Le slides utilizzate da Franco Castronovo nel corso dell'incontro "I presupposti teorici e la normativa di riferimento per l'inclusione", primo appuntamento provinciale del ciclo di incontri promosso dall'USR-L sul tema dell'inclusione e dei BES, tenutosi a Como presso l'ISIS Da Vinci-Ripamonti il 20 febbraio 2014.
Bisogni Educativi Speciali - I presupposti teorici e la normativa di riferimento per l'inclusione
1. Bisogni educativi speciali
Primo incontro
I presupposti teorici
e la normativa di riferimento per l’inclusione
Franco Castronovo
ISIS Da Vinci - Ripamonti
Como, 20 febbraio 2014
3. La Direttiva MIUR
Strumenti d’intervento per alunni
con bisogni educativi speciali e
organizzazione territoriale per
l’inclusione scolastica
12 dicembre 2012
3
USR Lombardia – Formazione BES
5. Punti-chiave
•Approccio educativo per superare la
discriminante alunni con disabilità/alunni senza
disabilità;
•Ogni alunno, con continuità o per determinati
periodi, può manifestare Bisogni Educativi
Speciali, rispetto ai quali è necessario che le
scuole offrano adeguata e personalizzata risposta;
•Dal paradigma dell’integrazione al paradigma
dell’inclusione.
5
USR Lombardia – Formazione BES
6. Dall’integrazione all’inclusione
Portare l’alunno
disabile a essere
quanto più possibile
simile agli altri.
Ciò che avviene
quando ognuno
sente di essere
apprezzato e che la
sua partecipazione è
gradita.
6
USR Lombardia – Formazione BES
7. La via italiana all’inclusione: le tracce
1967 : Don Milani , la Scuola di Barbiana e “Lettera a una
professoressa”
“ non c’è peggiore ingiustizia
che far parti eguali tra diversi “
1977 : Legge 517 – documento comm. Falcucci
1978 : Legge 180 (Legge Basaglia)
1992 : Legge 104
2009 : Convenzione ONU per i diritti delle persone con
disabilità
2009: Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni
con disabilità (2009)
2010: L. 170/2010
…
7
USR Lombardia – Formazione BES
8. La via italiana all’inclusione: le tracce
Il nostro modello di integrazione scolastica
- assunto quale punto di riferimento per le
politiche di inclusione in Europa – mirava a
rendere il sistema di istruzione italiano un
luogo di conoscenza, sviluppo e
socializzazione per tutti, quindi inclusivo
piuttosto che selettivo.
8
USR Lombardia – Formazione BES
9. Legge 517/77…
7. Al fine di agevolare l'attuazione del diritto allo studio e la piena
formazione della personalità degli alunni, la programmazione educativa
può comprendere attività scolastiche di integrazione anche a carattere
interdisciplinare, organizzate per gruppi di alunni della stessa classe o
di classi diverse, ed iniziative di sostegno, anche allo scopo di
realizzare interventi individualizzati in relazione alle esigenze dei
singoli alunni. (…) Le attività di cui al primo comma del presente
articolo si svolgono periodicamente in sostituzione delle normali
attività didattiche e fino ad un massimo di 160 ore nel corso dell'anno
scolastico con particolare riguardo al tempo iniziale e finale del periodo
delle lezioni, secondo un programma di iniziative di integrazione e di
sostegno che dovrà essere elaborato dal collegio dei docenti sulla base
di criteri generali indicati dal consiglio di istituto e delle proposte dei
consigli di classe.
9
USR Lombardia – Formazione BES
10. Documento commissione Falcucci 1975
“(…) Il superamento di qualsiasi forma di emarginazione
degli handicappati passa attraverso un nuovo modo di
concepire e di attuare la scuola, così da poter veramente
accogliere ogni bambino ed ogni adolescente per favorirne
lo sviluppo personale, precisando peraltro che la
frequenza di scuole comuni da parte di bambini
handicappati non implica il raggiungimento di mete
culturali minime comuni. Lo stesso criterio di valutazione
dell’esito scolastico, deve perciò fare riferimento al grado
di maturazione raggiunto dall’alunno sia globalmente sia
a livello degli apprendimenti realizzati, superando il
concetto rigido del voto o della pagella.(…)”
10
USR Lombardia – Formazione BES
11. Oggi…
Passati più di trent’anni dalla legge n.517 del
1977, siamo in grado di considerare le criticità
emerse e di ripensare alcuni aspetti dell’intero
sistema.
La discriminante tradizionale
alunni con disabilità / alunni senza disabilità
non rispecchia pienamente la complessa realtà
delle nostre classi.
11
USR Lombardia – Formazione BES
12. …e dunque…aver cura
Costruire identità a partire dalle fragilità (la fragilità al centro e
non al limite)
La centralità della fragilità all’interno della convivenza
Insegnare che le fragilità sono “sopportabili”
Costruire politiche a partire dal diritto del fragile
Evitare la trappola degli specialismi che ci fanno prendere le
distanze attraverso la separazione (c’è un dovere del sapere)
Coltivare i legami tra le parti
Il “merito” è un debito nei confronti degli altri: se sei più bravo
hai la fortuna di poter fare qualcosa di più per gli altri
12
USR Lombardia – Formazione BES
14. Il sistema organizzativo inclusivo
Organizzazioni = “processi evolutivi contestuali
autopoietici” (si ridefiniscono continuamente)
Le differenze in un sistema sono la normalità e
fanno evolvere il sistema
Le differenze sono anche i non-apprendimenti, gli
errori, gli “attesi imprevisti” che perturbano il
sistema
La “danza evolutiva” include le differenze
(apprendimenti e non-apprendimenti)
14
USR Lombardia – Formazione BES
15. E nel sistema-scuola ?
Le differenze (anche i non-
apprendimenti) sono distanze
dalla norma, scarti da
riempire / recuperare
Processo di insegnamento /
apprendimento =
standardizzazione
Organizzazione scuola =
contesto organizzativo
omologante, statico, non
inclusivo
• Processo di insegnamento /
apprendimento =
co-evoluzione, co-costruzione
• Processo di insegnamento /
apprendimento = adattamento
ai bisogni degli alunni
• Le abilità differenti degli
alunni “offerte” ai docenti e
alla scuola
• Cambio di direzione
15
USR Lombardia – Formazione BES
16. Le buone pratiche inclusive
Capacità di far evolvere il sistema
Soluzione documentata e trasferibile di un
problema
Pratiche che raggiungono i risultati attesi
Pratiche orientate alla “speciale normalità” (Ianes)
Pratiche “normali” orientate a mantenere le
differenze (Booth e Ainscow)
Destinatari: tutti
16
USR Lombardia – Formazione BES
17. 3 tipi di specialità (Ianes)
La specialità dei bisogni educativi
in particolari condizioni di human
functioning (Special Educational
Needs su base antropologica
ICF/OMS);
La specialità delle “normali”
differenze individuali;
La necessaria ed efficace specialità
di alcuni interventi.
17
L’HOMO
COMPLEXUS
di E. Morin
“…tutto ciò
costituisce la stoffa
propriamente
umana”.
USR Lombardia – Formazione BES
18. Fatica della «Speciale normalità»
specialismo
normalizzazione
Risposte uguali
Risposte
speciali
….terapie
Laboratori speciali
Rappr teatrali
Gite/uscite
Esplorazioni
Per tutti ma NON in
risposta al suo
bisogno
Solo per lui
18
USR Lombardia – Formazione BES
19. Fatica della «Speciale normalità»
riconoscere
ignorare
Risposte uguali
Risposte
speciali
• Quale rapporto tra docenti curricolari / di sostegno?
• Percorsi di classe / percorsi individualizzati / di gruppo?
• Progetti straordinari / quotidianità?
• Dentro / fuori la classe?
• Obiettivi uguali / risultati diversi?
19
USR Lombardia – Formazione BES
20. Fatica della «Speciale normalità»
riconoscere
ignorare
Risposte uguali
Risposte
speciali
“Ci sono molto fortunatamente delle risposte alle incertezze
dell’azione: l’esame del contesto in cui si deve compiere
l’azione, la conoscenza dell’ecologia dell’azione, il
riconoscimento delle incertezze e delle illusioni etiche, la pratica
dell’auto-esame, la scelta riflettuta di una decisione, la
coscienza della scommessa che la decisione comporta.”
(E. Morin, Etica, Milano, Raffaello Cortina 2005, p. 44)
20
USR Lombardia – Formazione BES
21. I principi-chiave dell’inclusione
dalle slides di Cristina Devecchi Convegno USRL La scuola è aperta a tutti Milano 25 marzo 2013
21
USR Lombardia – Formazione BES
22. Profilo dei docenti inclusivi (2012)
I quattro valori di riferimento condivisi dai docenti inclusivi
sono:
I. (Saper) valutare la diversità degli alunni – la differenza
tra gli alunni è una risorsa e una ricchezza
II. Sostenere gli alunni – I docenti devono coltivare
aspettative alte sul successo scolastico degli studenti
III. Lavorare con gli altri – la collaborazione e il lavoro di
gruppo sono approcci essenziali per tutti i docenti
IV. Aggiornamento professionale continuo –
l’insegnamento è una attività di apprendimento e i
docenti hanno la responsabilità del proprio
apprendimento permanente per tutto l’arco della vita.
da European Agency for Development in Special Needs Education 2012
22
USR Lombardia – Formazione BES
23. Profilo dei docenti inclusivi (2012)
Alcuni indicatori, tra quelli ritenuti più significativi:
• l’integrazione scolastica è una riforma sociale non negoziabile;
• l’accesso all’istruzione dell’obbligo in classi comuni non basta;
• partecipazione significa che gli alunni devono essere impegnati in
attività di apprendimento utili ed importanti per loro;
• l’inclusione si delinea in termini di presenza (accesso all’istruzione),
partecipazione (qualità dell’esperienza di apprendimento) e
conseguimento (dei risultati educativi e del successo scolastico) di
tutti gli studenti;
• la classificazione e la catalogazione degli alunni può avere un
impatto negativo sulle opportunità di apprendimento;
• i docenti devono capire i percorsi tipici e atipici della crescita;
• gli insegnanti capaci insegnano a tutti gli alunni;
• i metodi di valutazione devono incentrarsi sui punti di forza di un
allievo.
da European Agency for Development in Special Needs Education 2012
23
USR Lombardia – Formazione BES
24. Risorse per l’inclusione
1-Organizzazione
scolastica generale
2-Spazi e architettura
3-Sensibilizzazione
generale
4-Alleanze extrascolastiche
5-Formazione e
aggiornamento
6-Documentazione
7-Didattica comune
8-Percorsi educativi e
relazionali comuni
9-Didattica individuale
10-Percorsi educativi e
relazionali individuali
11-Ausili, tecnologie e
materiali speciali
12-Interventi di assistenza e
aiuto personali
13-Interventi riabilitativi
14-Interventi sanitari e
terapeutici
Da Dario Ianes – Index per l’inclusione
24
USR Lombardia – Formazione BES
25. I Bisogni Educativi Speciali
•“…quando quello che fa la scuola non è abbastanza…”;
(Cristina Devecchi)
•alunni che presentano una richiesta di speciale
attenzione; (la direttiva)
•“Il Bisogno Educativo Speciale è qualsiasi difficoltà
evolutiva, in ambito educativo e/o istruzionale,
causata da un funzionamento, nei vari ambiti definiti
dall’antropologia ICF, problematico per il soggetto in
termini di danno, ostacolo al suo benessere,
limitazione della sua libertà e stigma sociale,
indipendente dall’eziologia (bio-strutturale, familiare,
ambientale-culturale, ecc.) e che necessita di
educazione speciale individualizzata”. (Dario Ianes)
25
USR Lombardia – Formazione BES
26. Evitare gli automatismi
Un elemento importante contenuto nella Direttiva:
la necessità di guardarsi dal pericolo degli automatismi,
il meccanismo che produce "preclusive tipizzazioni"
(Premessa)
La Direttiva si esprime in modo chiaro ed inequivocabile: non
ritiene che tutti gli studenti appartenenti alle categorie
esemplificative elencate nella Direttiva inevitabilmente vivano
situazioni di BES, ma soltanto che alcuni di loro, a causa delle
difficoltà elencate o di altre problematiche, possono esservi
coinvolti.
“In questo senso, ogni alunno, con continuità o per determinati periodi,
può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici,
fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è
necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta.”
(Premessa)
26
USR Lombardia – Formazione BES
27. Evitare le categorizzazioni
Ciò è ulteriormente rafforzato dalla citazione dell'ICF.
Fondandosi sul profilo di funzionamento e sull’analisi del
contesto, il modello ICF consente di individuare i Bisogni
Educativi Speciali dell’alunno prescindendo da preclusive
tipizzazioni. (Premessa).
Si vuole cercare di dirigere l'attenzione sulle situazioni personali
specifiche, al di là e al di fuori delle etichette categoriali: ad
esempio: “il” borderline, “lo” svantaggiato, “lo” straniero, e così
via.
In sostanza, si indica chiaramente che occorre partire dalla
constatazione - o meno - dell'esistenza di un bisogno di
personalizzazione e non dall'appartenenza ad una categoria
nosografica o socioculturale.
27
USR Lombardia – Formazione BES
28. L’obiettivo per la scuola
-lettura più ampia dei bisogni per una
scuola più equa e più inclusiva
-superamento dell’anacronistica e non
equa lettura del bisogno basata solo sulle
certificazioni sanitarie di disabilità
28
USR Lombardia – Formazione BES
29. Definizione dalla Direttiva MIUR 27 dicembre 2012
dalle slides MIUR
Seminario 6 dicembre 2012
29
USR Lombardia – Formazione BES
30. Classificazione in base al tipo di bisogno
Bisogni Educativi Speciali
A. Disabilità
B. Disturbi evolutivi specifici
DSA, deficit linguaggio, ADHD, livello
intellettivo limite, ritardo maturativo,
Asperger non certificati…
C. Svantaggio
socio-economico, linguistico, culturale
Da “Il PDP per DSA e altri BES
Flavio Fogarolo - Parma
30
USR Lombardia – Formazione BES
31. Classificazione in base al tipo di tutela riconosciuta
Bisogni Educativi Speciali
A. Disabilità
B. DSA certificati secondo la legge 170
C. Altri BES
• DSA con certificazione non riconosciuta,
deficit linguaggio, ADHD, livello intellettivo
limite, ritardo maturativo, Asperger non
certificati…
• socio-economico, linguistico, culturale
Da “Il PDP per DSA e altri BES
Flavio Fogarolo - Parma
31
USR Lombardia – Formazione BES
32. Schema operativo 1 - disabilità
Da “Il PDP per DSA e altri BES
Flavio Fogarolo - Parma
32
USR Lombardia – Formazione BES
33. Schema operativo 2 – legge 170
Da “Il PDP per DSA e altri BES
Flavio Fogarolo - Parma
33
USR Lombardia – Formazione BES
34. Schema operativo 3 – altri BES
Da “Il PDP per DSA e altri BES
Flavio Fogarolo - Parma
34
USR Lombardia – Formazione BES
39. Circolare MIUR n.8 - 6 marzo 2013
•“…è compito doveroso dei Consigli di classe o dei team dei
docenti nelle scuole primarie indicare in quali altri casi (oltre a
quelli certificati NdR) sia opportuna e necessaria l’adozione di
una personalizzazione della didattica ed eventualmente di
misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una
presa in carico globale e inclusiva di tutti gli alunni.”
•“Il PDP è lo strumento in cui si potranno, ad esempio, includere
progettazioni didattico-educative calibrate sui livelli minimi
attesi per le competenze in uscita (di cui moltissimi alunni con
BES, privi di qualsivoglia certificazione diagnostica
abbisognano), strumenti programmatici utili in maggior misura
rispetto a compensazioni o dispense, a carattere squisitamente
didattico-strumentale.”
39
USR Lombardia – Formazione BES
40. Circolare MIUR n.8 - 6 marzo 2013
•Il Consiglio di classe (il team docente) delibera
l’attivazione del percorso individualizzato e
personalizzato, dando luogo al PDP.
•Ove non vi sia certificazione clinica o diagnosi, il
Consiglio di classe (il team docente) motiverà
opportunamente, verbalizzandole, le decisioni
assunte sulla base di considerazioni pedagogiche e
didattiche, ciò al fine di evitare contenzioso.
40
USR Lombardia – Formazione BES
41. Circolare MIUR n.8 - 6 marzo 2013
• Per gli alunni DSA in possesso di diagnosi da
struttura privata, si raccomanda di adottare
preventivamente e comunque il PDP e le
misure previste dalla legge 170, qualora i CdC
ravvisino e riscontrino, sulla base di
considerazioni psicopedagogiche e didattiche,
carenze fondamentalmente riconducibili al
disturbo.
• Negli anni terminali di ciascun ciclo scolastico,
le certificazioni dovranno essere presentate
entro il 31 marzo (come previsto dall’Accordo
Stato-Regioni del 25 luglio 2012).
41
USR Lombardia – Formazione BES
42. Circolare MIUR n.8 - 6 marzo 2013 - l’organizzazione territoriale
GLI
GLI
CTI
Cantù2
Referente BES USR-Lombardia
GLI
GLIR
GLI
GLI
Referente
BES UST Como
CTI
Appiano
GLI
GLI
CTI
Ossuccio
GLI
CTS
Como
GLI
GLIP
GLI
CTI
Como-lago
42
USR Lombardia – Formazione BES
43. Circolare MIUR n.8 - 6 marzo 2013 – il GLI e il PAI
•Il GLH di istituto diventa Gruppo di lavoro
per l’inclusione (GLI)
•Estensione dei propri compiti a tutti i BES
•Composto da FS, docenti sostegno, AEC,
assistenti alla comunicazione, docenti
“disciplinari”, genitori, esperti istituzionali
o esterni convenzionati
43
USR Lombardia – Formazione BES
44. Circolare MIUR n.8 - 6 marzo 2013 – il GLI e il PAI
• Rilevazione dei BES presenti nella scuola
• Raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi
• Focus/confronto su casi, consulenza e supporto ai colleghi su
strategie/metodologie di gestione delle classi
• Rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività
(INDEX per l’inclusione pdf 1,58 Mb, Progetto QUADIS)
• Raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai GLH
Operativi
• Elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività,
entro il mese di giugno
• Approvazione del Piano da parte del Collegio docenti
• A settembre adattamento del Piano
• Assegnazione definitiva risorse funzionali (Dirigente scolastico)
• Completamento della redazione dei PEI (GLHO)
44
USR Lombardia – Formazione BES
45. Circolare MIUR n.8 - 6 marzo 2013 – il GLI e il PAI
• Riunioni mensili in orario di servizio o in orari
aggiuntivi o funzionali (suggerimento)
• Possibile articolazione temporanea per grado
scolastico in base alle necessità
• A settembre proposta al Collegio docenti di una
programmazione degli obiettivi da perseguire
(confluenza nel Piano per l’Inclusività), da verificare
a fine anno scolastico
• Cura che nel POF siano esplicitati:
• Impegno programmatico per l’inclusione
• Criteri e procedure di utilizzo “funzionale” delle risorse
professionali presenti, seguendo logica qualitativa
• Impegno a partecipare ad azioni di formazione e/o di
prevenzione concordate a livello territoriale
45
USR Lombardia – Formazione BES
47. Nota MIUR 22 novembre 2012
•Differenza fra
•difficoltà di apprendimento temporanee
•difficoltà di apprendimento più stabili
•disturbi di apprendimento (a carattere permanente)
•“…la rilevazione di una mera difficoltà di apprendimento
non dovrebbe indurre all’attivazione di un percorso
specifico con la conseguente compilazione di un Piano
Didattico Personalizzato.”
•Tutela dei disturbi clinicamente fondati, diagnosticabili
ma non ricadenti nella L. 104 e nella L.170; e delle
situazioni che si pongono oltre l’ordinaria difficoltà di
apprendimento.
47
USR Lombardia – Formazione BES
48. Nota MIUR 22 novembre 2012
Il Consiglio di classe è autonomo nel
decidere se formulare o non formulare
un PDP, anche in presenza di richieste
dei genitori accompagnate da diagnosi
che però non hanno dato diritto alla
certificazione di disabilità o di DSA;
avendo cura di verbalizzare le
motivazioni della decisione.
48
USR Lombardia – Formazione BES
49. Nota MIUR 22 novembre 2012
•È quindi peculiare facoltà dei Consigli di classe o del
team docenti individuare - eventualmente anche sulla
base di criteri generali stabiliti dal Collegio docenti casi specifici per i quali sia utile attivare percorsi di
studio individualizzati e personalizzati, formalizzati
nel PDP, la cui validità rimane comunque circoscritta
all’anno scolastico di riferimento.
•Per alunni stranieri, interventi didattici sulla lingua
e solo in via eccezionale e transitoria
formalizzazione di un PDP (NAI).
49
USR Lombardia – Formazione BES
50. Nota MIUR 22 novembre 2012
•Lo scopo è offrire maggiori opportunità formative
attraverso la flessibilità dei percorsi, non certo
abbassare i livelli di apprendimento.
•Il PDP come strumento in più per curvare la
metodologia alle esigenze dell’alunno, o meglio alla
sua persona, rimettendo all’esclusiva discrezionalità
dei docenti la decisione in ordine alle scelte
didattiche, ai percorsi da seguire e alle modalità di
valutazione.
50
USR Lombardia – Formazione BES
51. La scuola non è chiamata a identificare gli
alunni con BES ma quelli che hanno bisogno
di una personalizzazione, definita in un PDP.
Pertanto il PDP non è una conseguenza di
questo riconoscimento come per la disabilità
e i DSA (“Questo alunno è BES, quindi la
scuola deve predisporre un PDP”) ma parte
integrante dell’identificazione della
situazione di bisogno (“Questo alunno è BES,
perché secondo la scuola ha bisogno di un
PDP”).
Tratto da Alunni con BES Bisogni Educativi Speciali
Erickson 2013
51
USR Lombardia – Formazione BES
53. Quale ruolo per la famiglia?
Conoscenza di:
•Bisogni dei propri figli
rilevati dagli insegnanti
•Proprio ruolo
di corresponsabilità
•Necessità della collaborazione
53
USR Lombardia – Formazione BES
54. Verifica e valutazione
Tratto da
“Strumenti di intervento per alunni con BES
e organizzazione territoriale
per l’inclusione scolastica”: Concetti chiave
e orientamenti per l’azione
USR Lombardia gennaio 2014
54
USR Lombardia – Formazione BES
55. Verifica e valutazione - alunni con disabilità
•Verifiche uguali, semplificate o differenziate
sulla base del PEI
•Valutazione secondo criteri educativi e
didattici stabiliti nel PEI, svolta da tutti i
docenti del CdC-team
•PEI semplificato/facilitato: titolo di studio
•PEI differenziato: attestazione delle
competenze
55
USR Lombardia – Formazione BES
56. Verifica e valutazione - alunni con DSA (1)
•Verifiche coerenti con quanto stabilito nel PDP
(tempi più lunghi, verifiche graduate, uso di
strumenti compensativi, svolgimento di un
numero minore di esercizi…)
•Valutazione secondo quanto dichiarato nel PDP
(prestando attenzione alla padronanza dei
contenuti e prescindendo dagli errori connessi al
disturbo)
•Massima flessibilità didattica nell’apprendimento
delle lingue straniere
56
USR Lombardia – Formazione BES
57. Verifica e valutazione - alunni con DSA (2)
•Condizioni dispensa lingua straniera scritta:
•certificazione con richiesta esplicita
•richiesta della famiglia
•approvazione da parte del CdC
•Condizioni per l’esonero dalla lingua straniera:
•certificazione con richiesta esplicita
•richiesta della famiglia
•approvazione da parte del CdC
•non conseguimento del titolo di studio ma
dell’attestazione delle competenze
57
USR Lombardia – Formazione BES
58. Verifica e valutazione - alunni con BES (1)
•Distinguere monitoraggio, controllo,
verifica e valutazione degli apprendimenti
•Valutazione sommativa ma anche, e
soprattutto, formativa
•Valutazione globale e multifattoriale, mai
parcellizzata e segmentata
58
USR Lombardia – Formazione BES
59. Verifica e valutazione - alunni con BES (2)
•La valutazione deve tener conto:
• della situazione di partenza
• dei risultati raggiunti nel personale percorso
di apprendimento
• dei risultati riconducibili ai livelli essenziali
previsti
• delle competenze acquisite
•È importante che il Collegio:
• stabilisca i livelli essenziali di competenza
disciplinare
• concordi eventuali modalità di raccordo con i
contenuti disciplinari previsti per l’intera
classe
59
USR Lombardia – Formazione BES
60. Verifica e valutazione - alunni con BES (3)
Il CdC / team docenti deve:
• definire chiaramente che cosa, come e
perché si sta valutando
• separare i contenuti della valutazione
dalle capacità strumentali necessarie a
condividerli ed esplicitarli
• dedicare attenzione al processo più
che al solo elaborato
• predisporre lo svolgimento delle
verifiche secondo le condizioni abituali
individuate per lo studente
60
USR Lombardia – Formazione BES
63. Cos’è l’ICF ?
È la classificazione delle caratteristiche della salute
delle persone all’interno del contesto delle loro situazioni
di vita individuali e degli impatti ambientali.
Prima
“salute” = assenza di malattia
Ora
“salute” = stato di benessere fisico, psichico e
sociale
L’individuo non viene considerato in sé ma nel rapporto
dinamico ed interattivo con il proprio ambiente di vita
63
USR Lombardia – Formazione BES
64. Presupposti teorico / pedagogici
Concezione tradizionale
Secondo ICF
Menomazione: esteriorizzazione
di uno stato patologico
Disabilità: oggettivazione della
menomazione (restrizione o
carenza della capacità di
compiere una attività, malattia o
disturbo)
Handicap: socializzazione del
deficit (condizione di svantaggio
conseguente alla menomazione)
Non più disabilità’ ma
“limitazione delle attività
personali”
Non più “handicap” ma ”diversa
partecipazione sociale”
Disabilità come risultante
dell’interazione tra
funzionamento umano e fattori
contestuali.
Disabilità come fenomeno
sociale multidimensionale
64
USR Lombardia – Formazione BES
65. International Classification of Functioning
Classificazione Internazionale del Funzionamento, della
Disabilità e della Salute.
Promossa dall’OMS (Organizzazione Mondiale della
Sanità) nel 2001.
Fornisce un linguaggio standard e unificato, condiviso a
livello mondiale e da diverse figure professionali.
Serve a descrivere, comunicare, progettare azioni.
NON misura e NON valuta.
NON CLASSIFICA le persone, ma la salute e gli stati di
salute ad essa correlati.
65
USR Lombardia – Formazione BES
66. International Classification of Functioning
Il funzionamento e la disabilità sono viste come una
complessa interazione tra le condizioni di salute
dell'individuo e l'interazione con i fattori ambientali
e personali. La classificazione considera questi aspetti
come dinamici e in interazione, non come statici.
Inoltre essa non valuta solo la disabilità e l'handicap.
Siccome la disabilità è un'interazione con l'ambiente,
l'ICF è applicabile a tutte le persone, anche quelle in
perfetta salute. Il linguaggio nell'ICF è neutrale
rispetto all'eziologia, enfatizzando la "funzione"
rispetto al "tipo di malattia".
Tratto da
http://it.wikipedia.org/wiki/International_Classification_of_Functioning,_Disability_and_Health
66
USR Lombardia – Formazione BES
67. International Classification of Functioning
Propone una visione complessa del funzionamento
umano, intesa come comprensione individuale e
globale della persona, del tutto diversa
dall’etichettatura diagnostica, nosografica ed
eziologica di un’eventuale sindrome patologica
(modello bio-psico-sociale).
Interpreta la salute e il funzionamento umano come
risultante dell’interazione complessa, globale e
multidimensionale tra fattori biologici, biostrutturali,
funzionali, di capacità, di partecipazione sociale e
contestuali, ambientali e personali.
67
USR Lombardia – Formazione BES
68. International Classification of Functioning
Marzo 2008: la Conferenza unificata Stato-
Regioni ha approvato all’unanimità un’Intesa
sulle prassi di accertamento della condizione di
disabilità e di presa in carico territoriale che
prevede esplicitamente che la Diagnosi
funzionale collaborativa (sanità, scuola,
famiglia) debba essere fatta con il modello ICF.
In questa nuova versione, la Diagnosi funzionale
include anche il Profilo dinamico funzionale e
corrisponde, in coerenza con i principi dell’ICF, al
Profilo di funzionamento della persona.
68
USR Lombardia – Formazione BES
69. International Classification of Functioning
Linee-guida per l’integrazione scolastica degli
alunni con disabilità (2009): riferimento
esplicito alla Convenzione ONU per i diritti
delle persone con disabilità, ratificata dal
Parlamento italiano e all’importanza che anche
il personale scolastico si avvicini alla
conoscenza del modello ICF
Progetto ICF promosso dal MIUR (2010)
69
USR Lombardia – Formazione BES
72. ICD 10
• La ICD-10 è la decima revisione della classificazione
ICD (International Classification of Diseases), ossia la
classificazione internazionale delle malattie e dei
problemi correlati, proposta dall'OMS. Sono
classificate oltre 2000 malattie.
• Modello eziologico.
• Ad esempio, i DSA sono classificati come F 81. Nel
DSM IV (Diagnostic and Statistical Manual of Mental
Disorders) sono compresi nel capitolo 315.
72
USR Lombardia – Formazione BES
80. ICF-CY
• Classificazione Internazionale del
Funzionamento, della Disabilità e della
Salute per Bambini e Adolescenti (fino a
18 anni).
• È complementare all’ICD-10.
• Ha lo scopo di cogliere e descrivere
l’universo del funzionamento dei
bambini e degli adolescenti.
80
USR Lombardia – Formazione BES
81. ICF-CY
• Strumento per rilevare i bisogni
educativi (speciali) di tutti.
• Modificati alcuni codici già presenti in
ICF.
• Inseriti codici che attengono in modo
specifico all’età evolutiva (ad esempio,
sul gioco).
81
USR Lombardia – Formazione BES
82. ICF-CY – punti cruciali
• Il funzionamento del bambino non può
essere capito vedendo il bambino
isolatamente bensì vedendolo nel
contesto del sistema familiare.
• Rilevanza della possibilità dello
“sfasamento” nella comparsa di
funzioni, strutture, capacità.
• Relatività della “partecipazione” (la
prospettiva sociale del funzionamento).
• Variabilità progressiva degli ambienti;
maggior forza del loro impatto.
82
USR Lombardia – Formazione BES
83. International Classification of Functioning – come si fa?
1. Ci si mette in moto: cercando fra gli oltre
1000 codici ICF quelli adatti a descrivere i
nostri alunni
2. Si dà significato ai codici: qualificando
0
1
2
3
4
- NESSUNA difficoltà
- difficoltà LIEVE
- difficoltà MEDIA
- difficoltà GRAVE
– difficoltà COMPLETA
Capacità
da Francesco Zambotti GRIIS Unibz
PEI su base ICF
83
Performance
Per la scuola
particolarmente nelle aree
attività e partecipazione di ICF
USR Lombardia – Formazione BES
85. ICF – come si fa? – la codifica
D 7 10 4 0 . 2
Componente
b = funzioni corporee
s = strutture corporee
d = attività e partecipazione
e = fattori ambientali
85
USR Lombardia – Formazione BES
Da Progettare l’integrazione scolastica secondo il modello ICF – Monica Pradal
86. ICF – come si fa? – la codifica
D 7 10 4 0 . 2
Capitolo
Capitolo 7 – Interazioni e relazioni interpersonali
86
USR Lombardia – Formazione BES
Da Progettare l’integrazione scolastica secondo il modello ICF – Monica Pradal
87. ICF – come si fa? – la codifica
D 7 10 4 0 . 2
Categoria
d 7 10 – Interazioni interpersonali semplici
87
USR Lombardia – Formazione BES
Da Progettare l’integrazione scolastica secondo il modello ICF – Monica Pradal
88. ICF – come si fa? – la codifica
D 7 10 4 0 . 2
Sotto-categoria
d 7 10 4 – Segnali sociali nelle relazioni
88
USR Lombardia – Formazione BES
Da Progettare l’integrazione scolastica secondo il modello ICF – Monica Pradal
89. ICF – come si fa? – la codifica
D 7 10 4 0 . 2
Sotto-sotto-categoria
d 7 10 4 0 – Iniziare delle interazioni sociali
89
USR Lombardia – Formazione BES
Da Progettare l’integrazione scolastica secondo il modello ICF – Monica Pradal
90. ICF – come si fa? – la codifica
D 7 10 4 0 . 2
Gravità
Primo qualificatore
Menomazione media
90
USR Lombardia – Formazione BES
Da Progettare l’integrazione scolastica secondo il modello ICF – Monica Pradal
91. ICF – come si fa? – esempio di scheda di raccolta dati
91
USR Lombardia – Formazione BES
92. ICF – come si fa? – esempio di scheda di raccolta dati
Codifica ICF
Facilitatore/barriera
Valutazione
92
Mediazione
dei fattori
contestuali
Facilitatore/
barriera
USR Lombardia – Formazione BES
93. ICF – come si fa? – esempio di scheda realmente usata
93
USR Lombardia – Formazione BES
94. ICF – come si fa? – un esempio di software
94
USR Lombardia – Formazione BES
95. ICF – come si fa? – un esempio di software
95
USR Lombardia – Formazione BES
96. ICF – come si fa? – un esempio di software
96
USR Lombardia – Formazione BES
97. ICF – come si fa? – un esempio di software
97
USR Lombardia – Formazione BES
98. ICF – come si fa? – un esempio di software
98
USR Lombardia – Formazione BES
99. ICF – come si fa? – un esempio di software
99
USR Lombardia – Formazione BES
100. ICF – come si fa? – un esempio di software
100
USR Lombardia – Formazione BES
101. ICF – come si fa? – un esempio di software
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USR Lombardia – Formazione BES
102. ICF - piccola bibliografia
102
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