1. Storicismo
Metà del XIX: reazione al positivismo da parte degli
umanisti (storici, filosofi, politici, filologi, letterati)
Natura e storia sono differenti: la natura è uniforme e ripetibile; la
storia è frutto dell’individualità e delle diverse culture.
Le scienze umane non sono meno vere delle scienze naturali: gli
oggetti e gli strumenti della conoscenza storica hanno un carattere
specifico che li distingue da quelli della conoscenza naturale. Si deve
trovare le regole di una scienza oggettiva per la storia, diversa dalla
scienza del mondo naturale
I protagonisti della storia sono gli uomini concreti e la storia va
analizzata sui fatti concreti
giovedì 1 novembre 12
2. Storicismo
Sostiene il primato della storia unico orizzonte a cui
fare riferimento per spiegare i fatti; il piano temporale
è l'unico piano dell'essere esistente: la storia diventa
l'assoluto
Le azioni umane tendono a dei fini,
sono giudicate da dei valori,
sono giudicate dalla storia.
giovedì 1 novembre 12
3. Wilhelm von Humboldt
(Il compito dello storico 1821, ed. it. 1980)
lo svolgimento della storia è l'esterna espressione di
idee eterne che guidano il corso della storia e che
trovano concreta espressione nell'opera di individualità
determinate (singole personalità - istituzioni, nazioni,
popoli);
la comprensione del fatto storico richiede una specifica
capacità di superare le apparenze che celano la verità
profonda degli accadimenti
giovedì 1 novembre 12
4. Georg Wilhelm Friedrich
Hegel (+1831)
«Ho visto lo spirito del
mondo a cavallo»
Napoleone a Jena 1806
Concezione eliodromica della storia:
lo spirito del mondo nel suo percorso
ha seguito il corso del sole, da est a
ovest.
giovedì 1 novembre 12
5. Idealismo-Storicismo
La storia è manifestazione dello Spirito, processo razionale e
progressivo, anche se non lineare ma dialettico.
Si deve comprenderne il fine: (la progressiva realizzazione della
libertà) e i mezzi (gli individui e i popoli).
La guerra regola i rapporti tra Stati ed è inevitabile: permette di
capire quale popolo ha ragione, cioè in quale popolo o persona si
incarna di volta in volta lo Spirito del mondo.
A differenza della maggior parte degli individui, che si limitano a
conservare il costume del proprio popolo, alcuni individui lo
trasformano e lo fanno progredire, realizzando un fine ad essi
estraneo, perché con le loro passioni non sono che strumenti della
ragione: si tratta degli individui cosmico-storici.
giovedì 1 novembre 12
6. Il concetto di Nazione
1765 nell'Encyclopedie compare un articolo non firmato dal titolo
"Nation": «Nome collettivo che si adopera per esprimere una
quantità considerevole di persone che abita una determinata
estensione territoriale, racchiusa in frontiere stabilite e che
obbedisce allo stesso governo».
1766 Luigi XV : «I diritti e gli interessi della nazione, di cui si osa
fare corpo separato dal monarca, sono necessariamente uniti ai miei
e si trovano solo nelle mie mani».
Espressa una relazione dualistica tra la nazione e il re. Appare per la
prima volta l'immagine di una nazione che, nella concezione
assolutistica, era un riflesso senza autonomia del corpo fisico del re
ma che si presenta anche come una realtà che può rivendicare volontà
e vita proprie.
giovedì 1 novembre 12
7. Il concetto di Nazione
1791: la costituzione francese consacra, come fondamenti
del diritto pubblico dell'Europa contemporanea, la sovranità
nazionale ed il governo rappresentativo.
Nasce un nuovo soggetto: il popolo di Francia, ma nasce
anche l'esigenza di capire cosa si intendesse per popolo.
Da un punto di vista popolare-rivoluzionario l'elemento
accomunante della nazione non poteva essere né l'etnia, né
la lingua, né l'affinità, sebbene queste potessero indicare
una qualche appartenenza collettiva-> spinta universalistica
giovedì 1 novembre 12
8. Liberalismo e Nazionalismo
Ottocento = Idea dello Stato-Nazione. La nazione esiste se:
un popolo può essere associato a uno Stato esistente
possiede un notevole passato, una letteratura nazionale scritta ->
basi delle rivendicazioni nazionali italiana e tedesca,
una capacità di conquista, prova del suo successo evolutivo.
La nazione si pone come gradino dell'evoluzione. Il progresso di una
nazione prevedeva l'assimilazione delle comunità più piccole: i
popoli, le lingue e le culture minori potevano partecipare al progresso
solo se accettavano uno stato di subordinazione o se abbandonavano
la competizione.
giovedì 1 novembre 12
9. Il mito della
Nazione e il Medioevo
Sulla spinta universalistica prevale il legame tra etnia/lingua
La nazione (IL POPOLO) esiste praticamente da sempre ma la si
può riconoscere nei periodi "originari".
Il medioevo diventa il periodo originario per eccellenza.
Le comunità nazionali diventano sempre più consapevoli della
propria identità e quindi della propria differenza rispetto alle
altre. Il medioevo si presta bene allo scopo di rinsaldare tale
identità. Le sue vestigia vengono interpretate in questa funzione.
Alcuni lo ammirano come epoca nobiliare e cattolica e altri come
monarchica e popolare: tutti comunque in quanto nazionale.
giovedì 1 novembre 12
10. Il mito della Nazione
Storia come processo di
Soffermati sull’arida sponda
affermazione della
Vòlti i guardi al varcato Ticino
Tutti assorti nel novo destino nazione e di progresso
Certi in cor dell’antica virtù dell'umanità
Han giurato: non fia che quest’onda
Scorra più tra due rive straniere Una gente che libera tutta
Non fia loco ove sorgan barriere O fia serva tra l’Alpe ed il mare
Tra l’Italia e l’Italia, mai più! [..] Una d’arme, di lingua, d’altare
Quello ancora una gente risorta Di memorie, di sangue e di cor. [..]
Potrà scindere in volghi spregiati
E a ritroso degli anni e dei fati Manzoni 1821
Risospingerla ai prischi dolor
Ascolto di Historycast n° 24 http://historycast.org/archivio/24.htm
giovedì 1 novembre 12
11. Il mito della Nazione
Johann
Gottlieb Fichte definiva l'identità tedesca tramite la lingua e la
Fichte differenze con le altre popolazioni dell'Europa centrale, come
gli Slavi, che non avevano identità politica o etnica chiara.
Discorsi
Gli altri popoli germanici si erano “romanizzati” perdendo
alla
qualsiasi fisionomia propria, come i Franchi (lingua
nazione
neolatina). Solo i Tedeschi “erano rimasti nelle sedi originarie
tedesca
del popolo di provenienza” e avevano mantenuto la lingua
(1808)
originaria: riconoscibili e superiori.
Archeologi e storici si impegnarono duramente
per definire le peculiarità di ogni popolo; Goti, Fibula Gota
Longobardi, Vandali vennero identificati unendo i Norimberga
dati delle fonti (romane) con le caratteristiche dei
ritrovamenti archeologici, la forma delle fibule, le
decorazioni sulle fibbie e le else, il profilo delle
lance e degli elmi e così via.
giovedì 1 novembre 12
12. MGH
Monumenta Germaniae Historica: la più grande e importante
raccolta di documenti medievali di tutti i tempi, fondata sull'idea di
trascrivere le fonti storiche sulla Germania e sui popoli
germanici dalla caduta dell'impero romano fino al XV secolo.
Post Concilio di Vienna: geografia dei Monumenta ampia e
arbitraria. Comprese le popolazioni germaniche dell'area del Sacro
Romano Impero e ccolonizzate o governate da popoli di lingua
tedesca (Franchi, Longobardi, Vandali e Burgundi). Ostrogoti,
Visigoti, Anglosassoni furono invece considerati popoli migrati
Strumento nato da un'idea di popolo e di nazione che oggi non
più ha alcuna base scientifica.
giovedì 1 novembre 12
13. Visione del PRIMO dei tre mini documentari sugli MGH
giovedì 1 novembre 12
14. Nazionalsocialismo
Riunificazione di tutti i territori germanofili: Alsazia,
Lorena, Svizzera tedesca, Liechtenstein, Lussemburgo,
Olanda, Danimarca, Alto Adige, e regioni a prevalenza
etnica tedesca in Polonia, Cecoslovacchia, Lituania e
Lettonia
"focolare unico"per tutti i popoli di lingua germanica,
"Pangermanesimo" : "Ein Völk, Ein Reich, Ein Führer !"
Plurilinguismo e presenza di più etnie indeboliscono
la nazione
giovedì 1 novembre 12
15. Nazionalsocialismo
Le grandi nazioni crescono con il potere militare, che si
sviluppa da culture civilizzate e razionali, che a loro
volta crescono da razze dotate di buona salute,
aggressività, intelligenza e coraggio. Le nazioni più
deboli sono quelle la cui razza è impura e che quindi
non riescono difendere i loro confini.
Le razze schiave sono ritenute meno meritevoli di
esistere rispetto alle razze dominanti che necessitano
di "spazio vitale"
giovedì 1 novembre 12
16. Milosevic a Kosovo Polje (28 giugno 1989)
Srebrenica
Luglio 1995
giovedì 1 novembre 12
17. Milosevic a Kosovo Polje (28 giugno 1989)
Nel seicentesimo anniversario della omonima battaglia
Quello che è stato certo attraverso i secoli fino ai nostri giorni è che la discordia si
abbatté sul Kosovo seicento anni fa. Se perdemmo la battaglia, non deve essere stato
solamente il risultato della superiorità sociale e del vantaggio militare dell'Impero
Ottomano, ma anche della tragica divisione nella leadership dello Stato serbo a quel
tempo. [..] Nella memoria del popolo serbo, questa disunione fu decisiva nel causare la
perdita della battaglia e nell'arrecare il destino che che gravò sulla Serbia per ben sei
secoli.[..]
In Serbia non hanno mai vissuto solamente i serbi. Oggi, più che nel passato, pure
componenti di altri popoli e nazionalità ci vivono. [..] Io sono assolutamente convinto
che questo è un vantaggio.[..]
Perciò è un obbligo per il popolo rimuovere le divisioni, così da potersi proteggere
dalle sconfitte, dai fallimenti, e dalla sfiducia nel futuro. Sei secoli dopo, adesso, noi
veniamo nuovamente impegnati in battaglie [..]. Non sono battaglie armate, benché
queste non si possano mai escludere.
giovedì 1 novembre 12
18. Nazionalismi oggi
I sostenitori di Alba Dorata,
il partito nazional
socialista greco (Afp)
9 maggio 2012
Barcellona
11 settembre 2012
diada : giornata dell’orgoglio
nazionale catalano
giovedì 1 novembre 12
19. Indipendentismo
catalano
11 settembre 1714, caduta di Barcellona a mano delle truppe
borboniche, cui segue nel 1716 la soppressione delle istituzioni
autonome catalane
XIX secolo: risorge l’interesse per la cultura propria catalana, in
parallelo alla riscoperta un po’ ovunque in Europa della mitologia e
delle culture nazionali e anche allo sviluppo economico della regione.
Barcellona e la Catalogna fioriscono economicamente, culturalmente e
architettonicamente
Pompeu Fabra (1868-1948): linguista della lingua catalana, nel
medioevo lingua di un’ampia regione (Catalogna e sud della Francia).
XX secolo: 2 proclamazioni di indipendenza fino al regime di Franco
e alla guerra civile
Quote crescenti di autonomia dal 1978
giovedì 1 novembre 12
20. Indipendentismo
catalano
Rapido processo di modernizzazione: forte élite borghese
• Lingua e cultura peculiari ma ben diffuse e non troppo distanti
dall’idioma nazionale
• La borghesia non solo non ostacola il movimento nazionalista, ma è
interessata a permearlo di sé e ad assumere un ruolo guida
• L'orientamento è generalmente moderato, autonomistico, ma non
separatistico; l'identità è soprattutto affermata positivamente, in nome
di qualità e caratteristiche proprie, non solo e non tanto in chiave di
contrapposizione radicale al nemico.
MA IN TEMPI DI CRISI...
giovedì 1 novembre 12
21. Nazional(social)ismo
greco
Alba Dorata: piccola formazione politica che non avrebbe una
grande forza di aggregazione, ma che oggi risulta favorita
dall’aggravamento della crisi economica e politica greca
Afferma la superiorità culturale della nazione greca
Si oppone al marxismo, alla globalizzazione e al multiculturalismo
Nostalgia per il regime dittatoriale di Ioannis Metaxas (1936-1941)
e allarisposta negativa all'ultimatum italiano durante la seconda guerra
mondiale (Okhi, cioè "No")
Vicinanza con Georgios Papadopoulos, il capo del regime dei
colonnelli (1966-1974)
giovedì 1 novembre 12
22. Karl Marx
La storia dell’umanità è la storia della lotta di classe.
“Uomini liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi, oppressori
ed oppressi, in opposizione costante, condussero una guerra, [..] che
sempre finì con una trasformazione rivoluzionaria dell’intera società,
o con la distruzione delle due classi in lotta.
Roma antica: patrizi, cavalieri, plebei e schiavi;
Medioevo: signori, vassalli, padroni e servi
Stato moderno: la borghesia schiaccia la nobiltà e crea “nuove
condizioni d’oppressione”
Realtà contemporanea: la società si divide in due grandi campi
opposti, in due classi nemiche: la Borghesia ed il Proletariato.
da K. Marx e F. Engels, Manifesto del Partito Comunista (1847)
giovedì 1 novembre 12