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1. ORIGINE STORICA DELLA TESI DI LAUREA

 Etimologia: THESIS (termine greco) = “POSIZIONE”


 ARISTOTELE lo usa nel senso di “proposizione” o
  “enunciato” in opposizione a ASSIOMA

 PERCHE‟ E‟ OGGETTO DI DIMOSTRAZIONE
  ARGOMENTATA E NON UNA VERITA‟ DA
  ACCOGLIERE COME EVIDENTE E INDIMOSTRABILE

 La struttura logico-discorsiva della tesi trae le sue origini
  dalla prassi delle Università medievali, nel XIX secolo
  diventa la giustificazione logico-argomentativa di un
  complesso di affermazioni.
 Il termine “thesis” passa a significare un enunciato o
  proposizione che ci si accinge a dimostrare.



 Il corso degli studi terminava con la DIFESA di una o più
  TESI davanti al corpo docente.



 Successivamente (sec. XIX) la “tesi” è diventata lo
  SVILUPPO LOGICO-ARGOMENTATIVO
  dell‟enunciato, la giustificazione ordinata e minuziosa di
  un‟asserzione o di una pluralità di asserzioni.
2. COSA COMPORTA UNA TESI

 Un lavoro strettamente “individuale” e “personale”
(farsi fare la tesi da altri è vietato per legge D.L. 30 dic.
   1999 n. 507, art. 65)


 Un elaborato scritto “originale” (da chiarire)



 Su un argomento specifico



 L‟applicazione di un metodo
3. COSA È / COSA NON È … LA TESI

La tesi quindi non è:

 Una raccolta di materiali


 Una copia di testi altrui


 Una ricerca enciclopedica


 Una narrazione letteraria
Invece richiede il rispetto di:

 Una struttura formale comune

1) parte introduttiva
2) corpo della tesi
3) parte finale
4) eventuali appendici.


 Un metodo uniforme e coerente adatto all’oggetto di
  studio (di questo parleremo più tardi)


 Un genere letterario di tipo tecnico
4. IL GENERE LETTERARIO DELLA TESI
DIFFERENTI TIPI DI SCRITTURA

 PROGETTUALE : note scritte in funzione di un lavoro
  successivo (appunti, note, scaletta)

 REFERENZIALE : di carattere espositivo
  (relazione, rendiconto)



 INFORMATIVA: trasmette notizie e dati (curriculum
  vitae, lettera)
 PROFESSIONALE: fa necessariamente uso di moduli e di
  linguaggio professionale (perizia, verbale)




 TECNICA: impiega linguaggi settoriali e specialistici, comuni
  ad una determinata disciplina ed è adottata da un determinato
  gruppo di studiosi




 ARGOMENTATIVA: sottende un dis-scorrere, ossia un
  passare da un ragionamento all'altro, seguendo una
  metodologia scientifica appropriata che si esprime con un
  linguaggio tecnico
La tesi di laurea deve impiegare un linguaggio
 non solo REFERENZIALE-ESPOSITIVO
 ma anche TECNICO-ARGOMENTATIVO.

Ciò presuppone una serie di scelte:

 Formulare previsioni sulle conoscenze comuni intorno
  all‟argomento di tesi;

 Scegliere un lessico specifico;


 Scegliere un punto di vista oggettivo;


 Scegliere un tono neutro.
5. TIPOLOGIA DI TESI


         TESI DI RICERCA                           TESI COMPILATIVA




SCOPO    Originalità                               Rielaborazione critica



METODO   Espositivo/Argomentativo                  Espositivo



DURATA   Piu lunga e impegnativa, rielaborazione   Più corta e meno impegnativa
         critica
In compenso i due tipi di dissertazione scritta devono
  avere in comune l'esperienza delle varie fasi di
  costruzione della tesi:

 Raccolta delle fonti


 Uso del linguaggio tecnico


 Stesura chiara e corretta
6. IL SIGNIFICATO DELLA TESI

 Conclude il ciclo degli studi universitari



 Consiste in un elaborato scritto frutto di lavoro personale



 È accompagnata da un esame-discussione pubblica



 È una attestazione del sapere e delle capacità acquisite
  in vista dell‟entrata nelle professioni
7. IL PERCHE’ DELLA TESI

Il lavoro di tesi è un esercizio indispensabile perché:

 Completa la formazione universitaria


 Segna l‟inizio di una attività creativa sul piano intellettuale


 È un apprendistato dei metodi di ricerca, di argomentazione e
  di metodologia scientifica

 Introduce talvolta al mondo della professione
8. REQUISITI SOGGETTIVI DELLA TESI
 Essere fortemente motivati (DEVO RIUSCIRE!)

 Avere il coraggio di sfidare sé stessi (DEVO TENTARE!)

 Dedicarsi interamente alla tesi (CE LA METTO TUTTA!)
seguendo queste disposizioni:

    negative: rinunciare ad ogni distrazione, ad ogni
     dissipazione del tempo e delle energie;
    positive: concentrare l‟attenzione sull‟oggetto della tesi;


 Conclusione: non rinunciare a vivere, ma vivere
  ordinatamente ossia seguire un metodo di vita e di lavoro
  (DISCIPLINA!)
9.Aspetti psicologici della tesi
 1. Stile di vita sano e ritmico
 2. Disciplina mentale: raccogliersi
  ,concentrarsi, motivarsi
 3. Requisiti psicologici: 1. fiducia, 2. costanza, 3.
  slancio
 Terapia cognitiva di Beck: la sfiducia e la depressione
  sono l’effetto del CIRCOLO VIZIOSO dei PENSIERI
  NEGATIVI.
 Dunque: eliminiamo i pensieri negativi sulla base della
  possibilità di cambiare noi stessi
10. (segue) Aspetti psicologici della tesi
 Per fare questo occorre però:
 1. Trasformare le nostre intenzioni in atti concreti
 2. Ripetere tali atti in modo che divengano
  un’abitudine virtuosa
 3. Saper accettare i nostri limiti per migliorarsi
 4. Evitare l’isolamento eccessivo
 Rendere partecipi del nostro lavoro il professore, i
  nostri amici, i familiari
Parte IV

                  METODI DI RICERCA

1.COSA È UN METODO
Etimologia: meta-odos = 2 significati complementari a seconda della traduzione
   di “meta” che significa sia “dopo”, sia “durante” abbinato a “odos” (= cammino)


SUCCESSIONE = “ciò che viene dopo il cammino”, ossia il termine, lo scopo
  ricercato

SIMULTANEITA‟ = “Camminare con”, ossia il cammino con cui si giunge alla
  destinazione richiesta


Il METODO è “un modo di procedere coerente che viene applicato per
    raggiungere un fine determinato”
2. CARATTERISTICHE DEL METODO
• Non esiste un METODO UNICO ma DIVERSI METODI (su questo punto
  torniamo tra breve)
•
• Una volta assunto un METODO, deve essere seguito in modo COERENTE e
  RIGOROSO

• È lo SCOPO ossia la destinazione che determina il METODO e non viceversa (è
  un cammino che va fatto in vista della mèta)

• Tra lo SCOPO e il METODO c‟è una RELAZIONE CIRCOLARE nel senso che
  lo scopo all‟inizio è solo progettato, dopo diventa reale e solo con la sua
  esecuzione porta alla destinazione desiderataIl METODO è lo STRUMENTO
  ossia quell‟insieme di REGOLE e OPERAZIONI compiute in SUCCESSIONE
  con cui o mediante cui si realizza lo SCOPO


Conclusione: SCOPI DIVERSI ESIGONO METODI DIVERSI

Dunque: la NATURA, l’OGGETTO e in ultima analisi lo SCOPO della TESI
  determina il METODO da seguire.
3. LE COMPONENTI DI UN METODO
Ogni METODO si compone di diverse

• FASI o operazioni tra loro ordinate e coordinate

• TECNICHE per conoscere, ossia “le specifiche procedure usate
  in una data scienza, o per un particolare genere di indagine entro
  quella scienza” (Kaplan).

• REGOLE da seguire secondo un certo ordine o successione

Le TECNICHE conoscitive sono di due tipi: tecniche di
RACCOLTA DATI e tecniche di ANALISI-


Il DATO (qualsiasi dato anche nella fisica) non è mai separabile dalla
   sua INTERPRETAZIONE
4. TIPOLOGIA DI METODI (alcuni esempi)

4.1. TESI di FILOLOGIA → metodo filologico: fare
  l’edizione critica di un testo medievale esige

• il censimento dei manoscritti
• la ricostruzione dello stemma dei codici
• la comparazione delle varianti
• l‟applicazione delle regole filologiche, la scelta di una
  “lezione” che si presume autentica
• la ricostruzione del testo originale
• la costruzione dell‟apparato critico (sempre seguendo
  certe regole)
4.2. TESI di STORIA → metodo storico: ricostruire un
  personaggio o una vicenda o discutere della verità o
  falsità di un evento del passato comporta

• la ricerca delle fonti manoscritte e delle fonti a stampa negli
    archivi, nelle biblioteche o in Internet
•   la loro decifrazione mediante la paleografia e la diplomatica
•   la correlazione delle informazioni particolari al contesto storico
    (storicizzazione dei dati)
•   la loro interpretazione (la storia è il rapporto del PRESENTE
    col PASSATO) secondo schemi o categorie che riteniamo più
    consone (cronologico-causali-seriali-religiose-sociologiche-
    psicologiche, ecc.)
•   l‟opera finale di sintesi
•   la dimostrazione di una tesi (es. la donazione di Costantino è
    un falso storico)
4.3. TESI di SOCIOLOGIA → metodo sociologico:


 l‟osservazione dei fatti sociali
  (statistiche, inchieste, interviste, dati seriali, ricerche sul
  campo, ecc.)

 la loro classificazione e interpretazione


 la costruzione di “tipi sociali”


 la formulazione di ipotesi per la
  comprensione/spiegazione dei fatti osservati
4.4. TESI di DIRITTO → metodo giuridico


Pluralità di metodologie, quella prevalente fino a qualche decennio
era quella DOGMATICA

Vari livelli della conoscenza giuridica:
 ESEGESI ossia interpretazione dei testi di legge
 isolamento degli ISTITUTI GIURIDICI
 loro relazioni con i PRINCIPI e con gli altri ISTITUTI
 costruzione del SISTEMA GIURIDICO

Più semplicemente un‟analisi giuridica risulta fondata sulla
combinazione di una FONTE o insieme di fonti che hanno
AUTORITA‟ LEGISLATIVA e del RAGIONAMENTO di tipo
sillogistico per verificare/dimostrare che un determinato caso o
FATTISPECIE deve rientrare in una certa REGOLA legislativa e
quindi essere risolto in un determinato modo e non in altro.
TESI di FACOLTA’ SCIENTIFICHE (Scienze della
 Terra, Farmacia, ecc,) → metodo scientifico o
 sperimentale

Il metodo scientifica si fonda sulla triade

• PROBLEMA DA RISOLVERE


• TEORIA o IPOTESI quale tentativo di soluzione


• CRITICHE o attuazione di una serie di CONTROLLI per
  scoprire eventuali ERRORI da correggere mediante altre
  teorie o ipotesi anch‟esse da controllare

Questo metodo si fonda sul principio della FALLIBILITA‟ e
FALSIFICABILITA‟ delle conoscenze (Popper)
Il metodo scientifico si articola sul rapporto molto
stretto tra INDUZIONE e DEDUZIONE:

Partire da un PRINCIPIO o Sistemi di assiomi
Dedurre tutte le CONSEGUENZE
Metterle a confronto con gli ESPERIMENTI
Verificare la GIUSTIFICAZIONE del Principio
Mercoledì 26 ottobre 2011 (pomeriggio)
    PARTE V


LA REDAZIONE O STESURA DELLA TESI

  1 AVVERTIMENTI NECESSARI

 Prima di iniziare a SCRIVERE, dopo aver raccolto il
  MATERIALE e fatto le LETTURE NECESSARIE, occorre
  formulare un PROGETTO o PIANO che deve permettere di
  redigere l‟INDICE della Tesi.

 Si tratta indubbiamente del lavoro più complesso, perché
  richiede RIFLESSIONE, SPIRITO DI SINTESI e CAPACITA‟
  LOGICHE.
2. COME RIFLETTERE SUL PIANO DELLA TESI
 Ecco un percorso mentale tipico fatto delle seguenti operazioni
     preliminari:

1)     Cogitare (co-agitare): mettere in rapporto le diverse informazioni e i
       diversi elementi, confrontarli tra loro;

2)     Pensare (ponderare): valutare il peso e il valore dei vari elementi a
       noi presenti;

3)     Discorre (dis-correre): passare da un punto o elemento all'altro del
       materiale preparatorio per trovare un filo conduttore;

4)     Riflettere (ri-flettere): portare l'attenzione sull‟ordine interno al nostro
       discorso per attribuire una strutturazione logico-discorsiva migliore.


       Fatte queste operazioni, occorre procedere per gradi alla
       elaborazione di una riflessione logica sul progetto della tesi
3. COME PROCEDERE ALLA DEFINIZIONE
 DELL’IMPIANTO SISTEMATICO DELLA TESI

1) Raccogliere le IDEE-GUIDA emerse
2) Porle in correlazione secondo RAPPORTI LOGICI

   causa/effetto
   principale/secondario
   generale/particolare
   precedente/posteriore, ecc.

3) Definire la MAPPA GERARCHICA DEI CONCETTI che
  informeranno il nostro elaborato.

Lo scopo è quello di
4. INDIVIDUARE IL FOCUS DELLA TESI

  Occorre tracciare lo schema mentale operativo che
  informerà tutte le fasi successive del nostro lavoro:

 dare la tesi da sostenere
 dare le varie tesi da contrapporre
 specificare il punto di vista da utilizzare
 dare indicazioni di massima sull'ordine della trattazione degli
  elementi
 specificare le parti informative e le parti originali
 ordinare ossìa collocare queste parti in modo da distribuire
  tutto il materiale in una concatenazione logica.
5. DISEGNARE LO SCHEMA ORGANICO
Operativamente si tratta di disegnare su un foglio di carta o
sul PC progetti, bozze, simulazioni di uno SCHEMA
ESSENZIALE contenente varie IPOTESI DI LAVORO
assumendo

    un punto di partenza
    sviluppando le conseguenze
    delineando le conclusioni.

Provare a fare per scritto questi abbozzi più volte e verificare
la loro maggiore o minore funzionalità in rapporto al/alla

    livello di coerenza logica
    linearità espositiva
    grado di completezza.
6. INDICE DELLA TESI

 Una volta chiarito nella nostra mente e con l‟aiuto del
 relatore, il piano logico della tesi, sarà possibile
 predisporre la STRUTTURA FORMALE della tesi:

1) Frontespizio
2) Introduzione
3) Parte I (eventualmente) – Capitolo I: Titolo / Paragrafo
   1, 2, 3, ecc.

                          Capitolo II (come sopra)
                          Capitolo III (come sopra)
7. REQUISITI PRELIMINARI ALLA STESURA

 è necessario aver compreso che cosa si intende dire;


 all‟inizio di ogni capoverso, paragrafo o capitolo è
  necessario aver chiara la funzione che esso avrà
  nell‟economia della tesi;

 si eviti la frammentazione di un concetto in più parti della
  vostra tesi;

 si eliminino le ripetizioni di pensiero, di concetti, di
  citazioni.
8. LA PRIMA OPERAZIONE DELLA STESURA: LA SCALETTA

Sia che si tratti di un capitolo (multiplo di un paragrafo) o di un paragrafo
(unità logica composta da più periodi tra loro separati da un accapo) è
SEMPRE NECESSARIO predisporre una SCALETTA prima di procedere
alla loro stesura.

 Discutere alcuni MODELLI generali di scalette: dal generale al
  particolare, dal prima ai dopo; dall‟argomento debole a quello forte, ecc.

 Valutare le scalette come modelli di testo in rapporto al TIPO DI TESTO
  (espositivo, argomentativo, ecc.) oppure, più specificamente, e al tipo di
  tesi (letteraria, giuridica, scientifica, ecc.)

 Elaborare e valutare diversi sviluppi o ORDINI LINEARI del capitolo o
  paragrafo tenendo conto di diversi parametri: efficacia
  persuasiva, adeguatezza al destinatario, chiarezza, cooperazione con il
  lettore ecc. Valutare i criteri per stabilire cosa va prima e cosa va dopo...

 Stabilire il rapporto tra ORDINE „verticale' della scaletta (progressione
  logica, cronologica, argomentativa) e eventuali momenti „orizzontali „
  (digressioni, esemplificazioni, ecc.).
9. LA COSTRUZIONE DEL PARAGRAFO
Il paragrafo rappresenta l‟unità letteraria intermedia tra i
singoli enunciati ed i capitoli della tesi. Una delle difficoltà
maggiori è rappresentata dal come ordinare i punti ed il
piano di stesura.

Proviamo a schematizzare i diversi ordini di esposizione
e le possibili relazioni tra i punti trattati, e la
conseguente varietà delle tipologie di paragrafo:

Ordine verticale: 1, 2, 3, 4, ecc.
Ordine orizzontale: 1 a, b, c…; 2 a, b, c, ecc.

I rapporti o tipi di relazione tra i vari punti dei due ordini possono essere:

1)   GENERE / SPECIE (livello di inclusione)
2)   ANTECEDENTE / CONSEGUENTE (livello eziologico)
3)   CAUSA / EFFETTO (livello causale)
4)   ARGOMENTO FORTE / ARGOMENTO DEBOLE (livello probatorio)
5)   ANALOGIA / DIFFERENZA (livello di similarità)
La scelta dei criteri in base ai quali ordinare e sviluppare
i diversi punti deriva dalla natura degli argomenti
trattati.

Per comprendere meglio tale fase è opportuno ricorrer
ad alcuni esempi:

 Esempio 1: rassegna della bibliografia o letteratura in un
  settore → criterio cronologico
 Esempio 2: ricostruzione storica di fatti o personaggi →
  criterio eziologico
 Esempio 3: tesi in diritto penale → livello probatorio-
  argomentativo, tesi in diritto civile → livello argomentativo
  ed altri criteri.
10. COME SCRIVERE UN PARAGRAFO

METODO
   Frase iniziale di prolusione e di raccordo (tesi
    espositiva)
   Impostazione della questione
   Sviluppo o svolgimento coerente di essa
   Frase conclusiva (tesi argomentativa)


REQUISITI
   Progressione logica
   Chiarezza ed evidenza
   Completezza rispetto al singolo punto od asserzione
   che ci si propone di giustificare
11. DALLA SCALETTA AL TESTO: L’APPARATO
TECNICO

Completamento della scaletta:

 aggiungere l'indicazione di dove debbano essere collocate le
  CITAZIONI (loro funzione: esempio, sostegno della
  tesi, presentazione del tema...);

 prevedere per ì vari segmenti della scaletta - orientata sui
  contenuti - il TIPO DI PARAGRAFO opportuno (illustrazione di
  un processo, espansione di una definizione, sviluppo di un
  esempio, spiegazione...):

 provvedere a immettere le NOTE (loro funzione di
  prova, riferimento bibliografico, sviluppo di un particolare, ecc.)
12. CONSIGLI PER LA SCRITTURA
METODO

1)   Si impara a scrivere assimilando la scrittura degli specialisti
2)   Si impara a scrivere con più e più prove e tentativi
3)   Correggere le diverse stesure dopo un congruo intervallo di
     tempo

CARATTERISTICHE

1)   Corretta → tecnicamente, secondo il lessico proprio di ogni
     disciplina
2)   Chiara → confusione di parole = confusione di idee
3)   Efficace → cattura l‟interesse del lettore con formule chiare
4)   Graduata → in base al risalto da dare alle idee ed ai punti
     centrali
5)   Essenziale → togliere le ridondanze e le cose superflue
13. REVISIONE DEL TESTO
È una fase non meno importante della stesura, perché spesso il buon
esito di un lavoro dipende proprio dall‟accurata revisione che se ne fa.


La revisione della tesi riguarda:
 I vari livelli formali dell‟organizzazione del testo
  (struttura, divisione, articolazione interna)
 I contenuti del testo, dall‟ordine espositivo fino alla costruzione delle
  frasi e alla scelta dei capoversi (molto importante)


La revisione quindi si propone di:
 Verificare l‟adeguamento della propria scrittura ai criteri formali e
  linguistici della tesi
 Migliorare la configurazione complessiva della tesi cercando di dire
  meglio le cose che vogliamo affermare e dare loro il giusto risalto
Per fare questo occorre lavorare sui paragrafi e
capoversi per smontarli e rimontarli in un ordine più
appropriato o semplicemente per migliorare
l‟appropriatezza linguistica e l‟efficacia comunicativa.



È bene predisporre una lista di elementi da controllare
relativa ai vari livelli di percorso di scrittura.



In ogni caso va detto che per ottenere una buona tesi si
rendono necessarie due o tre stesure successive di tutta
o di buona parte di essa.
14. L’APPARATO TECNICO
NOTE BIBLIOGRAFICHE

 Ogni singola asserzione significativa che non sia di dominio comune
  deve essere GIUSTIFICATA in NOTA o con un rimando alla fonte da
  cui è stata attinta o con un confronto critico tra le divergenti opinioni
  da cui scaturisce.

 La giustificazione deve fornire la possibilità di verificare quanto
  scritto (v. logica scientifica di Popper, che lega indissociabilmente
  SCIENTIFICITA‟ E FALSICABILITA‟).

 Nel caso in cui non sia possibile giustificare pienamente una
  determinata asserzione si abbia l‟onestà ed il rigore di presentarla
  come IPOTESI O OPINIONE PROBABILE, adducendo tuttavia
  anche in questo caso il motivo (perché la ritengo probabile?).

 L‟apparato probatorio o giustificatorio del testo, ossia le NOTE, si
  cominciano ad abbozzare CONTEMPORANEAMENTE al TESTO
  (aprire subito nota, indicando due/tre parole di
  riferimento, specialmente il riferimento alla pagina).
CRITERI PER LE NOTE

Ogni nota deve essere:

 Numerata progressivamente in numeri arabici in apice
  all‟interno di ciascun CAPITOLO

 Deve essere PROPORZIONATA quindi non troppo lunga
  rispetto al testo

 In caso consista in riferimenti bibliografici, la citazione di questi
  deve essere UNIFORME per tutta la tesi
APPENDICI
Oltre al testo e alle note, è possibile e talvolta necessario
aggiungere in appendice ai capitoli, una APPENDICE per
motivi diversi, quali:

      Tabelle di dati
      Diagrammi e Statistiche
      Cartine e illustrazioni o figure
      Organigrammi e prospetti
      Riproduzione integrale o parziale di documenti citati nel
       testo, ecc.

Ognuna di queste serie di dati o di attiva

    ordinata e numerata progressivamente
    intitolata brevemente e correttamente

Nell‟Indice della tesi vanno riportati in elenco con relativa
pagina i titoli dell‟Appendice.
Giovedì 27 ottobre 2011

LAUREANDI AREA GEPS

ESERCITAZIONI PER LA CITAZIONI NELLE NOTE


Diamo alcune indicazioni per il RIFERIMENTO BIBLIOGRAFICO
avvertendo però che esistono DIFFERENTI METODI
UGUALMENTE VALIDI

I due più importanti sono:

 Sistema semplificato: Autore – Data

 Sistema completo: Autore, Volume, Luogo di stampa
  (Editore), Data
14.1. SISTEMA SEMPLIFICATO (AUTORE - DATA )
è particolarmente adatto nel caso

    di frequenti riferimenti bibliografici
    quando questi riferimenti sono alle medesime opere.



Esso comporta la stesura in fondo alla tesi di una
BIBLIOGRAFIA organica rigorosamente organizzata per
AUTORE e, nel caso di più opere dello stesso autore, per DATA
di pubblicazione.


In questo modo per identificare un‟opera basterà rinviare
semplicemente all‟Autore, all‟Anno o Data e poi alle pagine
Esempi:
A piè di pagina nelle note:

Prodi 1982, p. 2.
Prodi 1992, p. 24.

Nella Bibliografia (in fondo alla tesi):

Prodi, P., Il sovrano pontefice. Un corpo e due anime: la monarchia papale nella
prima età moderna, Bologna, Il Mulino, 1982

Prodi, P., Il sacramento del potere. Il giuramento politio nella storia costituzionale
dell’Occidente, Bologna, Il Mulino, 1992


Nel caso di più volumi o articoli dello stesso autore nello stesso anno, occorre fare
ricorso alle LETTERE ALFABETICHE:

per es. Prodi 1990a, p. 23.

Prodi 1990b, pp. 122-123.
14.2. SISTEMA COMPLETO


È quello ordinariamente seguito ed è articolato in più modi:

  • citazione completa
  • seconda citazione
  • citazione a catena




PRIMA CITAZIONE COMPLETA
1. Volumi o opuscoli
Elementi

1) Nome (iniziale puntata)
2) Cognome dell‟autore
3) Titolo e sottotilo dell‟opera (in carattere corsivo cioè corsivo)
[4) Eventuale curatore]
[5) Eventuale indicazione della traduzione italiana: es. trad. it.,]
[6) Eventuale collana di cui il volume fa parte]
 7) Luogo e data di edizione
[8) Eventuale numero di edizione dell‟opera in esponente: es. 19942]
[5) Numero di pagina o di pagine dell‟opera a cui ci si intende riferire: p. /
   pp.]

NB: L‟editore si può mettere o tralasciare dopo l‟indicazione del luogo di
  edizione: es. Bologna, Il Mulino, 1994. In ogni caso, l‟importante è
  seguire un metodo coerente.

P.A. d‟Avack, Vaticano e Santa Sede, a cura di C. Cardia, Bologna 1994,
  pp. 150-163.
2. Più autori

a. Quando sono due o tre, si dividono i cognomi con trattino –

R. David – C. Jauffret-Spinosi, I grandi sistemi giuridici
contemporanei, trad. it. sulla 10a ed,
a cura di R. Sacco, Padova 19944, pp. 12-15.

b. Quando sono più di tre oppure non è indicato l‟autore o gli
   autori (volume miscellaneo) un tempo si premetteva la sigla
   AA.VV. Autori Vari, oggi è invalso l‟uso di omettere tale sigla e
   di dare solo il titolo dell‟opera seguito eventualmente dal
   curatore

Errore e simulazione nel matrimonio canonico, a cura di U.
  Navarrete, Roma 1999..
1.3. Articoli e saggi contenuti in un’opera ad
una o più mani

Si indicano tutti gli elementi della citazione completa sia
dell‟articolo in questione sia del volume ove esso è contenuto
secondo le modalità di cui sopra (1.1 e 1.2); tra i due titoli si
interpone: in

G.S. Pene Vidari, Osservazioni su Costituzione e riforme
costituzionali nella storia italiana, in Studi in memoria di Italo
Mancini, a cura di G. Pansini, Napoli 1999, pp. 467-483.

G. Alpa, Storia, fonti, interpretazione, in Id., Trattato di diritto
civile, I, Milano 2000.
1.4. Articoli contenuti in riviste, annuari, atti
accademici
Si indicano tutti gli elementi del n.1, seguiti da in , e
  dall‟indicazione della rivista, annuario, ecc.

Per le riviste occorre dare:

1) il titolo completo tra virgolette “ ”
2) l‟eventuale numero della annata in numeri romani (v.
  nota 1 qui sotto) oppure il numero arabo del volume (v.
  nota 2) o del fascicolo oppure della parte (v. nota 3)
3) l‟anno solare in cui è pubblicato il fascicolo
4) l‟indicazione degli estremi delle pagine o colonne in cui è
  contenuto l‟articolo o la voce
1 A.  Stankiewicz, De iurisprudentia rotali recentiore circa
    simulationem totalem et partialem (cc. 1101 2 CIC; 824
      2 CCEO), in “Monitor Ecclesiasticus”, CXXII, 1997, p.
    219.

2 C.   Marzuoli, Su alcuni aspetti della dottrina del diritto
    amministrativo tra fascismo e repubblica: appunti per dei
    giudizi da rivedere, in “Quaderni fiorentini per la storia del
    pensiero giuridico moderno”, n. 28, 1999, pp. 787-816.

3   G. Gorla, La struttura della decisione giudiziale in diritto
    italiano e nella Common Law, in “Giurisprudenza
    italiana”, 1965, I, col. 1239.
1.5 Voci di enciclopedie, dizionari

Autore, titolo completo della voce, in, titolo completo
dell‟opera enciclopedica, numero del volume o tomo, luogo
e data di pubblicazione del suddetto volume o tomo,
estremi delle pagine, eventuale opera in cui è ripubblicata
la voce

N. Bobbio, Lacune del diritto, in Novissimo digesto italiano,
IX, Torino 1983, pp. 419-424, ora anche in Id., Contributi ad
un dizionario giuridico, Torino 1994, pp.89-102.

C. Perelman, Argomentazione, in Enciclopedia Einaudi, I,
Torino 1990, pp. 791 ss.
SECONDA CITAZIONE DI UN’OPERA
Nella seconda ed ulteriori citazioni di un‟opera o di un articolo o voce si
riproduce

1) il nome dell‟autore, senza l‟iniziale
2) le prime due o tre parole dell‟opera o dell‟articolo aventi senso
compiuto
3) ad esse si fa seguire cit.,
4) il numero della pagina

David – Jauffret-Spinosi, I grandi sistemi giuridici, cit., p. 155.
Marzuoli, Su alcuni aspetti della dottrina, cit., p. 815.

Un tempo erano in uso tecniche di seconda e ulteriori citazioni del tipo
op. cit., art. cit., op. ult[imamente] cit., e via dicendo. Benché ancora
frequenti, se ne sconsiglia l‟uso per evitare di obbligare il lettore ad una
identificazione affannosa dell‟opera effettivamente citata

David – C. Jauffret-Spinosi, op. cit., p. 155.
Citazioni a catena
Sono citazioni di un‟opera o articolo che si susseguono l‟una
dietro l‟altra. Siccome non cambiano gli elementi che formano la
citazione bibliografica, per un criterio economico e per evitare
ripetizioni si impiegano alcuni termini convenzionali.
Ad es. nelle note 1-3 noi abbiamo tre citazioni della stessa
opera:

1 Marzuoli, Su alcuni aspetti della dottrina, cit., p. 815.
2 Marzuoli, Su alcuni aspetti della dottrina, cit., p. 817.
3 Marzuoli, Su alcuni aspetti della dottrina, cit., p. 817

In questi casi occorre modificare in questo modo la nota 2 e 3:

1Marzuoli, Su alcuni aspetti della dottrina, cit., p. 815.
2 Ivi, p. 817. [oppure: Ibidem, p. 817]
3 Ibidem.
Se, invece, noi abbiamo citazioni non ripetute della stessa opera o articolo,
occorre seguire
seguire il metodo esposto per la Seconda citazione

1 Marzuoli, Su alcuni aspetti della dottrina, cit., p. 815.
2 David – Jauffret-Spinosi, I grandi sistemi giuridici, cit., p. 155.
3 Marzuoli, Su alcuni aspetti della dottrina, cit., p. 817.



Spiegazione dei termini tecnici nelle citazioni a catena:

Idem = stesso autore (cambiano solo il titolo e le pagine) [abbreviato Id.]
Ivi = stesso autore, stesso titolo, cambia la pagina
Ibidem = stesso autore, stesso titolo, stessa pagina

oppure in alternativa:

Idem = stesso autore (cambiano solo il titolo e le pagine)
Ibidem = stesso autore, stesso titolo, cambiala pagina
Ibidem = stesso autore, stesso titolo, stessa pagina

Nota: Idem [anche abbreviato Id.,] e Ibidem vanno in corsivo, a differenza di Ivi
perché parola di lingua diversa da quella che si usa.
Elenco delle principali sigle e abbreviazioni nelle
note
art. artt. = articolo, articoli
Cfr. = Confronta [si usa in nota per rinviare ad un‟opera o ad un
dato di cui si parla nel testo]
col. = colonna –e [per le enciclopedie, repertori, dizionari]
c. cc. = canone canoni
f. ff. = foglio –i [per i manoscritti]
n. = numero
nota = scritto per esteso al fine di evitare di confondere il rinvio al
numero
p. pp. = pagina, pagine [da preferire a pag. pagg.]
s. ss = seguente, seguenti [evitare seg. segg.]
t. = tomo [un volume di un‟opera può essere costituito da più tomi
e non viceversa]
v. = vedi
vol. = volume
passim termine convenzionale usato per indicare che il
riferimento non può essere fatto ad una o più pagine in
particolare, poiché quel determinato concetto o dato si
trova esposto in varie parti dell‟opera in questione. Es.
4Perelman, Argomentazione, cit., passim.



infra e supra. Talvolta è doveroso, per evitare inutili
ripetizioni, rinviare il lettore ad un concetto o ad un dato
esposto più sopra o più avanti (= infra) ossia in pagine
precedenti o successive del nostro elaborato di tesi oppure
di averlo già trattato e approfondito in pagine precedenti a
quella che stiamo scrivendo (= supra). Es. 5 Cfr. infra, p. 43
nota 2.
METODO ARGOMENTATIVO

La scrittura argomentativa presenta in vario modo ragionamenti, idee e fatti
sviluppati per una serie di fasi successive.

I FASE - COSTRUZIONE DI UN ARGOMENTO- Sì ipotizza che il testo sia
costituito da una serie dì argomenti.

Si impara a costruire un argomento, come unità del testo, utilizzando gli
schemi classici induttivi e deduttivi e il modello di Toulmin

Quest'ultimo è costituito da quattro elementi principali:
   • Affermazione
   • Base
   • Garanzia
   • Retroterra

I quali che aiutano a chiarire i diversi tipi di premesse che portano alla affermazione
conclusione.

Una volta costruiti i ragionamenti, ci si allena alla costruzione di paragrafi che
    "linearizzano" il
contenuto in vario modo; per esempio, "retroterra -garanzia - base - affermazione"
    oppure
"affermazione - base - garanzia - retroterra". In questa fase e molto utile un lavoro sui
connettivi: per esempio, sulla coppia “poiché-infatti”
II FASE- ARGOMENTI CORRETTI E FALSI
ARGOMENTI –
Si chiariscono le caratteristiche di un argomento "corretto" e
si studiano sistematicamente anche gli argomenti "falsi“
(cioè' scorretti) che contribuiscono con uguale (o maggiore)
potenza al processo di persuasione. Sono elencati nei
manuali di retorica antica e moderna; per esempio, ad
hominem, china pericolosa, non sequitur. Ci si allena a
costruire anche falsi argomenti.

III FASE - TECNICHE PERSUASIVE - Studio delle tecniche
e delle strategie che permettono di persuadere il ricevente:
lettore o ascoltatore. Per esempio, i modi per attirare
l'attenzione e accattivarsi la simpatia (captatio
benevolentiae) e coinvolgere il lettore-ascoltatore.
IV FASE - STRUTTURA Di UN TESTO
ARGOMENTATIVO - Sulla base di una tesi, si impara a
montare gli argomenti (corretti e "falsi”) in un testo. In
questa fase si raccolgono e si scelgono gli argomenti da
utilizzare (in una tabella divisa a metà : argomenti pro e
contro) e si decide il loro ordine di presentazione: efficace
la collocazione, per esempio, degli argomenti più' "forti“
all'inizio e alla fine del testo.


V FASE – COSTRUZIONE DI UN TESTO
ARGOMENTATIVO - Inizialmente si costruiscono testi
argomentativi sulla base di modelli e strutture dati. Utilizzare
come modello, per esempio, la struttura degli editoriali di
Eugenio Scalfari (la domenica su la Repubblica).

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1 — COS’E’ UNA TESI DI LAUREA / 4 — METODI DI RICERCA (Fantappiè)

  • 1.
  • 2. 1. ORIGINE STORICA DELLA TESI DI LAUREA  Etimologia: THESIS (termine greco) = “POSIZIONE”  ARISTOTELE lo usa nel senso di “proposizione” o “enunciato” in opposizione a ASSIOMA  PERCHE‟ E‟ OGGETTO DI DIMOSTRAZIONE ARGOMENTATA E NON UNA VERITA‟ DA ACCOGLIERE COME EVIDENTE E INDIMOSTRABILE  La struttura logico-discorsiva della tesi trae le sue origini dalla prassi delle Università medievali, nel XIX secolo diventa la giustificazione logico-argomentativa di un complesso di affermazioni.
  • 3.  Il termine “thesis” passa a significare un enunciato o proposizione che ci si accinge a dimostrare.  Il corso degli studi terminava con la DIFESA di una o più TESI davanti al corpo docente.  Successivamente (sec. XIX) la “tesi” è diventata lo SVILUPPO LOGICO-ARGOMENTATIVO dell‟enunciato, la giustificazione ordinata e minuziosa di un‟asserzione o di una pluralità di asserzioni.
  • 4. 2. COSA COMPORTA UNA TESI  Un lavoro strettamente “individuale” e “personale” (farsi fare la tesi da altri è vietato per legge D.L. 30 dic. 1999 n. 507, art. 65)  Un elaborato scritto “originale” (da chiarire)  Su un argomento specifico  L‟applicazione di un metodo
  • 5. 3. COSA È / COSA NON È … LA TESI La tesi quindi non è:  Una raccolta di materiali  Una copia di testi altrui  Una ricerca enciclopedica  Una narrazione letteraria
  • 6. Invece richiede il rispetto di:  Una struttura formale comune 1) parte introduttiva 2) corpo della tesi 3) parte finale 4) eventuali appendici.  Un metodo uniforme e coerente adatto all’oggetto di studio (di questo parleremo più tardi)  Un genere letterario di tipo tecnico
  • 7. 4. IL GENERE LETTERARIO DELLA TESI DIFFERENTI TIPI DI SCRITTURA  PROGETTUALE : note scritte in funzione di un lavoro successivo (appunti, note, scaletta)  REFERENZIALE : di carattere espositivo (relazione, rendiconto)  INFORMATIVA: trasmette notizie e dati (curriculum vitae, lettera)
  • 8.  PROFESSIONALE: fa necessariamente uso di moduli e di linguaggio professionale (perizia, verbale)  TECNICA: impiega linguaggi settoriali e specialistici, comuni ad una determinata disciplina ed è adottata da un determinato gruppo di studiosi  ARGOMENTATIVA: sottende un dis-scorrere, ossia un passare da un ragionamento all'altro, seguendo una metodologia scientifica appropriata che si esprime con un linguaggio tecnico
  • 9. La tesi di laurea deve impiegare un linguaggio non solo REFERENZIALE-ESPOSITIVO ma anche TECNICO-ARGOMENTATIVO. Ciò presuppone una serie di scelte:  Formulare previsioni sulle conoscenze comuni intorno all‟argomento di tesi;  Scegliere un lessico specifico;  Scegliere un punto di vista oggettivo;  Scegliere un tono neutro.
  • 10. 5. TIPOLOGIA DI TESI TESI DI RICERCA TESI COMPILATIVA SCOPO Originalità Rielaborazione critica METODO Espositivo/Argomentativo Espositivo DURATA Piu lunga e impegnativa, rielaborazione Più corta e meno impegnativa critica
  • 11. In compenso i due tipi di dissertazione scritta devono avere in comune l'esperienza delle varie fasi di costruzione della tesi:  Raccolta delle fonti  Uso del linguaggio tecnico  Stesura chiara e corretta
  • 12. 6. IL SIGNIFICATO DELLA TESI  Conclude il ciclo degli studi universitari  Consiste in un elaborato scritto frutto di lavoro personale  È accompagnata da un esame-discussione pubblica  È una attestazione del sapere e delle capacità acquisite in vista dell‟entrata nelle professioni
  • 13. 7. IL PERCHE’ DELLA TESI Il lavoro di tesi è un esercizio indispensabile perché:  Completa la formazione universitaria  Segna l‟inizio di una attività creativa sul piano intellettuale  È un apprendistato dei metodi di ricerca, di argomentazione e di metodologia scientifica  Introduce talvolta al mondo della professione
  • 14. 8. REQUISITI SOGGETTIVI DELLA TESI  Essere fortemente motivati (DEVO RIUSCIRE!)  Avere il coraggio di sfidare sé stessi (DEVO TENTARE!)  Dedicarsi interamente alla tesi (CE LA METTO TUTTA!) seguendo queste disposizioni:  negative: rinunciare ad ogni distrazione, ad ogni dissipazione del tempo e delle energie;  positive: concentrare l‟attenzione sull‟oggetto della tesi;  Conclusione: non rinunciare a vivere, ma vivere ordinatamente ossia seguire un metodo di vita e di lavoro (DISCIPLINA!)
  • 15. 9.Aspetti psicologici della tesi  1. Stile di vita sano e ritmico  2. Disciplina mentale: raccogliersi ,concentrarsi, motivarsi  3. Requisiti psicologici: 1. fiducia, 2. costanza, 3. slancio  Terapia cognitiva di Beck: la sfiducia e la depressione sono l’effetto del CIRCOLO VIZIOSO dei PENSIERI NEGATIVI.  Dunque: eliminiamo i pensieri negativi sulla base della possibilità di cambiare noi stessi
  • 16. 10. (segue) Aspetti psicologici della tesi  Per fare questo occorre però:  1. Trasformare le nostre intenzioni in atti concreti  2. Ripetere tali atti in modo che divengano un’abitudine virtuosa  3. Saper accettare i nostri limiti per migliorarsi  4. Evitare l’isolamento eccessivo  Rendere partecipi del nostro lavoro il professore, i nostri amici, i familiari
  • 17. Parte IV METODI DI RICERCA 1.COSA È UN METODO Etimologia: meta-odos = 2 significati complementari a seconda della traduzione di “meta” che significa sia “dopo”, sia “durante” abbinato a “odos” (= cammino) SUCCESSIONE = “ciò che viene dopo il cammino”, ossia il termine, lo scopo ricercato SIMULTANEITA‟ = “Camminare con”, ossia il cammino con cui si giunge alla destinazione richiesta Il METODO è “un modo di procedere coerente che viene applicato per raggiungere un fine determinato”
  • 18. 2. CARATTERISTICHE DEL METODO • Non esiste un METODO UNICO ma DIVERSI METODI (su questo punto torniamo tra breve) • • Una volta assunto un METODO, deve essere seguito in modo COERENTE e RIGOROSO • È lo SCOPO ossia la destinazione che determina il METODO e non viceversa (è un cammino che va fatto in vista della mèta) • Tra lo SCOPO e il METODO c‟è una RELAZIONE CIRCOLARE nel senso che lo scopo all‟inizio è solo progettato, dopo diventa reale e solo con la sua esecuzione porta alla destinazione desiderataIl METODO è lo STRUMENTO ossia quell‟insieme di REGOLE e OPERAZIONI compiute in SUCCESSIONE con cui o mediante cui si realizza lo SCOPO Conclusione: SCOPI DIVERSI ESIGONO METODI DIVERSI Dunque: la NATURA, l’OGGETTO e in ultima analisi lo SCOPO della TESI determina il METODO da seguire.
  • 19. 3. LE COMPONENTI DI UN METODO Ogni METODO si compone di diverse • FASI o operazioni tra loro ordinate e coordinate • TECNICHE per conoscere, ossia “le specifiche procedure usate in una data scienza, o per un particolare genere di indagine entro quella scienza” (Kaplan). • REGOLE da seguire secondo un certo ordine o successione Le TECNICHE conoscitive sono di due tipi: tecniche di RACCOLTA DATI e tecniche di ANALISI- Il DATO (qualsiasi dato anche nella fisica) non è mai separabile dalla sua INTERPRETAZIONE
  • 20. 4. TIPOLOGIA DI METODI (alcuni esempi) 4.1. TESI di FILOLOGIA → metodo filologico: fare l’edizione critica di un testo medievale esige • il censimento dei manoscritti • la ricostruzione dello stemma dei codici • la comparazione delle varianti • l‟applicazione delle regole filologiche, la scelta di una “lezione” che si presume autentica • la ricostruzione del testo originale • la costruzione dell‟apparato critico (sempre seguendo certe regole)
  • 21. 4.2. TESI di STORIA → metodo storico: ricostruire un personaggio o una vicenda o discutere della verità o falsità di un evento del passato comporta • la ricerca delle fonti manoscritte e delle fonti a stampa negli archivi, nelle biblioteche o in Internet • la loro decifrazione mediante la paleografia e la diplomatica • la correlazione delle informazioni particolari al contesto storico (storicizzazione dei dati) • la loro interpretazione (la storia è il rapporto del PRESENTE col PASSATO) secondo schemi o categorie che riteniamo più consone (cronologico-causali-seriali-religiose-sociologiche- psicologiche, ecc.) • l‟opera finale di sintesi • la dimostrazione di una tesi (es. la donazione di Costantino è un falso storico)
  • 22. 4.3. TESI di SOCIOLOGIA → metodo sociologico:  l‟osservazione dei fatti sociali (statistiche, inchieste, interviste, dati seriali, ricerche sul campo, ecc.)  la loro classificazione e interpretazione  la costruzione di “tipi sociali”  la formulazione di ipotesi per la comprensione/spiegazione dei fatti osservati
  • 23. 4.4. TESI di DIRITTO → metodo giuridico Pluralità di metodologie, quella prevalente fino a qualche decennio era quella DOGMATICA Vari livelli della conoscenza giuridica:  ESEGESI ossia interpretazione dei testi di legge  isolamento degli ISTITUTI GIURIDICI  loro relazioni con i PRINCIPI e con gli altri ISTITUTI  costruzione del SISTEMA GIURIDICO Più semplicemente un‟analisi giuridica risulta fondata sulla combinazione di una FONTE o insieme di fonti che hanno AUTORITA‟ LEGISLATIVA e del RAGIONAMENTO di tipo sillogistico per verificare/dimostrare che un determinato caso o FATTISPECIE deve rientrare in una certa REGOLA legislativa e quindi essere risolto in un determinato modo e non in altro.
  • 24. TESI di FACOLTA’ SCIENTIFICHE (Scienze della Terra, Farmacia, ecc,) → metodo scientifico o sperimentale Il metodo scientifica si fonda sulla triade • PROBLEMA DA RISOLVERE • TEORIA o IPOTESI quale tentativo di soluzione • CRITICHE o attuazione di una serie di CONTROLLI per scoprire eventuali ERRORI da correggere mediante altre teorie o ipotesi anch‟esse da controllare Questo metodo si fonda sul principio della FALLIBILITA‟ e FALSIFICABILITA‟ delle conoscenze (Popper)
  • 25. Il metodo scientifico si articola sul rapporto molto stretto tra INDUZIONE e DEDUZIONE: Partire da un PRINCIPIO o Sistemi di assiomi Dedurre tutte le CONSEGUENZE Metterle a confronto con gli ESPERIMENTI Verificare la GIUSTIFICAZIONE del Principio
  • 26. Mercoledì 26 ottobre 2011 (pomeriggio) PARTE V LA REDAZIONE O STESURA DELLA TESI 1 AVVERTIMENTI NECESSARI  Prima di iniziare a SCRIVERE, dopo aver raccolto il MATERIALE e fatto le LETTURE NECESSARIE, occorre formulare un PROGETTO o PIANO che deve permettere di redigere l‟INDICE della Tesi.  Si tratta indubbiamente del lavoro più complesso, perché richiede RIFLESSIONE, SPIRITO DI SINTESI e CAPACITA‟ LOGICHE.
  • 27. 2. COME RIFLETTERE SUL PIANO DELLA TESI  Ecco un percorso mentale tipico fatto delle seguenti operazioni preliminari: 1) Cogitare (co-agitare): mettere in rapporto le diverse informazioni e i diversi elementi, confrontarli tra loro; 2) Pensare (ponderare): valutare il peso e il valore dei vari elementi a noi presenti; 3) Discorre (dis-correre): passare da un punto o elemento all'altro del materiale preparatorio per trovare un filo conduttore; 4) Riflettere (ri-flettere): portare l'attenzione sull‟ordine interno al nostro discorso per attribuire una strutturazione logico-discorsiva migliore. Fatte queste operazioni, occorre procedere per gradi alla elaborazione di una riflessione logica sul progetto della tesi
  • 28. 3. COME PROCEDERE ALLA DEFINIZIONE DELL’IMPIANTO SISTEMATICO DELLA TESI 1) Raccogliere le IDEE-GUIDA emerse 2) Porle in correlazione secondo RAPPORTI LOGICI  causa/effetto  principale/secondario  generale/particolare  precedente/posteriore, ecc. 3) Definire la MAPPA GERARCHICA DEI CONCETTI che informeranno il nostro elaborato. Lo scopo è quello di
  • 29. 4. INDIVIDUARE IL FOCUS DELLA TESI Occorre tracciare lo schema mentale operativo che informerà tutte le fasi successive del nostro lavoro:  dare la tesi da sostenere  dare le varie tesi da contrapporre  specificare il punto di vista da utilizzare  dare indicazioni di massima sull'ordine della trattazione degli elementi  specificare le parti informative e le parti originali  ordinare ossìa collocare queste parti in modo da distribuire tutto il materiale in una concatenazione logica.
  • 30. 5. DISEGNARE LO SCHEMA ORGANICO Operativamente si tratta di disegnare su un foglio di carta o sul PC progetti, bozze, simulazioni di uno SCHEMA ESSENZIALE contenente varie IPOTESI DI LAVORO assumendo  un punto di partenza  sviluppando le conseguenze  delineando le conclusioni. Provare a fare per scritto questi abbozzi più volte e verificare la loro maggiore o minore funzionalità in rapporto al/alla  livello di coerenza logica  linearità espositiva  grado di completezza.
  • 31. 6. INDICE DELLA TESI Una volta chiarito nella nostra mente e con l‟aiuto del relatore, il piano logico della tesi, sarà possibile predisporre la STRUTTURA FORMALE della tesi: 1) Frontespizio 2) Introduzione 3) Parte I (eventualmente) – Capitolo I: Titolo / Paragrafo 1, 2, 3, ecc. Capitolo II (come sopra) Capitolo III (come sopra)
  • 32. 7. REQUISITI PRELIMINARI ALLA STESURA  è necessario aver compreso che cosa si intende dire;  all‟inizio di ogni capoverso, paragrafo o capitolo è necessario aver chiara la funzione che esso avrà nell‟economia della tesi;  si eviti la frammentazione di un concetto in più parti della vostra tesi;  si eliminino le ripetizioni di pensiero, di concetti, di citazioni.
  • 33. 8. LA PRIMA OPERAZIONE DELLA STESURA: LA SCALETTA Sia che si tratti di un capitolo (multiplo di un paragrafo) o di un paragrafo (unità logica composta da più periodi tra loro separati da un accapo) è SEMPRE NECESSARIO predisporre una SCALETTA prima di procedere alla loro stesura.  Discutere alcuni MODELLI generali di scalette: dal generale al particolare, dal prima ai dopo; dall‟argomento debole a quello forte, ecc.  Valutare le scalette come modelli di testo in rapporto al TIPO DI TESTO (espositivo, argomentativo, ecc.) oppure, più specificamente, e al tipo di tesi (letteraria, giuridica, scientifica, ecc.)  Elaborare e valutare diversi sviluppi o ORDINI LINEARI del capitolo o paragrafo tenendo conto di diversi parametri: efficacia persuasiva, adeguatezza al destinatario, chiarezza, cooperazione con il lettore ecc. Valutare i criteri per stabilire cosa va prima e cosa va dopo...  Stabilire il rapporto tra ORDINE „verticale' della scaletta (progressione logica, cronologica, argomentativa) e eventuali momenti „orizzontali „ (digressioni, esemplificazioni, ecc.).
  • 34. 9. LA COSTRUZIONE DEL PARAGRAFO Il paragrafo rappresenta l‟unità letteraria intermedia tra i singoli enunciati ed i capitoli della tesi. Una delle difficoltà maggiori è rappresentata dal come ordinare i punti ed il piano di stesura. Proviamo a schematizzare i diversi ordini di esposizione e le possibili relazioni tra i punti trattati, e la conseguente varietà delle tipologie di paragrafo: Ordine verticale: 1, 2, 3, 4, ecc. Ordine orizzontale: 1 a, b, c…; 2 a, b, c, ecc. I rapporti o tipi di relazione tra i vari punti dei due ordini possono essere: 1) GENERE / SPECIE (livello di inclusione) 2) ANTECEDENTE / CONSEGUENTE (livello eziologico) 3) CAUSA / EFFETTO (livello causale) 4) ARGOMENTO FORTE / ARGOMENTO DEBOLE (livello probatorio) 5) ANALOGIA / DIFFERENZA (livello di similarità)
  • 35. La scelta dei criteri in base ai quali ordinare e sviluppare i diversi punti deriva dalla natura degli argomenti trattati. Per comprendere meglio tale fase è opportuno ricorrer ad alcuni esempi:  Esempio 1: rassegna della bibliografia o letteratura in un settore → criterio cronologico  Esempio 2: ricostruzione storica di fatti o personaggi → criterio eziologico  Esempio 3: tesi in diritto penale → livello probatorio- argomentativo, tesi in diritto civile → livello argomentativo ed altri criteri.
  • 36. 10. COME SCRIVERE UN PARAGRAFO METODO  Frase iniziale di prolusione e di raccordo (tesi espositiva)  Impostazione della questione  Sviluppo o svolgimento coerente di essa  Frase conclusiva (tesi argomentativa) REQUISITI  Progressione logica  Chiarezza ed evidenza  Completezza rispetto al singolo punto od asserzione che ci si propone di giustificare
  • 37. 11. DALLA SCALETTA AL TESTO: L’APPARATO TECNICO Completamento della scaletta:  aggiungere l'indicazione di dove debbano essere collocate le CITAZIONI (loro funzione: esempio, sostegno della tesi, presentazione del tema...);  prevedere per ì vari segmenti della scaletta - orientata sui contenuti - il TIPO DI PARAGRAFO opportuno (illustrazione di un processo, espansione di una definizione, sviluppo di un esempio, spiegazione...):  provvedere a immettere le NOTE (loro funzione di prova, riferimento bibliografico, sviluppo di un particolare, ecc.)
  • 38. 12. CONSIGLI PER LA SCRITTURA METODO 1) Si impara a scrivere assimilando la scrittura degli specialisti 2) Si impara a scrivere con più e più prove e tentativi 3) Correggere le diverse stesure dopo un congruo intervallo di tempo CARATTERISTICHE 1) Corretta → tecnicamente, secondo il lessico proprio di ogni disciplina 2) Chiara → confusione di parole = confusione di idee 3) Efficace → cattura l‟interesse del lettore con formule chiare 4) Graduata → in base al risalto da dare alle idee ed ai punti centrali 5) Essenziale → togliere le ridondanze e le cose superflue
  • 39. 13. REVISIONE DEL TESTO È una fase non meno importante della stesura, perché spesso il buon esito di un lavoro dipende proprio dall‟accurata revisione che se ne fa. La revisione della tesi riguarda:  I vari livelli formali dell‟organizzazione del testo (struttura, divisione, articolazione interna)  I contenuti del testo, dall‟ordine espositivo fino alla costruzione delle frasi e alla scelta dei capoversi (molto importante) La revisione quindi si propone di:  Verificare l‟adeguamento della propria scrittura ai criteri formali e linguistici della tesi  Migliorare la configurazione complessiva della tesi cercando di dire meglio le cose che vogliamo affermare e dare loro il giusto risalto
  • 40. Per fare questo occorre lavorare sui paragrafi e capoversi per smontarli e rimontarli in un ordine più appropriato o semplicemente per migliorare l‟appropriatezza linguistica e l‟efficacia comunicativa. È bene predisporre una lista di elementi da controllare relativa ai vari livelli di percorso di scrittura. In ogni caso va detto che per ottenere una buona tesi si rendono necessarie due o tre stesure successive di tutta o di buona parte di essa.
  • 41. 14. L’APPARATO TECNICO NOTE BIBLIOGRAFICHE  Ogni singola asserzione significativa che non sia di dominio comune deve essere GIUSTIFICATA in NOTA o con un rimando alla fonte da cui è stata attinta o con un confronto critico tra le divergenti opinioni da cui scaturisce.  La giustificazione deve fornire la possibilità di verificare quanto scritto (v. logica scientifica di Popper, che lega indissociabilmente SCIENTIFICITA‟ E FALSICABILITA‟).  Nel caso in cui non sia possibile giustificare pienamente una determinata asserzione si abbia l‟onestà ed il rigore di presentarla come IPOTESI O OPINIONE PROBABILE, adducendo tuttavia anche in questo caso il motivo (perché la ritengo probabile?).  L‟apparato probatorio o giustificatorio del testo, ossia le NOTE, si cominciano ad abbozzare CONTEMPORANEAMENTE al TESTO (aprire subito nota, indicando due/tre parole di riferimento, specialmente il riferimento alla pagina).
  • 42. CRITERI PER LE NOTE Ogni nota deve essere:  Numerata progressivamente in numeri arabici in apice all‟interno di ciascun CAPITOLO  Deve essere PROPORZIONATA quindi non troppo lunga rispetto al testo  In caso consista in riferimenti bibliografici, la citazione di questi deve essere UNIFORME per tutta la tesi
  • 43. APPENDICI Oltre al testo e alle note, è possibile e talvolta necessario aggiungere in appendice ai capitoli, una APPENDICE per motivi diversi, quali:  Tabelle di dati  Diagrammi e Statistiche  Cartine e illustrazioni o figure  Organigrammi e prospetti  Riproduzione integrale o parziale di documenti citati nel testo, ecc. Ognuna di queste serie di dati o di attiva  ordinata e numerata progressivamente  intitolata brevemente e correttamente Nell‟Indice della tesi vanno riportati in elenco con relativa pagina i titoli dell‟Appendice.
  • 44. Giovedì 27 ottobre 2011 LAUREANDI AREA GEPS ESERCITAZIONI PER LA CITAZIONI NELLE NOTE Diamo alcune indicazioni per il RIFERIMENTO BIBLIOGRAFICO avvertendo però che esistono DIFFERENTI METODI UGUALMENTE VALIDI I due più importanti sono:  Sistema semplificato: Autore – Data  Sistema completo: Autore, Volume, Luogo di stampa (Editore), Data
  • 45. 14.1. SISTEMA SEMPLIFICATO (AUTORE - DATA ) è particolarmente adatto nel caso  di frequenti riferimenti bibliografici  quando questi riferimenti sono alle medesime opere. Esso comporta la stesura in fondo alla tesi di una BIBLIOGRAFIA organica rigorosamente organizzata per AUTORE e, nel caso di più opere dello stesso autore, per DATA di pubblicazione. In questo modo per identificare un‟opera basterà rinviare semplicemente all‟Autore, all‟Anno o Data e poi alle pagine
  • 46. Esempi: A piè di pagina nelle note: Prodi 1982, p. 2. Prodi 1992, p. 24. Nella Bibliografia (in fondo alla tesi): Prodi, P., Il sovrano pontefice. Un corpo e due anime: la monarchia papale nella prima età moderna, Bologna, Il Mulino, 1982 Prodi, P., Il sacramento del potere. Il giuramento politio nella storia costituzionale dell’Occidente, Bologna, Il Mulino, 1992 Nel caso di più volumi o articoli dello stesso autore nello stesso anno, occorre fare ricorso alle LETTERE ALFABETICHE: per es. Prodi 1990a, p. 23. Prodi 1990b, pp. 122-123.
  • 47. 14.2. SISTEMA COMPLETO È quello ordinariamente seguito ed è articolato in più modi: • citazione completa • seconda citazione • citazione a catena PRIMA CITAZIONE COMPLETA
  • 48. 1. Volumi o opuscoli Elementi 1) Nome (iniziale puntata) 2) Cognome dell‟autore 3) Titolo e sottotilo dell‟opera (in carattere corsivo cioè corsivo) [4) Eventuale curatore] [5) Eventuale indicazione della traduzione italiana: es. trad. it.,] [6) Eventuale collana di cui il volume fa parte] 7) Luogo e data di edizione [8) Eventuale numero di edizione dell‟opera in esponente: es. 19942] [5) Numero di pagina o di pagine dell‟opera a cui ci si intende riferire: p. / pp.] NB: L‟editore si può mettere o tralasciare dopo l‟indicazione del luogo di edizione: es. Bologna, Il Mulino, 1994. In ogni caso, l‟importante è seguire un metodo coerente. P.A. d‟Avack, Vaticano e Santa Sede, a cura di C. Cardia, Bologna 1994, pp. 150-163.
  • 49. 2. Più autori a. Quando sono due o tre, si dividono i cognomi con trattino – R. David – C. Jauffret-Spinosi, I grandi sistemi giuridici contemporanei, trad. it. sulla 10a ed, a cura di R. Sacco, Padova 19944, pp. 12-15. b. Quando sono più di tre oppure non è indicato l‟autore o gli autori (volume miscellaneo) un tempo si premetteva la sigla AA.VV. Autori Vari, oggi è invalso l‟uso di omettere tale sigla e di dare solo il titolo dell‟opera seguito eventualmente dal curatore Errore e simulazione nel matrimonio canonico, a cura di U. Navarrete, Roma 1999..
  • 50. 1.3. Articoli e saggi contenuti in un’opera ad una o più mani Si indicano tutti gli elementi della citazione completa sia dell‟articolo in questione sia del volume ove esso è contenuto secondo le modalità di cui sopra (1.1 e 1.2); tra i due titoli si interpone: in G.S. Pene Vidari, Osservazioni su Costituzione e riforme costituzionali nella storia italiana, in Studi in memoria di Italo Mancini, a cura di G. Pansini, Napoli 1999, pp. 467-483. G. Alpa, Storia, fonti, interpretazione, in Id., Trattato di diritto civile, I, Milano 2000.
  • 51. 1.4. Articoli contenuti in riviste, annuari, atti accademici Si indicano tutti gli elementi del n.1, seguiti da in , e dall‟indicazione della rivista, annuario, ecc. Per le riviste occorre dare: 1) il titolo completo tra virgolette “ ” 2) l‟eventuale numero della annata in numeri romani (v. nota 1 qui sotto) oppure il numero arabo del volume (v. nota 2) o del fascicolo oppure della parte (v. nota 3) 3) l‟anno solare in cui è pubblicato il fascicolo 4) l‟indicazione degli estremi delle pagine o colonne in cui è contenuto l‟articolo o la voce
  • 52. 1 A. Stankiewicz, De iurisprudentia rotali recentiore circa simulationem totalem et partialem (cc. 1101 2 CIC; 824 2 CCEO), in “Monitor Ecclesiasticus”, CXXII, 1997, p. 219. 2 C. Marzuoli, Su alcuni aspetti della dottrina del diritto amministrativo tra fascismo e repubblica: appunti per dei giudizi da rivedere, in “Quaderni fiorentini per la storia del pensiero giuridico moderno”, n. 28, 1999, pp. 787-816. 3 G. Gorla, La struttura della decisione giudiziale in diritto italiano e nella Common Law, in “Giurisprudenza italiana”, 1965, I, col. 1239.
  • 53. 1.5 Voci di enciclopedie, dizionari Autore, titolo completo della voce, in, titolo completo dell‟opera enciclopedica, numero del volume o tomo, luogo e data di pubblicazione del suddetto volume o tomo, estremi delle pagine, eventuale opera in cui è ripubblicata la voce N. Bobbio, Lacune del diritto, in Novissimo digesto italiano, IX, Torino 1983, pp. 419-424, ora anche in Id., Contributi ad un dizionario giuridico, Torino 1994, pp.89-102. C. Perelman, Argomentazione, in Enciclopedia Einaudi, I, Torino 1990, pp. 791 ss.
  • 54. SECONDA CITAZIONE DI UN’OPERA Nella seconda ed ulteriori citazioni di un‟opera o di un articolo o voce si riproduce 1) il nome dell‟autore, senza l‟iniziale 2) le prime due o tre parole dell‟opera o dell‟articolo aventi senso compiuto 3) ad esse si fa seguire cit., 4) il numero della pagina David – Jauffret-Spinosi, I grandi sistemi giuridici, cit., p. 155. Marzuoli, Su alcuni aspetti della dottrina, cit., p. 815. Un tempo erano in uso tecniche di seconda e ulteriori citazioni del tipo op. cit., art. cit., op. ult[imamente] cit., e via dicendo. Benché ancora frequenti, se ne sconsiglia l‟uso per evitare di obbligare il lettore ad una identificazione affannosa dell‟opera effettivamente citata David – C. Jauffret-Spinosi, op. cit., p. 155.
  • 55. Citazioni a catena Sono citazioni di un‟opera o articolo che si susseguono l‟una dietro l‟altra. Siccome non cambiano gli elementi che formano la citazione bibliografica, per un criterio economico e per evitare ripetizioni si impiegano alcuni termini convenzionali. Ad es. nelle note 1-3 noi abbiamo tre citazioni della stessa opera: 1 Marzuoli, Su alcuni aspetti della dottrina, cit., p. 815. 2 Marzuoli, Su alcuni aspetti della dottrina, cit., p. 817. 3 Marzuoli, Su alcuni aspetti della dottrina, cit., p. 817 In questi casi occorre modificare in questo modo la nota 2 e 3: 1Marzuoli, Su alcuni aspetti della dottrina, cit., p. 815. 2 Ivi, p. 817. [oppure: Ibidem, p. 817] 3 Ibidem.
  • 56. Se, invece, noi abbiamo citazioni non ripetute della stessa opera o articolo, occorre seguire seguire il metodo esposto per la Seconda citazione 1 Marzuoli, Su alcuni aspetti della dottrina, cit., p. 815. 2 David – Jauffret-Spinosi, I grandi sistemi giuridici, cit., p. 155. 3 Marzuoli, Su alcuni aspetti della dottrina, cit., p. 817. Spiegazione dei termini tecnici nelle citazioni a catena: Idem = stesso autore (cambiano solo il titolo e le pagine) [abbreviato Id.] Ivi = stesso autore, stesso titolo, cambia la pagina Ibidem = stesso autore, stesso titolo, stessa pagina oppure in alternativa: Idem = stesso autore (cambiano solo il titolo e le pagine) Ibidem = stesso autore, stesso titolo, cambiala pagina Ibidem = stesso autore, stesso titolo, stessa pagina Nota: Idem [anche abbreviato Id.,] e Ibidem vanno in corsivo, a differenza di Ivi perché parola di lingua diversa da quella che si usa.
  • 57. Elenco delle principali sigle e abbreviazioni nelle note art. artt. = articolo, articoli Cfr. = Confronta [si usa in nota per rinviare ad un‟opera o ad un dato di cui si parla nel testo] col. = colonna –e [per le enciclopedie, repertori, dizionari] c. cc. = canone canoni f. ff. = foglio –i [per i manoscritti] n. = numero nota = scritto per esteso al fine di evitare di confondere il rinvio al numero p. pp. = pagina, pagine [da preferire a pag. pagg.] s. ss = seguente, seguenti [evitare seg. segg.] t. = tomo [un volume di un‟opera può essere costituito da più tomi e non viceversa] v. = vedi vol. = volume
  • 58. passim termine convenzionale usato per indicare che il riferimento non può essere fatto ad una o più pagine in particolare, poiché quel determinato concetto o dato si trova esposto in varie parti dell‟opera in questione. Es. 4Perelman, Argomentazione, cit., passim. infra e supra. Talvolta è doveroso, per evitare inutili ripetizioni, rinviare il lettore ad un concetto o ad un dato esposto più sopra o più avanti (= infra) ossia in pagine precedenti o successive del nostro elaborato di tesi oppure di averlo già trattato e approfondito in pagine precedenti a quella che stiamo scrivendo (= supra). Es. 5 Cfr. infra, p. 43 nota 2.
  • 59. METODO ARGOMENTATIVO La scrittura argomentativa presenta in vario modo ragionamenti, idee e fatti sviluppati per una serie di fasi successive. I FASE - COSTRUZIONE DI UN ARGOMENTO- Sì ipotizza che il testo sia costituito da una serie dì argomenti. Si impara a costruire un argomento, come unità del testo, utilizzando gli schemi classici induttivi e deduttivi e il modello di Toulmin Quest'ultimo è costituito da quattro elementi principali: • Affermazione • Base • Garanzia • Retroterra I quali che aiutano a chiarire i diversi tipi di premesse che portano alla affermazione conclusione. Una volta costruiti i ragionamenti, ci si allena alla costruzione di paragrafi che "linearizzano" il contenuto in vario modo; per esempio, "retroterra -garanzia - base - affermazione" oppure "affermazione - base - garanzia - retroterra". In questa fase e molto utile un lavoro sui connettivi: per esempio, sulla coppia “poiché-infatti”
  • 60. II FASE- ARGOMENTI CORRETTI E FALSI ARGOMENTI – Si chiariscono le caratteristiche di un argomento "corretto" e si studiano sistematicamente anche gli argomenti "falsi“ (cioè' scorretti) che contribuiscono con uguale (o maggiore) potenza al processo di persuasione. Sono elencati nei manuali di retorica antica e moderna; per esempio, ad hominem, china pericolosa, non sequitur. Ci si allena a costruire anche falsi argomenti. III FASE - TECNICHE PERSUASIVE - Studio delle tecniche e delle strategie che permettono di persuadere il ricevente: lettore o ascoltatore. Per esempio, i modi per attirare l'attenzione e accattivarsi la simpatia (captatio benevolentiae) e coinvolgere il lettore-ascoltatore.
  • 61. IV FASE - STRUTTURA Di UN TESTO ARGOMENTATIVO - Sulla base di una tesi, si impara a montare gli argomenti (corretti e "falsi”) in un testo. In questa fase si raccolgono e si scelgono gli argomenti da utilizzare (in una tabella divisa a metà : argomenti pro e contro) e si decide il loro ordine di presentazione: efficace la collocazione, per esempio, degli argomenti più' "forti“ all'inizio e alla fine del testo. V FASE – COSTRUZIONE DI UN TESTO ARGOMENTATIVO - Inizialmente si costruiscono testi argomentativi sulla base di modelli e strutture dati. Utilizzare come modello, per esempio, la struttura degli editoriali di Eugenio Scalfari (la domenica su la Repubblica).