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Bambine tessono un tappeto in una grande fabbrica tessile nei dintorni di Quetta, in Pakistan, nonostante nel paese sia illegale lo sfruttamento di manodopera minorile
Un fenomeno mondiale  12 giugno 2010  Nel mondo ci sono almeno 150 milioni di bambini tra i 5 e i 14 anni che lavorano.  Quasi la metà è occupata a tempo pieno. A questi vanno aggiunti i bambini soggetti a sfruttamento sessuale.  Dalle statistiche dell'Unicef risulta che il 61% del lavoro minorile è concentrato in Asia, il 32% in Africa, il 7% in America latina.
Nel Sud-est asiatico, dove l'industrializzazione è stata velocissima negli ultimi 30 anni, i bambini vengono impiegati ovunque, non solo nelle zone più povere.  Inoltre, poiché le multinazionali occidentali sempre più spesso trasferiscono le loro filiali nel Terzo mondo, dove con un costo della manodopera molto basso si possono produrre manufatti a basso contenuto tecnologico, i bambini qui trovano facilmente occupazione nei settori dell'export.
Dati e statistiche  del  1997 Statistiche attendibili per difetto. Nepal: il 60% dei bambini lavora; Pakistan: il 20% della popolazione che lavora sono bambini (4-14 anni), che producono l'80% dei palloni da calcio; Indonesia: il 20% dei bambini lavora;  India : 44 milioni; Bangladesh: il 25% dell'intera popolazione infantile
(nel tessile da export e nell'artigianato: da notare che nel tessile i bambini sono quasi la metà di tutta la manodopera); Thailandia: il 32% della forza-lavoro (beni per l'export); Filippine: oltre 2 milioni; Senegal: oltre il 40%; Nigeria: circa 12 milioni; Brasile: 7 milioni (più quelli che vivono per strada), fanno soprattutto calzature per l'export (a San Paolo il 20% del reddito familiare è garantito dal lavoro minorile).
Business  Facciamo un esempio di business: in un'azienda brasiliana di scarpe (che soprattutto sono di tipo sportivo), i padroni ricevono dalla multinazionale poco piu’ di  14 euro per ogni paio di scarpe (il lavoratore riceve una cifra ridicola: 25 centesimi all'ora), poi la multinazionale rivende le scarpe ai grossisti per meno di 35 euro; in un qualunque negozio di una città europea o americana quel paio di scarpe costa circa 90 euro. Se quel lavoratore volesse comprarsi le stesse scarpe che produce, gli occorrerebbero sette settimane di lavoro.
Malattie  e morte  I bambini brasiliani che lavorano nei calzaturifici che producono scarpe per delle famose marche occidentali, respirano i mastici per 9 ore al giorno in un ambiente saturo di solventi al benzene. Dopo pochi anni hanno i polmoni e le mucose di occhi, bocca e naso praticamente bruciate.  Il record dei bambini che muoiono sotto i 5 anni lo detiene il Niger: 320. L'Italia è a quota 8.
Moltissimi adulti sono disoccupati proprio perché gli imprenditori preferiscono i bambini, che costano meno, non si ribellano, non sono iscritti ai sindacati.  Questi bambini sono soggetti a moltissime malattie e a 40 anni sono già vecchi decrepiti.
Nel 2007 - Una ricerca dell' AIHRC indica che quasi il 96% dei bambini in Afghanistan sono costretti a lavorare per la povertà e la pessima condizione economica.  Afghanistan  Independent
19 febbraio 2010  PERU’: 3 MILIONI DI BAMBINI E ADOLESCENTI LAVORATORI  In Perù, almeno tre milioni di bambini e adolescenti di età compresa tra i 5 e i 17 anni lavorano, specialmente nel settore agricolo e del commercio. Queste cifre rivelano come la nazione andina abbia il maggior tasso di lavoro infantile di tutta l’area latino-americana, stando alle informazioni procurate dall’Istituto Nazionale di Statistica e Informatica del Perù (INEI) e dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO).
Confrontando questi dati con quelli relativi alle fasce d’età della popolazione peruviana, si ottiene che il 42% dei bambini e adolescenti del Perù lavorano; di costoro, 70% lo fa in condizioni di pericolo o di sfruttamento. La stessa inchiesta ha rivelato che più di un terzo degli adulti che sono genitori di bambini lavoratori avevano svolto attività lavorative, a loro volta, quando erano minori di età. Questo conferma come il lavoro infantile sia una realtà molto radicata in questo paese
Una possibile riposta a questo circolo vizioso parte dai minori che in Perù hanno creato i movimenti dai NATs, gruppi autogestiti di bambini, bambine ad adolescenti lavoratori che lottano per proteggersi da tutte le forme di sfruttamento, non ultimo quello lavorativo.  Questi gruppi nascono da una valutazione critica che gli stessi bambini fanno sulla realtà che li circonda, e da una valorizzazione critica del lavoro quando può essere sia una forma di sostentamento per le loro famiglie che una occasione di esercizio dei propri diritti, primo fra tutti l'istruzione.  Per questo i movimenti dei NATs chiedono scuola, dignità e lavoro in Perù come in tutti i paesi in America latina e nel mondo dove si stanno diffondendo.
Il 12 Febbraio scorso si è celebrato il “Giorno della mano rossa” (traduzione di Red Hand Day), una ricorrenza istituita nel 2002 e volta a ricordare e cancellare la piaga dei bambini soldato nel mondo. Il 2002 è lo stesso anno in cui è stato pubblicato il Protocollo Opzionale alla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia sul Coinvolgimento dei Bambini nei Conflitti Armati. 26 febbraio 2010  IL ’GIORNO DELLA MANO ROSSA’
Secondo fonti delle Nazioni Unite, nel mondo ci sono ancora 250mila bambini soldato. Nelle guerre “tra adulti” questi bambini vengono inviati a combattere battaglie particolarmente distruttive, e sono considerati veri e propri schiavi del tutto sottoposti ai propri comandanti. Le bambine soldato sono quasi sempre vittime di abusi sessuali. E’ stato testimoniato l’uso di bambini soldato in recenti conflitti armati nella Repubblica Democratica del Congo, in Ruanda, Uganda, Sudan, Costa d’Avorio, Birmania-Myanmar, Filippine, Colombia e Palestina.
Il simbolo della mano rossa è stato utilizzato da molte organizzazioni in tutto il mondo per dire NO all’arruolamento di bambini negli eserciti e l’utilizzo di bambini soldato negli scenari di guerra. In diverse manifestazioni a sostegno di questa campagna nel mondo, è stato chiesto al pubblico di sottoscrivere un appello contro la piaga dei bambini soldato e di lasciare l’impronta della propria mano, colorata di vernice rossa, su un foglio di carta.  Finora sono state raccolte più di 300mila “mani rosse”.
I conflitti armati e i protratti spostamenti forzati della popolazione sull’isola di Mindanao, nell’arcipelago delle Filippine, stanno influenzando negativamente molti ragazzi in diverse aree tra cui l’educazione, forzandoli a ruoli normalmente riservati agli adulti. 5 marzo 2010  FILIPPINE: I BAMBINI PAGANO IL PREZZO
La guerra intestina nelle Filippine, che dura da quasi quattro decenni, ha causato la morte e la dislocazione di centinaia di migliaia di persone, troncando innumerevoli legami familiari. Una delle conseguenze è che oggi i ragazzi devono farsi carico di responsabilità che sono semplicemente troppo giovani per affrontare, e per cui non sono stati adeguatamente preparati.
E’ infatti normale aspettarsi che bambini molto giovani, ancora nel periodo riservato agli studi, aiutino la famiglia mettendosi a lavorare come venditori ambulanti, guidatori di tuk-tuk o braccianti a cottimo – dice Steven Muncy, direttore esecutivo dell’organizzaizone CFSI, Community Family Services International, che ha base nelle Filippine. Molti di questi lavori finiscono per rientrare in circuiti di sfruttamento.
“ Mio padre è stato ucciso quattro anni fa. Da allora, ho dovuto fare qualsiasi tipo di lavoro per aiutare mia madre a prendersi cura dei miei sei fratelli e sorelle” afferma Saidman, 17 anni, del Mindanao. Un altro fattore da considerare è che, nelle Filippine, i ragazzi sono più svantaggiati delle ragazze nell’accesso all’educazione, e questo avviene ancora di più nel Mindanao. “Più che le bambine – spiega Lourdes de Vera-Mateo, dell’UNICEF – sono i maschi ad essere esposti a forme di vulnerabilità come problemi di salute, sfruttamento lavorativo e violenze di vario tipo”.
KATHMANDU – Il Nepal sta facendo ogni possibile sforzo per combattere la malnutrizione infantile, talmente diffusa che, stando alle ultime statistiche, la quasi totalità della popolazione sotto i 5 anni ne soffre in maniera più o meno grave. Un rapporto dal Dipartimento della Salute dell’UNICEF rilasciato questo mese, infatti, ha evidenziato che il 50% dei bambini nepalesi sotto i 5 anni sono malnutriti, il 48% sono denutriti con possibili tendenze al rachitismo e il 2% soffrono di gravissimi problemi legati alla nutrizione. Il problema è maggiore nelle regioni meno sviluppate, e una delle conseguenze più dirette è l’anemia (ne soffre già il 50% dei bambini). 18 marzo 2010  NEPAL: IN LOTTA PER LA MALNUTRIZIONE INFANTILE
 
 
 
 
 
La Campagna  1  Stop Child Labour - School is the best place to work (la scuola è il miglior posto in cui lavorare) è promossa dal network europeo Alliance2015 (Cesvi, German Agro Action, Hivos, Concern, People in Need), grazie al sostegno della Commissione Europea. La campagna ha l'obiettivo di richiamare tutti i governi, le imprese e gli attori sociali alle loro responsabilità verso i bambini e le bambine vittime dello sfruttamento del lavoro minorile
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La ragione profonda per l'eliminazione del lavoro minorile è costituita dal diritto di ogni bambino, o bambina, ad un'educazione libera e dalla constatazione che spesso i minori subiscono le peggiori forme di sfruttamento (veri e propri crimini) anche nei Paesi che hanno sottoscritto la Convenzione ILO 182 (ratificata da 163 Paesi) sulle peggiori forme di lavoro minorile.
Bambino  Bambino, se trovi l'aquilone della tua fantasia legalo con l'intelligenza del cuore. Vedrai sorgere giardini incantati e tua madre diventerà una pianta che ti coprirà con le sue foglie. Fa delle tue mani due bianche colombe che portino la pace ovunque e l'ordine delle cose. Ma prima di imparare a scrivere guardati nell'acqua del sentimento.  Alda Merini
[object Object],***Isabella***
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  • 1. Bambine tessono un tappeto in una grande fabbrica tessile nei dintorni di Quetta, in Pakistan, nonostante nel paese sia illegale lo sfruttamento di manodopera minorile
  • 2. Un fenomeno mondiale 12 giugno 2010  Nel mondo ci sono almeno 150 milioni di bambini tra i 5 e i 14 anni che lavorano. Quasi la metà è occupata a tempo pieno. A questi vanno aggiunti i bambini soggetti a sfruttamento sessuale. Dalle statistiche dell'Unicef risulta che il 61% del lavoro minorile è concentrato in Asia, il 32% in Africa, il 7% in America latina.
  • 3. Nel Sud-est asiatico, dove l'industrializzazione è stata velocissima negli ultimi 30 anni, i bambini vengono impiegati ovunque, non solo nelle zone più povere. Inoltre, poiché le multinazionali occidentali sempre più spesso trasferiscono le loro filiali nel Terzo mondo, dove con un costo della manodopera molto basso si possono produrre manufatti a basso contenuto tecnologico, i bambini qui trovano facilmente occupazione nei settori dell'export.
  • 4. Dati e statistiche del 1997 Statistiche attendibili per difetto. Nepal: il 60% dei bambini lavora; Pakistan: il 20% della popolazione che lavora sono bambini (4-14 anni), che producono l'80% dei palloni da calcio; Indonesia: il 20% dei bambini lavora; India : 44 milioni; Bangladesh: il 25% dell'intera popolazione infantile
  • 5. (nel tessile da export e nell'artigianato: da notare che nel tessile i bambini sono quasi la metà di tutta la manodopera); Thailandia: il 32% della forza-lavoro (beni per l'export); Filippine: oltre 2 milioni; Senegal: oltre il 40%; Nigeria: circa 12 milioni; Brasile: 7 milioni (più quelli che vivono per strada), fanno soprattutto calzature per l'export (a San Paolo il 20% del reddito familiare è garantito dal lavoro minorile).
  • 6. Business Facciamo un esempio di business: in un'azienda brasiliana di scarpe (che soprattutto sono di tipo sportivo), i padroni ricevono dalla multinazionale poco piu’ di 14 euro per ogni paio di scarpe (il lavoratore riceve una cifra ridicola: 25 centesimi all'ora), poi la multinazionale rivende le scarpe ai grossisti per meno di 35 euro; in un qualunque negozio di una città europea o americana quel paio di scarpe costa circa 90 euro. Se quel lavoratore volesse comprarsi le stesse scarpe che produce, gli occorrerebbero sette settimane di lavoro.
  • 7. Malattie e morte I bambini brasiliani che lavorano nei calzaturifici che producono scarpe per delle famose marche occidentali, respirano i mastici per 9 ore al giorno in un ambiente saturo di solventi al benzene. Dopo pochi anni hanno i polmoni e le mucose di occhi, bocca e naso praticamente bruciate. Il record dei bambini che muoiono sotto i 5 anni lo detiene il Niger: 320. L'Italia è a quota 8.
  • 8. Moltissimi adulti sono disoccupati proprio perché gli imprenditori preferiscono i bambini, che costano meno, non si ribellano, non sono iscritti ai sindacati. Questi bambini sono soggetti a moltissime malattie e a 40 anni sono già vecchi decrepiti.
  • 9. Nel 2007 - Una ricerca dell' AIHRC indica che quasi il 96% dei bambini in Afghanistan sono costretti a lavorare per la povertà e la pessima condizione economica. Afghanistan Independent
  • 10. 19 febbraio 2010 PERU’: 3 MILIONI DI BAMBINI E ADOLESCENTI LAVORATORI In Perù, almeno tre milioni di bambini e adolescenti di età compresa tra i 5 e i 17 anni lavorano, specialmente nel settore agricolo e del commercio. Queste cifre rivelano come la nazione andina abbia il maggior tasso di lavoro infantile di tutta l’area latino-americana, stando alle informazioni procurate dall’Istituto Nazionale di Statistica e Informatica del Perù (INEI) e dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO).
  • 11. Confrontando questi dati con quelli relativi alle fasce d’età della popolazione peruviana, si ottiene che il 42% dei bambini e adolescenti del Perù lavorano; di costoro, 70% lo fa in condizioni di pericolo o di sfruttamento. La stessa inchiesta ha rivelato che più di un terzo degli adulti che sono genitori di bambini lavoratori avevano svolto attività lavorative, a loro volta, quando erano minori di età. Questo conferma come il lavoro infantile sia una realtà molto radicata in questo paese
  • 12. Una possibile riposta a questo circolo vizioso parte dai minori che in Perù hanno creato i movimenti dai NATs, gruppi autogestiti di bambini, bambine ad adolescenti lavoratori che lottano per proteggersi da tutte le forme di sfruttamento, non ultimo quello lavorativo. Questi gruppi nascono da una valutazione critica che gli stessi bambini fanno sulla realtà che li circonda, e da una valorizzazione critica del lavoro quando può essere sia una forma di sostentamento per le loro famiglie che una occasione di esercizio dei propri diritti, primo fra tutti l'istruzione. Per questo i movimenti dei NATs chiedono scuola, dignità e lavoro in Perù come in tutti i paesi in America latina e nel mondo dove si stanno diffondendo.
  • 13. Il 12 Febbraio scorso si è celebrato il “Giorno della mano rossa” (traduzione di Red Hand Day), una ricorrenza istituita nel 2002 e volta a ricordare e cancellare la piaga dei bambini soldato nel mondo. Il 2002 è lo stesso anno in cui è stato pubblicato il Protocollo Opzionale alla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia sul Coinvolgimento dei Bambini nei Conflitti Armati. 26 febbraio 2010 IL ’GIORNO DELLA MANO ROSSA’
  • 14. Secondo fonti delle Nazioni Unite, nel mondo ci sono ancora 250mila bambini soldato. Nelle guerre “tra adulti” questi bambini vengono inviati a combattere battaglie particolarmente distruttive, e sono considerati veri e propri schiavi del tutto sottoposti ai propri comandanti. Le bambine soldato sono quasi sempre vittime di abusi sessuali. E’ stato testimoniato l’uso di bambini soldato in recenti conflitti armati nella Repubblica Democratica del Congo, in Ruanda, Uganda, Sudan, Costa d’Avorio, Birmania-Myanmar, Filippine, Colombia e Palestina.
  • 15. Il simbolo della mano rossa è stato utilizzato da molte organizzazioni in tutto il mondo per dire NO all’arruolamento di bambini negli eserciti e l’utilizzo di bambini soldato negli scenari di guerra. In diverse manifestazioni a sostegno di questa campagna nel mondo, è stato chiesto al pubblico di sottoscrivere un appello contro la piaga dei bambini soldato e di lasciare l’impronta della propria mano, colorata di vernice rossa, su un foglio di carta. Finora sono state raccolte più di 300mila “mani rosse”.
  • 16. I conflitti armati e i protratti spostamenti forzati della popolazione sull’isola di Mindanao, nell’arcipelago delle Filippine, stanno influenzando negativamente molti ragazzi in diverse aree tra cui l’educazione, forzandoli a ruoli normalmente riservati agli adulti. 5 marzo 2010 FILIPPINE: I BAMBINI PAGANO IL PREZZO
  • 17. La guerra intestina nelle Filippine, che dura da quasi quattro decenni, ha causato la morte e la dislocazione di centinaia di migliaia di persone, troncando innumerevoli legami familiari. Una delle conseguenze è che oggi i ragazzi devono farsi carico di responsabilità che sono semplicemente troppo giovani per affrontare, e per cui non sono stati adeguatamente preparati.
  • 18. E’ infatti normale aspettarsi che bambini molto giovani, ancora nel periodo riservato agli studi, aiutino la famiglia mettendosi a lavorare come venditori ambulanti, guidatori di tuk-tuk o braccianti a cottimo – dice Steven Muncy, direttore esecutivo dell’organizzaizone CFSI, Community Family Services International, che ha base nelle Filippine. Molti di questi lavori finiscono per rientrare in circuiti di sfruttamento.
  • 19. “ Mio padre è stato ucciso quattro anni fa. Da allora, ho dovuto fare qualsiasi tipo di lavoro per aiutare mia madre a prendersi cura dei miei sei fratelli e sorelle” afferma Saidman, 17 anni, del Mindanao. Un altro fattore da considerare è che, nelle Filippine, i ragazzi sono più svantaggiati delle ragazze nell’accesso all’educazione, e questo avviene ancora di più nel Mindanao. “Più che le bambine – spiega Lourdes de Vera-Mateo, dell’UNICEF – sono i maschi ad essere esposti a forme di vulnerabilità come problemi di salute, sfruttamento lavorativo e violenze di vario tipo”.
  • 20. KATHMANDU – Il Nepal sta facendo ogni possibile sforzo per combattere la malnutrizione infantile, talmente diffusa che, stando alle ultime statistiche, la quasi totalità della popolazione sotto i 5 anni ne soffre in maniera più o meno grave. Un rapporto dal Dipartimento della Salute dell’UNICEF rilasciato questo mese, infatti, ha evidenziato che il 50% dei bambini nepalesi sotto i 5 anni sono malnutriti, il 48% sono denutriti con possibili tendenze al rachitismo e il 2% soffrono di gravissimi problemi legati alla nutrizione. Il problema è maggiore nelle regioni meno sviluppate, e una delle conseguenze più dirette è l’anemia (ne soffre già il 50% dei bambini). 18 marzo 2010 NEPAL: IN LOTTA PER LA MALNUTRIZIONE INFANTILE
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  • 26. La Campagna 1 Stop Child Labour - School is the best place to work (la scuola è il miglior posto in cui lavorare) è promossa dal network europeo Alliance2015 (Cesvi, German Agro Action, Hivos, Concern, People in Need), grazie al sostegno della Commissione Europea. La campagna ha l'obiettivo di richiamare tutti i governi, le imprese e gli attori sociali alle loro responsabilità verso i bambini e le bambine vittime dello sfruttamento del lavoro minorile
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  • 36. La ragione profonda per l'eliminazione del lavoro minorile è costituita dal diritto di ogni bambino, o bambina, ad un'educazione libera e dalla constatazione che spesso i minori subiscono le peggiori forme di sfruttamento (veri e propri crimini) anche nei Paesi che hanno sottoscritto la Convenzione ILO 182 (ratificata da 163 Paesi) sulle peggiori forme di lavoro minorile.
  • 37. Bambino Bambino, se trovi l'aquilone della tua fantasia legalo con l'intelligenza del cuore. Vedrai sorgere giardini incantati e tua madre diventerà una pianta che ti coprirà con le sue foglie. Fa delle tue mani due bianche colombe che portino la pace ovunque e l'ordine delle cose. Ma prima di imparare a scrivere guardati nell'acqua del sentimento. Alda Merini
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  • 39. Questa presentazione è stata distribuita da: www.PpsAmore.com  I temi trattati dal nostro sito sono l’amore, l’amicizia, la poesia, la natura, l’arte, con immagini di animali, fiori e paesaggi da sogno. Vuoi ricevere gratis nella tua casella di posta le presentazioni più belle? Iscriviti qui: www.PpsAmore.com/ news.html *PpsAmore.com ha curato solo la distribuzione di questa presentazione. Tutti i diritti sono riservati ai rispettivi autori.