1. Area 2 - Le nuove schiavitù
della globalizzazione
Corsiste: Mariatea Pacini, Sabrina Pacini,
Mallamaci Caterina, D’Agostino M.Teresa
08/11/12 1
2. Secondo la definizione dell’Organizzazione per la cooperazione
economica e lo sviluppo (OCSE) la globalizzazione è un processo
attraverso cui mercati e produzione nei diversi paesi del mondo
diventano sempre più dipendenti tra loro per la dinamica dello
scambio di beni e di servizi per i movimenti di capitale, agevolati dalle
moderne tecnologie di comunicazione (Internet).
Aumentano il divario tra Paesi forti e deboli, tra Nord e Sud del
mondo. I Paesi in via di sviluppo vengono sfruttati dalle multinazionali
che vi impiegano capitali perché basso è il costo del lavoro e i diritti
dei lavoratori non sono protetti da sindacati o da leggi.
Quindi globalizzazione significa maggiore concentrazione di capitali o
ricchezze in mano a pochi, ma anche disoccupazione. Questa è prodotta
dalla concorrenza dei Paesi a basso salario, che porta i lavoratori dei paesi
imperialisti a sentirsi in competizione con quelli dei paesi poveri.
La globalizzazione può allora essere vista come una internazionalizzazione
del capitalismo, che implica una localizzazione del lavoro che viene
trasportato da un luogo all’altro del pianeta attraverso comunicazioni veloci.
08/11/12 2
3. Secondo K. Bales, in regime di economia globale, i nuovi schiavi
sono “merce usa e getta” su cui si esercita un controllo assoluto e
coercitivo e per la società legale non esistono
Le grandi multinazionali agiscono nei Paesi in via di sviluppo
sfruttandone le risorse naturali e servendosi di manodopera a basso
costo o non pagata, per ridurre al minimo i propri costi ed aumentare
i guadagni. Produrre in paesi con un basso costo del lavoro e con
poche restrizioni sociali ed ambientali, è oltremodo conveniente, ma
aumenta a dismisura il divario fra Primo e Terzo Mondo, fra ricchi e
poveri del pianeta.
I nuovi schiavi sono articolo di consumo, lo schiavista non se
ne assume la proprietà e non si sente responsabile della
loro sopravvivenza. Gli individui vengono utilizzati in:
agricoltura, produzione di mattoni, lavoro nelle miniere o
nelle cave, prostituzione, lavorazione delle pietre
preziose, stoffe e tappeti, lavoro domestico,
disboscamento, produzione di carbone, lavoro nei
negozi.
08/11/12 3
4. Sono stimati ventisette milioni gli individui
nel mondo che lavorano a costo zero per il
benessere e la ricchezza di pochi:
tra essi i bambini.
A Londra, New York, Zurigo, Los Angeles e ovunque nel mondo, ci sono
bambini sottoposti alle brutalità della schiavitù domestica. E non sono che un
piccolo contingente della schiavitù mondiale.
Non si tratta di possedere un essere umano come nelle forme tradizionali di
schiavitù, ma di averne il totale controllo.
La maggior parte e' rappresentata dal “bonded labor", il lavoro vincolato, in
India, Pakistan, Bangladesh e Nepal. Significa che una persona si consegna al
"padrone" a garanzia di un prestito ricevuto, o per estinguere il debito contratto
da un familiare.
08/11/12 4
5. Il CASO DI IQBAL MASIH
(PAKISTAN)
Era nato nel 1983 Iqbal Masih e aveva quattro anni quando suo padre decise di
venderlo come schiavo a un fabbricante di tappeti per 12 dollari.
E' l'inizio di una schiavitù senza fine: gli interessi del "prestito" ottenuto in cambio
del lavoro del bambino non faranno che accrescere il debito.
Picchiato, sgridato e incatenato al suo telaio, Iqbal inizia a lavorare per più di dodici
ore al giorno. Ed è solo uno dei tanti bambini che tessono tappeti in Pakistan; le loro
piccole mani sono abili e veloci, i loro salari ridicoli, e poi i bambini non protestano e
possono essere puniti più facilmente.
08/11/12 5
6. La sua storia è emblematica della
nuova schiavitù dei Paesi del terzo
mondo, perché essa ne riassume tutti i
caratteri:
La violenza attraverso cui si ottiene l’obbedienza
La durata, per cui gli schiavisti non hanno interesse
per la salute degli schiavi considerati merce “usa e
getta”
La perdita del controllo sulla propria vita da parte dello
schiavo
08/11/12 6
7. Secondo K. Bales, la globalizzazione spiega la
storia di Iqbal in quanto in regime di economia
globale i nuovi schiavi sono “merce usa e getta” su
cui si esercita un controllo assoluto e coercitivo e
per la società legale non esistono
08/11/12 7
8. Ma un giorno del 1992 Iqbal e altri bambini escono di nascosto dalla fabbrica di tappeti per assistere
alla celebrazione della giornata della libertà organizzata dal Fronte di Liberazione dal Lavoro
Schiavizzato (BLLF). Forse per la prima volta Iqbal sente parlare di diritti e dei bambini che vivono in
condizione di schiavitù. Proprio come lui.
Spontaneamente decide di raccontare la sua storia: il suo improvvisato discorso fa scalpore e nei
giorni successivi viene pubblicato dai giornali locali. Iqbal decide anche che non vuole tornare a
lavorare in fabbrica e un avvocato del BLLF lo aiuta a preparare una lettera di "dimissioni" da
presentare al suo ex padrone.
Spontaneamente decide di raccontare
la sua storia: il suo improvvisato
discorso fa scalpore e nei giorni
successivi viene pubblicato dai Iqbal ricomincia a studiare senza
giornali locali. Iqbal decide anche che interrompere il suo impegno di
non vuole tornare a lavorare in piccolo sindacalista.
fabbrica e un avvocato del BLLF lo Ma la storia della sua libertà è
aiuta a preparare una lettera di breve. Il 16 aprile 1995 gli sparano a
"dimissioni" da presentare al suo ex bruciapelo mentre corre in bicicletta
padrone. nella sua città natale Muridke, con i
suoi cugini Liaqat e Faryad. «Un
complotto della mafia dei tappeti»
dirà Ullah Khan subito dopo il suo
assassinio.
08/11/12 8
9.
La vicenda di Iqbal può essere
considerata una metafora della schiavitù
minorile dell'economia globale. Essa ne
riassume tutti i caratteri:
La durata: tipiche della nuova schiavitù sono, infatti, le cattività
di breve durata; breve può voler dire 10 settimane come 10
anni, ragion per cui gli schiavisti non hanno interesse per la
salute e / o per la riproduzione del loro investimento. I nuovi
schiavi sono una merce "usa e getta".
La perdita del controllo sulla propria vita da parte della schiavo
L'inesauribilità del debito nei confronti del padrone
La violenza, attraverso la quale si ottiene l'obbedienza.
08/11/12 9
10. Nella storia di Iqbal si rilevano due nuove
forme di schiavitù:
2. La schiavitù
contrattualizzata : il contratto
1. La schiavitù da debito: è la viene usato come esca per
forma di schiavitù più comune nel attirare e ridurre in schiavitù e,
mondo. Un individuo impegna se allo stesso tempo, per dare una
stesso in cambio di un prestito in parvenza di legittimità alla
denaro, ma la prestazione schiavitù. Il lavoratore
lavorativa non riduce il prestito contrattualizzato" è uno schiavo,
originario e il controllo fisico sul sotto la minaccia della violenza,
lavoratore è assoluto. È diffusa privo di ogni libertà di movimento,
soprattutto in Pakistan, in India, in non pagato. Questa è la seconda
Bangla Desh. Gli individui forma più diffusa e la si ritrova nel
vengono resi schiavi con la Sudest asiatico, in Brasile, in
violenza e mantenuti tali contro la alcuni paesi arabi, nel
loro volontà a fini di sfruttamento. subcontinente indiano
(Thailandia).
08/11/12 10
11. La situazione politico-geografica che fa
da sfondo alla vicenda di Iqbal è la
periferia di Latore, antico centro della
cultura islamica e, quindi, emblema dello
stato pakistano.
Il Pakistan è un paese molto popolato e Il problema storico del Pakistan è
molto povero in cui vige ancora il sistema stato quello della difficile convivenza
del feudalesimo con i suoi obblighi tra di gruppi sociali con religioni diverse.
signore e vassallo. Si trova nel L’uguaglianza di tutti gli uomini
continente asiatico, precisamente nella davanti ad Allah, professata
regione indiana. dall’islamismo, contrasta con la
Le condizioni dello stato pakistano, sono suddivisione in caste della religione
aggravate dai contrasti con l’India, con la induista.
quale ha combattuto due guerre per
motivi religiosi e soprattutto per il Inoltre a tutto ciò si aggiungono varie
possesso del Kashmir, ricco di fiumi e sette e fazioni che si contendono
importante per l’allevamento di capre da l’interpretazione del Corano e si
cui si ricava una lana pregiata. combattono puntando sui giovani
reclutati dalle scuole e dai seminari
religiosi per instillarvi un fervore
religioso suicida.
08/11/12 11
12. Il caso di Daniel
Per una malformazione alla gamba
sinistra, Daniel, nato in Serbia, era
costretto a portare una protesi. Suo
padre lo avviò sin da piccolo Un giorno si rese conto dell'inganno e
all'accattonaggio, in seguito lo affidò ad allora si ribellò, chiese di poter tornare a
un nomade che lo condusse in Italia e casa e di telefonare al padre, che gli
che , lo costrinse a mendicare mettendo rispose di eseguire tutti gli ordini che gli
in evidenza la gamba menomata, senza venivano impartiti senza lamentarsi.
protesi. Comprese allora che era stato venduto e
L'inverno lo trascorreva a Torino dove che per lui non ci sarebbe stato futuro.
esercitava l'accattonaggio ai mercati, Così, per la paura delle violenze finì per
davanti alle chiese, ai supermercati, accettare con rassegnazione la sua
coperto soltanto con una maglietta ed un condizione di schiavo.
paio di mutande, la gamba menomata, Una fredda mattina di Dicembre a
senza la protesi, messa bene in Torino, su segnalazione di due donne,
evidenza. Il ragazzo sopportava le impietosite dalle condizioni del piccolo
umiliazioni ed il freddo, convinto, una accattone e dall'evidente stato di
volta saldato il debito delle spese di denutrizione, venne condotto in caserma,
viaggio e racimolato del denaro per la ma solo quando entrò in una comunità di
famiglia, di poter tornare a casa. Gli era "minori stranieri non accompagnati"
stato detto che metà dell'incasso denunciò il suo stato.
giornaliero era per lui. Daniel non sapeva La sentenza contro lo sfruttatore di
quanto guadagnava, ma per il suo Daniel è stata pronunciata il 15 Dicembre
padrone non era mai abbastanza. del 2000.
08/11/12 12
13. La storia di Daniel è un exemplum del rapporto
tra immigrazione e nuova schiavitù perché
mette in evidenza la condizione dei nuovi
schiavi dell’Occidente ricco e sviluppato. Molti
bambini entrano clandestinamente in Italia
con il consenso dei genitori che spesso
chiedono prestiti e pagano i trafficanti di
esseri umani per garantire un lavoro ai propri
figli (accattonaggio, lavare i vetri ai semafori,
spacciare droga ….).
08/11/12 13
14. Le due modalità attraverso cui si
realizza il traffico di esseri umani sono:
tratta degli esseri umani
contrabbando di con compravendita e
migranti, tramite sfruttamento di soggetti,
un’organizzazione soprattutto donne e
bambini, introdotti nei
dell’immigrazione Paesi d’immigrazione
clandestina che anche contro la loro
gestisce, dietro volontà.
pagamento, il
trasferimento di persone
che ne fanno richiesta
08/11/12 14
15. I caratteri attraverso cui si realizza il traffico dei nuovi schiavi
nei Paesi occidentali possono essere così schematizzati:
La violenza fisica, psichica e sessuale
L’inganno: le vittime vengono reclutate tra quelle persone animate
dall'idea di migrare per un determinato periodo, accumulare del
capitale e tornare in patria. Si promette un lavoro onesto e ben
remunerato ma il trafficante impiega i migranti in ben altro modo,
spesso trattenendo per sé l'intero guadagno. Oppure, nel caso delle
ragazze, con false promesse di matrimonio.
Il ricatto: esso impone alla vittima comportamenti omertosi per evitare
azioni violente nei confronti dell'immigrato, ma anche nei confronti di
familiari rimasti in patria.
08/11/12 15
16. Cosa si può fare per fermare la
schiavitù?
appoggiare le organizzazioni antischiavistiche (Anti-Slavery
International, Amnesty International, Human Rights Watch) che
indagano, denunciano e sensibilizzano sugli abusi cui vengono esposti
gli esseri umani;
informare e sensibilizzare sul problema;
eliminare la povertà estrema attraverso l’istruzione e la protezione
sociale;
promulgare leggi che colpiscano le associazioni criminali che riducono
le persone in schiavitù;
adozioni e sostegno a distanza di bambini in difficoltà;
coinvolgimento personale nella denuncia di casi di cui si è a
conoscenza.
08/11/12 16
17. I riferimenti giuridici internazionali che
condannano la schiavitù sono:
Convenzione sulla schiavitù della Lega delle Nazioni (1926);
Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (1946);
Convenzione supplementare relativa all’abolizione della schiavitù,
della tratta degli schiavi e delle istituzioni e pratiche analoghe alla
schiavitù;
Statuto di Roma del 17 luglio 1998;
Il diritto italiano in merito alla schiavitù si esprime attraverso gli
articoli 600, 601 e 602 del codice penale, modificati dalla Legge 11
agosto 2003, n° 228 “Misure contro la tratta di persone”.
08/11/12 17