Silab nature progetto laboratorio naturale [s. barresi]
1. esperto in politiche di sviluppo economico
Dr. Salvatore Barresi project manager
sociologo economista consulente di direzione
public management, strategie e strumenti di finanziamento per le amministrazioni
pubbliche, project finance, valutazione degli investimenti pubblici, sviluppo
locale, relazioni PA - imprese, finanziamenti comunitari e finanza agevolata
Scheda Progetto
SILAB NATURE
SILAB NATURE è un Laboratorio Naturale creato nel contesto socio-ambientale della Sila
per sperimentare il domani sostenibile delle montagne calabresi: un ritorno al futuro basato
sulla rivalutazione sostenibile, consapevole e multifunzionale delle risorse naturali tipiche
della montagna, vale a dire l’acqua, il legno, l’erba, gli animali e il paesaggio, che dalle
precedenti dipende.
AMBITO DI APPLICAZIONE
In generale ci si intende riferire alle Linee guida contenute nelle conclusioni della “Conferenza
mondiale su biodiversità e sviluppo sostenibile” (ONU, Rio de Janeiro, 1992) e, specificamente per
il territorio in questione, di dare attuazione locale ai trattati internazionali, in vigore, che vincolano a
precisi protocolli di sviluppo sostenibile gli otto Stati “collegati” dalla catena montuosa. Si propone
una nuova sintesi tra i concetti di “sviluppo socio-economico” e di “buon governo del territorio
SILANO”. L’obiettivo è di coniugare il ruolo “patrimoniale” con quello “ecologico” delle “materie
prime” naturali (acqua, legno, erba e animali), ossia di realizzare una loro gestione economica
duratura mediante un utilizzo sostenibile perché rispettoso dei ritmi della produttività naturale.
Questo approccio risulta idoneo a salvaguardare il paesaggio e la biodiversità ma anche a produrre
un indotto locale diretto, sia finanziario che in occupazione e servizi, migliorando la qualità della
vita della comunità residente e di quella turistica. Anche sotto il profilo turistico è infatti fuori di
dubbio che gli ambienti silani ritenuti più “naturali”, ed i paesaggi considerati più “tradizionali”,
sono in realtà il prodotto di un’intensa e ben condotta attività dell’uomo residente, che si esplica
solo in presenza di un tessuto sociale vitale e consapevole del ruolo attivo nel presidio del territorio.
CONTESTO DEL PROBLEMA
La società tradizionale della Sila, evolutasi per oltre 3.000 anni su basi rurali, è entrata
definitivamente in crisi nel corso del ‘900, in concomitanza con il massimo sviluppo industriale, il
conseguente inurbamento della popolazione e l’affermazione di un’agricoltura intensiva e
specializzata che ha completamente cambiato le regole del mercato. Ne consegue l’attuale completa
destrutturazione delle comunità locali e un abbandono incontrollato del territorio, con tutti i rischi
idrogeologici che ben conosciamo. Non sono bastati a invertire la tendenza né le grandi
infrastrutture turistiche né una politica della conservazione ambientale incentrata sul modello
“parco”, modelli semplicisticamente considerati in grado di rispondere, da soli, alle esigenze delle
comunità locali (neppure nei siti a forte investimento, nonostante l’equivalente di diversi miliardi di
Euro spesi negli ultimi 50 anni nelle stazioni turistiche e nei parchi nazionali e regionali, si sono
arrestati il trend demografico negativo e la progressiva invasione di boscaglie in evoluzione
incontrollata, che stanno sostituendo il paesaggio silano tradizionale). Lungi dal fare l’apologia di
un mondo che non può più esistere, bisogna considerare che, senza il settore primario, con le sue
produzioni tipiche, con la sua capacità di mantenere vivace l’articolazione sociale, con il suo
governo del territorio, mantenuto “bello e fruibile” per tutti, la Sila, inesorabilmente, si svuota e
diventa meno interessante anche per chi, pur non vivendoci, vi ricerca uno spazio naturale, ludico o
culturale di vitale importanza.
DESCRIZIONE DELL'IDEA
L’aspirazione generale è quella di promuovere un nuovo “modello di sviluppo ambientale” per la
Sila, dove il termine ambiente va inteso in senso comprensivo di territorio e comunità, ossia frutto
di un profondo intreccio di elementi naturali e sociali. L’idea è di passare dalle parole ai fatti: dare
applicazione in un contesto “controllato” alla teoria dello sviluppo sostenibile promuovendo la
CROTONE (KR) – Via Alberto Brasili, 6 – Tel. 335.688.63.64 - Tel. 0962.27832 - Fax 36. 335.688.63.64 - e-mail: saxbarresi@gmail.com – http://xas2000.blogspot.com - skype: xas2007
2. esperto in politiche di sviluppo economico
Dr. Salvatore Barresi project manager
sociologo economista consulente di direzione
public management, strategie e strumenti di finanziamento per le amministrazioni
pubbliche, project finance, valutazione degli investimenti pubblici, sviluppo
locale, relazioni PA - imprese, finanziamenti comunitari e finanza agevolata
sperimentazione di processi produttivi integrati, appunto, sia nella dimensione naturale che sociale.
Tale contesto prende il nome di SILAB NATURE Laboratorio Naturale (giuridicamente Società
cooperativa di secondo livello, a cui aderiscono Comuni e Comunità Montana, le locali
Associazioni degli Allevatori e dei Proprietari forestali, appositamente costituite, e il Comprensorio
silano – ente di gestione della fauna) proprio per richiamare la volontà di sperimentare un modello
di sviluppo idoneo al “domani sostenibile della Sila”, replicabile in altre zone di montagna. Che
cosa fare nel Laboratorio Naturale SILAB NATURE? Creare una rete integrata di investimenti e di
azioni che possa assumere la valenza di sistema socio-economico silano, duraturo e credibile anche
dal punto di vista finanziario (cioè senza necessità di continui flussi assistenziali, ormai antistorici).
Questa opportunità si può creare con un uso corretto e coordinato delle risorse ambientali
rinnovabili (acqua, legno, erba e animali), vale a dire promuovendo il “ritorno” ad attività primarie
in forma tecnologicamente e socialmente “avanzata” (di qui lo slogan di “ritorno al futuro”). E qui
entra in gioco il ruolo chiave delle due risorse a forte “contenuto” energetico della montagna:
l’acqua e il legno. Se si creano filiere energetiche “a km zero”, non impattanti e gestite “all’interno
del sistema silano”, si reperiscono “in situ” ingenti capitali. Di questi capitali va fatto un uso
coerente con il principio di sostenibilità, rivolto in particolare a due azioni: a) sostenere
economicamente e scientificamente la riorganizzazione dei settori produttivi basati sulle altre
risorse primarie (agricoltura, zootecnia, gestione faunistica e selvicoltura), che sono strategici
perché fortemente multifunzionali (salvaguardia ambientale, cura del paesaggio, produzioni tipiche,
turismo, cultura e tradizione locale) ma che non sono sufficientemente organizzati per reggere il
mercato attuale; b) sostenere la creazione di servizi rivolti al miglioramento della qualità di vita e
alla lotta all’emarginazione delle comunità di valle. L’insieme delle azioni anzidette costituisce un
sistema socio-economico sostenibile, basato sullo sviluppo “in parallelo” di più filiere
vicendevolmente integrate, che si possono così sintetizzare: 1) Filiera idrica integrata; 2) Filiera
delle foreste locali; 3) Filiera delle produzioni animali tipiche; 4) Filiera sociale integrata; 5) Filiera
degli Studi applicati. 1) Filiera integrata delle acque - Rimodulare gli acquedotti presenti nell’area e
progettare nuove condotte a servizio di una rete multifunzionale compatibile con i flussi naturali e
lo sviluppo economico: a) uso irriguo come base per un nuovo sviluppo agricolo; b) usi civili
pubblici: antincendio, innevamento programmato (sci e fondo); c) usi civili privati: orti e servizi
domestici per sgravare i consumi di acqua potabile; d) uso energetico per lo sviluppo: mini-impianti
idroelettrici sugli acquedotti per costituire un volano economico interno sufficiente, senza alterare le
funzionalità delle falde idriche. 2) Filiera delle foreste locali: programmare in modo multifunzionale
i seguenti elementi principali: a) salvaguardia della funzione di protezione e paesaggistica dei
boschi; b) produzioni di eccellenza: assortimenti da opera edile e/o da manufatto da utilizzare in un
circuito locale certificato e integrato con il comparto artigianale; c) “circuito legno – energia a Km
zero”: impianto cogenerativo da biomassa legnosa in linea con le tecnologie più avanzate, per
produrre energia elettrica (la cui vendita contribuisce al flusso finanziario endogeno) e termica
(impianto di teleriscaldamento dei capoluoghi dell’area). 3) Filiera delle produzioni animali tipiche:
le popolazioni zootecniche silano possiedono un grande valore ecologico e patrimoniale:
l’allevamento bovino ed ovi-caprino è strumento insostituibile di governo del territorio oltre che
fonte di produzioni tipiche di rilevanza economica e culturale. Nel Laboratorio Naturale si vogliono
aumentare i territori “zootecnici” (collegamento con la regimazione delle acque) per alimentare un
circuito di produzioni tipiche della Sila, rivolto agli allevamenti stanziali che praticano il pascolo
estensivo (attività basata su alimenti naturali rinnovabili contrariamente all’allevamento intensivo
che richiede materie prime ad alto costo energetico). Si tratta di realizzare un “Centro di lavorazione
delle carni locali” dove confezionare tagli specifici, freschi e lavorati, per animali di tale pregio
organolettico ed ecologico, attualmente non valorizzato dal circuito dell’ingrasso tradizionale. Nel
centro saranno anche lavorate le carni degli ungulati selvatici prelevati a caccia nell’area di
programma. Nel settore lattiero-caseario si punterà invece sul modello “latteria sociale”, le cui
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3. esperto in politiche di sviluppo economico
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pubbliche, project finance, valutazione degli investimenti pubblici, sviluppo
locale, relazioni PA - imprese, finanziamenti comunitari e finanza agevolata
produzioni non perdono tipicità ma sono realizzate mediante processi controllati e costanti. 4)
Filiera sociale integrata: un terzo dell’utile della gestione idroelettrica del Laboratorio Naturale sarà
affidato ai Comuni per la creazione/potenziamento di servizi alla comunità. Di particolare rilevanza:
a) il sostegno alla formazione giovanile / lotta all’abbandono scolastico all’inizio del ciclo
superiore; b) un piano di comunicazioni e trasporti basato su reali esigenze locali e su mezzi
ergonomici. 5) Filiera degli studi applicati: lo sviluppo delle filiere sostenibili necessita di un
investimento tecnico-scientifico permanente (finanziato con un terzo dell’utile energetico) per: a)
innovazione scientifica e tecnologica; b) monitoraggio permanente degli eventuali impatti sugli
ecosistemi. Questo verrà realizzato mediante una convenzione stabile con un Centro universitario di
ricerca, per lo studio della gestione sostenibile degli ecosistemi della Sila. Da notare che, ai fini
scientifici, il Laboratorio Naturale sarà considerato come contesto “open”, vale a dire aperto a tutti i
gruppi di ricerca che intenderanno trovarvi collocazione idonea per realizzare studi di lungo periodo
sulla gestione sostenibile.
LUOGO DI INTERVENTO
Sila Calabrese
TEMPI DI REALIZZAZIONE
L’idea si può definire nei suoi termini programmatici (perché fare e che cosa fare) e nelle linee
guida organizzative (come fare) mediante uno studio di fattibilità generale da elaborare nel 2011 e
presentarlo ai potenziali attori locali. Costruire il format delle delibere di interesse dei Comuni e del
Comprensorio Silano da adottare è avviare la raccolta delle adesioni dei privati (allevatori -
disponibili a conferire gli animali al Centro di lavorazione, e proprietari forestali - che aderiscono al
Piano Forestale del Laboratorio Naturale contribuendo, insieme alle vaste proprietà comunali, a
costituire un’area forestale a gestione unitaria di almeno 4.000 Ha). Riguardo al futuro di prevede:
1. Entro la fine dell’anno 2011 – a) La costituzione delle Associazioni locali di allevatori e
proprietari forestali; b) La firma della convenzione quadro per il funzionamento del Laboratorio
Naturale SILAB NATURE. c) La redazione del piano economico-finanziario generale del
programma, tenendo presente la “priorità idrica” nella programmazione, per consentire: 1) la
realizzazione della rete idraulica non potabile a servizio multifunzionale dell’area, come co-
elemento preliminare di sviluppo; 2) l’acquisizione delle citate valenze finanziarie dell’idroelettrico,
che consentono di accedere a credito bancario per la realizzazione degli impianti in modalità auto-
finanziata dalla produzione energetica stessa, avendo ancora disponibile un margine finanziario da
investire negli altri settori produttivi e sociali (altro co-elemento preliminare di sviluppo). 2. Primo
semestre 2012 – a) La costituzione notarile del Laboratorio Naturale SILAB NATURE come
Società cooperativa di secondo livello. b) Le progettazioni esecutive di: 1) due impianti idrici
plurimi; 2) impianto di cogenerazione da biomassa legnosa; 3) centro di lavorazione delle carni
locali tipiche e latteria sociale; 4) Piano forestale del Laboratorio e relativo programma delle
utilizzazioni e della viabilità a 15 anni; 5) Piano di intervento sociale intercomunale, con
programmazione dei nuovi servizi erogabili. 3. Secondo semestre 2012 – a) Iter di approvazione
degli impianti e dei piani redatti nella prima parte dell’anno; b) Realizzazione di appositi Corsi di
Formazione, con esame, da cui attingere i futuri addetti del Laboratorio.
Dal 2013, secondo una programmazione modulare: 1. Primo semestre 2013 - a) Definizione degli
strumenti di finanziamento degli impianti idrici integrati e avvio cantieri; b) Completamento dei
Corsi di Formazione per i futuri addetti; c) inizio raccolta adesioni dei privati al teleriscaldamento (i
Comuni hanno gia deliberato adesione preliminare). 2. Secondo semestre 2013 - a) Realizzazione e
collaudo degli impianti; avvio della filiera idrica integrata del laboratorio Naturale; b) Definizione
degli strumenti di finanziamento per impianti di cogenerazione da biomassa, teleriscaldamento e per
acquisizione attrezzatura selvicolturale; c) Completamento raccolta adesioni dei privati al
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4. esperto in politiche di sviluppo economico
Dr. Salvatore Barresi project manager
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pubbliche, project finance, valutazione degli investimenti pubblici, sviluppo
locale, relazioni PA - imprese, finanziamenti comunitari e finanza agevolata
teleriscaldamento. 3. Primo semestre 2014 - a) Realizzazione e collaudo impianti biomasse e
teleriscaldamento; b) Acquisizione strumenti selvicolturali; c) Avvio filiera sociale integrata e
filiera degli studi applicati. 4. Secondo semestre 2014 – a) Avvio filiera forestale; b) Definizione
strumenti di finanziamento della filiera delle produzioni animali tipiche. 5. Primo semestre 2015 –
a) Realizzazione Centro di lavorazione delle carni locali e latteria sociale. 6. Secondo semestre 2015
– a) Avvio filiera delle carni locali tipiche e filiera del latte della Sila.
BENEFICI
- Ricadute dirette - 1. Sociali: a) incremento significativo dei servizi alla collettività; b) pari
opportunità formative. 2. Economiche: a) investimento nelle infrastrutture di servizio generale; b)
impulso a tutti i settori produttivi primari; c) sostegno economico diretto all’iniziativa privata; d)
coordinamento tecnico e assistenza scientifica; e) aggiornamento dei processi produttivi e ricerca di
nuovi mercati. Nell’insieme, a completamento delle realizzazioni strutturali, si stima la possibile
occupazione di oltre 20 addetti qualificati nell’organico del Laboratorio. - Ricadute indirette - 1.
Sulle aziende agricole: a) aumento della produzione foraggiera; b) impulso a coltivazioni
specializzate di alta montagna. 2. Su altri comparti economici: sono molte le potenzialità sottese: a)
aziende artigianali (per esempio sul settore “storico” del legno, con una filiera locale certificata
anche rispetto alla normativa comunitaria in campo edilizio, sia sotto il profilo energetico che
antisismico); b) operatori turistici (valorizzazione qualità ambientale; opportunità maggiori di
fruizione sostenibile; incremento dei servizi erogabili). - Macro-processi positivi di ordine generale
e durevole - 1. sull’ambiente naturale: cura e stabilizzazione dell’assetto idrogeologico, del
paesaggio e dell’indice ecotonale del territorio, con effetto sul mantenimento della biodiversità; 2.
sull’ambiente sociale e sull’andamento demografico: in definitiva, tutto quanto previsto incide
fortemente sulla qualità della vita di una comunità, che potrà rinnovarsi e articolarsi secondo
processi decisamente più positivi degli attuali.
COSTI DI GESTIONE
Nel primo anno (2011) non sono previsti costi di gestione ordinaria del programma, in quanto ci si
dedicherà al completamento della fase progettuale.
COSTI DI INVESTIMENTO
Allo stato attuale della programmazione si individuano due necessità di investimento: 1.
Investimento in progettazione tecnica di dettaglio: progetti esecutivi degli impianti idrici,
dell’impianto di cogenerazione da biomassa legnosa, del centro di lavorazione delle carni locali
tipiche e della latteria sociale, del Piano forestale del Laboratorio Naturale, del Piano di intervento
sociale intercomunale. Questo aspetto riguarda l’attività del 2011 ed è di tipo “una tantum”.
Escludendo i due Piani “forestale” e “sociale”, il cui onere verrà ripartito tra i comuni aderenti, il
proponente si è assunto la responsabilità di trovare finanziamento per la progettazione degli
impianti e di coordinarne l’esecuzione. Da precisare infatti che i Comuni coinvolti non dispongono
di fondi su capitoli di bilancio dedicati a progettazioni tecniche di questo tipo, e che si corre il
rischio di ritardare sensibilmente la fase esecutiva per la difficoltà di acquisire il dovuto dettaglio
progettuale. 2. Investimento in attrezzature e strutture a servizio delle filiere: questi costi saranno
affrontati in modo modulare e, in assenza di strumenti diversi attualmente non ipotizzabili,
mediante accesso a credito bancario con piano di ammortamento auto-sostenuto dalla produzione
energetica del Laboratorio, a partire dal 2011. Questi investimenti saranno realizzati di pari passo
con lo sviluppo del cronoprogramma sopra evidenziato. I fabbisogni stimati sono ingenti e
suddivisibili secondo le seguenti risultanze: a) impianti idrici plurimi: 1.300.000,00 €; b)
attrezzatura selvicolturale e impianto di cogenerazione: 1.650.000,00 €; c) centro di lavorazione
delle produzioni animali tipiche: 650.000,00 €.
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