4. Parlamento
Europeo
Consiglio
Commissione
dell’Unione
Europea
Europea
5. Il Parlamento europeo è eletto
direttamente dai cittadini
e pertanto li rappresenta.
Il Consiglio dell’Unione europea
rappresenta i
singoli Stati membri.
La Commissione europea
ha il compito di
difendere gli interessi generali
dell’Unione Europea.
6. Il compito della Commissione Europea
è proporre nuove leggi
al Parlamento e al Consiglio,
che le adottano,
e garantire, poi,
l’applicazione
e il rispetto di tali leggi.
Dalla Commissione Europea dipendono
i BANDI “A GESTIONE DIRETTA”, noti
anche come “INVITI A PRESENTARE
PROPOSTE” o “CALL FOR PROPOSALS”.
7. La Commissione Europea è suddivisa in
Direzioni Generali (DG): esse promuovono le
sovvenzioni comunitarie a gestione diretta
nei propri ambiti
ambiti politici specifici
(Agricoltura, Mercato interno,
Istruzione e Formazione, Politica regionale,
Salute pubblica, Bilancio ecc…).
8. Le DG erogano le sovvenzioni
in base a programmi, a loro volta suddivisi in
sottoprogrammi.
Gli inviti a presentare proposte – CALL FOR
PROPOSAL – sono il mezzo attraverso il quale
le DG rendono note tali sovvenzioni:
essi vengono pubblicati periodicamente sulla
Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea
e sul portale internet
della Commissione europea.
9. L’UE attraverso le politiche interne mira
a rafforzare la propria competitività e realizzare il
mercato unico comunitario: a questa esigenza
rispondono i programmi comunitari a gestione diretta.
Essi rappresentano il principale strumento attraverso il
quale vengono erogate le sovvenzioni direttamente
gestite dall’Unione europea (GRANTS).
Uno dei requisiti essenziali per
la partecipazione ai programmi comunitari è la
dimensione transnazionale: è essenziale cioè che
nei progetti siano coinvolti almeno due organismi
di due Stati membri diversi.
10. L’Europa pensa anche ai giovani con
programmi che favoriscono la loro
mobilità, nell’ambito del Lifelong Learning
Programme (LLP).
Questi programmi sono
ERASMUS, LEONARDO DA VINCI e
GRUNDTVIG. Nel 2010 è stato varato
ERASMUS FOR ALL
nell'ambito di
YOUTH ON THE MOVE.
11. Invece attraverso le azioni strutturali l’Unione Europea cerca
di ridurre il divario economico e strutturale tra le regioni
europee e promuovere la cosiddetta Coesione
sociale ed economica della stessa.
Esse vengono perseguite attraverso
i FONDI STRUTTURALI:
strumenti finanziari attraverso i quali l’Unione Europea
persegue la coesione e lo sviluppo economico e sociale in
tutte le regioni degli Stati membri, in modo da ridurre il
divario tra gli Stati (e prima ancora tra le regioni degli Stati)
in ritardo di sviluppo e quelli più avanzati.
.
Essi non sono erogati direttamente dalla Commissione
Europea, ma dalle autorità nazionali e regionali degli Stati.
12. Ogni Stato membro declina gli orientamenti
comunitari in un
“QUADRO STRATEGICO NAZIONALE” (QSN)
sulla base del quale saranno predisposti
i Programmi Operativi.
Il “QUADRO STRATEGICO NAZIONALE” viene elaborato
in base agli ORIENTAMENTI STRATEGICI COMUNITARI (OSC)
ed è preceduto dal
DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE (DOCUP)
e dal QUADRO COMUNITARIO DI SOSTEGNO (QCS):
esso è approvato dalla Commissione Europea ,
di intesa con lo stato membro interessato,
sulla base della valutazione
del piano presentato dallo stesso Stato.
13. IL QSN e’ articolato in ASSI PRIORITARI e attuato
tramite i programmi operativi: P.O.N.
(Programma Operativo Nazionale),
P.O.I. (Programma Operativo Interregionale),
P.O.R. (Programma Operativo Regionale) e infine
il P.S.M. (Programma di Sviluppo per il
Mezzogiorno).
14. I Programmi Operativi (P.O.) sono documenti
approvati dalla Commissione Europea
ai fini dell’attuazione del Q. C. S.
In essi troviamo la descrizione della strategia
perseguita e le priorità tematiche, la
descrizione sintetica delle misure e degli assi
prioritari e un piano finanziario.
I P.O. sono cofinanziati dai fondi strutturali e dai
fondi pubblici nazionali e regionali, ed anche da
fondi privati.
15. Le informazioni fornite nei P. O.
vengono esplicitate in maniera più
dettagliata nei COMPLEMENTI DI
PROGRAMMAZIONE (C.D.P.).
Il C.D. P. è,infatti, definito come il
documento di attuazione della
strategia e degli assi prioritari del
programma operativo contenente i
particolari delle misure da adottare.
16. I SETTORI DI APPLICAZIONE DEI P.O.N.:
•Ricerca Scientifica, Sviluppo Tecnologico, Alta Formazione;
•Scuola e Sviluppo;
•Sicurezza per lo Sviluppo del Mezzogiorno;
•Sviluppo Imprenditoriale Locale;
•Trasporti ;
•Pesca;
•Assistenza Tecnica e Azioni di Sistema;
• Governance e Assistenza Tecnica per la programmazione;
Le autorità di gestione dei P.O.N. sono
i Ministeri di riferimento.
17. I P.O.I. si basano, invece,
sull’elaborazione di una strategia
Comune a più Regioni
utilizzando lo stesso attrattore,
che può essere di tipo
ambientale, naturale, culturale,
energetico e turistico.
18. I P.O.R. si dividono in 6 capitoli :
1.Analisi della situazione di partenza;
2.Strategia di sviluppo;
3.Assi prioritari di intervento;
4.Misure del programma;
5.Piano finanziario;
6.Disposizione di attuazione;
7.Assistenza tecnica.
L’autorità di gestione di ciascun programma è
l’Amministrazione Regionale competente.
19. Il P.S.M. (Programma di Sviluppo
per il Mezzogiorno) dà luogo al
DOCUMENTO STRATEGICO PER IL
MEZZOGIORNO.
Le Regioni Meridionali beneficiano
infatti di maggiori fondi poiché
devono raggiungere l’obiettivo
convergenza: da qui nasce il Fondo
Aree Sottoutilizzate (FAS).
20. I TRE OBIETTIVI PRIORITARI DELL’UE:
1)Obiettivo convergenza:
riguarda le regioni meno sviluppate
d’Europa. Il loro sviluppo costituisce la priorità della politica
di coesione comunitaria;
2) Obiettivo competitività regionale e occupazione: mira a
supportare le regioni più sviluppate
dell’Unione europea;
3) Obiettivo cooperazione territoriale europea:
mira a favorire un’equilibrata integrazione
del territorio dell’Unione,
sostenendo la cooperazione su questioni
di importanza comunitaria
a livello transfrontaliero, transnazionale e interregionale.
21. Gli strumenti finanziari per realizzare i 3
obiettivi sono:
il Fondo di Coesione,
il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR)
ed il Fondo Sociale Europeo (FSE).
Inoltre esiste anche
il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR)
nonché il Fondo Europeo per la Pesca (FEP).
22. Grazie ai Programmi Operativi e
all’utilizzo di questi fondi le Pubbliche
Amministrazioni hanno potuto attuare la
cosiddetta Programmazione Negoziata,
dando luogo ai Patti territoriali (PT)
e ai Progetti Integrati Territoriali (PIT).
23. SITI UTILI PER I BANDI
www.europa.eu
www.ec.europa.eu
www.fondistrutturali.formez.it
www.gazzettaufficiale.it
www.pubblications.europa.eu
www.gazzettaeuropea.com
www.pariopportunità.gov.it
www.gioventu.gov.it
www.sviluppoeconomico.gov.it
www.anci.it
www.sicurezzasud.it
www.regione.campania.it
24. Ogni tre anni, inoltre, la Commissione Europea pubblica
una relazione sulla coesione economica, sociale e
territoriale, che illustra i progressi compiuti e i
contributi dati dall'UE e dalle amministrazioni nazionali
e regionali.
Il 10 Novembre 2010 è stata pubblicata
"INVESTING IN EUROPE'S FUTURE", la quinta relazione
sulla coesione economica, sociale e territoriale.
25. I PRINCIPALI TEMI trattati sono:
•l'analisi delle disparità regionali;
• il contributo dell'UE e delle amministrazioni
nazionali e regionali
alla coesione;
• l'impatto della politica di coesione;
• la politica di coesione dopo il 2013.
27. Le disparità tra le regioni dell’UE
si stanno riducendo, soprattutto
in termini di PIL pro-capite
Lo sviluppo delle regioni più competitive è
legato ai seguenti motivi:
• Maggior innovazione;
• Offerta formativa migliore;
• Tassi di occupazione elevati ;
• Infrastrutture migliori.
28. Nelle regioni meno sviluppate dell’UE c’è stretta
collaborazione tra il senso di benessere e la
soddisfazione per la propria vita.
Ciò non è vero per le regioni più avanzate.
29. Per quanto riguarda la SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
a fronte di paesi che subiranno maggiori conseguenze
dai cambiamenti climatici, ce ne sono altri che hanno
un gran potenziale di produzione
di energia rinnovabile.
Inoltre, mentre nel centro di molte città è la qualità
dell’aria che lascia a desiderare, nei Paesi dell’Europa
orientale la capacità di
trattamento delle acque reflue
è insufficiente.
30. Occorre coordinare meglio
sia la politica di sviluppo regionale
che le altre politiche europee e nazionali.
31. Verso EUROPA 2020:
• le regioni e la politica di sviluppo regionale possono
dare un contributo significativo alla coesione;
• occorre trovare un giusto equilibrio tra i diversi tipi
di investimenti;
• si deve tener conto della notevole diversità delle
regioni europee
(in termini di caratteristiche,
opportunità e bisogni);
• occorre riconoscere un ruolo importante a regioni,
città e amministrazioni locali.
32. GRAZIE
PER
L’ATTENZIONE!!!
Dr.ssa Antonia Petrozzino,
Project Manager