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Liceo Volta _ Maggio 2012


                                                              Speciale Mafia
                                                                                                                 P
                                                                                                                          erché	
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   Perché	
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                                                                                                                          invece	
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                                                                                                                  forse	
   la	
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                                                                                                                  punto	
  alla	
  fine	
  di	
  una	
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                                                                                                                    “Parlate	
  della	
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  Parlatene	
  alla	
  radio,	
  
                                                                                                                   in	
  televisione,	
  sui	
  giornali.	
  Però	
  parlatene.”
                                                                                                                                                        -­‐	
  Paolo	
  Borsellino

                                                                                                                  Eppure	
   è	
   sempre	
  quel	
   punto	
  finale	
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  tranciarci	
  
                                                                                                                  il	
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                                                                                                                  ammirazione.	
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                                                                                                                  laccata	
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  ci	
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                                                                                                                  un	
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  un	
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  Non	
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   Ecco	
  perché	
  
                                                                                                                  vi	
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   contenuti,	
  
                                                                                                                  di	
   approfondire	
   ciò	
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                                                                                                                  commemorare.
      Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in una celebre fotografia


    “Chi	
  tace	
  e	
  chi	
  piega	
  la	
  testa	
  muore	
  ogni	
  volta	
  che	
  lo	
  fa,	
  chi	
  parla	
  e	
  chi	
  cammina	
  a	
  testa	
  alta	
  muore	
  una	
  
                                                                              volta	
  sola.”
                                                                                                                                                       -­‐	
  Giovanni	
  Falcone

Commemorare	
   non	
   vuol	
   dire	
   ricordare	
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   nomi,	
  vuol	
   dire	
   riflettere	
   sulle	
   vite.	
  Ho	
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   la	
   busta,	
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   superfice:	
  
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  Palermo,	
   23	
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  1992;	
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  Paolo	
  Borsellino
Alessandro Luciano IIIG
Della mafia ci vogliono scrivere anche da fuori Milano. Ecco per voi una lettera del nostro inviato
   americano Simone Paci che riflette sui temi di questo speciale. In basso potete anche trovare uno
  scritto mandatoci dalla redazione del Camaleo, il giornalino scolastico del Liceo Giambattista Vico di
                                 Napoli. Speriamo possiate apprezzarli!                             ne
                                                                                                                                                   La	 Redazio
Agli studenti del Volta,
  Il prossimo 23 Maggio sara' una data importante, una data per ricordare, per riflettere.
  Da studente Italiano all'estero ho guardato molto all'Italia. Ho visto un'Italia confusa, senza nessuno che
  sapesse da che parte girare il timone. Ho visto un'Italia arrabbiata, piena di rancore verso un nemico a cui
  nessuno riesce a dar faccia. Ho visto un'Italia sconfitta, l'Italia dei tanti che hanno deciso di smettere di
  lottare.
            Il 23 Maggio dobbiamo guardare indietro a quelle bombe del 1992. Dobbiamo guardare all'Italia di
  adesso: alla sua corruzione, alla sua disorganizzazione, alla sua incapacità di riprendersi. La mafia e' lo
  stendardo di tutto questo; la mafia si e' infiltrata ovunque, avvelenando la politica, l'economia, la vita
  dell'Italia. La mafia e' il simbolo della sconfitta culturale Italiana, e il 23 Maggio dobbiamo essere schifati da
  questo. Dobbiamo essere schifati dalla cultura del "piove governo ladro", schifati dal qualunquismo, schifati
  dall'astensionismo, schifati dallo scaricabarile e dalla perdita della fiducia nelle istituzioni. La mafia esiste
  perchè noi lo permettiamo, così come la mala-politica esiste perchè noi lo permettiamo. Se la politica si e'
  corrotta e allontanata dai cittadini allora sta ai cittadini riavvicinarsi alla politica e ripulirla.
            Il 23 Maggio dobbiamo guardare anche indietro a quei due uomini, che sono segno del coraggio e
  della capacita' di rinascita del popolo Italiano. Falcone e Borsellino sono solo la punta dell'iceberg
  dell'eccellenza storica di questo paese, dove sempre sono nati esempi di qualità assolute, e dove sempre
  nasceranno. Pensiamo all'eccellenza Italiana all'estero, dove i nostri laureati sono richiestissimi. Prendiamo
  fierezza nel tricolore, non un vuoto nazionalismo, ma un sano patriottismo.
            Io, come studente, parlo ad altri studenti. Sta a noi. E' qualcosa che l'America ha da insegnarci: sta
  tutto a noi. Noi generazione degli anni novanta, che siamo cresciuti nell'era del Berlusconismo e della
  corruzione post-mani pulite, siamo il futuro del paese. E noi il 23 Maggio dobbiamo guardare in faccia tutti i
  problemi Italiani, la mafia, la corruzione, l'evasione fiscale, la disoccupazione e il malessere sociale, e dire
  NO. Noi nuova generazione dobbiamo avere la forza morale di cambiare. Noi dobbiamo impegnarci a
  studiare, a imparare, a prendere tutte le opportunità che abbiamo e, una volta pronti, a cambiare il nostro
  paese. Questo e' il consiglio: studiare. Studiare in Italia ma anche all'estero, non per scappare, ma per
  imparare e poi tornare.

  Contro la mafia, contro l'Italia delle zero opportunità, noi siamo l'unica cura.
  A presto e buona fortuna,
                                                                                                                                                  Simone Paci
                                            Fa male solo all’inizio
Scendere	
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  i 	
  gradoni	
   dalle 	
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  quel	
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  di	
  
non	
  sperimentare 	
  mai,	
  quel	
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  di	
  piombo	
  nel 	
  pe+o	
  per	
  ziEre	
  la 	
  voce.	
  Codardo,	
   imprecando	
  quasi 	
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me 	
  ne	
  vado,	
  poi 	
  vedo	
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  domani.	
  
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  da	
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   ma 	
  non	
  sarebbe 	
  una	
  storia 	
  sulla	
  
camorra.	
   Essa 	
  non	
   e'	
   la	
   qualità 	
  cos6tu6va 	
   della 	
  nostra	
  ci+à,	
   e 	
  chi 	
  vede	
  nelle 	
  targhe	
   nelle	
  piazze	
  i 	
  con6nui	
  
monumen6	
   alle 	
   nere	
   vi+orie 	
   del	
   crimine	
   organizzato,	
   interpreta 	
   molto	
   male.	
   E'	
   propria	
   del 	
   Napoletano	
  
l'incredibile 	
  capacità	
  di	
  ingoiare 	
  l'amaro	
  boccone.	
  Il 	
  fatalis6co	
  "accussì	
  adda	
  j'"	
   (“deve	
  andare 	
  così”),	
  si 	
  e'	
  ves6to	
  
di	
   valore 	
  e 	
  coraggio	
  civile 	
  trasformandosi 	
  nella	
   coraggiosa 	
  acce+azione 	
  dei	
   soli6	
  dolori.	
   La	
  lo+a	
  alla	
   camorra	
  
inizia	
  proprio	
  nel	
  capire	
  che	
  dietro	
  la	
  momentanea 	
  tragedia 	
  e 	
  il 	
  rammarico	
  e 	
  la 	
  vergogna 	
  si	
  cela 	
  la 	
  meraviglia	
  del	
  
coraggio	
  di 	
  chi 	
  lo+a.	
  E 	
  lo+a 	
  il	
  grande	
  come	
  il	
  piccolo,	
  entrambi 	
  sapendo	
  che	
  quel	
  dolore	
  che	
  provano	
  a 	
  lo+are,	
  a	
  
parlarne,	
  come	
  quando	
  scendi	
  in	
  fre+a	
  le	
  scale,	
  fa	
  male	
  solo	
  all'inizio.
*Giancarlo Siani (Napoli, 19 settembre 1959 – Napoli, 23 settembre 1985) è stato un                                                         Francesco
giornalista italiano, assassinato dalla camorra. Per approfondire, www.giancarlosiani.it                                                    Di Lucrezia
Quando la mafia fa bene alla città...
A Milano la 'ndrangheta è riuscita a imporre, citando le parole del PM Ilda Bocassini, “il totale assogget-
tamento del tessuto sociale, degli imprenditori e dei commercianti”. Ma la società civile milanese non
sempre accetta di subire passivamente l'infiltrazione delle mafie, tanto è vero che sono state iniziate va-
rie attività che mirano all'educazione civica e culturale delle persone al fine di contrastare il fenomeno
mafioso. Se infatti la criminalità organizzata è frutto di un contesto sociale malsano, diffondere la cultura
della legalità tra i cittadini ha grande rilevanza nel combattere il fenomeno. Un importante contributo
alla diffusione della legalità proviene paradossalmente dalla criminalità stessa. Con la legge 109/96, leg-
ge di iniziativa popolare approvata dal parlamento il 7 marzo 1994, è stato introdotta in Italia la possibili-
tà di riutilizzare i beni appartenenti a soggetti legati alla mafia per “scopi sociali”. La condanna per ma-
fia, sancita dalla legge 416 bis che istituisce il reato di “associazione a delinquere di stampo mafioso”,
autorizza la confisca di tutti i beni dell'imputato; in seguito ad un bando si assegnano tali beni immobili a
un'organizzazione o un ente che li usi per “scopi sociali”. Il riutilizzo a scopi sociali dei beni appartenenti
ai mafiosi ha, oltre alla grande utilità per il destinatario, una forte carica simbolica, dal momento che il
mafioso si vede privato del frutto della propria attività, e dunque del proprio potere, che viene usato per
scopi contrari ai suoi.
Nella provincia di Milano sono 420 (di cui 173 nel Comune di Milano) i beni immobili confiscati alla crimi-
nalità organizzata anche se la metà di questi purtroppo non sono stati assegnati a nessun ente a causa
soprattutto della mancanza di risorse finanziare atte alla modificazione d'uso dell'immobile. Nello schema
sottostante riportiamo quattro storie emblematiche di beni confiscati alla mafia che aiutino a capire co-
me la confisca dei beni possa essere una grande risorsa per il territorio.

                                                                          Via Jean Juarès 7/9; associazione Arché
                                                                         Il locale apparteneva a Antonio Pristeri, origina-
                                                                         rio di Reggio Calabria, che fa la sua fortuna nel-
                                                                         l'ambiente della 'ndrangheta milanese, prima con
                                                                         le bische poi con il traffico di cocaina per conto
                                                                         del clan Coco. Prima della condanna, avvenuta
                                                                         nel 2004, possedeva tre appartamenti, due azien-
                                                                         de di telefonia e questo locale a luci rosse, che
                                                                         l'imprenditore stava per aprire. Oggi il locale è
                                                                         usato come centro di Arché, associazione di vo-
                                                                         lontariato che opera, in cooperazione con i servi-
                                                                         zi sociali, nel campo del disagio sociale e del do-
                                                                         lore causato dalla sieropositività.

                                                                          Viale Jenner 29/31; Comune di Milano
                                                                        Questo era la sontuosa abitazione milanese di
                                                                        Giuseppe Ferraro, appartenente al clan di Rosano
                                                                        dei Pesce. Arrestato nel 1993 per traffico di dro-
      Via Oxilia 13; Opera San Francesco per i Poveri                   ga e scontati 8 anni di carcere, viene arrestato
L'immobile apparteneva a Alfredo Sparacino, imbianchino che orga-
                                                                        nuovamente nel 2006 per ordine della Dda di
nizzava un traffico di auto rubate in Svizzera. I proventi venivano
                                                                        Reggio Calabria che indagava sulle attività della
reinvestiti in beni immobili a Milano: tutti sequestrati. Attualmente
                                                                        cosca Pesce tra Milano e Reggio Calabria. L'ap-
l'appartamento è assegnato all'Opera San Francesco che lo affida a
                                                                        partamento è stato assegnato al Comune di Mila-
famiglie povere come sistemazione provvisoria, all'interno di un più
                                                                        no, Assessorato alle Politiche sociale, che in quel
ampio progetto di reinserimento di queste famiglie nella società.
                                                                        locale promuove attività di solidarietà verso degli
                  Via Farini 73; ACLI Milano                            anziani.
L'appartamento era di proprietà di Paola Mazzoni e Francesco Mariotti che vengo-            STEFA
                                                                                                 NO SCH
no arrestati per droga nel 1993: avevano infatti dato vita a un'organizzazione crimi-
                                                                                                3G     MIDT
nale in grado di portare nel mercato mezzo chilo di eroina al giorno. Arrestati, il
loro appartamento viene adibito a sede ACLI, associazione che promuove
                                                                                                      Per ulteriori informazioni visitare:
“solidarietà e responsabilità per costruire una nuova qualità del lavoro e del vivere   www.corriere.it/cronache/speciali/2011/mafiopoli/
civile”.
Pomeriggio, ore 15,00 – 16,45,                      presso il Liceo Volta, via Benedetto Marcello 7, si terranno cinque gruppi di
approfondimento:

1) “I Giganti”e la storia di “Terra in bocca, poesia di un delitto”, storia di un disco che costituì una svolta radicale del loro
repertorio da ogni punto di vista; il disco, infatti, è uno dei primi concept album italiani e tratta di un delitto intorno alla lotta per
l’acqua in un paese siciliano; la denuncia del controllo dell’acqua e dei pozzi da parte della mafia in Sicilia fu una scelta
coraggiosa ma fatale; il disco subì una subdola, spietata, totale censura e il gruppo si sciolse. L’acqua è un bene comune da
proteggere, ieri come oggi; l’incontro vuole approfondire questi aspetti. Conduttori: Giovanna Procacci e Emilio Molinari del
Comitato Italiano del Contratto Mondiale dell’Acqua, i componenti del gruppo “I Giganti” (Enrico Maria Papes, Mino Di
Martino e gli autori del libro “Terra in bocca”, Brunetto Salvarani e Odoardo Semellini).
2) La storia del “maxiprocesso”, le stragi del 92-93 e il contributo storico di Falcone, Borsellino, di Carlo Alberto dalla
Chiesa e di Pio La Torre. Coordina Duilio Catalano (Coordinamento Scuole per l’educazione alla cittadinanza). Intervengono:
Armando Spataro* (magistrato), Mauro Bazzini (vigile urbano collega delle vittime della strage di via Palestro), Guido
Fogacci (Scuola di formazione politica Antonino Caponetto).
3) L’esperienza dei giovani nei presidi di Libera nella lotta contro la mafia. Partecipa Davide Mattiello (Ufficio di Presidenza di
Libera). Coordina Pietro De Luca (Coordinamento Scuole per l’educazione alla cittadinanza). Interverranno ragazzi/e del
 Presidio di Libera Milano “Lea Garofalo”.
 4) Le mafie al nord e il ruolo dell’informazione. (Lorenzo Frigerio, referente regionale Libera-Lombardia e Libera-
 Informazione), Martina Mazzeo e Giacomo Molinari (redattori “Stampo antimafioso”), gruppo di lavoro sull’informazione del
 Liceo Volta. Interverranno ragazzi/e del Presidio di Libera Milano “Lea Garofalo”.
 5) Laboratorio artistico a cura del Liceo Artistico Caravaggio: gli studenti del Caravaggio guideranno i partecipanti in un
 laboratorio di disegno e pittura come strumenti di comunicazione nella lotta conto la mafia.

Ore 17,00:       Appuntamento all’albero Falcone, via Benedetto Marcello, per la commemorazione della strage di Capaci.
Parteciperanno testimoni, rappresentanti della magistratura e della società civile, esponenti delle scuole. Saranno presenti: il
sindaco della città, Giuliano Pisapia e il presidente dell’Anpi prof. Carlo Smuraglia.

Ore 18,30:       “Il coraggio de ‘I Siciliani’“, spettacolo sulla vita di Giuseppe Fava e i giovani giornalisti che collaborarono
con lui, a cura del laboratorio teatrale del Liceo Virgilio, presso Aula Magna del Liceo Volta, via Benedetto Marcello 7.



  Sera, ore 21,30: Arci, "Coordinamento delle scuole milanesi per la legalità e la cittadinanza attiva", Libera, SAO
  Omicron, "Scuola di formazione politica Antonino Caponnetto presentano:

  "TERRA IN BOCCA, poesia di un delitto" un concerto contro le mafie. Omaggio ai Giganti 40 dopo, in ricordo delle
  stragi e della domanda di giustizia. Protagonisti, oggi come allora, Enrico Maria Papes e Mino Di Martino dei Giganti, ed
  Ellade Bandini, storico batterista italiano che di quella avventura conserva un ricordo vivo ed appassionato.
  Ad accompagnarli lo "Spaziomusica ensemble", una band costituitasi nello storico locale di Pavia formata da Cristiano
  Callegari, Matteo Callegari, Mariano Nocito, Marco Prestini, Stefano Resca, Marco Scipione, Paolo Terlingo, ed il
  quartetto vocale "Sacher Quartet" con Laura Marchesi, Alberto Favale, Giuliano Ferrari, Alfredo Turicci.

  Spazio Mil - Via Granelli - Sesto San Giovanni Biglietti: intero €. 10,00 -- ridotto under 26 anni: €. 5,00

  Prevendite:
  biglietti ridotti under 26 (€. 5,00 + d.p.): acquistabili presso la sede Arci - via Adige 11 - Milano (zona Porta Romana, dal
  lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18.00)
  biglietti interi: (€. 10,00 + d.p.) acquistabili sui circuiti Ticket One, Viva Ticket, Mail Ticket e presso la sede Arci di via Adige
  11 con le modalità sopra indicate.



  Si ringraziano: la prof. Stretti, la prof. Reggiani e l’ass
                                                              ociazione “Libera” per
     l’organizzazione dell’iniziativa, ovviamente l’Albera,
                                                                la Signora delle
    Fotocopie e sopratutto il Ciclostile per aver reso poss
                                                            ibile questo speciale!

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Speciale mafia giornalotto maggio 2012

  • 1. Liceo Volta _ Maggio 2012 Speciale Mafia P erché   commemoriamo   solo   le   morti   dei   grandi   uomini?   Perché   non   ricordiamo   invece   il  giorno  della   loro   nascita?   Non   è   forse   la   vita   ciò   che   conta?   La   morte   è   solo   il   punto  alla  fine  di  una  frase. “Parlate  della  mafia.  Parlatene  alla  radio,   in  televisione,  sui  giornali.  Però  parlatene.” -­‐  Paolo  Borsellino Eppure   è   sempre  quel   punto  finale  a  tranciarci   il   fiato   e   scaricare   sul   nostro   corpo   brividi   di   ammirazione.   Quel   punto   conclusivo   sigilla   le   opere   di   una   vita   intera   e   le   spedisce   in   busta   laccata   agli   archivi   della   Storia.   Ma   su   quella   busta  ci  sono  solo  poche  indicazioni:  una  data,   un   indirizzo,  un  nome.  Non   basta.   Ecco  perché   vi   chiedo   di   aprirla   e,   leggendone   i   contenuti,   di   approfondire   ciò   che   veramente   dobbiamo   commemorare. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in una celebre fotografia “Chi  tace  e  chi  piega  la  testa  muore  ogni  volta  che  lo  fa,  chi  parla  e  chi  cammina  a  testa  alta  muore  una   volta  sola.” -­‐  Giovanni  Falcone Commemorare   non   vuol   dire   ricordare   i   nomi,  vuol   dire   riflettere   sulle   vite.  Ho   letto  sopra   la   busta,   in   superfice:   «Capaci,  Palermo,   23   Maggio  1992;   Giovanni   Falcone,  sua  moglie   Francesca  Morvillo  e  i   tre   agenti   della  scorta,  Vito   Schifani,  Rocco  Dicillo,  Antonio  Montinaro   muoiono  in  un  attentato  di  stampo  mafioso.    Via  d’Amelio,  Palermo,  19   Luglio   1992;  Paolo   Borsellino   e   i   suoi  cinque  agenti   di   scorta,   Emanuela   Loi,  Agostino   Catalano,   Vincenzo  Li  Muli,   Walter  Eddie  Cosina  e   Claudio  Traina,  muoiono  in  un  attentato  di  stampo  mafioso.».  Ma  non  ero  sazio,  tutto  ciò  non   sarebbe  bastato:  dovevo  approfondire. "A  questa  città  vorrei  dire:  gli  uomini  passano,  le  idee  restano,  restano  le  loro  tensioni  morali,   continueranno  a  camminare  sulle  gambe  di  altri  uomini."     -­‐  Giovanni  Falcone Le  “buste”  di  Falcone  e  Borsellino  sono  colme  di  una  ricchezza  e  di  un  coraggio  straordinario,  ma  noi  ci   fermiamo  in   superficie.  Le   loro  vite  sono  state  -­‐  citando  Gandhi  -­‐  il  cambiamento  che  essi  avrebbero  voluto  vedere  nel  mondo,  ma   noi  ci  fermiamo  in   superficie.   In   quelle   buste  vi  è  il  coraggio,  la  lealtà,  la  saggezza,   la  forza,  e  l’inestinguibile  passione   per  la  giustizia  di  chi  non  si  è  fermato  di  fronte   ad  alcuna  minaccia,  ma   noi  ci  fermiamo  in   superficie.  Perché   questo   speciale?   Perché   vogliamo   essere   il   tagliacarte.   Frugate   nell’archivio   della   Storia   e   sciogliete   la   ceralacca   dell’ignoranza   con   il   calore   del   vostro   interesse.   Apriamo   quelle   buste.   Il   prossimo   23   Maggio   sarà   il   ventesimo   anniversario   della   strage   di   Capaci.   Per   le   ventesima   volta   l'Italia   si   fermerà   a   ripercorrere   la   lotta   di   Falcone   e   Borsellino   contro   la   più   grande   piaga   sociale   del   nostro   paese,   la   mafia.   Il   Volta   assieme   all'associazione   Libera   organizzano  per  il  pomeriggio  del  23  una  commemorazione   presso  l'albero  di  Falcone  e  Borsellino  di  fronte  al   nostro   Liceo.  Noi  abbiamo  deciso  di  approfondire.  Tu? "Se  la  gioventù  le  negherà  il  consenso,  anche  l'onnipotente  e  misteriosa  mafia  svanirà  come  un  incubo"   -­‐  Paolo  Borsellino Alessandro Luciano IIIG
  • 2. Della mafia ci vogliono scrivere anche da fuori Milano. Ecco per voi una lettera del nostro inviato americano Simone Paci che riflette sui temi di questo speciale. In basso potete anche trovare uno scritto mandatoci dalla redazione del Camaleo, il giornalino scolastico del Liceo Giambattista Vico di Napoli. Speriamo possiate apprezzarli! ne La Redazio Agli studenti del Volta, Il prossimo 23 Maggio sara' una data importante, una data per ricordare, per riflettere. Da studente Italiano all'estero ho guardato molto all'Italia. Ho visto un'Italia confusa, senza nessuno che sapesse da che parte girare il timone. Ho visto un'Italia arrabbiata, piena di rancore verso un nemico a cui nessuno riesce a dar faccia. Ho visto un'Italia sconfitta, l'Italia dei tanti che hanno deciso di smettere di lottare. Il 23 Maggio dobbiamo guardare indietro a quelle bombe del 1992. Dobbiamo guardare all'Italia di adesso: alla sua corruzione, alla sua disorganizzazione, alla sua incapacità di riprendersi. La mafia e' lo stendardo di tutto questo; la mafia si e' infiltrata ovunque, avvelenando la politica, l'economia, la vita dell'Italia. La mafia e' il simbolo della sconfitta culturale Italiana, e il 23 Maggio dobbiamo essere schifati da questo. Dobbiamo essere schifati dalla cultura del "piove governo ladro", schifati dal qualunquismo, schifati dall'astensionismo, schifati dallo scaricabarile e dalla perdita della fiducia nelle istituzioni. La mafia esiste perchè noi lo permettiamo, così come la mala-politica esiste perchè noi lo permettiamo. Se la politica si e' corrotta e allontanata dai cittadini allora sta ai cittadini riavvicinarsi alla politica e ripulirla. Il 23 Maggio dobbiamo guardare anche indietro a quei due uomini, che sono segno del coraggio e della capacita' di rinascita del popolo Italiano. Falcone e Borsellino sono solo la punta dell'iceberg dell'eccellenza storica di questo paese, dove sempre sono nati esempi di qualità assolute, e dove sempre nasceranno. Pensiamo all'eccellenza Italiana all'estero, dove i nostri laureati sono richiestissimi. Prendiamo fierezza nel tricolore, non un vuoto nazionalismo, ma un sano patriottismo. Io, come studente, parlo ad altri studenti. Sta a noi. E' qualcosa che l'America ha da insegnarci: sta tutto a noi. Noi generazione degli anni novanta, che siamo cresciuti nell'era del Berlusconismo e della corruzione post-mani pulite, siamo il futuro del paese. E noi il 23 Maggio dobbiamo guardare in faccia tutti i problemi Italiani, la mafia, la corruzione, l'evasione fiscale, la disoccupazione e il malessere sociale, e dire NO. Noi nuova generazione dobbiamo avere la forza morale di cambiare. Noi dobbiamo impegnarci a studiare, a imparare, a prendere tutte le opportunità che abbiamo e, una volta pronti, a cambiare il nostro paese. Questo e' il consiglio: studiare. Studiare in Italia ma anche all'estero, non per scappare, ma per imparare e poi tornare. Contro la mafia, contro l'Italia delle zero opportunità, noi siamo l'unica cura. A presto e buona fortuna, Simone Paci Fa male solo all’inizio Scendere  a  tu+a  velocità  i  gradoni   dalle  rampe  per   compensare  quei  dieci  minu6  in  più  a  le+o  e  arrivare  in   orario  a  scuola  fa  un  po'  male  alle  ginocchia.  Non  credo  però  sia  un  caso  che  Giancarlo  Siani*,  da  ex  alunno  del   G.B  Vico  -­‐   il  mio   is6tuto  -­‐  voglia  ogni  maEna  a+entare  alle  mie  gambe  salutandomi  dalla  sua  targa  vicino  alla   scalinata  per   poi  ritrovarmi,   con  sorriso  pieno  d'affe+o,   in  quell'aula  magna  dove  avrà  appreso   quell'idea  di   bene  che  dis6ngue  i  mar6ri  del  mondo  moderno,   da  quelli  come  me,  quelli  "un  po'  più  vili".   A  volte  non  posso   fare  a  meno  di  rivedere  nel  ritmico  piombare  del  dolore  rapido  nelle  mie  gambe,  quel  dolore  che  mi  auguro  di   non  sperimentare  mai,  quel  dolore  di  piombo  nel  pe+o  per  ziEre  la  voce.  Codardo,   imprecando  quasi  alle  scale   me  ne  vado,  poi  vedo  la  targa,  a  scuola,  e  ricordo  la  sua  lezione,  ma  già  so  che  mi  toccherà  ripassarla  domani.   Non  sapete  in  quan6  mi  hanno  de+o:"Ma  che  vai  a  scrivere  a  Milano!  Cerca  anche  di  mostrare  oltre  alla  retorica   la  vera  bellezza  della  ci+à,  al  resto  ci  pensano  i  telegiornali!".  Non  c'è  niente  di  più  vero  della  camorra  a  Napoli,   quasi  ogni  angolo  della  ci+à  se   potesse  avrebbe  la  sua   storia  da  raccontare,   ma  non  sarebbe  una  storia  sulla   camorra.   Essa  non   e'   la   qualità  cos6tu6va   della  nostra  ci+à,   e  chi  vede  nelle  targhe   nelle  piazze  i  con6nui   monumen6   alle   nere   vi+orie   del   crimine   organizzato,   interpreta   molto   male.   E'   propria   del   Napoletano   l'incredibile  capacità  di  ingoiare  l'amaro  boccone.  Il  fatalis6co  "accussì  adda  j'"   (“deve  andare  così”),  si  e'  ves6to   di   valore  e  coraggio  civile  trasformandosi  nella   coraggiosa  acce+azione  dei   soli6  dolori.   La  lo+a  alla   camorra   inizia  proprio  nel  capire  che  dietro  la  momentanea  tragedia  e  il  rammarico  e  la  vergogna  si  cela  la  meraviglia  del   coraggio  di  chi  lo+a.  E  lo+a  il  grande  come  il  piccolo,  entrambi  sapendo  che  quel  dolore  che  provano  a  lo+are,  a   parlarne,  come  quando  scendi  in  fre+a  le  scale,  fa  male  solo  all'inizio. *Giancarlo Siani (Napoli, 19 settembre 1959 – Napoli, 23 settembre 1985) è stato un Francesco giornalista italiano, assassinato dalla camorra. Per approfondire, www.giancarlosiani.it Di Lucrezia
  • 3. Quando la mafia fa bene alla città... A Milano la 'ndrangheta è riuscita a imporre, citando le parole del PM Ilda Bocassini, “il totale assogget- tamento del tessuto sociale, degli imprenditori e dei commercianti”. Ma la società civile milanese non sempre accetta di subire passivamente l'infiltrazione delle mafie, tanto è vero che sono state iniziate va- rie attività che mirano all'educazione civica e culturale delle persone al fine di contrastare il fenomeno mafioso. Se infatti la criminalità organizzata è frutto di un contesto sociale malsano, diffondere la cultura della legalità tra i cittadini ha grande rilevanza nel combattere il fenomeno. Un importante contributo alla diffusione della legalità proviene paradossalmente dalla criminalità stessa. Con la legge 109/96, leg- ge di iniziativa popolare approvata dal parlamento il 7 marzo 1994, è stato introdotta in Italia la possibili- tà di riutilizzare i beni appartenenti a soggetti legati alla mafia per “scopi sociali”. La condanna per ma- fia, sancita dalla legge 416 bis che istituisce il reato di “associazione a delinquere di stampo mafioso”, autorizza la confisca di tutti i beni dell'imputato; in seguito ad un bando si assegnano tali beni immobili a un'organizzazione o un ente che li usi per “scopi sociali”. Il riutilizzo a scopi sociali dei beni appartenenti ai mafiosi ha, oltre alla grande utilità per il destinatario, una forte carica simbolica, dal momento che il mafioso si vede privato del frutto della propria attività, e dunque del proprio potere, che viene usato per scopi contrari ai suoi. Nella provincia di Milano sono 420 (di cui 173 nel Comune di Milano) i beni immobili confiscati alla crimi- nalità organizzata anche se la metà di questi purtroppo non sono stati assegnati a nessun ente a causa soprattutto della mancanza di risorse finanziare atte alla modificazione d'uso dell'immobile. Nello schema sottostante riportiamo quattro storie emblematiche di beni confiscati alla mafia che aiutino a capire co- me la confisca dei beni possa essere una grande risorsa per il territorio. Via Jean Juarès 7/9; associazione Arché Il locale apparteneva a Antonio Pristeri, origina- rio di Reggio Calabria, che fa la sua fortuna nel- l'ambiente della 'ndrangheta milanese, prima con le bische poi con il traffico di cocaina per conto del clan Coco. Prima della condanna, avvenuta nel 2004, possedeva tre appartamenti, due azien- de di telefonia e questo locale a luci rosse, che l'imprenditore stava per aprire. Oggi il locale è usato come centro di Arché, associazione di vo- lontariato che opera, in cooperazione con i servi- zi sociali, nel campo del disagio sociale e del do- lore causato dalla sieropositività. Viale Jenner 29/31; Comune di Milano Questo era la sontuosa abitazione milanese di Giuseppe Ferraro, appartenente al clan di Rosano dei Pesce. Arrestato nel 1993 per traffico di dro- Via Oxilia 13; Opera San Francesco per i Poveri ga e scontati 8 anni di carcere, viene arrestato L'immobile apparteneva a Alfredo Sparacino, imbianchino che orga- nuovamente nel 2006 per ordine della Dda di nizzava un traffico di auto rubate in Svizzera. I proventi venivano Reggio Calabria che indagava sulle attività della reinvestiti in beni immobili a Milano: tutti sequestrati. Attualmente cosca Pesce tra Milano e Reggio Calabria. L'ap- l'appartamento è assegnato all'Opera San Francesco che lo affida a partamento è stato assegnato al Comune di Mila- famiglie povere come sistemazione provvisoria, all'interno di un più no, Assessorato alle Politiche sociale, che in quel ampio progetto di reinserimento di queste famiglie nella società. locale promuove attività di solidarietà verso degli Via Farini 73; ACLI Milano anziani. L'appartamento era di proprietà di Paola Mazzoni e Francesco Mariotti che vengo- STEFA NO SCH no arrestati per droga nel 1993: avevano infatti dato vita a un'organizzazione crimi- 3G MIDT nale in grado di portare nel mercato mezzo chilo di eroina al giorno. Arrestati, il loro appartamento viene adibito a sede ACLI, associazione che promuove Per ulteriori informazioni visitare: “solidarietà e responsabilità per costruire una nuova qualità del lavoro e del vivere www.corriere.it/cronache/speciali/2011/mafiopoli/ civile”.
  • 4. Pomeriggio, ore 15,00 – 16,45, presso il Liceo Volta, via Benedetto Marcello 7, si terranno cinque gruppi di approfondimento: 1) “I Giganti”e la storia di “Terra in bocca, poesia di un delitto”, storia di un disco che costituì una svolta radicale del loro repertorio da ogni punto di vista; il disco, infatti, è uno dei primi concept album italiani e tratta di un delitto intorno alla lotta per l’acqua in un paese siciliano; la denuncia del controllo dell’acqua e dei pozzi da parte della mafia in Sicilia fu una scelta coraggiosa ma fatale; il disco subì una subdola, spietata, totale censura e il gruppo si sciolse. L’acqua è un bene comune da proteggere, ieri come oggi; l’incontro vuole approfondire questi aspetti. Conduttori: Giovanna Procacci e Emilio Molinari del Comitato Italiano del Contratto Mondiale dell’Acqua, i componenti del gruppo “I Giganti” (Enrico Maria Papes, Mino Di Martino e gli autori del libro “Terra in bocca”, Brunetto Salvarani e Odoardo Semellini). 2) La storia del “maxiprocesso”, le stragi del 92-93 e il contributo storico di Falcone, Borsellino, di Carlo Alberto dalla Chiesa e di Pio La Torre. Coordina Duilio Catalano (Coordinamento Scuole per l’educazione alla cittadinanza). Intervengono: Armando Spataro* (magistrato), Mauro Bazzini (vigile urbano collega delle vittime della strage di via Palestro), Guido Fogacci (Scuola di formazione politica Antonino Caponetto). 3) L’esperienza dei giovani nei presidi di Libera nella lotta contro la mafia. Partecipa Davide Mattiello (Ufficio di Presidenza di Libera). Coordina Pietro De Luca (Coordinamento Scuole per l’educazione alla cittadinanza). Interverranno ragazzi/e del Presidio di Libera Milano “Lea Garofalo”. 4) Le mafie al nord e il ruolo dell’informazione. (Lorenzo Frigerio, referente regionale Libera-Lombardia e Libera- Informazione), Martina Mazzeo e Giacomo Molinari (redattori “Stampo antimafioso”), gruppo di lavoro sull’informazione del Liceo Volta. Interverranno ragazzi/e del Presidio di Libera Milano “Lea Garofalo”. 5) Laboratorio artistico a cura del Liceo Artistico Caravaggio: gli studenti del Caravaggio guideranno i partecipanti in un laboratorio di disegno e pittura come strumenti di comunicazione nella lotta conto la mafia. Ore 17,00: Appuntamento all’albero Falcone, via Benedetto Marcello, per la commemorazione della strage di Capaci. Parteciperanno testimoni, rappresentanti della magistratura e della società civile, esponenti delle scuole. Saranno presenti: il sindaco della città, Giuliano Pisapia e il presidente dell’Anpi prof. Carlo Smuraglia. Ore 18,30: “Il coraggio de ‘I Siciliani’“, spettacolo sulla vita di Giuseppe Fava e i giovani giornalisti che collaborarono con lui, a cura del laboratorio teatrale del Liceo Virgilio, presso Aula Magna del Liceo Volta, via Benedetto Marcello 7. Sera, ore 21,30: Arci, "Coordinamento delle scuole milanesi per la legalità e la cittadinanza attiva", Libera, SAO Omicron, "Scuola di formazione politica Antonino Caponnetto presentano: "TERRA IN BOCCA, poesia di un delitto" un concerto contro le mafie. Omaggio ai Giganti 40 dopo, in ricordo delle stragi e della domanda di giustizia. Protagonisti, oggi come allora, Enrico Maria Papes e Mino Di Martino dei Giganti, ed Ellade Bandini, storico batterista italiano che di quella avventura conserva un ricordo vivo ed appassionato. Ad accompagnarli lo "Spaziomusica ensemble", una band costituitasi nello storico locale di Pavia formata da Cristiano Callegari, Matteo Callegari, Mariano Nocito, Marco Prestini, Stefano Resca, Marco Scipione, Paolo Terlingo, ed il quartetto vocale "Sacher Quartet" con Laura Marchesi, Alberto Favale, Giuliano Ferrari, Alfredo Turicci. Spazio Mil - Via Granelli - Sesto San Giovanni Biglietti: intero €. 10,00 -- ridotto under 26 anni: €. 5,00 Prevendite: biglietti ridotti under 26 (€. 5,00 + d.p.): acquistabili presso la sede Arci - via Adige 11 - Milano (zona Porta Romana, dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18.00) biglietti interi: (€. 10,00 + d.p.) acquistabili sui circuiti Ticket One, Viva Ticket, Mail Ticket e presso la sede Arci di via Adige 11 con le modalità sopra indicate. Si ringraziano: la prof. Stretti, la prof. Reggiani e l’ass ociazione “Libera” per l’organizzazione dell’iniziativa, ovviamente l’Albera, la Signora delle Fotocopie e sopratutto il Ciclostile per aver reso poss ibile questo speciale! LA REDAZIONE