3. Dal decadentismo europeo raccolse ideali di sensibilità e raffinatezza, nascono così romanzi e opere quali Il Piacere (1889) e il Poema Paradisiaco (1893). nel periodo successivo D'annunzio scoprì così di voler colmare un vuoto morale di cui egli avvertiva il bisogno, con il mito del superuomo, con pochi aspetti del superuomo di Nietzche gli immise ideali estetizzanti, fino a comporre “una vita inimitabile”. In questo periodo vediamo opere come Il Trionfo della morte (1894), Le vergini delle rocce (1895). in questo periodo D'annunzio iniziò la relazione con la più grande attrice del tempo, Eleonora Duse. I creditori gli tolsero la villa e D'annunzio sdegnato si ritirò in esilio volontario in Francia, dove scrisse opere teatrali in francese.
4. Torna in Italia con lo scoppio della Grande Guerra, D'annunzio fu interventista e combattente valoroso; fra le sue imprese guerresche si ricordano, la “Beffa di Buccari” (10 febbraio 1918) e il “Volo su Vienna” (9 agosto 1819), con il lancio di volantini tricolori sulla città. Si ferì ad un occhio e fu costretto a rimanere per un breve periodo in cecità, ma ciò non tolse D'annunzio dallo scrivere e compose Notturno , un'opera in prosa che caratterizza un momento di ripiegamento su se stesso ed è una delle opere più sincere e vere. Dopo la guerra, fu l'ideatore e il comandante della marcia da Ronchi a Fiume: occupò questa città dal 1919 al 192, con un gruppo di volontari, proclamandovi il suo governo. Fu però costretto a ritirarsi dalle truppe italiane.
5. Ritornato da Fiume, D'annunzio decise di ritirarsi a Gardone Riviera, nella sua villa chiamata “Vittoriale degli Italiani”, mori dopo un lungo periodo di isolamento, dove continuò a comporre opere.