiore
diffusione di tali strumenti, attraverso la sensibilizzazione di scuole e famiglie e
attraverso la collaborazione con le case editrici, in modo tale che l’uso di queste
tecnologie non sia più limitato a casi sporadici e lasciato all’iniziativa dei singoli, ma
possa divenire una pratica consolidata.
Anche i bambini presentano reticenze quando si propone loro l’utilizzo degli strumenti
compensativi; inizialmente vedono il computer come un mezzo per giocare e
considerano l’idea di trasformarlo in uno strumento per studiare spiacevole.
Divertimento e impegno vanno tenuti sempre separati, secondo una prospettiva troppo
tradizionale, che purtroppo passa ai bimbi.
Se il computer viene introdotto dopo diversi tentativi, i bambini posso non accertarne
l’utilizzo, perché sono sempre più demotivati di fronte a sforzi andati a vuoto. E’ meglio
che pian piano i ragazzini imparino a conoscere tali strumenti, utilizzandoli in base alle
proprie potenzialità e ai propri bisogni, senza vederli irrompere nella propria
quotidianità come un qualcosa di forzato.
Tenendo ben presente che ogni percorso ha come punto di partenza la persona, le
caratteristiche individuali e le situazioni ambientali non bisogna dimenticare che gli
strumenti e le strategie vanno adattate alle situazioni particolari, ma possono in linea di
massima fungere da traccia da seguire per il conseguimento dell’autonomia.
L’utilizzo delle tecnologie promuove al massimo l’autonomia e l’indipendenza dello
studente, non soltanto per quanto riguarda l’aspetto più legato all’apprendimento e allo
studio, ma anche per gli aspetti legati alla sfera emotiva, psicologica, di comportamento
e di personalità dell’alunno. Il computer, inoltre, è un segnalatore imparziale e non
giudicante, pertanto meglio tollerato dal soggetto e considerato una risorsa non
frustrante, ma abilitante.
A testimonianza dell’utilità del computer nello studio degli studenti con disturbi
specifici di apprendimento, riporto qui delle testimonianze di alcuni ragazzi che da esso
hanno tratto notevoli vantaggi.
«Usare Microsoft Office é la cosa migliore che mi sia mai successa. Controllo
ortografico, fogli di calcolo, diagrammi visuali. Sono un ingegnere e gli strumenti di
questo software mi hanno fatto diventare estremamente popolare!» (Jim, Kansas City)
«Solo recentemente ho scoperto di essere severamente dislessico ed il SOLO modo in
cui voglio lavorare é con il computer. E’ un mondo completamente diverso. Penso che i
51
dislessici siano più portati per il mondo digitale, quindi digitale a tutto andare!»
(Brendan, Scozia, Regno Unito)
«Quando scrivo un documento, il controllo ortografico è il mio migliore amico. Lo uso
continuamente, anche per scrivere questo intervento. Riscrivo i miei appunti due volte
in modo che possa leggerli.» (Adrienne, Oklahoma, Stati Uniti)
Viviamo nell’epoca della tecnologia, ormai è dentro le nostre tasche, dunque usiamola
per trarre benefici. È ora di trovare un filo conduttore, è ora di riscoprire le potenzialità
di una scuola aperta al confronto, al dialogo tra le discipline, all’innovazione
tecnologica, alla valorizzazione delle diverse abilità dell’uomo. La forza della scuola si
racchiude nella cooperazione, nel confronto tra le figure coinvolte, nella lungimiranza
degli addetti ai lavori e il sistema scolastico in generale avverte questo urgente bisogno.

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  • 1. 1 TECNOLOGIA E DISLESSIA I computer non sono magici, insegnanti e alunni sì.
  • 2. 2 INDICE INTRODUZIONE p. 4 1. Uso delle tecnologie per la dislessia p. 5 2. I disturbi dell'apprendimento: la dislessia p. 10
  • 3. 3 3. Mappa concettuale p. 12 4. Le difficoltà dei dislessici p. 14 5. Cooperative Learning, costruttivismo e apprendimento situato p. 17 6. Didattica multisensoriale e tecnologia per la dislessia p. 21 7. Gli strumenti compensativi p. 23 8. Le nuove forme del libro p. 26 9. Sintesi vocale p. 28 10. Supermappe p. 30 11. Superquaderno p. 33 12. Carlo Mobile p. 36 13. Software free p. 38 14. Giochi didattici p. 39 15. Strumenti per la matematica p. 49 CONCLUSIONI P. 50 INTRODUZIONE La Tecnologia, nella vita di una persona in situazione di difficoltà (fisica o psichica), può rappresentare la scoperta più geniale e sensata dell’essere umano. La presente tesina intende fare luce sugli strumenti impiegati per rendere possibile il percorso didattico di
  • 4. 4 tutti gli alunni, con gioia e dignità nel sistema formativo, ognuno con le sue migliori abilità e predisposizioni. Nello specifico affronteremo il tema delle Nuove Tecnologie a confronto con i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (D.S.A.). Negli ultimi anni, l'attenzione al problema dislessia è cresciuta notevolmente e si sono affermate nuove metodologie didattiche e nuove forme di collaborazione tra scuola, professionisti e genitori. Garantire il successo scolastico a questi bambini rappresenta una sfida alle capacità professionali di insegnanti e educatori e un traguardo reso ormai possibile dalle conoscenze e dagli strumenti a nostra disposizione. In qualità di insegnante (precaria) mi sono chiesta quali siano gli strumenti di cui potrò avvalermi nella didattica. Pian piano, da qui, ho cercato di rispondere alle mie domande, cercando di far ruotare le mie risposte attorno ad unico fulcro: potenziare, attraverso un approccio multisensoriale, l’immaginazione dei dislessici, dare loro gli strumenti per garantire una comunicazione visiva senza interferenze, dare loro gli strumenti per sfidare il mondo con la loro intelligenza senza essere emarginati. I bambini dislessici sono spesso costretti a sacrificare le proprie potenzialità, abbandonano le proprie doti, la propria creatività a scapito di un percorso irto di ostacoli per loro insuperabili, causa, a volte, di abbandono scolastico. Basta sapere, però, che non solo il nostro passato, ma anche il nostro presente, è costellato di personalità dislessiche, le cui biografie ci rincuorano e ci permettono di “abbattere quel muro del dubbio e aprire la porta alla scoperta di se stessi, soprattutto perché i bambini possano sviluppare appieno le loro capacità confortati dalla loro creatività”. Michelangelo Buonarroti, Leonardo Da Vinci, Walt Disney, Vincent Van Gogh, Pablo Picasso, sono solo alcuni nomi scelti tra una vasta gamma di artisti dislessici. La lista è ancora molto lunga e possiamo affiancarvi tante categorie includenti altrettanti nomi di personaggi che hanno fatto la storia o la stanno facendo: Isaac Newton, Albert Einstein, Napoleone, Guglielmo Marconi, Lewis Carrol, Galileo Galilei, Whoopi Goldberg, Robbin Williams, Steven Spielberg, John Lennon. Ad accomunare artisti, scienziati, cantanti, attori, scrittori, musicisti è la loro dislessia, o meglio la loro caparbietà, la tenacia che ha permesso loro di superare ostacoli, di affermarsi ed estrinsecare la loro potenzialità.
  • 5. 5 La prima parte vuole essere una panoramica sulla dislessia; sono stati analizzati i tratti peculiari della personalità del dislessico, nonché i principali errori di lettura e scrittura compiuti e mi sono soffermata, quale supporto visivo, sulle mappe concettuali. In seguito ho analizzato quella che può esser definita una didattica per la dislessia, ossia ho posto l’attenzione su alcune metodologie, strumenti e attività che possono essere utilizzati in una classe in cui vi siano bambini con disturbi di apprendimento. Si tratta essenzialmente di strumenti di natura visiva che si basano sul potenziamento dei sensi vicarianti, partendo da un approccio multi-sensoriale allo studio, sottolineando, quindi, le potenzialità dell’informatica quale strumento compensativo per le difficoltà dei bambini dislessici. 1 Uso delle tecnologie per la dislessia L’utilizzo delle tecnologie a scuola e soprattutto con i bimbi dislessici, ha dei vantaggi, riassumibili come di seguito: 1. Il senso visivo viene potenziato, la trasmissione di conoscenze avviene privilegiando la modalità visiva (schemi, mappe, modelli, simulazioni, animazioni) rispetto a quella verbale; 2. L'interattività degli ambienti ipermediali consente di modificare il flusso comunicativo unidirezionale della macchina rompendo il rapporto di passiva fruizione da parte dell'utente; 3. La navigabilità consente una ricerca logica, a livelli diversi di approfondimento, attraverso informazioni che portano ad altre informazioni per vie trasversali e soggettive; 4. La connettività enfatizza, attraverso i collegamenti della rete, l'attitudine alla cooperazione e al lavoro di gruppo, per decidere conoscere, creare assieme ad altri. L’utilizzo delle tecnologie ha sicuramente un ruolo fondamentale nel favorire la motivazione dell’alunno. Gran parte degli alunni che lavorano con il computer gode di una forte motivazione, anche quando si trova nella condizione di adempiere ai doveri scolastici. Il computer in generale può essere considerato dai bambini come lo strumento di lavoro del papà o comunque degli adulti, delle persone intelligenti, e suscita in loro la sensazione di sentirsi più grandi. In questo senso i novelli utenti informatici investono più energie, lo
  • 6. 6 sforzo attentivo si prolunga nel tempo e i risultati didattici possono migliorare. L’autostima può trarre dei benefici e, nello stesso tempo, la motivazione a dare il meglio di sé può crescere e indurre l’alunno ad approfondire autonomamente gli argomenti trattati a scuola. Rischi: L’innovazione in questo settore racchiude però anche dei rischi da tenere in considerazione: da una parte la “perdita di valore umano” nei rapporti interpersonali sempre più virtuali e meno basati sull’interazione fisica; dall’altra la tendenza ad affidare al mezzo tecnologico un carattere magico, miracoloso. Il computer,in questo caso, può rappresentare un mezzo efficace sul piano oggettivo, inteso come utile elaboratore/calcolatore di dati, ma assume un ruolo cruciale solo in rapporto alla dimensione soggettiva uomo-macchina. La persona, in questa sede, assume un ruolo centrale e la tecnologia si adatta e gira di conseguenza intorno alle sue esigenze, ai suoi bisogni. Un uso critico, consapevole e creativo della tecnologia apre nuovi ed interessanti scenari all’apprendimento, alla comunicazione e alla formazione dell’individuo, al contrario essa può rappresentare il fine e non più il mezzo. Insegnanti e tecnologie: Affinché le tecnologie possano essere utilizzare per rendere possibile un apprendimento autentico e significativo, gli insegnanti devono essere in grado di promuoverla. La sfida è quella di educare i ragazzi a sfruttare le tecnologie, altrimenti saranno le tecnologie a sfruttarli. Sono gli studenti, a partire dalla scuola elementare, i protagonisti di un’eventuale innovazione tecnologica sul piano della didattica, l’insegnante ha il dovere di crearne le condizioni adatte, creando un buon ambiente di apprendimento. Resistenze nell’utilizzo del computer in classe: Nonostante il computer sia raccomandato da più fonti (in ambito normativo, riabilitativo,didattico), come valido strumento compensativo a favore degli alunni con D.S.A., fatica ancora a trovare una collocazione stabile nel sistema scolastico, nello specifico in classe. Il computer in classe, come strumento di lavoro utile e quotidiano (alla pari del tradizionale quaderno), trova grosse resistenze. Spesso capita che l’alunno con dislessia rinunci all’aiuto del computer, perché all’interno del contesto classe è l’unico ad usarlo e quindi può essere paragonato a una protesi per disabili.
  • 7. 7 Paradossalmente, fuori dal contesto classe (negli uffici, nelle case) chi non usa il computer è ormai considerato “a-normale”, mentre chi lo usa in classe rischia di essere deriso dai compagni. Quale sia la causa esatta di questa dinamica è difficile da stabilire ma il problema del “giudizio” è sicuramente di natura culturale. Penso che le prime persone che hanno indossato gli occhiali per compensare la mancanza di vista abbiano avuto dei problemi simili agli alunni con dislessia. Se così fosse ci vorrà ancora del tempo prima che il computer sia considerato uno dei tanti strumenti disponibili, ma quel giorno prima o poi arriverà. Molto dipenderà dal ruolo di mediazione degli insegnanti. In primo luogo dovremo capire che il computer non è solo un gioco o un“passatempo” ma un utile, a volte, necessario supporto compensativo per lavorare a scuola. Proprietà dell’hardware: Per quanto riguarda la presenza in classe del computer in particolare e delle nuove tecnologie in generale, non è necessario organizzare uno spazio, un angolo delimitato e sicuro in cui collocare l’apparato tecnologico. Come si trovano il quaderno, la biblioteca, il libro e l’astuccio, si trovano i computer in (per la) classe. Si collocano in funzione della loro utilità, che può essere spesa in qualsiasi momento, in un qualsiasi spazio. Si sconsiglia di utilizzare computer dal monitor enorme con il case pesante. Il computer in classe, a mio avviso, deve essere un portatile, leggero, comodo da spostare, con una buona batteria. Dopo ore di lavoro trascorse davanti al monitor la vista dell’utente si può affaticare. In questo senso dovremo porre particolare attenzione alla quantità di tempo da dedicare alle attività con l’uso del computer portatile, proponendo coerentemente all’alunno delle pause frequenti. Anche la scelta del mouse ha la sua importanza: in commercio si trovano numerosi modelli, grandi,medi, piccoli, con filo e wireless, ottici e analogici (con la pallina). La grandezza del mouse deve adattarsi alla grandezza della mano degli alunni e la sua forma dovrà garantire il massimo comfort per consentire un’impugnatura rilassata e distesa, sui tasti e sullo “scroll”. Inoltre, le specifiche tecniche importanti in questa sede riguardano la presenza delle porte USB; più ce ne sono (almeno tre) e più possibilità ha l’alunno di utilizzare le periferiche esterne: chiave USB, registratore Mp3, stampante,macchina fotografica, scanner, videocamera. Anche gli ingressi per le cuffie sono importanti ed è bene che si trovino in una posizione frontale, comoda per inserire il jack all’occorrenza senza dover girare o alzare il PC.
  • 8. 8 Per tutta questa serie di ragioni è importante che la scelta dell’hardware non venga delegata, come spesso accade, al segretario amministrativo della scuola, che nei casi più fortunati compie una breve ricerca in Internet sulle numerose possibilità di acquisto. Èl’insegnante esperto nel settore che dovrà preoccuparsi di scegliere con criterio il materiale hardware da impiegare nella pratica didattica. Un altro supporto utile è il lettore/registratoreMp3 molto utile per le attività di ripasso e memorizzazione dei contenuti. Un’altra applicazione interessante del lettore Mp3 è racchiusa nella possibilità di sostituire il diario che per alcuni rappresenta un problema. Per alcuni alunni il testo scritto sul diario può risultare difficile da leggere. In questo caso, l’alunno può registrare vocalmente i compiti per il giorno dopo in modo inequivocabile. Software didattici: Per quanto riguarda invece i software didattici (cioè programmi per il computer che contengono spiegazioni, feedback, correzioni, valutazioni degli errori, test di verifica, esercitazioni, giochi didattici) di cui si argomenterà nelle pagine seguenti, ci sono dei parametri per valutare la loro validità: 1. Usabilità pratica; 2. Validità didattica; 3. Motivazione suscitata nell’alunno1. Rispetto all’usabilità pratica, l’insegnante potrà chiedersi se il software preso in esame:  E’facile da usare e si presta per un uso facile e intuitivo;  I pulsanti presenti sono solo testuali o anche iconografici;  Offre la possibilità di salvare ed esportare i percorsi, i risultati;  I contenuti sono comprensibili;  E’ più bello che utile;  I simboli sono vari e pertinenti;  Presenta istruzioni adeguate. Sul piano della validità didattica, l’insegnante potrà chiedersi quanto il software in questione sia utile:  Si può integrare nei curricoli? 1 Le indicazioni sono il risultato di un progetto di ricerca condotto dalla Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica (ex-INDIRE), concluso nel 2007.
  • 9. 9  L’utente è autonomo nel suo utilizzo?  E’ possibile personalizzarlo? quanto?  Gli obiettivi didattici sono esplicitati?  Gli obiettivi didattici sono pertinenti?  I contenuti sono adeguati agli obiettivi?  Favorisce l’uso di strategie meta-cognitive?  Gli strumenti di verifica sono adeguati? Sul piano della motivazione, l’insegnante potrà chiedersi se i bambini/ragazzi usano volentieri quel determinato di software:  Com’e’ il livello di coinvolgimento?  L’interfaccia grafica è accattivante?  Stimola la creatività?  Gli aspetti ludici sono curati? Sappiamo che la motivazione ha un ruolo fondamentale nell’apprendimento; in questo senso altre caratteristiche tipiche dei software didattici assumono una grande importanza: l’aspetto ludico, le caratteristiche multimediali e interattive, il controllo attivo dell’apprendimento da parte dell’utente e la possibilità di intervenire a livelli diversi di difficoltà, la presenza di molti esempi. 2 I disturbi dell’apprendimento: la dislessia La dislessia è “un disturbo che ostacola il normale processo di interpretazione dei segni grafici con cui si rappresentano per iscritto le parole”2 ed è una sindrome che ha la sua maggiore manifestazione nella difficoltà dei soggetti colpiti a leggere e a scrivere.
  • 10. 10 Dato che leggere è un complesso processo mentale, questo disturbo ha svariate espressioni e sembra strettamente legato alla morfologia stessa del cervello. Le difficoltà del dislessico derivano tipicamente da un deficit nella componente fonologica del linguaggio, che è spesso inattesa in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di una adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica nella lettura che può impedire una crescita del vocabolario e della conoscenza generale. Essa si presenta come “un disturbo strumentale di lettura, accompagnato solitamente da difficoltà nella scrittura e nei processi di letto-scrittura del numero e del calcolo”3. Il primo segno riconoscibile della dislessia evolutiva è il lento e faticoso apprendimento della lettura ad alta voce. Si caratterizza:  Come una mancata o parziale automatizzazione dell’uso dei codici della lettura.  Come una difficoltà a decodificare i testi scritti, che diventa un’operazione molto più complessa rispetto ai non dislessici e porta ad una maggior facilità di errore, ad un maggior affaticamento e ad una maggior lentezza.  Instabilità motoria e/o disturbi dell’attenzione.  Difficoltà di apprendimento delle tabelline e del calcolo mentale.  Difficoltà ortografiche. Il processo di apprendimento è costituito da tre fasi:  Fase di ingresso: nel momento in cui vediamo e/o ascoltiamo il nostro oggetto di studio inizia la fase dell’elaborazione. E’ questa la fase di input in cui si mettono insieme delle informazioni per dar loro un significato. I bambini dislessici hanno appunto problemi nella fase di ricezione. In tale fase bisogna privilegiare una modalità cinestetica di apprendimento delle informazioni, ovvero una modalità che faccia perno sull’esperienza e sull’attività pratica, oppure una modalità tattile di manipolazione degli oggetti. Altro canale da privilegiare è il visivo, che consente, applicato con i precedenti, di “presentare le informazioni con modalità multisensiorale”4 al bambino dislessico.
  • 11. 11  Fase cognitiva: si comprendono, organizzano e immagazzinano le informazioni, che vengono collegate a quelle che già abbiamo nella memoria, attraverso una classificazione e categorizzazione che consente successivamente di recuperarle. Gli elementi fondamentali in tale fase sono: Comprensione: è questa la fase in cui il bambino dislessico ha bisogno di fare affidamento sul contesto, cioè sull’argomento generale e sulle altre informazioni di sfondo. Risulta fondamentale che il bambino capisca le parole-chiave per comprendere il significato di quanto deve apprendere e per farlo si suggerisce “la discussione prima della lettura”5. Memorizzazione: i bambini dislessici hanno difficoltà dovute probabilmente ad una memoria di lavoro inefficiente, che ostacola il normale processo di memorizzazione, mantenimento e recupero delle informazioni. Altro problema è l’accesso lessicale, ovvero una difficoltà a ricordare nomi di oggetti e luoghi. Strategie importanti per consentire e rafforzare il recupero e la memorizzazione sono: - Ripetizione - Mnemotecniche - Mappe concettuali e mentali: Organizzazione: il deficit nelle abilità di organizzazione “contraddistingue una prevalenza dell’emisfero destro e spesso si accompagna alla spontaneità e alla creatività”.6 Le difficoltà nell’organizzazione creano problemi al bambino dislessico nei compiti a casa, nei testi scritti, nel memorizzare informazioni e pertanto vanno superate attraverso il supporto di strumenti e sistemi organizzativi quali:  programmi e orari delle attività;  routine e procedure;  ordine;
  • 12. 12  supporto dei compagni; a tal proposito una delle tecniche per favorire l’apprendimento del bambino dislessico, aumentando anche la sua stima è il cooperative Learning ci cui parleremo in un successivo paragrafo.  aiuto nelle esposizioni.  Fase di Uscita: è la fase di esplicitazione delle proprie conoscenze, a dimostrazione di quanto è stato appreso. Grande importanza riveste l’uso per i dislessici delle mappe concettuali. 3 Mappa concettuale Il termine mappa concettuale è stato coniato da J. Novak e D. Gowinche, a partire dalla teoria cognitivista dell’apprendimento significativo,descrissero le strategie per sviluppare e utilizzare anche in ambito didattico questo strumento. I due studiosi sostennero che la rappresentazione grafica delle conoscenze è un modo per far emergere i significati insiti nei materiali da apprendere, in quanto costringe gli studenti a riflettere sulla natura delle conoscenze e sulle relazioni che vi intercorrono. Così come una mappa geografica serve per orientarsi in un territorio, una mappa concettuale è strumento per interpretare, rielaborare e trasmettere conoscenze, informazioni e dati, visualizzando l’oggetto della comunicazione, i concetti principali, i legami che essi stabiliscono e, di conseguenza, il percorso del ragionamento. Le mappe concettuali dovrebbero servire a mettere in evidenza le connessioni di significato tra i concetti che formano le proposizioni. Il termine proposizione sta a indicare un’unità semantica in cui parole fungono da collegamento tra due o più concetti. Possiamo, perciò, affermare che una mappa concettuale è “la rappresentazione grafica di concetti espressi sinteticamente (parole - concetto) all’interno di una forma geometrica (nodo) e collegati fra loro da linee (frecce) che esplicitano la relazione attraverso parole – legamento”.7 La forma più elementare di mappa prevede due concetti legati semplicemente da una parola che permette di creare una relazione, come per esempio “cielo” e “blu”. I concetti, racchiusi in ovali o rettangoli, sono collegati con frecce, con parole scritte sulle linee per indicare la relazione tra i concetti e sono disposti in modo gerarchico. 7 Dispense fornite dall’insegnante.
  • 13. 13 Quelli più generali e inclusivi vengono riportati in alto nella mappa, mentre quelli subordinati seguono, in basso e spesso sono ancorati a esempi specifici. Novak considera le mappe come uno strumento per giungere a negoziare e a contrattare i significati, il che richiede scambio, ricerca di punti di vista comuni e non mera trasmissività di nozioni. Gli studenti, infatti, apportano sempre un qualcosa di nuovo nella discussione e ciò che hanno appreso funge da combustibile per il successivo apprendimento. Nel processo di insegnamento/apprendimento, le mappe aiutano lo studente a organizzare quanto sta studiando ed evidenziano le relazioni tra i concetti: aiutano ad imparare in modo significativo. Sono utili anche all’insegnante, in quanto aprono una “finestra” nella mente dello studente e permettono di monitorarne i progressi. L’apprendimento significativo si verifica quando il soggetto nel processo di apprendimento collega tra loro vecchie e nuove conoscenze, in modo da formare una rete. La qualità di questo apprendimento è strettamente dipendente dal materiale che va appreso. L’apprendimento viene detto meccanico, invece, quando il discente apprende i nuovi concetti e le nuove informazioni senza collegarle a quelle possedute o quando il materiale da studiare non ha alcuna relazione con tali conoscenze. L’apprendimento significativo riguarda da una parte la sfera cognitiva del soggetto, ma va oltre essa, per coinvolgere le emozioni ed i sentimenti del soggetto (apprendimento emotivo) e le sue abilità motorie (apprendimento psicomotorio). 4 Le difficoltà dei dislessici Ciò che caratterizza i dislessici è la presenza di un impaccio considerevole nello svolgimento di tutte quelle attività che richiedono un’integrazione di più competenze di base, mettendo a dura prova l’allievo nel suo processo di apprendimento. Le difficoltà possono riguardare l’uso di una o più di tali competenze: o Coordinazione oculo-manuale;
  • 14. 14 o Integrazione visivo-uditiva; o Integrazione percettivo-motoria; o Memorizzazione visivo-uditiva; o Memorizzazione visivo-sequenziale; o Competenze fonologiche; o Simbolizzazione grafica sequenziale Ronald Davis, scultore e ingegnere dislessico, ha tracciato alcuni tratti di personalità tipici dei soggetti dislessici. La dislessia, quindi, si può presentare in modalità molto diverse da soggetto a soggetto; di seguito le caratteristiche più comuni relative ad alcune aree individuate dallo studioso. In senso generale Davis cita un’importante caratteristica del dislessico che credo sia molto interessante sottolineare nell’ambito di tale tesina, ossia egli dice che egli: “è abile nell’arte, nel teatro, nella musica”.8 Nella matematica e nel tempo di gestione:  Incontra difficoltà a parlare del tempo, nonché ad organizzarlo, nell’apprendere i compiti in successione;  Riesce ad imparare in modo più efficace servendosi delle mani, dell’esperienza, degli ausili visivi, della sperimentazione e delle dimostrazioni. Nell’udito e nel linguaggio:  I suoni lo distraggono facilmente;  Presenta difficoltà nell’eseguire la traduzione di pensieri in parole. Nella memoria e nella percezione:  Ha una memoria a lungo termine, relativamente ad esperienze, facce e luoghi molto sviluppata;  Pensa principalmente con le immagini e con il sentimento, non con suoni o parole. Nel comportamento:
  • 15. 15  Lo stress emotivo, le pressioni esercitate dall’ambiente sono per lui fonte di maggiori errori e sintomi. Nella scrittura e nelle abilità motorie:  La grafia risulta di difficile comprensione;  Manca di coordinazione, mostra goffaggine motoria;  Confonde i rapporti topologici fondamentali. Nella decodifica della singola parola o del testo scritto. Queste caratteristiche possono non essere tutte presenti contemporaneamente:  Scarsa discriminazione di grafemi diversamente orientati nello spazio: Il soggetto mostra chiare difficoltà nel discriminare grafemi uguali o simili, ma diversamente orientati. Egli, ad esempio, confonde la “p” e la “b”; la “d” e la “q”; la “u” e la “n”; la “a” e la “e”; la “b” e la “d”. Nell’alfabeto italiano sono molte le coppie di grafemi che differiscono rispetto al loro orientamento nello spazio, per cui le incertezze e le difficoltà di discriminazione possono rappresentare un vero e proprio impedimento alla lettura.  Scarsa discriminazione di grafemi che differiscono per piccoli particolari: Il soggetto mostra difficoltà nel discriminare grafemi che presentano somiglianze. Egli, ad esempio può confondere la “m” con la “n”; la “c” con la “e”; la “f” con la “t”.  Scarsa discriminazione di grafemi che corrispondono a fonemi sordi e fonemi sonori: Il soggetto mostra difficoltà nel discriminare grafemi relativi a fonemi con somiglianze percettivo - uditive. L’alfabeto è composto di due gruppi di fonemi: i fonemi sordi e i fonemi sonori che, tra loro risultano somiglianti, per cui, anche in questo caso l’incertezza percettiva può rappresentare un vero e proprio ostacolo alla lettura. Le coppie di fonemi simili sono le seguenti: F V
  • 16. 16 T D P B C G L R M N S Z  Difficoltà di decodifica sequenziale: Leggere richiede al lettore di procedere con lo sguardo in direzione sinistra - destra e dall’alto in basso; tale processo appare complesso per tutti gli individui nelle fasi iniziali di apprendimento della lettura, ma, con l’affinarsi della tecnica e con l’uso della componente intuitiva la difficoltà diminuisce gradualmente fino a scomparire. La difficoltà di seguire l’ordine di successione delle lettere o delle sillabe evidenzia una deficienza di orientamento spaziale. Nel soggetto dislessico talvolta ci troviamo di fronte, invece, a un vero e proprio ostacolo nel processo di decodifica sequenziale e per tale motivo si manifestano con elevata frequenza i seguenti errori:  Omissione di grafemi e di sillabe: Il soggetto omette la lettura di parti della parola; può tralasciare la decodifica di consonanti (ad esempio può leggere “fote” anziché “fonte; oppure “capo” anziché “campo”) oppure di vocali (può leggere, ad esempio, “fume” anziché “fiume; “puma” anziché piuma”) e, spesso, anche di sillabe (può leggere “talo” anziché “tavolo”; “paro” anziché “papavero”).  Salti di parole e salti da un rigo all’altro: Il soggetto dislessico presenta evidenti difficoltà a procedere sul rigo e ad andare a capo, per cui sono frequenti anche “salti” di intere parole o di intere righe di lettura.  Inversioni di sillabe: Spesso la sequenza dei grafemi viene invertita provocando errori particolari di decodifica della sillaba (il soggetto può, ad esempio, leggere “li” al posto di “il”;
  • 17. 17 “la” al posto di “al”, “ni” al posto di “in”) e della parola (può leggere, ad esempio, “talovo” al posto di “tavolo”).  Aggiunte e ripetizioni: La difficoltà a procedere con lo sguardo nella direzione sinistra - destra può dare origine anche ad errori di decodifica caratterizzati dall’aggiunta di un grafema o di una sillaba ( ad esempio “tavovolo” al posto di “tavolo”).  Prevalenza della componente intuitiva: Il soggetto che presenta chiare difficoltà di lettura privilegia, indubbiamente, l’uso del processo intuitivo rispetto a quello di decodifica; l’intuizione della parola scritta rappresenta un valido strumento, ma, al tempo stesso, è fonte di errori. Il soggetto esegue la decodifica della prima parte della parola, talvolta anche solo del primo grafema o della prima sillaba e procede “inventando” l’altra parte. La parola contenuta nel testo viene così ad essere spesso trasformata in un’altra di significato affine o completamente diverso. 5 Cooperative learning, costruttivismo e apprendimento situato Approccio fondamentale, a mio parere, alla dislessia è quello dell’apprendimento situato, secondo il quale l’obiettivo dell'apprendimento non è la memorizzazione fine a se stessa di contenuti, (considerando anche le notevoli difficoltà di memorizzazione dei dislessici) non è una conoscenza astratta slegata dal contesto ma si basa piuttosto su processi mentali di livello più elevato che devono garantire l’applicabilità nei contesti della vita quotidiana. Mettendo in relazione contenuti a situazioni reali il docente, in dialogo con gli studenti, può negoziare il significato dei contenuti, immettendolo nel quadro delle richieste e delle difficoltà degli studenti stessi. L'interazione sociale ha una grande importanza: gli studenti vengono inseriti in una comunità di pratica che esprime determinate opinioni e comportamenti da agire, rendendo sempre più attivi i discenti. Secondo tale teoria l'apprendimento è necessario in ogni attività umana e in ogni momento, nel rintracciare la natura dei problemi che si incontrano, del modo in cui gli individui applicano la teoria alla pratica e di come queste valutazioni dipendono dal compito svolto dalla persona stessa. Per Wenger, una comunità di pratica si definisce lungo tre dimensioni:
  • 18. 18  Cosa è: una attività congiunta tra membri di una comunità che viene continuamente definita e negoziata tra i suoi membri.  Come funziona: attraverso un mutuo impegno che lega assieme i membri all’interno di un’entità sociale.  Quali capacità produce: un repertorio condiviso di risorse comuni (abitudini, sensibilità, prodotti, vocabolario, stili…) che i membri hanno sviluppato nel tempo. Il fatto che queste comunità siano sviluppate attorno ad alcune particolari aree di conoscenza e attività, dà ai membri un senso di impresa comune e di identità. Gli educatori devono lavorare affinché le persone possano diventare partecipanti in comunità di pratica. L’apprendimento sta nella relazione tra persone, non appartiene alla singola persona, ma alle diverse interazioni di cui la persona è parte.9 Invece di trasferire negli studenti conoscenze preconfezionate si tenta di sviluppare gli strumenti per riprodurre la problematicità di una circostanza, progetti alternativi, e spiegazioni sul nostro comportamento. Ci torna utile a tal proposito la teoria del Costruttivismo Socio-Culturale [Vygotsky; 1978; Wenger, 1998] secondo la quale il soggetto che apprende “costruisce” la propria competenza migliorandola e ristrutturandola grazie alla conoscenza e ai punti di vista di altre persone; l’apprendimento del singolo è il risultato di un processo di gruppo e il sapere diventa relativo, poiché tutto ciò si apprende passa attraverso un processo di interpretazione che dipende dal contesto, dalla cultura e dalla storia personale di chi apprende. Il Cooperative Learning, quindi, fa al nostro caso. Letteralmente significa apprendimento collaborativo. Quando si parla di Cooperative learning, si fa riferimento ad un insieme di principi, tecniche e metodi di conduzione della classe, in base ai quali gli studenti affrontano l’apprendimento delle discipline curricolari (o altro) lavorando in piccoli gruppi in modo interattivo, responsabile, collaborativo, solidale e ricevendo valutazioni sulla base dei risultati ottenuti. Per Comoglio è «un insieme di principi, di tecniche di classe in cui gli studenti lavorano in piccoli gruppi per attività di apprendimento e ricevono una valutazione in base ai risultati conseguiti». Non significa semplicemente far svolgere in gruppo un’attività, in quanto ci devono essere cinque caratteristiche: 9 Dispense del corso ‘Tecnologia dell’istruzione e dell’apprendimento’, anno accademico 2010/2011.
  • 19. 19 1. Interdipendenza positiva (i bimbi si sentono coinvolti nel raggiungimento di un obiettivo comune); 2. Interazione promozionale faccia a faccia; 3. Valutazione individuale; 4. Uso di abilità interpersonali nell’agire in piccoli gruppi; 5. Controllo e revisione del lavoro di gruppo.10 Si può prevedere una qualche ricompensa (bonus, che vengono alla fine considerati nella valutazione) ai gruppi che operano con più impegno e che ottengono risultati migliori. La competizione viene spostata dagli individui ai gruppi, e nel gruppo, gli studenti sono attivamente impegnati in attività che costruiscono la conoscenza. E' il docente che fissa i tempi, che fornisce gli spunti ai gruppi che lo richiedono, che stabilisce chi deve rispondere, e così via. Egli quindi, nell’ottica costruttivista sostiene, stimola e supporta l’apprendimento, non lo controlla o dirige. L’insegnante assume un ruolo di facilitatore ed organizzatore delle attività, strutturando gli ambienti di apprendimento in cui gli studenti, favoriti da un clima relazionale positivo, trasformano ogni attività di apprendimento in un processo di problem solving di gruppo, conseguendo obiettivi la cui realizzazione richiede il contributo personale di tutti, senza nessuna esclusione. Qual è il compito dell’ insegnante nel momento in cui si accinge alla preparazione di una unità didattica secondo la modalità del Cooperative Learning? Deve seguire un percorso che passa attraverso alcune tappe fondamentali: 1. Effettuare una buona analisi della situazione; 2. Stabilire obiettivi e compiti; 3. Prendere decisioni organizzative; 4. Definire le modalità del processo di controllo (monitoring) e di revisione dell’attività svolta in gruppo (processing). Vi sono molte buone ragioni pedagogiche per promuovere comunità scolastiche nelle quali utilizzare metodologie di apprendimento cooperativo ; una delle ragioni fondamentali è che gli insegnanti e gli stessi dirigenti comprendano la necessità di un contesto di sostegno affinché il cooperative learning sia efficace.
  • 20. 20 I metodi di cooperative learning sono più efficaci se tutti gli educatori nella scuola li usano per sviluppo didattico e pro-sociale. La scuola intesa come un insieme unitario, può quindi sviluppare un concetto unificato della crescita e dello sviluppo individuale, della capacità di prendersi cura e di sostenersi da parte di ciascuno studente. Anche in termini di sviluppo professionale, realizzare comunità di apprendimento cooperativo, significa creare ambienti di lavoro più piacevoli e motivanti sia per i docenti che per gli studenti, perché gli insegnanti possano aspettarsi sostegno e assistenza dai colleghi nello sviluppo di nuove strategie didattiche e possono anche collaborare a sviluppare nuovi metodi e curricoli. Stando a tali premesse l’affermazione e diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) consentono alla didattica di proporre nuovi scenari e nuove opportunità di sviluppo, permettendo di rendere automatici e di simulare o ricreare con l’aiuto del calcolatore processi base della didattica tradizionale e facendo in modo che gli individui siano in contatto tra loro con un repertorio pressoché infinito di dati e con un insieme altrettanto vasto di persone con cui relazionarsi e cooperare. Le tecnologie, insieme all’adozione di metodologie cooperative di insegnamento si rivelano uno strumento fondamentale per l’integrazione del dislessico nel contesto classe, in quanto gli permettono di sentirsi supportato, facilitato nel compito da svolgere e di essere, allo stesso tempo, una guida per i compagni. Nell’ambito del cooperative learning, supportato dalle tecnologie, si possono attuare diverse strategie: reciproca, parallela e sequenziale. Quest’ultima consiste, nell’intervento successivo dei singoli componenti del gruppo sul progetto in modo tale che ciascun componente modifichi il lavoro già precedentemente svolto da un altro. Per esempio, il bimbo dislessico potrebbe essere coinvolto, alla stregua di tutti gli altri suoi compagni, in progetto di correzione di testi on-line precedentemente selezionati e modificati dell’insegnate. Ogni membro del gruppo potrebbe correggere un minimo di 2 errori e un massimo di 5. Una volta corretto, il testo viene spedito per e-mail al membro successivo, il quale farà la stessa cosa, finché tutti avranno partecipato attivamente e il testo sarà completamente emendato. Il bimbo dislessico molto probabilmente incontrerà difficoltà nell’individuare gli errori e quindi nell’intervenire. E’ per questo che sarà necessario il supporto dell’insegnante o di qualche compagno (peer tutoring).
  • 21. 21 6 Didattica multisensiorale e tecnologie per la dislessia I dislessici sono pensatori visivi, vale a dire che il loro accesso alla realtà e il ragionamento non sono di tipo sequenziale o con modalità che vanno dal semplice al complesso. Il soggetto con dislessia ha abilità visuo - spaziali che lo portano ad essere identificato quale “pensatore visivo”. Secondo il metodo multisensoriale gli alunni imparano ad associare l’atto fisico dello scrivere al suono e alla forma delle lettere. Si parte dal presupposto che siano le competenze compensatorie ad aiutare il bambino con difficoltà di apprendimento a compensare tali difficoltà. Gli ausili visivi sono rappresentati da ciò che può essere visto e che aiuta ad ampliare il processo comunicativo basandosi sulla capacità dell’individuo di ricevere e cogliere informazioni significative attraverso il canale visivo. Sono elementi che appartengono al processo comunicativo e facilitano l’efficacia della ricezione, dell’elaborazione, dell’azione e dell’espressione. Gli ausili visivi si classificano a seconda delle diverse forme che possono assumere e sono costituiti dal linguaggio del corpo, dai consueti segnali inviati dall’ambiente, da strumenti visivi tradizionali utili per organizzare la vita e dare l’informazione, infine da strumenti realizzati per soddisfare bisogni particolari. Gli ausili visivi, forniscono, quindi, principalmente le informazioni in forma logica, strutturata e sequenziale e risultano utili per organizzare la vita quotidiana. Senza dubbio un grande aiuto ci viene offerto dall’informatica che dà l’opportunità di compensare molte delle difficoltà che creano frustrazione nel dislessico; inoltre permette all’insegnante di svolgere il suo programma anche con chi fa fatica a leggere . L’informatica può, per i suoi tratti peculiari, essere utile in vari momenti:  Nella diagnosi e nell’individuazione precoce; una diagnosi di disturbo specifico di lettura può essere fatta già a partire dalla fine del secondo anno della scuola primaria, poiché la letto-scrittura dovrebbe essere diventato un processo automatizzato. Importante, in tal senso, conoscere le difficoltà e le abilità dei ragazzi per potere avviare un adeguato percorso didattico e abilitativo, sulla base di un’ipotesi diagnostica Si rendono necessari, pertanto:
  • 22. 22 • strumenti di screening utili per identificare i bambini che presentino difficoltà nell’apprendimento della letto-scrittura nelle prime fasi di apprendimento; • percorsi di valutazione diagnostica, sempre più efficaci ed efficienti. Esistono, infatti, software per eseguire uno specifico screening e sistemi per affrontare la diagnosi. Un esempio di software informatico molto utile per facilitare i percorsi diagnostici e trovare una soluzione alle difficoltà di creazione, gestione e refertazione della cartella clinica relativa a quadri di eventuali Disturbi Specifici dell’Apprendimento, è AD-DA - Assistente alla Diagnosi dei Disturbi di Apprendimento.  Per potenziare le abilità di letto-scrittura;  Per compensare le difficoltà. Il secondo e il terzo punto invece sono necessari ai fini del raggiungimento dell’autonomia: l’abilitazione e la compensazione, processi da concepire in parallelo e non in serie e non come ultima spiaggia, ma vanno visti come strumenti che permettono l’accesso e il potenziamento della letto-scrittura. L’autonomia nei ragazzi dislessici è intesa come indipendenza, libertà di agire e di pensare, essa è quindi l’opportunità di informarsi, imparare e comunicare in diversi modi senza che vi debba essere un mediatore. Il non essere autonomo nell’apprendimento è causa di disistima e inficia il successo formativo. Per conseguire un buon grado di autonomia bisogna possedere:  Opportuni strumenti compensativi;  Buona motivazione;  Un ambiente favorevole. L’informatica ben risponde a quanto sopra elencato. Il computer, è ormai largamente diffuso nella maggior parte delle realtà produttive e non, negli uffici e nelle case. Esso ha raggiunto un notevole successo per diverse sue caratteristiche positive:  Velocità  Memoria  Estetica  Riproducibilità  Reperibilità
  • 23. 23 E’ molto utile l’utilizzo di e-mail, cioè la posta elettronica, che può spingere i ragazzi anche con dislessia a scrivere. La parte scritta può essere accompagnata da foto e immagini. Tramite le e-mail, inoltre, e’ possibile un costante scambio di mappe mentali create da ogni bimbo, in modo da stimolare la collaborazione fra compagni di classe. Un altro mezzo interessante e’ il blog, un diario multimediale su internet, dove possono essere scritti dei post, dei messaggi con immagini e audio, che possono essere poi commentati e discussi. I bimbi possono spontaneamente leggere e rispondere ai messaggi sul blog e in questo modo comunicare con i genitori e gli amici. Risulta dunque fondamentale conoscere le potenzialità della tecnologia per mettere a disposizione mezzi accattivanti come un blog, o come le chat, per favorire l’allenamento della scrittura, in ambienti comunque facilitanti. 7 Gli strumenti compensativi Le misure compensative sono strumenti che consentono di compensare quella che per il bambino dislessico è una debolezza funzionale causata dal disturbo. L’utilizzo di tali misure è fondamentale ai fini della personalizzazione della didattica, al fine di non ostacolare il successo formativo di chi presenti disturbi specifici di apprendimento. Poiché il gruppo classe solitamente presenta molti e diversi problemi di apprendimento, l’insegnante dovrebbe impostare la sua didattica favorendo al massimo un approccio individualizzato all’apprendimento, con ritmi, programmi e obiettivi diversificati per ciascun allievo, così anche il bambino dislessico non dovrebbe avere difficoltà a trovare il suo ambiente scolastico ideale. Fondamentale è il servirsi di “facilitazioni” che potrebbero avere la forma di semplici ausili tecnologici in grado di sostituire o integrare le funzioni deficitarie (leggere, scrivere e fare i calcoli). Il computer, la calcolatrice ecc. sono per i dislessici ciò che gli occhiali sono per un miope. Già oggi la tecnologia informatica mette a disposizione numerosi strumenti più o meno sofisticati (dalle semplici calcolatrici tascabili, ai correttori ortografici, alle sintesi vocali, alle enciclopedie multimediali, ecc.) che potrebbero essere dei formidabili ausili
  • 24. 24 agli apprendimenti scolastici per questi ragazzi e aiutarli in tal modo ad evitare l’insorgere di una pericolosa demotivazione per la scuola e per lo studio. Le Nuove Tecnologie sono alleate preziose per la didattica con alunni dislessici. Non dobbiamo però dimenticare che il computer non è una panacea per tutti i mali: quel che più occorre a questi bambini è ricevere fiducia, empatia, comprensione e poter mantenere alta la propria autostima. L’autostima è, per chiunque, legata alla riuscita, ad una positiva immagine di sé, alla percezione di essere capaci, di poter fare… Va quindi sostenuta il più possibile, poiché è la parte più vitale, indispensabile a qualsiasi attività di rinforzo o potenziamento. Ogni bambino è diverso dall’altro; anche i bimbi che soffrono per uno stesso disturbo non sono uguali, non hanno gli stessi bisogni. Bisogna conoscerli bene e adottare per ciascuno gli strumenti e le metodologie più adeguati. Non esistono "ricette" valide sempre e per tutti. Per una migliore efficacia delle attività didattiche, anche con l'uso dei programmi disponibili, è sempre utile consultare il personale sanitario (logopedista, neuropsichiatra....) che segue il bambino, per conoscere le aree strumentali/cognitive in cui vi è maggiore necessità di intervento, in modo da stabilire le priorità e, se possibile, concordare una linea d'azione comune, fermo restando che le potenzialità positive, le aree di maggior sviluppo, vanno allo stesso modo coltivate e valorizzate: si costruisce assi meglio e facilmente partendo dalle capacità innate... e di talenti personali i bambini con DSA ne hanno molti, tanto che spesso ci sorprendono quando meno ce lo aspettiamo. I software si differenziano, oltre che per l’abilità interessata e quindi il tipo di compito richiesto, anche per elementi tecnici, tra cui la presenza del suono in associazione con elementi scritti, l’associazione tra parola e immagine e la caratteristica di essere un sistema chiuso o aperto. Quest’ultimo aspetto riguarda la possibilità per l'utente di modificare, ove necessario, il percorso di apprendimento con aggiunte personali. Devono inoltre essere in grado di sfruttare al massimo le potenzialità del mezzo attraverso cui operano, facendo leva sulla motivazione e l’interesse dell'utente. In essi troviamo attività che vanno dai prerequisiti logici, alla lettura, scrittura e calcolo aritmetico. Tali ambienti di apprendimento sono software che possono costituire un appoggio alla normale attività didattica, come potenziamento delle abilità acquisite. Tra le diverse misure compensative rientra la video-scrittura, ad esempio, grazie a cui il bambino che si trova di fronte alla sottolineatura dell’errore da parte del computer, si
  • 25. 25 sente meno frustrato rispetto alla correzione e sottolineatura dello stesso errore da parte dell’insegnante. Figura 1 Esempio di sottolineatura dell'errore Strumenti compensativi sono considerati anche i seguenti:  L o scanner, che permette la trasformazione di documenti cartacei (libri, riviste, ecc.) in un’immagine dentro al computer.  L a sintesi vocale, che consente di trasformare il testo digitale in audio, quindi una buona sintesi vocale può simulare adeguatamente la lettura umana.  l ’audiolibro e il libro parlato: sono formati audio di testi. In questo caso un lettore “presta” la propria voce che viene registrata e distribuita su cd o su audiocassetta.  i l libro digitale: è un’opera letteraria edita in formato digitale utile a chi, per
  • 26. 26 un disturbo sensoriale o dell’apprendimento (dislessici) trovino difficile e o impossibile accedere ai comuni libri cartacei 8 Le nuove forme del libro Figura 2Pagina di un libro digitale di scienze Quando si legge una pagina di un libro, in qualsiasi forma esso sia, è importante tenere conto di:
  • 27. 27 9 Sintesi vocale La sintesi vocale rappresenta una sorta di “prolungamento di sé”. Laddove non arriva il bambino, la sintesi vocale rappresenta un ponte tra le sue abilità e le sue performance. È ormai noto l’esempio per cui, “coloro che presentano delle difficoltà alla vista compensano tramite il supporto degli occhiali”. Lo stesso esempio trova un’applicazione valida per il soggetto con dislessia. Laddove la capacità di lettura è compromessa dal disturbo della dislessia, la sintesi vocale rappresenta il supporto compensativo ideale. Lo strumento è ideale nel momento in cui rende autonomo il bambino durante il processo di letto-scrittura, dunque,durante il processo di comprensione di un testo e durante il processo di comunicazione attraverso la scrittura. Questo non significa trovarsi nelle condizioni di percepire passivamente la sintesi vocale, essa esige infatti un ascolto attivo e compartecipe ed è supportata da un software capace di gestirla, in termini di velocità, di riascolto, di scelta delle voci (maschili o femminili), in termini di pronuncia (inglese, francese ecc.), in termini di coordinazione “oculo-uditiva”. Tutti questi aspetti concorrono a determinare la capacità del ragazzo di “leggere con le orecchie”. In questo processo l’alunno non fruisce semplicemente della funzione di lettura agita da parte della sintesi, ma si avvale di una struttura tecnologica complessa, per cui ogni parola si
  • 28. 28 “accende” e viene evidenziata nel momento in cui viene letta. Questa attività cognitiva sfrutta contemporaneamente i canali sensoriali, uditivo e visivo e, sembra possa “rinforzare” le capacità funzionali di letto scrittura del bambino. Le più famose sintesi vocali sono quelle di Loquendo, RealSpeak, Acapela,Cepstral e VoiceWare. Tra di esse Loquendo e RealSpeak sono voci di ottima qualità,producono una sintesi vocale chiara e comprensibile ed hanno il vantaggio di poter simulare “l’espressività della voce umana”. Sono infatti arricchite da un repertorio di“segnali espressivi”, che rendono i messaggi vocali emozionali. La possibilità di dotare gli alunni con dislessia di una sintesi vocale chiara è importante al fine di consentire loro un ascolto pulito e migliore, allo scopo di comprendere. Pensando che il ragazzo possa trascorrere intere ore a “leggere con le orecchie” è importante garantirgli un buon livello di qualità della sintesi. Gli effetti dell’uso della sintesi vocale per gli alunni con dislessia sono:  Tempo di lettura inferiore e notevole miglioramento nella comprensione del testo;  Aumento del vocabolario;  Aumento della concentrazione e dell’attenzione implicate nel processo di lettura;  Il processo di lettura è meno faticoso, meno stressante e di conseguenza più piacevole;  Effetto positivo sulle variabili psicologiche: autostima, motivazione e senso di auto- efficacia. Dagli indici testuali alla costruzione della mappa concettuale Risulta poi necessario lavorare sugli aspetti della comprensione, poiché questa abilità è trasversale e necessaria all’apprendimento. Un ottimo esercizio per lavorare sulla comprensione è abituare i ragazzi a riflettere sul possibile contenuto di un testo sulla base degli indici testuali Gli indici testuali sono le componenti rilevanti di un testo, nonché gli indizi e i segni che concorrono a richiamare l’attenzione dell’alunno, come per esempio:  il titolo del capitolo;  il sottotitolo dei paragrafi;  le parole chiave scritte in neretto;  i box con la spiegazione delle parole difficili;
  • 29. 29  le didascalie che spiegano le immagini;  le immagini. A cosa servono gli Indici testuali ? • Per fare ipotesi sul contenuto del testo; • Per attivare conoscenze pregresse sull’argomento; • In supporto al ripasso; • Per la creazione di mappe concettuali. Gli indici testuali segnalano, dunque, la presenza di informazioni importanti che dovranno rientrare all’interno della mappa. Ora si tratta di evidenziare alcune parti del testo digitale con gli opportuni strumenti di formattazione e secondo alcuni criteri. Il testo prima viene ascoltato attraverso la sintesi vocale regolata rispetto alla velocità e, frase dopo frase, le informazioni vengono evidenziate con dei colori diversi: ad esempio, giallo se si tratta di parole chiave e verde se si tratta delle “parole connettori” (sulle frecce), ossia i predicati e le congiunzioni che legano in modo logico i nodi della mappa. Dopo la formattazione del testo, le parole chiave vengono importate sui nodi della mappa e le etichette relative ai connettori vengono incollate sulle frecce. Tutte queste operazioni dispensano il ragazzo dalla lettura e dalla scrittura per avvalersi della sintesi vocale (lettura con le orecchie) e della funzione di copia-incolla. La funzione di correzione automatica, sottolineando la parola di rosso, ci segnala la presenza di un errore ortografico e/o fonologico. Inoltre, la funzione di “predizione ortografica” ci consente di scegliere l’alternativa corretta. Ci sono ragazzi in grado di costruire mappe estese e ricche di approfondimenti e relazioni logiche e altri che prediligono mappe semplici,lineari, con poche informazioni. L’importante è costruire una mappa in modo consapevole: tutto quello che inserisco devo comprenderlo e devo essere in grado di ripeterlo oralmente. In caso contrario, la mappa può essere modificata in base alle capacità dell’alunno. Supermappe Molto interessante, a mio parere, è il software Supermappe, che consente la creazione di mappe in formato multimediale.
  • 30. 30 Esempio di una mappa concettuale sul clima
  • 31. 31 Nella creazione di mappe si possono combinare figure e testo, in modo da rappresentare idee e relazioni. La mappa è personalizzabile: si possono modificare forme e colori sia dei nodi, sia delle frecce. E' intuitivo, facile da usare e adatto a tutti. In pochi clic del mouse si possono rapidamente costruire materiali riutilizzabili, graficamente accattivanti e immediatamente accessibili attraverso diversi canali: quello visivo (tramite testo, colori, immagini e video) e quello uditivo (musica, audio registrato e sintesi vocale). E' utile ai bambini con difficoltà di lettura, ma anche alle persone con Italiano Lingua seconda (IL2) a tutti gli studenti, anche universitari, per imparare a organizzare i concetti principali e avere uno strumenti per le strategie di studio. Può essere utilizzato in classe come strumento per la costruzione cooperativa dei concetti, specie se utilizzato sulle LIM (Lavagne Interattive Multimediali) rendendo attivi gli studenti durante le lezioni e favorendo il recupero delle informazioni pregresse e la motivazione. Può anche essere utilizzato per presentare argomenti, sotto forma di presentazioni interattive e multimediali. Permette la personalizzazione sia del percorso di studio, adattandosi agli stili di apprendimento. Le mappe favoriscono la cosiddetta didattica breve che consente l’apprendimento di una grande quantità di informazioni concentrate in modo completo e conciso in uno spazio ridotto, realizzando una sorta di riduzione del testo a beneficio non solo della facilitazione del processo di apprendimento, ma anche della riduzione del tempo necessario per lo studio, rispetto a quello richiesto dai metodi di lettura tradizionali. Esse consentono inoltre una rapida visione d’insieme dell’argomento trattato in modo esaustivo senza esclusione dei particolari. L’impiego di frasi semplici, la mancanza di elementi ridondanti e di proposizioni sintatticamente complesse facilitano la comprensione del testo. La memorizzazione è favorita dalla rappresentazione visiva basata su forme e immagini colorate che possono assumere le caratteristiche preferite dal singolo studente in base al suo stile cognitivo, al suo senso estetico e alle sue personali associazioni mentali. L’uso delle mappe migliora, inoltre, molte abilità fondamentali per raggiungere il successo formativo, in particolare:  Comprensione del testo;  Vocabolario ed esposizione orale;
  • 32. 32  Produzione del testo;  Capacità di prendere appunti;  Apprendimento e memorizzazione delle informazioni;  Comprensione e la memorizzazione di concetti e termini scientifici;  L’orientamento in un discorso;  La memorizzazione dell’ordine cronologico dei fatti. Figura 3Mappa concettuale realizzata con Supermappe Superquaderno Di grande utilità nelle attività didattiche con i dislessici è il programma Superquaderno, un editor di testi con oggetti multimediali che facilita l'apprendimento della letto- scrittura ai bambini. Esso permette di illustrare il testo, anche in modo automatico durante la scrittura, ricorrendo alle immagini archiviate in un vocabolario inserito nel programma e contenente un migliaio di vocaboli frequentemente usati nell’età scolare.
  • 33. 33 L'utilizzo di molteplici canali sensoriali, ossia il canale visivo (le parole illustrate) ed il canale uditivo (le parole ascoltate tramite la sintesi) avvicina in modo accattivante il bambino alla scrittura che diventa immediatamente divertente, gratificante e non più fonte di fatica e di frustrazione. L'utilizzo della tastiera esclude l'impegno dell'esecuzione grafica in fase di scrittura e permette al bambino in difficoltà di concentrarsi unicamente sull'analisi fonologica delle parole. SuperQuaderno può essere già all'inizio della scuola primaria utilizzato per stimolare le prime fasi di composizione del testo, poiché il disegno è la prima forma per raccontare storie, descrivere esperienze, esplorare il conosciuto. SuperQuaderno può essere potenziato con l'utilizzo opzionale della sintesi vocale Loquendo, permettendo il riascolto di ciò che viene scritto, favorendo e rinforzando in tal modo le abilità di lettura, l'elaborazione e la composizione del testo. La lettura "con le orecchie" resa possibile dalla sintesi vocale, favorisce il consolidamento della consapevolezza fonologica, della corrispondenza fonema/grafema con feedback sincroni, contestuali all'atto della scrittura. Questa funzionalità permette un costante automonitoraggio e stimola le capacità di autocorrezione perché la sintesi
  • 34. 34 vocale fa percepire l'eventuale errore. SuperQuaderno quindi può essere il primo strumento metacognitivo e strumento compensativo nelle difficoltà di lettura. L'interfaccia si presenta come ricca di icone e intuitiva, priva di testo. Ciò è particolarmente adatto ai bambini e a chi si confronta per la prima volta con il computer e/o con la scrittura. Il pulsante “magia” permette di associare parole presenti nel testo ad immagini. Il bambino potrà aggiungere foto dei suoi amici, della sua famiglia. È possibile inoltre creare un illimitato numero di sinonimi. La sintesi vocale permette un’immediata individuazione dell’errore, e favorisce, in tal modo, un costante automonitoraggio e stimola le capacità di autocorrezione. Possono essere anche previste attività di composizione collettiva, come giornalini scolastici o libri illustrati, dando grande visibilità positiva anche a chi difficilmente potrebbe partecipare a tali attività, senza questo strumento. Consente all'utente l'utilizzo del sistema di simboli in un contesto ludico e di narrazione.
  • 35. 35 Figura 4Favola riportata in Superquaderno 12 Carlo mobile Carlo Mobile rappresenta un software dalle molteplici funzioni. Permette di ascoltare la lettura di qualsiasi testo selezionabile con il mouse all’interno di qualsiasi programma, dalle e-mail ai siti Internet, dai file PDF ai file di Office, scegliendo la lingua, la velocità di lettura o la lettura scandita. E’ necessario che il materiale sia digitale, altrimenti bisogna trasformarlo. E’ possibile controllare la lettura mediante alcuni pulsanti situati sullo schermo o tramite combinazioni di tasti a scelta dell’utente.
  • 36. 36 E’ possibile registrare in formato audio qualsiasi testo, per poi poterlo riascoltare in un secondo momento oppure per poterlo trasferire su un lettore portatile. E’ quindi possibile svincolare l’ascolto di un testo dalla presenza del PC, potendo utilizzare lettori audio di dimensioni minime e con prezzi estremamente abbordabili. La funzione di ricerca, inserita all’interno del programma, risulta utile per ritrovare informazioni all’interno dei propri documenti o nei testi letti dal programma. La calcolatrice rappresenta uno strumento estremamente utile, in quanto consente di recuperare il risultato di qualsiasi calcolo. La sintesi vocale, ad essa associata, permette di ascoltare l’intero numero digitato e non solo le singole cifre che lo compongono, nonché il segno, il risultato, di vedere la procedura nel suo completo svolgimento. I calcoli effettuati vengono registrati su di un nastro virtuale. Ciò consente di recuperare i calcoli precedenti e di copiare l’intera operazione nel testo, in modo da evitare errori di trascrizione. La sintesi vocale offre un’opportunità importante:permette di concentrarsi sullo svolgimento dei problemi, piuttosto che sulla scrittura dei numeri e sull’applicazione delle procedure dei calcoli. E’ presente anche una funzione per l’apprendimento delle lingue. L'uso di sintesi vocali in lingua estera permette di ascoltare i testi nelle principali lingue europee, sia nel formato originale che tradotti in italiano, in modo automatico grazie al traduttore automatico del software.
  • 37. 37 Per la scrittura e la lettura di testi il programma offre alcune funzionalità aggiuntive come la possibilità di personalizzare il colore dello sfondo, il carattere e la sua dimensione. Attraverso la sintesi vocale il computer diventa quindi un lettore in grado di leggere qualsiasi testo, riducendo così lo sforzo di lettura di un ragazzo dislessico. Il testo può essere ascoltato completo, parola per parola o nella lettura fonema per fonema (spelling fonetico) utile per rafforzare la corrispondenza segno-suono 13 Software free Arrivati a questo punto vale la pena passare in rassegna la serie di software educativi denominati “free”. “Free” nel senso che non hanno un costo, sono personalizzabili e sono disponibili in rete per essere scaricati da qualsiasi utente. Sono in costante crescita gli insegnanti sul territorio nazionale che in questi ultimi dieci anni hanno sviluppato un software didattico per i propri alunni e che hanno scelto di metterlo in rete, a disposizione di tutti. Questi insegnanti hanno reso disponibili, a colleghi e a genitori interessati, una serie di preziose risorse software, il tutto senza fini di lucro e spesso in uno spirito cooperativo e collaborativo davvero encomiabile. Esiste, dunque, anche la possibilità di scaricare dalla rete i programmi che si reputano utili complementi al proprio intervento didattico, senza costi e liberamente, appunto. Vediamo quali sono. Non è possibile aprire questa rassegna di siti che offrono software didattico free se non partendo da quello di Ivana Sacchi (www.ivana.it).
  • 38. 38 Segnalo la presenza, nel suo sito, di alcuni software rivolti ai bambini della scuola primaria:  Cloze, Giochi di parole, Esercizi per la dislessia, Parole simili,Anagrammi di sillabe: programmi rivolti al potenziamento delle abilità fonologiche.  Lettura rapida: un programma rivolto al potenziamento delle capacità di lettura.  Leggitesti e Leggo facile: due programmi rivolti a facilitare le abilità di letto- scrittura con il supporto della sintesi vocale.  Scrivimmagine: un programma rivolto ad accrescere la motivazione alla scrittura. Ricordo ancora i programmi nati dalla collaborazione tra un tecnico informatico e una logopedista, Franco Fraire e Valeria Allamandri:  Contagiri e Schiaffo: due programmi rivolti a potenziare le abilità di calcolo.  Insegui le parole, Caleidoscopio: un programma rivolto allo sviluppo delle capacità di lettura. Ad opera di Antonella Pulvirenti, un’insegnante di scuola primaria della provincia di Imola, troviamo una preziosa collezione di software didattici rivolti ai bambini con D.S.A., dal titolo:  Tecnologie e D.S.A.: un Cd-rom contenente numerosi software divisi inbase all’età anagrafica degli alunni e alle finalità didattiche. Nel sito si trovano inoltre utili recensioni relative ai software contenuti nella Giochi didattici adatti ai bimbi dislessici. Segnalo due siti dove sono raccolti molti giochi e materiali didattici sulla dislessia:  http://www.maurorossi.net  http://www.maestrantonella.it 14 Giochi didattici Ritroviamo anche molti giochi didattici multimediali che ben si prestano nell’aiutare i bambini dislessici a ridurre la frustrazione di fronte al tradizionale materiale cartaceo. Essi si distinguono in base alle aree di apprendimento; riporto di seguito alcuni esempi. Invasori, bachi Descrizione: con un’interfaccia gradevole e accattivante sono presenti 2 differenti
  • 39. 39 giochi: invasori e bachi e una modalità priva di grafica per gli utenti adulti o per chi ha bisogno di un ambiente semplificato. Si presenta come un videogame in cui scendono lettere, parole o numeri che devono essere lette e ridigitate per ottenere un feedback (visivo, sonoro). Obiettivo: favorire i processi di letto scrittura e la familiarità con la tastiera. Tipi di esercizi: 1. riproduzione di lettere-cifre singole e in sequenza che impegnano a un uso limitato della tastiera, se si vuole far esercitare l’utente solo su certi tipi di fonemi; 2. riproduzione di lettere, cifre e parole di differente lunghezza; 3. individuazione e scrittura della lettera mancante in parole appartenenti a diverse categorie semantiche (tipo di gioco “completamento”). Possibili adattamenti: il programma permette di scegliere di regolare la velocità di discesa delle stringhe di lettere, le pause che intercorrono tra la comparsa delle stringhe, quante stringhe far scendere contemporaneamente (una, due o tre), il tipo di carattere (maiuscolo, minuscolo), il livello di difficoltà, la presenza di suoni e musica. Consente inoltre la modifica e l’introduzione di nuovi esercizi. Bachi Invasori
  • 40. 40 IMPARO GIOCANDO11 è una raccolta di giochi per l'apprendimento delle discipline. Le materie sono matematica, italiano, geografia, musica, fisica (di prossima pubblicazione anche scienze). I giochi sono stati sperimentati nel corso di tre anni da più di 1000 insegnanti e relativi alunni (sperimentazione monitorata). Scoiattoli e ghiande Abilità: Acquisire il concetto di divisione per via formale o attraverso una concreta ripartizione di oggetti. Comprendere il concetto di resto. Rosicchiare caduta (tempi presente - passato - futuro): Abilità: Distinguere le informazioni espresse dalla flessione verbale: coniugazione. Contenuto: Le tre coniugazioni. 11 http://www.iprase.tn.it/documentazione/giochi2.asp
  • 41. 41 Castello incantato Descrizione: Castello Incantato è un software pensato come eserciziario e strumento riabilitativo per affiancare il bambino nei primi apprendimenti della scrittura e per potenziarne le abilità. L’ambientazione veramente “incantevole” fa da sfondo ad esercizi che permettono un approccio ludico con la letto-scrittura. Gli sforzi dell’apprendimento vengono ricompensati con un sistema di feedback immediati, accumulo di punti e possibilità di accedere ad ambienti ricreativi come lo shop e giochi, in una prospettiva premiante, in linea con le più accreditate teorie dell’apprendimento. Obiettivo: i giochi presentati hanno lo scopo di facilitare l’analisi fonologica delle parole, il riconoscimento dei grafemi e delle sillabe, di implementare la memoria di lavoro e le abilità di autodettatura, di migliorare le capacità ortografiche, di favorire il passaggio dalla sintesi sillabica alla lettura di parole, di avviare alla composizione di frasi e di piccoli testi. Il programma è destinato sia all’utilizzo in ambito riabilitativo che scolastico, nelle prime classi della scuola primaria. Contenuti: all’interno di un castello incantato, abitato da simpatici fantasmi, il bambino
  • 42. 42 viene accompagnato alla scoperta di tre diversi ambienti: la sala del Tesoro (o sala delle Torture), la sala dei giochi e la galleria d’arte in cui potrà cimentarsi nella scrittura di parole, frasi e brevi testi. Tipi di esercizi: Passaggio segreto (completa la parola): il bambino è invitato a inserire la lettera mancante in una parola, facilitato dall’immagine. Questa proposta mira a favorire il passaggio dalla lettura di parole piane a parole con ortografia più complessa: queste spesso rappresentano un ostacolo arduo da superare per i bambini che non distinguono tutti i suoni della parola; Passaggio segretissimo (scrivi la parola): il bambino viene invitato a scrivere una parola guidato dall’immagine corrispondente in autonomia o supportato dall’adulto. In questo caso le parole potranno essere selezionate in liste predisposte scegliendo il fonema o la sillaba iniziale o la difficoltà ortografica che si vuole esercitare. Gioco dell’appeso (indovina la parola): viene richiesto di indovinare una parola secondo le modalità del classico gioco dell’impiccato con lo scopo di rafforzare ulteriormente le abilità fonologiche; nella modalità di gioco a due si permette la reciprocità del gioco invitando il bambino a indovinare o a pensare la parola da far indovinare all’avversario.
  • 43. 43 Acchiappa Fantasmi (costruisce le parole): l’attività consiste nel comporre una parola cercando di “sparare” il fantasma che porta le lettere o sillabe corrette; una voce guida il bambino nel gioco. Gioco delle Carte (costruisce le parole): il bambino potrà comporre semplici parole, facilitato da immagini, scegliendo le lettere opportune tra quelle presentate sulle carte. Tiro al bersaglio Descrizione: l’attività consiste nel riconoscere la parola uguale al target proposto in due varianti: il Tiro al palloncino, dove la parola corretta è ripresentata insieme con altre tre parole in un’unica schermata e il Tiro al piattello, in cui compaiono in successione parole simili al target con una rapidità regolabile. Obiettivo: velocizzare i tempi di lettura, favorendo un’analisi istantanea delle parole, considerate come unità ortografiche, senza il ricorso alla conversione fonologica o a una scansione lettera per lettera. Possibili adattamenti: il programma prevede la possibilità di aumentare la rapidità di
  • 44. 44 presentazione costringendo ad una lettura più rapida, permette di regolare feedback sonori e di inserire nuovi testi, rendendo lo strumento adattabile all’esigenza educativa specifica. Sorprasso Descrizione: si presenta come un videogioco di una gara di automobili, quindi stimolante, in cui ogni volta che avviene un incidente è richiesto di compiere un esercizio. La gara di macchinine è stata pensata in modo tale che più il bambino è abile nella guida più il gioco è difficile e complicato evitare gli incidenti, questo rende il gioco più divertente e stimolante. La soluzione degli esercizi permette di procedere con la gara e totalizzare punti. Obiettivo: si cerca di allargare il lessico del bambino e di favorire gli automatismi nella lettura, aumentandone la velocità. Livelli di esercizi e difficoltà: il programma prevede differenti tipi di esercizi: 1. trovare e correggere un errore inserito in un contesto semantico significativo per sviluppare la capacità di analisi visiva delle parole ed evitare errori di tipo fonologico; 2. ricostruire una parola divisa in frammenti richiedendo il mantenimento in memoria delle parti della parola già esposti fino alla ricomposizione completa; 4. ricostruire parole divise in frammenti; 5. trovare il finale di parole che finiscono allo stesso modo stimolando la riflessione sul cambiamento del significato nonostante la stessa radice; 6. comporre parole unendo la parte iniziale con diversi finali; 7. separare le parole aggiungendo spazi e accenti stimolando il bambino a ricavare il
  • 45. 45 significato delle parole e a individuare correttamente le unità costituenti la frase; 8. completare la frase scegliendo le parole esatte; 9. trovare la parola che è stata visualizzata tra tre possibilità, giocando sui tempi di presentazione e quindi velocizzando la lettura globale. Giochi vari Molti dei giochi seguenti sono presi dal sito internet http://www.maestrantonella.it/home_flash.html. Metti una pallina per ogni sillaba Premendo sulle cassa si ascolta la parola corrispondente al disegno. Con il mouse si sposta sulle lineette tratteggiate un numero di palline pari alle sillabe della parola.
  • 46. 46 Si clicca su controllare e se la risposta è giusta il sole sorride… …Se è sbagliata il sole diventa triste. Scambia le lettere iniziali delle parole e controlla
  • 47. 47 Premendo qualsiasi tasto della pastiera in basso si può visualizzare la coppia di parola e quindi continuare a giocare. Scegli la sillaba giusta In apertura il bimbo scopre di avere grande libertà, potendo scegliere con quale coppia di lettere giocare. Una volta scelta, comincia il gioco vero e proprio. Scegli la sillaba che corrisponde all’inizio della parola rappresentata
  • 48. 48 Scegli la giusta grafia della parola pronunciata 15 Strumenti per la matematica Un altro strumento estremamente utile, ma per la matematica, è la calcolatrice che permette di recuperare il risultato di qualsiasi calcolo. D’altra parte, le normali calcolatrici richiedono di digitare i numeri in modo corretto e conoscere i segni delle operazioni. Il grande limite delle normali calcolatrici è che non permettono di controllare i dati inseriti per il calcolo. Ci sono infatti ragazzi che presentano le stesse difficoltà nella scrittura delle lettere anche nei numeri, con frequenti omissioni e inversioni. Carlo Mobile e SuperQuaderno sono dotati di una particolare calcolatrice dotata di sintesi vocale. Con la calcolatrice parlante si può: • effettuare operazioni,
  • 49. 49 • ascoltare i numeri e i segni digitati, • eventualmente correggerli, • mantenere in memoria diverse operazioni, • copiare e incollare le operazioni svolte, evitando inutili errori di trascrizione. In questo modo i ragazzi si possono esclusivamente concentrare nello svolgimento dei problemi, piuttosto che nella scrittura dei numeri e nell’applicazione delle procedure dei calcoli. Un problema può dunque essere risolto, ad esempio, con le seguenti procedure: 1. viene letto con le orecchie con l’ausilio della sintesi e delle immagini, e quindi compreso nei dati e nelle operazioni da svolgere; 2. risolto applicando le operazioni con la calcolatrice parlante; 3. si copia l’operazione e il risultato nel quaderno; CONCLUSIONI L’adozione delle tecnologie in classe rappresenta una rivoluzione copernicana. Accettare l’uso del registratore, effettuare le prove di verifica al computer, acconsentire che un bambino spieghi un testo dopo l’ascolto con le cuffie o che si serva di computer e stampante e non del vecchio quaderno per svolgere un tema, significa modificare obbligatoriamente tutte le rappresentazioni che ognuno si era fatto del proprio lavoro. Sono state dimostrate l’importanza e l’efficacia dell’utilizzo dei “libri parlati” da parte di ragazzi con diagnosi di dislessia evolutiva. Tutto questo apre nuove ed interessanti
  • 50. 50 prospettive didattiche. Appare, quindi, auspicabile per il futuro una sempre maggiore diffusione di tali strumenti, attraverso la sensibilizzazione di scuole e famiglie e attraverso la collaborazione con le case editrici, in modo tale che l’uso di queste tecnologie non sia più limitato a casi sporadici e lasciato all’iniziativa dei singoli, ma possa divenire una pratica consolidata. Anche i bambini presentano reticenze quando si propone loro l’utilizzo degli strumenti compensativi; inizialmente vedono il computer come un mezzo per giocare e considerano l’idea di trasformarlo in uno strumento per studiare spiacevole. Divertimento e impegno vanno tenuti sempre separati, secondo una prospettiva troppo tradizionale, che purtroppo passa ai bimbi. Se il computer viene introdotto dopo diversi tentativi, i bambini posso non accertarne l’utilizzo, perché sono sempre più demotivati di fronte a sforzi andati a vuoto. E’ meglio che pian piano i ragazzini imparino a conoscere tali strumenti, utilizzandoli in base alle proprie potenzialità e ai propri bisogni, senza vederli irrompere nella propria quotidianità come un qualcosa di forzato. Tenendo ben presente che ogni percorso ha come punto di partenza la persona, le caratteristiche individuali e le situazioni ambientali non bisogna dimenticare che gli strumenti e le strategie vanno adattate alle situazioni particolari, ma possono in linea di massima fungere da traccia da seguire per il conseguimento dell’autonomia. L’utilizzo delle tecnologie promuove al massimo l’autonomia e l’indipendenza dello studente, non soltanto per quanto riguarda l’aspetto più legato all’apprendimento e allo studio, ma anche per gli aspetti legati alla sfera emotiva, psicologica, di comportamento e di personalità dell’alunno. Il computer, inoltre, è un segnalatore imparziale e non giudicante, pertanto meglio tollerato dal soggetto e considerato una risorsa non frustrante, ma abilitante. A testimonianza dell’utilità del computer nello studio degli studenti con disturbi specifici di apprendimento, riporto qui delle testimonianze di alcuni ragazzi che da esso hanno tratto notevoli vantaggi. «Usare Microsoft Office é la cosa migliore che mi sia mai successa. Controllo ortografico, fogli di calcolo, diagrammi visuali. Sono un ingegnere e gli strumenti di questo software mi hanno fatto diventare estremamente popolare!» (Jim, Kansas City) «Solo recentemente ho scoperto di essere severamente dislessico ed il SOLO modo in cui voglio lavorare é con il computer. E’ un mondo completamente diverso. Penso che i
  • 51. 51 dislessici siano più portati per il mondo digitale, quindi digitale a tutto andare!» (Brendan, Scozia, Regno Unito) «Quando scrivo un documento, il controllo ortografico è il mio migliore amico. Lo uso continuamente, anche per scrivere questo intervento. Riscrivo i miei appunti due volte in modo che possa leggerli.» (Adrienne, Oklahoma, Stati Uniti) Viviamo nell’epoca della tecnologia, ormai è dentro le nostre tasche, dunque usiamola per trarre benefici. È ora di trovare un filo conduttore, è ora di riscoprire le potenzialità di una scuola aperta al confronto, al dialogo tra le discipline, all’innovazione tecnologica, alla valorizzazione delle diverse abilità dell’uomo. La forza della scuola si racchiude nella cooperazione, nel confronto tra le figure coinvolte, nella lungimiranza degli addetti ai lavori e il sistema scolastico in generale avverte questo urgente bisogno.