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Dalla Cappadocia in
      Puglia …

Storia di un viaggio

         Maria Basile 2^GL
Il cargo su cui
mi trovavo era
 già carico, da
  giorni, delle
merci pregiate
  e dei nostri
tappeti tessuti
    a mano.
Era pronto a
  solcare le
  acque del
Mediterraneo
per affrontare
   un lungo
    viaggio.
Era l’alba di un
     giorno
 memorabile.
Avrei dovuto
sfidare il mare
  per la prima
 volta ed ero
    davvero
 terrorizzato.
I miei
 compagni di
  viaggio non
lo erano così
 tanto, forse
    perché
 entusiasti di
  conoscere
   un nuovo
     posto
    che, dai
   racconti
 degli anziani
   mercanti
     della
 città, sembr
  ava irreale
   per la sua
   notevole
   bellezza.
La Puglia era
    lontana.
    Avremmo
 impiegato due
lunghi giorni per
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  Nonostante i
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  vent’anni, ero
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Per me, era
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  oltre alle sue
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  scavate nella
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   poteva più
offrirmi nulla, né
 una famiglia, né
    una casa.
I miei genitori
erano partiti molti
  anni prima per la
   Grecia, ma non
 erano più tornati.
   Da quel giorno
avevo deciso che il
   mio dovere era
      quello di
    continuare il
     mestiere di
 mercante che un
tempo apparteneva
    a mio padre
       che, un
 giorno, speravo di
     ritrovare.
Salutare Ürgüp, la
       mia città
  natale,Nevsheir, la
 Cappadocia e tutta
  la Turchia non era
   facile. Sapere di
 abbandonare per un
 tempo indefinito la
  gente che mi aveva
   fatto crescere e
     tutti gli amici
incontrati per strada
   mi procurava già
       tristezza.
Con questa
  sensazione di
 malinconia, vidi
le case della mia
      città
diventare, lenta
 mente, sempre
  più piccole e
    lontane.
Il frangersi
delle onde del
mare e il gelo
 della notte
 diventarono
  una ninna
nanna dolce e
soave alle mie
  orecchie.
Infatti, dopo
   qualche
  minuto mi
addormentai.
Al mio risveglio
    eravamo
ancora in mare
  aperto, ma
  certamente
eravamo molto
 lontani dalla
   città che
    avevamo
   lasciato il
 giorno prima.
Dopo aver
    mangiato
   qualcosa,
     cercai il
  comandante
 per chiedergli
dove fossimo e
lui, con grande
soddisfazione,
  mi disse che
ormai mancava
 poco, appena
     sei ore.
Così, per
   ingannare il
 tempo, decisi di
 sedermi a poppa
 e di attendere lì
guardando la scia
    bianca che
avevamo lasciato
    sull’acqua
    cristallina.
I gabbiani erano
    numerosi in
  cielo, mancava
   davvero poco
   questa volta.
  Non passarono
    che trenta
   minuti e già si
intravedevano le
luci del porto di
       Bari.
Erano le 9.00 di
 sabato mattina,
eravamo al porto
di Bari dove, per
fortuna, il caldo
     non era
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Storia Di Un Viaggio

  • 1. Dalla Cappadocia in Puglia … Storia di un viaggio Maria Basile 2^GL
  • 2. Il cargo su cui mi trovavo era già carico, da giorni, delle merci pregiate e dei nostri tappeti tessuti a mano.
  • 3. Era pronto a solcare le acque del Mediterraneo per affrontare un lungo viaggio.
  • 4. Era l’alba di un giorno memorabile. Avrei dovuto sfidare il mare per la prima volta ed ero davvero terrorizzato.
  • 5. I miei compagni di viaggio non lo erano così tanto, forse perché entusiasti di conoscere un nuovo posto che, dai racconti degli anziani mercanti della città, sembr ava irreale per la sua notevole bellezza.
  • 6. La Puglia era lontana. Avremmo impiegato due lunghi giorni per arrivarci. Nonostante i miei vent’anni, ero pronto.
  • 7. Per me, era necessario partire. Più niente mi legava a Ürgüp che, oltre alle sue bellissime chiese scavate nella roccia, non poteva più offrirmi nulla, né una famiglia, né una casa.
  • 8. I miei genitori erano partiti molti anni prima per la Grecia, ma non erano più tornati. Da quel giorno avevo deciso che il mio dovere era quello di continuare il mestiere di mercante che un tempo apparteneva a mio padre che, un giorno, speravo di ritrovare.
  • 9. Salutare Ürgüp, la mia città natale,Nevsheir, la Cappadocia e tutta la Turchia non era facile. Sapere di abbandonare per un tempo indefinito la gente che mi aveva fatto crescere e tutti gli amici incontrati per strada mi procurava già tristezza.
  • 10. Con questa sensazione di malinconia, vidi le case della mia città diventare, lenta mente, sempre più piccole e lontane.
  • 11. Il frangersi delle onde del mare e il gelo della notte diventarono una ninna nanna dolce e soave alle mie orecchie. Infatti, dopo qualche minuto mi addormentai.
  • 12. Al mio risveglio eravamo ancora in mare aperto, ma certamente eravamo molto lontani dalla città che avevamo lasciato il giorno prima.
  • 13. Dopo aver mangiato qualcosa, cercai il comandante per chiedergli dove fossimo e lui, con grande soddisfazione, mi disse che ormai mancava poco, appena sei ore.
  • 14. Così, per ingannare il tempo, decisi di sedermi a poppa e di attendere lì guardando la scia bianca che avevamo lasciato sull’acqua cristallina.
  • 15. I gabbiani erano numerosi in cielo, mancava davvero poco questa volta. Non passarono che trenta minuti e già si intravedevano le luci del porto di Bari.
  • 16. Erano le 9.00 di sabato mattina, eravamo al porto di Bari dove, per fortuna, il caldo non era opprimente: questa nuova avventura era iniziata.