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Storicismo
               Metà del XIX: reazione al positivismo da parte degli
                umanisti (storici, filosofi, politici, filologi, letterati)

    Natura e storia sono differenti: la natura è uniforme e ripetibile; la
  storia è frutto dell’individualità e delle diverse culture.

     Le scienze umane non sono meno vere delle scienze naturali: gli
  oggetti e gli strumenti della conoscenza storica hanno un carattere
  specifico che li distingue da quelli della conoscenza naturale. Si deve
  trovare le regole di una scienza oggettiva per la storia, diversa dalla
  scienza del mondo naturale

    I protagonisti della storia sono gli uomini concreti e la storia va
  analizzata sui fatti concreti

giovedì 1 novembre 12
Storicismo
                        Sostiene il primato della storia unico orizzonte a cui
                        fare riferimento per spiegare i fatti; il piano temporale
                        è l'unico piano dell'essere esistente: la storia diventa
                        l'assoluto

                              Le azioni umane tendono a dei fini,
                                 sono giudicate da dei valori,
                                  sono giudicate dalla storia.




giovedì 1 novembre 12
Wilhelm von Humboldt
                         (Il compito dello storico 1821, ed. it. 1980)

                    lo svolgimento della storia è l'esterna espressione di
                idee eterne che guidano il corso della storia e che
                trovano concreta espressione nell'opera di individualità
                determinate (singole personalità - istituzioni, nazioni,
                popoli);

                   la comprensione del fatto storico richiede una specifica
                capacità di superare le apparenze che celano la verità
                profonda degli accadimenti



giovedì 1 novembre 12
Georg Wilhelm Friedrich
                            Hegel (+1831)
             «Ho visto lo spirito del
               mondo a cavallo»

                 Napoleone a Jena 1806

     Concezione eliodromica della storia:
     lo spirito del mondo nel suo percorso
     ha seguito il corso del sole, da est a
     ovest.


giovedì 1 novembre 12
Idealismo-Storicismo
        La storia è manifestazione dello Spirito, processo razionale e
        progressivo, anche se non lineare ma dialettico.
        Si deve comprenderne il fine: (la progressiva realizzazione della
        libertà) e i mezzi (gli individui e i popoli).
        La guerra regola i rapporti tra Stati ed è inevitabile: permette di
        capire quale popolo ha ragione, cioè in quale popolo o persona si
        incarna di volta in volta lo Spirito del mondo.
        A differenza della maggior parte degli individui, che si limitano a
        conservare il costume del proprio popolo, alcuni individui lo
        trasformano e lo fanno progredire, realizzando un fine ad essi
        estraneo, perché con le loro passioni non sono che strumenti della
        ragione: si tratta degli individui cosmico-storici.

giovedì 1 novembre 12
Il concetto di Nazione
         1765 nell'Encyclopedie compare un articolo non firmato dal titolo
         "Nation": «Nome collettivo che si adopera per esprimere una
         quantità considerevole di persone che abita una determinata
         estensione territoriale, racchiusa in frontiere stabilite e che
         obbedisce allo stesso governo».

         1766 Luigi XV : «I diritti e gli interessi della nazione, di cui si osa
         fare corpo separato dal monarca, sono necessariamente uniti ai miei
         e si trovano solo nelle mie mani».

    Espressa una relazione dualistica tra la nazione e il re. Appare per la
    prima volta l'immagine di una nazione che, nella concezione
    assolutistica, era un riflesso senza autonomia del corpo fisico del re
    ma che si presenta anche come una realtà che può rivendicare volontà
    e vita proprie.
giovedì 1 novembre 12
Il concetto di Nazione
    1791: la costituzione francese consacra, come fondamenti
    del diritto pubblico dell'Europa contemporanea, la sovranità
    nazionale ed il governo rappresentativo.


  Nasce un nuovo soggetto: il popolo di Francia, ma nasce
  anche l'esigenza di capire cosa si intendesse per popolo.

  Da un punto di vista popolare-rivoluzionario l'elemento
  accomunante della nazione non poteva essere né l'etnia, né
  la lingua, né l'affinità, sebbene queste potessero indicare
  una qualche appartenenza collettiva-> spinta universalistica

giovedì 1 novembre 12
Liberalismo e Nazionalismo
          Ottocento = Idea dello Stato-Nazione. La nazione esiste se:
          un popolo può essere associato a uno Stato esistente
          possiede un notevole passato, una letteratura nazionale scritta ->
          basi delle rivendicazioni nazionali italiana e tedesca,
          una capacità di conquista, prova del suo successo evolutivo.


    La nazione si pone come gradino dell'evoluzione. Il progresso di una
    nazione prevedeva l'assimilazione delle comunità più piccole: i
    popoli, le lingue e le culture minori potevano partecipare al progresso
    solo se accettavano uno stato di subordinazione o se abbandonavano
    la competizione.

giovedì 1 novembre 12
Il mito della
                        Nazione e il Medioevo
         Sulla spinta universalistica prevale il legame tra etnia/lingua

         La nazione (IL POPOLO) esiste praticamente da sempre ma la si
         può riconoscere nei periodi "originari".

         Il medioevo diventa il periodo originario per eccellenza.

         Le comunità nazionali diventano sempre più consapevoli della
         propria identità e quindi della propria differenza rispetto alle
         altre. Il medioevo si presta bene allo scopo di rinsaldare tale
         identità. Le sue vestigia vengono interpretate in questa funzione.
         Alcuni lo ammirano come epoca nobiliare e cattolica e altri come
         monarchica e popolare: tutti comunque in quanto nazionale.

giovedì 1 novembre 12
Il mito della Nazione
                                                        Storia come processo di
           Soffermati sull’arida sponda
                                                        affermazione della
           Vòlti i guardi al varcato Ticino
           Tutti assorti nel novo destino               nazione e di progresso
           Certi in cor dell’antica virtù               dell'umanità
           Han giurato: non fia che quest’onda
           Scorra più tra due rive straniere        Una gente che libera tutta
           Non fia loco ove sorgan barriere          O fia serva tra l’Alpe ed il mare
           Tra l’Italia e l’Italia, mai più! [..]   Una d’arme, di lingua, d’altare
           Quello ancora una gente risorta          Di memorie, di sangue e di cor. [..]
           Potrà scindere in volghi spregiati
           E a ritroso degli anni e dei fati        Manzoni 1821
           Risospingerla ai prischi dolor


     Ascolto di Historycast n° 24 http://historycast.org/archivio/24.htm
giovedì 1 novembre 12
Il mito della Nazione
   Johann
   Gottlieb Fichte definiva l'identità tedesca tramite la lingua e la
    Fichte differenze con le altre popolazioni dell'Europa centrale, come
            gli Slavi, che non avevano identità politica o etnica chiara.
   Discorsi
            Gli altri popoli germanici si erano “romanizzati” perdendo
      alla
            qualsiasi fisionomia propria, come i Franchi (lingua
   nazione
            neolatina). Solo i Tedeschi “erano rimasti nelle sedi originarie
   tedesca
            del popolo di provenienza” e avevano mantenuto la lingua
    (1808)
            originaria: riconoscibili e superiori.


                              Archeologi e storici si impegnarono duramente
                              per definire le peculiarità di ogni popolo; Goti,       Fibula Gota
                              Longobardi, Vandali vennero identificati unendo i       Norimberga

                              dati delle fonti (romane) con le caratteristiche dei
                              ritrovamenti archeologici, la forma delle fibule, le
                              decorazioni sulle fibbie e le else, il profilo delle
                              lance e degli elmi e così via.


giovedì 1 novembre 12
MGH
     Monumenta Germaniae Historica: la più grande e importante
     raccolta di documenti medievali di tutti i tempi, fondata sull'idea di
     trascrivere le fonti storiche sulla Germania e sui popoli
     germanici dalla caduta dell'impero romano fino al XV secolo.

     Post Concilio di Vienna: geografia dei Monumenta ampia e
     arbitraria. Comprese le popolazioni germaniche dell'area del Sacro
     Romano Impero e ccolonizzate o governate da popoli di lingua
     tedesca (Franchi, Longobardi, Vandali e Burgundi). Ostrogoti,
     Visigoti, Anglosassoni furono invece considerati popoli migrati

     Strumento nato da un'idea di popolo e di nazione che oggi non
     più ha alcuna base scientifica.

giovedì 1 novembre 12
Visione del PRIMO dei tre mini documentari sugli MGH




giovedì 1 novembre 12
Nazionalsocialismo
             Riunificazione di tutti i territori germanofili: Alsazia,
             Lorena, Svizzera tedesca, Liechtenstein, Lussemburgo,
             Olanda, Danimarca, Alto Adige, e regioni a prevalenza
             etnica tedesca in Polonia, Cecoslovacchia, Lituania e
             Lettonia

             "focolare unico"per tutti i popoli di lingua germanica,
             "Pangermanesimo" : "Ein Völk, Ein Reich, Ein Führer !"

             Plurilinguismo e presenza di più etnie indeboliscono
             la nazione

giovedì 1 novembre 12
Nazionalsocialismo
             Le grandi nazioni crescono con il potere militare, che si
             sviluppa da culture civilizzate e razionali, che a loro
             volta crescono da razze dotate di buona salute,
             aggressività, intelligenza e coraggio. Le nazioni più
             deboli sono quelle la cui razza è impura e che quindi
             non riescono difendere i loro confini.

             Le razze schiave sono ritenute meno meritevoli di
             esistere rispetto alle razze dominanti che necessitano
             di "spazio vitale"


giovedì 1 novembre 12
Milosevic a Kosovo Polje (28 giugno 1989)



                                        Srebrenica
                                        Luglio 1995


giovedì 1 novembre 12
Milosevic a Kosovo Polje (28 giugno 1989)
                        Nel seicentesimo anniversario della omonima battaglia

    Quello che è stato certo attraverso i secoli fino ai nostri giorni è che la discordia si
    abbatté sul Kosovo seicento anni fa. Se perdemmo la battaglia, non deve essere stato
    solamente il risultato della superiorità sociale e del vantaggio militare dell'Impero
    Ottomano, ma anche della tragica divisione nella leadership dello Stato serbo a quel
    tempo. [..] Nella memoria del popolo serbo, questa disunione fu decisiva nel causare la
    perdita della battaglia e nell'arrecare il destino che che gravò sulla Serbia per ben sei
    secoli.[..]


    In Serbia non hanno mai vissuto solamente i serbi. Oggi, più che nel passato, pure
    componenti di altri popoli e nazionalità ci vivono. [..] Io sono assolutamente convinto
    che questo è un vantaggio.[..]

    Perciò è un obbligo per il popolo rimuovere le divisioni, così da potersi proteggere
    dalle sconfitte, dai fallimenti, e dalla sfiducia nel futuro. Sei secoli dopo, adesso, noi
    veniamo nuovamente impegnati in battaglie [..]. Non sono battaglie armate, benché
    queste non si possano mai escludere.


giovedì 1 novembre 12
Nazionalismi oggi

                                           I sostenitori di Alba Dorata,
                                                il partito nazional
                                               socialista greco (Afp)
                                                   9 maggio 2012




                   Barcellona
               11 settembre 2012
          diada : giornata dell’orgoglio
               nazionale catalano

giovedì 1 novembre 12
Indipendentismo
                            catalano
        11 settembre 1714, caduta di Barcellona a mano delle truppe
        borboniche, cui segue nel 1716 la soppressione delle istituzioni
        autonome catalane
        XIX secolo: risorge l’interesse per la cultura propria catalana, in
     parallelo alla riscoperta un po’ ovunque in Europa della mitologia e
     delle culture nazionali e anche allo sviluppo economico della regione.
     Barcellona e la Catalogna fioriscono economicamente, culturalmente e
     architettonicamente
        Pompeu Fabra (1868-1948): linguista della lingua catalana, nel
     medioevo lingua di un’ampia regione (Catalogna e sud della Francia).
        XX secolo: 2 proclamazioni di indipendenza fino al regime di Franco
     e alla guerra civile
        Quote crescenti di autonomia dal 1978

giovedì 1 novembre 12
Indipendentismo
                            catalano
         Rapido processo di modernizzazione: forte élite borghese
     • Lingua e cultura peculiari ma ben diffuse e non troppo distanti
     dall’idioma nazionale
     • La borghesia non solo non ostacola il movimento nazionalista, ma è
     interessata a permearlo di sé e ad assumere un ruolo guida
     • L'orientamento è generalmente moderato, autonomistico, ma non
     separatistico; l'identità è soprattutto affermata positivamente, in nome
     di qualità e caratteristiche proprie, non solo e non tanto in chiave di
     contrapposizione radicale al nemico.

                            MA IN TEMPI DI CRISI...



giovedì 1 novembre 12
Nazional(social)ismo
      greco
         Alba Dorata: piccola formazione politica che non avrebbe una
         grande forza di aggregazione, ma che oggi risulta favorita
         dall’aggravamento della crisi economica e politica greca

           Afferma la superiorità culturale della nazione greca
           Si oppone al marxismo, alla globalizzazione e al multiculturalismo
       Nostalgia per il regime dittatoriale di Ioannis Metaxas (1936-1941)
   e allarisposta negativa all'ultimatum italiano durante la seconda guerra
   mondiale (Okhi, cioè "No")
       Vicinanza con Georgios Papadopoulos, il capo del regime dei
   colonnelli (1966-1974)


giovedì 1 novembre 12
Karl Marx
         La storia dell’umanità è la storia della lotta di classe.

         “Uomini liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi, oppressori
         ed oppressi, in opposizione costante, condussero una guerra, [..] che
         sempre finì con una trasformazione rivoluzionaria dell’intera società,
         o con la distruzione delle due classi in lotta.

         Roma antica: patrizi, cavalieri, plebei e schiavi;
         Medioevo: signori, vassalli, padroni e servi
         Stato moderno: la borghesia schiaccia la nobiltà e crea “nuove
         condizioni d’oppressione”
         Realtà contemporanea: la società si divide in due grandi campi
         opposti, in due classi nemiche: la Borghesia ed il Proletariato.
                        da K. Marx e F. Engels, Manifesto del Partito Comunista (1847)


giovedì 1 novembre 12

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Introduzione allo studio della storia - 4

  • 1. Storicismo Metà del XIX: reazione al positivismo da parte degli umanisti (storici, filosofi, politici, filologi, letterati) Natura e storia sono differenti: la natura è uniforme e ripetibile; la storia è frutto dell’individualità e delle diverse culture. Le scienze umane non sono meno vere delle scienze naturali: gli oggetti e gli strumenti della conoscenza storica hanno un carattere specifico che li distingue da quelli della conoscenza naturale. Si deve trovare le regole di una scienza oggettiva per la storia, diversa dalla scienza del mondo naturale I protagonisti della storia sono gli uomini concreti e la storia va analizzata sui fatti concreti giovedì 1 novembre 12
  • 2. Storicismo Sostiene il primato della storia unico orizzonte a cui fare riferimento per spiegare i fatti; il piano temporale è l'unico piano dell'essere esistente: la storia diventa l'assoluto Le azioni umane tendono a dei fini, sono giudicate da dei valori, sono giudicate dalla storia. giovedì 1 novembre 12
  • 3. Wilhelm von Humboldt (Il compito dello storico 1821, ed. it. 1980) lo svolgimento della storia è l'esterna espressione di idee eterne che guidano il corso della storia e che trovano concreta espressione nell'opera di individualità determinate (singole personalità - istituzioni, nazioni, popoli); la comprensione del fatto storico richiede una specifica capacità di superare le apparenze che celano la verità profonda degli accadimenti giovedì 1 novembre 12
  • 4. Georg Wilhelm Friedrich Hegel (+1831) «Ho visto lo spirito del mondo a cavallo» Napoleone a Jena 1806 Concezione eliodromica della storia: lo spirito del mondo nel suo percorso ha seguito il corso del sole, da est a ovest. giovedì 1 novembre 12
  • 5. Idealismo-Storicismo La storia è manifestazione dello Spirito, processo razionale e progressivo, anche se non lineare ma dialettico. Si deve comprenderne il fine: (la progressiva realizzazione della libertà) e i mezzi (gli individui e i popoli). La guerra regola i rapporti tra Stati ed è inevitabile: permette di capire quale popolo ha ragione, cioè in quale popolo o persona si incarna di volta in volta lo Spirito del mondo. A differenza della maggior parte degli individui, che si limitano a conservare il costume del proprio popolo, alcuni individui lo trasformano e lo fanno progredire, realizzando un fine ad essi estraneo, perché con le loro passioni non sono che strumenti della ragione: si tratta degli individui cosmico-storici. giovedì 1 novembre 12
  • 6. Il concetto di Nazione 1765 nell'Encyclopedie compare un articolo non firmato dal titolo "Nation": «Nome collettivo che si adopera per esprimere una quantità considerevole di persone che abita una determinata estensione territoriale, racchiusa in frontiere stabilite e che obbedisce allo stesso governo». 1766 Luigi XV : «I diritti e gli interessi della nazione, di cui si osa fare corpo separato dal monarca, sono necessariamente uniti ai miei e si trovano solo nelle mie mani». Espressa una relazione dualistica tra la nazione e il re. Appare per la prima volta l'immagine di una nazione che, nella concezione assolutistica, era un riflesso senza autonomia del corpo fisico del re ma che si presenta anche come una realtà che può rivendicare volontà e vita proprie. giovedì 1 novembre 12
  • 7. Il concetto di Nazione 1791: la costituzione francese consacra, come fondamenti del diritto pubblico dell'Europa contemporanea, la sovranità nazionale ed il governo rappresentativo. Nasce un nuovo soggetto: il popolo di Francia, ma nasce anche l'esigenza di capire cosa si intendesse per popolo. Da un punto di vista popolare-rivoluzionario l'elemento accomunante della nazione non poteva essere né l'etnia, né la lingua, né l'affinità, sebbene queste potessero indicare una qualche appartenenza collettiva-> spinta universalistica giovedì 1 novembre 12
  • 8. Liberalismo e Nazionalismo Ottocento = Idea dello Stato-Nazione. La nazione esiste se: un popolo può essere associato a uno Stato esistente possiede un notevole passato, una letteratura nazionale scritta -> basi delle rivendicazioni nazionali italiana e tedesca, una capacità di conquista, prova del suo successo evolutivo. La nazione si pone come gradino dell'evoluzione. Il progresso di una nazione prevedeva l'assimilazione delle comunità più piccole: i popoli, le lingue e le culture minori potevano partecipare al progresso solo se accettavano uno stato di subordinazione o se abbandonavano la competizione. giovedì 1 novembre 12
  • 9. Il mito della Nazione e il Medioevo Sulla spinta universalistica prevale il legame tra etnia/lingua La nazione (IL POPOLO) esiste praticamente da sempre ma la si può riconoscere nei periodi "originari". Il medioevo diventa il periodo originario per eccellenza. Le comunità nazionali diventano sempre più consapevoli della propria identità e quindi della propria differenza rispetto alle altre. Il medioevo si presta bene allo scopo di rinsaldare tale identità. Le sue vestigia vengono interpretate in questa funzione. Alcuni lo ammirano come epoca nobiliare e cattolica e altri come monarchica e popolare: tutti comunque in quanto nazionale. giovedì 1 novembre 12
  • 10. Il mito della Nazione Storia come processo di Soffermati sull’arida sponda affermazione della Vòlti i guardi al varcato Ticino Tutti assorti nel novo destino nazione e di progresso Certi in cor dell’antica virtù dell'umanità Han giurato: non fia che quest’onda Scorra più tra due rive straniere Una gente che libera tutta Non fia loco ove sorgan barriere O fia serva tra l’Alpe ed il mare Tra l’Italia e l’Italia, mai più! [..] Una d’arme, di lingua, d’altare Quello ancora una gente risorta Di memorie, di sangue e di cor. [..] Potrà scindere in volghi spregiati E a ritroso degli anni e dei fati Manzoni 1821 Risospingerla ai prischi dolor Ascolto di Historycast n° 24 http://historycast.org/archivio/24.htm giovedì 1 novembre 12
  • 11. Il mito della Nazione Johann Gottlieb Fichte definiva l'identità tedesca tramite la lingua e la Fichte differenze con le altre popolazioni dell'Europa centrale, come gli Slavi, che non avevano identità politica o etnica chiara. Discorsi Gli altri popoli germanici si erano “romanizzati” perdendo alla qualsiasi fisionomia propria, come i Franchi (lingua nazione neolatina). Solo i Tedeschi “erano rimasti nelle sedi originarie tedesca del popolo di provenienza” e avevano mantenuto la lingua (1808) originaria: riconoscibili e superiori. Archeologi e storici si impegnarono duramente per definire le peculiarità di ogni popolo; Goti, Fibula Gota Longobardi, Vandali vennero identificati unendo i Norimberga dati delle fonti (romane) con le caratteristiche dei ritrovamenti archeologici, la forma delle fibule, le decorazioni sulle fibbie e le else, il profilo delle lance e degli elmi e così via. giovedì 1 novembre 12
  • 12. MGH Monumenta Germaniae Historica: la più grande e importante raccolta di documenti medievali di tutti i tempi, fondata sull'idea di trascrivere le fonti storiche sulla Germania e sui popoli germanici dalla caduta dell'impero romano fino al XV secolo. Post Concilio di Vienna: geografia dei Monumenta ampia e arbitraria. Comprese le popolazioni germaniche dell'area del Sacro Romano Impero e ccolonizzate o governate da popoli di lingua tedesca (Franchi, Longobardi, Vandali e Burgundi). Ostrogoti, Visigoti, Anglosassoni furono invece considerati popoli migrati Strumento nato da un'idea di popolo e di nazione che oggi non più ha alcuna base scientifica. giovedì 1 novembre 12
  • 13. Visione del PRIMO dei tre mini documentari sugli MGH giovedì 1 novembre 12
  • 14. Nazionalsocialismo Riunificazione di tutti i territori germanofili: Alsazia, Lorena, Svizzera tedesca, Liechtenstein, Lussemburgo, Olanda, Danimarca, Alto Adige, e regioni a prevalenza etnica tedesca in Polonia, Cecoslovacchia, Lituania e Lettonia "focolare unico"per tutti i popoli di lingua germanica, "Pangermanesimo" : "Ein Völk, Ein Reich, Ein Führer !" Plurilinguismo e presenza di più etnie indeboliscono la nazione giovedì 1 novembre 12
  • 15. Nazionalsocialismo Le grandi nazioni crescono con il potere militare, che si sviluppa da culture civilizzate e razionali, che a loro volta crescono da razze dotate di buona salute, aggressività, intelligenza e coraggio. Le nazioni più deboli sono quelle la cui razza è impura e che quindi non riescono difendere i loro confini. Le razze schiave sono ritenute meno meritevoli di esistere rispetto alle razze dominanti che necessitano di "spazio vitale" giovedì 1 novembre 12
  • 16. Milosevic a Kosovo Polje (28 giugno 1989) Srebrenica Luglio 1995 giovedì 1 novembre 12
  • 17. Milosevic a Kosovo Polje (28 giugno 1989) Nel seicentesimo anniversario della omonima battaglia Quello che è stato certo attraverso i secoli fino ai nostri giorni è che la discordia si abbatté sul Kosovo seicento anni fa. Se perdemmo la battaglia, non deve essere stato solamente il risultato della superiorità sociale e del vantaggio militare dell'Impero Ottomano, ma anche della tragica divisione nella leadership dello Stato serbo a quel tempo. [..] Nella memoria del popolo serbo, questa disunione fu decisiva nel causare la perdita della battaglia e nell'arrecare il destino che che gravò sulla Serbia per ben sei secoli.[..] In Serbia non hanno mai vissuto solamente i serbi. Oggi, più che nel passato, pure componenti di altri popoli e nazionalità ci vivono. [..] Io sono assolutamente convinto che questo è un vantaggio.[..] Perciò è un obbligo per il popolo rimuovere le divisioni, così da potersi proteggere dalle sconfitte, dai fallimenti, e dalla sfiducia nel futuro. Sei secoli dopo, adesso, noi veniamo nuovamente impegnati in battaglie [..]. Non sono battaglie armate, benché queste non si possano mai escludere. giovedì 1 novembre 12
  • 18. Nazionalismi oggi I sostenitori di Alba Dorata, il partito nazional socialista greco (Afp) 9 maggio 2012 Barcellona 11 settembre 2012 diada : giornata dell’orgoglio nazionale catalano giovedì 1 novembre 12
  • 19. Indipendentismo catalano 11 settembre 1714, caduta di Barcellona a mano delle truppe borboniche, cui segue nel 1716 la soppressione delle istituzioni autonome catalane XIX secolo: risorge l’interesse per la cultura propria catalana, in parallelo alla riscoperta un po’ ovunque in Europa della mitologia e delle culture nazionali e anche allo sviluppo economico della regione. Barcellona e la Catalogna fioriscono economicamente, culturalmente e architettonicamente Pompeu Fabra (1868-1948): linguista della lingua catalana, nel medioevo lingua di un’ampia regione (Catalogna e sud della Francia). XX secolo: 2 proclamazioni di indipendenza fino al regime di Franco e alla guerra civile Quote crescenti di autonomia dal 1978 giovedì 1 novembre 12
  • 20. Indipendentismo catalano Rapido processo di modernizzazione: forte élite borghese • Lingua e cultura peculiari ma ben diffuse e non troppo distanti dall’idioma nazionale • La borghesia non solo non ostacola il movimento nazionalista, ma è interessata a permearlo di sé e ad assumere un ruolo guida • L'orientamento è generalmente moderato, autonomistico, ma non separatistico; l'identità è soprattutto affermata positivamente, in nome di qualità e caratteristiche proprie, non solo e non tanto in chiave di contrapposizione radicale al nemico. MA IN TEMPI DI CRISI... giovedì 1 novembre 12
  • 21. Nazional(social)ismo greco Alba Dorata: piccola formazione politica che non avrebbe una grande forza di aggregazione, ma che oggi risulta favorita dall’aggravamento della crisi economica e politica greca Afferma la superiorità culturale della nazione greca Si oppone al marxismo, alla globalizzazione e al multiculturalismo Nostalgia per il regime dittatoriale di Ioannis Metaxas (1936-1941) e allarisposta negativa all'ultimatum italiano durante la seconda guerra mondiale (Okhi, cioè "No") Vicinanza con Georgios Papadopoulos, il capo del regime dei colonnelli (1966-1974) giovedì 1 novembre 12
  • 22. Karl Marx La storia dell’umanità è la storia della lotta di classe. “Uomini liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi, oppressori ed oppressi, in opposizione costante, condussero una guerra, [..] che sempre finì con una trasformazione rivoluzionaria dell’intera società, o con la distruzione delle due classi in lotta. Roma antica: patrizi, cavalieri, plebei e schiavi; Medioevo: signori, vassalli, padroni e servi Stato moderno: la borghesia schiaccia la nobiltà e crea “nuove condizioni d’oppressione” Realtà contemporanea: la società si divide in due grandi campi opposti, in due classi nemiche: la Borghesia ed il Proletariato. da K. Marx e F. Engels, Manifesto del Partito Comunista (1847) giovedì 1 novembre 12