1. SEDE LOCALE DI
SASSARI
Le Mutilazioni
Genitali Femminili
Antonio Pileri – LORA 2008/2009
2. Cosa sono le Mutilazioni Genitali
Femminili??
Le mutilazioni genitali femminili (MGF) sono un’insieme di pratiche
barbare presenti in 27 paesi dell’Africa Sub Sahariana e in Egitto, che
consiste nell’ablazione totale o parziale del clitoride(clitoridectomia), delle
piccole labbra e, nella forma nota con il nome di infibulazione(ne esistono
diversi tipi), nella cucitura delle grandi labbra in modo da restringere
l’apertura vaginale lasciando solo un piccolo foro per il passaggio del
flusso mestruale e dell’urina.
3. Quanto sono Diffuse???
Secondo stime dell’UNFPA, Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione, si stima
che 130 milioni di donne nel mondo hanno subito questa pratica e che 3 milioni di
bambine all’anno vengono mutilate per “tradizione”.
4. Tipi di Mutilazioni
Tipo I: resezione del prepuzio clitorideo
con o senza l’escissione di parte o
dell’intero clitoride.
Tipo II: resezione del prepuzio e del clitoride
e rimozione parziale o totale delle piccole
labbra.
Tipo III: escissione parziale o totale dei
genitali esterni. I due lati della vulva vengono
cuciti con una sutura o con spine, riducendo
la dimensione dell’orifizio della vulva e
lasciando solo un piccolo passaggio
nell’estremità inferiore, per l’emissione del
flusso mestruale e dell’urina.
5. Esiste inoltre il Quarto tipo di Mutilazione, che è
un raggruppamento di altre barbare pratiche:
•piercing,
•Pricking(Foratura)
•incisione del clitoride e/o delle labbra
•allungamento del clitoride e/o delle labbra
•cauterizzazione per ustione del clitoride e dei tessuti circostanti
•raschiatura dell’orifizio vaginale (angurya cuts)
• taglio della vagina (gishiri cuts)
• introduzione di sostanze corrosive nella vagina per causare sanguinamento
• immissione di erbe allo scopo di restringere la vagina
6. Perché tutto ciò???
Le origini delle mutilazioni sessuali femminili sono legate a tradizioni
dell’antico Egitto (da qui il nome di infibulazione faraonica). Si calcola che
in Egitto ancora oggi tra l'85% e il 95% delle donne abbia subito
l'infibulazione. La Somalia, dove la pratica è diffusa al 98% ,è stata definita
dall'antropologo de Villeneuve le pays des femmes cousues, il paese delle
donne cucite.
L'infibulazione e l'escissione del clitoride non sono menzionate dal
Corano. Alcuni islamici sostengono invece che tale pratica sia prescritta in
alcuni hadith (quot;dettiquot;) del profeta Maometto: in uno egli dice ad
un’operatrice che stava per praticare l'intervento ad una bambina, quot;taglia
ma non distruggerequot;; in un altro hadit egli definisce questa pratica una
makruma, cioè un'azione nobile, dignitosa. Di qui il fatto che la
giurisprudenza coranica ammette, fra le cause di divorzio, difetti fisici della
sposa, come ad esempio una circoncisione mal riuscita. Il padre del Kenya
moderno, Jomo Kenyatta, difese l'infibulazione come una pratica culturale
importante.
Il presidente Thomas Sankara mise al bando con una legge nel 1985
l'escissione e l'infibulazione in Burkina Faso.
Nel cristianesimo le mutilazioni, anche quelle autoinflitte, sono
considerate un peccato contro la santità del corpo e sono quindi proibite.
Wikipedia
7. Effetti sulla Donna
Questa pratica è nata per conservare la verginità della donna e offrire
inoltre una garanzia allo sposo della sua purezza, dunque sono
impossibilitate ad avere rapporti fino defibulazione (la scucitura della
vulva), che viene effettuata direttamente dallo sposo prima della
consumazione del matrimonio. Dopo ogni parto viene effettuata una nuova
infibulazione per ripristinare la situazione prematrimoniale. Questa
mutilazione però rende la donna incapace di provare piacere nel sesso con
il coniuge.
Le conseguenze per la donna sono tragiche, in quanto perde gran parte del
piacere sessuale a causa della rimozione del clitoride e i rapporti diventano
dolorosi e abbastanza difficoltosi, spesso insorgono cistiti, ritenzione
urinaria e infezioni vaginali.
8. Il Simbolo della Lotta
Rappresenta la violazione e la distruzione della femminilità
13. La Legge Italiana in Merito
La Legge n°7 del 9 Gennaio 2006, è stata promulgata dal governo per proteggere
le donne da questa pratica barbarica e inutile lesiva della dignità e dell’integrità
fisica della donna.
Finalità:
In attuazione degli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione e di quanto sancito dalla
Dichiarazione e dal Programma di azione adottati a Pechino il 15 settembre 1995 nella
quarta Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne, la presente legge detta le
misure necessarie per prevenire, contrastare e reprimere le pratiche di mutilazione
genitale femminile quali violazioni dei diritti fondamentali all'integrità della persona e alla
salute delle donne e delle bambine.
Pene particolarmente gravi sono dettate per chi in assenza di esigenze
terapeutiche, cagiona una mutilazione degli organi genitali femminili (fino a 12 anni
di carcere), aumentate se la vittima è una minorenne. Inoltre se il reo è medico
iscritto all’albo è prevista la radiazione dall’albo e dunque l’esclusione
dall’esercizio della professione.
14. Mutilazioni genitali femminili,
30mila casi in Italia
Liliana Ocmin, Vicepresidente del comitato per le Pari Opportunità, ha affermato:
«In Italia sono circa 40.000 le donne che hanno subito l'infibulazione. L'Italia è
oggi
la nazione europea che, per la particolare tipologia di flussi migratori, risulta il
Paese con il più alto numero di donne infibulate».[
Avvenire
15. Lottare contro queste barbarie:
La campagna “Stop FGM!” ha l’obiettivo di contribuire alla
costruzione e al consolidamento della partnership tra le
organizzazioni africane ed internazionali che lottano per
l’eradicazione delle MGF e al tempo stesso spingere
l’opinione pubblica africana e araba a guardare con favore
all’abbandono della pratica.
Inoltre, le attività previste sono state pianificate in modo da
rafforzare il fronte internazionale di attori che lotta contro le
MGF con approcci, strategie e contenuti comuni.
La campagna “Stop FGM!” è stata concepita e condotta da
AIDOS, Associazione italiana donne per lo sviluppo, e NPSG,
Non c’è Pace Senza Giustizia, con la collaborazione di
TAMWA, Tanzania Media Women Association, ed altre 7
ONG in Gambia, Mali, Burkina Faso, Egitto, Somalia, Kenya.
16. Cosa si è Ottenuto
La conferenza del Cairo, svoltasi nel giugno del 2003, ha
rappresentato una tappa fondamentale della campagna “Stop
FGM!”. Nella dichiarazione finale, adottata da tutti i
partecipanti, questa pratica tradizionale viene unanimemente
condannata, chiedendo ai governi, ai rappresentanti delle
organizzazioni internazionali e nazionali, ai rappresentanti
della sociaetà civile e ai leaders religiosi un maggiore impegno
e determinazione nel promuovere gli strumenti legislativi per
la prevenzione di questa pratica. Nella dichiarazione si
sottolinea inoltre l’importanza fondamentale della
comunicazione e dell’educazione per una maggiore presa di
coscienza sulle gravi conseguenze che queste pratiche
comportano per la salute delle donne, ledendone la dignità e
violandone profondamente i diritti fondamentali riconosciuti
dai Trattati Internazionali.