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VERSIONE PROVVISORIA




               Il Servizio Nazionale di Valutazione dell’INVALSI:
                          un’infrastruttura immateriale
              per il miglioramento del sistema scolastico italiano∗

                                             Roberto Ricci1
                                               INVALSI2


A partire dall’inizio degli anni 2000, con una prima fase di avvio sperimentale, anche l’Italia si
è dotata di un Servizio nazionale di valutazione (SNV) che nell’intenzione del legislatore deve
assumere carattere di stabilità e periodicità. Negli ultimi decenni la quasi totalità dei paesi
avanzati ha introdotto rilevazioni standardizzate sugli apprendimenti di base nella scuola
primaria e secondaria. Diversi sono gli elementi che differenziano il sistema di un paese da
quello di un altro, tuttavia, tutti si basano sulla regolarità delle rilevazioni e sulla stabilità degli
ambiti di indagine. Ciò non significa che non vi siano esperienze in cui vengono rilevati anche
ambiti di contenuti diversi nel tempo, ma questo avviene aggiungendo periodicamente alcuni
oggetti d’indagine, ma quelli attinenti ai cosiddetti ambiti fondamentali, tipicamente la
comprensione della lettura nella lingua madre del paese e la matematica, mantengono il
carattere della stabilità e della stretta periodicità. Questo impianto condiviso da molti sistemi
scolastici dell’area OCSE permette di garantire ai diversi paesi un’infrastruttura immateriale in
grado di fornire informazioni attendibili, comparabili e solide sugli apprendimenti scolastici di
base prodotti dalla scuola primaria e secondaria.
La stabile periodicità delle rilevazioni degli apprendimenti di base e la costanza nella scelta
degli ambiti di rilevazione consentono inoltre di valutare i risultati raggiunti dal sistema
scolastico anche in una prospettiva diacronica e, come sarà evidenziato in seguito, anche in
un’ottica di misurazione del valore aggiunto, ossia dell’incremento dei livelli di preparazione
realizzati principalmente in seguito all’azione didattico-educativa di ciascuna scuola.


Il Servizio nazionale di valutazione
L’attuale assetto del Servizio nazionale di valutazione ha avuto inizio con l’introduzione della
Prova nazionale all’interno dell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione,
passando poi alla somministrazione delle prove standardizzate in tutto il Paese, prima nelle
classi II e V della scuola primaria, poi anche nella classe I della scuola secondaria di primo
grado per poi andare a pieno regime a partire dall’anno scolastico 2010-2011 con il
coinvolgimento della scuola secondaria di secondo grado. In particolare, per la scuola primaria
sono già state quindi attuate due rilevazioni su scala nazionale (a.s. 2008-2009 e a.s. 2009-
2010), la prima su base volontaria e la seconda obbligatoria e censuaria, a livello sia di scuola

∗
  Il presente lavoro è apparso in forma più estesa in Rivista trimestrale di scienza dell’amministrazione
scolastica: Casi e questioni tra diritto e organizzazione, 4, 2010.
1
  Responsabile del Servizio nazionale di valutazione dell’INVALSI. Le opinioni espresse sono da attribuirsi
all’autore e non impegnano la responsabilità dell’Istituto di appartenenza.
2
  Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione (INVALSI).
sia di studente. E’ molto importante osservare che anche quando la rilevazione degli
apprendimenti è avvenuta per adesione spontanea, la partecipazione della scuola primaria ha
ampiamente superato il 70 per cento delle istituzioni scolastiche, dimostrando ancora una volta
l’apertura e l’interesse ai temi della valutazione di questo segmento dell’istruzione (INVALSI,
2009).
Per poter realizzare un Servizio nazionale di valutazione in grado di rispondere adeguatamente
al dettato del legislatore e per realizzare un’infrastruttura realmente capace di dotare le scuole
di uno strumento, tra altri, per promuovere il miglioramento dei risultati conseguiti, l’INVALSI
è stato chiamato a effettuare precise scelte tecniche e strategiche coerenti con l’importante
obiettivo di fornire una misura solida e comparabile dei livelli di apprendimento in alcune aree
disciplinari cruciali per la crescita individuale degli studenti e generale del Paese.
Analogamente alle più importanti esperienze internazionali (OCSE-PISA3, IEA-TIMSS4, IEA-
PIRLS5, ecc.) e nazionali il SNV si fonda sulla definizione dei quadri di riferimento per la
valutazione, resi pubblici diverso tempo prima delle rilevazioni nazionali (INVALSI, 2008a,
2008b). I quadri di riferimento sono un documento fondamentale alla base di qualsiasi
valutazione fondata su prove oggettive standardizzate6. Essi rivestono non solo un
insostituibile ruolo tecnico, ma segnano anche il discrimine che può rendere una rilevazione dei
livelli di apprendimento prodotti da un sistema scolastico un’operazione trasparente e,
soprattutto, in grado di fornire importanti informazioni non solamente a chi deve governare il
sistema, ma anche alle singole scuole e ai docenti per conoscere, anche in chiave comparativa,
punti di forza e di debolezza dell’azione didattica.

Un altro pilastro sul quale si fonda una valutazione affidabile degli apprendimenti è la solidità e
l’adeguatezza delle prove mediante le quali sono effettuate le misurazioni. E’ fondamentale che
esse vengano costruite nel pieno rispetto di modalità tecnico-scientifiche applicate dai maggiori
organismi internazionali che effettuano rilevazioni su larga scala degli apprendimenti.

La costruzione delle prove oggettive standardizzate richiede un grosso sforzo per individuare le
domande più adeguate sia in termini di rispondenza al quadro di riferimento sia rispetto alla
formulazione e alla capacità misuratoria dal punto di vista tecnico-statistico. Per realizzare il
difficile compito di reperire un grosso numero di domande di elevata qualità, l’INVALSI ha
deciso di avvalersi della insostituibile collaborazione di un’ampia platea di docenti ed esperti
provenienti dal mondo della scuola e dell’università. Ciò si è rivelata una scelta vincente per
poter giungere alla costruzione di prove efficaci e adeguate dal punto di visto tecnico-
misuratorio, ma, allo stesso tempo, vicine, anche se non necessariamente coincidenti, alle più
diffuse prassi didattico-metodologiche. La predetta scelta è stata cruciale poiché si è
dimostrato che solo chi opera direttamente nel mondo delle scuola e dell’università è in grado
di formulare domande adeguate e significative. La conoscenza approfondita dei programmi,
delle prassi, dei processi cognitivi e delle difficoltà degli studenti è fondamentale e
irrinunciabile per costruire delle prove adeguate e in grado di fornire informazioni ricche e
approfondite per tutti i soggetti interessati.
Un altro snodo fondamentale nella costruzione delle prove è rappresentato dall’analisi quali-
quantitativa effettuata sulle prove anche mediante l’applicazione di precise tecniche statistico-


3
  Programme for International Student Assessment.
4
   International Association for the Evaluation of Educational Achievement - Trends in International
Mathematics and Science Study.
5
  International Association for the Evaluation of Educational Achievement - Progress in International
Reading Literacy Study.
6
  In questa sede per prove oggettive standardizzate si intendono prove costruite in modo che la loro
correzione possa avvenire secondo modalità riproducibili e non dipendenti dal soggetto che effettua la
correzione stessa.
psicometriche sui dati ottenuti mediante pre-test effettuati in tutto il Paese. Da quanto
brevemente illustrato risulta evidente che la costruzione di un Servizio nazionale di valutazione
è complessa e si basa su alcuni pilastri fondamentali, necessari affinché le misurazioni su larga
scala siano affidabili e realmente informative. Naturalmente anche la definizione e il
conseguente rispetto di un articolato e dettagliato piano di somministrazione delle prove sono
una condizione necessaria affinché i risultati dell’intera operazione siano realmente informativi
per tutta la comunità scolastica e, in generale, per tutti i portatori d’interesse rispetto al
sistema scolastico del Paese (Figura e Ricci, 2009).



I risultati del Servizio nazionale di valutazione e le loro implicazioni
La realizzazione di un Servizio nazionale di valutazione sulla base degli elementi illustrati nel
paragrafo precedente permette di ottenere risultati affidabili e, soprattutto, che consentono
letture su diversi piani e con finalità differenti, anche se strettamente interconnesse. In linea
del tutto generale, si possono individuare due principali chiavi di lettura dei risultati del
Servizio nazionale di valutazione della scuola primaria e secondaria: 1) l’analisi degli esiti per
governare il sistema scolastico, 2) l’analisi dei risultati per un’efficace gestione della singola
scuola in termini di livelli di apprendimento raggiunti dagli allievi in alcuni ambiti fondamentali
e conseguente utilizzo dei risultati per la promozione del miglioramento delle pratiche
didattiche e per il consolidamento di quelle maggiormente efficaci.


Gli esiti del Servizio nazionale di valutazione e il governo del sistema
scolastico
Uno dei possibili utilizzi dei risultati della rilevazione nazionale sui livelli di apprendimento
raggiunti dagli allievi della scuola primaria e secondaria riguarda il governo del sistema
scolastico. In questo modo è possibile realizzare e promuovere azioni che migliorino gli esiti
complessivi salvaguardando sia la qualità degli apprendimenti prodotti sia l’equità del sistema,
ossia la reale capacità di garantire su tutto il territorio nazionale un servizio scolastico di
qualità, in grado di promuovere la formazione del capitale umano che, come noto, rappresenta
una risorsa strategica per ogni paese avanzato (Cipollone e Sestito, 2010).
La conoscenza dei livelli di apprendimento prodotti dal sistema scolastico nel suo complesso
costituisce un punto di partenza fondamentale per qualsiasi valutazione delle azioni promosse
dall’amministrazione scolastica, centrale e periferica. Conoscere su base periodica e con
risultati comparabili quali sono gli apprendimenti conseguiti dagli allievi che frequentano la
scuola italiana è fondamentale per valutare la tenuta complessiva del sistema, specie quando
esso si basa, come nel caso italiano e di molti altri paesi dell’area OCSE, sull’autonomia
organizzativa e gestionale delle singole istituzioni scolastiche. Il predetto obiettivo può essere
raggiunto solo da un servizio di valutazione che a cadenza periodica costante misuri gli
apprendimenti relativi agli stessi ambiti di competenza. In questo modo sono possibili
valutazioni sincroniche e diacroniche, anche in una prospettiva di valore aggiunto (Martini e
Ricci, 2010). E’ fondamentale per chi governa a diversi livelli il sistema scolastico conoscere
quali sono i risultati medi raggiunti dagli allievi negli apprendimenti fondamentali, tipicamente
la comprensione della lettura e della matematica. In questo modo è possibile monitorare ogni
anno quali sono i livelli medi di apprendimento che la scuola primaria e secondaria riesce a
garantire agli allievi. Se da un lato è fuori discussione che gli obiettivi formativi del sistema
scolastico del Paese non si possono esaurire nel garantire buoni risultati nella comprensione
della lettura e della matematica, dall’altro è chiaro che questi ambiti rivestono un ruolo
fondamentale e insostituibile nella costruzione dei saperi e delle competenze fondamentali per
la formazione dei futuri cittadini. Da ciò segue il loro carattere strategico e l’importanza che
risultati soddisfacenti vengano raggiunti da tutti gli studenti o per lo meno da un’ampia fascia
di allievi, specie quando ci si riferisce alla scuola primaria e secondaria di primo grado. Come
accennato in precedenza, la predetta finalità è importante non solo per garantire l’equità del
sistema scolastico nel suo complesso, ma anche la sua efficienza, intesa come un innalzamento
complessivo dei risultati prodotti in termini di costruzione del capitale umano del Paese.

Un esempio tra tanti può servire per mostrare l’utilità del Servizio nazionale di valutazione
basato su rilevazioni periodiche e sugli stessi ambiti di apprendimento. Specie nella scuola
primaria, è noto che un sistema scolastico ben funzionante dovrebbe garantire risultati medi
molto simili in ogni scuola e la variabilità degli esiti rispetto alla media dovrebbe essere quasi
tutta all’interno delle scuole dovuta alla naturale differenza degli allievi. In termini più espliciti,
se si verifica una situazione come quella descritta, ciò significa che il sistema è in grado di
offrire in tutte le sue scuole opportunità formative molto simili e, come si deve auspicare, di
buon livello. Se come nel caso del Servizio nazionale di valutazione realizzato dall’INVALSI, si
dispone dei risultati di una o più prove della stessa disciplina somministrate a tutti gli allievi del
Paese, la valutazione della rispondenza al predetto modello è molto semplice da realizzare. E’
sufficiente misurare l’incidenza sulla variabilità complessiva dei risultati di tutti gli allievi della
variabilità tra le scuole e dentro le scuole, rispettivamente. I risultati delle rilevazioni del
Servizio nazionale di valutazione hanno messo in luce una situazione molto differenziata
all’interno del Paese, con un’incidenza della variabilità tra le scuole su quella totale nella
norma, sia nella prova di comprensione della lettura sia in quella di matematica, nelle regioni
centro-settentrionali e un peso più preoccupante nel Mezzogiorno della variabilità dei risultati
tra le scuole sulla loro variabilità complessiva. In entrambe le classi indagate della scuola
primaria (II e V primaria) e in entrambi gli ambiti di rilevazione l’incidenza della variabilità tra
le classi su quella totale oscilla attorno al 10-15 per cento nelle regioni settentrionali, per
passare a valori compresi tra il 20-25 per cento nel Centro e per superare ampiamente il 30
per cento nel Sud, con punte molto preoccupanti per la matematica. Inoltre, tale divario
sembra aumentare nella scuola secondaria di primo grado (INVALSI, 2010).
L’esempio appena citato è solo uno tra i tanti possibili per mostrare come le analisi basate su
prove standardizzate nazionali possano favorire una conoscenza approfondita del sistema
scolastico e degli esiti da esso prodotti. In questo modo si può meglio comprendere come non
sia importante conoscere solamente i risultati medi espressi su una metrica uguale per tutto il
Paese, ma anche poter valutare l’incidenza di altri aspetti, non da ultimo la condizione socio-
economico-culturale degli allievi presenti in ciascuna scuola (Campodifiori et al., 2010).


La ricaduta degli esiti del Servizio nazionale di valutazione all’interno delle
scuole
Un’altra possibile modalità di utilizzo dei risultati del Servizio nazionale di valutazione riguarda
la lettura a livello di singola scuola. In questo modo anche il SNV può essere un importante
fattore per la promozione del miglioramento del servizio educativo fornito da ciascuna
istituzione scolastica alla collettività. Come accennato in precedenza, le rilevazioni
standardizzate, se svolte a livello censuario come nel caso del SNV, mettono a disposizione di
ciascuna scuola una molteplicità di analisi che permettono di confrontare gli esiti complessivi di
scuola con quelli del Paese, della regione di appartenenza e di altri ambiti territoriali, ma anche
di comparare i risultati all’interno di ciascuna scuola, confrontando quindi gli esiti di approcci
didattici differenti. Questi semplici confronti possono esercitare un’influenza molto positiva
nella promozione del miglioramento dall’interno di ciascuna istituzione scolastica. Mediante il
confronto, non tanto in termini di graduatorie, ma di attenta analisi degli esiti di scelte
differenti, è possibile individuare punti di forza e di debolezza di determinate scelte didattiche e
organizzative. Già l’attuale modalità di restituzione dei dati7 del SNV a ciascuna istituzione
scolastica consente di redigere un rapporto di scuola che metta in evidenza gli aspetti
fondamentali circa le modalità di realizzazione degli apprendimenti di base.
Inoltre, la raccolta di dati di contesto per la V primaria e per la prima classe della scuola
secondaria di primo grado consente di arricchire ulteriormente le informazioni per ciascuna
scuola. Tali dati consentiranno all’INVALSI di restituire a tutte le istituzioni scolastiche un
rapporto di scuola con il valore aggiunto della scuola medesima. In questo modo, ciascuna
istituzione scolastica può valutare la crescita dei livelli di apprendimento dei propri allievi al
netto dell’effetto di variabili che non sono sotto il controllo diretto della scuola stessa,
tipicamente la condizione socio-economico-culturale degli allievi8.

L’ampia disponibilità di dati, tra i quali anche quelli del valore aggiunto, consente di
evidenziare il rapporto dialettico e di mutuo vantaggio tra la valutazione di scuola e la
misurazione standardizzata degli apprendimenti. Mentre la seconda assume soprattutto una
valenza comparativa, sia in una prospettiva sincronica sia diacronica, la prima permette di
cogliere tutti gli aspetti formativi e individuali che, per definizione, non possono essere rilevati
mediante una misurazione uguale per tutto il Paese.


Considerazioni conclusive
La piena realizzazione del Servizio nazionale di valutazione rappresenta una possibilità molto
importante per l’Italia che, in questo modo, si dota come è avvenuto in altri paesi sviluppati di
un’infrastruttura immateriale strategica per promuovere il miglioramento della formazione e
dell’istruzione dei propri cittadini. Per poter realizzare a pieno questo ambizioso obiettivo è
fondamentale che tutti i soggetti si facciano trovare pronti alle diverse sfide che pone il
mantenimento di un sistema nazionale di valutazione. In primo luogo, l’INVALSI deve
mantenere alto il livello scientifico, operativo e informativo del sistema che sta giungendo al
suo compimento in base alle disposizioni del legislatore. L’amministrazione scolastica centrale
e periferica deve, d’altro canto, garantire la continuità del sistema, curandone la stabilità e il
radicamento nel tessuto educativo del Paese. Infine, ma non da ultimo, le scuole devono
adottare tutte le misure per far sì che i dati del Servizio nazionale di valutazione vengano
effettivamente utilizzati, evitando che le rilevazioni nazionali divengano un mero adempimento
e facendo in modo che esse siano uno dei motori in grado di mantenere sempre viva la
tensione al miglioramento che garantisce la crescita del sistema educativo nazionale.

La grossa disponibilità di dati è molto importante per tutti gli stakeholder poiché i risultati delle
rilevazioni possono permettere di conoscere e governare la scuola partendo da
rappresentazioni della realtà molto più precise, articolate e fondate su una base empirica.
Certamente le analisi basate sul valore aggiunto rappresentano una pista di studio molto
importante e ricca di possibili applicazioni e approfondimenti, riservando particolare attenzione
a tutte le implicazioni che essa comporta.




7
  Ogni scuola può accedere individualmente e in forma riservata ai propri esiti mediante il sito web
dell’INVALSI.
8
  Per maggiori dettagli sul concetto di valore aggiunto si veda Martini e Ricci, 2010 (op. cit.).
Riferimenti bibliografici
Campodifiori E., Figura E., Papini M., Ricci R. (2010), Un indicatore di status socio-economico-
culturale degli allievi della quinta primaria in Italia, Collana Working Papers INVALSI, n.
2/2010, http://www.invalsi.it/download/wp/wp02_Ricci.pdf
Cipollone P., Sestito P. (2010), Il capitale umano, Il Mulino, Bologna.
INVALSI (2008a), Quadro di riferimento di Italiano, (http://www.invalsi.it/snv0910/)
INVALSI (2008b), Quadro di riferimento di Matematica, (http://www.invalsi.it/snv0910/)
INVALSI                 (2009),                Rapporto                 SNV             2008/09,
(http://www.invalsi.it/download/Rapporto_SNV_08_09.pdf)
INVALSI                 (2010),                Rapporto                 SNV             2009/10,
(http://www.invalsi.it/download/Rapporto_SNV_09_10.pdf)
Figura E., Ricci R. (2009), Trasparenti ed affidabili, L'Ecole Valdôtaine, 83, 44-47.
Martini A., Ricci R., (2010), Un esperimento di misurazione del valore aggiunto delle scuole
sulla base dei dati PISA 2006 del Veneto, Rivista di Economia e Statistica del territorio, 3, 78-
105
Ricci R. (2010), Il processo di costruzione delle prove INVALSI, L’educatore, Annata
2009/2010, 12, 37-40.

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R. Ricci: Il Servizio Nazionale di Valutazione dell’INVALSI: un’infrastruttura immateriale per il miglioramento del sistema scolastico italiano

  • 1. VERSIONE PROVVISORIA Il Servizio Nazionale di Valutazione dell’INVALSI: un’infrastruttura immateriale per il miglioramento del sistema scolastico italiano∗ Roberto Ricci1 INVALSI2 A partire dall’inizio degli anni 2000, con una prima fase di avvio sperimentale, anche l’Italia si è dotata di un Servizio nazionale di valutazione (SNV) che nell’intenzione del legislatore deve assumere carattere di stabilità e periodicità. Negli ultimi decenni la quasi totalità dei paesi avanzati ha introdotto rilevazioni standardizzate sugli apprendimenti di base nella scuola primaria e secondaria. Diversi sono gli elementi che differenziano il sistema di un paese da quello di un altro, tuttavia, tutti si basano sulla regolarità delle rilevazioni e sulla stabilità degli ambiti di indagine. Ciò non significa che non vi siano esperienze in cui vengono rilevati anche ambiti di contenuti diversi nel tempo, ma questo avviene aggiungendo periodicamente alcuni oggetti d’indagine, ma quelli attinenti ai cosiddetti ambiti fondamentali, tipicamente la comprensione della lettura nella lingua madre del paese e la matematica, mantengono il carattere della stabilità e della stretta periodicità. Questo impianto condiviso da molti sistemi scolastici dell’area OCSE permette di garantire ai diversi paesi un’infrastruttura immateriale in grado di fornire informazioni attendibili, comparabili e solide sugli apprendimenti scolastici di base prodotti dalla scuola primaria e secondaria. La stabile periodicità delle rilevazioni degli apprendimenti di base e la costanza nella scelta degli ambiti di rilevazione consentono inoltre di valutare i risultati raggiunti dal sistema scolastico anche in una prospettiva diacronica e, come sarà evidenziato in seguito, anche in un’ottica di misurazione del valore aggiunto, ossia dell’incremento dei livelli di preparazione realizzati principalmente in seguito all’azione didattico-educativa di ciascuna scuola. Il Servizio nazionale di valutazione L’attuale assetto del Servizio nazionale di valutazione ha avuto inizio con l’introduzione della Prova nazionale all’interno dell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione, passando poi alla somministrazione delle prove standardizzate in tutto il Paese, prima nelle classi II e V della scuola primaria, poi anche nella classe I della scuola secondaria di primo grado per poi andare a pieno regime a partire dall’anno scolastico 2010-2011 con il coinvolgimento della scuola secondaria di secondo grado. In particolare, per la scuola primaria sono già state quindi attuate due rilevazioni su scala nazionale (a.s. 2008-2009 e a.s. 2009- 2010), la prima su base volontaria e la seconda obbligatoria e censuaria, a livello sia di scuola ∗ Il presente lavoro è apparso in forma più estesa in Rivista trimestrale di scienza dell’amministrazione scolastica: Casi e questioni tra diritto e organizzazione, 4, 2010. 1 Responsabile del Servizio nazionale di valutazione dell’INVALSI. Le opinioni espresse sono da attribuirsi all’autore e non impegnano la responsabilità dell’Istituto di appartenenza. 2 Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione (INVALSI).
  • 2. sia di studente. E’ molto importante osservare che anche quando la rilevazione degli apprendimenti è avvenuta per adesione spontanea, la partecipazione della scuola primaria ha ampiamente superato il 70 per cento delle istituzioni scolastiche, dimostrando ancora una volta l’apertura e l’interesse ai temi della valutazione di questo segmento dell’istruzione (INVALSI, 2009). Per poter realizzare un Servizio nazionale di valutazione in grado di rispondere adeguatamente al dettato del legislatore e per realizzare un’infrastruttura realmente capace di dotare le scuole di uno strumento, tra altri, per promuovere il miglioramento dei risultati conseguiti, l’INVALSI è stato chiamato a effettuare precise scelte tecniche e strategiche coerenti con l’importante obiettivo di fornire una misura solida e comparabile dei livelli di apprendimento in alcune aree disciplinari cruciali per la crescita individuale degli studenti e generale del Paese. Analogamente alle più importanti esperienze internazionali (OCSE-PISA3, IEA-TIMSS4, IEA- PIRLS5, ecc.) e nazionali il SNV si fonda sulla definizione dei quadri di riferimento per la valutazione, resi pubblici diverso tempo prima delle rilevazioni nazionali (INVALSI, 2008a, 2008b). I quadri di riferimento sono un documento fondamentale alla base di qualsiasi valutazione fondata su prove oggettive standardizzate6. Essi rivestono non solo un insostituibile ruolo tecnico, ma segnano anche il discrimine che può rendere una rilevazione dei livelli di apprendimento prodotti da un sistema scolastico un’operazione trasparente e, soprattutto, in grado di fornire importanti informazioni non solamente a chi deve governare il sistema, ma anche alle singole scuole e ai docenti per conoscere, anche in chiave comparativa, punti di forza e di debolezza dell’azione didattica. Un altro pilastro sul quale si fonda una valutazione affidabile degli apprendimenti è la solidità e l’adeguatezza delle prove mediante le quali sono effettuate le misurazioni. E’ fondamentale che esse vengano costruite nel pieno rispetto di modalità tecnico-scientifiche applicate dai maggiori organismi internazionali che effettuano rilevazioni su larga scala degli apprendimenti. La costruzione delle prove oggettive standardizzate richiede un grosso sforzo per individuare le domande più adeguate sia in termini di rispondenza al quadro di riferimento sia rispetto alla formulazione e alla capacità misuratoria dal punto di vista tecnico-statistico. Per realizzare il difficile compito di reperire un grosso numero di domande di elevata qualità, l’INVALSI ha deciso di avvalersi della insostituibile collaborazione di un’ampia platea di docenti ed esperti provenienti dal mondo della scuola e dell’università. Ciò si è rivelata una scelta vincente per poter giungere alla costruzione di prove efficaci e adeguate dal punto di visto tecnico- misuratorio, ma, allo stesso tempo, vicine, anche se non necessariamente coincidenti, alle più diffuse prassi didattico-metodologiche. La predetta scelta è stata cruciale poiché si è dimostrato che solo chi opera direttamente nel mondo delle scuola e dell’università è in grado di formulare domande adeguate e significative. La conoscenza approfondita dei programmi, delle prassi, dei processi cognitivi e delle difficoltà degli studenti è fondamentale e irrinunciabile per costruire delle prove adeguate e in grado di fornire informazioni ricche e approfondite per tutti i soggetti interessati. Un altro snodo fondamentale nella costruzione delle prove è rappresentato dall’analisi quali- quantitativa effettuata sulle prove anche mediante l’applicazione di precise tecniche statistico- 3 Programme for International Student Assessment. 4 International Association for the Evaluation of Educational Achievement - Trends in International Mathematics and Science Study. 5 International Association for the Evaluation of Educational Achievement - Progress in International Reading Literacy Study. 6 In questa sede per prove oggettive standardizzate si intendono prove costruite in modo che la loro correzione possa avvenire secondo modalità riproducibili e non dipendenti dal soggetto che effettua la correzione stessa.
  • 3. psicometriche sui dati ottenuti mediante pre-test effettuati in tutto il Paese. Da quanto brevemente illustrato risulta evidente che la costruzione di un Servizio nazionale di valutazione è complessa e si basa su alcuni pilastri fondamentali, necessari affinché le misurazioni su larga scala siano affidabili e realmente informative. Naturalmente anche la definizione e il conseguente rispetto di un articolato e dettagliato piano di somministrazione delle prove sono una condizione necessaria affinché i risultati dell’intera operazione siano realmente informativi per tutta la comunità scolastica e, in generale, per tutti i portatori d’interesse rispetto al sistema scolastico del Paese (Figura e Ricci, 2009). I risultati del Servizio nazionale di valutazione e le loro implicazioni La realizzazione di un Servizio nazionale di valutazione sulla base degli elementi illustrati nel paragrafo precedente permette di ottenere risultati affidabili e, soprattutto, che consentono letture su diversi piani e con finalità differenti, anche se strettamente interconnesse. In linea del tutto generale, si possono individuare due principali chiavi di lettura dei risultati del Servizio nazionale di valutazione della scuola primaria e secondaria: 1) l’analisi degli esiti per governare il sistema scolastico, 2) l’analisi dei risultati per un’efficace gestione della singola scuola in termini di livelli di apprendimento raggiunti dagli allievi in alcuni ambiti fondamentali e conseguente utilizzo dei risultati per la promozione del miglioramento delle pratiche didattiche e per il consolidamento di quelle maggiormente efficaci. Gli esiti del Servizio nazionale di valutazione e il governo del sistema scolastico Uno dei possibili utilizzi dei risultati della rilevazione nazionale sui livelli di apprendimento raggiunti dagli allievi della scuola primaria e secondaria riguarda il governo del sistema scolastico. In questo modo è possibile realizzare e promuovere azioni che migliorino gli esiti complessivi salvaguardando sia la qualità degli apprendimenti prodotti sia l’equità del sistema, ossia la reale capacità di garantire su tutto il territorio nazionale un servizio scolastico di qualità, in grado di promuovere la formazione del capitale umano che, come noto, rappresenta una risorsa strategica per ogni paese avanzato (Cipollone e Sestito, 2010). La conoscenza dei livelli di apprendimento prodotti dal sistema scolastico nel suo complesso costituisce un punto di partenza fondamentale per qualsiasi valutazione delle azioni promosse dall’amministrazione scolastica, centrale e periferica. Conoscere su base periodica e con risultati comparabili quali sono gli apprendimenti conseguiti dagli allievi che frequentano la scuola italiana è fondamentale per valutare la tenuta complessiva del sistema, specie quando esso si basa, come nel caso italiano e di molti altri paesi dell’area OCSE, sull’autonomia organizzativa e gestionale delle singole istituzioni scolastiche. Il predetto obiettivo può essere raggiunto solo da un servizio di valutazione che a cadenza periodica costante misuri gli apprendimenti relativi agli stessi ambiti di competenza. In questo modo sono possibili valutazioni sincroniche e diacroniche, anche in una prospettiva di valore aggiunto (Martini e Ricci, 2010). E’ fondamentale per chi governa a diversi livelli il sistema scolastico conoscere quali sono i risultati medi raggiunti dagli allievi negli apprendimenti fondamentali, tipicamente la comprensione della lettura e della matematica. In questo modo è possibile monitorare ogni anno quali sono i livelli medi di apprendimento che la scuola primaria e secondaria riesce a garantire agli allievi. Se da un lato è fuori discussione che gli obiettivi formativi del sistema scolastico del Paese non si possono esaurire nel garantire buoni risultati nella comprensione della lettura e della matematica, dall’altro è chiaro che questi ambiti rivestono un ruolo fondamentale e insostituibile nella costruzione dei saperi e delle competenze fondamentali per la formazione dei futuri cittadini. Da ciò segue il loro carattere strategico e l’importanza che risultati soddisfacenti vengano raggiunti da tutti gli studenti o per lo meno da un’ampia fascia
  • 4. di allievi, specie quando ci si riferisce alla scuola primaria e secondaria di primo grado. Come accennato in precedenza, la predetta finalità è importante non solo per garantire l’equità del sistema scolastico nel suo complesso, ma anche la sua efficienza, intesa come un innalzamento complessivo dei risultati prodotti in termini di costruzione del capitale umano del Paese. Un esempio tra tanti può servire per mostrare l’utilità del Servizio nazionale di valutazione basato su rilevazioni periodiche e sugli stessi ambiti di apprendimento. Specie nella scuola primaria, è noto che un sistema scolastico ben funzionante dovrebbe garantire risultati medi molto simili in ogni scuola e la variabilità degli esiti rispetto alla media dovrebbe essere quasi tutta all’interno delle scuole dovuta alla naturale differenza degli allievi. In termini più espliciti, se si verifica una situazione come quella descritta, ciò significa che il sistema è in grado di offrire in tutte le sue scuole opportunità formative molto simili e, come si deve auspicare, di buon livello. Se come nel caso del Servizio nazionale di valutazione realizzato dall’INVALSI, si dispone dei risultati di una o più prove della stessa disciplina somministrate a tutti gli allievi del Paese, la valutazione della rispondenza al predetto modello è molto semplice da realizzare. E’ sufficiente misurare l’incidenza sulla variabilità complessiva dei risultati di tutti gli allievi della variabilità tra le scuole e dentro le scuole, rispettivamente. I risultati delle rilevazioni del Servizio nazionale di valutazione hanno messo in luce una situazione molto differenziata all’interno del Paese, con un’incidenza della variabilità tra le scuole su quella totale nella norma, sia nella prova di comprensione della lettura sia in quella di matematica, nelle regioni centro-settentrionali e un peso più preoccupante nel Mezzogiorno della variabilità dei risultati tra le scuole sulla loro variabilità complessiva. In entrambe le classi indagate della scuola primaria (II e V primaria) e in entrambi gli ambiti di rilevazione l’incidenza della variabilità tra le classi su quella totale oscilla attorno al 10-15 per cento nelle regioni settentrionali, per passare a valori compresi tra il 20-25 per cento nel Centro e per superare ampiamente il 30 per cento nel Sud, con punte molto preoccupanti per la matematica. Inoltre, tale divario sembra aumentare nella scuola secondaria di primo grado (INVALSI, 2010). L’esempio appena citato è solo uno tra i tanti possibili per mostrare come le analisi basate su prove standardizzate nazionali possano favorire una conoscenza approfondita del sistema scolastico e degli esiti da esso prodotti. In questo modo si può meglio comprendere come non sia importante conoscere solamente i risultati medi espressi su una metrica uguale per tutto il Paese, ma anche poter valutare l’incidenza di altri aspetti, non da ultimo la condizione socio- economico-culturale degli allievi presenti in ciascuna scuola (Campodifiori et al., 2010). La ricaduta degli esiti del Servizio nazionale di valutazione all’interno delle scuole Un’altra possibile modalità di utilizzo dei risultati del Servizio nazionale di valutazione riguarda la lettura a livello di singola scuola. In questo modo anche il SNV può essere un importante fattore per la promozione del miglioramento del servizio educativo fornito da ciascuna istituzione scolastica alla collettività. Come accennato in precedenza, le rilevazioni standardizzate, se svolte a livello censuario come nel caso del SNV, mettono a disposizione di ciascuna scuola una molteplicità di analisi che permettono di confrontare gli esiti complessivi di scuola con quelli del Paese, della regione di appartenenza e di altri ambiti territoriali, ma anche di comparare i risultati all’interno di ciascuna scuola, confrontando quindi gli esiti di approcci didattici differenti. Questi semplici confronti possono esercitare un’influenza molto positiva nella promozione del miglioramento dall’interno di ciascuna istituzione scolastica. Mediante il confronto, non tanto in termini di graduatorie, ma di attenta analisi degli esiti di scelte differenti, è possibile individuare punti di forza e di debolezza di determinate scelte didattiche e
  • 5. organizzative. Già l’attuale modalità di restituzione dei dati7 del SNV a ciascuna istituzione scolastica consente di redigere un rapporto di scuola che metta in evidenza gli aspetti fondamentali circa le modalità di realizzazione degli apprendimenti di base. Inoltre, la raccolta di dati di contesto per la V primaria e per la prima classe della scuola secondaria di primo grado consente di arricchire ulteriormente le informazioni per ciascuna scuola. Tali dati consentiranno all’INVALSI di restituire a tutte le istituzioni scolastiche un rapporto di scuola con il valore aggiunto della scuola medesima. In questo modo, ciascuna istituzione scolastica può valutare la crescita dei livelli di apprendimento dei propri allievi al netto dell’effetto di variabili che non sono sotto il controllo diretto della scuola stessa, tipicamente la condizione socio-economico-culturale degli allievi8. L’ampia disponibilità di dati, tra i quali anche quelli del valore aggiunto, consente di evidenziare il rapporto dialettico e di mutuo vantaggio tra la valutazione di scuola e la misurazione standardizzata degli apprendimenti. Mentre la seconda assume soprattutto una valenza comparativa, sia in una prospettiva sincronica sia diacronica, la prima permette di cogliere tutti gli aspetti formativi e individuali che, per definizione, non possono essere rilevati mediante una misurazione uguale per tutto il Paese. Considerazioni conclusive La piena realizzazione del Servizio nazionale di valutazione rappresenta una possibilità molto importante per l’Italia che, in questo modo, si dota come è avvenuto in altri paesi sviluppati di un’infrastruttura immateriale strategica per promuovere il miglioramento della formazione e dell’istruzione dei propri cittadini. Per poter realizzare a pieno questo ambizioso obiettivo è fondamentale che tutti i soggetti si facciano trovare pronti alle diverse sfide che pone il mantenimento di un sistema nazionale di valutazione. In primo luogo, l’INVALSI deve mantenere alto il livello scientifico, operativo e informativo del sistema che sta giungendo al suo compimento in base alle disposizioni del legislatore. L’amministrazione scolastica centrale e periferica deve, d’altro canto, garantire la continuità del sistema, curandone la stabilità e il radicamento nel tessuto educativo del Paese. Infine, ma non da ultimo, le scuole devono adottare tutte le misure per far sì che i dati del Servizio nazionale di valutazione vengano effettivamente utilizzati, evitando che le rilevazioni nazionali divengano un mero adempimento e facendo in modo che esse siano uno dei motori in grado di mantenere sempre viva la tensione al miglioramento che garantisce la crescita del sistema educativo nazionale. La grossa disponibilità di dati è molto importante per tutti gli stakeholder poiché i risultati delle rilevazioni possono permettere di conoscere e governare la scuola partendo da rappresentazioni della realtà molto più precise, articolate e fondate su una base empirica. Certamente le analisi basate sul valore aggiunto rappresentano una pista di studio molto importante e ricca di possibili applicazioni e approfondimenti, riservando particolare attenzione a tutte le implicazioni che essa comporta. 7 Ogni scuola può accedere individualmente e in forma riservata ai propri esiti mediante il sito web dell’INVALSI. 8 Per maggiori dettagli sul concetto di valore aggiunto si veda Martini e Ricci, 2010 (op. cit.).
  • 6. Riferimenti bibliografici Campodifiori E., Figura E., Papini M., Ricci R. (2010), Un indicatore di status socio-economico- culturale degli allievi della quinta primaria in Italia, Collana Working Papers INVALSI, n. 2/2010, http://www.invalsi.it/download/wp/wp02_Ricci.pdf Cipollone P., Sestito P. (2010), Il capitale umano, Il Mulino, Bologna. INVALSI (2008a), Quadro di riferimento di Italiano, (http://www.invalsi.it/snv0910/) INVALSI (2008b), Quadro di riferimento di Matematica, (http://www.invalsi.it/snv0910/) INVALSI (2009), Rapporto SNV 2008/09, (http://www.invalsi.it/download/Rapporto_SNV_08_09.pdf) INVALSI (2010), Rapporto SNV 2009/10, (http://www.invalsi.it/download/Rapporto_SNV_09_10.pdf) Figura E., Ricci R. (2009), Trasparenti ed affidabili, L'Ecole Valdôtaine, 83, 44-47. Martini A., Ricci R., (2010), Un esperimento di misurazione del valore aggiunto delle scuole sulla base dei dati PISA 2006 del Veneto, Rivista di Economia e Statistica del territorio, 3, 78- 105 Ricci R. (2010), Il processo di costruzione delle prove INVALSI, L’educatore, Annata 2009/2010, 12, 37-40.