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Il moderno ospedale è infatti chiamato a garantire l’e- In particolare tre questioni fondamentali meritano ap-
rogazione di prestazioni sempre più numerose, tecnica- profondimento specifico: 1) le dimensioni e le dotazioni
mente complesse, in spazi temporali concentrati e, conse- del Nuovo Ospedale; 2) la scelta di realizzare un nuovo
guentemente, lo storico criterio di riferimento della nume- edificio anziché ristrutturare l’esistente; 3) le modalità at-
rosità dei posti letto per valutare la dimensione ed il ruolo traverso le quali si garantirà un “ospedale sicuro”.
di un ospedale ha rapidamente perso rilievo, soppiantato
da un’insieme di articolati e complessi requisiti cui ispira-
re la progettazione del nuovo ospedale. Dimensionamento dell’ospedale: dotazione di posti letto
Ci conforta la constatazione che il percorso culturale
compiuto, nel tratteggiare il modello di riferimento per il Nel merito della dimensione ospedaliera, rappresentata
nuovo ospedale di Bergamo, risulta fortemente fondato sui dal numero complessivo di posti letto, si deve necessaria-
temi dominanti il dibattito scientifico internazionale sul mente considerare che nei paesi ad economia avanzata le
ruolo, sulle prospettive, sul significato e la “mission” del- dimensioni degli ospedali si sono progressivamente ridot-
l’ospedale del futuro. te per due ragioni fondamentali:
In particolare abbiamo registrato, con non poco orgo- 1. l’introduzione di nuove modalità di erogazione delle
glio e soddisfazione, che, a breve distanza temporale dalla prestazioni sanitarie;
redazione dei documenti di capitolato per il bando interna- 2. l’affermarsi di politiche sanitarie fortemente orientate
zionale di progettazione, i principali elementi di riferimen- al contenimento dei costi.
to venivano condivisi e proclamati dall’autorevole voce Le nuove metodiche introdotte hanno provocato una
del Servizio Studi e Documentazione del Ministero della drastica riduzione nella esigenza dei posti letto per l’assi-
Sanità, a conclusione dei lavori della commissione apposi- stenza “post operatoria” ai pazienti, a seguito della trasfor-
tamente incaricata di indicare il modello di riferimento per mazione delle prestazioni in degenza breve, trasferendo
il “Nuovo Ospedale”, comunemente conosciuto come pro- addirittura buona parte dell’attività al livello delle presta-
getto “Renzo Piano” (v. tabella I). zioni ambulatoriali.
La pressione economica esercitata dalle diverse ammi-
Tabella I. Finalità dell’ospedale del futuro - nistrazioni ha, a sua volta, accentuato la propensione a li-
Proposte a confronto mitare fortemente il ricorso al tradizionale trattamento in
regime di degenza ordinaria.
Relazione tecnico-sanitaria per
“Metaprogetto Renzo Piano” In alcuni paesi ad economia avanzata, dove il fenome-
il Nuovo Ospedale di Bergamo
(marzo 2001) no si è manifestato con maggiore entità (es. Regno Unito
(anno 2000)
di Gran Bretagna e Repubblica d’Irlanda), il dibattito sul-
• centralità della persona • umanizzazione la riduzione dei posti letto è sempre stato molto vivace e
• sicurezza • affidabilità continua ad essere attuale, al punto da far ipotizzare anche
• integrazione con il territorio • urbanità alcuni scenari innovativi, non facilmente immaginabili fi-
• qualità delle cure • organizzazione no a pochi anni fa.
• appropriatezza • appropriatezza Ci si riferisce all’intendimento del ministero della sa-
• innovazione • innovazione nità irlandese di istituire nuovi posti letto negli ospedali
• promozione della ricerca clinica • ricerca pubblici ed agli interrogativi che vengono posti in Gran
• aggiornamento e formazione • formazione Bretagna circa la effettiva disponibilità di posti letto nel
paese, alla luce di emergenti fenomeni di migrazione sani-
taria verso altri paesi del continente europeo.
La nostra esperienza non si colloca quindi al di fuori Costante è anche l’attenzione a valutare la effettiva di-
del contesto scientifico internazionale e ne riassume i ter- sponibilità ed efficacia di strumenti e modalità di eroga-
mini del dibattito a conferma di una autentica “globalizza- zione dei servizi, alternativi al sistema del ricovero ospe-
zione” degli argomenti che ispirano l’organizzazione sani- daliero.
taria ed il ruolo della stessa all’interno della società civile. In Gran Bretagna, la cui storia sociale dell’ultimo mez-
Prima di considerare, in coerenza con lo scopo e le te- zo secolo è per certi versi assai vicina e per altri assai lon-
matiche del IV Congresso Nazionale dell’Associazione di tana dalla nostra (gli inglesi hanno infatti conosciuto prima
Medicina Preventiva dei Lavoratori della Sanità, il ruolo di noi la nascita di un SSN e ne hanno sperimentato le al-
e l’importanza della ricerca della sicurezza, nella predi- terne fortune e vicissitudini), c’è da registrare, in merito,
sposizione progettuale del nuovo ospedale, si ritiene op- un fenomeno significativo.
portuno riassumere, in via sintetica, alcuni degli argo- Il National Health Service Plan promulgato nel luglio
menti di maggiore peso relativo all’interno del dibattito 2000 sembrerebbe indicare una vera e propria inversione
considerato. di tendenza.
Si tratta, più precisamente, di tematiche che sistemati- È infatti programmata la realizzazione di 7.000 nuovi
camente calamitano l’attenzione delle comunità locali ove posti letto ospedalieri, di cui almeno 2.500 nelle strutture
si progetta un nuovo stabilimento ospedaliero e che merita- per “acuti”, un aumento del 30% dei letti di area “critica”
no un approccio razionale, rigorosamente orientato alle e la apertura di circa 100 nuovi ospedali entro il 2010.
evoluzioni del contesto scientifico internazionale, piuttosto Gli obiettivi strategici sono esplicitamente indicati e
che condizionato da contingenze ed emotività localistiche. descritti nella tabella II).
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Tabella II. Prove di riproducibilità La letteratura scientifica internazionale non risulta uni-
voca nel prospettare una risposta sintetica e conclusiva ad
Obiettivi NHS Plan una alternativa così netta ed esplicita.
Possono essere registrati interventi molto articolati che
More power and information for patients
considerano i diversi aspetti della questione, analizzano gli
More hospitals and beds
aspetti a favore dell’una o dell’altra soluzione, e demanda-
More doctors and nurses no la responsabilità di una sintesi decisionale conclusiva ai
Much shorter waiting times for hospital and doctors appointments diversi livelli politico gestionali, che sono tenuti a risolve-
Improved care for older people re il dilemma nelle diverse comunità ove esercitano il loro
Cleaner wards, better food and facilities in hospitals potere.
Bergamo non è rimasta estranea a questa discussione
ed ha scelto di percorrere la strada della edificazione di un
In Italia, e soprattutto nella regione Lombardia, sono nuovo, moderno complesso ospedaliero.
stati recentemente indicati alcuni indici di programmazio- Le principali voci della letteratura internazionale con-
ne del numero di posti letto per 1000 abitanti che, riducen- cordano nel ritenere che si debba anche tenere conto delle
do le dotazioni precedentemente previste, disegnano, an- situazioni specifiche locali, del diverso livello delle situa-
che per la nostra sanità, una prospettiva di rapido allinea- zioni in origine, delle finalità dell’istituto di ricovero più o
mento alle condizioni già sperimentate da altri paesi del meno tecnologicamente connotato, delle disponibilità fi-
“blocco occidentale” (4 posti letto/1.000 abitanti). nanziarie.
È evidente che il nuovo ospedale di Bergamo non po- Le argomentazioni che vengono esposte sono le stesse
trà non essere direttamente condizionato dal contesto de- che caratterizzano il dibattito che insorge all’interno delle
scritto e dovrà ricercare, principalmente, soluzioni di ele- nostre comunità e dei nostri ospedali in tema di:
vata flessibilità, in grado di assicurare il tempestivo adat- – costi della ristrutturazione verso l’edificazione ex
tamento ai diversi scenari futuri, non sempre completa- novo;
mente prevedibili. – tempi di realizzazione dell’intervento;
Si ritiene quindi che la dimensione in origine concer- – forzata coabitazione di un complesso cantiere all’inter-
tata da Ministero della Sanità, Regione Lombardia, Pro- no di una struttura che si vorrebbe “umanizzare” oltre
vincia e Comune di Bergamo ed Azienda Ospedaliera che rendere altamente efficiente nella sua capacità di
“Ospedali Riuniti” (accordo di programma, aprile 2000) operare per la salute.
debba essere considerata come il limite massimo cui Molto pragmatico è certamente l’approccio da parte
“spingere” il numero di posti letto del nuovo ospedale della associazione degli ingegneri clinici britannici che in
(v. tabella III). un proprio documento ufficiale esprime sinteticamente la
necessità che sia i nuovi edifici, sia gli edifici ristrutturati
Tabella III. Posti letto Ospedale di Bergamo e “ripensati” per le nuove esigenze, devono rispondere ad
alcuni requisiti sostanziali quali:
Situazione Accordo di Ipotesi di – essere disegnati, realizzati e resi operativi sulla base
attuale (assetto programma dimensionamento delle esigenze indotte dalla introduzione delle tecnolo-
accreditato) (aprile 2000) aggiornato
gie più avanzate;
p.l. ord. 1189 994 670 – essere in grado di destinare non meno di una quota del
d. hosp. 138 80 80 30% della superficie calpestabile ad apparati di alta
tecnologia, in grado di assicurare i diversi servizi, le
d. surg. – 46 46
funzioni di controllo remoto automatizzate, le funzioni
Libera prof. – 80 80 intelligenti di un edificio avanzato e tecnologicamente
totale 1445 1200 876 sofisticato;
– essere in grado di rispondere ad un agevole adattamen-
to alle ulteriori evoluzioni tecnologiche e della orga-
Il dimensionamento finale sarà quindi stabilito dalla nizzazione del lavoro ospedaliero.
sintesi delle diverse determinanti che discendono da: vin- Gli ospedali devono, in sintesi, permettere una tale
coli di programmazione sanitaria, equilibrio di sistema concentrazione e concatenazione organizzativa di tecnolo-
provinciale, esigenze gestionali dell’Azienda finalizzate al gie da assicurare i presupposti per la dimissione precoce,
conseguimento del “break even point”. in condizioni di consolidata sicurezza strutturale ed im-
piantistica.
Ristrutturazione vs nuova edificazione
La sicurezza nel nuovo ospedale
Un altro argomento che suscita l’interesse di chi, a va-
rio titolo, si occupa di sanità, e, in particolare, di organiz- Infine risulta essenziale una particolare e rigorosa at-
zazione dei servizi ospedalieri, è rappresentato da un di- tenzione al concetto di sicurezza in ospedale, che non può
lemma tuttora non completamente risolto: ristrutturare l’e- risolversi nella esclusiva ricerca dell’ottemperanza alle
sistente o costruire un ospedale ex novo? norme vigenti in tema di sicurezza degli ambienti.
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In realtà il dibattito sulla sicurezza in ospedale non può
prescindere dalla constatazione che, nel nostro paese, l’ap- Bibliografia
plicazione del D. Lgs 626/94 ha polarizzato l’attenzione
Adams J. Planning hospitals to meet future health needs: beyond the
degli amministratori sulla necessità di rispettare un com- planning process. XII congresso internazionale di ingegneria ospe-
plesso sistema di norme e procedure che hanno visto ri- daliera, Bologna, 25-29 maggio 1992.
dursi progressivamente il ruolo delle direzioni sanitarie in Creamer J, Gaynor S, Verdin JA, Bultema JK. Building a 21st century fa-
questo importante ambito operativo. cility. Nurs Manage 1999; 30: 28-32.
Il ruolo della direzione sanitaria diviene in realtà cru- Delibera Giunta Regionale Lombardia n° VII/6347 del 5 ottobre 2001
“Piano socio sanitario per il triennio 2002-2004”.
ciale se, al concetto di sicurezza, si associano le categorie Dowie R, Langman M. The hospital of the future: Staffing of hospitals:
che la letteratura scientifica internazionale individua come future needs, future provision. BMJ 1999; 319: 1193-1195.
prioritarie ed irrinunciabili. Fara GM, D’Alessandro D. Evoluzione e nuove conoscenze dell’igiene
L’American Hospital Association (AHA) in un proprio ospedaliera. Congresso nazionale ANMDO “L’ospedale del Futuro”,
“decalogo” procedurale stabilisce che: Merano (BZ), 8-10 maggio 1997.
Haycock C. Changing hospitals. BMJ 1999; 319: 1262-1264.
1. assumono priorità gli aspetti relativi alla sicurezza del- Hensher M, Edwards N. The hospital of the future: Hospital provision,
la prestazione sanitaria; activity, and productivity in England since the 1980s. BMJ 1999;
2. diviene sostanziale il corretto rapporto “medico-pa- 319: 911-914.
ziente” e la puntuale pratica informativa; Jarman B. Is London overbedded? BMJ 1993; 306: 979-982.
3. si deve porre l’accento, in maniera rigorosa, sulla “ap- Karcher H. Hospital closures. BMJ 1994; 309: 973-977.
Limacher H. Vom Alten zum Neuen: Umbau oder Neubau? Congresso
plicazione delle procedure”. nazionale ANMDO “L’ospedale del Futuro”, Merano (BZ), 8-10
Si tratta di una gerarchia di impegni che non possono maggio 1997.
non essere direttamente assunti da chi, nell’ambito della Ministero della Sanità. Nuovo Modello di ospedale: proposta Renzo Pia-
Azienda Ospedaliera, detiene il ruolo del Direttore Sani- no. Roma, 21 marzo 2001.
tario, responsabile dell’organizzazione dell’intero com- Payne D. German company offers “package deal ops” to Ireland. BMJ
2001; 323: 471.
plesso.
Rawlinson C, Kelly J. Injecting quality into the health care building pro-
Noi siamo convinti che l’impegno di realizzare un nuo- cess. World Hosp 1992; 28: 23-8.
vo, grande complesso ospedaliero si sostanzi, in realtà, in Richards SH, Coast J, Gunnel DJ, Peters TJ, Rounsford J, Darlow MA.
un grande progetto, teso a consolidare un “nuovo equili- Randomised controlled trial comparing effectiveness and acceptabi-
brio integrale” che permetta di concretizzare e valorizzare lity of an early discharge, hospital at home scheme with acute hospi-
tal care. BMJ 1998; 316: 1796-1801.
tutte le componenti che definiscono il concetto ed il ruolo
Rossi Prodi F, Stecchetti A. L’architettura dell’ospedale. Roma, Alinea
dell’ospedale del XXI secolo, sintesi di scienze tecnologi- editrice, 1998.
che ed architettoniche, medico scientifiche e socio umani- U.S. Department of Health and Human Services. Patient Safety Task For-
stiche. ce. Washington, 1999.
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tal fine è necessaria una stretta collaborazione tra direzio- • l’analisi dei costi e dei benefici;
ne sanitaria, direzione delle professioni sanitarie e direzio- • il programma di attuazione delle opere secondo una se-
ne tecnica dell’Azienda (2). I rapporti tra direzione sanita- quenza cronologica ben precisata.
ria e tecnica, tra l’altro, sono sempre più congiunti e inter- Trattasi in buona sostanza di una serie di valutazioni di
dipendenti in relazione alla complessità delle strutture sa- ordine generale (epidemiologico, tecnico, economico/fi-
nitarie, al progresso continuo delle tecnologie ed al pro- nanziario, gestionale) alla cui elaborazione deve partecipa-
gresso medico scientifico in generale. Tali rapporti si in- re un gruppo di esperti, tra cui almeno un ingegnere, un ar-
trecciano non solo nel settore dell’igiene ospedaliera ma chitetto, un urbanista, un geologo, un economista, un me-
anche in quello della edilizia sanitaria con riguardo alle ri- dico igienista competente in tecnica ospedaliere, ed inoltre
strutturazioni, agli ampliamenti e agli adeguamenti a nor- una rappresentanza di operatori e di cittadini per riuscire a
ma dei locali, alle nuove costruzioni, il tutto sia nella fase correlare tra loro obiettivi e funzioni, materiali e tecnolo-
della programmazione che della progettazione e della ese- gie, contenuti e forme (3).
cuzione dei lavori ed inoltre con riguardo ai trasferimenti Lo studio comporta la stesura di una relazione igieni-
temporanei di unità operative in fase di ristrutturazione dei stica e tecnico/sanitaria organizzativa, di un progetto di
locali e di adeguamento impiantistico con particolare at- massima e di un piano finanziario per la realizzazione e la
tenzione agli impianti di condizionamento. gestione dell’opera. Nella relazione tecnico-sanitaria van-
L’ospedale è una struttura/azienda molto complessa e no evidenziati i seguenti punti:
altrettanto complessa e critica è l’opera di progettazione, di • coerenza con il Piano Sanitario Regionale;
realizzazione e/o di ristrutturazione che richiede, come ve- • criteri che hanno presieduto alla scelta urbanistica del-
dremo, la partecipazione di un gruppo di esperti professio- l’area;
nisti. • criteri igienico sanitari e funzionali che hanno orienta-
to le scelte progettuali;
• caratteristiche fondamentali dell’edificio (assetto di-
Normativa di riferimento stributivo delle funzioni, capacità ricettiva della strut-
tura, scelte progettuali per lo smaltimento dei rifiuti,
Il D.C.G. 20/7/1939, pubblicato sulla Gazzetta Ufficia- gestione del microclima, descrizione almeno sintetica
le dell’11/8/1939 n. 187, “Approvazione delle istruzioni della tecnologia sanitaria prevista).
per le costruzioni ospedaliere” all’art. 1 prevedeva che il La relazione igienico-sanitaria a corredo dei progetti
progetto di massima per la costruzione di un nuovo ospe- esecutivi predisposti a seguito dei rispettivi studi di fattibi-
dale dovesse essere illustrato da una “relazione tecnico-sa- lità, ai fini dei finanziamenti, è inoltre espressamente pre-
nitaria” a firma dell’ingegnere progettista e di un medico vista dalle linee guida emanate dal Ministero della Sanità
competente in igiene ospedaliera. Nella relazione doveva- per l’attuazione delle norme del Decreto n. 321/1989. Il
no essere posti in evidenza una serie molto articolata di Decreto Legge 2/10/1993 n. 396, convertito in Legge n.
elementi che sono puntualmente elencati nell’articolo. 492 il 4/12/1993, con il passaggio alle Regioni dal Mini-
Alcune delle istruzioni date sono tutt’ora valide, altre stero della Sanità delle competenze relative alla istruttoria
sono sicuramente superate; il Decreto è stato, da un certo delle pratiche del Piano pluriennale di finanziamento ex
punto di vista, per oltre cinquanta anni un punto di riferi- art. 20 della Legge n. 67/1988, prevedeva che ogni Regio-
mento preciso e utile per le costruzioni ospedaliere in tut- ne disciplinasse le procedure da seguire per la presentazio-
to il Paese, da un altro punto di vista è stato troppo vinco- ne degli studi di fattibilità da parte delle Aziende ai fini del
lante ed in pratica ha ostacolato operazioni di aggiorna- finanziamento (4). Ad oggi risulta che la materia sia stata
mento culturale e di revisione degli schemi edilizi. Analo- disciplinata, ponendo in risalto la necessità e la centralità
gamente, il D.P.C.M. 27/6/1986 “Atto di indirizzo e coor- della relazione sanitaria a firma di un esperto in igiene e
dinamento dell’attività amministrativa delle Regioni in tecnica ospedaliera o Direttore Sanitario, solo dalla Regio-
materia di requisiti delle Case di Cura private” tutt’ora vi- ne Toscana con deliberazione n. 9405 del 26/9/1994 e dal-
gente, all’art. 4 prevede che i progetti di costruzione, am- la Regione Lombardia con L.R. n. 31/1997. In particolare
pliamento o trasformazione…. devono essere corredati da la legge della Lombardia prevede che la relazione sanitaria
una relazione tecnico sanitaria da parte di un medico com- debba contenere:
petente in igiene e tecnica ospedaliera. • obiettivi dell’intervento;
Il Decreto 29/8/1989 n. 321 che regolamenta la pro- • benefici attesi;
grammazione degli interventi di edilizia sanitaria a segui- • conformità delle funzioni espletate al Piano Regionale;
to del piano di investimenti di cui alla Legge n. 67/1988, • validità delle scelte impiantistiche adottate;
art. 20, considera come prioritario, nelle procedure di pro- • dichiarazione di conformità al D.P.R. 14/01/1997;
gettazione delle singole opere, lo “studio di fattibilità”. Ta- • specifica dei percorsi sporco/pulito, personale, degenti,
le studio deve contenere: visitatori;
• la definizione delle funzioni che verranno svolte nella • stima delle variazioni dei costi di gestione relativa-
struttura e la correlazione tra le diverse aree funzionali; mente al personale necessario.
• la definizione delle soluzioni tecniche che i progettisti Per inciso, a questo punto è interessante ricordare che
adotteranno nella progettazione e definizione della la Legge n. 442/1993, sopra ricordata, all’art. 5 comma 2
struttura; recita: “per la progettazione degli interventi previsti dal-
• la verifica della fattibilità tecnica dell’intervento; l’art. 2 della L. 5/6/1990 n. 135, nonché per tutti quelli di
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edilizia ospedaliera, non si applicano le istruzioni per le L’individuazione delle funzioni e delle loro correla-
costruzioni ospedaliere contenute nel D.C.G. 20/7/1939”. zioni spaziali, nonché le problematiche relative al con-
Pertanto, in questi anni, a causa delle gravissima carenza trollo delle infezioni ospedaliere, alla tutela della salute e
di una normativa tecnica edilizia di settore, il D.Lvo della sicurezza del personale, alla pulizia, disinfezione e
19/9/1994 n. 626 e il D.P.R. 14/1/1997, sia pure insufficien- sterilizzazione, allo smaltimento dei rifiuti solidi, liquidi e
te ed in parte obsoleto, sono divenuti gli unici supporti di ve- radioattivi, al microclima ambientale, richiedono compe-
rifica tecnologica e progettuale per i nuovi ospedali. Tale as- tenze epidemiologiche e conoscenze di igiene e organiz-
senza di normativa tecnica di settore, ulteriormente ribadisce zazione ospedaliera che solo un medico specialista in igie-
la necessità di utilizzare nelle fasi della progettazione e della ne può fornire, all’interno del gruppo pluridisciplinare in-
esecuzione dei lavori una consulenza tecnico-igienistica, co- caricato della progettazione. Le principali fasi del mo-
me pure clinico-specialistica e tecnico-assistenziale al fine di mento urbanistico e tecnico sanitario, quindi, possono co-
definire anche gli assetti dei settori specialistici. sì essere sintetizzate:
• definizione del dimensionamento facendo riferimento
a standard nazionali ed internazionali, e del posiziona-
Contenuti mento delle zone funzionali;
• determinazione delle interconnessioni funzionali delle
L’Ospedale è un organismo complesso e deve essere diverse zone;
progettato come un “sistema ordinato” in cui le varie atti- • definizione e dimensionamento delle correnti di traffi-
vità siano predisposte negli spazi funzionali secondo un co per categorie di persone e merci;
assetto ben determinato. L’ordinamento interno, rimasto • individuazione dei limiti imposti al sistema;
ancorato alla legge di riforma ospedaliera (L. 132/1968 e • individuazione del modello che ottimizzi le percorrenze.
D.P.R. n. 128/1969) anche dopo l’istituzione del Servizio A questo punto l’architetto progettista individua il mo-
Sanitario Nazionale si è andato radicalmente modificando dello architettonico che soddisfi nel modo migliore gli
con i Decreti Delegati (n. 502/1992 e n. 517/1993). Le Re- schemi urbanistici di cui sopra e predispone il progetto
gioni, infatti, sulla base della Legge n. 421/1991, provve- preliminare condividendo quindi la responsabilità proget-
dendo alla riorganizzazione degli ospedali, sono tenute ad tuale con un gruppo di esperti di varie discipline. Per con-
attivare sia le aree funzionali omogenee che i dipartimen- cludere, il progetto di un ospedale non deve, comunque, te-
ti, quali modelli organizzativi e gestionali tendenti ad inte- nere conto solo ed esclusivamente delle funzioni da soddi-
grare l’operatività delle singole unità operative. sfare e degli indicatori standard di qualità strutturale, ma
Nella relazione igienico-sanitaria va tenuto sempre deve comprendere sin dalla fase della sua elaborazione
presente che il corretto approccio ad un progetto di costru- preliminare, gli elementi in grado di soddisfare le attese
zione o ristrutturazione ospedaliera deve essere prima di ti- del cittadino/utente in termini di comfort alberghiero, di
po urbanistico, con un preciso diagramma di flussi e fun- personalizzazione e di efficienza gestionale (5).
zioni, e dopo di tipo architettonico con la conseguente ti-
pologia ospedaliera. Al variare, infatti, del modello orga-
nizzativo delle zone funzionali e delle relative correnti di Bibliografia
traffico, corrisponde una variata tipologia architettonica.
Per un momento soltanto proviamo ora a spostare la 1) Finzi GF, Polita C. La funzione igienistica oggi. Ambiente news 2000;
nostra attenzione sulla progettazione di un paese che è co- 12: 10.
2) Almici M, Girardi F, Kob K, Reiner W, Montini G, Corradini H. I rap-
stituito da una zona residenziale, una zona commerciale, porti tra Direzione medica dell’Ospedale ed il servizio gestione tecni-
una zona industriale, scolastica e così via. A questo punto ca dell’Azienda. Ambiente news 2000; 12: 23.
si pone il problema di decidere quale di queste zone verrà 3) Palumbo R, Terranova F. Lineamenti di edilizia sanitaria. NIS - La
posta in prossimità del centro del paese, ed inoltre quali Nuova Italia Scientifica, 1982.
4) Moro S, Neri V. Il ruolo della consulenza sanitaria nella progettazio-
edifici verranno posti nella piazza principale del paese.
ne ospedaliera. Progettare per la Sanità 2001; 64: 40.
Analogamente, nella progettazione di un ospedale, quale 5) Boccadoro S. Revisione dei criteri progettuali in relazione al nuovo
zona funzionale si vuole considerare il centro attorno al ordinamento istituzionale degli ospedali italiani. Progettare per la Sa-
quale ruotano gli altri servizi e le altre funzioni? nità 1998; 52: 44.
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del contenimento dei fattori stressanti, cioè di tematiche norma, cioè la presenza di una relazione sui rischi per la si-
eminentemente progettuali ed organizzative. curezza e la salute durante il lavoro;la descrizione dei cri-
Negli ultimi anni, come già accennato, sono divenute teri adottati per la valutazione;l’individuazione delle misu-
sempre più urgenti le esigenze della certificazione e del- re di prevenzione e protezione attuate nonché delle attrez-
l’accreditamento. Per restare su quest’ultimo tema va sot- zature utilizzate; la stesura del programma di attuazione
tolineato come in molti suoi schemi applicativi sia previ- delle misure.
sto il rispetto di alcuni requisiti formali e di altri sostan- La qualità della prima parte può essere verificata uti-
ziali propri della sicurezza e della tutela della salute negli lizzando tre principali parametri:
ospedali. • la completezza della valutazione: tutti i fattori di ri-
La corretta valutazione dei diversi fattori di rischio e schio sono stati (adeguatamente) analizzati e descritti,
dei rischi ad essi correlati, formalizzati nel DVR, è alla ba- tutti i posti di lavoro e tutti i lavoratori sono stati con-
se delle scelte programmatiche (interventi per eliminare o siderati;
contenere i rischi, elementi di promozione del benessere) • la messa a disposizione di informazioni che permetta-
che il datore di lavoro deve sottoscrivere nella parte terza no una corretta collocazione di pericoli e lavoratori: de-
del documento stesso. La norma vigente consente al Dato- scrizione di ambienti, cicli, materiali usati, etc.;
re di Lavoro all’interno del programma delle misure da • la rassegna delle fonti informative: di tipo tecnologico
adottare di fissare una gerarchia di interventi in base ad al- (materiali, macchinari), riguardanti il personale (nume-
cuni criteri quali la gravità e diffusione dei rischi, la loro ro, età, sesso, turni, distribuzione), ti tipo igienistico
prevedibilità, la fattibilità tecnica degli interventi, la ne- (precedenti indagini o misure dei fattori di rischio), di
cessità di dover mantenere l’erogazione dei servizi indi- tipo sanitario (infortuni, malattie professionali, monito-
spensabili. raggio biologico, etc.).
Il Datore di Lavoro si potrà pertanto trovare nella ne- Circa i criteri adottati dovrebbero comparire numero
cessità di dover stabilire se determinati interventi siano e qualifica del personale coinvolto a vario titolo nella
realizzabili (ed economicamente giustificabili) in una de- VR; la parte svolta e tempo dedicato alla VR da ogni va-
terminata struttura o se invece sia necessario (o più conve- lutatore; le fonti informative; i metodi di raccolta e di ela-
niente) procedere a costruire nuove strutture proprio per borazione delle informazioni; l’integrazione delle figure
garantire il raggiungimento di quanto dallo stesso sotto- e delle fasi della VR; il coinvolgimento dei lavoratori, ed
scritto nella parte terza del DVR. A questo proposito si ri- in particolare dei rappresentanti dei lavoratori per la si-
corda la tipologia a padiglioni o a monoblocco che da sola curezza.
determina alcune scelte obbligate ad esempio di tipo im- La individuazione delle misure di prevenzione e prote-
piantistico o logistico (3). zione non può che rimandare all’articolo 3 del D.Lgs
Perché le scelte che verranno operate siano pienamen- 626/94. Si dovranno pertanto verificare:
te giustificabili è opportuno, a nostro avviso, che siano • la completezza delle misure adottate e/o da adottare;
fondate su elementi obiettivi, a partire, per quanto più da • la loro organizzazione secondo la gerarchia preventiva
vicino ci interessa, dalla realizzazione dei programmi deri- in più parti richiamata (eliminare, ridurre, controllare i
vanti dalla VR per sicurezza e salute dei dipendenti. Que- rischi; privilegiare le misure collettive);
sti potranno essere integrati con gli elementi che derivano • informazione e formazione;
da altre valutazioni, come quelle inerenti le prestazioni di • sorveglianza sanitaria.
diagnosi e cura e gli altri aspetti, governati dalle Direzioni Per quanto riguarda il programma di attuazione delle
Sanitarie, riguardanti assistiti e visitatori. misure di prevenzione e protezione, si dovrà valutarne la
In questo contributo si cercherà di dimostrare come la congruenza rispetto a gravità e diffusione dei rischi; fatti-
VR possa rappresentare un utile riferimento nei processi bilità tecnica; organizzazione e risorse dell’azienda (co-
decisionali a condizione che siano studiati e validati mo- sti/benefici), necessità di mantenere adeguati livelli dei
delli che ne facilitino l’impiego in questo contesto. servizi erogati.
La dimostrazione di carenze nel DVR su alcuni dei
punti sintetizzati ne consiglia la correzione sfruttando la
La qualità della valutazione del rischio dinamicità della VR. Si sottolinea che la qualità del DVR
è precondizione al suo utilizzo nella definizione di moti-
La VR si iscrive nel più ampio e complesso metodo del vati programmi di prevenzione.
risk assessment che prevede individuazione dei fattori di
rischio, misura delle esposizioni, stima e caratterizzazione
dei rischi. Essa non porta automaticamente alla risoluzio-
ne dei problemi evidenziati, ma li porta alla luce e ne fa Dalla valutazione alla realizzazione dei programmi preventivi
oggetto di studio e di programmi articolati secondo le re-
gole del risk management (1). Il Direttore Generale deve programmare interventi atti
Perché le conclusioni che si traggono nel DVR specie ad eliminare o contenere i rischi fissando una gerarchia di
nella parte programmatica siano valide, esso deve rispon- interventi. È in questo contesto che dovrà valutare se gli
dere a precisi verificabili requisiti di qualità (2). interventi preventivi sono realizzabili nella strutture esi-
Per orientarci sulla qualità di un DVR dobbiamo anzi- stenti o se è necessario (più conveniente) realizzarli in
tutto verificare il rispetto dei requisiti minimi fissati dalla nuove strutture.
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In altre parole, accanto alle motivazioni socio econo- • caldo freddo condizionamento;
miche, urbanistiche, politiche già richiamate potrebbero ri- • aree tecnologiche laboratori, diagnostiche strumentali,
sultare utili al Direttore Generale alcune informazioni con- sale operatorie.
tenute nel DVR, specie quelle da tradurre in programmi di Ad essi possiamo attribuire un punteggio medio-elevato.
intervento. Nel terzo gruppo collochiamo i rischi (impiantistici, da
È necessario però che un modello conoscitivo pensato materiali utilizzati) che per natura o livello possono essere
per altre finalità sia adattato o meglio collegato ad uno controllati anche con:
schema che traduca in modo adeguato le informazioni che • interventi di manutenzione;
riguardano le scelte da operare. • misure di prevenzione collettiva e individuale;
Un possibile modello che utilizzi i risultati del DVR • informazione, formazione ed addestramento;
potrebbe ad esempio fondarsi su punteggi che derivano • monitoraggio dell’esposizione (indagini ambientali,
dall’applicazione di indici di peso diverso a seconda della monitoraggio biologico;
natura e della gravità dei rischi rilevati.. • sorveglianza sanitaria.
Il calcolo può essere fatto in relazione ai costi econo- Ad essi possiamo attribuire un punteggio medio-basso.
mici della messa a norma (ristutturazione, costruzione ex Nel quarto gruppo collochiamo i rischi organizzativi e
novo), dei costi indiretti per la gestione del mantenimento gestionali:
di condizioni di rischio, ma anche in termini di costi della • necessità di più personale;
mancata sicurezza e salute (infortuni e malattie professio- • limitazioni nell’utilizzo di spazi e di attrezzature;
nali), del mancato accreditamento o della perdita di con- • prolungamento dei tempi relativi allo svolgimento dei
correnzialità con altre strutture. compiti lavorativi.
Gli indicatori (sintetici e ovviamente da validare) do- Ad essi possiamo attribuire un punteggio-basso.
vrebbero essere in grado di quantificare il livello di rischio A parte vanno analizzati i costi (anche di immagine)
derivante da elementi generali di rilevanza decrescente par- derivanti da contenziosi medico legali (infortuni, malattie
tendo dalle caratteristiche statiche degli edifici, dalle pro- professionali, cause di sevizio) ed assicurativi (necessità di
blematiche dell’emergenza e dell’antincendio anzitutto, per coperture assicurative aggiuntive o di aumenti dei premi).
arrivare dallo stoccaggio ed impiego di composti chimici, In questo caso i punteggi possono variare da bassi a molto
dalla distribuzione di gas compressi, dalla gestione di labo- elevati anche in base alle condizioni specifiche (conflittua-
ratori e sale operatorie, alla gestione dei servizi tecnici ed lità interna all’ospedale, interventi delle autorità di con-
economali, alla adozione delle misure di contenimento del trollo, etc.).
rischio biologico, alla movimentazione dei pazienti. Il mancato accreditamento ha per ovvi motivi, un pun-
Per alcuni gruppi di fattori di rischio (ad esempio quel- teggio molto elevato.
li di tipo chimico in laboratori - sale operatorie) gli indica- Gli interventi vanno inoltre classificati in base alla lo-
tori possono derivare dal rapporto con i valori limite pro- ro destinazione, ad esempio distinti in:
posti dagli igienisti industriali, per altri come il rischio di • nuova costruzione di ospedale;
incendio a modelli previsionali o fattori integrati di valuta- • nuova costruzione di parte di ospedale;
zione, per altri ancora come quelli organizzativi ad indici • ristrutturazione strutturale di parti di ospedale;
sintetici come quelli infortunistici. • nuovi impianti, nuova organizzazione;
Il superamento di un determinato punteggio complessi- • nuove procedure.
vo per unità operativa/struttura, dovrebbe orientare verso il In una valutazione in centesimi, si potrebbero attribui-
tipo di intervento da realizzare ai fini del conseguimento di re i punteggi riportati in tabella I.
adeguati livelli preventivi evitando, tra l’altro, di procede-
re per tentativi. Tabella I. Possibili punteggi attribuiti ai gruppi di rischio
Gli indicatori dovrebbero essere passati ad altre com- in seguito all’esito della valutazione del rischio
petenze per valutare la rilevanza economica dei rischi e
della loro correzione. Pesare in termini economici le ca- Elementi valutati Punteggio
renze individuate e le relative soluzioni, può semplificare 1° gruppo (interventi strutturali) 50-100
la decisione da prendere.
2° gruppo (interventi impiantistici) 20-40
In una prima ipotesi di schema di valutazione possiamo
suddividere rischi e punteggi loro attribuiti come di segui- 3° gruppo (manutenzione, monitoraggio esposizione) 10-20
to riportato. 4° gruppo (problemi organizzativi) 0-10
Nel primo gruppo collochiamo i rischi maggiori che
derivano dalla valutazione delle:
• caratteristiche statiche degli edifici; Dalla stima si possono determinare due condizioni
• problematiche collegate alle norme antincendio ed estreme a punteggio rispettivamente di 0 (condizione in
emergenza. cui non servono interventi strutturali) o 100 (condizione
Ad essi attribuiamo il massimo punteggio. per la quale è necessario costruire una nuova struttura). Il
Nel secondo gruppo collochiamo i rischi impiantistici raggiungimento dei valori può aversi o con il concorso di
che derivano dalla analisi di: un solo gruppo di rischi (ad esempio mancanza di sicurez-
• impianti elettrici,; za statica degli edifici) o di più fattori (mancato raggiungi-
• distribuzione di gas; mento della sicurezza antincendio, sale operatorie e labo-
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ratori con monitoraggi ambientali che dimostrano inquina- Potrebbero realizzarsi a seguito della valutazione di
mento elevato, limiti strutturali nell’uso degli ausili per la quanto sopra due situazioni teoriche:
movimentazione dei pazienti). Sala A: collocata in vecchio edificio, dimensioni insuf-
La decisione da prendere, secondo quanto proposto, si ficienti, priva di sala risveglio, senza impianto antincendio
sposta verso la costruzione ex novo più il punteggio è ele- e di ricambi d’aria. Punteggio ottenuto 100, in quanto tutte
vato; per bassi punteggi è possibile optare per programmi le variabili considerate hanno ottenuto il massimo punteg-
che vanno da interventi strutturali limitati a una bonifica. gio, pertanto si deve optare per una costruzione ex novo.
È possibile stabilire un valore al di sopra del quale si- Sala B: collocata in vecchio edificio ma in buone con-
curamente è più utile costruire ex novo. In un ipotetico dizioni strutturali, superficie sufficiente, adeguate le zone
modello centesimale il cut off potrebbe essere 60: sotto i filtro, sala risveglio ed induzione, impianti tutti presenti ed
60 possono essere convenienti interventi di bonifica par- efficienti tranne quello dei ricambi d’aria che risulta insuf-
ziale, interventi di manutenzione straordinaria, una nuova ficiente, confermato dalle misure ambientali degli aneste-
organizzazione o nuove procedure. tici volatili che durante interventi chirurgici di lunga dura-
ta superano i valori limite. Punteggio ottenuto 30. È soste-
nibile un intervento di bonifica che riguarda in specifico il
Esempio applicativo potenziamento dell’impianto di aspirazione.
Abbiamo tentato di applicare alcuni dei principi sopra
tratteggiati ad una situazione come quella delle sale opera- Considerazioni conclusive
torie (SO) nella quale si combinano rischi strutturali, im-
piantistici e organizzativi. La valutazione del rischio è uno strumento per il Dato-
In questo caso esistono norme e linee guida come il re di Lavoro (Direttore Generale) per individuare le misure
DGR VI/47077-1999 della Regione Lombardia (4), men- di prevenzione e pianificarne la realizzazione. Potrebbe di-
tre il DGR VI/38133-1998 della Regione Lombardia, sta- ventare anche base per decisioni di maggior impegno qua-
bilisce i requisiti minimi delle SO per l’accreditamento le la ristrutturazione dell’esistente o la costruzione ex novo.
delle strutture sanitarie. Per valutare i rischi nelle sale Il modello proposto potrebbe facilitare il compito at-
operatorie sono state proposte, dal gruppo di lavoro della traverso l’utilizzo di indici sintetici che dovranno avere
Regione Lombardia check list di valutazione dei rischi una validazione attraverso il contributo di esperti nelle di-
strutturali ed impiantistici in sala operatoria che prevedo- scipline politecniche ed economiche. Le scelte come detto
no la verifica di: devono considerare il contesto socio economico, politico,
urbanistico, i costi diretti di ristrutturazione o nuova co-
Struttura Si/No struzione, quelli della gestione del permanere di situazioni
di rischio. Non possono essere trascurati i “costi” di infor-
0. Protezione antisismica
tuni e malattie professionali o quelli comunque collegati
1. Protezione antincendio agli interventi di tipo organizzativo o formativo “aggiunti-
2. Protezione acustica vi”, cioè necessari per il contenimento del rischio non af-
3. Sicurezza elettrica e continuità elettrica
frontato con interventi strutturali.
Va infine sottolineato come in un settore come quello sa-
4. Sicurezza antinfortunistica
nitario, ove la componente umana e professionale nell’attività
5. Igiene dei luoghi di lavoro lavorativa è fondamentale, gli interventi strutturali, impianti-
6. Protezione dalle radiazioni ionizzanti stici, organizzativi dovrebbero essere tali da creare condizio-
ni che non solo non facciano ammalare, ma che permettano
7. Eliminazione delle barriere architettoniche
di lavorare al meglio (condizioni di comfort, di benessere).
8. Smaltimento dei rifiuti Anche in questo modo si potrà garantire la fornitura di pre-
9. Condizioni microclimatiche stazioni di maggiore qualità con beneficio per gli utenti
(clienti) e per l’immagine (competitività) dell’ospedale.
10. Impianti di distribuzione dei gas
11. Segnalazione di materiali esplodenti
Bibliografia
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nel personale dell’industria con quelle nel personale sani- Tabella I. Distribuzione per tipo di patologia
tario dal 1980 al 1994, si può vedere come queste ultime, delle malattie professionali registrate nell’Azienda
che erano nei primi anni decisamente meno numerose ri- Ospedaliera di Padova e denunciate all’INAIL
spetto a quelle riscontrate nell’industria, siano andate pro- nel periodo 1990-2000 (262 casi in totale)
gressivamente aumentando fino al 1990, quando si è veri-
Patologia denunciata all’INAIL Numero (%)
ficato addirittura un sorpasso (26). In studi effettuati dal-
l’OSHA sui risultati della sorveglianza sanitaria emerge Sensibilizzazione a latice 90 (34.4%)
che la percentuale di strutture sanitarie che segnala effetti Dermatiti in sensibilizzazione ad additivi
negativi per la salute raggiunge il 15% per le patologie cu- della gomma 29 (11.1%)
tanee, il 10.7% per le alterazioni da traumi ripetuti, il 4.8% Dermatiti in sensibilizzazione a latice,
per patologie da agenti fisici, l’1.9% per le alterazioni re- additivi della gomma ed altro 7 (2.7%)
spiratorie e l’1.5% per le neoplasie (13).
Dermatiti in sensibilizzazione ad allergeni vari 6 (2.3%)
L’evidenza di questa situazione ha portato alla creazio-
ne di strutture che potessero soddisfare le accresciute esi- Dermatiti irritative gravi 3 (1.1%)
genze di tutela della salute avvertite dai lavoratori della sa- Infezioni croniche da virus dell’epatite C 47 (17.9%)*
nità ed anche in Italia sono nati i Servizi di Medicina Pre- Infezioni croniche da virus dell’epatite B 1 (0.4%)
ventiva dei lavoratori ospedalieri, di cui quello di Padova
è stato tra i primi a partire dal 1986 (14). Infezioni da bacillo tubercolare 22 (8.4%)
È stato anche necessario far comprendere agli ammini- Infezioni da scabbia 29 (11.1%)
stratori delle strutture quanto fosse importante non ridurre Ernia discale 14 (5.3%)
le risorse deputate alla prevenzione dei rischi per la salute
Sindrome della cuffia dei rotatori 4 (1.5%)
degli operatori sanitari, cercando di far coincidere le esi-
genze di produzione con le esigenze di tutela della salute Patologie da strumenti vibranti 3 (1.1%)
del personale, anche se si può affermare che tale obiettivo Neoplasie riconducibili ad esposizione
non è stato ancora completamente raggiunto (2). a radiazioni ionizzanti 4 (1.5%)
Lo scopo di questo lavoro è stato quello di operare una Ipoacusie da rumore 2 (0.8%)
analisi il più approfondita possibile delle patologie e degli
Asbestosi pleurica 1 (0.4%)
infortuni occorsi nel personale ospedaliero dell’Azienda
Ospedaliera di Padova nel periodo 1990-2000, confron- * di cui 28 con significativi fattori di rischio extraprofessionali.
tando tali dati con quelli della Regione Veneto relativi al
medesimo settore. L’obiettivo è stato anche quello di fo- ti di latice e dei diversi agenti disinfettanti, rappresentano
calizzare quali possano essere i possibili interventi pre- oltre la metà (51.7%) di quelle denunciate. Tale risultato è
ventivi da mettere in atto per i diversi rischi sia in fase di peraltro confermato da quanto emerso dai dati prodotti dal-
progettazione e/o di ristrutturazione degli ambienti, sia l’Osservatorio epidemiologico occupazionale riportati nel-
mediante la disponibilità di idonee attrezzature e procedu- la tabella II che, nello stesso periodo di tempo, ha eviden-
re di lavoro. ziato tra le malattie professionali segnalate allo SPISAL
nei lavoratori della sanità della Regione Veneto, un 52.1%
di patologie allergiche (compresi i casi di asma) e derma-
Casistica tologiche in genere.
Appaiono assai più numerosi nella nostra realtà, in con-
Le malattie professionali fronto al dato generale della Regione Veneto, i casi di pa-
Nell’Azienda Ospedaliera di Padova lavorano 4489 di- tologie da agenti biologici (37.8% contro un 13.4%). Que-
pendenti di cui oltre l’80% adibito ad attività sanitaria sto risultato è in relazione soprattutto ad un relativamente
(medici, infermieri professionali e generici, operatori tec- elevato numero di casi di infezioni tubercolari (n. 22) e da
nici addetti all’assistenza, ausiliari). Già da molti anni, co- virus dell’epatite C (n. 47); riguardo a quest’ultimo dato si
me già detto, è attivo un Servizio di Medicina Preventiva deve tuttavia precisare che 28 soggetti, per i quali la de-
dei Lavoratori Ospedalieri che effettua programmi di sor- nuncia all’INAIL era stata comunque inoltrata, presentava-
veglianza sanitaria sui dipendenti professionalmente espo- no significativi fattori di rischio extraprofessionale.
sti ai diversi fattori di rischio: sostanze allergizzanti, agen- Le malattie a carico della colonna denunciate all’I-
ti biologici, movimentazione manuale di carichi, aldeidi, NAIL sono sostanzialmente comparabili nelle due casisti-
anestetici volatili, farmaci antiblastici, radiazioni ionizzan- che: 5.3% nell’Azienda Ospedaliera di Padova contro un
ti e non ionizzanti, rumore, videoterminali. 6.6% della Regione Veneto.
Nei 10 anni di attività considerata sono state riscontra- Relativamente ai casi di ipoacusia da rumore, essi ap-
te 262 malattie professionali per le quali è stato inoltrato il paiono molto più numerosi nella Regione Veneto rispetto
primo certificato all’INAIL e fatta segnalazione allo SPI- alla realtà padovana (12.8% contro 0.8%): a questo propo-
SAL. Gli infermieri professionali risultano essere mag- sito si deve sottolineare che, essendo il Servizio di Medi-
giormente colpiti rispetto alle altre figure professionali. cina Preventiva dell’Ospedale di Padova il primo ad esse-
Nella tabella I sono riportate le malattie denunciate all’I- re stato istituito nel Veneto, eventuali altri casi di ipoacu-
NAIL suddivise per tipo di patologia. Ne emerge che le pa- sie da rumore riscontrati prima del 1990 potevano essere
tologie allergiche, dovute prevalentemente all’uso di guan- già stati precedentemente denunciati.
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Tabella II. Distribuzione per tipo di patologia Tabella III. Infortuni sul lavoro denunciati all’INAIL
delle malattie professionali segnalate agli SPISAL occorsi nelle strutture sanitarie della Regione Veneto
della Regione Veneto nel periodo 1990-1999 relativamente relativi al periodo 1994-2000, suddivisi secondo
ai lavoratori della sanità (695 casi in totale) le principali modalità di accadimento
Patologia segnalata allo SPISAL Numero (%) Infortuni anni
Infortuni
1994-2000
Dermatiti da contatto, eczemi 269 (38.7%) (modalità di accadimento)
Numero (%)
Malattie infettive e parassitarie 93 (13.4)
Infortuni totali 9053
Ipoacusie da rumore 89 (12.8%)
Contatti con materiale biologico potenzialmente
Altra patologia 51 (7.3%) infetto 453 (5%)
Patologie dello scheletro da sovraccarico, Urti-contatti con utensili, macchine, attrezzature,
esclusi arti superiori 46 (6.6%) arredi 1539 (17%)
Asma bronchiale 34 (4.9%) Contatti con frammenti, schegge, liquidi, polveri 724 (8%)
Broncopneumopatie 31 (4.5%) Cadute, scivolamenti 2263 (25%)
Orticaria da contatto con latice di gomma 31 (4.5%) Movimentazione cose o persone 1539 (17%)
Dermatite da contatto con altri prodotti chimici 28 (4.0%) Aggressioni (persone-animali) 453 (5%)
Neoplasie 23 (3.3%) Incidenti stradali 2082 (23%)
Più numerose anche le neoplasie riscontrate nel resto Come si può vedere dalle tabelle, molto frequenti in
della Regione Veneto rispetto all’Azienda Ospedaliera di entrambe le casistiche sono i cosiddetti infortuni in itinere;
Padova. decisamente meno numerosi nella nostra casistica rispetto
ai dati INAIL risultano essere gli infortuni per caduta-sci-
Gli infortuni sul lavoro volamento, per urti o contatti con attrezzi o strumenti. Me-
Relativamente ai dati degli infortuni INAIL occorsi no numerosi nel nostro Ospedale gli infortuni da movi-
nelle strutture sanitarie della Regione Veneto nel periodo mentazione manuale dei carichi.
1994-2000, riportati nella tabella III, emerge che su un to- Si può notare nell’Azienda Ospedaliera di Padova un
tale di 58000 dipendenti circa vi sono stati 9053 casi se- preoccupante incremento del numero di infortuni nel 2000
gnalati: il 25% dovuti a cadute-scivolamenti, il 23% ad in- rispetto al 1999 (+ 7%), con una lieve riduzione di quelli a
cidenti stradali, il 17% alla movimentazione di cose-per- rischio biologico ed un aumento soprattutto di quelli da
sone e ad urti-contatti con utensili, macchine, attrezzature, movimentazione dei carichi e per scivolamento o per urti.
arredi. Salta subito agli occhi la grande differenza tra il 5%
degli infortuni dovuti a contatti con materiale biologico
potenzialmente infetto segnalati nelle casistiche INAIL e Discussione e conclusioni
l’oltre il 50% di casi di imbrattamento e punture eviden-
ziati negli anni 1999-2000 nell’Azienda Ospedaliera di Pa- Dai dati sulle patologie professionali emerge come
dova (vedi tabella IV): ciò è essenzialmente dovuto al fat- quelle cutanee ed allergiche siano ancora oggi quelle di
to che la stragrande maggioranza degli infortuni a rischio maggiore riscontro negli operatori sanitari, come emerge-
biologico, non comportando il superamento dei 3 giorni di va anche dai dati epidemiologici di 10 anni fa (3); d’altra
malattia, non rientrano nelle casistiche INAIL. parte la grande quantità di sostanze chimiche con potere ir-
Tabella IV. Infortuni sul lavoro occorsi negli anni 1999 e 2000 nell’Azienda Ospedaliera di Padova,
suddivisi secondo le principali modalità di accadimento
Infortuni Infortuni anno 1999 Infortuni anno 2000
Differenza %
(modalità di accadimento) Numero (%) Numero (%)
Infortuni totali 486 520 + 7%
Con attrezzi o strumenti 11 (2.3%) 12 (2.3%) + 9%
Con sostanze chimiche 1 (0.2%) – –
In itinere 89 (18.3%) 91 (17.5%) + 2,2%
Movimentazione carichi 29 (6.0%) 45 (8.6%) + 55,2%
Per scivolamento 33 (6.8%) 43 (8.3%) + 30,3%
Per urti 41 (8.4%) 52 (10%) + 26,8%
Imbrattamento e punture 282 (58.0%) 277 (53.3%) – 1,8%
N.B.: nel totale degli infortuni non sono incluse le ricadute d’infortuni e gli infortuni non classificati.