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Il corallo
       al Museo Agostino Pepoli




                                            Valeria Patrizia
                                               Li Vigni




Museo Interdisciplinare Regionale “A. Pepoli”
   La pesca del corallo ha subito
    una evoluzione: dalla pesca a
    reti con l’utilizzo di uno
    strumento per recidere il corallo
    all’uso di un attrezzo “la croce di
    S. Andrea” (quest’ultima vietata
    dalla U.E. nel 1994).
   La pesca del corallo, mediante la
    nuova tecnologia di immersione
    subacquea, è diventata meno
    distruttiva e più selettiva con il
    limitarsi a raccogliere solo
    corallo senza danneggiare altro
Il corallo rosso rappresenta una ricchezza naturale e culturale di
grande valore. E’ nostro compito, con una intelligente gestione , far
sì che questo valore si mantenga nel tempo……..
                                                  (Riccardo Cattani Vietti)


                               << La colonia
                               di corallo rosso
                               può assumere
                               forme e colori
                               anche molto
                               diverse


                                                          rara forma rosa




       corallaro con
       ricco bottino
Legislazione:linee per gestire il corallo




a)Regolarne     la pesca con leggi basate sui risultati della ricerca scientifica;
b)non considerare il corallo inesauribile;
c)Non esercitare la pesca con strumenti distruttivi sia per il corallo che per
   l’ambiente nel quale vive;
d)Far riposare i banchi sfruttati per almeno 10 anni per consentirne la
   ricrescita;
e)Tentare di ripopolare aree sfruttate (gestione delle risorse e ricerca
   scientifica)
f) Salvaguardare la vita dell’uomo in immersione
   Alcuni Centri di ricerca (Museo Oceanografico di Montecarlo e la
    Stazione Zoologica “A. Dohrn” di Napoli) hanno elaborato la
    sperimentazione di trapianto del corallo rosso che ha avuto esito
    favorevole.
   Su tali linee si è orientata la normativa vigente per la corretta
    gestione della pesca del corallo.
Le forme del corallo dalla natura al design




   Analisi diacronica del corallo: dalla sua più lontana
    comparsa nella storia dell’uomo fino ai nostri giorni
    attraverso gli usi e le funzioni assolte
il corallo



Strumenti di raccolta
Associazione Tutela Tradizioni Popolari Trapanesi - Il corallo
ingegno
il corallo. prelevamento
                                     <<< Il corallo veniva prelevato con una
                                     particolare imbarcazione, dotata di idonea
                                     attrezzatura, la corallina, una paranza
                                     ordinaria… con il fiocco, una vela latina e
                                            l’ingegno …….




   così scriveva Ferdinando Marsigli, nel suo saggio Intorno alla storia
    del mare (Venezia,1711): “… figurava lo ingegno adoperato dai
    pescatori corallini: due travicelli di legno attonditi e posti in croce, con
    legati al di sotto dell’intersezione una pietra squadrata che fa da
    zavorra” . Ecco la croce dell’ingegno!
Dipinto murale (Cappella dei Pescatori della Chiesa dell’Annunziata
a Trapani): riproduce la pesca del corallo con un metodo praticato a
Trapani nel XVI sec.
La pesca del corallo




Pavimento maiolicato raffigurante la città di Trapani e le barche coralline
La lavorazione del corallo
   Il corallo grezzo veniva lavorato
    nelle botteghe trapanesi… in via
    dei Corallari. Al lavoro
    prendevano parte sia uomini che
    donne, i primi si occupavano del
    lavoro di lima, le seconde della
    bucatura, arrotondatura,
    arrotatura, brunitura e lustratura.
    L’operazione preliminare
    consisteva nel liberare i rami dal
    rivestimento esterno, il
    cenosarco, con l’ausilio di
    raschietti di ferro……
   …. il ramo veniva poi lucidato con mola,
    smeriglio o sabbia di Tripoli.




                                               mola a mano ad acqua
   …. Per mezzo di una lima si separavano i rami dal tronco
    segnandolo con piccole tacche, per mezzo della spada (una lunga
    lima)




Bulini e attrezzi
foratura con il trapano ad archetto

                                      …ogni pezzetto di corallo…
                                      veniva forato da parte a parte
                                      con il fusellino, un sottile ago
                                      montato a guisa di trapano,
                                      funzionante grazie ad un
                                      archetto temperato a olio.
                                      Questa operazione veniva
                                      eseguita bagnando il pezzo in
                                      modo continuo per evitarne la
                                      rottura.
                                      I pezzi forati venivano poi
                                      sottoposti all’azione di una
                                      pietra cote per l’arrotondatura
                                      e la sfaccettatura e quindi
                                      sfregati su un disco orizzontale
                                      coperto di smeriglio fin quando
                                      non fossero ben lisci.
barilotto in legno per la lucidatura del corallo
tappo in ottone a vite               … si passava quindi alla
                                        lucidatura …. con stagno
                                        calcinato, con il buratto
                                        contenente sostanze
                                        abrasive, o più
                                        semplicemente, agitando i
                                        pezzi dentro un sacco di
                                        tela grossa con sabbia o
                                        acqua e pomice in
                                        polvere…
                                     … un tempo avveniva in
                                        appositi barilotti….oggi, si
                                        procede con sofisticati
                                        trapani ad acqua, così
                                        come la lucidatura, nelle
                                        botti, viene fatta con la
                                        rotazione elettrica e non più
                                        a manovella
Sistema di fissaggio dell’asse
            del barilotto >>
… le tecniche di lavorazione,
patrimonio dei pochissimi
artigiani rimasti che hanno
appreso il mestiere da bambini
sono rimaste pressochè
immutate rispetto al passato….
nell’ausilio delle tecniche
moderne può venire in
soccorso solo il rinnovato
accordo tra “il sapere della
mente” e “il sapere della
mano”…
Ecco al lavoro Platimiro
Fiorenza, tra gli ultimi
rappresentanti di questa illustre
tradizione, un “ammutinato
della storia”……
Platimiro Fiorenza impegnato nel forgiare il corallo nella
sua bottega a Trapani
Platimiro Fiorenza, corallaro di Trapani
corallo e simbolismo
   Ampia mitologia sull’origine del sangue che
    sgorga dalla testa mozzata della Medusa
   La figlia di Forcio commise l’errore di
    accompagnarsi con Poseidone, che scatenò
    l’ira di Athena che la trasformò in un essere
    mostruoso (la Medusa). Uccisa da Perseo la
    sua testa rotolò sulla spiaggia irrorando di
    rosso le alghe che si pietrificarono.
   Dall’epoca preistorica all’epoca pre-classica si
    raccoglieva sulla spiaggia.
   In epoca romana Il corallo veniva raccolto dai
    marangoni o urinatores a basse profondità.
   Plinio ci parla di una pesca specializzata del
    corallo con particolari reti pesanti di piccola
    taglia.
   Primordiale ingegno è esposto al Museo di
    Marsiglia.
   Tracce di corallo ritrovate nel relitto di una
    nave medievale a nord di Alghero.
Devozione e religiosità nella raccolta
                   del corallo


•Lapide Museo Pepoli proveniente dalla Chiesa di Santa
Lucia di Trapani
•Lapide Biblioteca Fardelliana
Elementi magico-apotropaici

   Fascie ombelicali
   Spille da balia
   Mano a fico
   Serpenti (scursuna)




                          Mano a fico
•profilattico per i morsi di animali velenosi
•talismano in battaglia o viaggi rischiosi
•farmaco adatto a contrastare le emorragie
•Utilizzato per tisane rinfrescanti
• polveri per curare le malattie della pelle
• elemento ben augurante nei matrimoni
•Usato dalle balie come elemento apotropaico
per l’abbondanza del latte
   Il corallo… racchiude in sé tutte le magie ed è
    “amuleto degli amuleti, talismano dei talismani, esso è
    un toccasana generale” (G. Tescione “Il corallo nella
    storia”).




                         Grande saliera
   Protettore della casa dalla apparizione dei demoni e
    dei fulmini




                       Spilla pesciforme
Associazione Tutela Tradizioni Popolari Trapanesi - Il corallo
I GRANDI CAPOLAVORI DEL
                            CORALLO.
               Il Corallo di Trapani del XVII e XVIII
                               secolo
La mostra, suddivisa in cinque sezioni e due laboratori, ci
conduce alla scoperta della storia del corallo dal suo ingresso
trionfale nelle settecentesche Stanze delle Meraviglie, le
Wunderkammern destinate a deliziare una ristretta cerchia di
fruitori, dall’analisi dei sistemi di raccolta, lavorazione e
commercializzazione, alle sue caratteristiche biologiche. La
mostra offre in termini diacronici le linee ed i principi del
rapporto uomo-mare che si estrinseca attraverso una
molteplicità i oggetti realizzati in determinati contesti Sociali e
naturali. I 120 preziosi capolavori realizzati con il corallo
trapanese illustrano la tradizione artistica dei maestri corallai. Il
periodo analizzato sarà quello dal tardo Cinquecento ai secoli
d’oro del Seicento e del Settecento.
Associazione Tutela Tradizioni Popolari Trapanesi - Il corallo
Pavimento maiolicato con veduta di Trapani e barche
    coralline - Maestranze Trapanesi, sec. XVIII
NATURALIA ET MIRABILIA
                              I sezione

Trattando anni or sono di Wunderkammern, le “stanze delle meraviglie”, i
luoghi privilegiati delle raccolte di naturalia e mirabilia tanto in voga tra il
Cinquecento ed il Seicento, non mancavamo di sottolineare come
nell’economia generale dello stupore, in quanto forma amplificata della
meraviglia, restasse pienamente dominante, centrale, lasciare insoluto il
quesito, se, nell’assoluta convergenza di arte e natura, gli stupefacenti pezzi
in esposizione fossero oggetti naturali o artificiali; …. Solo in tale contesto
così selezionato il corallo, del resto, trovava i margini più consoni al suo
successo; e per la natura stessa e la sua curiosità, in forte bilico per come lo
si credeva tra mondo vegetale e minerale, per non parlare poi del fascino
della forma e del suo colore, o delle virtù scaramantiche e terapeutiche
unanimemente riconosciutegli. Sicché senza timore di smentita si può ben
dire che il corallo abbia rappresentato il contributo maggiore della Sicilia alle
wunderkammen d’Europa e ai musei di scienze.”


Vincenzo Abbate
Associazione Tutela Tradizioni Popolari Trapanesi - Il corallo
Associazione Tutela Tradizioni Popolari Trapanesi - Il corallo
Coppia di pavoni – Prima metà sec. XVII
              Coll. privata
Ostensorio a forma di cuore
Seconda metà sec. XVII – Gall. Reg.le Palazzo Abatellis
Capezzale con Madonna di Trapani
         Inizi sec. XVIII
  Museo Int. Reg.le “A. Pepoli”
Lampada pensile
 Frà Matteo Bavera – 1633
Museo Int. Reg.le “A. Pepoli”
Trionfo con Apollo Sole
Maestranze trapanesi su disegno di Giacomo Amato
         Fine sec. XVII – Fond. Withaker
ROTTE E COMMERCI
                            II sezione



L’ originario interesse commerciale dell’oriente per il corallo, in Sicilia
vede come protagonisti indiscussi gli ebrei che, intuendone il forte
potenziale economico, lo trasformano in “nobil materia” grazie ad una
inimitabile abilità nella lavorazione. La Sicilia, del resto, offriva le
migliori condizioni perché si verificassero quelle fortunate
combinazioni capaci di produrre il grande”affare del corallo”
nell’economia e nell’arte trapanese e siciliana……Le notizie fornite
dalla documentazione di archivio sulla pesca del corallo trattano
abbondantemente delle società di pesca ad curallandum….Il
monopolio della lavorazione artigianale è degli ebrei trapanesi; si
intravede tuttavia nelle fonti, insieme all’iniziativa ebraica di aprire
piccole botteghe “ad laborandum corallum”, qualche episodico ed
isolato tentativo da parte di cristiani di inserirsi in tale attività;”

Aldo Sparti
Associazione Tutela Tradizioni Popolari Trapanesi - Il corallo
Associazione Tutela Tradizioni Popolari Trapanesi - Il corallo
Reliquiario con Santa Rosalia
        Sec. XVI-XVII
Museo Int. Reg.le “A.Pepoli”
Scatola
Seconda metà sec. XVII – Palermo, coll. privata
Trionfo con Carlo II
Maestranze trapanesi su disegno di Paolo e Giacomo Amato
      Fine sec. XVII – Gall. Reg.le Palazzo Abattellis
Diadema
Fine sec. XVIII inizi sec. XIX – Museo Int. Reg.le “A. Pepoli”
IL POTERE DEI SIMBOLI
                             III sezione




    l’esigenza di recuperare il patrimonio immateriale connesso agli
aspetti rituali e magico-religiosi legati al simbolismo profuso dalla
preziosa specie marina che diviene oggetto d’inestimabile valore,
enfatizza la valenza del corallo nel campo religioso e il rapporto tra
ritualità e religiosità.
    Attraverso la sua imponente presenza negli apparati ecclesiastici
che culmina nell’identificazione del corallo con il sangue di Cristo, si
ripercorre la sua valenza taumaturgica da amuleto a talismano da
indossare in tutte le fasi della vita, sotto forma di ciondolo, collana,
fascia ombelicale e rosario.

   Valeria Patrizia Li Vigni
Cintura
Fine sec. XVIII inizi sec. XIX – Museo Int.
           Reg.le “A. Pepoli”
Associazione Tutela Tradizioni Popolari Trapanesi - Il corallo
Associazione Tutela Tradizioni Popolari Trapanesi - Il corallo
Pianeta
     Manifattura messinese e trapanese
Fine sec. XVII – Museo Int. Reg.le “A. Pepoli
Calice
            Frà Matteo Bavera (attr.)
Prima metà sec. XVII – Museo Int. Reg.le “A. Pepoli
Ostensorio con pietre policrome                   Ostensorio
           Metà sec. XVII                    Prima metà sec. XVII
Gall. Int. Reg.le Palazzo Abatellis   Gall. Int. Reg.le Palazzo Abatellis
Fascia ombelicale
           Fine sec. XVIII
Gall. Int. Reg.le Palazzo Abatellis
Mano a fico
Sec. XVII – Museo Int. Reg.le “A. Pepoli
L’ARTEDEL CORALLO
                           IV sezione




   “Quella dei maestri trapanesi del corallo non è un'arte chiusa in se
stessa, all'interno di una bottega, ma attenta alla cultura che da più
parti raggiunge non solo Trapani, ma anche il capoluogo siciliano e
l'isola tutta. I corallari, peraltro, lavoravano spesso in collaborazione
con bronzisti, orafi e argentieri, scambiando esperienze con
maestranze diverse…..I corallari trapanesi prima si organizzarono in
consolato e poi in maestranza e già nel 1555, al tempo del vicerè De
Vega, partecipavano alla processione del cero con i loro consoli al
secondo posto.
 Francesco Pugnatore nel 1591 ricordava a proposito della lavorazione
del corallo l’esistenza di “venticinque botteghe, con diversi
lavoratori….

Maria Concetta Di Natale.
Associazione Tutela Tradizioni Popolari Trapanesi - Il corallo
Associazione Tutela Tradizioni Popolari Trapanesi - Il corallo
Coppia di ampolle
Inizi sec. XVII – Museo Int. Reg.le “A. Pepoli
Acquasantiera
           Fine sec. XVII
Gall. Int. Reg.le Palazzo Abatellis
Altarino con Madonna con Bambino
    Fine sec. XVI, inizi sec. XVII
            Coll. privata
Crocefisso
            Frà Matteo Bavera (attr.)
Prima metà sec. XVII – Museo Int. Reg.le “A. Pepoli
Paliotto architettonico
Manifattura messinese e trapanese
1653 – Museo Int. Reg.le “A. Pepoli
V sezione




       LA COLLEZIONE DELLA BANCA DI NOVARA


  Non rare volte- e a ragione- è stato rimarcato l’alto valore formativo
del collezionismo sull’arte, la critica, il gusto, nel momento stesso in
cui esso viene a configurarsi come traccia insostituibile, filo
conduttore necessario per immettere le vicende artistiche nel più
ampio circuito della vita civile e più cautamente nel contesto storico-
sociale
   la Collezione della Banca di Novara, esposta per la prima volta in
Sicilia è un virtuoso esempio di recupero di un’importante collezione
di coralli trapanesi avvenuto su segnalazione del Ministero dei Beni
Culturali che la ha intercettata presso una casa d’aste londinese. La
collezione, che consta di 46 oggetti, è esposta a Palazzo Bellini a
Novara, splendida sede della Fondazione Banca di Novara.
Associazione Tutela Tradizioni Popolari Trapanesi - Il corallo
Associazione Tutela Tradizioni Popolari Trapanesi - Il corallo
Acquasantiera con Immacolata
     Prima metà sec. XVIII
Coll. Banca Popolare di Novara
Stipo monetiere
         Fine sec. XVI
Coll. Banca Popolare di Novara
Alzata circolare
         Inizi sec. XVII
Coll. Banca Popolare di Novara
Capezzale con Immacolata
     Prima metà sec. XVII
Coll. Banca Popolare di Novara
LA VITA NEGLI ABISSI

 Scopriamo l’aspetto ambientale e naturale in cui il corallo si forma e si
               riproduce e le norme di tutela della specie.
L’ intervista ai subacquei alto fondalisti illustra la raccolta del corallo in
Sicilia negli ultimi 50 anni e i sistemi di implementazione della specie
                    attraverso la realizzazione dei vivai
Associazione Tutela Tradizioni Popolari Trapanesi - Il corallo
Associazione Tutela Tradizioni Popolari Trapanesi - Il corallo
IL SAPERE DELLA MANO
                     Laboratori




    I saperi e le conoscenze degli ultimi maestri
artigiani sono illustrati in chiave comparativa
diacronica in quanto bagaglio culturale dei pochi
 ancora operanti.. Sono esposti gli attrezzi che
descrivono l’attività di lavorazione del corallo,
sono illustrate le tecniche di raccolta con la
croce di Sant’ Andrea e le imbarcazioni utilizzate
per questa faticosa ma fruttuosa raccolta .
Associazione Tutela Tradizioni Popolari Trapanesi - Il corallo
Associazione Tutela Tradizioni Popolari Trapanesi - Il corallo
CORALLO E RICCHEZZA
                        VI sezione




La Lapide della chiesa di Santa Lucia testimonia la florida
raccolta di coralli nel mare di Trapani che generò ricchezza
                         e benessere.
Lapide con dedicazione a Santa Lucia per rinvenimento di un banco di corallo
                    1673 – Museo Int. Reg.le “A. Pepoli
Specchiera
Seconda metà sec. XVII – Coll. privata

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Associazione Tutela Tradizioni Popolari Trapanesi - Il corallo

  • 1. Il corallo al Museo Agostino Pepoli Valeria Patrizia Li Vigni Museo Interdisciplinare Regionale “A. Pepoli”
  • 2. La pesca del corallo ha subito una evoluzione: dalla pesca a reti con l’utilizzo di uno strumento per recidere il corallo all’uso di un attrezzo “la croce di S. Andrea” (quest’ultima vietata dalla U.E. nel 1994).  La pesca del corallo, mediante la nuova tecnologia di immersione subacquea, è diventata meno distruttiva e più selettiva con il limitarsi a raccogliere solo corallo senza danneggiare altro
  • 3. Il corallo rosso rappresenta una ricchezza naturale e culturale di grande valore. E’ nostro compito, con una intelligente gestione , far sì che questo valore si mantenga nel tempo…….. (Riccardo Cattani Vietti) << La colonia di corallo rosso può assumere forme e colori anche molto diverse rara forma rosa corallaro con ricco bottino
  • 4. Legislazione:linee per gestire il corallo a)Regolarne la pesca con leggi basate sui risultati della ricerca scientifica; b)non considerare il corallo inesauribile; c)Non esercitare la pesca con strumenti distruttivi sia per il corallo che per l’ambiente nel quale vive; d)Far riposare i banchi sfruttati per almeno 10 anni per consentirne la ricrescita; e)Tentare di ripopolare aree sfruttate (gestione delle risorse e ricerca scientifica) f) Salvaguardare la vita dell’uomo in immersione
  • 5. Alcuni Centri di ricerca (Museo Oceanografico di Montecarlo e la Stazione Zoologica “A. Dohrn” di Napoli) hanno elaborato la sperimentazione di trapianto del corallo rosso che ha avuto esito favorevole.  Su tali linee si è orientata la normativa vigente per la corretta gestione della pesca del corallo.
  • 6. Le forme del corallo dalla natura al design  Analisi diacronica del corallo: dalla sua più lontana comparsa nella storia dell’uomo fino ai nostri giorni attraverso gli usi e le funzioni assolte
  • 10. il corallo. prelevamento <<< Il corallo veniva prelevato con una particolare imbarcazione, dotata di idonea attrezzatura, la corallina, una paranza ordinaria… con il fiocco, una vela latina e l’ingegno …….  così scriveva Ferdinando Marsigli, nel suo saggio Intorno alla storia del mare (Venezia,1711): “… figurava lo ingegno adoperato dai pescatori corallini: due travicelli di legno attonditi e posti in croce, con legati al di sotto dell’intersezione una pietra squadrata che fa da zavorra” . Ecco la croce dell’ingegno!
  • 11. Dipinto murale (Cappella dei Pescatori della Chiesa dell’Annunziata a Trapani): riproduce la pesca del corallo con un metodo praticato a Trapani nel XVI sec.
  • 12. La pesca del corallo Pavimento maiolicato raffigurante la città di Trapani e le barche coralline
  • 14. Il corallo grezzo veniva lavorato nelle botteghe trapanesi… in via dei Corallari. Al lavoro prendevano parte sia uomini che donne, i primi si occupavano del lavoro di lima, le seconde della bucatura, arrotondatura, arrotatura, brunitura e lustratura. L’operazione preliminare consisteva nel liberare i rami dal rivestimento esterno, il cenosarco, con l’ausilio di raschietti di ferro……
  • 15. …. il ramo veniva poi lucidato con mola, smeriglio o sabbia di Tripoli. mola a mano ad acqua
  • 16. …. Per mezzo di una lima si separavano i rami dal tronco segnandolo con piccole tacche, per mezzo della spada (una lunga lima) Bulini e attrezzi
  • 17. foratura con il trapano ad archetto …ogni pezzetto di corallo… veniva forato da parte a parte con il fusellino, un sottile ago montato a guisa di trapano, funzionante grazie ad un archetto temperato a olio. Questa operazione veniva eseguita bagnando il pezzo in modo continuo per evitarne la rottura. I pezzi forati venivano poi sottoposti all’azione di una pietra cote per l’arrotondatura e la sfaccettatura e quindi sfregati su un disco orizzontale coperto di smeriglio fin quando non fossero ben lisci.
  • 18. barilotto in legno per la lucidatura del corallo tappo in ottone a vite … si passava quindi alla lucidatura …. con stagno calcinato, con il buratto contenente sostanze abrasive, o più semplicemente, agitando i pezzi dentro un sacco di tela grossa con sabbia o acqua e pomice in polvere… … un tempo avveniva in appositi barilotti….oggi, si procede con sofisticati trapani ad acqua, così come la lucidatura, nelle botti, viene fatta con la rotazione elettrica e non più a manovella Sistema di fissaggio dell’asse del barilotto >>
  • 19. … le tecniche di lavorazione, patrimonio dei pochissimi artigiani rimasti che hanno appreso il mestiere da bambini sono rimaste pressochè immutate rispetto al passato…. nell’ausilio delle tecniche moderne può venire in soccorso solo il rinnovato accordo tra “il sapere della mente” e “il sapere della mano”… Ecco al lavoro Platimiro Fiorenza, tra gli ultimi rappresentanti di questa illustre tradizione, un “ammutinato della storia”……
  • 20. Platimiro Fiorenza impegnato nel forgiare il corallo nella sua bottega a Trapani
  • 23. Ampia mitologia sull’origine del sangue che sgorga dalla testa mozzata della Medusa  La figlia di Forcio commise l’errore di accompagnarsi con Poseidone, che scatenò l’ira di Athena che la trasformò in un essere mostruoso (la Medusa). Uccisa da Perseo la sua testa rotolò sulla spiaggia irrorando di rosso le alghe che si pietrificarono.
  • 24. Dall’epoca preistorica all’epoca pre-classica si raccoglieva sulla spiaggia.  In epoca romana Il corallo veniva raccolto dai marangoni o urinatores a basse profondità.  Plinio ci parla di una pesca specializzata del corallo con particolari reti pesanti di piccola taglia.  Primordiale ingegno è esposto al Museo di Marsiglia.  Tracce di corallo ritrovate nel relitto di una nave medievale a nord di Alghero.
  • 25. Devozione e religiosità nella raccolta del corallo •Lapide Museo Pepoli proveniente dalla Chiesa di Santa Lucia di Trapani •Lapide Biblioteca Fardelliana
  • 26. Elementi magico-apotropaici  Fascie ombelicali  Spille da balia  Mano a fico  Serpenti (scursuna) Mano a fico
  • 27. •profilattico per i morsi di animali velenosi •talismano in battaglia o viaggi rischiosi •farmaco adatto a contrastare le emorragie •Utilizzato per tisane rinfrescanti • polveri per curare le malattie della pelle • elemento ben augurante nei matrimoni •Usato dalle balie come elemento apotropaico per l’abbondanza del latte
  • 28. Il corallo… racchiude in sé tutte le magie ed è “amuleto degli amuleti, talismano dei talismani, esso è un toccasana generale” (G. Tescione “Il corallo nella storia”). Grande saliera
  • 29. Protettore della casa dalla apparizione dei demoni e dei fulmini Spilla pesciforme
  • 31. I GRANDI CAPOLAVORI DEL CORALLO. Il Corallo di Trapani del XVII e XVIII secolo La mostra, suddivisa in cinque sezioni e due laboratori, ci conduce alla scoperta della storia del corallo dal suo ingresso trionfale nelle settecentesche Stanze delle Meraviglie, le Wunderkammern destinate a deliziare una ristretta cerchia di fruitori, dall’analisi dei sistemi di raccolta, lavorazione e commercializzazione, alle sue caratteristiche biologiche. La mostra offre in termini diacronici le linee ed i principi del rapporto uomo-mare che si estrinseca attraverso una molteplicità i oggetti realizzati in determinati contesti Sociali e naturali. I 120 preziosi capolavori realizzati con il corallo trapanese illustrano la tradizione artistica dei maestri corallai. Il periodo analizzato sarà quello dal tardo Cinquecento ai secoli d’oro del Seicento e del Settecento.
  • 33. Pavimento maiolicato con veduta di Trapani e barche coralline - Maestranze Trapanesi, sec. XVIII
  • 34. NATURALIA ET MIRABILIA I sezione Trattando anni or sono di Wunderkammern, le “stanze delle meraviglie”, i luoghi privilegiati delle raccolte di naturalia e mirabilia tanto in voga tra il Cinquecento ed il Seicento, non mancavamo di sottolineare come nell’economia generale dello stupore, in quanto forma amplificata della meraviglia, restasse pienamente dominante, centrale, lasciare insoluto il quesito, se, nell’assoluta convergenza di arte e natura, gli stupefacenti pezzi in esposizione fossero oggetti naturali o artificiali; …. Solo in tale contesto così selezionato il corallo, del resto, trovava i margini più consoni al suo successo; e per la natura stessa e la sua curiosità, in forte bilico per come lo si credeva tra mondo vegetale e minerale, per non parlare poi del fascino della forma e del suo colore, o delle virtù scaramantiche e terapeutiche unanimemente riconosciutegli. Sicché senza timore di smentita si può ben dire che il corallo abbia rappresentato il contributo maggiore della Sicilia alle wunderkammen d’Europa e ai musei di scienze.” Vincenzo Abbate
  • 37. Coppia di pavoni – Prima metà sec. XVII Coll. privata
  • 38. Ostensorio a forma di cuore Seconda metà sec. XVII – Gall. Reg.le Palazzo Abatellis
  • 39. Capezzale con Madonna di Trapani Inizi sec. XVIII Museo Int. Reg.le “A. Pepoli”
  • 40. Lampada pensile Frà Matteo Bavera – 1633 Museo Int. Reg.le “A. Pepoli”
  • 41. Trionfo con Apollo Sole Maestranze trapanesi su disegno di Giacomo Amato Fine sec. XVII – Fond. Withaker
  • 42. ROTTE E COMMERCI II sezione L’ originario interesse commerciale dell’oriente per il corallo, in Sicilia vede come protagonisti indiscussi gli ebrei che, intuendone il forte potenziale economico, lo trasformano in “nobil materia” grazie ad una inimitabile abilità nella lavorazione. La Sicilia, del resto, offriva le migliori condizioni perché si verificassero quelle fortunate combinazioni capaci di produrre il grande”affare del corallo” nell’economia e nell’arte trapanese e siciliana……Le notizie fornite dalla documentazione di archivio sulla pesca del corallo trattano abbondantemente delle società di pesca ad curallandum….Il monopolio della lavorazione artigianale è degli ebrei trapanesi; si intravede tuttavia nelle fonti, insieme all’iniziativa ebraica di aprire piccole botteghe “ad laborandum corallum”, qualche episodico ed isolato tentativo da parte di cristiani di inserirsi in tale attività;” Aldo Sparti
  • 45. Reliquiario con Santa Rosalia Sec. XVI-XVII Museo Int. Reg.le “A.Pepoli”
  • 46. Scatola Seconda metà sec. XVII – Palermo, coll. privata
  • 47. Trionfo con Carlo II Maestranze trapanesi su disegno di Paolo e Giacomo Amato Fine sec. XVII – Gall. Reg.le Palazzo Abattellis
  • 48. Diadema Fine sec. XVIII inizi sec. XIX – Museo Int. Reg.le “A. Pepoli”
  • 49. IL POTERE DEI SIMBOLI III sezione l’esigenza di recuperare il patrimonio immateriale connesso agli aspetti rituali e magico-religiosi legati al simbolismo profuso dalla preziosa specie marina che diviene oggetto d’inestimabile valore, enfatizza la valenza del corallo nel campo religioso e il rapporto tra ritualità e religiosità. Attraverso la sua imponente presenza negli apparati ecclesiastici che culmina nell’identificazione del corallo con il sangue di Cristo, si ripercorre la sua valenza taumaturgica da amuleto a talismano da indossare in tutte le fasi della vita, sotto forma di ciondolo, collana, fascia ombelicale e rosario. Valeria Patrizia Li Vigni
  • 50. Cintura Fine sec. XVIII inizi sec. XIX – Museo Int. Reg.le “A. Pepoli”
  • 53. Pianeta Manifattura messinese e trapanese Fine sec. XVII – Museo Int. Reg.le “A. Pepoli
  • 54. Calice Frà Matteo Bavera (attr.) Prima metà sec. XVII – Museo Int. Reg.le “A. Pepoli
  • 55. Ostensorio con pietre policrome Ostensorio Metà sec. XVII Prima metà sec. XVII Gall. Int. Reg.le Palazzo Abatellis Gall. Int. Reg.le Palazzo Abatellis
  • 56. Fascia ombelicale Fine sec. XVIII Gall. Int. Reg.le Palazzo Abatellis
  • 57. Mano a fico Sec. XVII – Museo Int. Reg.le “A. Pepoli
  • 58. L’ARTEDEL CORALLO IV sezione “Quella dei maestri trapanesi del corallo non è un'arte chiusa in se stessa, all'interno di una bottega, ma attenta alla cultura che da più parti raggiunge non solo Trapani, ma anche il capoluogo siciliano e l'isola tutta. I corallari, peraltro, lavoravano spesso in collaborazione con bronzisti, orafi e argentieri, scambiando esperienze con maestranze diverse…..I corallari trapanesi prima si organizzarono in consolato e poi in maestranza e già nel 1555, al tempo del vicerè De Vega, partecipavano alla processione del cero con i loro consoli al secondo posto. Francesco Pugnatore nel 1591 ricordava a proposito della lavorazione del corallo l’esistenza di “venticinque botteghe, con diversi lavoratori…. Maria Concetta Di Natale.
  • 61. Coppia di ampolle Inizi sec. XVII – Museo Int. Reg.le “A. Pepoli
  • 62. Acquasantiera Fine sec. XVII Gall. Int. Reg.le Palazzo Abatellis
  • 63. Altarino con Madonna con Bambino Fine sec. XVI, inizi sec. XVII Coll. privata
  • 64. Crocefisso Frà Matteo Bavera (attr.) Prima metà sec. XVII – Museo Int. Reg.le “A. Pepoli
  • 65. Paliotto architettonico Manifattura messinese e trapanese 1653 – Museo Int. Reg.le “A. Pepoli
  • 66. V sezione LA COLLEZIONE DELLA BANCA DI NOVARA Non rare volte- e a ragione- è stato rimarcato l’alto valore formativo del collezionismo sull’arte, la critica, il gusto, nel momento stesso in cui esso viene a configurarsi come traccia insostituibile, filo conduttore necessario per immettere le vicende artistiche nel più ampio circuito della vita civile e più cautamente nel contesto storico- sociale la Collezione della Banca di Novara, esposta per la prima volta in Sicilia è un virtuoso esempio di recupero di un’importante collezione di coralli trapanesi avvenuto su segnalazione del Ministero dei Beni Culturali che la ha intercettata presso una casa d’aste londinese. La collezione, che consta di 46 oggetti, è esposta a Palazzo Bellini a Novara, splendida sede della Fondazione Banca di Novara.
  • 69. Acquasantiera con Immacolata Prima metà sec. XVIII Coll. Banca Popolare di Novara
  • 70. Stipo monetiere Fine sec. XVI Coll. Banca Popolare di Novara
  • 71. Alzata circolare Inizi sec. XVII Coll. Banca Popolare di Novara
  • 72. Capezzale con Immacolata Prima metà sec. XVII Coll. Banca Popolare di Novara
  • 73. LA VITA NEGLI ABISSI Scopriamo l’aspetto ambientale e naturale in cui il corallo si forma e si riproduce e le norme di tutela della specie. L’ intervista ai subacquei alto fondalisti illustra la raccolta del corallo in Sicilia negli ultimi 50 anni e i sistemi di implementazione della specie attraverso la realizzazione dei vivai
  • 76. IL SAPERE DELLA MANO Laboratori I saperi e le conoscenze degli ultimi maestri artigiani sono illustrati in chiave comparativa diacronica in quanto bagaglio culturale dei pochi ancora operanti.. Sono esposti gli attrezzi che descrivono l’attività di lavorazione del corallo, sono illustrate le tecniche di raccolta con la croce di Sant’ Andrea e le imbarcazioni utilizzate per questa faticosa ma fruttuosa raccolta .
  • 79. CORALLO E RICCHEZZA VI sezione La Lapide della chiesa di Santa Lucia testimonia la florida raccolta di coralli nel mare di Trapani che generò ricchezza e benessere.
  • 80. Lapide con dedicazione a Santa Lucia per rinvenimento di un banco di corallo 1673 – Museo Int. Reg.le “A. Pepoli
  • 81. Specchiera Seconda metà sec. XVII – Coll. privata