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©Osservatorio Nazionale sull Amianto ONA Onlus
Proprietà letteraria riservata
ISBN 978-88-909105-0-0
Osservatorio Nazionale sull Amianto ONA Onlus
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Sono vietate in tutti i Paesi la traduzione, la riproduzione, la memorizzazione elettronica e l adattamento,
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Atti del Convegno
Amianto tra scienza e diritto
Pisa, 18.07.2013
Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e a norma delle convenzioni internazionali
Prima edizione: 30 settembre 2013
ISBN 9788890910500
Organizzazione del Convegno
Comitato Scientifico
Ezio Bonanni
Michele Rucco
Segreteria Organizzativa
Tommaso Frendo
Francesco Paolicchi
Francesco Parri
Atti a cura di
Lorenza Fiumi
Michele Rucco
Hanno contribuito alla realizzazione dell’iniziativa
Giovanni Aiello
Anna Corbi
Diletta Gherardini
Chiara Puglisi
Programma dei lavori
Indirizzi di saluto
Ezio Bonanni (Presidente nazionale ONA Onlus)
L'evoluzione delle conoscenze scientifiche e delle normative nazionali
in materia di amianto pag. 1
Michele Rucco (Segretario nazionale ONA Onlus)
L’Osservatorio Nazionale Amianto e la sua mission pag. 10
Tommaso Frendo (Coordinatore Comitato ONA Pisa)
L’esperienza dell’ONA nella città di Pisa quale spunto per una
riflessione giuridica pag. 21
La testimonianza delle vittime
Massimiliano Posarelli pag. 24
Franco Berti pag. 26
Relazioni
Ombretta Melaiu (Ricercatrice presso l’Unità di Ricerca di Genetica del
Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa)
Le ultime acquisizioni scientifiche in materia di mesotelioma pag. 28
Pietro Sartorelli (Ordinario di Medicina del Lavoro presso la Facoltà di
Medicina dell’Università di Siena)
La sorveglianza sanitaria degli ex esposti all’amianto pag. 37
Maurizio Ascione (Pubblico Ministero presso la Procura della
Repubblica di Milano)
Le tecniche investigative del Pubblico Ministero nei casi di malattie
asbesto correlate di sospetta origine professionale pag. 44
Paolo Rivella (Commercialista Consulente della Procura della
Repubblica di Torino, Milano, Trieste)
Le individuazioni dei responsabili civili e penali pag. 66
Lorenza Fiumi (Ricercatrice CNR, membro del Comitato Tecnico
Scientifico dell’ONA)
La mappatura delle coperture in cemento-amianto pag. 71
Mario Item (Avvocato in Lugano, membro del Comitato Centrale e
Presidente Regione Lombardia della LIDU - Lega dei Diritti dell’Uomo)
Il riconoscimento delle sentenze straniere in Svizzera pag. 80
David Husmann (Avvocato in Zurigo e difensore delle vittime dell’amianto
nel Processo Eternit)
L’esecuzione del risarcimento pag. 84
Paolo Pitotto (Medico del Lavoro e Consulente della Procura della
Repubblica di Milano)
La medicina e la tutela della salute nel rapporto di lavoro pag. 86
Presiede Ezio Bonanni (Presidente nazionale ONA Onlus)
Modera Michele Rucco (Segretario nazionale ONA Onlus
Documenti consegnati ai partecipanti
Ezio Bonanni
Trattato di Lisbona. Nuove fonti normative e tutele nel diritto del lavoro
Francesco Paolicchi
Amianto: fra patologia umana e patologia vegetale
Francesco Parri
La bonifica dell’Amianto – Tecniche di rimozione
Chiara Puglisi
La gestione della malattia professionale nel sistema assicurativo pubblico
Giancarlo Ugazio
Cosa si sa sull’amianto e cosa si dovrebbe fare
Scheda di presentazione dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus
Copia dell’Attestato di Partecipazione
RELAZIONI
“Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013
Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna
1
Sintesi della evoluzione delle conoscenze scientifiche e delle
normative nazionali in materia di amianto e le prospettive di
un nuovo approccio risolutivo del problema
Ezio Bonanni
Patrocinante in Cassazione
Via Crescenzio, n. 2, 00193 – Roma, tel. 0773-663593, fax. 0773-470660,
e-mail: avvbonanni@libero.it ; www.eziobonanni.it
Risalire dalle prime fonti scientifiche, tecniche e normative, che facevano emergere in
modo incontrovertibile, fin dalla fine del XIX secolo, la capacità dell’amianto di ledere
la salute umana e l’ambiente, per giungere fino alle ultime acquisizioni e pronunce
giurisprudenziali, e quindi ad un approdo che permetta di risolvere il problema,
conciliando le differenti posizioni in campo, troppo spesso contrastanti, perché alcune
delle quali non sono sempre nobili, è un dovere prima che giuridico, etico e morale.
Con il presente lavoro ci si propone di illustrare i termini e le modalità con cui
perseguire questo risultato.
La legge n. 80 del 17.03.1898 (G.U. n. 175 del 31.03.1898) e dall’ l’art. 7 del R.G.
(G.U. n. 148 del 26.06.1899), hanno sancito l’obbligo dell’adozione dei presidi di
protezione individuale per la difesa dalle polveri, quindi hanno enfatizzato il ruolo
“dell’ approccio protezionistico” che non agisce eliminando, o almeno riducendo quasi
a zero, il rischio esterno ma interviene amplificando il ruolo primario di protezione
attiva da parte del “Soggetto” oggetto del danno.
La giurisprudenza più recente, al contrario, ha esaltato “l’approccio prevenzionistico”,
dichiarando legittimo il sequestro finalizzato ad impedire la perpetrazione di un’attività
«priva di qualsivoglia forma di cautela o di misura precauzionale funzionale alla
sicurezza e all’incolumità dei lavoratori impiegati» ed ha stabilito che “è legittimo il
sequestro preventivo dell’intera struttura aziendale nel caso in cui serva a
impedire la prosecuzione del reato” (Cass. pen. Sez. IV, Sent., (ud. 21.03.2013)
24.04.2013, n. 18603).
Sussistono dunque due estremi, rispetto ai quali occorre domandarsi: esiste un punto
dell’arco dell’evoluzione scientifica, tecnica e normativa che consenta di individuare
una soluzione conciliativa dei due contrastanti interessi, rispettivamente rappresentati da
un lato dal “Profitto” a tutti i costi, privo di qualsiasi tratto di sensibilità ed attenzione
“Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013
Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna
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umana, e dall’altro dalla protezione della salute dei lavoratori, che è un dovere
costituzionale prioritario per qualsiasi Imprenditore?
“L’Organizzazione è, soprattutto, una struttura sociale. E’ l’insieme degli individui che
ne fanno parte. Il suo scopo deve perciò essere quello di valorizzare i punti di forza
degli individui e rendere irrilevanti le loro debolezze” (Peter F. Drucker 1993), e
“l’unica fonte di vantaggio competitivo sostenibile è imparare più velocemente della
concorrenza, focalizzandosi su alcune competenze distintive in cui si raggiunge
l’eccellenza” sostiene Pagani (1999), con lo Stato e le altre istituzioni che disegnino il
quadro e dettino le regole, e siano capaci di essere arbitri imparziali ed autonomi.
Sono questi i principi fondanti della “Organizzazione basata sulla conoscenza” di G.
Iacono (Ed. F.Angeli -2002), con i dovuti correttivi, che siano capaci di salvaguardare la
dignità della persona umana e i suoi inalienabili diritti, per assicurare uno sviluppo
globale ed armonico.
Per tali ragioni, anche se si volesse prescindere dal dettato della Dottrina Cristiana “Ama
il Prossimo Tuo come te stesso”, oggi più che mai, l’interesse prioritario di un
Imprenditore illuminato e lungimirante, dovrebbe essere rappresentato dalla protezione
del vero patrimonio imprenditoriale: cioè il “Personale” con le competenze, capacità,
conoscenze ed abilità possedute e che riesce a mettere in campo: E’ questa la vera
ricchezza di un’azienda. Sono queste le leve che garantiscono il vero vantaggio
competitivo rispetto ai “Competitors”. Non già le dimensioni dei fabbricati, la
sofisticazione delle tecnologie e degli impianti, che da sole possono solo costituire un
contenitore vuoto.
Per costruire un nuovo patrimonio di competenze avanzate sono necessari decenni, per
distruggerlo è sufficiente poco tempo, ci si augura allora che, ammesso che esista come
la realtà purtroppo dimostra, si assottigli, o possa essere emarginata dal mercato, la
categoria degli Imprenditori “Stupidi”, cioè persona che causa un danno ad un’altra
persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé od
addirittura subendo una perdita, e prevalga la categoria degli Imprenditori
“Intelligenti”, persona che compie un’azione dalla quale ottiene un vantaggio e nello
stesso tempo procura un vantaggio anche ad altri ( secondo la classificazione di M.
Cipolla), anche grazie ad uno Stato arbitro forte ed indipendente, e l’abbattimento di
ogni forma di monopolio
Le quattro categorie di persone
Sprovveduti: Persone che con il loro agire
danneggiano se stesse mentre producono un
vantaggio per qualcun altro.
Intelligenti: Persone le cui azioni avvantaggiano loro
e anche gli altri.
Banditi: Persone che agiscono in modo da trarne
vantaggio ma danneggiare gli altri.
Stupidi: Persone che agiscono in modo da causare un
danno a un’altra persona o gruppo di persone senza
realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura
subendo un danno.
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Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna
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Se questa selezione non avviene per il prevalere dei sani valori, intrinseci al DNA
dell’uomo purtroppo sempre più obnubilato dalla fame del profitto, c’è da augurarsi che
si realizzi non attraverso un massiccio utilizzo in chiave repressivo-sanzionatoria del
diritto penale (come avvenuto, tardivamente, per il caso Eternit, con la condanna di
Stephan Schmidheiny a 18 anni di reclusione, o per il caso Ilva), bensì attraverso un
nuovo e diverso approccio di composizione degli interessi, secondo i principi
dell’economia sociale di mercato, con le pubblichi istituzioni, arbitri imparziali ed
autonomi, capaci di disegnare un quadro chiaro e coerente, di regole stringenti ed
efficaci, che dovranno essere fatte rispettare in modo efficiente, con adeguate sanzioni
in caso di inadempimento, in coerenza con i valori costituzionali (artt. 2, 3, 32, 35, 36 e
41, II comma).
In attesa che l’evoluzione tecnico-giuridico-normativa possa raggiungere questo
approdo, si impone un coraggioso atto transattivo che governi la transizione che si sta
vivendo, per proteggere fin da subito quello che comunemente è ritenuto “l’anello più
debole” della catena imprenditoriale, mentre in realtà è il fattore aziendale più prezioso
che ogni Datore di lavoro Intelligente deve saper proteggere:“la Risorsa Umana”,
intesa nel senso etimologico della parola cioè sorgente dalla quale sgorga la ricchezza di
una qualsiasi Azienda.
Se veramente tale visione divenisse realtà, e guidasse le pubbliche istituzioni, e tutti gli
apparati dello Stato e degli altri enti, nell’esercizio delle rispettive funzioni,
evidentemente non staremmo qui a dibatterci nel tortuoso percorso del labirinto
giurisprudenziale che di seguito andiamo ad analizzare, e si potrebbe risolvere il
problema amianto nel nostro paese (e nel resto d’Europa), con la prospettiva di salvare
decine di migliaia di vite umane, invece destinate a soccombere per l’immobilismo delle
pubbliche istituzioni e per la incapacità di approcciare a proposte costruttive e moderne
dei vari interlocutori.
Il Tribunale di Torino (proc. n. 1197/1906), rigettava la domanda risarcitoria di Bender
e Martiny e The British Asbestos Company Limited nei confronti dell’Avv. Carlo Pich e
del gerente Arturo Mariani, redattori de “Il progresso del Canavese e delle Valli di
Stura”, edito a Ciriè, poiché negli articoli non c’era nulla di falso in quanto quella
dell’amianto è “fra le industrie pericolose […] le particelle […] vengono a ledere le vie
delli apparati respiratorii, […] fino al polmone, predisponendole allo sviluppo della
tubercolosi, facilitandone la diffusione aumentandone la gravità”. La decisione venne
confermata con la Sentenza n. 334 del 28.05.1907 della Corte di Appello di Torino,
poiché “la lavorazione di qualsiasi materia che sprigioni delle polveri [...] aspirate
dall'operaio, sia dannosa alla salute, potendo produrre con facilità dei malanni, è
cognizione pratica a tutti comune, come è cognizione facilmente apprezzabile da ogni
persona dotata di elementare cultura, che l'aspirazione del pulviscolo di materie
minerali silicee come quelle dell'amianto [...] può essere maggiormente nociva, in
quanto le microscopiche molecole volatilizzate siano aghiformi od almeno filiformi ma
di certa durezza e così pungenti e meglio proclivi a produrre delle lesioni ed alterazioni
sulle delicatissime membrane mucose dell'apparato respiratorio”. Il regio decreto 442
del 14.06.1909 includeva la filatura e tessitura dell'amianto tra i lavori insalubri o
pericolosi. Benedetto Croce, in data 11.06.22 presentò al Senato del Regno la proposta
di legge n. 778 “per la tutela delle bellezze naturali e degli immobili di particolare
“Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013
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interesse storico”, che “civiltà moderna si sentì il bisogno di difenderle, per il bene di
tutti … che danno all’uomo entusiasmi spirituali così puri e sono in realtà ispiratrici di
opere eccelse”. Il Regolamento generale per l’igiene del lavoro (R.D. n.530 del
14/4/1927, Approvazione del regolamento generale per l’igiene del lavoro, G.U.
25/4/1927 n. 95) ha dettato norme di prevenzione e protezione e per le polveri all’art. 17
per disporne l’aspirazione e limitarne la diffusione nell’ambiente e la protezione degli
operai anche con dispositivi individuali. La convenzione n. 18 del 19.05.1925, ratificata
con R.d.l. 1792 del 04.12.33 (G.U. 10.01.1934) estendeva l’assicurazione sociale anche
alle malattie professionali, che così venivano indennizzate, e la convenzione n. 19 del
19.05.25, ratificata con L. n.2795 del 29/12/1927 (G.U. n.38 del 15/5/1928), ne sanciva
il riconoscimento anche ai lavoratori stranieri, unitamente agli infortuni sul lavoro,
coerentemente alla raccomandazione n. 24 del 19.05.1925 emanata dall’Organizzazione
Internazionale del Lavoro, avente ad oggetto l’indennizzo della malattie professionali
(L’assurance-maladie - BIT, L’assurance-maladie, n. 4, Genève 1925). “E’ … certo ed
incontestabile che l’integrità personale dell’uomo e la sua salute (sommi beni che
trascendono dalla sfera dell’individuo per assurgere ad importanza sociale, come
necessaria premessa della conservazione e del miglioramento della specie) sono
protette non soltanto dal contratto, ma altresì da numerose leggi di pulizia sanitaria e
perfino dal Codice Penale” (Corte di Cassazione Civile, Sentenza n. 2107 del
28.04.1936, pubblicata il 17.06.1936), e “le forme assicurative predisposte per
garantire gli operai contro talune malattie professionali tassativamente elencate, non
dispensano i datori di lavoro dall’obbligo contrattuale di usare la dovuta diligenza
nella propria azienda, per evitare danni ai lavoratori (anche se compresi nella
previdenza assicurativa), adottando tutti i mezzi protettivi prescritti o suggeriti dalla
tecnica e dalla scienza. Il dovere di prevenzione, che l’art. 17 r.d. 14 aprile 1927, n.
530, sull’igiene del lavoro, impone per il lavoro che si svolga in ‘locali chiusi’ va
osservato in tutti quei casi in cui il luogo di lavoro, pur non essendo completamente
chiuso, non sia tale da permettere comodamente e senza pericolo la uscita dei vapori e
di qualsiasi materia nociva”: la colpa risiede nell’assenza di “aspiratori” in “locali non
perfettamente chiusi” e di “maschere per i lavoratori” e nella negligenza e imprudenza
rispetto all’“allarme dato dagli scienziati” sulla pericolosità delle polveri (Cass. Sent. n.
682 del 20.01.1941, pubblicata il 10.03.1941, Soc. acciaierie elettr. c. Panceri); poiché
per le “malattie professionali non garantite da assicurazione obbligatoria il datore di
lavoro non può esimersi da responsabilità se l’evento dannoso si sia prodotto per sua
colpa” (Corte di Cassazione, Sentenza 17.01.1941, Soc. off. elettroferro Tallero c.
Massara), né può costituire un esonero il fatto che “gli operai non avevano mai
denunziato disturbi […] perché la silicosi insidia insensibilmente l’organismo del
lavoratore fino alle manifestazioni gravi che causano l’incapacità al lavoro sicché il
lavoratore non è in grado di accorgersene in precedenza”, poiché l’art. 2 del r.d. 530
del 1927, “prescrive al datore di lavoro di avvertire preventivamente il lavoratore del
pericolo, di indicargli i mezzi di prevenzione adatti” e l’art. 17 “prescrive l’aspirazione
della polvere immediatamente vicino al luogo ove viene prodotta” (Corte di Cassazione,
II^ Sezione Civile, Sentenza n. 686 del 17.01.1941), cui corrisponde la norma di
chiusura di cui all’art. 2087 c.c. (r.d. 16.03.1942, n. 262), con la quale si impone
all’imprenditore di “adottare nell'esercizio dell'impresa le misure che, secondo la
“Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013
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particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità
fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”. Il 25.01.1943 il Ministro delle
Corporazioni presentava presso la Camera il disegno di legge n. 2262 per l’“estensione
dell’assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali alla silicosi ed
asbestosi”, “scopo 1. proteggere … in sede di prevenzione tecnica … i lavoratori,
tracciando e imponendo agli imprenditori un piano razionale e completo di
prevenzione; 2. tutelare la salute dei lavoratori entrando con decisione nel settore delle
malattie polmonari”, con l’indennizzo per i lavoratori, che fu approvato con la l. 455
del 12.04.1943. La Costituzione della Repubblica Italiana del 01.01.1948, “tutela la
salute come fondamentale diritto dell’individuo, interesse della collettività” (art. 32).
La raccomandazione ILO n. 97 del 04.06.1953, e le norme costituzionali sono
contraddette dalla circolare n. 91 del 14.09.1961 il Ministero dell’Interno, Direzione
Generale, Servizi Antincendi, che consiglia l’utilizzo di intonaco di amianto, per
proteggere contro il fuoco i fabbricati a struttura in acciaio destinati ad uso civile.
L’amianto, fino ad allora utilizzato in maniera marginale e limitata, divenne
paradossalmente di uso comune fino ad essere impiegato in oltre 3000 applicazioni, nei
siti lavorativi, e in edilizia, senza alcun limite di soglia. Anche se Selikoff aveva
sottolineato la sinergia moltiplicativa tra fumo e amianto già dal 1978, in Italia né i
datori di lavoro né il Monopolio di Stato in ordine al tabacco hanno messo in guardia
contro di essa le persone che sono o sono state esposte all’amianto. La Direttiva
477/83/CEE, “sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con l’esposizione
all’amianto durante il lavoro”, non fu recepita, e la Repubblica Italiana venne
condannata dalla Corte di Giustizia con la decisione del 13.12.90 (in seguito alla
procedura di infrazione n. 240/89 promossa dalla Commissione Europea). Soltanto con
le norme di cui agli artt. 24 e 31 del D.L.vo 277/1991 e con la l. 257/92 (Norme relative
alla cessazione dell'impiego dell'amianto) ci fu una effettiva svolta legislativa, pur nella
loro sostanziale e perdurante disapplicazione, tanto che il Pretore di Torino con
Sentenza del 05.05.1995 riconosceva il nesso causale tra la violazione delle norme di
prevenzione e il mesotelioma pleurico insorto in seguito all’inalazione di fibre di
amianto e successivamente sempre il Pretore di Torino, con la Sentenza 3308/98
(Giudice Dott. Vincenzo Ciocchetti), nell’accogliere la domanda di accredito
contributivo in favore di un lavoratore esposto all’amianto al quale l’ente previdenziale
aveva rigettato la richiesta, affermava: “Le leggi son, ma chi pon mano ad esse? Nullo
…” (Dante, Purgatorio, XVI, 96-98), richiamando altresì il gran numero di patologie
asbesto correlate, per le quali ogni anno perdono la vita soltanto in Italia non meno di
5.000 persone.
La Corte di Appello di Torino, con Sentenza del 03.06.2013, ha confermato la condanna
di Stephan Schmidheiny per le ipotesi di reato che gli erano state contestate, portando la
pena a 18 anni di reclusione, e pendono innanzi a diversi uffici giudiziari decine e
decine di procedimenti penali che vedono sul banco degli imputati, a vario titolo,
amministratori, titolari delle posizioni di garanzia, con le società chiamate ad assumere
la responsabilità civile del loro operato.
Sono altresì pendenti migliaia di procedimenti civili per il risarcimento dei danni
patrimoniali e non patrimoniali, delle vittime e dei loro familiari, anche per i danni
direttamente subiti, per lesione alla salute dei congiunti.
“Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013
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L’INAIL indennizza soltanto il danno biologico e il danno patrimoniale per diminuite
capacità di lavoro, con franchigia, e con il D.M. 09.04.2008, sono state aggiornate le
tabelle, e sono quindi considerate malattie asbesto correlate con presunzione di origine
professionale: a) le placche e ispessimenti pleurici con o senza atelettasia rotonda; b) il
mesotelioma pleurico; c) il mesotelioma pericardico; d) il mesotelioma peritoneale; e) il
mesotelioma della tunica vaginale del testicolo; f) il carcinoma polmonare; g)
l’asbestosi; h) la fibrosi polmonare, “associate ad altre forme morbose dell'apparato
respiratorio e cardiocircolatorio” (art. 4, l. 780/75).
Il tumore alla laringe (c32) è inserito nella II lista, quella relativa alle malattie la cui
origine lavorativa è di limitata probabilità, mentre i tumori gastro-enterici (c15 -
c20), nella III lista, quella relativa alle malattie la cui origine lavorativa è possibile.
Il sistema tabellare è stato così definitivamente superato, e quindi si è affermato il
principio complementare dell’onere della prova a carico del prestatore d’opera che può
ottenere l’indennizzo “anche per le malattie sia comunque provata la causa di lavoro”
(Corte Costituzionale, Sentenze n. 179 del 18.02.88, e n. 206 del 25.02.88).
Per queste ultime, la cui origine professionale è ritenuta solo probabile e/o possibile, e
per le altre patologie di sospetta origine professionale per esposizione a polveri e fibre
di amianto, non sussiste la presunzione legale di origine, e il lavoratore, ove ritenga di
volerne ottenere il riconoscimento della natura professionale deve dimostrare il nesso
causale (debole o debolissimo, o al più sul principio del più probabile che non), che
invece per quelle inserite nelle tabelle si presume.
Le vittime primarie possono chiedere il risarcimento dei danni differenziali e
complementari, rispetto a quanto indennizzato dall’INPS, direttamente al datore di
lavoro e personalmente ai titolari delle posizioni di garanzia, e anche i loro familiari
possono domandare il risarcimento dei danni direttamente sofferti, e in caso di decesso
dei loro congiunti, l’integrale risarcimento anche iure hereditario.
Ogni anno in Italia si contano circa 5.000 nuovi decessi per patologie asbesto correlate
e, purtroppo, il trend è in aumento, e nella migliore delle ipotesi è destinato a rimanere
invariato per decenni, anche perché con la l. 257/92, avente ad oggetto “Norme relative
alla cessazione dell'impiego dell'amianto”, non è stato codificato un chiaro obbligo di
bonifica degli ambienti di vita e di lavoro, che ancora a distanza di più di 20 anni dalla
sua entrata in vigore, rimangono in larga parte contaminati, con il decorso del tempo che
favorisce l’aerodispersione delle fibre, anche dai materiali compatti, quindi con
prolungamento dei tempi di esposizione di coloro che lo sono stati già nel passato e con
una platea di nuovi esposti, comunque a rischio, in assenza di una soglia al di sotto della
quale il medesimo può ritenersi nullo (come confermato dall’undicesimo considerando
della direttiva 148/09/CE e da tutti i più autorevoli scienziati).
Solo la prevenzione primaria, con la bonifica e la messa in sicurezza degli ambienti di
vita e di lavoro, rispetto al rischio amianto e di tutti gli altri agenti cancerogeni, così
rimosso alla radice, nella più autentica trasposizione ed applicazione del precetto di cui
all’art. 32 della Costituzione, tutela effettivamente la salute e con essa ogni altro diritto
della persona, ed è in grado di preservare l’ambiente, donandolo integro alle future
generazioni, e l’essere umano, la dignità del singolo, unico e sempre diverso, come
creatura di Dio, dotata di dignità spirituale e soprannaturale, centro dell'ordine
economico, sociale, politico, insieme alla sua famiglia, come insegna il Cattolicesimo
“Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013
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liberale: perciò l'uomo ha diritto alla salute, alla salubrità dell’ambiente, alla vita
religiosa, al lavoro, alla famiglia, all'uso dei beni materiali, alla proprietà, al giusto
salario, alla libertà, alla partecipazione alla vita dello Stato, all'istruzione, alla
collaborazione nella produzione della ricchezza e il lavoro deve essere visto "nel quadro
più ampio di un disegno divino" e del rispetto dei diritti fondamentali, utile ai "singoli
alla realizzazione dello scopo fondamentale della loro vita", mentre "l’impegno
dell’occupazione di tutte le forze disponibili è un dovere centrale dell'azione degli
uomini di governo, politici, dirigenti sindacali ed imprenditori" (Giovanni Paolo II) e le
"le autorità responsabili" sono preposte perché mettano mano ai provvedimenti
necessari a garantire ai lavoratori la giusta retribuzione e la stabilità (Giovanni Paolo II)
e lo Stato deve essere una società organizzata, dove è garantita la convivenza civile, le
giuste libertà individuali e sociali e la giustizia, nel perseguimento del bene comune,
dell'intera comunità e non di un gruppo a detrimento delle legittime esigenze degli altri,
e rispettando la libertà dell’individuo, che non sussiste ove gli venga negata la salute, e
di più ove venga posto davanti all’inaccettabile dilemma di decidere se mantenere il
lavoro e ammalarsi, oppure tutelare la salute e rimanere disoccupato e quindi privo dei
mezzi di sussistenza per lui e per la sua famiglia e negata la sua dignità, che nel lavoro
ha il suo punto di massima espressione.
Occorre evitare ogni forma di esposizione a polveri e fibre di amianto e ad altri
cancerogeni, proprio perché non ci sono limiti al di sotto dei quali il rischio si annulli, e
poiché anche una dose, piccola, straordinariamente piccola, può cagionare l’insorgenza
del mesotelioma (Selikoff "Asbestos and disease" del 1978, nel quale egli afferma
testualmente “the trigger dose may be small, in some cases extraordinarily so” –
Selikoff, Abestos and Disease, Accademy Press 1978, Relationships – second criterion,
p. 162) e perché il processo cancerogeno è il risultato della sommatoria di diverse
esposizioni, che agiscono in sinergia e potenziano il loro effetto (facendo aumentare il
rischio di insorgenza della patologia e comunque abbreviando i tempi di latenza, e
quindi le aspettative di vite della vittima - Mutti ed altri).
La vita umana, la tutela della salute e dell’ambiente, sono riassunte nella profondità del
Mistero dell’Incarnazione, come Giovanni ebbe modo di scrivere nel Prologo del suo
Vangelo: «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la
sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità» (1, 14) e la
nascita di Gesù attua l’Incarnazione del Verbo Eterno, consustanziale al Padre: il Verbo
che prima era presso Dio, per mezzo del quale è venuto in essere tutto ciò che esiste; il
Verbo nel quale era la vita, vita che era la luce degli uomini (cf. 1, 1-5), anche del Figlio
unigenito, Dio da Dio, come l'apostolo Paolo ricorda che fu«generato prima di ogni
creatura» (Col 1, 15). Dio crea il mondo per mezzo del Verbo. Il Verbo che è l'eterna
Sapienza, il Pensiero e l'Immagine sostanziale di Dio, «irradiazione della sua gloria e
impronta della sua sostanza» (Eb1, 3), ha generato eternamente ed eternamente amato
dal Padre, come Dio da Dio e Luce da Luce, è il principio e l'archetipo di tutte le cose
da Dio create nel tempo, 4.[…] Cristo, Figlio consustanziale al Padre, ed è quindi rivela
il disegno di Dio nei riguardi di tutta la creazione e, in particolare, nei riguardi
dell'uomo, «svela ... pienamente l'uomo all'uomo e gli fa nota la sua altissima
vocazione». Gli mostra questa vocazione rivelando il mistero del Padre e del suo amore.
«Immagine del Dio invisibile», Cristo è l'uomo perfetto che ha restituito ai figli di
“Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013
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Adamo la somiglianza con Dio deformata dal peccato. Nella sua natura umana, immune
da ogni peccato ed assunta nella Persona divina del Verbo, la natura comune ad ogni
essere umano viene elevata ad altissima dignità: «Con l'incarnazione il Figlio di Dio si è
unito in certo modo ad ogni uomo. Ha lavorato con mani d'uomo, ha pensato con mente
d'uomo, ha agito con volontà d'uomo, ha amato con cuore d'uomo. Nascendo da Maria
vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato».
L’Osservatorio Nazionale Amianto è chiamato a perseguire laicamente l’assunzione di
coscienza e di responsabilità, che possa contribuire alla costituzione di un testo unico e
di un nuovo piano nazionale amianto, che nel riaffermare i principi e i valori
costituzionali ed ordina mentali, possa contribuire a risolvere il problema
trasformandolo in una risorsa, determinando cioè una modernizzazione della struttura
produttiva nazionale (ed europea) che determini per ciò stesso la rimozione di tutti i
materiali di amianto, ed allo stesso tempo aumenti la produttività e la competitività della
Nazione, coniugando le esigenze dell’economia con il dovere del rispetto dei diritti
fondamentali della persona umana: si verrebbe così a realizzare l’annullamento di
qualsiasi esposizione ad amianto e a qualsiasi altro cancerogeno che possa essere
dannosa per la salute e per l’ambiente, insieme ad un efficace programma di ricerca per
la sconfitta delle classiche patologie asbesto correlate, tra le quali il mesotelioma, il
tumore polmonare e le altre forme di patologie neoplastiche, che il minerale è in grado
di provocare, e comunque il progressivo azzeramento per effetto dell’assenza di future
esposizioni dannose alla salute, in uno alla ritrovata efficienza e competitività del nostro
sistema produttivo che purtroppo è stagnante e in recessione anche in seguito a politiche
di ipertassazione per sostenere inutile spesa pubblica, frutto di scelte politico-
istituzionali del tutto errate, che hanno determinato pregiudizio sia agli imprenditori che
ai lavoratori.
La filosofia che sta alla base e che ha guidato coloro che hanno utilizzato amianto è
quella del profitto, una sorta di religione del profitto (che si innesta in politiche
protezionistiche, spesso fondate sulla moltiplicazione del debito pubblico, che impone
poi alta tassazione, e quindi una forma di espropriazione nei confronti di chi lavora) e in
favore di pochi, mentre ai molti vengono imposti veri e propri sacrifici umani, contrari
alla parola di Gesù, che nel suo più grande comandamento: “Amerai il signore Dio tuo
con tutto il cuore, con tutta la tua anima, e con tutta la tua mente. E il secondo è simile
al primo: Amerai il prossimo tuo come te. Da questi due comandamenti dipendono tutta
la Legge e i Profeti" (Matteo 23, 34-40), perché la legge è pratica dell’amore (Mt 5,22-
26; 5, 28-32; 5,34-37; 5,39-42; 5,44-48), palesemente contraddetto dalla legislazione e
della prassi ancora oggi non completamente venuta meno nell’ottica di una economia
che non tiene conto dei valori etici e sociali.
Le esposizioni morbigene ad amianto e ad altri cancerogeni impongono di richiamare la
legge, che si traduce nel divieto di uccidere: è quindi inaccettabile, non solo
umanamente e cristianamente, ma anche giuridicamente, perseguire una miope politica
che non tenga conto di uno sviluppo economico che sia oltre che ecocompatibile,
soprattutto rispettoso della dignità della persona umana, e dei suoi inalienabili diritti,
secondo i principi della dottrina sociale della Chiesa e del pensiero di Don Luigi Sturzo
del rispetto dei principi di libertà, uguaglianza, solidarietà, democrazia e stato di diritto,
che ha guidato i Padri nobili d’Europa e del nostro Stato, e che impone una profonda
“Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013
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riflessione e un impegno comune e condiviso che possa trasformare in un’ottica
lungimirante il problema amianto in un’occasione con la quale, nell’ambito della
modernizzazione del sistema industriale italiano, anche attraverso strumenti finanziari
comunitari ed internazionali, e di cooperazione, con l’ammodernamento del sistema
produttivo nazionale (anche attraverso l’applicazione dei principi dell’economia sociale
di mercato) ed europeo, determinare la definitiva rimozione e/o messa in sicurezza
dell’amianto nei luoghi di lavoro e di vita: i principi dell’economia sociale di mercato
vennero richiamati nel Trattato di unificazione delle due Germanie, e in meno di venti
anni, l’economia collettivistica della Germania dell’Est, ispirata dalle concezioni
economiche leniniste, nella quale i cittadini erano in uno stato di povertà estrema, e
l’organizzazione produttiva assolutamente antiquata, si è trasformata, creando lo stesso
benessere della Repubblica Federale Tedesca, e trasformandosi nella locomotiva
d’Europa.
Questa terza via (Röpke), che prevede la modernizzazione delle strutture industriali del
paese (anche con l’utilizzo della leva fiscale, con detrazioni delle spese per investimenti,
che necessariamente porterebbero, con il rinnovamento delle strutture, alla rimozione
dell’amianto), presuppone contemporaneamente e necessariamente la composizione
della conflittualità legata al diritto delle vittime a vedersi risarciti tutti i danni (evitando
l’incertezza ed il dispendio di tempo ed energie in lunghe azioni giudiziarie) e ciò anche
attraverso la costituzione di una agenzia europea o nazionale, che ristori del pregiudizio,
anche delle vittime ambientali e non lavorative, riducendo l’area di conflittualità e di
applicazione del diritto penale ai soli casi di dolo (e tenendo conto che a questo punto il
danno si è già verificato - l’esposizione già c’è stata, le malattie sono già in essere, e in
alcuni casi purtroppo già con esito infausto) è doveroso proteggere le vittime, che sono
ulteriormente penalizzate dalla burocrazia e dal prolungarsi dei processi, oltre ogni
termine ragionevole, tanto che l’Italia è il fanalino di coda, e più volte condannata in
ambito europeo ed internazionale per le inefficienze della sua giustizia, dovute alla
scarsità di mezzi e di risorse, e dalle caratteristiche di lungo latenza e di particolare
aggressività di queste patologie, in linea con quanto il Sommo Pontefice Benedetto
XVI, ha avuto modo di affermare all’udienza generale del 27.04.2011, quando ebbe
modo di esortare i rappresentanti dell’Osservatorio Nazionale Amianto e
dell’Associazione Vittime Amianto Nazionale Italiana “a proseguire la loro importante
attività a difesa dell’ambiente e della salute pubblica”.
“Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013
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L’Osservatorio Nazionale Amianto e la sua mission
Michele Rucco
Segretario Generale dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus Via Svetonio, 16 – 04100 –
Latina (Italia) Tel. +39 340 2553965 e-mail: segretariogenerale.ona@gmail.com
Buongiorno signore e signori, vi do il mio benvenuto e vi ringrazio per la vostra
partecipazione.
Oggi è una giornata di studio e di lavoro in cui cercheremo insieme di fare il punto sulle
problematiche del rapporto tra salute, lavoro e ambiente, un rapporto che spesso è stato
impostato e gestito nel modo sbagliato e di cui il dramma originato dall’amianto e dal
suo uso nefasto rappresenta il caso più emblematico.
La nostra volontà, infatti, è quella di essere al servizio delle vittime, ma anche e
soprattutto al servizio di tutti coloro che corrono il rischio di diventare vittime.
Per questo non ci stancheremo mai di batterci per la prevenzione primaria, per un
ambiente pulito, per la bonifica dei territori e degli ambienti di vita e di lavoro.
Per questo, il Convegno non è soltanto un momento di visibilità, è soprattutto un punto
di raccordo del lavoro quotidiano svolto dalla nostra Associazione, un momento di
confronto e di riflessione da cui ripartire, più forti e più attrezzati, per continuare la
nostra battaglia per il rispetto della vita, della sua dignità, della sua qualità.
Una battaglia che ha caratterizzato tutto il percorso che ci ha portato fino qui.
L’Osservatorio Nazionale sull’Amianto, infatti, nasce nel 2008 promosso dalla Libera
Università Telematica Arti e Scienze Moderne come centro di alta formazione e di
ricerca tecnico-giuridica e normativa.
Fin dall’inizio della sua attività però si è trovato a raccogliere la sofferenza e le
difficoltà dei lavoratori esposti all’amianto e dei familiari delle vittime, troppo spesso
lasciati soli ad affrontare le conseguenze di quello che non potrà mai, per sua natura,
essere definito un “problema privato”.
Ci siamo trovati di fronte ad una vera e propria strage che conta circa 5.000 decessi ogni
anno.
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Una strage che si ripete anno dopo anno nel silenzio assordante degli organi di
informazione, in un contesto di mancato riconoscimento dei diritti e di sostanziale
impunità dei responsabili di questo eccidio.
Non era possibile limitarsi ad “osservare”: abbiamo avvertito l’imperativo etico di
aiutare persone che erano state lasciate sole, cercando di dare un supporto ed un
sostegno, concreto, fattivo.
Consapevoli che il dolore, la disperazione, la rabbia dei singoli, le vicende personali
hanno un respiro ed un orizzonte nazionale; travalicano lo specifico problema
dell’amianto e richiedono capacità di interloquire, di ragionare, di confrontarsi a più
livelli.
Per ottenere il riconoscimento di diritti inalienabili, primo fra tutti il diritto alla salute.
Richiedono anche un profondo cambiamento culturale in grado di porre termine allo
scambio (vorrei e dovrei dire al ricatto) tra lavoro per sopravvivere e salute, che per
troppo tempo ha caratterizzato i rapporti industriali e le stesse politiche sindacali.
Rendere raggiungibili questi obiettivi ha richiesto uno sforzo di fantasia creativa per
ridefinire la nostra mission e per ripensare profondamente la nostra struttura
organizzativa.
Da una configurazione monocentrica abbiamo immaginato una rete, una configurazione
plurale radicata nei territori e raccordata dalla identità concettuale, dalla identificazione
e dalla condivisione valoriale.
Questa idea è stata vincente:
3
Presenza
ONA Onlus
al 30.09.2011
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A settembre 2011 l’ONA era un’Associazione piena di potenzialità e ricca di saperi, di
conoscenze, che quasi si esaurivano in se stesse.
Venivano poco utilizzate le risorse e le competenze annidate nei territori e nelle
persone. Ne conseguiva un agire frammentato e limitato spesso alle aule giudiziarie, con
grande dispendio di energie in battaglie contro avversari ciclopici.
4
Presenza
ONA Onlus
al 30.06.2013
Oggi l’Osservatorio conta migliaia di soci, che prestano il loro contributo di idee e di
lavoro, a titolo volontario e gratuito, senza fini di lucro anche indiretto; molti di loro
sono personalità rappresentative delle istituzioni a tutti i livelli (sindaci, consiglieri
comunali, provinciali e regionali, deputati e senatori) espressione di tutte le formazioni
politiche presenti nella società italiana, in armonia con il carattere apartitico e scevro da
ideologie dell’Associazione.
Siamo presenti in quasi tutte le Regioni, dal Veneto alla Sicilia, dalla Valle d’Aosta alla
Puglia, attraverso i nostri Comitati, organizzati ciascuno secondo le proprie
caratteristiche e le proprie capacità.
I Comitati sono in grado di assicurare la più ampia partecipazione democratica e di
perseguire le finalità dell’Osservatorio in modo diretto ed immediato, dando risposte
specifiche alle specifiche esigenze di tutela della salute, dell’ambiente e dei diritti, così
come si manifestano e si concretizzano nei singoli ambiti di operatività.
Possiamo contare sul supporto di un Comitato Tecnico Scientifico di cui fanno parte
insigni professori e affermati professionisti, molti dei quali sono oggi qui presenti e li
ringraziamo, ed intratteniamo rapporti di collaborazione con agenzie ed istituzioni di
tutto il mondo.
“Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013
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Le finalità dell’ONA sono quelle di
1) promuovere e tutelare la salute in ogni ambito di esplicazione della vita umana,
attraverso
a) la prevenzione primaria, cioè la riduzione del rischio e che si sostanzia nella
completa rimozione di tutti gli agenti tossici dagli ambienti di vita e di lavoro;
b) la prevenzione secondaria, che è riduzione del danno e che si attua con la
diagnosi precoce;
c) la prevenzione terziaria, che è riduzione delle conseguenze del danno e si
realizza col rispetto del principio sancito dall’Unione Europea “chi inquina,
“paga”;
2) rappresentare, tutelare, assistere moralmente e materialmente i lavoratori ed i
cittadini esposti ad amianto e ad altri patogeni, perché nessuno venga lasciato solo;
3) tutelare i diritti costituzionalmente garantiti a ogni persona, e che costituiscono
l’essenza della dignità umana.
L’Osservatorio oggi opera
a fianco delle persone per assicurare quelli che abbiamo chiamato “i diritti
negati”; voglio ricordare, oltre le migliaia di pratiche amministrative e di procedimenti
giudiziari,
o la sentenza del TAR del Lazio avverso il cosiddetto Decreto Damato;
o i ricorsi alla corte europea (il primo, 2008 contro decreto Damato)
o il processo di Torino, che ha visto la condanna di Schmydiner e dei suoi
sodali
a fianco delle Istituzioni locali e nazionali,
o dando il nostro contributo nella preparazione
 di interrogazioni parlamentari sia in ambito nazionale che europeo
(ricordo per tutte ultima l’interrogazione dell’on. Sonia Alfano al
Parlamento Europeo)
 di proposte di legge (fra le quali quelle della senatrice Dorina
Bianchi, dell’on. Pippo Gianni, del senatore Domenico Scilipoti),
o partecipando ai lavori delle commissioni legislative regionali (come nel
Lazio)
o intervenendo nei consigli comunali (come è stato a Gela)
o agendo operativamente attraverso gli Sportelli Amianto (come ad Asti e
a Sezze)
o svolgendo attività di surroga nell’individuare la presenza di amianto
(ricordo fra tutti, l’asilo nido di Rosignano, l’asilo “Cocco e drilli” di
Roma nonché la Stazione Tuscolana sempre di Roma)
a fianco della Magistratura, nella sua azione di repressione dei reati contro la
salute e contro l’ambiente, e nella sua azione di ristoro dei danni causati ai singoli e alle
comunità;
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o comunicando fatti e notizie, di cui siamo in possesso grazie alle indagini
difensive svolte in qualità di parte offesa;
o presentando esposti e denunce, sia verso singole situazione di pericolo sia
argomentando intorno alla cosiddetta “lobby dell’amianto”;
o costituendoci parte civile nei processi penali (ultimo quello dell’Ilva di
Taranto);
a fianco delle strutture mediche
o per potenziare e far conoscere le strutture di eccellenza;
o per migliorare l’erogazione degli interventi di prevenzione secondaria;
o per alimentare il circuito dell’informazione e della conoscenza;
Vorrei dare compiuto conto del lavoro svolto ricordando alcune delle ultime iniziative:
In primis, il Convegno tenutosi il 14 novembre 2012 presso la Camera dei Deputati, che
ha rappresentato una tappa significativa nell’approfondire il rapporto fra scienza e
diritto: in questa sede, tra l’altro e grazie ai contributi del prof. Ronald Gordon,
Direttore del Dipartimento di Patologia della Mount Sinai School of Medicine di New
York e del prof. Morando Soffritti Direttore Scientifico Istituto Ramazzini di Bologna,
si è approfondito il concetto della “trigger dose” e del mesotelioma come patologia
dose dipendente.
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L’11 Dicembre 2012, nell’Aula Consiliare del Comune di Gela si è concluso un
percorso iniziato oltre un anno prima: è stato siglato un protocollo fra ONA, Comune di
Gela, INPS, INAIL e Agenzia Regionale per la Salute che ha reso operativo un
programma di sorveglianza sanitaria per gli ex esposti all’amianto non rientranti negli
atti di indirizzo ministeriali, con un ruolo di primo piano riservato al locale Comitato
della nostra Associazione.
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Un’altra diversa e positiva esperienza è stata presentata lo scorso 23 Aprile ad Asti dove
il Comune, l’Associazione Piccola e Media Impresa, la Cassa di Risparmio di Asti si
sono aggregate intorno alla proposta portata avanti dal nostro Comitato per la rimozione
delle installazioni di amianto presenti nel territorio comunale anche utilizzando le
tecnologie messe a punto dal CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche per addivenire
alla mappatura del territorio.
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Ultima in ordine di tempo, la Conferenza Regionale Amianto tenutasi lunedì scorso a
Priolo Gargallo (un altro territorio martoriato dall’amianto), con la quale si è inteso
richiamare l'attenzione sulla urgente necessità di adottare strumenti di prevenzione
primaria, di diagnosi precoce e di adeguati risarcimenti, oltre che di interdizione delle
condotte anche solo pericolose, e che ha determinato la presentazione di un disegno di
legge presso l’Assemblea Regionale Siciliana, da parte dell’On.le Pippo Gianni,
parlamentare regionale e membro del nostro Comitato Tecnico Scientifico, avente ad
“Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013
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oggetto “Norme per la tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti
dall’amianto”.
Questi pochi esempi sono in grado di evidenziare come l’Osservatorio opera ed intende
operare a fianco ed insieme alle altre Associazioni che perseguono valori coincidenti
con i nostri, per agire in sinergia a tutela dell’ambiente, della salute, dei diritti.
Ribadisco con forza “a fianco ed insieme” perché vogliamo UNIRE E CONDIVIDERE,
perché la frammentazione non paga.
Vogliamo unire e condividere perché il campo dell’ignoranza è molto vasto ed
inesplorato: la prima cosa che fa genera confusione.
13
Ad esempio, in molti ambiti, il problema amianto viene semplicisticamente ridotto al
problema degli esposti, delle loro patologie,;un problema, che riguarda in definitiva una
porzione limitata della popolazione: ma questa impostazione non permette di cogliere
l’aspetto centrale costituito dal problema creato dagli altri tossici, dagli altri agenti
patogeni, da tutti i tossici, da tutti gli agenti patogeni.
I tossici, i patogeni debbono essere banditi e la loro presenza deve essere rimossa dagli
ambienti di vita e di lavoro.
Per questo richiediamo con forza che venga concluso il percorso iniziato con la legge
257 del 1992 che venga stabilito un termine entro il quale completare la bonifica
dell’amianto su tutto il territorio nazionale.
Per non essere più costretti a condividere il commento amaro e cinico di Vauro.
“Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013
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14
Per questo noi ci impegniamo in questa nostra battaglia, che è al tempo stesso culturale
e valoriale. E che è ben rappresentata dal nostro simbolo, il guerriero etrusco, dal suo
scudo decorato con il "fiore della vita"; lo scudo è metafora della lotta del bene contro il
male, della verità contro la menzogna, della giustizia contro l’ingiustizia.
Rappresenta un forte impegno etico, finalizzato ad uno scambio valoriale, a una
rivoluzione culturale: rimuovere la centralità del profitto per tornare alla centralità
dell’uomo, alla dignità della persona.
15
IL F IO R E D E L L A
V IT A
“Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013
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E’ motivo di orgoglio per tutti noi ricordare che questo profondo significato etico è stato
apprezzato anche dal Santo Padre (oggi emerito) Benedetto XVI che ha esortato
l’Osservatorio Nazionale sull’Amianto a proseguire la sua “importante attività a difesa
dell’ambiente e della salute pubblica”.
16
“Saluto i rappresentanti
dell’Associazione
Nazionale Vittime
dell’Amianto e
dell’Osservatorio
Nazionale Amianto e li
esorto a proseguire la
loro importante attività a
difesa dell’ambiente e
della salute pubblica”
S.S. Benedetto XVI
Verbale Udienza del 27.4.2011
Libreria Editrice Vaticana
Voglio concludere questo mio intervento con una citazione di Albert Schweitzer,
l’apostolo laico del rispetto della vita, che segna i limiti dell’uomo e
contemporaneamente è un inno alla sua potenza.
Quello che tu puoi fare
è solo una goccia nell’oceano,
ma è ciò che dà significato
alla tua vita.
Albert Schweitzer
17
Vi ringrazio per l’attenzione, vi auguro un buon lavoro.
“Amianto tra scienza e diritto” , Pisa 18.07.2013
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L’esperienza dell’ONA nella città di Pisa quale spunto per
una riflessione giuridica sull’ingiusto compromesso fra il
diritto alla salute e il diritto al lavoro.
Tommaso Frendo
Studio Legale Missere & Venturi , Consulente Legale dell’Associazione Professionale
“La legge per tutti” e della Lega Consumatori
e-mail: tommasofrendo@gmail.com comitatoonapi@gmail.com
Buonasera, vi ringrazio per essere qui presenti quest’oggi e consentitemi i dovuti
ringraziamenti al nostro Presidente l’Avvocato Ezio Bonanni che, insieme al carissimo
Dott. Michele Rucco (Segretario Nazionale dell’Osservatorio) ha reso possibile questo
evento.
In qualità di Coordinatore provinciale ONA Pisa, ringrazio i membri del Consiglio
Direttivo del Comitato pisano che, ognuno nel proprio ambito professionale, attraverso
l’entusiasmo e la passione che ognuno di noi nutre nel confronti della “verità”, a partire
da quest’anno (il comitato è stato costituito in data 03/02/2013) si sono prefissati di “far
proprie” le finalità statutarie dell’Osservatorio Nazionale Amianto.
Il nostro obbiettivo primario è quello di tutelare il diritto alla salute in ogni ambito di
esplicazione della vita umana, promuovendo i diritti costituzionalmente garantiti, con
particolare riferimento alla sfera del lavoratore.
Ringrazio infine gli illustri relatori che si sono resi disponibili ed hanno accettato di
trattare (sia da un punto di vista giuridico che sotto il profilo scientifico) questa tematica
che assume una rilevanza tanto attuale quanto (purtroppo) futura.
Dico futura in ragione della durata relativa all’incubazione delle malattie asbesto
correlate che, come il Pubblico Ministero Dott. Maurizio Ascione insegna, ha reso e
continua a rendere complicata l’individuazione di un profilo di responsabilità da
attribuire in capo ad un determinato soggetto.
Una tematica attuale, futura, spesso sottovalutata e che oggi più che mai trova alle
proprie basi un ingiusto compromesso fra due diritti che, se non altro la nostra carta più
importante, definisce come fondamentali.
“Amianto tra scienza e diritto” , Pisa 18.07.2013
Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna
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Il Professor Gaetano Veneto, che ho avuto il piacere e l’onore di ascoltare ad un suo
importante intervento lo scorso novembre a Roma presso la Camera dei Deputati, lo
definiva un falso dilemma.
Si, perché di un falso dilemma si tratta.
Quando parliamo da una parte di “salute” e dall’altra parte di “lavoro”, non possiamo
permetterci di cadere nell’alternativa che ci vede costretti a far si che un diritto sia
sottomesso dall’altro.
Eppure l’art. 41 della nostra Costituzione parla molto chiaro:
“L’iniziativa economica non può svolgersi in modo da recare danno alla sicurezza
delle persone”.
Da una parte vi è il diritto alla vita, ad avere salute.
Un diritto così importante da non riguardare soltanto la sfera giuridica del singolo
individuo, ma (proprio in ragione del suo carattere primario) fondamentale al punto di
riflettersi sulla collettività, comprendendo quindi l’obbligo inderogabile di non porre a
rischio la salute altrui attraverso la propria condotta. Un valore costituzionale supremo
1
..
Dall’altra parte vi è il diritto al lavoro. Un diritto che magari, a primo impatto (e
soprattutto di questi tempi), rimanda a problematiche economiche, ma che se viene
inteso nel suo senso più profondo (ed è così che dovrebbe essere inteso) non è che il
diritto a realizzarsi come persona, essendo qualcosa, facendo qualcosa, dall’operaio al
dirigente, per essere protagonista di una società e per cambiarla sempre in meglio.
In fondo, è la stessa Costituzione2
che attribuisce al lavoro il difficile incarico di
sostenere la Repubblica Italiana, non soltanto ponendo il diritto al lavoro come
“fondamenta” del nostro paese, ma salvaguardandolo attraverso la promozione di tutte
quelle condizioni tali da rendere effettivo questo diritto nei confronti di tutti i cittadini3
.
Perché sia un “diritto vivo”, che concorra al progresso del nostro Paese.
Nel cercare invano di trovare una risposta a questo dilemma, sforzandomi di osservare
lo scenario con gli occhi del giurista, estremizzando (e ritengo che talvolta sia utile farlo
per capire quella che è la reale posta in gioco) mi è venuto in mente un celebre romanzo
di William Stayron dal titolo “La scelta di Sophie”4
.
Il romanzo racconta di come una giovane madre polacca di origini ebraiche fu deportata
ad Auschwitz con i propri figli, per poi essere crudelmente costretta a scegliere dai
nazisti quale fra i due figli far morire.
Alla fine la giovane Sophie deciderà di salvare il figlio Jan sacrificando quindi la
piccola Eva.
Essa farà i conti con questa decisione per il resto della sua vita.
Perché in realtà, anche se da un punto di vista aritmetico e razionale salvare una vita è
sempre meglio che non salvarne nessuna, da un punto di vista etico e morale esistono
scelte che per la loro natura non possono essere fatte5
.
1
Art. 32 Cost.
2
Art. 1 Cost.
3
Art. 4 Cost.
4
W. Stayron, La scelta di Sophie (Sophie’s Choice), Mondadori, 2001.
5
M.Marzano, L’Ilva e la trappola del falso dilemma, La Repubblica, 2012.
“Amianto tra scienza e diritto” , Pisa 18.07.2013
Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna
23
Tuttavia, nel riflettere ho capito che a trovarsi nella situazione della madre non vi era il
giurista, bensì il lavoratore.
Ma come può un lavoratore chiedersi (e mi riferisco a ciò che sta accadendo a Taranto
“Caso Ilva” ma non solo) se preferisce morire di fame in pochi mesi piuttosto che di
tumore fra venti anni, facendo ammalare anche sua moglie e magari i suoi figli?
E allora, il compito di ogni giurista che si rispetti (inteso come legale, magistrato o
studioso che sia) è quello di compiere la difficile operazione che consiste nel cercare di
evitare di giungere a quella tragica scelta.
Ciò dovrà essere fatto senza finzioni e false soluzioni. Senza fingere quindi di aver
salvato entrambi i bambini quando in realtà uno dei due è stato sacrificato e sostituito
con un fantoccio.
Eppure, sia i progressi tecnologici che gli esempi di altri paesi europei, mostrano che
non c’è alcun bisogno di contrapporre salute e lavoro. Anzi, il diritto alla salute e il
diritto al lavoro possono e devono andare di pari passo, fondendosi quindi entrambi in
un unico diritto, il diritto alla vita.
Il convegno di oggi, in un certo senso, sia attraverso la scienza che attraverso il diritto si
prefigge anche questo. Cercando di fornire quella consapevolezza necessaria che serve
per far si che questo ricatto non sia mai più tollerato.
Perché come fa un giurista a scegliere quale fra questi due diritti far prevalere?
Come può una madre decidere quale figlio sacrificare?
Vi ringrazio ancora e vi auguro di seguire un convegno piacevole e interessante.
Grazie a voi.
“Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013
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Massimiliano Posarelli
Figlio di una vittima dell’amianto, Impiegato SOLVAY CHIMICA ITALIA S.p.A. – Rosignano Solvay
(LI) e-mail: massimilianoposarelli@yahoo.it
Io oggi son qua a esprimere pensieri e concetti che ricevo dalle tante storie raccontate e
spesso scandite a bassa voce da malati terminali come mio papà che ormai ci ha lasciato
dal novembre del 2010 e colpevoli di aver lavorato a contatto con l’amianto e di averlo
respirato senza alcuna protezione …………
Ho avvertito sentimenti, espressioni e immagini forti. Ho visto sguardi con occhi fissi e
pieni di lacrime.
Si parla, di sofferenza, di tragedie senza lieto fine, di disperazione, di supplicazioni alla
morte per porre fine al dolore, di esasperazione, di TREPIDANTI attese per sofferenze
incombenti, di angoscia, di rancore, di rivendicazioni, alle volta anche di odio che si
affaccia nonostante gli sforzi per trattenerlo, surrogarlo o trasformarlo in qualche altra
cosa.
Si parla contemporaneamente di crimini, criminali e mascalzoni avvezzi all’impunità, di
violenze, di esiti perversi di azioni profittevoli, ed eccezionale risulta la ricerca per dare
un senso al dolore e anche alla morte mentre al perdono o alla carità per quei carnefici si
accenna solo in modo sporadico nonostante molti degli offesi siano dei “credenti”.
Sono questi gli argomenti che sento e ho sentito narrare da quei poveretti, che non solo
si sono spezzati la schiena per un pezzo di pane, ma alla fine si sono pure –atrocemente-
ammalati o morti.
Queste storie potrebbero addirittura impressionare anche uomini e donne di esperienza e
“addetti ai lavori” o persone in confidenza con soprusi e morte; sono storie
coinvolgenti, storie sincere e adeguate perché tutta l’umanità si riconosca in pieno nelle
vittime dell’amianto, individui, anche con processi corali, e condanni i colpevoli e le
loro malazioni.
“Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013
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Poi per finire. Molta attenzione e fiducia devono essere poste da tutti alla cura delle
malattie asbesto correlate, al controllo del dolore e all’assistenza fornita dalle strutture
sanitarie coinvolte (penso proprio a Pisa, a Siena e a tante altre ancora) che per fortuna
nella sfortuna, appaiono capaci di fornire risposte adeguate. E ancora più attenzione va,
ovviamente, alle famiglie e alle associazioni delle vittime come l’ONA di cui anche io
ne faccio parte e ne sono orgoglioso e fiero. GRAZIE ONA E GRAZIE PRESIDENTE
…. GRAZIE DAVVERO …..
Queste esperienze hanno portato Massimiliano a scrivere la poesia riportata di seguito
(Nota dei curatori)
Morti bianche per amianto
Chiamatele pure morti bianche.
Ma non è il bianco dell’innocenza di una bella spiaggia dei caraibi
non è il bianco candido di una fresca nevicata in montagna
non è neppure il bianco della purezza della luce eterna.
E’ il bianco della polvere di amianto, che per decenni
ha coperto il nostro mondo, fonte di interesse e di guadagno.
Che ha prevalso sul rispetto della vita umana
coprendo ogni anno sguardi fissi nel vuoto
occhi spalancati dal terrore e pieni di lacrime
dalla consapevolezza che la vita sta scappando via.
Un attimo eterno che elimina ogni speranza
quell’attimo di un respiro e dell’esalazione
che toglie pian piano l’aria nei polmoni
come una goccia d’acqua che tutti i giorni cade in un bicchiere vuoto
perché senza protezioni gli aghi di quell’amianto
bianco han cucito il respiro ed il cuore.
E’ il bianco che copre le nostre coscienze
e la vita di quei lavoratori innocenti schiavi del profitto.
E di chi è spesso solo moderno schiavo.
E’ il bianco di un giorno nebbioso
di una vita che si spegne lontana dagli affetti
di lacrime e disperazione per chi rimane.
Bianco ipocrita che hai ingiustamente privato
La felicità alle tante vittime dell’amianto
e ai loro familiari.
Lascia allora ad ogni uomo sulla terra il suo vero bene
LA SALUTE, LA GIUSTIZIA E LA PACE.
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Curriculum attività lavorativa in presenza di amianto
Franco Berti
Il mio nome è Franco BERTI, provengo dalla Val di Cecina, ho raggiunto l’età di quasi
74 anni ed ho prestato costantemente la mia attività lavorativa –in qualità di operaio- in
ambienti diversi ma con un denominatore come: l’AMIANTO.
Iniziai a venire a contatto con tale prodotto fin dal mio primo giorno lavorativo,
allorché, nel lontano 1957 venni assunto alle dipendenze dirette dell’ex
COOPERATIVA LIBERLAVORO (successivamente ridenominata “COOPERATIVA
VAPORDOTTI”), con sede in Montecerboli – frazione del Comune di Pomarance
(Pisa), alla quale venivano commissionati da parte della ex LARDERELLO S.p.A. e
successivamente (dal 1963) dall’E.N.E.L., lavori di coibentazione termica agli
innumerevoli vapordotti esistenti nella cosiddetta “Zona Boracifera”.
Tale tipologia di lavoro veniva eseguita manualmente impiegando lastre di amianto, rete
metallica e amianto in polvere, mescolato al cemento, con cui si formava un impasto
definito in gergo “Fibretta”.
La polvere, molto sottile e volatile, contenuta in appositi sacchi di carta sigillati
(analoghi a quelli ben più noti contenenti cemento), veniva con le stesse modalità
impastata a terra con l’ausilio di comuni pale, le quali, con i loro tipici movimenti,
sollevavano in aria una “nube” indescrivibile e irrespirabile di microfibre. Ultimata
l’operazione, l’impasto veniva raccolto e spalmato sul tubo da coibentare mediante
semplici attrezzi da muratore (cazzuole e segacci), alla stregua di un vero e proprio
intonaco, applicato su una struttura muraria; si procedeva, quindi, ad avvolgere il tutto
con della rete metallica e si completava l’opera con l’applicazione perimetrale esterna –
per l’intera circonferenza del vapordotto – della cosiddetta “Fibretta”.
Dopo esattamente 10 anni (1957 – 1967) trascorsi in questa realtà infernale, mi si
presentò l’opportunità di cambiare Azienda (SOCIETA’ CHIMICA LARDERELLO) e,
conseguentemente, la tipologia e la qualità del lavoro.
Purtroppo le insidie dell’amianto per me non erano ancora finite, poiché venni
assegnato al reparto “INSTALLATORI CENTRIFUGHE” il cui mansionario
comprendeva quotidianamente la sorveglianza, revisione e manutenzione dell’impianto
in cui l’amianto era presente un po’ ovunque sotto forme più disparate e varie
“Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013
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(guarnizioni alle flangie, premistoppa alle pompe, corde d’amianto poste sotto i
coperchi dei serbatoi, ecc.). Ciò ininterrottamente per tutta la durata (venticinque anni)
dell’ultima mia attività lavorativa, trascorsa alle dipendenze della nuova citata Azienda,
ovvero, fino all’atto del mio prepensionamento.
All’epoca, nel mio ambito lavorativo, essendo ancora sconosciute le caratteristiche
nefaste di questo subdolo prodotto, veniva ovviamente trattato dagli addetti ai lavori con
la massima indifferenza ed assoluta tranquillità: senza né mascherina, né alcun altro tipo
di protezione precauzionale ignorando le conseguenze devastanti che, purtroppo, questo
dannato KILLER avrebbe poi loro causato nel tempo. Ne è prova il fatto che dei 20
(venti) colleghi con cui ho condiviso la stessa allucinante deprecabilissima esperienza
lavorativa, ad oggi siamo rimasti in vita – ancorché precaria – soltanto in 3 (tre),
grevemente ammalati.
Tale incredibile e sconcertante vicenda, per le cui peculiarità, ha suscitato –fra gli altri.
Perfino l’interesse di un poeta estemporaneo locale, il quale avvalendosi dei dettagli da
me fornitigli al riguardo e della propria vena poetica, ne ha tratto materia per una
narrazione in versi: il suo nome è Marco CHIAVISTRELLI di Larderello (PI).
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Le ultime acquisizioni scientifiche in materia di mesotelioma
Ombretta Melaiu1
, Justin Stebbing2
, Federica Gemignani1
, Georgios Giamas2
,
Stefano Landi1
1
Dipartimento di biologia, Unità di Genetica, 56100, Pisa
2
Department of Surgery and Cancer, Division of Cancer, Imperial College London, Hammersmith
Hospital Campus, Du Cane Road, London W12 ONN, U.K.
Riassunto
Il mesotelioma pleurico maligno è un tumore raro che origina dallo strato mesoteliale
della pleura polmonare. In base alla prevalenza del tipo cellulare in cui il tumore si è
differenziato si distinguono tre tipi istologici principali: epiteliomorfo, il più comune;
sarcomatoide, il più aggressivo e bifasico, in cui le componenti epiteliale e sarcomatoide
coesistono. Studi precedenti hanno associato il mesotelioma con l’esposizione
all’asbesto e con l’infezione da Polyomavirus SV40, che sembra incrementare di quattro
volte il rischio di sviluppare mesotelioma in soggetti ex-esposti all’amianto, agendo
quindi più propriamente come un cofattore di rischio. Il mesotelioma è stato riscontrato
anche in persone esposte per tempi brevissimi all’asbesto o apparentemente non
esposte, da ciò emerge dunque l’importanza che la suscettibilità genetica individuale ha
nello sviluppo del tumore. La difficoltà di diagnosticare in tempo questo tumore, i
limitati approcci terapeutici ad oggi a disposizione, nonché la rapida progressione della
neoplasia, impongono la necessità di comprendere i meccanismi molecolari coinvolti
nella carcinogenesi e nella chemio resistenza. Fondamentale a tal proposito è
l’identificazione delle alterazioni cromosomiche tipiche del mesotelioma, nonchè dei
geni ivi contenuti. Al fine di migliorare le conoscenze in merito, sono stati raccolti tutti
gli articoli in cui il mesotelioma è stato analizzato attraverso ibridazione genomica
comparativa (CGH). A seguito della elaborazione statistica effettuata su un totale di 8
linee cellulari e 179 tessuti di mesotelioma è stato possibile identificare quali sono i
cromosomi che più comunemente mostrano alterazioni e riarrangiamenti nei pazienti di
mesotelioma (tipicamente i cromosomi 1, 9 e 22) e all’interno di essi quali sono le
regioni cromosomiche maggiormente colpite (ad esempio 1p, 9p, o 22q). Una molecola
chiave che emerge dalle analisi condotte è la mesotelina. É stato osservato che il
silenziamento transiente dell’espressione del gene della mesotelina determina una
diminuzione del tasso di proliferazione cellulare ed una ridotta capacità invasiva della
linea cellulare di mesotelioma Mero-14. Inoltre un effetto sinergistico sulla morte
“Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013
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cellulare è stato ottenuto a seguito della combinazione con la somministrazione del
cisplatino, chemioterapico di prima linea per i pazienti affetti da mesotelioma pleurico
maligno.
Caratteristiche generali del Mesotelioma Pleurico Maligno
Il mesotelioma pleurico maligno (MPM) è un tumore molto aggressivo che origina dallo
strato mesoteliale della pleura sierosa. Resistente alle convenzionali terapie, l’esito della
malattia è infausto, con una sopravvivenza media che va dai 9 ai 17 mesi di vita (Varin
et al., 2010). Il MPM inizialmente si localizza nei segmenti pleurici basali e dorsali, poi
diffonde coinvolgendo gli spazi pleurici ed associandosi ad un cospicuo versamento,
nonché all’invasione diretta delle strutture toraciche. Il polmone colpito viene permeato
e circondato da uno spesso strato di tessuto neoplastico gelatinoso, di colore grigio-
rossastro.
In base alla prevalenza del tipo cellulare in cui il mesotelioma si è differenziato (cellule
epiteliali o cellule stromali di tipo mesenchimale), si distinguono tre tipi istologici
principali di mesotelioma:
- epiteliomorfo (il 50% dei casi): caratterizzato da cellule cuboidali, cilindriche o
appiattite, che danno una struttura prevalentemente tubulare, papillare o tubulo-
papillare. Le cellule epiteliomorfe hanno un citoplasma acidofilo e nuclei rotondi e
vescicolari con nucleoli prominenti;
- sarcomatoide: mostra fasci intrecciati di cellule fusate (simil-fibroblastiche) in
uno stroma collageno, spesso, più o meno estesamente jalinizzato;
- misto (bifasico): è l’aspetto istologico classico del mesotelioma maligno in cui le
due componenti, epiteliale e a cellule fusate, coesistono.
Il decorso dei mesoteliomi è nella maggior parte dei casi molto rapido, accompagnato
da un progressivo deterioramento delle condizioni generali.
Riconosciuto per la prima volta nel 1870, il mesotelioma pleurico maligno è stato fino
agli inizi degli anni ‘50 un tipo di tumore estremamente raro e quasi sconosciuto. Nel
secondo dopo-guerra si e’ tuttavia osservato un forte incremento dell’incidenza, che e’
stato successivamente attribuito all’utilizzo di amianto (Wagner et al., 1960; Carbone et
al., 2002). Svariati autori hanno stimato che possa aumentare ulteriormente l’incidenza,
in relazione al fatto che intercorre un lungo periodo di latenza tra l’esposizione al
minerale e l’insorgenza della malattia (Varin et al., 2010).
I meccanismi d’ingresso delle fibre d’amianto sono essenzialmente tre: ingestione,
contatto cutaneo ed inalazione. E’ comunque l’inalazione delle fibre in una dose che
eccede la capacità dell’organismo a difendersi il meccanismo più pericoloso. Se le fibre
di amianto interagiscono direttamente con i tessuti target (polmone, pleura), il tessuto
stesso va incontro a produzione di radicali liberi e ad uno stato di infiammazione
cronica. Tale condizione comporta la produzione di mediatori cellulari come le
citochine che mediano la crescita e la differenziazione delle cellule e la produzione di
specie reattive dell’ossigeno (ROS). Si ritiene che il persistere dello stato infiammatorio
a livello pleurico sia alla base dei meccanismi di mutazione e attivazione dei proto-
oncogeni e dell’inattivazione dei geni soppressori tumorali, con conseguente
degenerazione maligna (Upadhyay D, Kamp DW, 2003).
“Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013
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Da notare è inoltre l’irrilevanza della dose innescante la malattia: diversi casi di MPM
sono stati riscontrati non solo in individui esposti a lungo all’asbesto, ma anche in
operai esposti per brevi periodi di tempo. Oltre all’esposizione all’amianto, uno studio
di Roushdy-Hammady ha dimostrato l’esistenza di soggetti con un’incrementata
suscettibilità genetica al mesotelioma: è stato infatti riscontrato che in Turchia,
popolazioni di tre villaggi egualmente esposti all’amianto, presentavano diversa
incidenza di sviluppare MPM. Indagando i casi di mesotelioma familiare in 526
individui ed estendendo l’analisi per 6 generazioni, sembra emergere che la
suscettiblita’ all’MPM sia trasmissibile con un pattern di ereditarietà di tipo autosomico
dominante (Roushdy-Hammady et al., 2001).
Le infezioni da Polyomavirus SV40 sono un altro fattore di rischio che potrebbe
interagire con l’esposizione all’amianto, anche se a tutt’oggi non esistono delle chiare
evidenze. L’SV40 e’ un virus a DNA ad alto potere oncogeno conferitogli da due
antigeni: Tag e tag. Tale virus è in grado di inattivare l’oncosoppressore p53 e di
bloccare il processo di apoptosi cellulare portando a maggiore instabilità delle cellule ed
all’espansione dei cloni maligni. Sembra che l’infezione da SV40, peraltro diffusasi per
la contaminazione di vaccini contro la poliomielite (Hilleman MR., 1998), incrementi di
quattro volte il rischio di sviluppare mesotelioma in soggetti ex-esposti all’amianto,
agendo quindi più propriamente come un cofattore di rischio (Carbone et al., 2002;
Cristaudo et al., 2005).
Il genoma umano e la CGH applicata al mesotelioma
Così come la fisica identifica nell'atomo il più piccolo oggetto che rappresenta tutte le
proprietà della materia, e la biologia identifica nella cellula la struttura più piccola
capace di compiere tutte le funzioni di un organismo, nello stesso modo la genetica
identifica nel gene l'unità funzionale dell'ereditarietà biologica, ossia l'unità di
informazione genetica, capace di replicarsi, mutare, trasferirsi da una generazione
all'altra, esprimersi, adattarsi all'ambiente e partecipare al processo evolutivo.
A loro volta i geni si trovano, all'interno del nucleo della cellula, sui cromosomi,
filamenti di natura proteica su cui poggia la molecola del DNA. L'insieme di tutti i geni
presenti in un nucleo, e quindi in un intero organismo, costituisce il suo genoma. Il
genoma umano è dato da 23 coppie di cromosomi, che costituiscono la 'libreria'
dell'informazione ereditaria, in cui ogni libro corrisponde a un cromosoma. In un
organismo sano esiste un perfetto equilibrio fra vita e morte cellulare; le cellule si
sviluppano, assolvono le loro funzioni e infine muoiono, mentre altre si riformano; tale
equilibrio viene mantenuto attraverso una rigida regolazione dei succitati processi e
serve a garantire che gli organi e i tessuti del corpo umano conservino la loro integrità.
Alterazioni del patrimonio genetico delle cellule possono portare ad una incontrollata
crescita delle cellule stesse a discapito dell’equilibrio che preserva l’integrità
dell’organismo e a favore della nascita di neoplasie.
Fondamentale è dunque l’dentificazioni delle alterazioni genetiche che caratterizzano il
mesotelioma. Una tecnica comunemente utilizzata in biologia molecolare è la
comparative genomic hybridazation (CGH), sviluppata per rilevare variazioni del
numero di copie di geni specialmente in campioni oncologici. Il principio della tecnica
si basa su una competizione per il legame su un supporto normale (cromosomi in
“Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013
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metafase) di due DNA genomici marcati con fluorocromi diversi. Un DNA è estratto dal
paziente in esame mentre l’altro DNA è un pool di DNA genomico di riferimento. In
questa competizione comparativa si legherà in proporzione più DNA da testare in ogni
locus se maggiore sarà il numero di copie presenti in quel locus rispetto al numero di
copie presenti nel DNA genomico di controllo. Viceversa se ne legherà meno se minore
sarà il numero di copie presenti in quel locus rispetto al numero di copie presenti nel
DNA genomico di controllo. Il risultato viene espresso dal rapporto delle 2
fluorescenze. In caso di numero di copie normali avrò 2 copie di DNA da testare e 2
copie del DNA di controllo genomico, per cui il rapporto tra i 2 fluorocromi 2/2 è pari a
1. In caso di trisomia del DNA da testare il rapporto sarà pari a 1,5 e cioè 3/2. Viceversa
in caso di monosomia il rapporto sarà pari a 0,5 e cioè 1/2. L’intensità della
fluorescenza è quantificata da particolari analizzatori di immagine che calcolano e
confrontano i segnali emessi dal DNA campione e dal DNA di riferimento. Questa
tecnica permette, quindi, di rivelare tutte le possibili anomalie di un corredo genetico,
come per esempio le regioni con delezioni o amplificazione genica e i riarrangiamenti
sia intra- sia inter-cromosomici.
Scopo del progetto di ricerca e lavoro svolto
Sono attualmente in corso alcuni studi clinici volti a valutare l’efficacia di nuove
modalità terapeutiche. In assenza di un’efficiente strategia per la cura di tale neoplasia,
impelle la necessità di comprendere i meccanismi molecolari coinvolti nella
carcinogenesi e nella chemioresistenza, cosa che potrebbe conseguentemente aiutare a
sviluppare nuove strategie terapeutiche (Varin et al., 2010). Un metodo chiave potrebbe
essere costituito dalla identificazione delle alterazioni cromosomiche tipiche del
mesotelioma, nonchè dei geni ivi contenuti.
Per questo, la strategia adottata dall’Unità di Gentica di Pisa è stata quella di effettuare
un’estesa review della letterarura, focalizzata sugli studi di CGH (Tabella 1) al fine di
identificare le alterazioni cromosomiche più comuni nei pazienti di mesotelioma,
nonchè, all’interno di esse, quelle correlate con una prognosi peggiore. Sono stati poi
ricercati geni in esse contenuti che possono essere considerati potenziali geni target per
il mesotelioma.
“Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013
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References
Technique
employed
Cell line
Epitheliod
Cell line
Sarcomatoid
Cell line
Biphasic
Tissues
Epitheliod
Tissues
Sarcomatoid
Tissues
Biphasic
Kivipensas P. et al. CGH 3 3 2 3
Björkqvist A-M. et al. CGH 8 1 18
Björkqvist A-M. et al. CGH 19 5 10
Ascoli V. et al. CGH 3 1 1
Krismann M. et al. CGH 20 25 21
Musti M. et al. CGH 1
Simon F. et al. CGH 1
Knuuttila A. et al. CGH 8
Scattone A. et al. CGH 6
Schulten H.J. et al. CGH 1 1
Lindholm P.M. et al. CGH 15 8 3
Tabella 1: Rappresentazione schematica degli studi di CGH valutati nella presente analisi.
Data la rarità del tumore, i pochi articoli pubblicati e, soprattutto, il basso numero di
campioni analizzati in ciascuno di essi, al fine di avere un quadro che fosse il più esteso
e completo possibile, sono state unite tutte le informazioni derivanti da ogni singolo
articolo selezionato, raccogliendo ed analizzando un totale di 8 linee cellulari e 179
tessuti di pazienti affetti da mesotelioma. Per ciascun campione tessutale ed ogni linea
cellulare riportati nei manoscritti, sono state quindi registrate tutte le alterazioni
cromosomiche identificate. Attraverso dei calcoli matematici è stato possibile
identificare quali sono i cromosomi che più comunemente mostrano alterazioni e
riarrangiamenti nei pazienti di mesotelioma (tipicamente i cromosomi 1, 9 e 22) e
all’interno di essi quali sono le regioni cromosomiche maggiormente colpite (ad
esempio 1p, 9p, o 22q). Data la bassa sopravvivenza legata a tale neoplasia, il passo
successivo è stato quello di identificare quali delle alterazioni cromosomiche fossero
correlate maggiormente con la sopravvivenza dei pazienti. Attraverso ulteriori calcoli
statistici, è stato osservato che la perdita di: 1p / 4p o il guadagno di: 7pter-7q31.2 / 8q
risulta associata ad una minore sopravvivenza dei pazienti con MPM rispetto a quelli
che non sono portatori di nessuno di questi riarrangiamenti. La ricerca successiva dei
potenziali marcatori che mappano sulle regioni cromosomiche tipicamente alterate nel
mesotelioma pleurico maligno, ha permesso di identificare i geni coinvolti nel pathway
della adesione focale, come geni fondamentali per la progressione del mesotelioma. Per
adesione focale si intende la capacità che le cellule tumorali hanno di interagire con il
loro “contorno sano e di sostegno”, attraverso la produzione di una miriade di molecole,
andando a formare dei complessi circuiti di comunicazione in grado di tenere vivo il
tumore. Una di queste molecole è rappresentata dalla mesotelina, tipicamente espressa
nel tumore ovarico, nell’adenocarcinoma pancreatico e nel mesotelioma, la sua
espressione non risulta così elevata nella pleura sana.
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Attraverso tecniche di silenziamento genico, volte a spegnere l’espressione del gene
della mesotelina, è stato possibile analizzare il fenotipo delle cellule maligne di
mesotelioma. La mancanza di espressione del gene target determina una significativa
riduzione della proliferazione delle cellule di mesotelioma nonchè della loro capacità di
metastatizzare. Inoltre un effetto sinergistico sulla morte cellulare è stato ottenuto a
seguito della combinazione con la somministrazione del cisplatino, chemioterapico di
prima linea per i pazienti affetti da mesotelioma pleurico maligno.
In conclusione, pathaways come quello della “focal adhesion” risultano profondamente
alterati nel mesotelioma. Per questo è fondamentale analizzare il ruolo della mesotelina
così come di altri geni ivi coinvolti in quanto potrebbero costituire dei promettenti
targets terapeutici.
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Quale sorveglianza sanitaria per gli esposti all’amianto?
L’esperienza dell’Università di Siena
Sartorelli P, Romeo R,. Sisinni AG, Paolucci V
Dipartimento di Scienze Mediche Chirurgiche e Neuroscienze – Medicina del Lavoro, Università degli
Studi di Siena
Riassunto
La sorveglianza sanitaria degli ex-esposti ad amianto è costituita da un complesso di
accertamenti sanitari periodici finalizzati alla tutela della salute dei lavoratori. Spesso la
sorveglianza sanitaria viene confusa con gli screening antitumorali, mentre al contrario di
tali attività non prevede un protocollo rigido di accertamenti standard a cui sottoporre una
popolazione di asintomatici, ma la valutazione dello stato di salute del singolo lavoratore
attraverso accertamenti sanitari mirati in rapporto al rischio cancerogeno.
Indipendentemente dall’inserimento dei lavoratori in programmi futuri di sorveglianza
sanitaria, si rende indispensabile sottoporre tutti gli ex-esposti ad una prima valutazione
clinico-strumentale per la diagnosi di eventuali patologie asbesto-correlate e la
caratterizzazione del rischio da amianto nel singolo lavoratore. In particolare quest’ultima
assume grande importanza dato che condiziona sostanzialmente l’approccio diagnostico,
nonchè l’eventuale programma di sorveglianza sanitaria.
In tal senso da anni presso la Medicina del Lavoro dell’Università di Siena (Centro di
Riferimento Regionale Toscano per le Malattie Professionali) vengono studiati gli
indicatori biologici di dose per stimarne l'affidabilità nella diagnostica delle patologie
asbesto-correlate e nella sorveglianza sanitaria degli ex-esposti. Nell’articolo sono
sintetizzati i risultati di una recente indagine oggetto della relazione presentata al 75°
Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale
(SIMLII).
Il significato della sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex-esposti ad amianto
La sorveglianza sanitaria degli ex-esposti ad amianto è costituita da un complesso di
accertamenti sanitari periodici finalizzati alla tutela della salute dei lavoratori. Dal D.Lgs.
277/91 in poi la normativa prevede che tale sorveglianza sanitaria debba proseguire anche
dopo la cessazione dell’esposizione ad amianto, senza però fare riferimento alla
periodicità ed al limite di estensione nel tempo dei controlli clinici, né a chi spettino
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l’incombenza ed i costi degli accertamenti stessi. Spesso la sorveglianza sanitaria viene
confusa con gli screening antitumorali perché può prevedere indagini radiologiche
seguendo criteri di rischio/beneficio (in termini radioprotezionistici) e costo/beneficio. Al
contrario degli screening tale attività non prevede un protocollo rigido di accertamenti
standard a cui sottoporre una popolazione di asintomatici, ma la valutazione dello stato di
salute del singolo lavoratore attraverso accertamenti sanitari mirati in rapporto al rischio
cancerogeno, secondo le indicazioni di specifiche linee guida e prove di evidenza presenti
in letteratura.
Questa confusione in alcuni casi ha creato la giustificazione alla mancata applicazione
della legge (peraltro vaga) dato che alla luce delle attuali conoscenze non esistono prove
certe dell’efficacia degli screening per cancro polmonare, mentre nel caso del
mesotelioma vi è addirittura concordanza sulla loro sostanziale inutilità, anche se la sua
diagnosi precoce può consentire l’adozione di nuovi approcci terapeutici palliativi che in
futuro potrebbero garantire una maggiore sopravvivenza o almeno una migliore qualità
della vita del paziente nel primo periodo. In particolare non esiste accordo sul fatto che
l’uso periodico della TAC low dose sia effettivamente in grado di allungare la
sopravvivenza dal momento della diagnosi di tumore polmonare. Per tale motivo non è
possibile raccomandarne l’uso generalizzato negli ex-esposti. Tuttavia, basandosi anche
sui risultati di esperienze italiane (Pira e coll. 2010), appare ragionevole prevedere su
base volontaria l’uso periodico di tali indagini in gruppi di lavoratori ad elevato rischio.
Per quanto riguarda la diagnostica della patologia benigna da asbesto si può
sostanzialmente fare riferimento ai criteri e linee guida dell’American Thoracic Society
per la diagnosi ed il management iniziale delle patologie asbesto-correlate non
neoplastiche (ATS 2004). Si deve considerare che un’elevata percentuale di lavoratori ex-
esposti asintomatici sottoposti ad accertamenti sanitari risulta affetta da tale tipo di
patologia (più del 30% nella casistica Toscana più recente). Nel caso dell’asbestosi la
diagnosi precoce consente di limitarne il possibile aggravamento mettendo in atto misure
di prevenzione primaria rappresentate dall’eliminazione delle noxae bronchitogene
professionali (polveri, gas, fumi e vapori irritanti) ed extraprofessionali (fumo di
tabacco).
Indipendentemente dall’inserimento dei lavoratori in programmi futuri di sorveglianza
sanitaria, si rende indispensabile sottoporre tutti gli ex-esposti ad una prima valutazione
clinico-strumentale per la diagnosi di eventuali patologie asbesto-correlate e la
caratterizzazione del rischio da amianto nel singolo caso. Essendo queste ultime nella
grande maggioranza dei casi di tipo non-neoplastico il protocollo utilizzato, in presenza
di un livello di esposizione elevato e/o dell’abitudine al fumo, insieme all’ Rx Torace
potrà prevedere l’effettuazione della TAC low dose o della high-resolution computed
tomography (HRCT). Quest’ultima resta l’indagine di elezione nella diagnosi delle
patologie interstiziali polmonari e come tale esiste l’indicazione ad utilizzarla quando
(ATS 2004):
lettori esperti non sono d’accordo sulla presenza o meno di alterazioni all’ Rx Torace,
i riscontri dell’ Rx Torace non sono chiari,
sono presenti alterazioni funzionali polmonari,
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Atti Convegno Pisa 18.07.2013

  • 1.
  • 2. ©Osservatorio Nazionale sull Amianto ONA Onlus Proprietà letteraria riservata ISBN 978-88-909105-0-0 Osservatorio Nazionale sull Amianto ONA Onlus Via Crescenzio, 2 00193 Roma http://osservatorioamianto.jimdo.com/ Email osservatorioamianto@gmail.com Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% del volume. Sono vietate in tutti i Paesi la traduzione, la riproduzione, la memorizzazione elettronica e l adattamento, anche parziali, con qualsiasi mezzo effettuate, per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale senza la specifica autorizzazione dell Editore.
  • 3. Atti del Convegno Amianto tra scienza e diritto Pisa, 18.07.2013 Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e a norma delle convenzioni internazionali Prima edizione: 30 settembre 2013 ISBN 9788890910500
  • 4. Organizzazione del Convegno Comitato Scientifico Ezio Bonanni Michele Rucco Segreteria Organizzativa Tommaso Frendo Francesco Paolicchi Francesco Parri Atti a cura di Lorenza Fiumi Michele Rucco Hanno contribuito alla realizzazione dell’iniziativa Giovanni Aiello Anna Corbi Diletta Gherardini Chiara Puglisi
  • 5. Programma dei lavori Indirizzi di saluto Ezio Bonanni (Presidente nazionale ONA Onlus) L'evoluzione delle conoscenze scientifiche e delle normative nazionali in materia di amianto pag. 1 Michele Rucco (Segretario nazionale ONA Onlus) L’Osservatorio Nazionale Amianto e la sua mission pag. 10 Tommaso Frendo (Coordinatore Comitato ONA Pisa) L’esperienza dell’ONA nella città di Pisa quale spunto per una riflessione giuridica pag. 21 La testimonianza delle vittime Massimiliano Posarelli pag. 24 Franco Berti pag. 26 Relazioni Ombretta Melaiu (Ricercatrice presso l’Unità di Ricerca di Genetica del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa) Le ultime acquisizioni scientifiche in materia di mesotelioma pag. 28 Pietro Sartorelli (Ordinario di Medicina del Lavoro presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Siena) La sorveglianza sanitaria degli ex esposti all’amianto pag. 37
  • 6. Maurizio Ascione (Pubblico Ministero presso la Procura della Repubblica di Milano) Le tecniche investigative del Pubblico Ministero nei casi di malattie asbesto correlate di sospetta origine professionale pag. 44 Paolo Rivella (Commercialista Consulente della Procura della Repubblica di Torino, Milano, Trieste) Le individuazioni dei responsabili civili e penali pag. 66 Lorenza Fiumi (Ricercatrice CNR, membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA) La mappatura delle coperture in cemento-amianto pag. 71 Mario Item (Avvocato in Lugano, membro del Comitato Centrale e Presidente Regione Lombardia della LIDU - Lega dei Diritti dell’Uomo) Il riconoscimento delle sentenze straniere in Svizzera pag. 80 David Husmann (Avvocato in Zurigo e difensore delle vittime dell’amianto nel Processo Eternit) L’esecuzione del risarcimento pag. 84 Paolo Pitotto (Medico del Lavoro e Consulente della Procura della Repubblica di Milano) La medicina e la tutela della salute nel rapporto di lavoro pag. 86 Presiede Ezio Bonanni (Presidente nazionale ONA Onlus) Modera Michele Rucco (Segretario nazionale ONA Onlus
  • 7. Documenti consegnati ai partecipanti Ezio Bonanni Trattato di Lisbona. Nuove fonti normative e tutele nel diritto del lavoro Francesco Paolicchi Amianto: fra patologia umana e patologia vegetale Francesco Parri La bonifica dell’Amianto – Tecniche di rimozione Chiara Puglisi La gestione della malattia professionale nel sistema assicurativo pubblico Giancarlo Ugazio Cosa si sa sull’amianto e cosa si dovrebbe fare Scheda di presentazione dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus Copia dell’Attestato di Partecipazione
  • 9. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 1 Sintesi della evoluzione delle conoscenze scientifiche e delle normative nazionali in materia di amianto e le prospettive di un nuovo approccio risolutivo del problema Ezio Bonanni Patrocinante in Cassazione Via Crescenzio, n. 2, 00193 – Roma, tel. 0773-663593, fax. 0773-470660, e-mail: avvbonanni@libero.it ; www.eziobonanni.it Risalire dalle prime fonti scientifiche, tecniche e normative, che facevano emergere in modo incontrovertibile, fin dalla fine del XIX secolo, la capacità dell’amianto di ledere la salute umana e l’ambiente, per giungere fino alle ultime acquisizioni e pronunce giurisprudenziali, e quindi ad un approdo che permetta di risolvere il problema, conciliando le differenti posizioni in campo, troppo spesso contrastanti, perché alcune delle quali non sono sempre nobili, è un dovere prima che giuridico, etico e morale. Con il presente lavoro ci si propone di illustrare i termini e le modalità con cui perseguire questo risultato. La legge n. 80 del 17.03.1898 (G.U. n. 175 del 31.03.1898) e dall’ l’art. 7 del R.G. (G.U. n. 148 del 26.06.1899), hanno sancito l’obbligo dell’adozione dei presidi di protezione individuale per la difesa dalle polveri, quindi hanno enfatizzato il ruolo “dell’ approccio protezionistico” che non agisce eliminando, o almeno riducendo quasi a zero, il rischio esterno ma interviene amplificando il ruolo primario di protezione attiva da parte del “Soggetto” oggetto del danno. La giurisprudenza più recente, al contrario, ha esaltato “l’approccio prevenzionistico”, dichiarando legittimo il sequestro finalizzato ad impedire la perpetrazione di un’attività «priva di qualsivoglia forma di cautela o di misura precauzionale funzionale alla sicurezza e all’incolumità dei lavoratori impiegati» ed ha stabilito che “è legittimo il sequestro preventivo dell’intera struttura aziendale nel caso in cui serva a impedire la prosecuzione del reato” (Cass. pen. Sez. IV, Sent., (ud. 21.03.2013) 24.04.2013, n. 18603). Sussistono dunque due estremi, rispetto ai quali occorre domandarsi: esiste un punto dell’arco dell’evoluzione scientifica, tecnica e normativa che consenta di individuare una soluzione conciliativa dei due contrastanti interessi, rispettivamente rappresentati da un lato dal “Profitto” a tutti i costi, privo di qualsiasi tratto di sensibilità ed attenzione
  • 10. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 2 umana, e dall’altro dalla protezione della salute dei lavoratori, che è un dovere costituzionale prioritario per qualsiasi Imprenditore? “L’Organizzazione è, soprattutto, una struttura sociale. E’ l’insieme degli individui che ne fanno parte. Il suo scopo deve perciò essere quello di valorizzare i punti di forza degli individui e rendere irrilevanti le loro debolezze” (Peter F. Drucker 1993), e “l’unica fonte di vantaggio competitivo sostenibile è imparare più velocemente della concorrenza, focalizzandosi su alcune competenze distintive in cui si raggiunge l’eccellenza” sostiene Pagani (1999), con lo Stato e le altre istituzioni che disegnino il quadro e dettino le regole, e siano capaci di essere arbitri imparziali ed autonomi. Sono questi i principi fondanti della “Organizzazione basata sulla conoscenza” di G. Iacono (Ed. F.Angeli -2002), con i dovuti correttivi, che siano capaci di salvaguardare la dignità della persona umana e i suoi inalienabili diritti, per assicurare uno sviluppo globale ed armonico. Per tali ragioni, anche se si volesse prescindere dal dettato della Dottrina Cristiana “Ama il Prossimo Tuo come te stesso”, oggi più che mai, l’interesse prioritario di un Imprenditore illuminato e lungimirante, dovrebbe essere rappresentato dalla protezione del vero patrimonio imprenditoriale: cioè il “Personale” con le competenze, capacità, conoscenze ed abilità possedute e che riesce a mettere in campo: E’ questa la vera ricchezza di un’azienda. Sono queste le leve che garantiscono il vero vantaggio competitivo rispetto ai “Competitors”. Non già le dimensioni dei fabbricati, la sofisticazione delle tecnologie e degli impianti, che da sole possono solo costituire un contenitore vuoto. Per costruire un nuovo patrimonio di competenze avanzate sono necessari decenni, per distruggerlo è sufficiente poco tempo, ci si augura allora che, ammesso che esista come la realtà purtroppo dimostra, si assottigli, o possa essere emarginata dal mercato, la categoria degli Imprenditori “Stupidi”, cioè persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé od addirittura subendo una perdita, e prevalga la categoria degli Imprenditori “Intelligenti”, persona che compie un’azione dalla quale ottiene un vantaggio e nello stesso tempo procura un vantaggio anche ad altri ( secondo la classificazione di M. Cipolla), anche grazie ad uno Stato arbitro forte ed indipendente, e l’abbattimento di ogni forma di monopolio Le quattro categorie di persone Sprovveduti: Persone che con il loro agire danneggiano se stesse mentre producono un vantaggio per qualcun altro. Intelligenti: Persone le cui azioni avvantaggiano loro e anche gli altri. Banditi: Persone che agiscono in modo da trarne vantaggio ma danneggiare gli altri. Stupidi: Persone che agiscono in modo da causare un danno a un’altra persona o gruppo di persone senza realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo un danno.
  • 11. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 3 Se questa selezione non avviene per il prevalere dei sani valori, intrinseci al DNA dell’uomo purtroppo sempre più obnubilato dalla fame del profitto, c’è da augurarsi che si realizzi non attraverso un massiccio utilizzo in chiave repressivo-sanzionatoria del diritto penale (come avvenuto, tardivamente, per il caso Eternit, con la condanna di Stephan Schmidheiny a 18 anni di reclusione, o per il caso Ilva), bensì attraverso un nuovo e diverso approccio di composizione degli interessi, secondo i principi dell’economia sociale di mercato, con le pubblichi istituzioni, arbitri imparziali ed autonomi, capaci di disegnare un quadro chiaro e coerente, di regole stringenti ed efficaci, che dovranno essere fatte rispettare in modo efficiente, con adeguate sanzioni in caso di inadempimento, in coerenza con i valori costituzionali (artt. 2, 3, 32, 35, 36 e 41, II comma). In attesa che l’evoluzione tecnico-giuridico-normativa possa raggiungere questo approdo, si impone un coraggioso atto transattivo che governi la transizione che si sta vivendo, per proteggere fin da subito quello che comunemente è ritenuto “l’anello più debole” della catena imprenditoriale, mentre in realtà è il fattore aziendale più prezioso che ogni Datore di lavoro Intelligente deve saper proteggere:“la Risorsa Umana”, intesa nel senso etimologico della parola cioè sorgente dalla quale sgorga la ricchezza di una qualsiasi Azienda. Se veramente tale visione divenisse realtà, e guidasse le pubbliche istituzioni, e tutti gli apparati dello Stato e degli altri enti, nell’esercizio delle rispettive funzioni, evidentemente non staremmo qui a dibatterci nel tortuoso percorso del labirinto giurisprudenziale che di seguito andiamo ad analizzare, e si potrebbe risolvere il problema amianto nel nostro paese (e nel resto d’Europa), con la prospettiva di salvare decine di migliaia di vite umane, invece destinate a soccombere per l’immobilismo delle pubbliche istituzioni e per la incapacità di approcciare a proposte costruttive e moderne dei vari interlocutori. Il Tribunale di Torino (proc. n. 1197/1906), rigettava la domanda risarcitoria di Bender e Martiny e The British Asbestos Company Limited nei confronti dell’Avv. Carlo Pich e del gerente Arturo Mariani, redattori de “Il progresso del Canavese e delle Valli di Stura”, edito a Ciriè, poiché negli articoli non c’era nulla di falso in quanto quella dell’amianto è “fra le industrie pericolose […] le particelle […] vengono a ledere le vie delli apparati respiratorii, […] fino al polmone, predisponendole allo sviluppo della tubercolosi, facilitandone la diffusione aumentandone la gravità”. La decisione venne confermata con la Sentenza n. 334 del 28.05.1907 della Corte di Appello di Torino, poiché “la lavorazione di qualsiasi materia che sprigioni delle polveri [...] aspirate dall'operaio, sia dannosa alla salute, potendo produrre con facilità dei malanni, è cognizione pratica a tutti comune, come è cognizione facilmente apprezzabile da ogni persona dotata di elementare cultura, che l'aspirazione del pulviscolo di materie minerali silicee come quelle dell'amianto [...] può essere maggiormente nociva, in quanto le microscopiche molecole volatilizzate siano aghiformi od almeno filiformi ma di certa durezza e così pungenti e meglio proclivi a produrre delle lesioni ed alterazioni sulle delicatissime membrane mucose dell'apparato respiratorio”. Il regio decreto 442 del 14.06.1909 includeva la filatura e tessitura dell'amianto tra i lavori insalubri o pericolosi. Benedetto Croce, in data 11.06.22 presentò al Senato del Regno la proposta di legge n. 778 “per la tutela delle bellezze naturali e degli immobili di particolare
  • 12. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 4 interesse storico”, che “civiltà moderna si sentì il bisogno di difenderle, per il bene di tutti … che danno all’uomo entusiasmi spirituali così puri e sono in realtà ispiratrici di opere eccelse”. Il Regolamento generale per l’igiene del lavoro (R.D. n.530 del 14/4/1927, Approvazione del regolamento generale per l’igiene del lavoro, G.U. 25/4/1927 n. 95) ha dettato norme di prevenzione e protezione e per le polveri all’art. 17 per disporne l’aspirazione e limitarne la diffusione nell’ambiente e la protezione degli operai anche con dispositivi individuali. La convenzione n. 18 del 19.05.1925, ratificata con R.d.l. 1792 del 04.12.33 (G.U. 10.01.1934) estendeva l’assicurazione sociale anche alle malattie professionali, che così venivano indennizzate, e la convenzione n. 19 del 19.05.25, ratificata con L. n.2795 del 29/12/1927 (G.U. n.38 del 15/5/1928), ne sanciva il riconoscimento anche ai lavoratori stranieri, unitamente agli infortuni sul lavoro, coerentemente alla raccomandazione n. 24 del 19.05.1925 emanata dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, avente ad oggetto l’indennizzo della malattie professionali (L’assurance-maladie - BIT, L’assurance-maladie, n. 4, Genève 1925). “E’ … certo ed incontestabile che l’integrità personale dell’uomo e la sua salute (sommi beni che trascendono dalla sfera dell’individuo per assurgere ad importanza sociale, come necessaria premessa della conservazione e del miglioramento della specie) sono protette non soltanto dal contratto, ma altresì da numerose leggi di pulizia sanitaria e perfino dal Codice Penale” (Corte di Cassazione Civile, Sentenza n. 2107 del 28.04.1936, pubblicata il 17.06.1936), e “le forme assicurative predisposte per garantire gli operai contro talune malattie professionali tassativamente elencate, non dispensano i datori di lavoro dall’obbligo contrattuale di usare la dovuta diligenza nella propria azienda, per evitare danni ai lavoratori (anche se compresi nella previdenza assicurativa), adottando tutti i mezzi protettivi prescritti o suggeriti dalla tecnica e dalla scienza. Il dovere di prevenzione, che l’art. 17 r.d. 14 aprile 1927, n. 530, sull’igiene del lavoro, impone per il lavoro che si svolga in ‘locali chiusi’ va osservato in tutti quei casi in cui il luogo di lavoro, pur non essendo completamente chiuso, non sia tale da permettere comodamente e senza pericolo la uscita dei vapori e di qualsiasi materia nociva”: la colpa risiede nell’assenza di “aspiratori” in “locali non perfettamente chiusi” e di “maschere per i lavoratori” e nella negligenza e imprudenza rispetto all’“allarme dato dagli scienziati” sulla pericolosità delle polveri (Cass. Sent. n. 682 del 20.01.1941, pubblicata il 10.03.1941, Soc. acciaierie elettr. c. Panceri); poiché per le “malattie professionali non garantite da assicurazione obbligatoria il datore di lavoro non può esimersi da responsabilità se l’evento dannoso si sia prodotto per sua colpa” (Corte di Cassazione, Sentenza 17.01.1941, Soc. off. elettroferro Tallero c. Massara), né può costituire un esonero il fatto che “gli operai non avevano mai denunziato disturbi […] perché la silicosi insidia insensibilmente l’organismo del lavoratore fino alle manifestazioni gravi che causano l’incapacità al lavoro sicché il lavoratore non è in grado di accorgersene in precedenza”, poiché l’art. 2 del r.d. 530 del 1927, “prescrive al datore di lavoro di avvertire preventivamente il lavoratore del pericolo, di indicargli i mezzi di prevenzione adatti” e l’art. 17 “prescrive l’aspirazione della polvere immediatamente vicino al luogo ove viene prodotta” (Corte di Cassazione, II^ Sezione Civile, Sentenza n. 686 del 17.01.1941), cui corrisponde la norma di chiusura di cui all’art. 2087 c.c. (r.d. 16.03.1942, n. 262), con la quale si impone all’imprenditore di “adottare nell'esercizio dell'impresa le misure che, secondo la
  • 13. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 5 particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”. Il 25.01.1943 il Ministro delle Corporazioni presentava presso la Camera il disegno di legge n. 2262 per l’“estensione dell’assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali alla silicosi ed asbestosi”, “scopo 1. proteggere … in sede di prevenzione tecnica … i lavoratori, tracciando e imponendo agli imprenditori un piano razionale e completo di prevenzione; 2. tutelare la salute dei lavoratori entrando con decisione nel settore delle malattie polmonari”, con l’indennizzo per i lavoratori, che fu approvato con la l. 455 del 12.04.1943. La Costituzione della Repubblica Italiana del 01.01.1948, “tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo, interesse della collettività” (art. 32). La raccomandazione ILO n. 97 del 04.06.1953, e le norme costituzionali sono contraddette dalla circolare n. 91 del 14.09.1961 il Ministero dell’Interno, Direzione Generale, Servizi Antincendi, che consiglia l’utilizzo di intonaco di amianto, per proteggere contro il fuoco i fabbricati a struttura in acciaio destinati ad uso civile. L’amianto, fino ad allora utilizzato in maniera marginale e limitata, divenne paradossalmente di uso comune fino ad essere impiegato in oltre 3000 applicazioni, nei siti lavorativi, e in edilizia, senza alcun limite di soglia. Anche se Selikoff aveva sottolineato la sinergia moltiplicativa tra fumo e amianto già dal 1978, in Italia né i datori di lavoro né il Monopolio di Stato in ordine al tabacco hanno messo in guardia contro di essa le persone che sono o sono state esposte all’amianto. La Direttiva 477/83/CEE, “sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con l’esposizione all’amianto durante il lavoro”, non fu recepita, e la Repubblica Italiana venne condannata dalla Corte di Giustizia con la decisione del 13.12.90 (in seguito alla procedura di infrazione n. 240/89 promossa dalla Commissione Europea). Soltanto con le norme di cui agli artt. 24 e 31 del D.L.vo 277/1991 e con la l. 257/92 (Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto) ci fu una effettiva svolta legislativa, pur nella loro sostanziale e perdurante disapplicazione, tanto che il Pretore di Torino con Sentenza del 05.05.1995 riconosceva il nesso causale tra la violazione delle norme di prevenzione e il mesotelioma pleurico insorto in seguito all’inalazione di fibre di amianto e successivamente sempre il Pretore di Torino, con la Sentenza 3308/98 (Giudice Dott. Vincenzo Ciocchetti), nell’accogliere la domanda di accredito contributivo in favore di un lavoratore esposto all’amianto al quale l’ente previdenziale aveva rigettato la richiesta, affermava: “Le leggi son, ma chi pon mano ad esse? Nullo …” (Dante, Purgatorio, XVI, 96-98), richiamando altresì il gran numero di patologie asbesto correlate, per le quali ogni anno perdono la vita soltanto in Italia non meno di 5.000 persone. La Corte di Appello di Torino, con Sentenza del 03.06.2013, ha confermato la condanna di Stephan Schmidheiny per le ipotesi di reato che gli erano state contestate, portando la pena a 18 anni di reclusione, e pendono innanzi a diversi uffici giudiziari decine e decine di procedimenti penali che vedono sul banco degli imputati, a vario titolo, amministratori, titolari delle posizioni di garanzia, con le società chiamate ad assumere la responsabilità civile del loro operato. Sono altresì pendenti migliaia di procedimenti civili per il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali, delle vittime e dei loro familiari, anche per i danni direttamente subiti, per lesione alla salute dei congiunti.
  • 14. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 6 L’INAIL indennizza soltanto il danno biologico e il danno patrimoniale per diminuite capacità di lavoro, con franchigia, e con il D.M. 09.04.2008, sono state aggiornate le tabelle, e sono quindi considerate malattie asbesto correlate con presunzione di origine professionale: a) le placche e ispessimenti pleurici con o senza atelettasia rotonda; b) il mesotelioma pleurico; c) il mesotelioma pericardico; d) il mesotelioma peritoneale; e) il mesotelioma della tunica vaginale del testicolo; f) il carcinoma polmonare; g) l’asbestosi; h) la fibrosi polmonare, “associate ad altre forme morbose dell'apparato respiratorio e cardiocircolatorio” (art. 4, l. 780/75). Il tumore alla laringe (c32) è inserito nella II lista, quella relativa alle malattie la cui origine lavorativa è di limitata probabilità, mentre i tumori gastro-enterici (c15 - c20), nella III lista, quella relativa alle malattie la cui origine lavorativa è possibile. Il sistema tabellare è stato così definitivamente superato, e quindi si è affermato il principio complementare dell’onere della prova a carico del prestatore d’opera che può ottenere l’indennizzo “anche per le malattie sia comunque provata la causa di lavoro” (Corte Costituzionale, Sentenze n. 179 del 18.02.88, e n. 206 del 25.02.88). Per queste ultime, la cui origine professionale è ritenuta solo probabile e/o possibile, e per le altre patologie di sospetta origine professionale per esposizione a polveri e fibre di amianto, non sussiste la presunzione legale di origine, e il lavoratore, ove ritenga di volerne ottenere il riconoscimento della natura professionale deve dimostrare il nesso causale (debole o debolissimo, o al più sul principio del più probabile che non), che invece per quelle inserite nelle tabelle si presume. Le vittime primarie possono chiedere il risarcimento dei danni differenziali e complementari, rispetto a quanto indennizzato dall’INPS, direttamente al datore di lavoro e personalmente ai titolari delle posizioni di garanzia, e anche i loro familiari possono domandare il risarcimento dei danni direttamente sofferti, e in caso di decesso dei loro congiunti, l’integrale risarcimento anche iure hereditario. Ogni anno in Italia si contano circa 5.000 nuovi decessi per patologie asbesto correlate e, purtroppo, il trend è in aumento, e nella migliore delle ipotesi è destinato a rimanere invariato per decenni, anche perché con la l. 257/92, avente ad oggetto “Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto”, non è stato codificato un chiaro obbligo di bonifica degli ambienti di vita e di lavoro, che ancora a distanza di più di 20 anni dalla sua entrata in vigore, rimangono in larga parte contaminati, con il decorso del tempo che favorisce l’aerodispersione delle fibre, anche dai materiali compatti, quindi con prolungamento dei tempi di esposizione di coloro che lo sono stati già nel passato e con una platea di nuovi esposti, comunque a rischio, in assenza di una soglia al di sotto della quale il medesimo può ritenersi nullo (come confermato dall’undicesimo considerando della direttiva 148/09/CE e da tutti i più autorevoli scienziati). Solo la prevenzione primaria, con la bonifica e la messa in sicurezza degli ambienti di vita e di lavoro, rispetto al rischio amianto e di tutti gli altri agenti cancerogeni, così rimosso alla radice, nella più autentica trasposizione ed applicazione del precetto di cui all’art. 32 della Costituzione, tutela effettivamente la salute e con essa ogni altro diritto della persona, ed è in grado di preservare l’ambiente, donandolo integro alle future generazioni, e l’essere umano, la dignità del singolo, unico e sempre diverso, come creatura di Dio, dotata di dignità spirituale e soprannaturale, centro dell'ordine economico, sociale, politico, insieme alla sua famiglia, come insegna il Cattolicesimo
  • 15. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 7 liberale: perciò l'uomo ha diritto alla salute, alla salubrità dell’ambiente, alla vita religiosa, al lavoro, alla famiglia, all'uso dei beni materiali, alla proprietà, al giusto salario, alla libertà, alla partecipazione alla vita dello Stato, all'istruzione, alla collaborazione nella produzione della ricchezza e il lavoro deve essere visto "nel quadro più ampio di un disegno divino" e del rispetto dei diritti fondamentali, utile ai "singoli alla realizzazione dello scopo fondamentale della loro vita", mentre "l’impegno dell’occupazione di tutte le forze disponibili è un dovere centrale dell'azione degli uomini di governo, politici, dirigenti sindacali ed imprenditori" (Giovanni Paolo II) e le "le autorità responsabili" sono preposte perché mettano mano ai provvedimenti necessari a garantire ai lavoratori la giusta retribuzione e la stabilità (Giovanni Paolo II) e lo Stato deve essere una società organizzata, dove è garantita la convivenza civile, le giuste libertà individuali e sociali e la giustizia, nel perseguimento del bene comune, dell'intera comunità e non di un gruppo a detrimento delle legittime esigenze degli altri, e rispettando la libertà dell’individuo, che non sussiste ove gli venga negata la salute, e di più ove venga posto davanti all’inaccettabile dilemma di decidere se mantenere il lavoro e ammalarsi, oppure tutelare la salute e rimanere disoccupato e quindi privo dei mezzi di sussistenza per lui e per la sua famiglia e negata la sua dignità, che nel lavoro ha il suo punto di massima espressione. Occorre evitare ogni forma di esposizione a polveri e fibre di amianto e ad altri cancerogeni, proprio perché non ci sono limiti al di sotto dei quali il rischio si annulli, e poiché anche una dose, piccola, straordinariamente piccola, può cagionare l’insorgenza del mesotelioma (Selikoff "Asbestos and disease" del 1978, nel quale egli afferma testualmente “the trigger dose may be small, in some cases extraordinarily so” – Selikoff, Abestos and Disease, Accademy Press 1978, Relationships – second criterion, p. 162) e perché il processo cancerogeno è il risultato della sommatoria di diverse esposizioni, che agiscono in sinergia e potenziano il loro effetto (facendo aumentare il rischio di insorgenza della patologia e comunque abbreviando i tempi di latenza, e quindi le aspettative di vite della vittima - Mutti ed altri). La vita umana, la tutela della salute e dell’ambiente, sono riassunte nella profondità del Mistero dell’Incarnazione, come Giovanni ebbe modo di scrivere nel Prologo del suo Vangelo: «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità» (1, 14) e la nascita di Gesù attua l’Incarnazione del Verbo Eterno, consustanziale al Padre: il Verbo che prima era presso Dio, per mezzo del quale è venuto in essere tutto ciò che esiste; il Verbo nel quale era la vita, vita che era la luce degli uomini (cf. 1, 1-5), anche del Figlio unigenito, Dio da Dio, come l'apostolo Paolo ricorda che fu«generato prima di ogni creatura» (Col 1, 15). Dio crea il mondo per mezzo del Verbo. Il Verbo che è l'eterna Sapienza, il Pensiero e l'Immagine sostanziale di Dio, «irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza» (Eb1, 3), ha generato eternamente ed eternamente amato dal Padre, come Dio da Dio e Luce da Luce, è il principio e l'archetipo di tutte le cose da Dio create nel tempo, 4.[…] Cristo, Figlio consustanziale al Padre, ed è quindi rivela il disegno di Dio nei riguardi di tutta la creazione e, in particolare, nei riguardi dell'uomo, «svela ... pienamente l'uomo all'uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione». Gli mostra questa vocazione rivelando il mistero del Padre e del suo amore. «Immagine del Dio invisibile», Cristo è l'uomo perfetto che ha restituito ai figli di
  • 16. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 8 Adamo la somiglianza con Dio deformata dal peccato. Nella sua natura umana, immune da ogni peccato ed assunta nella Persona divina del Verbo, la natura comune ad ogni essere umano viene elevata ad altissima dignità: «Con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo. Ha lavorato con mani d'uomo, ha pensato con mente d'uomo, ha agito con volontà d'uomo, ha amato con cuore d'uomo. Nascendo da Maria vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato». L’Osservatorio Nazionale Amianto è chiamato a perseguire laicamente l’assunzione di coscienza e di responsabilità, che possa contribuire alla costituzione di un testo unico e di un nuovo piano nazionale amianto, che nel riaffermare i principi e i valori costituzionali ed ordina mentali, possa contribuire a risolvere il problema trasformandolo in una risorsa, determinando cioè una modernizzazione della struttura produttiva nazionale (ed europea) che determini per ciò stesso la rimozione di tutti i materiali di amianto, ed allo stesso tempo aumenti la produttività e la competitività della Nazione, coniugando le esigenze dell’economia con il dovere del rispetto dei diritti fondamentali della persona umana: si verrebbe così a realizzare l’annullamento di qualsiasi esposizione ad amianto e a qualsiasi altro cancerogeno che possa essere dannosa per la salute e per l’ambiente, insieme ad un efficace programma di ricerca per la sconfitta delle classiche patologie asbesto correlate, tra le quali il mesotelioma, il tumore polmonare e le altre forme di patologie neoplastiche, che il minerale è in grado di provocare, e comunque il progressivo azzeramento per effetto dell’assenza di future esposizioni dannose alla salute, in uno alla ritrovata efficienza e competitività del nostro sistema produttivo che purtroppo è stagnante e in recessione anche in seguito a politiche di ipertassazione per sostenere inutile spesa pubblica, frutto di scelte politico- istituzionali del tutto errate, che hanno determinato pregiudizio sia agli imprenditori che ai lavoratori. La filosofia che sta alla base e che ha guidato coloro che hanno utilizzato amianto è quella del profitto, una sorta di religione del profitto (che si innesta in politiche protezionistiche, spesso fondate sulla moltiplicazione del debito pubblico, che impone poi alta tassazione, e quindi una forma di espropriazione nei confronti di chi lavora) e in favore di pochi, mentre ai molti vengono imposti veri e propri sacrifici umani, contrari alla parola di Gesù, che nel suo più grande comandamento: “Amerai il signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima, e con tutta la tua mente. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti" (Matteo 23, 34-40), perché la legge è pratica dell’amore (Mt 5,22- 26; 5, 28-32; 5,34-37; 5,39-42; 5,44-48), palesemente contraddetto dalla legislazione e della prassi ancora oggi non completamente venuta meno nell’ottica di una economia che non tiene conto dei valori etici e sociali. Le esposizioni morbigene ad amianto e ad altri cancerogeni impongono di richiamare la legge, che si traduce nel divieto di uccidere: è quindi inaccettabile, non solo umanamente e cristianamente, ma anche giuridicamente, perseguire una miope politica che non tenga conto di uno sviluppo economico che sia oltre che ecocompatibile, soprattutto rispettoso della dignità della persona umana, e dei suoi inalienabili diritti, secondo i principi della dottrina sociale della Chiesa e del pensiero di Don Luigi Sturzo del rispetto dei principi di libertà, uguaglianza, solidarietà, democrazia e stato di diritto, che ha guidato i Padri nobili d’Europa e del nostro Stato, e che impone una profonda
  • 17. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 9 riflessione e un impegno comune e condiviso che possa trasformare in un’ottica lungimirante il problema amianto in un’occasione con la quale, nell’ambito della modernizzazione del sistema industriale italiano, anche attraverso strumenti finanziari comunitari ed internazionali, e di cooperazione, con l’ammodernamento del sistema produttivo nazionale (anche attraverso l’applicazione dei principi dell’economia sociale di mercato) ed europeo, determinare la definitiva rimozione e/o messa in sicurezza dell’amianto nei luoghi di lavoro e di vita: i principi dell’economia sociale di mercato vennero richiamati nel Trattato di unificazione delle due Germanie, e in meno di venti anni, l’economia collettivistica della Germania dell’Est, ispirata dalle concezioni economiche leniniste, nella quale i cittadini erano in uno stato di povertà estrema, e l’organizzazione produttiva assolutamente antiquata, si è trasformata, creando lo stesso benessere della Repubblica Federale Tedesca, e trasformandosi nella locomotiva d’Europa. Questa terza via (Röpke), che prevede la modernizzazione delle strutture industriali del paese (anche con l’utilizzo della leva fiscale, con detrazioni delle spese per investimenti, che necessariamente porterebbero, con il rinnovamento delle strutture, alla rimozione dell’amianto), presuppone contemporaneamente e necessariamente la composizione della conflittualità legata al diritto delle vittime a vedersi risarciti tutti i danni (evitando l’incertezza ed il dispendio di tempo ed energie in lunghe azioni giudiziarie) e ciò anche attraverso la costituzione di una agenzia europea o nazionale, che ristori del pregiudizio, anche delle vittime ambientali e non lavorative, riducendo l’area di conflittualità e di applicazione del diritto penale ai soli casi di dolo (e tenendo conto che a questo punto il danno si è già verificato - l’esposizione già c’è stata, le malattie sono già in essere, e in alcuni casi purtroppo già con esito infausto) è doveroso proteggere le vittime, che sono ulteriormente penalizzate dalla burocrazia e dal prolungarsi dei processi, oltre ogni termine ragionevole, tanto che l’Italia è il fanalino di coda, e più volte condannata in ambito europeo ed internazionale per le inefficienze della sua giustizia, dovute alla scarsità di mezzi e di risorse, e dalle caratteristiche di lungo latenza e di particolare aggressività di queste patologie, in linea con quanto il Sommo Pontefice Benedetto XVI, ha avuto modo di affermare all’udienza generale del 27.04.2011, quando ebbe modo di esortare i rappresentanti dell’Osservatorio Nazionale Amianto e dell’Associazione Vittime Amianto Nazionale Italiana “a proseguire la loro importante attività a difesa dell’ambiente e della salute pubblica”.
  • 18. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 10 L’Osservatorio Nazionale Amianto e la sua mission Michele Rucco Segretario Generale dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus Via Svetonio, 16 – 04100 – Latina (Italia) Tel. +39 340 2553965 e-mail: segretariogenerale.ona@gmail.com Buongiorno signore e signori, vi do il mio benvenuto e vi ringrazio per la vostra partecipazione. Oggi è una giornata di studio e di lavoro in cui cercheremo insieme di fare il punto sulle problematiche del rapporto tra salute, lavoro e ambiente, un rapporto che spesso è stato impostato e gestito nel modo sbagliato e di cui il dramma originato dall’amianto e dal suo uso nefasto rappresenta il caso più emblematico. La nostra volontà, infatti, è quella di essere al servizio delle vittime, ma anche e soprattutto al servizio di tutti coloro che corrono il rischio di diventare vittime. Per questo non ci stancheremo mai di batterci per la prevenzione primaria, per un ambiente pulito, per la bonifica dei territori e degli ambienti di vita e di lavoro. Per questo, il Convegno non è soltanto un momento di visibilità, è soprattutto un punto di raccordo del lavoro quotidiano svolto dalla nostra Associazione, un momento di confronto e di riflessione da cui ripartire, più forti e più attrezzati, per continuare la nostra battaglia per il rispetto della vita, della sua dignità, della sua qualità. Una battaglia che ha caratterizzato tutto il percorso che ci ha portato fino qui. L’Osservatorio Nazionale sull’Amianto, infatti, nasce nel 2008 promosso dalla Libera Università Telematica Arti e Scienze Moderne come centro di alta formazione e di ricerca tecnico-giuridica e normativa. Fin dall’inizio della sua attività però si è trovato a raccogliere la sofferenza e le difficoltà dei lavoratori esposti all’amianto e dei familiari delle vittime, troppo spesso lasciati soli ad affrontare le conseguenze di quello che non potrà mai, per sua natura, essere definito un “problema privato”. Ci siamo trovati di fronte ad una vera e propria strage che conta circa 5.000 decessi ogni anno.
  • 19. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 11 Una strage che si ripete anno dopo anno nel silenzio assordante degli organi di informazione, in un contesto di mancato riconoscimento dei diritti e di sostanziale impunità dei responsabili di questo eccidio. Non era possibile limitarsi ad “osservare”: abbiamo avvertito l’imperativo etico di aiutare persone che erano state lasciate sole, cercando di dare un supporto ed un sostegno, concreto, fattivo. Consapevoli che il dolore, la disperazione, la rabbia dei singoli, le vicende personali hanno un respiro ed un orizzonte nazionale; travalicano lo specifico problema dell’amianto e richiedono capacità di interloquire, di ragionare, di confrontarsi a più livelli. Per ottenere il riconoscimento di diritti inalienabili, primo fra tutti il diritto alla salute. Richiedono anche un profondo cambiamento culturale in grado di porre termine allo scambio (vorrei e dovrei dire al ricatto) tra lavoro per sopravvivere e salute, che per troppo tempo ha caratterizzato i rapporti industriali e le stesse politiche sindacali. Rendere raggiungibili questi obiettivi ha richiesto uno sforzo di fantasia creativa per ridefinire la nostra mission e per ripensare profondamente la nostra struttura organizzativa. Da una configurazione monocentrica abbiamo immaginato una rete, una configurazione plurale radicata nei territori e raccordata dalla identità concettuale, dalla identificazione e dalla condivisione valoriale. Questa idea è stata vincente: 3 Presenza ONA Onlus al 30.09.2011
  • 20. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 12 A settembre 2011 l’ONA era un’Associazione piena di potenzialità e ricca di saperi, di conoscenze, che quasi si esaurivano in se stesse. Venivano poco utilizzate le risorse e le competenze annidate nei territori e nelle persone. Ne conseguiva un agire frammentato e limitato spesso alle aule giudiziarie, con grande dispendio di energie in battaglie contro avversari ciclopici. 4 Presenza ONA Onlus al 30.06.2013 Oggi l’Osservatorio conta migliaia di soci, che prestano il loro contributo di idee e di lavoro, a titolo volontario e gratuito, senza fini di lucro anche indiretto; molti di loro sono personalità rappresentative delle istituzioni a tutti i livelli (sindaci, consiglieri comunali, provinciali e regionali, deputati e senatori) espressione di tutte le formazioni politiche presenti nella società italiana, in armonia con il carattere apartitico e scevro da ideologie dell’Associazione. Siamo presenti in quasi tutte le Regioni, dal Veneto alla Sicilia, dalla Valle d’Aosta alla Puglia, attraverso i nostri Comitati, organizzati ciascuno secondo le proprie caratteristiche e le proprie capacità. I Comitati sono in grado di assicurare la più ampia partecipazione democratica e di perseguire le finalità dell’Osservatorio in modo diretto ed immediato, dando risposte specifiche alle specifiche esigenze di tutela della salute, dell’ambiente e dei diritti, così come si manifestano e si concretizzano nei singoli ambiti di operatività. Possiamo contare sul supporto di un Comitato Tecnico Scientifico di cui fanno parte insigni professori e affermati professionisti, molti dei quali sono oggi qui presenti e li ringraziamo, ed intratteniamo rapporti di collaborazione con agenzie ed istituzioni di tutto il mondo.
  • 21. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 13 Le finalità dell’ONA sono quelle di 1) promuovere e tutelare la salute in ogni ambito di esplicazione della vita umana, attraverso a) la prevenzione primaria, cioè la riduzione del rischio e che si sostanzia nella completa rimozione di tutti gli agenti tossici dagli ambienti di vita e di lavoro; b) la prevenzione secondaria, che è riduzione del danno e che si attua con la diagnosi precoce; c) la prevenzione terziaria, che è riduzione delle conseguenze del danno e si realizza col rispetto del principio sancito dall’Unione Europea “chi inquina, “paga”; 2) rappresentare, tutelare, assistere moralmente e materialmente i lavoratori ed i cittadini esposti ad amianto e ad altri patogeni, perché nessuno venga lasciato solo; 3) tutelare i diritti costituzionalmente garantiti a ogni persona, e che costituiscono l’essenza della dignità umana. L’Osservatorio oggi opera a fianco delle persone per assicurare quelli che abbiamo chiamato “i diritti negati”; voglio ricordare, oltre le migliaia di pratiche amministrative e di procedimenti giudiziari, o la sentenza del TAR del Lazio avverso il cosiddetto Decreto Damato; o i ricorsi alla corte europea (il primo, 2008 contro decreto Damato) o il processo di Torino, che ha visto la condanna di Schmydiner e dei suoi sodali a fianco delle Istituzioni locali e nazionali, o dando il nostro contributo nella preparazione  di interrogazioni parlamentari sia in ambito nazionale che europeo (ricordo per tutte ultima l’interrogazione dell’on. Sonia Alfano al Parlamento Europeo)  di proposte di legge (fra le quali quelle della senatrice Dorina Bianchi, dell’on. Pippo Gianni, del senatore Domenico Scilipoti), o partecipando ai lavori delle commissioni legislative regionali (come nel Lazio) o intervenendo nei consigli comunali (come è stato a Gela) o agendo operativamente attraverso gli Sportelli Amianto (come ad Asti e a Sezze) o svolgendo attività di surroga nell’individuare la presenza di amianto (ricordo fra tutti, l’asilo nido di Rosignano, l’asilo “Cocco e drilli” di Roma nonché la Stazione Tuscolana sempre di Roma) a fianco della Magistratura, nella sua azione di repressione dei reati contro la salute e contro l’ambiente, e nella sua azione di ristoro dei danni causati ai singoli e alle comunità;
  • 22. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 14 o comunicando fatti e notizie, di cui siamo in possesso grazie alle indagini difensive svolte in qualità di parte offesa; o presentando esposti e denunce, sia verso singole situazione di pericolo sia argomentando intorno alla cosiddetta “lobby dell’amianto”; o costituendoci parte civile nei processi penali (ultimo quello dell’Ilva di Taranto); a fianco delle strutture mediche o per potenziare e far conoscere le strutture di eccellenza; o per migliorare l’erogazione degli interventi di prevenzione secondaria; o per alimentare il circuito dell’informazione e della conoscenza; Vorrei dare compiuto conto del lavoro svolto ricordando alcune delle ultime iniziative: In primis, il Convegno tenutosi il 14 novembre 2012 presso la Camera dei Deputati, che ha rappresentato una tappa significativa nell’approfondire il rapporto fra scienza e diritto: in questa sede, tra l’altro e grazie ai contributi del prof. Ronald Gordon, Direttore del Dipartimento di Patologia della Mount Sinai School of Medicine di New York e del prof. Morando Soffritti Direttore Scientifico Istituto Ramazzini di Bologna, si è approfondito il concetto della “trigger dose” e del mesotelioma come patologia dose dipendente.
  • 23. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 15 L’11 Dicembre 2012, nell’Aula Consiliare del Comune di Gela si è concluso un percorso iniziato oltre un anno prima: è stato siglato un protocollo fra ONA, Comune di Gela, INPS, INAIL e Agenzia Regionale per la Salute che ha reso operativo un programma di sorveglianza sanitaria per gli ex esposti all’amianto non rientranti negli atti di indirizzo ministeriali, con un ruolo di primo piano riservato al locale Comitato della nostra Associazione.
  • 24. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 16 Un’altra diversa e positiva esperienza è stata presentata lo scorso 23 Aprile ad Asti dove il Comune, l’Associazione Piccola e Media Impresa, la Cassa di Risparmio di Asti si sono aggregate intorno alla proposta portata avanti dal nostro Comitato per la rimozione delle installazioni di amianto presenti nel territorio comunale anche utilizzando le tecnologie messe a punto dal CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche per addivenire alla mappatura del territorio.
  • 25. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 17 Ultima in ordine di tempo, la Conferenza Regionale Amianto tenutasi lunedì scorso a Priolo Gargallo (un altro territorio martoriato dall’amianto), con la quale si è inteso richiamare l'attenzione sulla urgente necessità di adottare strumenti di prevenzione primaria, di diagnosi precoce e di adeguati risarcimenti, oltre che di interdizione delle condotte anche solo pericolose, e che ha determinato la presentazione di un disegno di legge presso l’Assemblea Regionale Siciliana, da parte dell’On.le Pippo Gianni, parlamentare regionale e membro del nostro Comitato Tecnico Scientifico, avente ad
  • 26. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 18 oggetto “Norme per la tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti dall’amianto”. Questi pochi esempi sono in grado di evidenziare come l’Osservatorio opera ed intende operare a fianco ed insieme alle altre Associazioni che perseguono valori coincidenti con i nostri, per agire in sinergia a tutela dell’ambiente, della salute, dei diritti. Ribadisco con forza “a fianco ed insieme” perché vogliamo UNIRE E CONDIVIDERE, perché la frammentazione non paga. Vogliamo unire e condividere perché il campo dell’ignoranza è molto vasto ed inesplorato: la prima cosa che fa genera confusione. 13 Ad esempio, in molti ambiti, il problema amianto viene semplicisticamente ridotto al problema degli esposti, delle loro patologie,;un problema, che riguarda in definitiva una porzione limitata della popolazione: ma questa impostazione non permette di cogliere l’aspetto centrale costituito dal problema creato dagli altri tossici, dagli altri agenti patogeni, da tutti i tossici, da tutti gli agenti patogeni. I tossici, i patogeni debbono essere banditi e la loro presenza deve essere rimossa dagli ambienti di vita e di lavoro. Per questo richiediamo con forza che venga concluso il percorso iniziato con la legge 257 del 1992 che venga stabilito un termine entro il quale completare la bonifica dell’amianto su tutto il territorio nazionale. Per non essere più costretti a condividere il commento amaro e cinico di Vauro.
  • 27. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 19 14 Per questo noi ci impegniamo in questa nostra battaglia, che è al tempo stesso culturale e valoriale. E che è ben rappresentata dal nostro simbolo, il guerriero etrusco, dal suo scudo decorato con il "fiore della vita"; lo scudo è metafora della lotta del bene contro il male, della verità contro la menzogna, della giustizia contro l’ingiustizia. Rappresenta un forte impegno etico, finalizzato ad uno scambio valoriale, a una rivoluzione culturale: rimuovere la centralità del profitto per tornare alla centralità dell’uomo, alla dignità della persona. 15 IL F IO R E D E L L A V IT A
  • 28. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 20 E’ motivo di orgoglio per tutti noi ricordare che questo profondo significato etico è stato apprezzato anche dal Santo Padre (oggi emerito) Benedetto XVI che ha esortato l’Osservatorio Nazionale sull’Amianto a proseguire la sua “importante attività a difesa dell’ambiente e della salute pubblica”. 16 “Saluto i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Vittime dell’Amianto e dell’Osservatorio Nazionale Amianto e li esorto a proseguire la loro importante attività a difesa dell’ambiente e della salute pubblica” S.S. Benedetto XVI Verbale Udienza del 27.4.2011 Libreria Editrice Vaticana Voglio concludere questo mio intervento con una citazione di Albert Schweitzer, l’apostolo laico del rispetto della vita, che segna i limiti dell’uomo e contemporaneamente è un inno alla sua potenza. Quello che tu puoi fare è solo una goccia nell’oceano, ma è ciò che dà significato alla tua vita. Albert Schweitzer 17 Vi ringrazio per l’attenzione, vi auguro un buon lavoro.
  • 29. “Amianto tra scienza e diritto” , Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 21 L’esperienza dell’ONA nella città di Pisa quale spunto per una riflessione giuridica sull’ingiusto compromesso fra il diritto alla salute e il diritto al lavoro. Tommaso Frendo Studio Legale Missere & Venturi , Consulente Legale dell’Associazione Professionale “La legge per tutti” e della Lega Consumatori e-mail: tommasofrendo@gmail.com comitatoonapi@gmail.com Buonasera, vi ringrazio per essere qui presenti quest’oggi e consentitemi i dovuti ringraziamenti al nostro Presidente l’Avvocato Ezio Bonanni che, insieme al carissimo Dott. Michele Rucco (Segretario Nazionale dell’Osservatorio) ha reso possibile questo evento. In qualità di Coordinatore provinciale ONA Pisa, ringrazio i membri del Consiglio Direttivo del Comitato pisano che, ognuno nel proprio ambito professionale, attraverso l’entusiasmo e la passione che ognuno di noi nutre nel confronti della “verità”, a partire da quest’anno (il comitato è stato costituito in data 03/02/2013) si sono prefissati di “far proprie” le finalità statutarie dell’Osservatorio Nazionale Amianto. Il nostro obbiettivo primario è quello di tutelare il diritto alla salute in ogni ambito di esplicazione della vita umana, promuovendo i diritti costituzionalmente garantiti, con particolare riferimento alla sfera del lavoratore. Ringrazio infine gli illustri relatori che si sono resi disponibili ed hanno accettato di trattare (sia da un punto di vista giuridico che sotto il profilo scientifico) questa tematica che assume una rilevanza tanto attuale quanto (purtroppo) futura. Dico futura in ragione della durata relativa all’incubazione delle malattie asbesto correlate che, come il Pubblico Ministero Dott. Maurizio Ascione insegna, ha reso e continua a rendere complicata l’individuazione di un profilo di responsabilità da attribuire in capo ad un determinato soggetto. Una tematica attuale, futura, spesso sottovalutata e che oggi più che mai trova alle proprie basi un ingiusto compromesso fra due diritti che, se non altro la nostra carta più importante, definisce come fondamentali.
  • 30. “Amianto tra scienza e diritto” , Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 22 Il Professor Gaetano Veneto, che ho avuto il piacere e l’onore di ascoltare ad un suo importante intervento lo scorso novembre a Roma presso la Camera dei Deputati, lo definiva un falso dilemma. Si, perché di un falso dilemma si tratta. Quando parliamo da una parte di “salute” e dall’altra parte di “lavoro”, non possiamo permetterci di cadere nell’alternativa che ci vede costretti a far si che un diritto sia sottomesso dall’altro. Eppure l’art. 41 della nostra Costituzione parla molto chiaro: “L’iniziativa economica non può svolgersi in modo da recare danno alla sicurezza delle persone”. Da una parte vi è il diritto alla vita, ad avere salute. Un diritto così importante da non riguardare soltanto la sfera giuridica del singolo individuo, ma (proprio in ragione del suo carattere primario) fondamentale al punto di riflettersi sulla collettività, comprendendo quindi l’obbligo inderogabile di non porre a rischio la salute altrui attraverso la propria condotta. Un valore costituzionale supremo 1 .. Dall’altra parte vi è il diritto al lavoro. Un diritto che magari, a primo impatto (e soprattutto di questi tempi), rimanda a problematiche economiche, ma che se viene inteso nel suo senso più profondo (ed è così che dovrebbe essere inteso) non è che il diritto a realizzarsi come persona, essendo qualcosa, facendo qualcosa, dall’operaio al dirigente, per essere protagonista di una società e per cambiarla sempre in meglio. In fondo, è la stessa Costituzione2 che attribuisce al lavoro il difficile incarico di sostenere la Repubblica Italiana, non soltanto ponendo il diritto al lavoro come “fondamenta” del nostro paese, ma salvaguardandolo attraverso la promozione di tutte quelle condizioni tali da rendere effettivo questo diritto nei confronti di tutti i cittadini3 . Perché sia un “diritto vivo”, che concorra al progresso del nostro Paese. Nel cercare invano di trovare una risposta a questo dilemma, sforzandomi di osservare lo scenario con gli occhi del giurista, estremizzando (e ritengo che talvolta sia utile farlo per capire quella che è la reale posta in gioco) mi è venuto in mente un celebre romanzo di William Stayron dal titolo “La scelta di Sophie”4 . Il romanzo racconta di come una giovane madre polacca di origini ebraiche fu deportata ad Auschwitz con i propri figli, per poi essere crudelmente costretta a scegliere dai nazisti quale fra i due figli far morire. Alla fine la giovane Sophie deciderà di salvare il figlio Jan sacrificando quindi la piccola Eva. Essa farà i conti con questa decisione per il resto della sua vita. Perché in realtà, anche se da un punto di vista aritmetico e razionale salvare una vita è sempre meglio che non salvarne nessuna, da un punto di vista etico e morale esistono scelte che per la loro natura non possono essere fatte5 . 1 Art. 32 Cost. 2 Art. 1 Cost. 3 Art. 4 Cost. 4 W. Stayron, La scelta di Sophie (Sophie’s Choice), Mondadori, 2001. 5 M.Marzano, L’Ilva e la trappola del falso dilemma, La Repubblica, 2012.
  • 31. “Amianto tra scienza e diritto” , Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 23 Tuttavia, nel riflettere ho capito che a trovarsi nella situazione della madre non vi era il giurista, bensì il lavoratore. Ma come può un lavoratore chiedersi (e mi riferisco a ciò che sta accadendo a Taranto “Caso Ilva” ma non solo) se preferisce morire di fame in pochi mesi piuttosto che di tumore fra venti anni, facendo ammalare anche sua moglie e magari i suoi figli? E allora, il compito di ogni giurista che si rispetti (inteso come legale, magistrato o studioso che sia) è quello di compiere la difficile operazione che consiste nel cercare di evitare di giungere a quella tragica scelta. Ciò dovrà essere fatto senza finzioni e false soluzioni. Senza fingere quindi di aver salvato entrambi i bambini quando in realtà uno dei due è stato sacrificato e sostituito con un fantoccio. Eppure, sia i progressi tecnologici che gli esempi di altri paesi europei, mostrano che non c’è alcun bisogno di contrapporre salute e lavoro. Anzi, il diritto alla salute e il diritto al lavoro possono e devono andare di pari passo, fondendosi quindi entrambi in un unico diritto, il diritto alla vita. Il convegno di oggi, in un certo senso, sia attraverso la scienza che attraverso il diritto si prefigge anche questo. Cercando di fornire quella consapevolezza necessaria che serve per far si che questo ricatto non sia mai più tollerato. Perché come fa un giurista a scegliere quale fra questi due diritti far prevalere? Come può una madre decidere quale figlio sacrificare? Vi ringrazio ancora e vi auguro di seguire un convegno piacevole e interessante. Grazie a voi.
  • 32. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 24 Massimiliano Posarelli Figlio di una vittima dell’amianto, Impiegato SOLVAY CHIMICA ITALIA S.p.A. – Rosignano Solvay (LI) e-mail: massimilianoposarelli@yahoo.it Io oggi son qua a esprimere pensieri e concetti che ricevo dalle tante storie raccontate e spesso scandite a bassa voce da malati terminali come mio papà che ormai ci ha lasciato dal novembre del 2010 e colpevoli di aver lavorato a contatto con l’amianto e di averlo respirato senza alcuna protezione ………… Ho avvertito sentimenti, espressioni e immagini forti. Ho visto sguardi con occhi fissi e pieni di lacrime. Si parla, di sofferenza, di tragedie senza lieto fine, di disperazione, di supplicazioni alla morte per porre fine al dolore, di esasperazione, di TREPIDANTI attese per sofferenze incombenti, di angoscia, di rancore, di rivendicazioni, alle volta anche di odio che si affaccia nonostante gli sforzi per trattenerlo, surrogarlo o trasformarlo in qualche altra cosa. Si parla contemporaneamente di crimini, criminali e mascalzoni avvezzi all’impunità, di violenze, di esiti perversi di azioni profittevoli, ed eccezionale risulta la ricerca per dare un senso al dolore e anche alla morte mentre al perdono o alla carità per quei carnefici si accenna solo in modo sporadico nonostante molti degli offesi siano dei “credenti”. Sono questi gli argomenti che sento e ho sentito narrare da quei poveretti, che non solo si sono spezzati la schiena per un pezzo di pane, ma alla fine si sono pure –atrocemente- ammalati o morti. Queste storie potrebbero addirittura impressionare anche uomini e donne di esperienza e “addetti ai lavori” o persone in confidenza con soprusi e morte; sono storie coinvolgenti, storie sincere e adeguate perché tutta l’umanità si riconosca in pieno nelle vittime dell’amianto, individui, anche con processi corali, e condanni i colpevoli e le loro malazioni.
  • 33. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 25 Poi per finire. Molta attenzione e fiducia devono essere poste da tutti alla cura delle malattie asbesto correlate, al controllo del dolore e all’assistenza fornita dalle strutture sanitarie coinvolte (penso proprio a Pisa, a Siena e a tante altre ancora) che per fortuna nella sfortuna, appaiono capaci di fornire risposte adeguate. E ancora più attenzione va, ovviamente, alle famiglie e alle associazioni delle vittime come l’ONA di cui anche io ne faccio parte e ne sono orgoglioso e fiero. GRAZIE ONA E GRAZIE PRESIDENTE …. GRAZIE DAVVERO ….. Queste esperienze hanno portato Massimiliano a scrivere la poesia riportata di seguito (Nota dei curatori) Morti bianche per amianto Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza di una bella spiaggia dei caraibi non è il bianco candido di una fresca nevicata in montagna non è neppure il bianco della purezza della luce eterna. E’ il bianco della polvere di amianto, che per decenni ha coperto il nostro mondo, fonte di interesse e di guadagno. Che ha prevalso sul rispetto della vita umana coprendo ogni anno sguardi fissi nel vuoto occhi spalancati dal terrore e pieni di lacrime dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che elimina ogni speranza quell’attimo di un respiro e dell’esalazione che toglie pian piano l’aria nei polmoni come una goccia d’acqua che tutti i giorni cade in un bicchiere vuoto perché senza protezioni gli aghi di quell’amianto bianco han cucito il respiro ed il cuore. E’ il bianco che copre le nostre coscienze e la vita di quei lavoratori innocenti schiavi del profitto. E di chi è spesso solo moderno schiavo. E’ il bianco di un giorno nebbioso di una vita che si spegne lontana dagli affetti di lacrime e disperazione per chi rimane. Bianco ipocrita che hai ingiustamente privato La felicità alle tante vittime dell’amianto e ai loro familiari. Lascia allora ad ogni uomo sulla terra il suo vero bene LA SALUTE, LA GIUSTIZIA E LA PACE.
  • 34. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 26 Curriculum attività lavorativa in presenza di amianto Franco Berti Il mio nome è Franco BERTI, provengo dalla Val di Cecina, ho raggiunto l’età di quasi 74 anni ed ho prestato costantemente la mia attività lavorativa –in qualità di operaio- in ambienti diversi ma con un denominatore come: l’AMIANTO. Iniziai a venire a contatto con tale prodotto fin dal mio primo giorno lavorativo, allorché, nel lontano 1957 venni assunto alle dipendenze dirette dell’ex COOPERATIVA LIBERLAVORO (successivamente ridenominata “COOPERATIVA VAPORDOTTI”), con sede in Montecerboli – frazione del Comune di Pomarance (Pisa), alla quale venivano commissionati da parte della ex LARDERELLO S.p.A. e successivamente (dal 1963) dall’E.N.E.L., lavori di coibentazione termica agli innumerevoli vapordotti esistenti nella cosiddetta “Zona Boracifera”. Tale tipologia di lavoro veniva eseguita manualmente impiegando lastre di amianto, rete metallica e amianto in polvere, mescolato al cemento, con cui si formava un impasto definito in gergo “Fibretta”. La polvere, molto sottile e volatile, contenuta in appositi sacchi di carta sigillati (analoghi a quelli ben più noti contenenti cemento), veniva con le stesse modalità impastata a terra con l’ausilio di comuni pale, le quali, con i loro tipici movimenti, sollevavano in aria una “nube” indescrivibile e irrespirabile di microfibre. Ultimata l’operazione, l’impasto veniva raccolto e spalmato sul tubo da coibentare mediante semplici attrezzi da muratore (cazzuole e segacci), alla stregua di un vero e proprio intonaco, applicato su una struttura muraria; si procedeva, quindi, ad avvolgere il tutto con della rete metallica e si completava l’opera con l’applicazione perimetrale esterna – per l’intera circonferenza del vapordotto – della cosiddetta “Fibretta”. Dopo esattamente 10 anni (1957 – 1967) trascorsi in questa realtà infernale, mi si presentò l’opportunità di cambiare Azienda (SOCIETA’ CHIMICA LARDERELLO) e, conseguentemente, la tipologia e la qualità del lavoro. Purtroppo le insidie dell’amianto per me non erano ancora finite, poiché venni assegnato al reparto “INSTALLATORI CENTRIFUGHE” il cui mansionario comprendeva quotidianamente la sorveglianza, revisione e manutenzione dell’impianto in cui l’amianto era presente un po’ ovunque sotto forme più disparate e varie
  • 35. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 27 (guarnizioni alle flangie, premistoppa alle pompe, corde d’amianto poste sotto i coperchi dei serbatoi, ecc.). Ciò ininterrottamente per tutta la durata (venticinque anni) dell’ultima mia attività lavorativa, trascorsa alle dipendenze della nuova citata Azienda, ovvero, fino all’atto del mio prepensionamento. All’epoca, nel mio ambito lavorativo, essendo ancora sconosciute le caratteristiche nefaste di questo subdolo prodotto, veniva ovviamente trattato dagli addetti ai lavori con la massima indifferenza ed assoluta tranquillità: senza né mascherina, né alcun altro tipo di protezione precauzionale ignorando le conseguenze devastanti che, purtroppo, questo dannato KILLER avrebbe poi loro causato nel tempo. Ne è prova il fatto che dei 20 (venti) colleghi con cui ho condiviso la stessa allucinante deprecabilissima esperienza lavorativa, ad oggi siamo rimasti in vita – ancorché precaria – soltanto in 3 (tre), grevemente ammalati. Tale incredibile e sconcertante vicenda, per le cui peculiarità, ha suscitato –fra gli altri. Perfino l’interesse di un poeta estemporaneo locale, il quale avvalendosi dei dettagli da me fornitigli al riguardo e della propria vena poetica, ne ha tratto materia per una narrazione in versi: il suo nome è Marco CHIAVISTRELLI di Larderello (PI).
  • 36. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 28 Le ultime acquisizioni scientifiche in materia di mesotelioma Ombretta Melaiu1 , Justin Stebbing2 , Federica Gemignani1 , Georgios Giamas2 , Stefano Landi1 1 Dipartimento di biologia, Unità di Genetica, 56100, Pisa 2 Department of Surgery and Cancer, Division of Cancer, Imperial College London, Hammersmith Hospital Campus, Du Cane Road, London W12 ONN, U.K. Riassunto Il mesotelioma pleurico maligno è un tumore raro che origina dallo strato mesoteliale della pleura polmonare. In base alla prevalenza del tipo cellulare in cui il tumore si è differenziato si distinguono tre tipi istologici principali: epiteliomorfo, il più comune; sarcomatoide, il più aggressivo e bifasico, in cui le componenti epiteliale e sarcomatoide coesistono. Studi precedenti hanno associato il mesotelioma con l’esposizione all’asbesto e con l’infezione da Polyomavirus SV40, che sembra incrementare di quattro volte il rischio di sviluppare mesotelioma in soggetti ex-esposti all’amianto, agendo quindi più propriamente come un cofattore di rischio. Il mesotelioma è stato riscontrato anche in persone esposte per tempi brevissimi all’asbesto o apparentemente non esposte, da ciò emerge dunque l’importanza che la suscettibilità genetica individuale ha nello sviluppo del tumore. La difficoltà di diagnosticare in tempo questo tumore, i limitati approcci terapeutici ad oggi a disposizione, nonché la rapida progressione della neoplasia, impongono la necessità di comprendere i meccanismi molecolari coinvolti nella carcinogenesi e nella chemio resistenza. Fondamentale a tal proposito è l’identificazione delle alterazioni cromosomiche tipiche del mesotelioma, nonchè dei geni ivi contenuti. Al fine di migliorare le conoscenze in merito, sono stati raccolti tutti gli articoli in cui il mesotelioma è stato analizzato attraverso ibridazione genomica comparativa (CGH). A seguito della elaborazione statistica effettuata su un totale di 8 linee cellulari e 179 tessuti di mesotelioma è stato possibile identificare quali sono i cromosomi che più comunemente mostrano alterazioni e riarrangiamenti nei pazienti di mesotelioma (tipicamente i cromosomi 1, 9 e 22) e all’interno di essi quali sono le regioni cromosomiche maggiormente colpite (ad esempio 1p, 9p, o 22q). Una molecola chiave che emerge dalle analisi condotte è la mesotelina. É stato osservato che il silenziamento transiente dell’espressione del gene della mesotelina determina una diminuzione del tasso di proliferazione cellulare ed una ridotta capacità invasiva della linea cellulare di mesotelioma Mero-14. Inoltre un effetto sinergistico sulla morte
  • 37. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 29 cellulare è stato ottenuto a seguito della combinazione con la somministrazione del cisplatino, chemioterapico di prima linea per i pazienti affetti da mesotelioma pleurico maligno. Caratteristiche generali del Mesotelioma Pleurico Maligno Il mesotelioma pleurico maligno (MPM) è un tumore molto aggressivo che origina dallo strato mesoteliale della pleura sierosa. Resistente alle convenzionali terapie, l’esito della malattia è infausto, con una sopravvivenza media che va dai 9 ai 17 mesi di vita (Varin et al., 2010). Il MPM inizialmente si localizza nei segmenti pleurici basali e dorsali, poi diffonde coinvolgendo gli spazi pleurici ed associandosi ad un cospicuo versamento, nonché all’invasione diretta delle strutture toraciche. Il polmone colpito viene permeato e circondato da uno spesso strato di tessuto neoplastico gelatinoso, di colore grigio- rossastro. In base alla prevalenza del tipo cellulare in cui il mesotelioma si è differenziato (cellule epiteliali o cellule stromali di tipo mesenchimale), si distinguono tre tipi istologici principali di mesotelioma: - epiteliomorfo (il 50% dei casi): caratterizzato da cellule cuboidali, cilindriche o appiattite, che danno una struttura prevalentemente tubulare, papillare o tubulo- papillare. Le cellule epiteliomorfe hanno un citoplasma acidofilo e nuclei rotondi e vescicolari con nucleoli prominenti; - sarcomatoide: mostra fasci intrecciati di cellule fusate (simil-fibroblastiche) in uno stroma collageno, spesso, più o meno estesamente jalinizzato; - misto (bifasico): è l’aspetto istologico classico del mesotelioma maligno in cui le due componenti, epiteliale e a cellule fusate, coesistono. Il decorso dei mesoteliomi è nella maggior parte dei casi molto rapido, accompagnato da un progressivo deterioramento delle condizioni generali. Riconosciuto per la prima volta nel 1870, il mesotelioma pleurico maligno è stato fino agli inizi degli anni ‘50 un tipo di tumore estremamente raro e quasi sconosciuto. Nel secondo dopo-guerra si e’ tuttavia osservato un forte incremento dell’incidenza, che e’ stato successivamente attribuito all’utilizzo di amianto (Wagner et al., 1960; Carbone et al., 2002). Svariati autori hanno stimato che possa aumentare ulteriormente l’incidenza, in relazione al fatto che intercorre un lungo periodo di latenza tra l’esposizione al minerale e l’insorgenza della malattia (Varin et al., 2010). I meccanismi d’ingresso delle fibre d’amianto sono essenzialmente tre: ingestione, contatto cutaneo ed inalazione. E’ comunque l’inalazione delle fibre in una dose che eccede la capacità dell’organismo a difendersi il meccanismo più pericoloso. Se le fibre di amianto interagiscono direttamente con i tessuti target (polmone, pleura), il tessuto stesso va incontro a produzione di radicali liberi e ad uno stato di infiammazione cronica. Tale condizione comporta la produzione di mediatori cellulari come le citochine che mediano la crescita e la differenziazione delle cellule e la produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS). Si ritiene che il persistere dello stato infiammatorio a livello pleurico sia alla base dei meccanismi di mutazione e attivazione dei proto- oncogeni e dell’inattivazione dei geni soppressori tumorali, con conseguente degenerazione maligna (Upadhyay D, Kamp DW, 2003).
  • 38. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 30 Da notare è inoltre l’irrilevanza della dose innescante la malattia: diversi casi di MPM sono stati riscontrati non solo in individui esposti a lungo all’asbesto, ma anche in operai esposti per brevi periodi di tempo. Oltre all’esposizione all’amianto, uno studio di Roushdy-Hammady ha dimostrato l’esistenza di soggetti con un’incrementata suscettibilità genetica al mesotelioma: è stato infatti riscontrato che in Turchia, popolazioni di tre villaggi egualmente esposti all’amianto, presentavano diversa incidenza di sviluppare MPM. Indagando i casi di mesotelioma familiare in 526 individui ed estendendo l’analisi per 6 generazioni, sembra emergere che la suscettiblita’ all’MPM sia trasmissibile con un pattern di ereditarietà di tipo autosomico dominante (Roushdy-Hammady et al., 2001). Le infezioni da Polyomavirus SV40 sono un altro fattore di rischio che potrebbe interagire con l’esposizione all’amianto, anche se a tutt’oggi non esistono delle chiare evidenze. L’SV40 e’ un virus a DNA ad alto potere oncogeno conferitogli da due antigeni: Tag e tag. Tale virus è in grado di inattivare l’oncosoppressore p53 e di bloccare il processo di apoptosi cellulare portando a maggiore instabilità delle cellule ed all’espansione dei cloni maligni. Sembra che l’infezione da SV40, peraltro diffusasi per la contaminazione di vaccini contro la poliomielite (Hilleman MR., 1998), incrementi di quattro volte il rischio di sviluppare mesotelioma in soggetti ex-esposti all’amianto, agendo quindi più propriamente come un cofattore di rischio (Carbone et al., 2002; Cristaudo et al., 2005). Il genoma umano e la CGH applicata al mesotelioma Così come la fisica identifica nell'atomo il più piccolo oggetto che rappresenta tutte le proprietà della materia, e la biologia identifica nella cellula la struttura più piccola capace di compiere tutte le funzioni di un organismo, nello stesso modo la genetica identifica nel gene l'unità funzionale dell'ereditarietà biologica, ossia l'unità di informazione genetica, capace di replicarsi, mutare, trasferirsi da una generazione all'altra, esprimersi, adattarsi all'ambiente e partecipare al processo evolutivo. A loro volta i geni si trovano, all'interno del nucleo della cellula, sui cromosomi, filamenti di natura proteica su cui poggia la molecola del DNA. L'insieme di tutti i geni presenti in un nucleo, e quindi in un intero organismo, costituisce il suo genoma. Il genoma umano è dato da 23 coppie di cromosomi, che costituiscono la 'libreria' dell'informazione ereditaria, in cui ogni libro corrisponde a un cromosoma. In un organismo sano esiste un perfetto equilibrio fra vita e morte cellulare; le cellule si sviluppano, assolvono le loro funzioni e infine muoiono, mentre altre si riformano; tale equilibrio viene mantenuto attraverso una rigida regolazione dei succitati processi e serve a garantire che gli organi e i tessuti del corpo umano conservino la loro integrità. Alterazioni del patrimonio genetico delle cellule possono portare ad una incontrollata crescita delle cellule stesse a discapito dell’equilibrio che preserva l’integrità dell’organismo e a favore della nascita di neoplasie. Fondamentale è dunque l’dentificazioni delle alterazioni genetiche che caratterizzano il mesotelioma. Una tecnica comunemente utilizzata in biologia molecolare è la comparative genomic hybridazation (CGH), sviluppata per rilevare variazioni del numero di copie di geni specialmente in campioni oncologici. Il principio della tecnica si basa su una competizione per il legame su un supporto normale (cromosomi in
  • 39. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 31 metafase) di due DNA genomici marcati con fluorocromi diversi. Un DNA è estratto dal paziente in esame mentre l’altro DNA è un pool di DNA genomico di riferimento. In questa competizione comparativa si legherà in proporzione più DNA da testare in ogni locus se maggiore sarà il numero di copie presenti in quel locus rispetto al numero di copie presenti nel DNA genomico di controllo. Viceversa se ne legherà meno se minore sarà il numero di copie presenti in quel locus rispetto al numero di copie presenti nel DNA genomico di controllo. Il risultato viene espresso dal rapporto delle 2 fluorescenze. In caso di numero di copie normali avrò 2 copie di DNA da testare e 2 copie del DNA di controllo genomico, per cui il rapporto tra i 2 fluorocromi 2/2 è pari a 1. In caso di trisomia del DNA da testare il rapporto sarà pari a 1,5 e cioè 3/2. Viceversa in caso di monosomia il rapporto sarà pari a 0,5 e cioè 1/2. L’intensità della fluorescenza è quantificata da particolari analizzatori di immagine che calcolano e confrontano i segnali emessi dal DNA campione e dal DNA di riferimento. Questa tecnica permette, quindi, di rivelare tutte le possibili anomalie di un corredo genetico, come per esempio le regioni con delezioni o amplificazione genica e i riarrangiamenti sia intra- sia inter-cromosomici. Scopo del progetto di ricerca e lavoro svolto Sono attualmente in corso alcuni studi clinici volti a valutare l’efficacia di nuove modalità terapeutiche. In assenza di un’efficiente strategia per la cura di tale neoplasia, impelle la necessità di comprendere i meccanismi molecolari coinvolti nella carcinogenesi e nella chemioresistenza, cosa che potrebbe conseguentemente aiutare a sviluppare nuove strategie terapeutiche (Varin et al., 2010). Un metodo chiave potrebbe essere costituito dalla identificazione delle alterazioni cromosomiche tipiche del mesotelioma, nonchè dei geni ivi contenuti. Per questo, la strategia adottata dall’Unità di Gentica di Pisa è stata quella di effettuare un’estesa review della letterarura, focalizzata sugli studi di CGH (Tabella 1) al fine di identificare le alterazioni cromosomiche più comuni nei pazienti di mesotelioma, nonchè, all’interno di esse, quelle correlate con una prognosi peggiore. Sono stati poi ricercati geni in esse contenuti che possono essere considerati potenziali geni target per il mesotelioma.
  • 40. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 32 References Technique employed Cell line Epitheliod Cell line Sarcomatoid Cell line Biphasic Tissues Epitheliod Tissues Sarcomatoid Tissues Biphasic Kivipensas P. et al. CGH 3 3 2 3 Björkqvist A-M. et al. CGH 8 1 18 Björkqvist A-M. et al. CGH 19 5 10 Ascoli V. et al. CGH 3 1 1 Krismann M. et al. CGH 20 25 21 Musti M. et al. CGH 1 Simon F. et al. CGH 1 Knuuttila A. et al. CGH 8 Scattone A. et al. CGH 6 Schulten H.J. et al. CGH 1 1 Lindholm P.M. et al. CGH 15 8 3 Tabella 1: Rappresentazione schematica degli studi di CGH valutati nella presente analisi. Data la rarità del tumore, i pochi articoli pubblicati e, soprattutto, il basso numero di campioni analizzati in ciascuno di essi, al fine di avere un quadro che fosse il più esteso e completo possibile, sono state unite tutte le informazioni derivanti da ogni singolo articolo selezionato, raccogliendo ed analizzando un totale di 8 linee cellulari e 179 tessuti di pazienti affetti da mesotelioma. Per ciascun campione tessutale ed ogni linea cellulare riportati nei manoscritti, sono state quindi registrate tutte le alterazioni cromosomiche identificate. Attraverso dei calcoli matematici è stato possibile identificare quali sono i cromosomi che più comunemente mostrano alterazioni e riarrangiamenti nei pazienti di mesotelioma (tipicamente i cromosomi 1, 9 e 22) e all’interno di essi quali sono le regioni cromosomiche maggiormente colpite (ad esempio 1p, 9p, o 22q). Data la bassa sopravvivenza legata a tale neoplasia, il passo successivo è stato quello di identificare quali delle alterazioni cromosomiche fossero correlate maggiormente con la sopravvivenza dei pazienti. Attraverso ulteriori calcoli statistici, è stato osservato che la perdita di: 1p / 4p o il guadagno di: 7pter-7q31.2 / 8q risulta associata ad una minore sopravvivenza dei pazienti con MPM rispetto a quelli che non sono portatori di nessuno di questi riarrangiamenti. La ricerca successiva dei potenziali marcatori che mappano sulle regioni cromosomiche tipicamente alterate nel mesotelioma pleurico maligno, ha permesso di identificare i geni coinvolti nel pathway della adesione focale, come geni fondamentali per la progressione del mesotelioma. Per adesione focale si intende la capacità che le cellule tumorali hanno di interagire con il loro “contorno sano e di sostegno”, attraverso la produzione di una miriade di molecole, andando a formare dei complessi circuiti di comunicazione in grado di tenere vivo il tumore. Una di queste molecole è rappresentata dalla mesotelina, tipicamente espressa nel tumore ovarico, nell’adenocarcinoma pancreatico e nel mesotelioma, la sua espressione non risulta così elevata nella pleura sana.
  • 41. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 33 Attraverso tecniche di silenziamento genico, volte a spegnere l’espressione del gene della mesotelina, è stato possibile analizzare il fenotipo delle cellule maligne di mesotelioma. La mancanza di espressione del gene target determina una significativa riduzione della proliferazione delle cellule di mesotelioma nonchè della loro capacità di metastatizzare. Inoltre un effetto sinergistico sulla morte cellulare è stato ottenuto a seguito della combinazione con la somministrazione del cisplatino, chemioterapico di prima linea per i pazienti affetti da mesotelioma pleurico maligno. In conclusione, pathaways come quello della “focal adhesion” risultano profondamente alterati nel mesotelioma. Per questo è fondamentale analizzare il ruolo della mesotelina così come di altri geni ivi coinvolti in quanto potrebbero costituire dei promettenti targets terapeutici. Bibliografia Ariad S, Barchana M, Yukelson A, Geffen DB. A worrying increase in the incidence of mesothelioma in Israel. IMAJ 2000 2, 828–32. Bianchi C, Brollo A, Ramani L, Bianchi T. Malignant mesothelioma in Europe. Intl J Med Biol Environ 2000 28, 103–7. Bianchi C, Ramani L, Bianchi T. Malignant mesothelioma in Europe and the Mediterranean region. Int J Cancer Suppl 2002 13, 420 (abstract). Bianchi C, Bianchi T. Malignant Mesothelioma: Global incidence and Relationship with asbestos. Industrial Health 2007, 45, 379-387. Burdorf A, Järvholm B, Englund A. Explaining differences in incidence rates of pleural mesothelioma between Sweden and The Netherlands. Int J Cancer 2005 113, 298–301. Carbone M, Pass HI. Re: Debate on the link between SV40 and human cancer continues. J Natl Cancer Inst. 2002 Feb 6;94(3):229-30. Comité aviseur sur l’amiante au Québec (2003) Épidémiologie des maladies reliées à l’exposition à l’amiante au Québec. Institut National de Santé Publique du Québec. http://www.inspq.qc.ca. Accessed April 30, 2004. Cristaudo A, Foddis R, Vivaldi A, Buselli R, Gattini V, Guglielmi G, Cosentino F, Ottenga F, Ciancia E, Libener R, Filiberti R, Neri M, Betta P, Tognon M, Mutti L, Puntoni R. SV40 enhances the risk of malignant mesotelioma among people exsposed to asbestos: a molecular epidemiologic case-control study. Cancer Res. 2005 Apr 15;65(8):3049-52. Curin K, Saric M, Strnad M. Incidence of malignant pleural mesothelioma in coastal and continental Croatia: epidemiological study. Croat Med J 2002 43, 498–502. Dianzani I, Gibello L, Biava A, Giordano M, Bertolotti M, Betti M, Ferrante D, Guarrera S, Betta GP, Mirabelli D, Matullo G, Magnani C. Polymorphisms in DNA repair genes as risk factors for asbestos-related malignant mesothelioma in a general population study. Mutat Res. 2006 Jul 25;599(1-2):124-34. Furuya S, Natori Y, Ikeda R. Asbestos in Japan. Int J Occup Environ Health 2003 9, 260–5.
  • 42. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 34 Gemignani F, Landi S, Vivant F, Zienolddiny S, Brennan P, Canzian F. A catalogue of polymorphisms related to xenobiotic metabolism and cancer susceptibility. Pharmacogenetics. 2002 Aug;12(6):459-63. Goldberg M, Imbernon E, Rolland P, Gilg Soit Ilg A, Saves M, de Quillacq A, Frenay C, Chamming’s S, Arveux P, Boutin C, Launoy G, Pairon JC, Astoul P, Galateau-Salle F, Brochard P. The French National Mesothelioma Surveillance Program. Occup Environ Med 2006 63, 390–5. Hagemeyer O, Otten H, Kraus T. Asbestos consumption, asbestos exposure and asbestos-related occupational diseases in Germany. Int Arch Occup Environ Health 2006 79, 613–20. Hayes JD, Flanagan JU, Jowsey IR. Glutathione transferases. Annu Rev Pharmacol Toxicol. 2005;45:51-88. Hilleman MR. Discovery of simian virus 40 (SV40) and its relationship to poliomyelitis vaccines. Dev Biol Stand 1998;94:183e90. Hirvonen A, Pelin K, Tammilehto L, Karjalainen A, Mattson K, Linnainmaa K. Inherited GSTM1 and NAT2 defects as concurrent risk modifiers in asbestos-related human malignant mesothelioma. Cancer Res. 1995 Jul 15;55(14):2981-3. Hirvonen A, Saarikoski ST, Linnainmaa K, Koskinen K, Husgafvel-Pursiainen K, Mattson K, Vainio H. Glutathione S-transferase and N-acetyltransferase genotypes and asbestos-associated pulmonary disorders. J Natl Cancer Inst. 1996 Dec 18;88(24):1853- 6. Huncharek M. Genetic factors in the aetiology of malignant mesothelioma. Eur J Cancer. 1995 Oct;31A(11):1741-7. Review. Huuskonen MS, Rantanen J. Finnish Institute of Occupational Health (FIOH): prevention and detection of asbestos- related diseases, 1987–2005. Am J Ind Med 2006 49, 215–20. Ismail-Khan R, Robinson LA, Williams CC Jr, Garrett CR, Bepler G, Simon GR. Malignant pleural mesothelioma: a comprehensive review. Cancer Control. 2006 Oct;13(4):255-63. Review. Kjaergaard J, Anderson M. Incidence rates of malignant mesothelioma in Denmark and predicted future number of cases among men. Scand J Work Environ Health 2000 26, 112–7. Kjellstrom TE. The epidemic of asbestos-related diseases in New Zealand. Int J Occup Environ Health 2004 10, 212–9. Kovac V, Debevec M, Plaper-Vernik M, Debeliak A, Erzen J, Remskar Z, Kern I. Malignant pleural mesothelioma (MPM) in Slovenia, 1980–1997. Lung Cancer 2001 32 (Suppl 1), S57 (abstract). Landi S, Gemignani F, Neri M, Barale R, Bonassi S, Bottari F, Canessa PA, Canzian F, Ceppi M, Filiberti R, Ivaldi GP, Mencoboni M, Scaruffi P, Tonini GP, Mutti L, Puntoni R. Polymorphisms of glutathione-S-transferase M1 and manganese superoxide dismutase are associated with the risk of malignant pleural mesothelioma. Int J Cancer. 2007 Jun 15;120(12):2739-43. Lee HS, Oei HP, Chia KS. Asbestos in Singapore: country report. In: Proceedings of the Asbestos Symposium for the Asian Countries, September 26–27, 2002, Kitakyushu,
  • 43. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 35 Japan. Takahashi K, Lehtinen AS and Karjalainen A (Eds.). J UOEH 2002 24 (Suppl. 2), 36–41. Leigh J, Davidson P, Hendrie L, Berry D. Malignant mesothelioma in Australia, 1945– 2000. Am J Ind Med 2002 41, 188–201. Lopez Abente G, Hernandez-Barrera V, Pollan M, Aragones N, Perez-Gomez B. Municipal pleural cancer mortality in Spain. Occup Environ Med 2005 62, 195–9. Mándi A, Posgay M, Vadász P, Major K, Rödelsperger K, Tossavainen A, Ungváry G, Woitowitz HJ, Galambos É, Németh L, Soltész I, Egerváry M, Böszörményi Nagy G. Role of occupational asbestos exposure in Hungarian lung cancer patients. Int Arch Occup Environ Health 2000 73, 555–60. Marinaccio A, Montanaro F, Mastrantonio M, Uccelli R, Altavista P, Nesti M, Seniori Costantini A, Gorini G. Predictions of mortality from pleural mesothelioma in Italy: a model based on asbestos consumption figures supports results from age-period-cohort models. Int J Cancer 2005 115, 142–7. Melino G, Ciliberto G. Argomenti di biologia molecolare vita, morte e miracoli. Edizione 2006. McElvenny DM, Darnton AJ, Price MJ, Hodgson JT. Mesothelioma mortality in Great Britain from 1968 to 2001. Occup Med 2005 55, 79–87. Neuberger M, Vutuc C. Three decades of pleural cancer and mesothelioma registration in Austria where asbestos cement was invented. Int Arch Occup Environ Health 2003 76, 161–6. Paek D. Asbestos problems yet to explode in Korea. Int J Occup Environ Health 2003 9, 266-71. Peto J, Hodgson JT, Matthews FE, Jones JR. Continuing increase in mesothelioma mortality in Britain. Lancet 1995;345:535-539. Peto J, Decarli A, La Vecchia C, Levi F, Negri E. The European mesothelioma epidemic. Br J Cancer 1999;79(3/4):666-672. Price B, Ware A. Mesothelioma trends in the United States: an update based on Surveillance, Epidemiology, and End Results Program data for 1973 through 2003. Am J Epidemiol 2004 159, 107–12. Rodriguez EI. Asbestos banned in Argentina. Int J Occup Environ Health 2004 10, 202–8. Saric M. Asbestos exposure and asbestos-related diseases in Croatia. Eur J Oncol – Library 2004 3, 17–24. Szeszenia-Dabrowska N, Wilczynska U. General problems related to asbestos exposure in Poland. Eur J Oncol- Library 2004 3, 33–41. Ulvestad B, Kjaerheim K, Moller B, Andersen A. Incidence trends of mesothelioma in Norway, 1965–1999. Int J Cancer 2003 107, 94–8. Upadhyay D, Kamp DW. Asbestos-induced pulmonary toxicity: role of DNA damage and apoptosis. Exp Biol Med (Maywood). 2003 Jun;228(6):650-9.
  • 44. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 36 Vaishnaw AK, Gollob J, Gamba-Vitalo C, Hutabarat R, Sah D, Meyers R, deFougerolles T, Maraganore J. A status report on RNAi therapeutics. Silence. 2010 Jul 8;1(1):14. Varin E, Denoyelle C, Brotin E, Meryet-Figuière M, Giffard F, Abeilard E, Goux D,Gauduchon P, Icard P, Poulain L. Downregulation of Bcl-xL and Mcl-1 is sufficient to induce cell death in mesothelioma cells highly refractory to conventional chemotherapy. Carcinogenesis. 2010 Jun;31(6):984-93. Epub 2010 Feb 8. Wagner JC, Sleggs CA, Marchand P. Diffuse pleural mesothelioma and asbestos exposure in the North Western Cape Province. Br J Ind Med. 1960 Oct;17:260-71. Weill H, Hughes JM, Churg AM. Changing trends in US mesothelioma incidence. Occup Environ Med 2004 61, 438–41.
  • 45. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 37 Quale sorveglianza sanitaria per gli esposti all’amianto? L’esperienza dell’Università di Siena Sartorelli P, Romeo R,. Sisinni AG, Paolucci V Dipartimento di Scienze Mediche Chirurgiche e Neuroscienze – Medicina del Lavoro, Università degli Studi di Siena Riassunto La sorveglianza sanitaria degli ex-esposti ad amianto è costituita da un complesso di accertamenti sanitari periodici finalizzati alla tutela della salute dei lavoratori. Spesso la sorveglianza sanitaria viene confusa con gli screening antitumorali, mentre al contrario di tali attività non prevede un protocollo rigido di accertamenti standard a cui sottoporre una popolazione di asintomatici, ma la valutazione dello stato di salute del singolo lavoratore attraverso accertamenti sanitari mirati in rapporto al rischio cancerogeno. Indipendentemente dall’inserimento dei lavoratori in programmi futuri di sorveglianza sanitaria, si rende indispensabile sottoporre tutti gli ex-esposti ad una prima valutazione clinico-strumentale per la diagnosi di eventuali patologie asbesto-correlate e la caratterizzazione del rischio da amianto nel singolo lavoratore. In particolare quest’ultima assume grande importanza dato che condiziona sostanzialmente l’approccio diagnostico, nonchè l’eventuale programma di sorveglianza sanitaria. In tal senso da anni presso la Medicina del Lavoro dell’Università di Siena (Centro di Riferimento Regionale Toscano per le Malattie Professionali) vengono studiati gli indicatori biologici di dose per stimarne l'affidabilità nella diagnostica delle patologie asbesto-correlate e nella sorveglianza sanitaria degli ex-esposti. Nell’articolo sono sintetizzati i risultati di una recente indagine oggetto della relazione presentata al 75° Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale (SIMLII). Il significato della sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex-esposti ad amianto La sorveglianza sanitaria degli ex-esposti ad amianto è costituita da un complesso di accertamenti sanitari periodici finalizzati alla tutela della salute dei lavoratori. Dal D.Lgs. 277/91 in poi la normativa prevede che tale sorveglianza sanitaria debba proseguire anche dopo la cessazione dell’esposizione ad amianto, senza però fare riferimento alla periodicità ed al limite di estensione nel tempo dei controlli clinici, né a chi spettino
  • 46. “Amianto tra scienza e diritto” - Pisa 18.07.2013 Aula Magna Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna 38 l’incombenza ed i costi degli accertamenti stessi. Spesso la sorveglianza sanitaria viene confusa con gli screening antitumorali perché può prevedere indagini radiologiche seguendo criteri di rischio/beneficio (in termini radioprotezionistici) e costo/beneficio. Al contrario degli screening tale attività non prevede un protocollo rigido di accertamenti standard a cui sottoporre una popolazione di asintomatici, ma la valutazione dello stato di salute del singolo lavoratore attraverso accertamenti sanitari mirati in rapporto al rischio cancerogeno, secondo le indicazioni di specifiche linee guida e prove di evidenza presenti in letteratura. Questa confusione in alcuni casi ha creato la giustificazione alla mancata applicazione della legge (peraltro vaga) dato che alla luce delle attuali conoscenze non esistono prove certe dell’efficacia degli screening per cancro polmonare, mentre nel caso del mesotelioma vi è addirittura concordanza sulla loro sostanziale inutilità, anche se la sua diagnosi precoce può consentire l’adozione di nuovi approcci terapeutici palliativi che in futuro potrebbero garantire una maggiore sopravvivenza o almeno una migliore qualità della vita del paziente nel primo periodo. In particolare non esiste accordo sul fatto che l’uso periodico della TAC low dose sia effettivamente in grado di allungare la sopravvivenza dal momento della diagnosi di tumore polmonare. Per tale motivo non è possibile raccomandarne l’uso generalizzato negli ex-esposti. Tuttavia, basandosi anche sui risultati di esperienze italiane (Pira e coll. 2010), appare ragionevole prevedere su base volontaria l’uso periodico di tali indagini in gruppi di lavoratori ad elevato rischio. Per quanto riguarda la diagnostica della patologia benigna da asbesto si può sostanzialmente fare riferimento ai criteri e linee guida dell’American Thoracic Society per la diagnosi ed il management iniziale delle patologie asbesto-correlate non neoplastiche (ATS 2004). Si deve considerare che un’elevata percentuale di lavoratori ex- esposti asintomatici sottoposti ad accertamenti sanitari risulta affetta da tale tipo di patologia (più del 30% nella casistica Toscana più recente). Nel caso dell’asbestosi la diagnosi precoce consente di limitarne il possibile aggravamento mettendo in atto misure di prevenzione primaria rappresentate dall’eliminazione delle noxae bronchitogene professionali (polveri, gas, fumi e vapori irritanti) ed extraprofessionali (fumo di tabacco). Indipendentemente dall’inserimento dei lavoratori in programmi futuri di sorveglianza sanitaria, si rende indispensabile sottoporre tutti gli ex-esposti ad una prima valutazione clinico-strumentale per la diagnosi di eventuali patologie asbesto-correlate e la caratterizzazione del rischio da amianto nel singolo caso. Essendo queste ultime nella grande maggioranza dei casi di tipo non-neoplastico il protocollo utilizzato, in presenza di un livello di esposizione elevato e/o dell’abitudine al fumo, insieme all’ Rx Torace potrà prevedere l’effettuazione della TAC low dose o della high-resolution computed tomography (HRCT). Quest’ultima resta l’indagine di elezione nella diagnosi delle patologie interstiziali polmonari e come tale esiste l’indicazione ad utilizzarla quando (ATS 2004): lettori esperti non sono d’accordo sulla presenza o meno di alterazioni all’ Rx Torace, i riscontri dell’ Rx Torace non sono chiari, sono presenti alterazioni funzionali polmonari,