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Indagine nazionale
sulla salute
e sicurezza sul lavoro
Rapporto con le figure della prevenzione
I rapporti con le figure della prevenzione nell’insieme
vengono definiti “collaborativi”: nell’82,8% con il RLS,
nell’81,8% con il MC, nel 78,5% con il DL e nel 78,2% con
i lavoratori (Figura 5).
Figura 5 - Rapporto con le figure della prevenzione. Valore
percentuale.
(*) Solo aziende in cui è prevista la sorveglianza sanitaria dei lavoratori.
(**) Solo RSPP non datori di lavoro.
In particolare dall’analisi dei gruppi emerge che il rappor-
to con il MC è definito “collaborativo” in percentuale più
alta nelle grandi aziende (96,8%) rispetto alle microazien-
de (72,7%), dove viene dichiarato “formale” nel 20,9% dei
casi. Nel settore delle Costruzioni il rapporto con il MC
viene definito “formale” dal 23,8% dei RSPP, percentuale
maggiore rispetto agli altri settori economici. Lo stesso
rapporto viene ritenuto “inesistente” in percentuale più
elevata al Nord (7,3%) rispetto a Centro (2,2%) e Sud
e Isole (1,5%) e da coloro che svolgono il solo ruolo di
RSPP (8,8%) rispetto ai RSPP che ricoprono anche il ruo-
lo di DL (2,2%).
Il rapporto con il RLS è definito nel 20,6% “formale” nel
settore Costruzioni, percentuale più alta fra tutti i settori.
I RSPP che non ricoprono anche il ruolo di DL defini-
scono “collaborativo” il rapporto con il DL in percentua-
le maggiore nelle grandi (95,8%) e nelle medie aziende
(88,4%) rispetto alle microaziende (60,6%). Per quanto
riguarda i settori economici, tale rapporto risulta total-
mente “collaborativo” (100,0%) nel settore Servizi fi-
nanziari, mentre una percentuale minore emerge nelle
Costruzioni (55,6%), dove viene definito “formale” nel
restante 44,4%.
Lo stesso sottocampione ritiene “collaborativo” il rap-
porto con i lavoratori in percentuale maggiore nelle me-
die (93,0%) e grandi aziende (87,0%) rispetto alle micro
(63,6%) e piccole aziende (66,7%). Nelle microaziende
tale rapporto viene definito “formale” nel 33,3% e in quel-
le piccole “inesistente” nel 23,1%. Relativamente all’area
geografica emerge che il rapporto con i lavoratori risulta
più “collaborativo” per gli intervistati del Centro (86,1%)
e del Nord (80,0%) rispetto ai loro colleghi del Sud e
Isole (65,8%), dove tale rapporto viene definito “formale”
nel 28,9% dei casi. Per quanto riguarda i settori econo-
mici, il rapporto con i lavoratori risulta totalmente “colla-
borativo” (100,0%) nel settore Pubblica Amministrazio-
ne, mentre una percentuale minore emerge nel settore
Costruzioni (55,6%), dove il restante 44,4% lo definisce
“formale”.
Cultura della sicurezza
I RSPP descrivono il concetto di tutela della SSL nel
33,2% dei casi come “una responsabilità condivisa con
i lavoratori”, nel 23,1% come “un dovere morale nei con-
fronti dei lavoratori”, nel 14,4% come “un valore aggiunto”
e nel 13,3% come “un investimento per l’azienda”; circa
il 15,0% lo ritiene “un obbligo di legge” o “un capitolo di
spesa rilevante per l’azienda”.
Infine, è stato richiesto se a seguito della introduzione del
D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. il livello di tutela della salute e si-
curezza dei lavoratori si sia modificato.
Figura 6 - Impatto del D.Lgs. 81/2008 sul livello di tutela
della salute e sicurezza dei lavoratori. Valore percentuale.
Nella Figura 6 osserviamo che il 51,7% dei RSPP ritiene
che il livello di tutela dei lavoratori sia aumentato a segui-
to dell’entrata in vigore della normativa attuale. Il dato è
emerso in particolare nelle grandi (79,4%) e nelle medie
aziende (58,6%) rispetto a quelle piccole (41,3%) e micro
(45,3%).
PROGETTO INSuLa
Il Progetto INSuLa, finanziato nell’ambito del Programma per la Ricerca Sanitaria Finalizzata del Ministero della Salute, si
propone di realizzare la prima survey nazionale sulla percezione del rischio per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
e sul livello generale di consapevolezza rispetto all’applicazione del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i., con il coinvolgimento di tutte
le figure della prevenzione.
INSuLa, coordinato dal Dipartimento di Medicina del Lavoro dell’INAIL, Settore Ricerca, è costituito da un progetto capo-
fila (survey principale) focalizzato su Lavoratori e Datori di Lavoro (con il coinvolgimento dei Responsabili del Servizio di
Prevenzione e Protezione aziendali) e da tre focus progettuali specifici dedicati alle altre figure della prevenzione (Medici
Competenti, Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza e Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro).
L’indagine campionaria realizzata è numericamente la più grande svolta in Italia su un campione rappresentativo ed inten-
de contribuire alla creazione di un sistema di rilevazione permanente della percezione del rischio per la salute e sicurezza
sul lavoro, che fornisca indicazioni sulla qualità della vita lavorativa e permetta, nel tempo, di adeguare tale monitoraggio
ai cambiamenti del mondo del lavoro ed ai bisogni dei principali attori coinvolti nel sistema di prevenzione.
Autori
Diana Gagliardi1
, Michela Bonafede1
, Marisa Corfiati1
, Simone Russo1
, Cristina Di Tecco1
, Matteo Ronchetti1
, Sara Autieri1
, Sergio Iavicoli1
.
Collaborazioni
Vincenzo Paesano2
, Silvia Mochi3
.
Collaborazione editoriale e progetto grafico
Alessandra Luciani1
, Laura Medei1
, Marco Fornaroli1
.
1 INAIL, Settore Ricerca - Dipartimento di Medicina del Lavoro
2 INAIL, Direzione Centrale Programmazione Organizzazione e Controllo
3 INAIL, Consulenza Statistico Attuariale
Progetto realizzato nell’ambito del Programma per la Ricerca Sanitaria 2008 - tutela della salute nei luoghi di lavoro
“Sviluppo di modelli per un sistema permanente di rilevazione della percezione del rischio per la salute e sicurezza
in ambiente di lavoro da parte dei lavoratori e delle figure della prevenzione” finanziato dal Ministero della Salute.
INAIL
Settore Ricerca - Dipartimento di Medicina del Lavoro
Via Fontana Candida, 1 - 00040 Monte Porzio Catone (RM)
Tel 06 941 81 405 - Fax 06 941 81 410 e-mail: r.dml@inail.it
insula@inail.it
Responsabili del Servizio
di Prevenzione e Protezione
ISBN978-88-7484-389-3©2014INAIL•TipolitografiaINAIL-Milano,6/2014
Totale 1-9
addetti
10-49
addetti
50-249
addetti
250 e oltre
addetti
PREMESSA
Nell’ambito del sistema di prevenzione e di tutela della
Salute e Sicurezza sul Lavoro (SSL), la figura del Respon-
sabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP)
riveste un ruolo di fondamentale importanza.
Il sistema di prevenzione delineato dal D.Lgs. 81/2008 af-
fida al Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP) e, di
conseguenza, al suo Responsabile, una importante fun-
zione di collaborazione e di supporto al Datore di Lavoro
(DL) nella individuazione, valutazione e gestione dei rischi
presenti in azienda, nell’ambito di un approccio integrato
e partecipato con i Rappresentanti dei Lavoratori per la
Sicurezza (RLS) e con il Medico Competente (MC).
In alcune specifiche situazioni, il decreto prevede anche
la possibilità che i compiti propri del Servizio di Preven-
zione e Protezione possano essere svolti direttamente dal
DL: in questo caso, ricadono sullo stesso individuo non
solo gli obblighi tipici della figura di DL ma anche i compiti
di RSPP.
Risulta pertanto evidente la rilevanza del contributo della
percezione del RSPP, in relazione sia alla consapevolezza
del proprio ruolo che alle interazioni con le altre figure del-
la prevenzione, per il miglioramento della qualità e dell’ef-
ficacia del sistema di prevenzione aziendale.
PROGETTO
Nel contesto di un più ampio studio mirato ad indaga-
re, nei DL, il livello generale di consapevolezza rispetto
al sistema di tutela della SSL, nonché a rilevare la loro
percezione relativamente ai rischi per la salute e sicurezza
presenti in azienda, è stato inserito uno specifico focus
per i RSPP che ha permesso di esplorare sia il punto di
vista del RSPP che svolge esclusivamente tale ruolo nel
sistema di prevenzione aziendale, sia quello del RSPP
che riveste anche la funzione di DL.
Lo studio, di cui a seguire si riportano i risultati principali,
è stato mirato ad individuare criticità e bisogni di supporto
percepiti dal RSPP nello svolgimento del proprio ruolo e
nei rapporti con le altre figure della prevenzione (MC e
RLS), oltre alla sua percezione sulla utilità ed efficacia del-
la formazione obbligatoria in materia di SSL.
La futura analisi secondaria dei risultati preliminari di se-
guito riportati potrà consentire l’individuazione di inter-
venti a sostegno del ruolo del RSPP nella gestione della
SSL aziendale. Inoltre, la conoscenza dei bisogni potrà
favorire l’ottimizzazione ed implementazione delle siner-
gie con le altre figure della prevenzione.
METODOLOGIA
L’indagine è stata condotta, previa effettuazione di fase pi-
lota, tra novembre 2013 e gennaio 2014, attraverso la som-
ministrazione di uno specifico questionario mediante meto-
dologia Computer-Assisted Telephon Interviewing (CATI).
Il campione arruolato nello studio è costituito da 631
aziende, rappresentativo della realtà produttiva italiana
e costruito in modo stratificato, ripartendo proporzional-
mente le interviste sulla base dell’universo disaggregato
rispetto a variabili relative a dimensione aziendale, area
geografica e settore di attività economica.
In particolare, tenuto conto della possibilità che le funzioni
di RSPP fossero svolte direttamente dal DL, il questionario
predisposto per l’indagine sui DL è stato strutturato con
domande filtro iniziali che hanno consentito di identificare
chiaramente i soggetti che svolgono il doppio ruolo, indi-
rizzando automaticamente lo sviluppo dell’intervista verso
i contenuti adeguati al tipo di interlocutore. Nel caso in cui
le figure del DL e del RSPP, invece, non coincidevano, al
termine dell’intervista al DL sono stati richiesti nominati-
vo e contatto del RSPP di riferimento al quale è stato poi
somministrato un questionario specifico.
Il questionario è stato sviluppato in linea con gli obiettivi
generali del progetto e a seguito di un’attenta analisi del-
la letteratura di riferimento e al benchmarking di survey
europee simili, fra cui in particolare l’indagine ESENER
“European Survey of Enterprises on New and Emerging
Risks” (EU-OSHA, 2010); i contenuti sono stati organizzati
nelle seguenti 5 aree tematiche:
1. caratteristiche socio demografiche e aziendali;
2. criticità e bisogni;
3. formazione;
4. rapporto con le figure della prevenzione;
5. cultura della sicurezza.
RISULTATI
In questa sezione vengono riportati i risultati dell’indagi-
ne, suddivisi rispetto alle diverse aree tematiche in cui è
strutturato il questionario. Gli stessi sono stati ponderati
per ottenere stime statisticamente corrette dei parametri
della popolazione. Inoltre, rispetto all’analisi dei gruppi,
sono presentati solo i risultati che hanno evidenziato dif-
ferenze statisticamente significative.
Caratteristiche sociodemografiche e aziendali
In totale l’indagine ha coinvolto 631 RSPP di altrettante
aziende. In particolare, 479 soggetti (75,9%) svolgono an-
che la funzione di DL dell’azienda mentre i restanti 152
(24,1%) rivestono il solo ruolo di RSPP essendo stati de-
signati dal DL all’interno (58,0%) o all’esterno dell’azienda
(42,0%). Relativamente al genere, il 65,6% degli intervista-
ti è costituito da uomini ed il 34,4% da donne. L’età media
del campione di RSPP è risultata pari a 48,4 (DS±9,5)
anni. La maggior parte dei rispondenti riferisce un titolo
studio di licenza media superiore (62,8%), mentre il 32,7%
ha un livello più alto di scolarità. L’anzianità di svolgimen-
to del ruolo di RSPP è superiore a 5 anni nel 57,8% dei
casi.
La distribuzione del campione in base alla dimensione
aziendale, alla macroarea geografica e ai raggruppamen-
ti dei settori economici Ateco 2002 ha evidenziato che la
maggioranza dei RSPP intervistati (31,4%) opera in azien-
de di piccole dimensioni (10-49 addetti), prevalentemente
nel Nord Italia (41%) e nei settori Ateco 2002 Commercio
(23,1%) e Industria (16,3%).
Criticità e bisogni
Secondo la maggioranza dei RSPP intervistati, l’atteggia-
mento dei lavoratori della propria azienda nei confronti
della SSL risulta “molto” e “completamente” disciplinato
nel 48,9% dei casi, “attivo e partecipe” nel 42,4%, “consa-
pevole” nel 40,6%, “interessato” nel 39,3% e “resistente al
cambiamento” nel 32,8%.
Rispetto agli ostacoli per una efficace gestione della SSL
aziendale, le condizioni più frequentemente individua-
te, in termini di punteggio medio su una scala da 0 a 10
(0 = “non costituisce affatto un ostacolo” e 10 = “costitu-
isce sicuramente un ostacolo”), sono risultate la scarsità
di risorse economiche, di tempo e/o personale (6,9), l’ec-
cessivo numero di adempimenti obbligatori (6,8) e l’ec-
cessiva rigidità da parte degli Organi di Vigilanza (OdV)
(6,3) (Figura 1).
Figura 1 - Ostacoli per una efficace gestione della SSL.
Punteggio medio.
Per quanto riguarda le motivazioni che possono spingere
un’azienda ad affrontare le questioni relative alla SSL, gli
intervistati attribuiscono maggiore importanza, in termi-
ni di punteggio medio su una scala da 0 a 10 (0 = “per
niente importante” e 10 = “completamente importante”),
agli adempimenti di obblighi di legge (6,8), seguiti dalle
richieste dei lavoratori o di loro rappresentanti (6,7) e dal-
le le motivazioni economiche legate alle prestazioni (6,2)
(Figura 2).
Figura 2 - Motivazioni che spingono le aziende ad affronta-
re le questioni relative alla SSL. Punteggio medio.
In particolare, dalle analisi dei gruppi emerge che l’a-
dempimento di obblighi di legge riveste maggiore im-
portanza per gli intervistati che ricoprono anche il ruolo
di DL (7,1) rispetto a coloro che svolgono il solo ruolo di
RSPP (5,9).
Le richieste dei lavoratori o dei loro rappresentati sono
ritenute meno importanti nel settore Agricoltura (5,6) ma
più importanti, rispetto al dato generale, nel settore Indu-
stria (7,2).
Le richieste da parte dei clienti o la preoccupazione per
l’immagine dell’azienda sono ritenute più importanti al
Sud e Isole (6,5) rispetto al Centro (6,1) e al Nord (5,9).
La gestione delle assenze e le politiche di mantenimen-
to in servizio del personale sono ritenute più importanti
dai RSPP delle grandi aziende (6,4) rispetto a quelle delle
aziende di dimensioni minori (medie = 6,2; piccole = 6,1;
micro = 5,5).
È stato anche richiesto quali sono le azioni che possono
contribuire a migliorare la gestione della SSL. Secondo gli
intervistati, in termini di punteggio medio su una scala da
0 a 10 (0 = “per niente determinante” e 10 = “completa-
mente determinante”), le azioni più efficaci sono risultate
la semplificazione delle normative vigenti (7,7), il poten-
ziamento della formazione e dell’informazione dei lavora-
tori (7,1), l’accrescimento della qualificazione professio-
nale delle figure responsabili della sicurezza in azienda
(6,7) ed il miglioramento della comunicazione con gli OdV
(6,7).
Infine, alla domanda sulla fiducia nell’operato delle isti-
tuzioni pubbliche deputate al sistema di prevenzione e
controllo della SSL, il 40,6% del campione si ritiene “ab-
bastanza” fiducioso e il 26,3% si dichiara “molto” e “com-
pletamente” fiducioso.
Formazione
Il 72,6% degli intervistati riferisce di aver partecipato negli
ultimi cinque anni ad almeno un corso di formazione o
aggiornamento sulla SSL in qualità di RSPP. I corsi cui
hanno partecipato sono stati organizzati per il 29,2% da
enti bilaterali o organismi paritetici, per il 17,0% da ordini
e collegi professionali, per il 12,9% da Regioni o ASL, per
il 10,0% dalle associazioni sindacali e in percentuale mi-
nore da INAIL o Università (rispettivamente nel 3,7% e nel
2,1% dei casi). Sempre in relazione all’ultimo corso fre-
quentato, nel 52,4% dei casi si è svolto in aula con lezioni
frontali, seguito dalla modalità in aula con esercitazioni
tecnico-pratiche (29,0%) e da quella con lavori di gruppo
e simulazioni di situazioni specifiche (12,5%), a fronte di
una frequenza ridotta di e-learning (3,8%).
Figura 3 - Utilità della formazione per esercitare la funzione
di RSPP. Valori percentuali*.
(*) Calcolati sul totale dei RSPP che dichiarano di aver partecipato ad almeno un
corso negli ultimi cinque anni.
Relativamente alla formazione specifica effettuata in qua-
lità di RSPP, circa la metà del campione (47,5%) la ritiene
“molto” o “completamente” utile ed il 46,4% la ritiene co-
munque “abbastanza” utile (Figura 3).
La percentuale di coloro che la ritengono “molto” o “com-
pletamente” utile aumenta al crescere delle dimensio-
ni aziendali, andando dal 32,6% delle microaziende, al
39,8% delle piccole, al 58,7% delle medie fino al 70,4%
delle grandi aziende. Rispetto al settore economico, le
percentuali maggiori di coloro che ritengono la formazio-
ne “molto” o “completamente” utile si rilevano nei settori
Industria (64,9%) e Costruzioni (59,6%); solo il 30,8% dei
RSPP del settore Sanità, invece, ritiene “molto” o “com-
pletamente” utile la formazione ricevuta di recente. In
generale solo l’8,1% dei RSPP con esperienza recente di
formazione ritiene che sia stata “poco” o “per niente uti-
le”, ma tale percentuale è maggiore nel gruppo di RSPP
non DL (12,2%).
Per quanto riguarda la durata della formazione prevista
dal D.Lgs. 81/2008 per lo svolgimento delle funzioni di
RSPP, il 51,0% degli intervistati che hanno partecipato
ad un corso negli ultimi anni la ritiene “abbastanza ade-
guata” ed il 35,0% la ritiene complessivamente “molto” o
“completamente” adeguata (Figura 4).
Anche in questo caso la percentuale di coloro che va-
lutano la durata della formazione “molto” o “completa-
mente” adeguata aumenta all’aumentare delle dimen-
sioni aziendali, passando dal 20,3% delle microazien-
de al 28,3% delle piccole, al 48,6% delle medie fino al
50,0% delle grandi aziende. I settori economici in cui
più frequentemente la durata è giudicata non adeguata
(“poco” o “per niente”) sono Agricoltura (27,8%) e Altri
servizi (22,5%).
Figura 4 - Adeguatezza relativa alla durata della formazione
per esercitare la funzione di RSPP. Valori percentuali*.
(*) Calcolati sul totale dei RSPP che dichiarano di aver partecipato ad almeno un
corso negli ultimi cinque anni.
In riferimento all’efficacia delle diverse modalità con cui
è effettuata la formazione dei lavoratori (art. 37 D.Lgs.
81/2008), i RSPP riportano un punteggio medio più alto
per la formazione in aula, svolta da docenti sia esterni
(7,4), sia interni all’azienda (7,2). Minore efficacia viene
attribuita alla modalità di e-learning (4,0).
Mancanza di risorse
(tempo, soldi e personale)
Eccessivo numero di adempimenti
obbligatori
Eccessiva rigidità da parte
degli organi di vigilanza
Mancanza di conoscenza
e di preparazione
Mancanza di consapevolezza
Dialogo poco produttivo
con le parti sociali
Mancanza di supporto tecnico
o guida
Adempimenti di obblighi di legge
Gestione delle assenze e politiche
di mantenimento in servizio del personale
Pressione da parte degli organi di vigilanza
Richieste dei lavoratori o dei loro
rappresentanti
Motivi economici legati alle prestazioni
Richieste da parte dei clienti o
preoccupazione per l’immagine dell’azienda
PREMESSA
Nell’ambito del sistema di prevenzione e di tutela della
Salute e Sicurezza sul Lavoro (SSL), la figura del Respon-
sabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP)
riveste un ruolo di fondamentale importanza.
Il sistema di prevenzione delineato dal D.Lgs. 81/2008 af-
fida al Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP) e, di
conseguenza, al suo Responsabile, una importante fun-
zione di collaborazione e di supporto al Datore di Lavoro
(DL) nella individuazione, valutazione e gestione dei rischi
presenti in azienda, nell’ambito di un approccio integrato
e partecipato con i Rappresentanti dei Lavoratori per la
Sicurezza (RLS) e con il Medico Competente (MC).
In alcune specifiche situazioni, il decreto prevede anche
la possibilità che i compiti propri del Servizio di Preven-
zione e Protezione possano essere svolti direttamente dal
DL: in questo caso, ricadono sullo stesso individuo non
solo gli obblighi tipici della figura di DL ma anche i compiti
di RSPP.
Risulta pertanto evidente la rilevanza del contributo della
percezione del RSPP, in relazione sia alla consapevolezza
del proprio ruolo che alle interazioni con le altre figure del-
la prevenzione, per il miglioramento della qualità e dell’ef-
ficacia del sistema di prevenzione aziendale.
PROGETTO
Nel contesto di un più ampio studio mirato ad indaga-
re, nei DL, il livello generale di consapevolezza rispetto
al sistema di tutela della SSL, nonché a rilevare la loro
percezione relativamente ai rischi per la salute e sicurezza
presenti in azienda, è stato inserito uno specifico focus
per i RSPP che ha permesso di esplorare sia il punto di
vista del RSPP che svolge esclusivamente tale ruolo nel
sistema di prevenzione aziendale, sia quello del RSPP
che riveste anche la funzione di DL.
Lo studio, di cui a seguire si riportano i risultati principali,
è stato mirato ad individuare criticità e bisogni di supporto
percepiti dal RSPP nello svolgimento del proprio ruolo e
nei rapporti con le altre figure della prevenzione (MC e
RLS), oltre alla sua percezione sulla utilità ed efficacia del-
la formazione obbligatoria in materia di SSL.
La futura analisi secondaria dei risultati preliminari di se-
guito riportati potrà consentire l’individuazione di inter-
venti a sostegno del ruolo del RSPP nella gestione della
SSL aziendale. Inoltre, la conoscenza dei bisogni potrà
favorire l’ottimizzazione ed implementazione delle siner-
gie con le altre figure della prevenzione.
METODOLOGIA
L’indagine è stata condotta, previa effettuazione di fase pi-
lota, tra novembre 2013 e gennaio 2014, attraverso la som-
ministrazione di uno specifico questionario mediante meto-
dologia Computer-Assisted Telephon Interviewing (CATI).
Il campione arruolato nello studio è costituito da 631
aziende, rappresentativo della realtà produttiva italiana
e costruito in modo stratificato, ripartendo proporzional-
mente le interviste sulla base dell’universo disaggregato
rispetto a variabili relative a dimensione aziendale, area
geografica e settore di attività economica.
In particolare, tenuto conto della possibilità che le funzioni
di RSPP fossero svolte direttamente dal DL, il questionario
predisposto per l’indagine sui DL è stato strutturato con
domande filtro iniziali che hanno consentito di identificare
chiaramente i soggetti che svolgono il doppio ruolo, indi-
rizzando automaticamente lo sviluppo dell’intervista verso
i contenuti adeguati al tipo di interlocutore. Nel caso in cui
le figure del DL e del RSPP, invece, non coincidevano, al
termine dell’intervista al DL sono stati richiesti nominati-
vo e contatto del RSPP di riferimento al quale è stato poi
somministrato un questionario specifico.
Il questionario è stato sviluppato in linea con gli obiettivi
generali del progetto e a seguito di un’attenta analisi del-
la letteratura di riferimento e al benchmarking di survey
europee simili, fra cui in particolare l’indagine ESENER
“European Survey of Enterprises on New and Emerging
Risks” (EU-OSHA, 2010); i contenuti sono stati organizzati
nelle seguenti 5 aree tematiche:
1. caratteristiche socio demografiche e aziendali;
2. criticità e bisogni;
3. formazione;
4. rapporto con le figure della prevenzione;
5. cultura della sicurezza.
RISULTATI
In questa sezione vengono riportati i risultati dell’indagi-
ne, suddivisi rispetto alle diverse aree tematiche in cui è
strutturato il questionario. Gli stessi sono stati ponderati
per ottenere stime statisticamente corrette dei parametri
della popolazione. Inoltre, rispetto all’analisi dei gruppi,
sono presentati solo i risultati che hanno evidenziato dif-
ferenze statisticamente significative.
Caratteristiche sociodemografiche e aziendali
In totale l’indagine ha coinvolto 631 RSPP di altrettante
aziende. In particolare, 479 soggetti (75,9%) svolgono an-
che la funzione di DL dell’azienda mentre i restanti 152
(24,1%) rivestono il solo ruolo di RSPP essendo stati de-
signati dal DL all’interno (58,0%) o all’esterno dell’azienda
(42,0%). Relativamente al genere, il 65,6% degli intervista-
ti è costituito da uomini ed il 34,4% da donne. L’età media
del campione di RSPP è risultata pari a 48,4 (DS±9,5)
anni. La maggior parte dei rispondenti riferisce un titolo
studio di licenza media superiore (62,8%), mentre il 32,7%
ha un livello più alto di scolarità. L’anzianità di svolgimen-
to del ruolo di RSPP è superiore a 5 anni nel 57,8% dei
casi.
La distribuzione del campione in base alla dimensione
aziendale, alla macroarea geografica e ai raggruppamen-
ti dei settori economici Ateco 2002 ha evidenziato che la
maggioranza dei RSPP intervistati (31,4%) opera in azien-
de di piccole dimensioni (10-49 addetti), prevalentemente
nel Nord Italia (41%) e nei settori Ateco 2002 Commercio
(23,1%) e Industria (16,3%).
Criticità e bisogni
Secondo la maggioranza dei RSPP intervistati, l’atteggia-
mento dei lavoratori della propria azienda nei confronti
della SSL risulta “molto” e “completamente” disciplinato
nel 48,9% dei casi, “attivo e partecipe” nel 42,4%, “consa-
pevole” nel 40,6%, “interessato” nel 39,3% e “resistente al
cambiamento” nel 32,8%.
Rispetto agli ostacoli per una efficace gestione della SSL
aziendale, le condizioni più frequentemente individua-
te, in termini di punteggio medio su una scala da 0 a 10
(0 = “non costituisce affatto un ostacolo” e 10 = “costitu-
isce sicuramente un ostacolo”), sono risultate la scarsità
di risorse economiche, di tempo e/o personale (6,9), l’ec-
cessivo numero di adempimenti obbligatori (6,8) e l’ec-
cessiva rigidità da parte degli Organi di Vigilanza (OdV)
(6,3) (Figura 1).
Figura 1 - Ostacoli per una efficace gestione della SSL.
Punteggio medio.
Per quanto riguarda le motivazioni che possono spingere
un’azienda ad affrontare le questioni relative alla SSL, gli
intervistati attribuiscono maggiore importanza, in termi-
ni di punteggio medio su una scala da 0 a 10 (0 = “per
niente importante” e 10 = “completamente importante”),
agli adempimenti di obblighi di legge (6,8), seguiti dalle
richieste dei lavoratori o di loro rappresentanti (6,7) e dal-
le le motivazioni economiche legate alle prestazioni (6,2)
(Figura 2).
Figura 2 - Motivazioni che spingono le aziende ad affronta-
re le questioni relative alla SSL. Punteggio medio.
In particolare, dalle analisi dei gruppi emerge che l’a-
dempimento di obblighi di legge riveste maggiore im-
portanza per gli intervistati che ricoprono anche il ruolo
di DL (7,1) rispetto a coloro che svolgono il solo ruolo di
RSPP (5,9).
Le richieste dei lavoratori o dei loro rappresentati sono
ritenute meno importanti nel settore Agricoltura (5,6) ma
più importanti, rispetto al dato generale, nel settore Indu-
stria (7,2).
Le richieste da parte dei clienti o la preoccupazione per
l’immagine dell’azienda sono ritenute più importanti al
Sud e Isole (6,5) rispetto al Centro (6,1) e al Nord (5,9).
La gestione delle assenze e le politiche di mantenimen-
to in servizio del personale sono ritenute più importanti
dai RSPP delle grandi aziende (6,4) rispetto a quelle delle
aziende di dimensioni minori (medie = 6,2; piccole = 6,1;
micro = 5,5).
È stato anche richiesto quali sono le azioni che possono
contribuire a migliorare la gestione della SSL. Secondo gli
intervistati, in termini di punteggio medio su una scala da
0 a 10 (0 = “per niente determinante” e 10 = “completa-
mente determinante”), le azioni più efficaci sono risultate
la semplificazione delle normative vigenti (7,7), il poten-
ziamento della formazione e dell’informazione dei lavora-
tori (7,1), l’accrescimento della qualificazione professio-
nale delle figure responsabili della sicurezza in azienda
(6,7) ed il miglioramento della comunicazione con gli OdV
(6,7).
Infine, alla domanda sulla fiducia nell’operato delle isti-
tuzioni pubbliche deputate al sistema di prevenzione e
controllo della SSL, il 40,6% del campione si ritiene “ab-
bastanza” fiducioso e il 26,3% si dichiara “molto” e “com-
pletamente” fiducioso.
Formazione
Il 72,6% degli intervistati riferisce di aver partecipato negli
ultimi cinque anni ad almeno un corso di formazione o
aggiornamento sulla SSL in qualità di RSPP. I corsi cui
hanno partecipato sono stati organizzati per il 29,2% da
enti bilaterali o organismi paritetici, per il 17,0% da ordini
e collegi professionali, per il 12,9% da Regioni o ASL, per
il 10,0% dalle associazioni sindacali e in percentuale mi-
nore da INAIL o Università (rispettivamente nel 3,7% e nel
2,1% dei casi). Sempre in relazione all’ultimo corso fre-
quentato, nel 52,4% dei casi si è svolto in aula con lezioni
frontali, seguito dalla modalità in aula con esercitazioni
tecnico-pratiche (29,0%) e da quella con lavori di gruppo
e simulazioni di situazioni specifiche (12,5%), a fronte di
una frequenza ridotta di e-learning (3,8%).
Figura 3 - Utilità della formazione per esercitare la funzione
di RSPP. Valori percentuali*.
(*) Calcolati sul totale dei RSPP che dichiarano di aver partecipato ad almeno un
corso negli ultimi cinque anni.
Relativamente alla formazione specifica effettuata in qua-
lità di RSPP, circa la metà del campione (47,5%) la ritiene
“molto” o “completamente” utile ed il 46,4% la ritiene co-
munque “abbastanza” utile (Figura 3).
La percentuale di coloro che la ritengono “molto” o “com-
pletamente” utile aumenta al crescere delle dimensio-
ni aziendali, andando dal 32,6% delle microaziende, al
39,8% delle piccole, al 58,7% delle medie fino al 70,4%
delle grandi aziende. Rispetto al settore economico, le
percentuali maggiori di coloro che ritengono la formazio-
ne “molto” o “completamente” utile si rilevano nei settori
Industria (64,9%) e Costruzioni (59,6%); solo il 30,8% dei
RSPP del settore Sanità, invece, ritiene “molto” o “com-
pletamente” utile la formazione ricevuta di recente. In
generale solo l’8,1% dei RSPP con esperienza recente di
formazione ritiene che sia stata “poco” o “per niente uti-
le”, ma tale percentuale è maggiore nel gruppo di RSPP
non DL (12,2%).
Per quanto riguarda la durata della formazione prevista
dal D.Lgs. 81/2008 per lo svolgimento delle funzioni di
RSPP, il 51,0% degli intervistati che hanno partecipato
ad un corso negli ultimi anni la ritiene “abbastanza ade-
guata” ed il 35,0% la ritiene complessivamente “molto” o
“completamente” adeguata (Figura 4).
Anche in questo caso la percentuale di coloro che va-
lutano la durata della formazione “molto” o “completa-
mente” adeguata aumenta all’aumentare delle dimen-
sioni aziendali, passando dal 20,3% delle microazien-
de al 28,3% delle piccole, al 48,6% delle medie fino al
50,0% delle grandi aziende. I settori economici in cui
più frequentemente la durata è giudicata non adeguata
(“poco” o “per niente”) sono Agricoltura (27,8%) e Altri
servizi (22,5%).
Figura 4 - Adeguatezza relativa alla durata della formazione
per esercitare la funzione di RSPP. Valori percentuali*.
(*) Calcolati sul totale dei RSPP che dichiarano di aver partecipato ad almeno un
corso negli ultimi cinque anni.
In riferimento all’efficacia delle diverse modalità con cui
è effettuata la formazione dei lavoratori (art. 37 D.Lgs.
81/2008), i RSPP riportano un punteggio medio più alto
per la formazione in aula, svolta da docenti sia esterni
(7,4), sia interni all’azienda (7,2). Minore efficacia viene
attribuita alla modalità di e-learning (4,0).
Mancanza di risorse
(tempo, soldi e personale)
Eccessivo numero di adempimenti
obbligatori
Eccessiva rigidità da parte
degli organi di vigilanza
Mancanza di conoscenza
e di preparazione
Mancanza di consapevolezza
Dialogo poco produttivo
con le parti sociali
Mancanza di supporto tecnico
o guida
Adempimenti di obblighi di legge
Gestione delle assenze e politiche
di mantenimento in servizio del personale
Pressione da parte degli organi di vigilanza
Richieste dei lavoratori o dei loro
rappresentanti
Motivi economici legati alle prestazioni
Richieste da parte dei clienti o
preoccupazione per l’immagine dell’azienda
PREMESSA
Nell’ambito del sistema di prevenzione e di tutela della
Salute e Sicurezza sul Lavoro (SSL), la figura del Respon-
sabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP)
riveste un ruolo di fondamentale importanza.
Il sistema di prevenzione delineato dal D.Lgs. 81/2008 af-
fida al Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP) e, di
conseguenza, al suo Responsabile, una importante fun-
zione di collaborazione e di supporto al Datore di Lavoro
(DL) nella individuazione, valutazione e gestione dei rischi
presenti in azienda, nell’ambito di un approccio integrato
e partecipato con i Rappresentanti dei Lavoratori per la
Sicurezza (RLS) e con il Medico Competente (MC).
In alcune specifiche situazioni, il decreto prevede anche
la possibilità che i compiti propri del Servizio di Preven-
zione e Protezione possano essere svolti direttamente dal
DL: in questo caso, ricadono sullo stesso individuo non
solo gli obblighi tipici della figura di DL ma anche i compiti
di RSPP.
Risulta pertanto evidente la rilevanza del contributo della
percezione del RSPP, in relazione sia alla consapevolezza
del proprio ruolo che alle interazioni con le altre figure del-
la prevenzione, per il miglioramento della qualità e dell’ef-
ficacia del sistema di prevenzione aziendale.
PROGETTO
Nel contesto di un più ampio studio mirato ad indaga-
re, nei DL, il livello generale di consapevolezza rispetto
al sistema di tutela della SSL, nonché a rilevare la loro
percezione relativamente ai rischi per la salute e sicurezza
presenti in azienda, è stato inserito uno specifico focus
per i RSPP che ha permesso di esplorare sia il punto di
vista del RSPP che svolge esclusivamente tale ruolo nel
sistema di prevenzione aziendale, sia quello del RSPP
che riveste anche la funzione di DL.
Lo studio, di cui a seguire si riportano i risultati principali,
è stato mirato ad individuare criticità e bisogni di supporto
percepiti dal RSPP nello svolgimento del proprio ruolo e
nei rapporti con le altre figure della prevenzione (MC e
RLS), oltre alla sua percezione sulla utilità ed efficacia del-
la formazione obbligatoria in materia di SSL.
La futura analisi secondaria dei risultati preliminari di se-
guito riportati potrà consentire l’individuazione di inter-
venti a sostegno del ruolo del RSPP nella gestione della
SSL aziendale. Inoltre, la conoscenza dei bisogni potrà
favorire l’ottimizzazione ed implementazione delle siner-
gie con le altre figure della prevenzione.
METODOLOGIA
L’indagine è stata condotta, previa effettuazione di fase pi-
lota, tra novembre 2013 e gennaio 2014, attraverso la som-
ministrazione di uno specifico questionario mediante meto-
dologia Computer-Assisted Telephon Interviewing (CATI).
Il campione arruolato nello studio è costituito da 631
aziende, rappresentativo della realtà produttiva italiana
e costruito in modo stratificato, ripartendo proporzional-
mente le interviste sulla base dell’universo disaggregato
rispetto a variabili relative a dimensione aziendale, area
geografica e settore di attività economica.
In particolare, tenuto conto della possibilità che le funzioni
di RSPP fossero svolte direttamente dal DL, il questionario
predisposto per l’indagine sui DL è stato strutturato con
domande filtro iniziali che hanno consentito di identificare
chiaramente i soggetti che svolgono il doppio ruolo, indi-
rizzando automaticamente lo sviluppo dell’intervista verso
i contenuti adeguati al tipo di interlocutore. Nel caso in cui
le figure del DL e del RSPP, invece, non coincidevano, al
termine dell’intervista al DL sono stati richiesti nominati-
vo e contatto del RSPP di riferimento al quale è stato poi
somministrato un questionario specifico.
Il questionario è stato sviluppato in linea con gli obiettivi
generali del progetto e a seguito di un’attenta analisi del-
la letteratura di riferimento e al benchmarking di survey
europee simili, fra cui in particolare l’indagine ESENER
“European Survey of Enterprises on New and Emerging
Risks” (EU-OSHA, 2010); i contenuti sono stati organizzati
nelle seguenti 5 aree tematiche:
1. caratteristiche socio demografiche e aziendali;
2. criticità e bisogni;
3. formazione;
4. rapporto con le figure della prevenzione;
5. cultura della sicurezza.
RISULTATI
In questa sezione vengono riportati i risultati dell’indagi-
ne, suddivisi rispetto alle diverse aree tematiche in cui è
strutturato il questionario. Gli stessi sono stati ponderati
per ottenere stime statisticamente corrette dei parametri
della popolazione. Inoltre, rispetto all’analisi dei gruppi,
sono presentati solo i risultati che hanno evidenziato dif-
ferenze statisticamente significative.
Caratteristiche sociodemografiche e aziendali
In totale l’indagine ha coinvolto 631 RSPP di altrettante
aziende. In particolare, 479 soggetti (75,9%) svolgono an-
che la funzione di DL dell’azienda mentre i restanti 152
(24,1%) rivestono il solo ruolo di RSPP essendo stati de-
signati dal DL all’interno (58,0%) o all’esterno dell’azienda
(42,0%). Relativamente al genere, il 65,6% degli intervista-
ti è costituito da uomini ed il 34,4% da donne. L’età media
del campione di RSPP è risultata pari a 48,4 (DS±9,5)
anni. La maggior parte dei rispondenti riferisce un titolo
studio di licenza media superiore (62,8%), mentre il 32,7%
ha un livello più alto di scolarità. L’anzianità di svolgimen-
to del ruolo di RSPP è superiore a 5 anni nel 57,8% dei
casi.
La distribuzione del campione in base alla dimensione
aziendale, alla macroarea geografica e ai raggruppamen-
ti dei settori economici Ateco 2002 ha evidenziato che la
maggioranza dei RSPP intervistati (31,4%) opera in azien-
de di piccole dimensioni (10-49 addetti), prevalentemente
nel Nord Italia (41%) e nei settori Ateco 2002 Commercio
(23,1%) e Industria (16,3%).
Criticità e bisogni
Secondo la maggioranza dei RSPP intervistati, l’atteggia-
mento dei lavoratori della propria azienda nei confronti
della SSL risulta “molto” e “completamente” disciplinato
nel 48,9% dei casi, “attivo e partecipe” nel 42,4%, “consa-
pevole” nel 40,6%, “interessato” nel 39,3% e “resistente al
cambiamento” nel 32,8%.
Rispetto agli ostacoli per una efficace gestione della SSL
aziendale, le condizioni più frequentemente individua-
te, in termini di punteggio medio su una scala da 0 a 10
(0 = “non costituisce affatto un ostacolo” e 10 = “costitu-
isce sicuramente un ostacolo”), sono risultate la scarsità
di risorse economiche, di tempo e/o personale (6,9), l’ec-
cessivo numero di adempimenti obbligatori (6,8) e l’ec-
cessiva rigidità da parte degli Organi di Vigilanza (OdV)
(6,3) (Figura 1).
Figura 1 - Ostacoli per una efficace gestione della SSL.
Punteggio medio.
Per quanto riguarda le motivazioni che possono spingere
un’azienda ad affrontare le questioni relative alla SSL, gli
intervistati attribuiscono maggiore importanza, in termi-
ni di punteggio medio su una scala da 0 a 10 (0 = “per
niente importante” e 10 = “completamente importante”),
agli adempimenti di obblighi di legge (6,8), seguiti dalle
richieste dei lavoratori o di loro rappresentanti (6,7) e dal-
le le motivazioni economiche legate alle prestazioni (6,2)
(Figura 2).
Figura 2 - Motivazioni che spingono le aziende ad affronta-
re le questioni relative alla SSL. Punteggio medio.
In particolare, dalle analisi dei gruppi emerge che l’a-
dempimento di obblighi di legge riveste maggiore im-
portanza per gli intervistati che ricoprono anche il ruolo
di DL (7,1) rispetto a coloro che svolgono il solo ruolo di
RSPP (5,9).
Le richieste dei lavoratori o dei loro rappresentati sono
ritenute meno importanti nel settore Agricoltura (5,6) ma
più importanti, rispetto al dato generale, nel settore Indu-
stria (7,2).
Le richieste da parte dei clienti o la preoccupazione per
l’immagine dell’azienda sono ritenute più importanti al
Sud e Isole (6,5) rispetto al Centro (6,1) e al Nord (5,9).
La gestione delle assenze e le politiche di mantenimen-
to in servizio del personale sono ritenute più importanti
dai RSPP delle grandi aziende (6,4) rispetto a quelle delle
aziende di dimensioni minori (medie = 6,2; piccole = 6,1;
micro = 5,5).
È stato anche richiesto quali sono le azioni che possono
contribuire a migliorare la gestione della SSL. Secondo gli
intervistati, in termini di punteggio medio su una scala da
0 a 10 (0 = “per niente determinante” e 10 = “completa-
mente determinante”), le azioni più efficaci sono risultate
la semplificazione delle normative vigenti (7,7), il poten-
ziamento della formazione e dell’informazione dei lavora-
tori (7,1), l’accrescimento della qualificazione professio-
nale delle figure responsabili della sicurezza in azienda
(6,7) ed il miglioramento della comunicazione con gli OdV
(6,7).
Infine, alla domanda sulla fiducia nell’operato delle isti-
tuzioni pubbliche deputate al sistema di prevenzione e
controllo della SSL, il 40,6% del campione si ritiene “ab-
bastanza” fiducioso e il 26,3% si dichiara “molto” e “com-
pletamente” fiducioso.
Formazione
Il 72,6% degli intervistati riferisce di aver partecipato negli
ultimi cinque anni ad almeno un corso di formazione o
aggiornamento sulla SSL in qualità di RSPP. I corsi cui
hanno partecipato sono stati organizzati per il 29,2% da
enti bilaterali o organismi paritetici, per il 17,0% da ordini
e collegi professionali, per il 12,9% da Regioni o ASL, per
il 10,0% dalle associazioni sindacali e in percentuale mi-
nore da INAIL o Università (rispettivamente nel 3,7% e nel
2,1% dei casi). Sempre in relazione all’ultimo corso fre-
quentato, nel 52,4% dei casi si è svolto in aula con lezioni
frontali, seguito dalla modalità in aula con esercitazioni
tecnico-pratiche (29,0%) e da quella con lavori di gruppo
e simulazioni di situazioni specifiche (12,5%), a fronte di
una frequenza ridotta di e-learning (3,8%).
Figura 3 - Utilità della formazione per esercitare la funzione
di RSPP. Valori percentuali*.
(*) Calcolati sul totale dei RSPP che dichiarano di aver partecipato ad almeno un
corso negli ultimi cinque anni.
Relativamente alla formazione specifica effettuata in qua-
lità di RSPP, circa la metà del campione (47,5%) la ritiene
“molto” o “completamente” utile ed il 46,4% la ritiene co-
munque “abbastanza” utile (Figura 3).
La percentuale di coloro che la ritengono “molto” o “com-
pletamente” utile aumenta al crescere delle dimensio-
ni aziendali, andando dal 32,6% delle microaziende, al
39,8% delle piccole, al 58,7% delle medie fino al 70,4%
delle grandi aziende. Rispetto al settore economico, le
percentuali maggiori di coloro che ritengono la formazio-
ne “molto” o “completamente” utile si rilevano nei settori
Industria (64,9%) e Costruzioni (59,6%); solo il 30,8% dei
RSPP del settore Sanità, invece, ritiene “molto” o “com-
pletamente” utile la formazione ricevuta di recente. In
generale solo l’8,1% dei RSPP con esperienza recente di
formazione ritiene che sia stata “poco” o “per niente uti-
le”, ma tale percentuale è maggiore nel gruppo di RSPP
non DL (12,2%).
Per quanto riguarda la durata della formazione prevista
dal D.Lgs. 81/2008 per lo svolgimento delle funzioni di
RSPP, il 51,0% degli intervistati che hanno partecipato
ad un corso negli ultimi anni la ritiene “abbastanza ade-
guata” ed il 35,0% la ritiene complessivamente “molto” o
“completamente” adeguata (Figura 4).
Anche in questo caso la percentuale di coloro che va-
lutano la durata della formazione “molto” o “completa-
mente” adeguata aumenta all’aumentare delle dimen-
sioni aziendali, passando dal 20,3% delle microazien-
de al 28,3% delle piccole, al 48,6% delle medie fino al
50,0% delle grandi aziende. I settori economici in cui
più frequentemente la durata è giudicata non adeguata
(“poco” o “per niente”) sono Agricoltura (27,8%) e Altri
servizi (22,5%).
Figura 4 - Adeguatezza relativa alla durata della formazione
per esercitare la funzione di RSPP. Valori percentuali*.
(*) Calcolati sul totale dei RSPP che dichiarano di aver partecipato ad almeno un
corso negli ultimi cinque anni.
In riferimento all’efficacia delle diverse modalità con cui
è effettuata la formazione dei lavoratori (art. 37 D.Lgs.
81/2008), i RSPP riportano un punteggio medio più alto
per la formazione in aula, svolta da docenti sia esterni
(7,4), sia interni all’azienda (7,2). Minore efficacia viene
attribuita alla modalità di e-learning (4,0).
Mancanza di risorse
(tempo, soldi e personale)
Eccessivo numero di adempimenti
obbligatori
Eccessiva rigidità da parte
degli organi di vigilanza
Mancanza di conoscenza
e di preparazione
Mancanza di consapevolezza
Dialogo poco produttivo
con le parti sociali
Mancanza di supporto tecnico
o guida
Adempimenti di obblighi di legge
Gestione delle assenze e politiche
di mantenimento in servizio del personale
Pressione da parte degli organi di vigilanza
Richieste dei lavoratori o dei loro
rappresentanti
Motivi economici legati alle prestazioni
Richieste da parte dei clienti o
preoccupazione per l’immagine dell’azienda
Indagine nazionale
sulla salute
e sicurezza sul lavoro
Rapporto con le figure della prevenzione
I rapporti con le figure della prevenzione nell’insieme
vengono definiti “collaborativi”: nell’82,8% con il RLS,
nell’81,8% con il MC, nel 78,5% con il DL e nel 78,2% con
i lavoratori (Figura 5).
Figura 5 - Rapporto con le figure della prevenzione. Valore
percentuale.
(*) Solo aziende in cui è prevista la sorveglianza sanitaria dei lavoratori.
(**) Solo RSPP non datori di lavoro.
In particolare dall’analisi dei gruppi emerge che il rappor-
to con il MC è definito “collaborativo” in percentuale più
alta nelle grandi aziende (96,8%) rispetto alle microazien-
de (72,7%), dove viene dichiarato “formale” nel 20,9% dei
casi. Nel settore delle Costruzioni il rapporto con il MC
viene definito “formale” dal 23,8% dei RSPP, percentuale
maggiore rispetto agli altri settori economici. Lo stesso
rapporto viene ritenuto “inesistente” in percentuale più
elevata al Nord (7,3%) rispetto a Centro (2,2%) e Sud
e Isole (1,5%) e da coloro che svolgono il solo ruolo di
RSPP (8,8%) rispetto ai RSPP che ricoprono anche il ruo-
lo di DL (2,2%).
Il rapporto con il RLS è definito nel 20,6% “formale” nel
settore Costruzioni, percentuale più alta fra tutti i settori.
I RSPP che non ricoprono anche il ruolo di DL defini-
scono “collaborativo” il rapporto con il DL in percentua-
le maggiore nelle grandi (95,8%) e nelle medie aziende
(88,4%) rispetto alle microaziende (60,6%). Per quanto
riguarda i settori economici, tale rapporto risulta total-
mente “collaborativo” (100,0%) nel settore Servizi fi-
nanziari, mentre una percentuale minore emerge nelle
Costruzioni (55,6%), dove viene definito “formale” nel
restante 44,4%.
Lo stesso sottocampione ritiene “collaborativo” il rap-
porto con i lavoratori in percentuale maggiore nelle me-
die (93,0%) e grandi aziende (87,0%) rispetto alle micro
(63,6%) e piccole aziende (66,7%). Nelle microaziende
tale rapporto viene definito “formale” nel 33,3% e in quel-
le piccole “inesistente” nel 23,1%. Relativamente all’area
geografica emerge che il rapporto con i lavoratori risulta
più “collaborativo” per gli intervistati del Centro (86,1%)
e del Nord (80,0%) rispetto ai loro colleghi del Sud e
Isole (65,8%), dove tale rapporto viene definito “formale”
nel 28,9% dei casi. Per quanto riguarda i settori econo-
mici, il rapporto con i lavoratori risulta totalmente “colla-
borativo” (100,0%) nel settore Pubblica Amministrazio-
ne, mentre una percentuale minore emerge nel settore
Costruzioni (55,6%), dove il restante 44,4% lo definisce
“formale”.
Cultura della sicurezza
I RSPP descrivono il concetto di tutela della SSL nel
33,2% dei casi come “una responsabilità condivisa con
i lavoratori”, nel 23,1% come “un dovere morale nei con-
fronti dei lavoratori”, nel 14,4% come “un valore aggiunto”
e nel 13,3% come “un investimento per l’azienda”; circa
il 15,0% lo ritiene “un obbligo di legge” o “un capitolo di
spesa rilevante per l’azienda”.
Infine, è stato richiesto se a seguito della introduzione del
D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. il livello di tutela della salute e si-
curezza dei lavoratori si sia modificato.
Figura 6 - Impatto del D.Lgs. 81/2008 sul livello di tutela
della salute e sicurezza dei lavoratori. Valore percentuale.
Nella Figura 6 osserviamo che il 51,7% dei RSPP ritiene
che il livello di tutela dei lavoratori sia aumentato a segui-
to dell’entrata in vigore della normativa attuale. Il dato è
emerso in particolare nelle grandi (79,4%) e nelle medie
aziende (58,6%) rispetto a quelle piccole (41,3%) e micro
(45,3%).
PROGETTO INSuLa
Il Progetto INSuLa, finanziato nell’ambito del Programma per la Ricerca Sanitaria Finalizzata del Ministero della Salute, si
propone di realizzare la prima survey nazionale sulla percezione del rischio per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
e sul livello generale di consapevolezza rispetto all’applicazione del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i., con il coinvolgimento di tutte
le figure della prevenzione.
INSuLa, coordinato dal Dipartimento di Medicina del Lavoro dell’INAIL, Settore Ricerca, è costituito da un progetto capo-
fila (survey principale) focalizzato su Lavoratori e Datori di Lavoro (con il coinvolgimento dei Responsabili del Servizio di
Prevenzione e Protezione aziendali) e da tre focus progettuali specifici dedicati alle altre figure della prevenzione (Medici
Competenti, Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza e Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro).
L’indagine campionaria realizzata è numericamente la più grande svolta in Italia su un campione rappresentativo ed inten-
de contribuire alla creazione di un sistema di rilevazione permanente della percezione del rischio per la salute e sicurezza
sul lavoro, che fornisca indicazioni sulla qualità della vita lavorativa e permetta, nel tempo, di adeguare tale monitoraggio
ai cambiamenti del mondo del lavoro ed ai bisogni dei principali attori coinvolti nel sistema di prevenzione.
Autori
Diana Gagliardi1
, Michela Bonafede1
, Marisa Corfiati1
, Simone Russo1
, Cristina Di Tecco1
, Matteo Ronchetti1
, Sara Autieri1
, Sergio Iavicoli1
.
Collaborazioni
Vincenzo Paesano2
, Silvia Mochi3
.
Collaborazione editoriale e progetto grafico
Alessandra Luciani1
, Laura Medei1
, Marco Fornaroli1
.
1 INAIL, Settore Ricerca - Dipartimento di Medicina del Lavoro
2 INAIL, Direzione Centrale Programmazione Organizzazione e Controllo
3 INAIL, Consulenza Statistico Attuariale
Progetto realizzato nell’ambito del Programma per la Ricerca Sanitaria 2008 - tutela della salute nei luoghi di lavoro
“Sviluppo di modelli per un sistema permanente di rilevazione della percezione del rischio per la salute e sicurezza
in ambiente di lavoro da parte dei lavoratori e delle figure della prevenzione” finanziato dal Ministero della Salute.
INAIL
Settore Ricerca - Dipartimento di Medicina del Lavoro
Via Fontana Candida, 1 - 00040 Monte Porzio Catone (RM)
Tel 06 941 81 405 - Fax 06 941 81 410 e-mail: r.dml@inail.it
insula@inail.it
Responsabili del Servizio
di Prevenzione e Protezione
ISBN978-88-7484-389-3©2014INAIL•TipolitografiaINAIL-Milano,6/2014
Totale 1-9
addetti
10-49
addetti
50-249
addetti
250 e oltre
addetti
Indagine nazionale
sulla salute
e sicurezza sul lavoro
Rapporto con le figure della prevenzione
I rapporti con le figure della prevenzione nell’insieme
vengono definiti “collaborativi”: nell’82,8% con il RLS,
nell’81,8% con il MC, nel 78,5% con il DL e nel 78,2% con
i lavoratori (Figura 5).
Figura 5 - Rapporto con le figure della prevenzione. Valore
percentuale.
(*) Solo aziende in cui è prevista la sorveglianza sanitaria dei lavoratori.
(**) Solo RSPP non datori di lavoro.
In particolare dall’analisi dei gruppi emerge che il rappor-
to con il MC è definito “collaborativo” in percentuale più
alta nelle grandi aziende (96,8%) rispetto alle microazien-
de (72,7%), dove viene dichiarato “formale” nel 20,9% dei
casi. Nel settore delle Costruzioni il rapporto con il MC
viene definito “formale” dal 23,8% dei RSPP, percentuale
maggiore rispetto agli altri settori economici. Lo stesso
rapporto viene ritenuto “inesistente” in percentuale più
elevata al Nord (7,3%) rispetto a Centro (2,2%) e Sud
e Isole (1,5%) e da coloro che svolgono il solo ruolo di
RSPP (8,8%) rispetto ai RSPP che ricoprono anche il ruo-
lo di DL (2,2%).
Il rapporto con il RLS è definito nel 20,6% “formale” nel
settore Costruzioni, percentuale più alta fra tutti i settori.
I RSPP che non ricoprono anche il ruolo di DL defini-
scono “collaborativo” il rapporto con il DL in percentua-
le maggiore nelle grandi (95,8%) e nelle medie aziende
(88,4%) rispetto alle microaziende (60,6%). Per quanto
riguarda i settori economici, tale rapporto risulta total-
mente “collaborativo” (100,0%) nel settore Servizi fi-
nanziari, mentre una percentuale minore emerge nelle
Costruzioni (55,6%), dove viene definito “formale” nel
restante 44,4%.
Lo stesso sottocampione ritiene “collaborativo” il rap-
porto con i lavoratori in percentuale maggiore nelle me-
die (93,0%) e grandi aziende (87,0%) rispetto alle micro
(63,6%) e piccole aziende (66,7%). Nelle microaziende
tale rapporto viene definito “formale” nel 33,3% e in quel-
le piccole “inesistente” nel 23,1%. Relativamente all’area
geografica emerge che il rapporto con i lavoratori risulta
più “collaborativo” per gli intervistati del Centro (86,1%)
e del Nord (80,0%) rispetto ai loro colleghi del Sud e
Isole (65,8%), dove tale rapporto viene definito “formale”
nel 28,9% dei casi. Per quanto riguarda i settori econo-
mici, il rapporto con i lavoratori risulta totalmente “colla-
borativo” (100,0%) nel settore Pubblica Amministrazio-
ne, mentre una percentuale minore emerge nel settore
Costruzioni (55,6%), dove il restante 44,4% lo definisce
“formale”.
Cultura della sicurezza
I RSPP descrivono il concetto di tutela della SSL nel
33,2% dei casi come “una responsabilità condivisa con
i lavoratori”, nel 23,1% come “un dovere morale nei con-
fronti dei lavoratori”, nel 14,4% come “un valore aggiunto”
e nel 13,3% come “un investimento per l’azienda”; circa
il 15,0% lo ritiene “un obbligo di legge” o “un capitolo di
spesa rilevante per l’azienda”.
Infine, è stato richiesto se a seguito della introduzione del
D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. il livello di tutela della salute e si-
curezza dei lavoratori si sia modificato.
Figura 6 - Impatto del D.Lgs. 81/2008 sul livello di tutela
della salute e sicurezza dei lavoratori. Valore percentuale.
Nella Figura 6 osserviamo che il 51,7% dei RSPP ritiene
che il livello di tutela dei lavoratori sia aumentato a segui-
to dell’entrata in vigore della normativa attuale. Il dato è
emerso in particolare nelle grandi (79,4%) e nelle medie
aziende (58,6%) rispetto a quelle piccole (41,3%) e micro
(45,3%).
PROGETTO INSuLa
Il Progetto INSuLa, finanziato nell’ambito del Programma per la Ricerca Sanitaria Finalizzata del Ministero della Salute, si
propone di realizzare la prima survey nazionale sulla percezione del rischio per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
e sul livello generale di consapevolezza rispetto all’applicazione del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i., con il coinvolgimento di tutte
le figure della prevenzione.
INSuLa, coordinato dal Dipartimento di Medicina del Lavoro dell’INAIL, Settore Ricerca, è costituito da un progetto capo-
fila (survey principale) focalizzato su Lavoratori e Datori di Lavoro (con il coinvolgimento dei Responsabili del Servizio di
Prevenzione e Protezione aziendali) e da tre focus progettuali specifici dedicati alle altre figure della prevenzione (Medici
Competenti, Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza e Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro).
L’indagine campionaria realizzata è numericamente la più grande svolta in Italia su un campione rappresentativo ed inten-
de contribuire alla creazione di un sistema di rilevazione permanente della percezione del rischio per la salute e sicurezza
sul lavoro, che fornisca indicazioni sulla qualità della vita lavorativa e permetta, nel tempo, di adeguare tale monitoraggio
ai cambiamenti del mondo del lavoro ed ai bisogni dei principali attori coinvolti nel sistema di prevenzione.
Autori
Diana Gagliardi1
, Michela Bonafede1
, Marisa Corfiati1
, Simone Russo1
, Cristina Di Tecco1
, Matteo Ronchetti1
, Sara Autieri1
, Sergio Iavicoli1
.
Collaborazioni
Vincenzo Paesano2
, Silvia Mochi3
.
Collaborazione editoriale e progetto grafico
Alessandra Luciani1
, Laura Medei1
, Marco Fornaroli1
.
1 INAIL, Settore Ricerca - Dipartimento di Medicina del Lavoro
2 INAIL, Direzione Centrale Programmazione Organizzazione e Controllo
3 INAIL, Consulenza Statistico Attuariale
Progetto realizzato nell’ambito del Programma per la Ricerca Sanitaria 2008 - tutela della salute nei luoghi di lavoro
“Sviluppo di modelli per un sistema permanente di rilevazione della percezione del rischio per la salute e sicurezza
in ambiente di lavoro da parte dei lavoratori e delle figure della prevenzione” finanziato dal Ministero della Salute.
INAIL
Settore Ricerca - Dipartimento di Medicina del Lavoro
Via Fontana Candida, 1 - 00040 Monte Porzio Catone (RM)
Tel 06 941 81 405 - Fax 06 941 81 410 e-mail: r.dml@inail.it
insula@inail.it
Responsabili del Servizio
di Prevenzione e Protezione
ISBN978-88-7484-389-3©2014INAIL•TipolitografiaINAIL-Milano,6/2014
Totale 1-9
addetti
10-49
addetti
50-249
addetti
250 e oltre
addetti

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208 2015 progetto insula inail spp

  • 1. Indagine nazionale sulla salute e sicurezza sul lavoro Rapporto con le figure della prevenzione I rapporti con le figure della prevenzione nell’insieme vengono definiti “collaborativi”: nell’82,8% con il RLS, nell’81,8% con il MC, nel 78,5% con il DL e nel 78,2% con i lavoratori (Figura 5). Figura 5 - Rapporto con le figure della prevenzione. Valore percentuale. (*) Solo aziende in cui è prevista la sorveglianza sanitaria dei lavoratori. (**) Solo RSPP non datori di lavoro. In particolare dall’analisi dei gruppi emerge che il rappor- to con il MC è definito “collaborativo” in percentuale più alta nelle grandi aziende (96,8%) rispetto alle microazien- de (72,7%), dove viene dichiarato “formale” nel 20,9% dei casi. Nel settore delle Costruzioni il rapporto con il MC viene definito “formale” dal 23,8% dei RSPP, percentuale maggiore rispetto agli altri settori economici. Lo stesso rapporto viene ritenuto “inesistente” in percentuale più elevata al Nord (7,3%) rispetto a Centro (2,2%) e Sud e Isole (1,5%) e da coloro che svolgono il solo ruolo di RSPP (8,8%) rispetto ai RSPP che ricoprono anche il ruo- lo di DL (2,2%). Il rapporto con il RLS è definito nel 20,6% “formale” nel settore Costruzioni, percentuale più alta fra tutti i settori. I RSPP che non ricoprono anche il ruolo di DL defini- scono “collaborativo” il rapporto con il DL in percentua- le maggiore nelle grandi (95,8%) e nelle medie aziende (88,4%) rispetto alle microaziende (60,6%). Per quanto riguarda i settori economici, tale rapporto risulta total- mente “collaborativo” (100,0%) nel settore Servizi fi- nanziari, mentre una percentuale minore emerge nelle Costruzioni (55,6%), dove viene definito “formale” nel restante 44,4%. Lo stesso sottocampione ritiene “collaborativo” il rap- porto con i lavoratori in percentuale maggiore nelle me- die (93,0%) e grandi aziende (87,0%) rispetto alle micro (63,6%) e piccole aziende (66,7%). Nelle microaziende tale rapporto viene definito “formale” nel 33,3% e in quel- le piccole “inesistente” nel 23,1%. Relativamente all’area geografica emerge che il rapporto con i lavoratori risulta più “collaborativo” per gli intervistati del Centro (86,1%) e del Nord (80,0%) rispetto ai loro colleghi del Sud e Isole (65,8%), dove tale rapporto viene definito “formale” nel 28,9% dei casi. Per quanto riguarda i settori econo- mici, il rapporto con i lavoratori risulta totalmente “colla- borativo” (100,0%) nel settore Pubblica Amministrazio- ne, mentre una percentuale minore emerge nel settore Costruzioni (55,6%), dove il restante 44,4% lo definisce “formale”. Cultura della sicurezza I RSPP descrivono il concetto di tutela della SSL nel 33,2% dei casi come “una responsabilità condivisa con i lavoratori”, nel 23,1% come “un dovere morale nei con- fronti dei lavoratori”, nel 14,4% come “un valore aggiunto” e nel 13,3% come “un investimento per l’azienda”; circa il 15,0% lo ritiene “un obbligo di legge” o “un capitolo di spesa rilevante per l’azienda”. Infine, è stato richiesto se a seguito della introduzione del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. il livello di tutela della salute e si- curezza dei lavoratori si sia modificato. Figura 6 - Impatto del D.Lgs. 81/2008 sul livello di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. Valore percentuale. Nella Figura 6 osserviamo che il 51,7% dei RSPP ritiene che il livello di tutela dei lavoratori sia aumentato a segui- to dell’entrata in vigore della normativa attuale. Il dato è emerso in particolare nelle grandi (79,4%) e nelle medie aziende (58,6%) rispetto a quelle piccole (41,3%) e micro (45,3%). PROGETTO INSuLa Il Progetto INSuLa, finanziato nell’ambito del Programma per la Ricerca Sanitaria Finalizzata del Ministero della Salute, si propone di realizzare la prima survey nazionale sulla percezione del rischio per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e sul livello generale di consapevolezza rispetto all’applicazione del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i., con il coinvolgimento di tutte le figure della prevenzione. INSuLa, coordinato dal Dipartimento di Medicina del Lavoro dell’INAIL, Settore Ricerca, è costituito da un progetto capo- fila (survey principale) focalizzato su Lavoratori e Datori di Lavoro (con il coinvolgimento dei Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione aziendali) e da tre focus progettuali specifici dedicati alle altre figure della prevenzione (Medici Competenti, Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza e Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro). L’indagine campionaria realizzata è numericamente la più grande svolta in Italia su un campione rappresentativo ed inten- de contribuire alla creazione di un sistema di rilevazione permanente della percezione del rischio per la salute e sicurezza sul lavoro, che fornisca indicazioni sulla qualità della vita lavorativa e permetta, nel tempo, di adeguare tale monitoraggio ai cambiamenti del mondo del lavoro ed ai bisogni dei principali attori coinvolti nel sistema di prevenzione. Autori Diana Gagliardi1 , Michela Bonafede1 , Marisa Corfiati1 , Simone Russo1 , Cristina Di Tecco1 , Matteo Ronchetti1 , Sara Autieri1 , Sergio Iavicoli1 . Collaborazioni Vincenzo Paesano2 , Silvia Mochi3 . Collaborazione editoriale e progetto grafico Alessandra Luciani1 , Laura Medei1 , Marco Fornaroli1 . 1 INAIL, Settore Ricerca - Dipartimento di Medicina del Lavoro 2 INAIL, Direzione Centrale Programmazione Organizzazione e Controllo 3 INAIL, Consulenza Statistico Attuariale Progetto realizzato nell’ambito del Programma per la Ricerca Sanitaria 2008 - tutela della salute nei luoghi di lavoro “Sviluppo di modelli per un sistema permanente di rilevazione della percezione del rischio per la salute e sicurezza in ambiente di lavoro da parte dei lavoratori e delle figure della prevenzione” finanziato dal Ministero della Salute. INAIL Settore Ricerca - Dipartimento di Medicina del Lavoro Via Fontana Candida, 1 - 00040 Monte Porzio Catone (RM) Tel 06 941 81 405 - Fax 06 941 81 410 e-mail: r.dml@inail.it insula@inail.it Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione ISBN978-88-7484-389-3©2014INAIL•TipolitografiaINAIL-Milano,6/2014 Totale 1-9 addetti 10-49 addetti 50-249 addetti 250 e oltre addetti
  • 2. PREMESSA Nell’ambito del sistema di prevenzione e di tutela della Salute e Sicurezza sul Lavoro (SSL), la figura del Respon- sabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) riveste un ruolo di fondamentale importanza. Il sistema di prevenzione delineato dal D.Lgs. 81/2008 af- fida al Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP) e, di conseguenza, al suo Responsabile, una importante fun- zione di collaborazione e di supporto al Datore di Lavoro (DL) nella individuazione, valutazione e gestione dei rischi presenti in azienda, nell’ambito di un approccio integrato e partecipato con i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) e con il Medico Competente (MC). In alcune specifiche situazioni, il decreto prevede anche la possibilità che i compiti propri del Servizio di Preven- zione e Protezione possano essere svolti direttamente dal DL: in questo caso, ricadono sullo stesso individuo non solo gli obblighi tipici della figura di DL ma anche i compiti di RSPP. Risulta pertanto evidente la rilevanza del contributo della percezione del RSPP, in relazione sia alla consapevolezza del proprio ruolo che alle interazioni con le altre figure del- la prevenzione, per il miglioramento della qualità e dell’ef- ficacia del sistema di prevenzione aziendale. PROGETTO Nel contesto di un più ampio studio mirato ad indaga- re, nei DL, il livello generale di consapevolezza rispetto al sistema di tutela della SSL, nonché a rilevare la loro percezione relativamente ai rischi per la salute e sicurezza presenti in azienda, è stato inserito uno specifico focus per i RSPP che ha permesso di esplorare sia il punto di vista del RSPP che svolge esclusivamente tale ruolo nel sistema di prevenzione aziendale, sia quello del RSPP che riveste anche la funzione di DL. Lo studio, di cui a seguire si riportano i risultati principali, è stato mirato ad individuare criticità e bisogni di supporto percepiti dal RSPP nello svolgimento del proprio ruolo e nei rapporti con le altre figure della prevenzione (MC e RLS), oltre alla sua percezione sulla utilità ed efficacia del- la formazione obbligatoria in materia di SSL. La futura analisi secondaria dei risultati preliminari di se- guito riportati potrà consentire l’individuazione di inter- venti a sostegno del ruolo del RSPP nella gestione della SSL aziendale. Inoltre, la conoscenza dei bisogni potrà favorire l’ottimizzazione ed implementazione delle siner- gie con le altre figure della prevenzione. METODOLOGIA L’indagine è stata condotta, previa effettuazione di fase pi- lota, tra novembre 2013 e gennaio 2014, attraverso la som- ministrazione di uno specifico questionario mediante meto- dologia Computer-Assisted Telephon Interviewing (CATI). Il campione arruolato nello studio è costituito da 631 aziende, rappresentativo della realtà produttiva italiana e costruito in modo stratificato, ripartendo proporzional- mente le interviste sulla base dell’universo disaggregato rispetto a variabili relative a dimensione aziendale, area geografica e settore di attività economica. In particolare, tenuto conto della possibilità che le funzioni di RSPP fossero svolte direttamente dal DL, il questionario predisposto per l’indagine sui DL è stato strutturato con domande filtro iniziali che hanno consentito di identificare chiaramente i soggetti che svolgono il doppio ruolo, indi- rizzando automaticamente lo sviluppo dell’intervista verso i contenuti adeguati al tipo di interlocutore. Nel caso in cui le figure del DL e del RSPP, invece, non coincidevano, al termine dell’intervista al DL sono stati richiesti nominati- vo e contatto del RSPP di riferimento al quale è stato poi somministrato un questionario specifico. Il questionario è stato sviluppato in linea con gli obiettivi generali del progetto e a seguito di un’attenta analisi del- la letteratura di riferimento e al benchmarking di survey europee simili, fra cui in particolare l’indagine ESENER “European Survey of Enterprises on New and Emerging Risks” (EU-OSHA, 2010); i contenuti sono stati organizzati nelle seguenti 5 aree tematiche: 1. caratteristiche socio demografiche e aziendali; 2. criticità e bisogni; 3. formazione; 4. rapporto con le figure della prevenzione; 5. cultura della sicurezza. RISULTATI In questa sezione vengono riportati i risultati dell’indagi- ne, suddivisi rispetto alle diverse aree tematiche in cui è strutturato il questionario. Gli stessi sono stati ponderati per ottenere stime statisticamente corrette dei parametri della popolazione. Inoltre, rispetto all’analisi dei gruppi, sono presentati solo i risultati che hanno evidenziato dif- ferenze statisticamente significative. Caratteristiche sociodemografiche e aziendali In totale l’indagine ha coinvolto 631 RSPP di altrettante aziende. In particolare, 479 soggetti (75,9%) svolgono an- che la funzione di DL dell’azienda mentre i restanti 152 (24,1%) rivestono il solo ruolo di RSPP essendo stati de- signati dal DL all’interno (58,0%) o all’esterno dell’azienda (42,0%). Relativamente al genere, il 65,6% degli intervista- ti è costituito da uomini ed il 34,4% da donne. L’età media del campione di RSPP è risultata pari a 48,4 (DS±9,5) anni. La maggior parte dei rispondenti riferisce un titolo studio di licenza media superiore (62,8%), mentre il 32,7% ha un livello più alto di scolarità. L’anzianità di svolgimen- to del ruolo di RSPP è superiore a 5 anni nel 57,8% dei casi. La distribuzione del campione in base alla dimensione aziendale, alla macroarea geografica e ai raggruppamen- ti dei settori economici Ateco 2002 ha evidenziato che la maggioranza dei RSPP intervistati (31,4%) opera in azien- de di piccole dimensioni (10-49 addetti), prevalentemente nel Nord Italia (41%) e nei settori Ateco 2002 Commercio (23,1%) e Industria (16,3%). Criticità e bisogni Secondo la maggioranza dei RSPP intervistati, l’atteggia- mento dei lavoratori della propria azienda nei confronti della SSL risulta “molto” e “completamente” disciplinato nel 48,9% dei casi, “attivo e partecipe” nel 42,4%, “consa- pevole” nel 40,6%, “interessato” nel 39,3% e “resistente al cambiamento” nel 32,8%. Rispetto agli ostacoli per una efficace gestione della SSL aziendale, le condizioni più frequentemente individua- te, in termini di punteggio medio su una scala da 0 a 10 (0 = “non costituisce affatto un ostacolo” e 10 = “costitu- isce sicuramente un ostacolo”), sono risultate la scarsità di risorse economiche, di tempo e/o personale (6,9), l’ec- cessivo numero di adempimenti obbligatori (6,8) e l’ec- cessiva rigidità da parte degli Organi di Vigilanza (OdV) (6,3) (Figura 1). Figura 1 - Ostacoli per una efficace gestione della SSL. Punteggio medio. Per quanto riguarda le motivazioni che possono spingere un’azienda ad affrontare le questioni relative alla SSL, gli intervistati attribuiscono maggiore importanza, in termi- ni di punteggio medio su una scala da 0 a 10 (0 = “per niente importante” e 10 = “completamente importante”), agli adempimenti di obblighi di legge (6,8), seguiti dalle richieste dei lavoratori o di loro rappresentanti (6,7) e dal- le le motivazioni economiche legate alle prestazioni (6,2) (Figura 2). Figura 2 - Motivazioni che spingono le aziende ad affronta- re le questioni relative alla SSL. Punteggio medio. In particolare, dalle analisi dei gruppi emerge che l’a- dempimento di obblighi di legge riveste maggiore im- portanza per gli intervistati che ricoprono anche il ruolo di DL (7,1) rispetto a coloro che svolgono il solo ruolo di RSPP (5,9). Le richieste dei lavoratori o dei loro rappresentati sono ritenute meno importanti nel settore Agricoltura (5,6) ma più importanti, rispetto al dato generale, nel settore Indu- stria (7,2). Le richieste da parte dei clienti o la preoccupazione per l’immagine dell’azienda sono ritenute più importanti al Sud e Isole (6,5) rispetto al Centro (6,1) e al Nord (5,9). La gestione delle assenze e le politiche di mantenimen- to in servizio del personale sono ritenute più importanti dai RSPP delle grandi aziende (6,4) rispetto a quelle delle aziende di dimensioni minori (medie = 6,2; piccole = 6,1; micro = 5,5). È stato anche richiesto quali sono le azioni che possono contribuire a migliorare la gestione della SSL. Secondo gli intervistati, in termini di punteggio medio su una scala da 0 a 10 (0 = “per niente determinante” e 10 = “completa- mente determinante”), le azioni più efficaci sono risultate la semplificazione delle normative vigenti (7,7), il poten- ziamento della formazione e dell’informazione dei lavora- tori (7,1), l’accrescimento della qualificazione professio- nale delle figure responsabili della sicurezza in azienda (6,7) ed il miglioramento della comunicazione con gli OdV (6,7). Infine, alla domanda sulla fiducia nell’operato delle isti- tuzioni pubbliche deputate al sistema di prevenzione e controllo della SSL, il 40,6% del campione si ritiene “ab- bastanza” fiducioso e il 26,3% si dichiara “molto” e “com- pletamente” fiducioso. Formazione Il 72,6% degli intervistati riferisce di aver partecipato negli ultimi cinque anni ad almeno un corso di formazione o aggiornamento sulla SSL in qualità di RSPP. I corsi cui hanno partecipato sono stati organizzati per il 29,2% da enti bilaterali o organismi paritetici, per il 17,0% da ordini e collegi professionali, per il 12,9% da Regioni o ASL, per il 10,0% dalle associazioni sindacali e in percentuale mi- nore da INAIL o Università (rispettivamente nel 3,7% e nel 2,1% dei casi). Sempre in relazione all’ultimo corso fre- quentato, nel 52,4% dei casi si è svolto in aula con lezioni frontali, seguito dalla modalità in aula con esercitazioni tecnico-pratiche (29,0%) e da quella con lavori di gruppo e simulazioni di situazioni specifiche (12,5%), a fronte di una frequenza ridotta di e-learning (3,8%). Figura 3 - Utilità della formazione per esercitare la funzione di RSPP. Valori percentuali*. (*) Calcolati sul totale dei RSPP che dichiarano di aver partecipato ad almeno un corso negli ultimi cinque anni. Relativamente alla formazione specifica effettuata in qua- lità di RSPP, circa la metà del campione (47,5%) la ritiene “molto” o “completamente” utile ed il 46,4% la ritiene co- munque “abbastanza” utile (Figura 3). La percentuale di coloro che la ritengono “molto” o “com- pletamente” utile aumenta al crescere delle dimensio- ni aziendali, andando dal 32,6% delle microaziende, al 39,8% delle piccole, al 58,7% delle medie fino al 70,4% delle grandi aziende. Rispetto al settore economico, le percentuali maggiori di coloro che ritengono la formazio- ne “molto” o “completamente” utile si rilevano nei settori Industria (64,9%) e Costruzioni (59,6%); solo il 30,8% dei RSPP del settore Sanità, invece, ritiene “molto” o “com- pletamente” utile la formazione ricevuta di recente. In generale solo l’8,1% dei RSPP con esperienza recente di formazione ritiene che sia stata “poco” o “per niente uti- le”, ma tale percentuale è maggiore nel gruppo di RSPP non DL (12,2%). Per quanto riguarda la durata della formazione prevista dal D.Lgs. 81/2008 per lo svolgimento delle funzioni di RSPP, il 51,0% degli intervistati che hanno partecipato ad un corso negli ultimi anni la ritiene “abbastanza ade- guata” ed il 35,0% la ritiene complessivamente “molto” o “completamente” adeguata (Figura 4). Anche in questo caso la percentuale di coloro che va- lutano la durata della formazione “molto” o “completa- mente” adeguata aumenta all’aumentare delle dimen- sioni aziendali, passando dal 20,3% delle microazien- de al 28,3% delle piccole, al 48,6% delle medie fino al 50,0% delle grandi aziende. I settori economici in cui più frequentemente la durata è giudicata non adeguata (“poco” o “per niente”) sono Agricoltura (27,8%) e Altri servizi (22,5%). Figura 4 - Adeguatezza relativa alla durata della formazione per esercitare la funzione di RSPP. Valori percentuali*. (*) Calcolati sul totale dei RSPP che dichiarano di aver partecipato ad almeno un corso negli ultimi cinque anni. In riferimento all’efficacia delle diverse modalità con cui è effettuata la formazione dei lavoratori (art. 37 D.Lgs. 81/2008), i RSPP riportano un punteggio medio più alto per la formazione in aula, svolta da docenti sia esterni (7,4), sia interni all’azienda (7,2). Minore efficacia viene attribuita alla modalità di e-learning (4,0). Mancanza di risorse (tempo, soldi e personale) Eccessivo numero di adempimenti obbligatori Eccessiva rigidità da parte degli organi di vigilanza Mancanza di conoscenza e di preparazione Mancanza di consapevolezza Dialogo poco produttivo con le parti sociali Mancanza di supporto tecnico o guida Adempimenti di obblighi di legge Gestione delle assenze e politiche di mantenimento in servizio del personale Pressione da parte degli organi di vigilanza Richieste dei lavoratori o dei loro rappresentanti Motivi economici legati alle prestazioni Richieste da parte dei clienti o preoccupazione per l’immagine dell’azienda
  • 3. PREMESSA Nell’ambito del sistema di prevenzione e di tutela della Salute e Sicurezza sul Lavoro (SSL), la figura del Respon- sabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) riveste un ruolo di fondamentale importanza. Il sistema di prevenzione delineato dal D.Lgs. 81/2008 af- fida al Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP) e, di conseguenza, al suo Responsabile, una importante fun- zione di collaborazione e di supporto al Datore di Lavoro (DL) nella individuazione, valutazione e gestione dei rischi presenti in azienda, nell’ambito di un approccio integrato e partecipato con i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) e con il Medico Competente (MC). In alcune specifiche situazioni, il decreto prevede anche la possibilità che i compiti propri del Servizio di Preven- zione e Protezione possano essere svolti direttamente dal DL: in questo caso, ricadono sullo stesso individuo non solo gli obblighi tipici della figura di DL ma anche i compiti di RSPP. Risulta pertanto evidente la rilevanza del contributo della percezione del RSPP, in relazione sia alla consapevolezza del proprio ruolo che alle interazioni con le altre figure del- la prevenzione, per il miglioramento della qualità e dell’ef- ficacia del sistema di prevenzione aziendale. PROGETTO Nel contesto di un più ampio studio mirato ad indaga- re, nei DL, il livello generale di consapevolezza rispetto al sistema di tutela della SSL, nonché a rilevare la loro percezione relativamente ai rischi per la salute e sicurezza presenti in azienda, è stato inserito uno specifico focus per i RSPP che ha permesso di esplorare sia il punto di vista del RSPP che svolge esclusivamente tale ruolo nel sistema di prevenzione aziendale, sia quello del RSPP che riveste anche la funzione di DL. Lo studio, di cui a seguire si riportano i risultati principali, è stato mirato ad individuare criticità e bisogni di supporto percepiti dal RSPP nello svolgimento del proprio ruolo e nei rapporti con le altre figure della prevenzione (MC e RLS), oltre alla sua percezione sulla utilità ed efficacia del- la formazione obbligatoria in materia di SSL. La futura analisi secondaria dei risultati preliminari di se- guito riportati potrà consentire l’individuazione di inter- venti a sostegno del ruolo del RSPP nella gestione della SSL aziendale. Inoltre, la conoscenza dei bisogni potrà favorire l’ottimizzazione ed implementazione delle siner- gie con le altre figure della prevenzione. METODOLOGIA L’indagine è stata condotta, previa effettuazione di fase pi- lota, tra novembre 2013 e gennaio 2014, attraverso la som- ministrazione di uno specifico questionario mediante meto- dologia Computer-Assisted Telephon Interviewing (CATI). Il campione arruolato nello studio è costituito da 631 aziende, rappresentativo della realtà produttiva italiana e costruito in modo stratificato, ripartendo proporzional- mente le interviste sulla base dell’universo disaggregato rispetto a variabili relative a dimensione aziendale, area geografica e settore di attività economica. In particolare, tenuto conto della possibilità che le funzioni di RSPP fossero svolte direttamente dal DL, il questionario predisposto per l’indagine sui DL è stato strutturato con domande filtro iniziali che hanno consentito di identificare chiaramente i soggetti che svolgono il doppio ruolo, indi- rizzando automaticamente lo sviluppo dell’intervista verso i contenuti adeguati al tipo di interlocutore. Nel caso in cui le figure del DL e del RSPP, invece, non coincidevano, al termine dell’intervista al DL sono stati richiesti nominati- vo e contatto del RSPP di riferimento al quale è stato poi somministrato un questionario specifico. Il questionario è stato sviluppato in linea con gli obiettivi generali del progetto e a seguito di un’attenta analisi del- la letteratura di riferimento e al benchmarking di survey europee simili, fra cui in particolare l’indagine ESENER “European Survey of Enterprises on New and Emerging Risks” (EU-OSHA, 2010); i contenuti sono stati organizzati nelle seguenti 5 aree tematiche: 1. caratteristiche socio demografiche e aziendali; 2. criticità e bisogni; 3. formazione; 4. rapporto con le figure della prevenzione; 5. cultura della sicurezza. RISULTATI In questa sezione vengono riportati i risultati dell’indagi- ne, suddivisi rispetto alle diverse aree tematiche in cui è strutturato il questionario. Gli stessi sono stati ponderati per ottenere stime statisticamente corrette dei parametri della popolazione. Inoltre, rispetto all’analisi dei gruppi, sono presentati solo i risultati che hanno evidenziato dif- ferenze statisticamente significative. Caratteristiche sociodemografiche e aziendali In totale l’indagine ha coinvolto 631 RSPP di altrettante aziende. In particolare, 479 soggetti (75,9%) svolgono an- che la funzione di DL dell’azienda mentre i restanti 152 (24,1%) rivestono il solo ruolo di RSPP essendo stati de- signati dal DL all’interno (58,0%) o all’esterno dell’azienda (42,0%). Relativamente al genere, il 65,6% degli intervista- ti è costituito da uomini ed il 34,4% da donne. L’età media del campione di RSPP è risultata pari a 48,4 (DS±9,5) anni. La maggior parte dei rispondenti riferisce un titolo studio di licenza media superiore (62,8%), mentre il 32,7% ha un livello più alto di scolarità. L’anzianità di svolgimen- to del ruolo di RSPP è superiore a 5 anni nel 57,8% dei casi. La distribuzione del campione in base alla dimensione aziendale, alla macroarea geografica e ai raggruppamen- ti dei settori economici Ateco 2002 ha evidenziato che la maggioranza dei RSPP intervistati (31,4%) opera in azien- de di piccole dimensioni (10-49 addetti), prevalentemente nel Nord Italia (41%) e nei settori Ateco 2002 Commercio (23,1%) e Industria (16,3%). Criticità e bisogni Secondo la maggioranza dei RSPP intervistati, l’atteggia- mento dei lavoratori della propria azienda nei confronti della SSL risulta “molto” e “completamente” disciplinato nel 48,9% dei casi, “attivo e partecipe” nel 42,4%, “consa- pevole” nel 40,6%, “interessato” nel 39,3% e “resistente al cambiamento” nel 32,8%. Rispetto agli ostacoli per una efficace gestione della SSL aziendale, le condizioni più frequentemente individua- te, in termini di punteggio medio su una scala da 0 a 10 (0 = “non costituisce affatto un ostacolo” e 10 = “costitu- isce sicuramente un ostacolo”), sono risultate la scarsità di risorse economiche, di tempo e/o personale (6,9), l’ec- cessivo numero di adempimenti obbligatori (6,8) e l’ec- cessiva rigidità da parte degli Organi di Vigilanza (OdV) (6,3) (Figura 1). Figura 1 - Ostacoli per una efficace gestione della SSL. Punteggio medio. Per quanto riguarda le motivazioni che possono spingere un’azienda ad affrontare le questioni relative alla SSL, gli intervistati attribuiscono maggiore importanza, in termi- ni di punteggio medio su una scala da 0 a 10 (0 = “per niente importante” e 10 = “completamente importante”), agli adempimenti di obblighi di legge (6,8), seguiti dalle richieste dei lavoratori o di loro rappresentanti (6,7) e dal- le le motivazioni economiche legate alle prestazioni (6,2) (Figura 2). Figura 2 - Motivazioni che spingono le aziende ad affronta- re le questioni relative alla SSL. Punteggio medio. In particolare, dalle analisi dei gruppi emerge che l’a- dempimento di obblighi di legge riveste maggiore im- portanza per gli intervistati che ricoprono anche il ruolo di DL (7,1) rispetto a coloro che svolgono il solo ruolo di RSPP (5,9). Le richieste dei lavoratori o dei loro rappresentati sono ritenute meno importanti nel settore Agricoltura (5,6) ma più importanti, rispetto al dato generale, nel settore Indu- stria (7,2). Le richieste da parte dei clienti o la preoccupazione per l’immagine dell’azienda sono ritenute più importanti al Sud e Isole (6,5) rispetto al Centro (6,1) e al Nord (5,9). La gestione delle assenze e le politiche di mantenimen- to in servizio del personale sono ritenute più importanti dai RSPP delle grandi aziende (6,4) rispetto a quelle delle aziende di dimensioni minori (medie = 6,2; piccole = 6,1; micro = 5,5). È stato anche richiesto quali sono le azioni che possono contribuire a migliorare la gestione della SSL. Secondo gli intervistati, in termini di punteggio medio su una scala da 0 a 10 (0 = “per niente determinante” e 10 = “completa- mente determinante”), le azioni più efficaci sono risultate la semplificazione delle normative vigenti (7,7), il poten- ziamento della formazione e dell’informazione dei lavora- tori (7,1), l’accrescimento della qualificazione professio- nale delle figure responsabili della sicurezza in azienda (6,7) ed il miglioramento della comunicazione con gli OdV (6,7). Infine, alla domanda sulla fiducia nell’operato delle isti- tuzioni pubbliche deputate al sistema di prevenzione e controllo della SSL, il 40,6% del campione si ritiene “ab- bastanza” fiducioso e il 26,3% si dichiara “molto” e “com- pletamente” fiducioso. Formazione Il 72,6% degli intervistati riferisce di aver partecipato negli ultimi cinque anni ad almeno un corso di formazione o aggiornamento sulla SSL in qualità di RSPP. I corsi cui hanno partecipato sono stati organizzati per il 29,2% da enti bilaterali o organismi paritetici, per il 17,0% da ordini e collegi professionali, per il 12,9% da Regioni o ASL, per il 10,0% dalle associazioni sindacali e in percentuale mi- nore da INAIL o Università (rispettivamente nel 3,7% e nel 2,1% dei casi). Sempre in relazione all’ultimo corso fre- quentato, nel 52,4% dei casi si è svolto in aula con lezioni frontali, seguito dalla modalità in aula con esercitazioni tecnico-pratiche (29,0%) e da quella con lavori di gruppo e simulazioni di situazioni specifiche (12,5%), a fronte di una frequenza ridotta di e-learning (3,8%). Figura 3 - Utilità della formazione per esercitare la funzione di RSPP. Valori percentuali*. (*) Calcolati sul totale dei RSPP che dichiarano di aver partecipato ad almeno un corso negli ultimi cinque anni. Relativamente alla formazione specifica effettuata in qua- lità di RSPP, circa la metà del campione (47,5%) la ritiene “molto” o “completamente” utile ed il 46,4% la ritiene co- munque “abbastanza” utile (Figura 3). La percentuale di coloro che la ritengono “molto” o “com- pletamente” utile aumenta al crescere delle dimensio- ni aziendali, andando dal 32,6% delle microaziende, al 39,8% delle piccole, al 58,7% delle medie fino al 70,4% delle grandi aziende. Rispetto al settore economico, le percentuali maggiori di coloro che ritengono la formazio- ne “molto” o “completamente” utile si rilevano nei settori Industria (64,9%) e Costruzioni (59,6%); solo il 30,8% dei RSPP del settore Sanità, invece, ritiene “molto” o “com- pletamente” utile la formazione ricevuta di recente. In generale solo l’8,1% dei RSPP con esperienza recente di formazione ritiene che sia stata “poco” o “per niente uti- le”, ma tale percentuale è maggiore nel gruppo di RSPP non DL (12,2%). Per quanto riguarda la durata della formazione prevista dal D.Lgs. 81/2008 per lo svolgimento delle funzioni di RSPP, il 51,0% degli intervistati che hanno partecipato ad un corso negli ultimi anni la ritiene “abbastanza ade- guata” ed il 35,0% la ritiene complessivamente “molto” o “completamente” adeguata (Figura 4). Anche in questo caso la percentuale di coloro che va- lutano la durata della formazione “molto” o “completa- mente” adeguata aumenta all’aumentare delle dimen- sioni aziendali, passando dal 20,3% delle microazien- de al 28,3% delle piccole, al 48,6% delle medie fino al 50,0% delle grandi aziende. I settori economici in cui più frequentemente la durata è giudicata non adeguata (“poco” o “per niente”) sono Agricoltura (27,8%) e Altri servizi (22,5%). Figura 4 - Adeguatezza relativa alla durata della formazione per esercitare la funzione di RSPP. Valori percentuali*. (*) Calcolati sul totale dei RSPP che dichiarano di aver partecipato ad almeno un corso negli ultimi cinque anni. In riferimento all’efficacia delle diverse modalità con cui è effettuata la formazione dei lavoratori (art. 37 D.Lgs. 81/2008), i RSPP riportano un punteggio medio più alto per la formazione in aula, svolta da docenti sia esterni (7,4), sia interni all’azienda (7,2). Minore efficacia viene attribuita alla modalità di e-learning (4,0). Mancanza di risorse (tempo, soldi e personale) Eccessivo numero di adempimenti obbligatori Eccessiva rigidità da parte degli organi di vigilanza Mancanza di conoscenza e di preparazione Mancanza di consapevolezza Dialogo poco produttivo con le parti sociali Mancanza di supporto tecnico o guida Adempimenti di obblighi di legge Gestione delle assenze e politiche di mantenimento in servizio del personale Pressione da parte degli organi di vigilanza Richieste dei lavoratori o dei loro rappresentanti Motivi economici legati alle prestazioni Richieste da parte dei clienti o preoccupazione per l’immagine dell’azienda
  • 4. PREMESSA Nell’ambito del sistema di prevenzione e di tutela della Salute e Sicurezza sul Lavoro (SSL), la figura del Respon- sabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) riveste un ruolo di fondamentale importanza. Il sistema di prevenzione delineato dal D.Lgs. 81/2008 af- fida al Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP) e, di conseguenza, al suo Responsabile, una importante fun- zione di collaborazione e di supporto al Datore di Lavoro (DL) nella individuazione, valutazione e gestione dei rischi presenti in azienda, nell’ambito di un approccio integrato e partecipato con i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) e con il Medico Competente (MC). In alcune specifiche situazioni, il decreto prevede anche la possibilità che i compiti propri del Servizio di Preven- zione e Protezione possano essere svolti direttamente dal DL: in questo caso, ricadono sullo stesso individuo non solo gli obblighi tipici della figura di DL ma anche i compiti di RSPP. Risulta pertanto evidente la rilevanza del contributo della percezione del RSPP, in relazione sia alla consapevolezza del proprio ruolo che alle interazioni con le altre figure del- la prevenzione, per il miglioramento della qualità e dell’ef- ficacia del sistema di prevenzione aziendale. PROGETTO Nel contesto di un più ampio studio mirato ad indaga- re, nei DL, il livello generale di consapevolezza rispetto al sistema di tutela della SSL, nonché a rilevare la loro percezione relativamente ai rischi per la salute e sicurezza presenti in azienda, è stato inserito uno specifico focus per i RSPP che ha permesso di esplorare sia il punto di vista del RSPP che svolge esclusivamente tale ruolo nel sistema di prevenzione aziendale, sia quello del RSPP che riveste anche la funzione di DL. Lo studio, di cui a seguire si riportano i risultati principali, è stato mirato ad individuare criticità e bisogni di supporto percepiti dal RSPP nello svolgimento del proprio ruolo e nei rapporti con le altre figure della prevenzione (MC e RLS), oltre alla sua percezione sulla utilità ed efficacia del- la formazione obbligatoria in materia di SSL. La futura analisi secondaria dei risultati preliminari di se- guito riportati potrà consentire l’individuazione di inter- venti a sostegno del ruolo del RSPP nella gestione della SSL aziendale. Inoltre, la conoscenza dei bisogni potrà favorire l’ottimizzazione ed implementazione delle siner- gie con le altre figure della prevenzione. METODOLOGIA L’indagine è stata condotta, previa effettuazione di fase pi- lota, tra novembre 2013 e gennaio 2014, attraverso la som- ministrazione di uno specifico questionario mediante meto- dologia Computer-Assisted Telephon Interviewing (CATI). Il campione arruolato nello studio è costituito da 631 aziende, rappresentativo della realtà produttiva italiana e costruito in modo stratificato, ripartendo proporzional- mente le interviste sulla base dell’universo disaggregato rispetto a variabili relative a dimensione aziendale, area geografica e settore di attività economica. In particolare, tenuto conto della possibilità che le funzioni di RSPP fossero svolte direttamente dal DL, il questionario predisposto per l’indagine sui DL è stato strutturato con domande filtro iniziali che hanno consentito di identificare chiaramente i soggetti che svolgono il doppio ruolo, indi- rizzando automaticamente lo sviluppo dell’intervista verso i contenuti adeguati al tipo di interlocutore. Nel caso in cui le figure del DL e del RSPP, invece, non coincidevano, al termine dell’intervista al DL sono stati richiesti nominati- vo e contatto del RSPP di riferimento al quale è stato poi somministrato un questionario specifico. Il questionario è stato sviluppato in linea con gli obiettivi generali del progetto e a seguito di un’attenta analisi del- la letteratura di riferimento e al benchmarking di survey europee simili, fra cui in particolare l’indagine ESENER “European Survey of Enterprises on New and Emerging Risks” (EU-OSHA, 2010); i contenuti sono stati organizzati nelle seguenti 5 aree tematiche: 1. caratteristiche socio demografiche e aziendali; 2. criticità e bisogni; 3. formazione; 4. rapporto con le figure della prevenzione; 5. cultura della sicurezza. RISULTATI In questa sezione vengono riportati i risultati dell’indagi- ne, suddivisi rispetto alle diverse aree tematiche in cui è strutturato il questionario. Gli stessi sono stati ponderati per ottenere stime statisticamente corrette dei parametri della popolazione. Inoltre, rispetto all’analisi dei gruppi, sono presentati solo i risultati che hanno evidenziato dif- ferenze statisticamente significative. Caratteristiche sociodemografiche e aziendali In totale l’indagine ha coinvolto 631 RSPP di altrettante aziende. In particolare, 479 soggetti (75,9%) svolgono an- che la funzione di DL dell’azienda mentre i restanti 152 (24,1%) rivestono il solo ruolo di RSPP essendo stati de- signati dal DL all’interno (58,0%) o all’esterno dell’azienda (42,0%). Relativamente al genere, il 65,6% degli intervista- ti è costituito da uomini ed il 34,4% da donne. L’età media del campione di RSPP è risultata pari a 48,4 (DS±9,5) anni. La maggior parte dei rispondenti riferisce un titolo studio di licenza media superiore (62,8%), mentre il 32,7% ha un livello più alto di scolarità. L’anzianità di svolgimen- to del ruolo di RSPP è superiore a 5 anni nel 57,8% dei casi. La distribuzione del campione in base alla dimensione aziendale, alla macroarea geografica e ai raggruppamen- ti dei settori economici Ateco 2002 ha evidenziato che la maggioranza dei RSPP intervistati (31,4%) opera in azien- de di piccole dimensioni (10-49 addetti), prevalentemente nel Nord Italia (41%) e nei settori Ateco 2002 Commercio (23,1%) e Industria (16,3%). Criticità e bisogni Secondo la maggioranza dei RSPP intervistati, l’atteggia- mento dei lavoratori della propria azienda nei confronti della SSL risulta “molto” e “completamente” disciplinato nel 48,9% dei casi, “attivo e partecipe” nel 42,4%, “consa- pevole” nel 40,6%, “interessato” nel 39,3% e “resistente al cambiamento” nel 32,8%. Rispetto agli ostacoli per una efficace gestione della SSL aziendale, le condizioni più frequentemente individua- te, in termini di punteggio medio su una scala da 0 a 10 (0 = “non costituisce affatto un ostacolo” e 10 = “costitu- isce sicuramente un ostacolo”), sono risultate la scarsità di risorse economiche, di tempo e/o personale (6,9), l’ec- cessivo numero di adempimenti obbligatori (6,8) e l’ec- cessiva rigidità da parte degli Organi di Vigilanza (OdV) (6,3) (Figura 1). Figura 1 - Ostacoli per una efficace gestione della SSL. Punteggio medio. Per quanto riguarda le motivazioni che possono spingere un’azienda ad affrontare le questioni relative alla SSL, gli intervistati attribuiscono maggiore importanza, in termi- ni di punteggio medio su una scala da 0 a 10 (0 = “per niente importante” e 10 = “completamente importante”), agli adempimenti di obblighi di legge (6,8), seguiti dalle richieste dei lavoratori o di loro rappresentanti (6,7) e dal- le le motivazioni economiche legate alle prestazioni (6,2) (Figura 2). Figura 2 - Motivazioni che spingono le aziende ad affronta- re le questioni relative alla SSL. Punteggio medio. In particolare, dalle analisi dei gruppi emerge che l’a- dempimento di obblighi di legge riveste maggiore im- portanza per gli intervistati che ricoprono anche il ruolo di DL (7,1) rispetto a coloro che svolgono il solo ruolo di RSPP (5,9). Le richieste dei lavoratori o dei loro rappresentati sono ritenute meno importanti nel settore Agricoltura (5,6) ma più importanti, rispetto al dato generale, nel settore Indu- stria (7,2). Le richieste da parte dei clienti o la preoccupazione per l’immagine dell’azienda sono ritenute più importanti al Sud e Isole (6,5) rispetto al Centro (6,1) e al Nord (5,9). La gestione delle assenze e le politiche di mantenimen- to in servizio del personale sono ritenute più importanti dai RSPP delle grandi aziende (6,4) rispetto a quelle delle aziende di dimensioni minori (medie = 6,2; piccole = 6,1; micro = 5,5). È stato anche richiesto quali sono le azioni che possono contribuire a migliorare la gestione della SSL. Secondo gli intervistati, in termini di punteggio medio su una scala da 0 a 10 (0 = “per niente determinante” e 10 = “completa- mente determinante”), le azioni più efficaci sono risultate la semplificazione delle normative vigenti (7,7), il poten- ziamento della formazione e dell’informazione dei lavora- tori (7,1), l’accrescimento della qualificazione professio- nale delle figure responsabili della sicurezza in azienda (6,7) ed il miglioramento della comunicazione con gli OdV (6,7). Infine, alla domanda sulla fiducia nell’operato delle isti- tuzioni pubbliche deputate al sistema di prevenzione e controllo della SSL, il 40,6% del campione si ritiene “ab- bastanza” fiducioso e il 26,3% si dichiara “molto” e “com- pletamente” fiducioso. Formazione Il 72,6% degli intervistati riferisce di aver partecipato negli ultimi cinque anni ad almeno un corso di formazione o aggiornamento sulla SSL in qualità di RSPP. I corsi cui hanno partecipato sono stati organizzati per il 29,2% da enti bilaterali o organismi paritetici, per il 17,0% da ordini e collegi professionali, per il 12,9% da Regioni o ASL, per il 10,0% dalle associazioni sindacali e in percentuale mi- nore da INAIL o Università (rispettivamente nel 3,7% e nel 2,1% dei casi). Sempre in relazione all’ultimo corso fre- quentato, nel 52,4% dei casi si è svolto in aula con lezioni frontali, seguito dalla modalità in aula con esercitazioni tecnico-pratiche (29,0%) e da quella con lavori di gruppo e simulazioni di situazioni specifiche (12,5%), a fronte di una frequenza ridotta di e-learning (3,8%). Figura 3 - Utilità della formazione per esercitare la funzione di RSPP. Valori percentuali*. (*) Calcolati sul totale dei RSPP che dichiarano di aver partecipato ad almeno un corso negli ultimi cinque anni. Relativamente alla formazione specifica effettuata in qua- lità di RSPP, circa la metà del campione (47,5%) la ritiene “molto” o “completamente” utile ed il 46,4% la ritiene co- munque “abbastanza” utile (Figura 3). La percentuale di coloro che la ritengono “molto” o “com- pletamente” utile aumenta al crescere delle dimensio- ni aziendali, andando dal 32,6% delle microaziende, al 39,8% delle piccole, al 58,7% delle medie fino al 70,4% delle grandi aziende. Rispetto al settore economico, le percentuali maggiori di coloro che ritengono la formazio- ne “molto” o “completamente” utile si rilevano nei settori Industria (64,9%) e Costruzioni (59,6%); solo il 30,8% dei RSPP del settore Sanità, invece, ritiene “molto” o “com- pletamente” utile la formazione ricevuta di recente. In generale solo l’8,1% dei RSPP con esperienza recente di formazione ritiene che sia stata “poco” o “per niente uti- le”, ma tale percentuale è maggiore nel gruppo di RSPP non DL (12,2%). Per quanto riguarda la durata della formazione prevista dal D.Lgs. 81/2008 per lo svolgimento delle funzioni di RSPP, il 51,0% degli intervistati che hanno partecipato ad un corso negli ultimi anni la ritiene “abbastanza ade- guata” ed il 35,0% la ritiene complessivamente “molto” o “completamente” adeguata (Figura 4). Anche in questo caso la percentuale di coloro che va- lutano la durata della formazione “molto” o “completa- mente” adeguata aumenta all’aumentare delle dimen- sioni aziendali, passando dal 20,3% delle microazien- de al 28,3% delle piccole, al 48,6% delle medie fino al 50,0% delle grandi aziende. I settori economici in cui più frequentemente la durata è giudicata non adeguata (“poco” o “per niente”) sono Agricoltura (27,8%) e Altri servizi (22,5%). Figura 4 - Adeguatezza relativa alla durata della formazione per esercitare la funzione di RSPP. Valori percentuali*. (*) Calcolati sul totale dei RSPP che dichiarano di aver partecipato ad almeno un corso negli ultimi cinque anni. In riferimento all’efficacia delle diverse modalità con cui è effettuata la formazione dei lavoratori (art. 37 D.Lgs. 81/2008), i RSPP riportano un punteggio medio più alto per la formazione in aula, svolta da docenti sia esterni (7,4), sia interni all’azienda (7,2). Minore efficacia viene attribuita alla modalità di e-learning (4,0). Mancanza di risorse (tempo, soldi e personale) Eccessivo numero di adempimenti obbligatori Eccessiva rigidità da parte degli organi di vigilanza Mancanza di conoscenza e di preparazione Mancanza di consapevolezza Dialogo poco produttivo con le parti sociali Mancanza di supporto tecnico o guida Adempimenti di obblighi di legge Gestione delle assenze e politiche di mantenimento in servizio del personale Pressione da parte degli organi di vigilanza Richieste dei lavoratori o dei loro rappresentanti Motivi economici legati alle prestazioni Richieste da parte dei clienti o preoccupazione per l’immagine dell’azienda
  • 5. Indagine nazionale sulla salute e sicurezza sul lavoro Rapporto con le figure della prevenzione I rapporti con le figure della prevenzione nell’insieme vengono definiti “collaborativi”: nell’82,8% con il RLS, nell’81,8% con il MC, nel 78,5% con il DL e nel 78,2% con i lavoratori (Figura 5). Figura 5 - Rapporto con le figure della prevenzione. Valore percentuale. (*) Solo aziende in cui è prevista la sorveglianza sanitaria dei lavoratori. (**) Solo RSPP non datori di lavoro. In particolare dall’analisi dei gruppi emerge che il rappor- to con il MC è definito “collaborativo” in percentuale più alta nelle grandi aziende (96,8%) rispetto alle microazien- de (72,7%), dove viene dichiarato “formale” nel 20,9% dei casi. Nel settore delle Costruzioni il rapporto con il MC viene definito “formale” dal 23,8% dei RSPP, percentuale maggiore rispetto agli altri settori economici. Lo stesso rapporto viene ritenuto “inesistente” in percentuale più elevata al Nord (7,3%) rispetto a Centro (2,2%) e Sud e Isole (1,5%) e da coloro che svolgono il solo ruolo di RSPP (8,8%) rispetto ai RSPP che ricoprono anche il ruo- lo di DL (2,2%). Il rapporto con il RLS è definito nel 20,6% “formale” nel settore Costruzioni, percentuale più alta fra tutti i settori. I RSPP che non ricoprono anche il ruolo di DL defini- scono “collaborativo” il rapporto con il DL in percentua- le maggiore nelle grandi (95,8%) e nelle medie aziende (88,4%) rispetto alle microaziende (60,6%). Per quanto riguarda i settori economici, tale rapporto risulta total- mente “collaborativo” (100,0%) nel settore Servizi fi- nanziari, mentre una percentuale minore emerge nelle Costruzioni (55,6%), dove viene definito “formale” nel restante 44,4%. Lo stesso sottocampione ritiene “collaborativo” il rap- porto con i lavoratori in percentuale maggiore nelle me- die (93,0%) e grandi aziende (87,0%) rispetto alle micro (63,6%) e piccole aziende (66,7%). Nelle microaziende tale rapporto viene definito “formale” nel 33,3% e in quel- le piccole “inesistente” nel 23,1%. Relativamente all’area geografica emerge che il rapporto con i lavoratori risulta più “collaborativo” per gli intervistati del Centro (86,1%) e del Nord (80,0%) rispetto ai loro colleghi del Sud e Isole (65,8%), dove tale rapporto viene definito “formale” nel 28,9% dei casi. Per quanto riguarda i settori econo- mici, il rapporto con i lavoratori risulta totalmente “colla- borativo” (100,0%) nel settore Pubblica Amministrazio- ne, mentre una percentuale minore emerge nel settore Costruzioni (55,6%), dove il restante 44,4% lo definisce “formale”. Cultura della sicurezza I RSPP descrivono il concetto di tutela della SSL nel 33,2% dei casi come “una responsabilità condivisa con i lavoratori”, nel 23,1% come “un dovere morale nei con- fronti dei lavoratori”, nel 14,4% come “un valore aggiunto” e nel 13,3% come “un investimento per l’azienda”; circa il 15,0% lo ritiene “un obbligo di legge” o “un capitolo di spesa rilevante per l’azienda”. Infine, è stato richiesto se a seguito della introduzione del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. il livello di tutela della salute e si- curezza dei lavoratori si sia modificato. Figura 6 - Impatto del D.Lgs. 81/2008 sul livello di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. Valore percentuale. Nella Figura 6 osserviamo che il 51,7% dei RSPP ritiene che il livello di tutela dei lavoratori sia aumentato a segui- to dell’entrata in vigore della normativa attuale. Il dato è emerso in particolare nelle grandi (79,4%) e nelle medie aziende (58,6%) rispetto a quelle piccole (41,3%) e micro (45,3%). PROGETTO INSuLa Il Progetto INSuLa, finanziato nell’ambito del Programma per la Ricerca Sanitaria Finalizzata del Ministero della Salute, si propone di realizzare la prima survey nazionale sulla percezione del rischio per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e sul livello generale di consapevolezza rispetto all’applicazione del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i., con il coinvolgimento di tutte le figure della prevenzione. INSuLa, coordinato dal Dipartimento di Medicina del Lavoro dell’INAIL, Settore Ricerca, è costituito da un progetto capo- fila (survey principale) focalizzato su Lavoratori e Datori di Lavoro (con il coinvolgimento dei Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione aziendali) e da tre focus progettuali specifici dedicati alle altre figure della prevenzione (Medici Competenti, Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza e Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro). L’indagine campionaria realizzata è numericamente la più grande svolta in Italia su un campione rappresentativo ed inten- de contribuire alla creazione di un sistema di rilevazione permanente della percezione del rischio per la salute e sicurezza sul lavoro, che fornisca indicazioni sulla qualità della vita lavorativa e permetta, nel tempo, di adeguare tale monitoraggio ai cambiamenti del mondo del lavoro ed ai bisogni dei principali attori coinvolti nel sistema di prevenzione. Autori Diana Gagliardi1 , Michela Bonafede1 , Marisa Corfiati1 , Simone Russo1 , Cristina Di Tecco1 , Matteo Ronchetti1 , Sara Autieri1 , Sergio Iavicoli1 . Collaborazioni Vincenzo Paesano2 , Silvia Mochi3 . Collaborazione editoriale e progetto grafico Alessandra Luciani1 , Laura Medei1 , Marco Fornaroli1 . 1 INAIL, Settore Ricerca - Dipartimento di Medicina del Lavoro 2 INAIL, Direzione Centrale Programmazione Organizzazione e Controllo 3 INAIL, Consulenza Statistico Attuariale Progetto realizzato nell’ambito del Programma per la Ricerca Sanitaria 2008 - tutela della salute nei luoghi di lavoro “Sviluppo di modelli per un sistema permanente di rilevazione della percezione del rischio per la salute e sicurezza in ambiente di lavoro da parte dei lavoratori e delle figure della prevenzione” finanziato dal Ministero della Salute. INAIL Settore Ricerca - Dipartimento di Medicina del Lavoro Via Fontana Candida, 1 - 00040 Monte Porzio Catone (RM) Tel 06 941 81 405 - Fax 06 941 81 410 e-mail: r.dml@inail.it insula@inail.it Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione ISBN978-88-7484-389-3©2014INAIL•TipolitografiaINAIL-Milano,6/2014 Totale 1-9 addetti 10-49 addetti 50-249 addetti 250 e oltre addetti
  • 6. Indagine nazionale sulla salute e sicurezza sul lavoro Rapporto con le figure della prevenzione I rapporti con le figure della prevenzione nell’insieme vengono definiti “collaborativi”: nell’82,8% con il RLS, nell’81,8% con il MC, nel 78,5% con il DL e nel 78,2% con i lavoratori (Figura 5). Figura 5 - Rapporto con le figure della prevenzione. Valore percentuale. (*) Solo aziende in cui è prevista la sorveglianza sanitaria dei lavoratori. (**) Solo RSPP non datori di lavoro. In particolare dall’analisi dei gruppi emerge che il rappor- to con il MC è definito “collaborativo” in percentuale più alta nelle grandi aziende (96,8%) rispetto alle microazien- de (72,7%), dove viene dichiarato “formale” nel 20,9% dei casi. Nel settore delle Costruzioni il rapporto con il MC viene definito “formale” dal 23,8% dei RSPP, percentuale maggiore rispetto agli altri settori economici. Lo stesso rapporto viene ritenuto “inesistente” in percentuale più elevata al Nord (7,3%) rispetto a Centro (2,2%) e Sud e Isole (1,5%) e da coloro che svolgono il solo ruolo di RSPP (8,8%) rispetto ai RSPP che ricoprono anche il ruo- lo di DL (2,2%). Il rapporto con il RLS è definito nel 20,6% “formale” nel settore Costruzioni, percentuale più alta fra tutti i settori. I RSPP che non ricoprono anche il ruolo di DL defini- scono “collaborativo” il rapporto con il DL in percentua- le maggiore nelle grandi (95,8%) e nelle medie aziende (88,4%) rispetto alle microaziende (60,6%). Per quanto riguarda i settori economici, tale rapporto risulta total- mente “collaborativo” (100,0%) nel settore Servizi fi- nanziari, mentre una percentuale minore emerge nelle Costruzioni (55,6%), dove viene definito “formale” nel restante 44,4%. Lo stesso sottocampione ritiene “collaborativo” il rap- porto con i lavoratori in percentuale maggiore nelle me- die (93,0%) e grandi aziende (87,0%) rispetto alle micro (63,6%) e piccole aziende (66,7%). Nelle microaziende tale rapporto viene definito “formale” nel 33,3% e in quel- le piccole “inesistente” nel 23,1%. Relativamente all’area geografica emerge che il rapporto con i lavoratori risulta più “collaborativo” per gli intervistati del Centro (86,1%) e del Nord (80,0%) rispetto ai loro colleghi del Sud e Isole (65,8%), dove tale rapporto viene definito “formale” nel 28,9% dei casi. Per quanto riguarda i settori econo- mici, il rapporto con i lavoratori risulta totalmente “colla- borativo” (100,0%) nel settore Pubblica Amministrazio- ne, mentre una percentuale minore emerge nel settore Costruzioni (55,6%), dove il restante 44,4% lo definisce “formale”. Cultura della sicurezza I RSPP descrivono il concetto di tutela della SSL nel 33,2% dei casi come “una responsabilità condivisa con i lavoratori”, nel 23,1% come “un dovere morale nei con- fronti dei lavoratori”, nel 14,4% come “un valore aggiunto” e nel 13,3% come “un investimento per l’azienda”; circa il 15,0% lo ritiene “un obbligo di legge” o “un capitolo di spesa rilevante per l’azienda”. Infine, è stato richiesto se a seguito della introduzione del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. il livello di tutela della salute e si- curezza dei lavoratori si sia modificato. Figura 6 - Impatto del D.Lgs. 81/2008 sul livello di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. Valore percentuale. Nella Figura 6 osserviamo che il 51,7% dei RSPP ritiene che il livello di tutela dei lavoratori sia aumentato a segui- to dell’entrata in vigore della normativa attuale. Il dato è emerso in particolare nelle grandi (79,4%) e nelle medie aziende (58,6%) rispetto a quelle piccole (41,3%) e micro (45,3%). PROGETTO INSuLa Il Progetto INSuLa, finanziato nell’ambito del Programma per la Ricerca Sanitaria Finalizzata del Ministero della Salute, si propone di realizzare la prima survey nazionale sulla percezione del rischio per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e sul livello generale di consapevolezza rispetto all’applicazione del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i., con il coinvolgimento di tutte le figure della prevenzione. INSuLa, coordinato dal Dipartimento di Medicina del Lavoro dell’INAIL, Settore Ricerca, è costituito da un progetto capo- fila (survey principale) focalizzato su Lavoratori e Datori di Lavoro (con il coinvolgimento dei Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione aziendali) e da tre focus progettuali specifici dedicati alle altre figure della prevenzione (Medici Competenti, Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza e Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro). L’indagine campionaria realizzata è numericamente la più grande svolta in Italia su un campione rappresentativo ed inten- de contribuire alla creazione di un sistema di rilevazione permanente della percezione del rischio per la salute e sicurezza sul lavoro, che fornisca indicazioni sulla qualità della vita lavorativa e permetta, nel tempo, di adeguare tale monitoraggio ai cambiamenti del mondo del lavoro ed ai bisogni dei principali attori coinvolti nel sistema di prevenzione. Autori Diana Gagliardi1 , Michela Bonafede1 , Marisa Corfiati1 , Simone Russo1 , Cristina Di Tecco1 , Matteo Ronchetti1 , Sara Autieri1 , Sergio Iavicoli1 . Collaborazioni Vincenzo Paesano2 , Silvia Mochi3 . Collaborazione editoriale e progetto grafico Alessandra Luciani1 , Laura Medei1 , Marco Fornaroli1 . 1 INAIL, Settore Ricerca - Dipartimento di Medicina del Lavoro 2 INAIL, Direzione Centrale Programmazione Organizzazione e Controllo 3 INAIL, Consulenza Statistico Attuariale Progetto realizzato nell’ambito del Programma per la Ricerca Sanitaria 2008 - tutela della salute nei luoghi di lavoro “Sviluppo di modelli per un sistema permanente di rilevazione della percezione del rischio per la salute e sicurezza in ambiente di lavoro da parte dei lavoratori e delle figure della prevenzione” finanziato dal Ministero della Salute. INAIL Settore Ricerca - Dipartimento di Medicina del Lavoro Via Fontana Candida, 1 - 00040 Monte Porzio Catone (RM) Tel 06 941 81 405 - Fax 06 941 81 410 e-mail: r.dml@inail.it insula@inail.it Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione ISBN978-88-7484-389-3©2014INAIL•TipolitografiaINAIL-Milano,6/2014 Totale 1-9 addetti 10-49 addetti 50-249 addetti 250 e oltre addetti