2. - GLI ETRUSCHI FONDANO MANTOVA
- IL FORCELLO
- DALLA STORIA ALLA LEGGENDA
VIRGILIO SCRISSE
DANTE NARRA
Iii IPOTESI
- L’ INVASIONE DEI GALLI
- MANTOVA DIVENNE ROMANA
- GLI INIZI DEL CRISTIANESIMO A MANTOVA
3. GLI ETRUSCHI FONDANO
MANTOVA
In molte zone del territorio mantovano sono stati trovati resti di INSEDIAMENTI
ETRUSCHI.
Per questo è ipotesi diffusa che furono proprio gli Etruschi a dare origine alla
nostra città SUL FINIRE DEL VI SECOLO a.C.
La nostra pianura allora cosparsa di boschi e di acquitrini era abitata, come già
sappiamo, da tribù palafitticole e terramaricole.
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4. Gli Etruschi capirono che la zona padana, ricca di corsi d’acqua, poteva
rappresentare per loro una nuova via di traffici commerciali e fondarono numerosi
empori lungo il Mincio e il Po.
Attraverso i corsi d’acqua raggiungevano il Mar Adriatico da cui proseguivano per la
Grecia e l’Oriente (Asia Minore).
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6. A 10 Km da Mantova, sulle rive del Mincio, tra i paese di Pietole e San Biagio, in
località FORCELLO, nel 1875 alcuni contadini durante i loro lavori trovarono i resti
di una città etrusca.
Il Forcello era il punto di approdo e di partenza di molte merci.
Vi erano, inoltre, botteghe di ARTIGIANI e vi si praticavano L’AGRICOLTURA e
L’ALLEVAMENTO.
Durante gli scavi di studio, eseguiti nel 1981, i reperti rinvenuti hanno permesso di
ricostruire la vita dei cittadini.
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7. Spada e punte di lancia.
Sapevano lavorare il ferro (fabbri e guerrieri).
Perline di vetro e ambra.
Commerciavano con altri popoli e amavano ornarsi.
Pesi da telaio.
Sapevano tessere.
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8. Ceramica chiara ETRUSCO-PADANA.
Producevano ceramica.
Ceramica ATTICA (l’Attica è la regione della Grecia dove
si trova Atene).
Importavano ceramiche.
Ossi di animali e lische di pesce.
Erano allevatori (soprattutto suini)
e pescatori.
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10. Gli Etruschi della
nostra zona
commerciavano
soprattutto con:
- la Grecia
- gli Etruschi
dell’Etruria
-i popoli celtici
del nord
- le città
dell’Adriatico.
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11. DALLA STORIA ALLA
LEGGENDA
Sulle origini e sul nome di Mantova sono nate in tempi successivi due leggende.
1. Il poeta latino Virgilio (70 a.C. – 19 a.C.)
MANTOVA HA ORIGINI ETRUSCHE
Il grande poeta Virgilio, di origini mantovane, narra nell’ENEIDE che Mantova fu
fondata dall’eroe etrusco Ocno (chiamato anche Bianone) figlio del fiume TEVERE
(etrusco) e dall’indovina MANTO (greca).
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14. 2. Il poeta Dante (1255 d.C. – 1321 d.C.)
MANTOVA HA ORIGINI GRECHE
Milletrecento anni dopo il poeta Dante volle dare a Mantova
origini greche.
Nella DIVINA COMMEDIA egli narra che la città fu fondata
dall’indovina greca MANTO.
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15. La leggenda di Manto
Manto, nella mitologia
greca, era un’indovina,
cioè prevedeva il futuro.
Era la figlia dell’indovino
Tiresia ed abitava in una
città della Grecia
chiamata Tebe.
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16. Quando il padre morì,
ella fuggì dalla sua
terra per non essere
costretta dal Tiranno
Creonte a nozze
indesiderate.
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17. Compì un lungo viaggio
per mare e giunta in
Italia, risalì il corso
del fiume Po.
Portava con sé un
seguito e un discreto
tesoro.
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18. Giunta vicino agli isolotti
paludosi che emergono
dal fiume Mincio si
fermò. Quel luogo incolto
e deserto le sembrò
adatto per viverci e per
essere protetta da
eventuali inseguitori.
Era infatti
completamente
circondato dall’acqua.
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19. Quando Manto morì,
gli uomini che
vivevano lì intorno si
riunirono in quel
luogo ben difeso e
protetto ed
edificarono una città
vicino alla tomba
della maga.
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21. 3. IPOTESI
Vi è una terza ipotesi sull’origine del nome “Mantova” ed è
quella che deriva da MANTO (MANTU’, dio etrusco dei morti,
detto anche Dide).
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22. L’INVASIONE DEI GALLI
Mentre Roma si avviava a diventare una
grande città, il nord dell’Italia subiva
l’invasione dei GALLI.
I Galli erano tribù barbare, appartenenti alla razza dei
CELTI che abitavano tutta la zona a nord dell’Italia
(Francia, Belgio, Olanda, Inghilterra).
Verso la fine del V secolo a.C. attraversarono le Alpi e
invasero la Pianura Padana cacciando gli Etruschi.
Non tutte le città etrusche caddero: Spina ed Adria
continuarono ad esistere e forse anche Mantova fu
risparmiata per la sua posizione isolata, mentre il Forcello
fu distrutto, incendiato e abbandonato.
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24. MANTOVA DIVIENE ROMANA
Probabilmente intorno all’89 a.C. la città passò
alle dipendenze di Roma.
Mantova a quei tempi era un centro abitato di
modeste dimensioni, certamente meno
importante di altre città dei dintorni (Brescia,
Verona, Cremona, Modena).
Le grandi vie di comunicazione costruite dai
Romani non la toccavano.
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26. Il centro abitato era limitato alla parte più alta di
quell’ampia isola emergente da un’ansa del Mincio e
probabilmente coincideva con l’attuale PIAZZA
SORDELLO E LE VIE VICINE.
Essa era certamente limitata e
difesa da una staccionata e da un muro.
Il primo nucleo della città nei secoli successivi fu
detto in latino “CIVITAS VETUS” (città vecchia) ed
era circondato su tre lati dalla palude e su uno da un
fossato.
Il fossato protettivo del centro abitato scorreva
dove ora si trova VIA ACCADEMIA.
La prima cerchia di mura difendeva e delimitava il
perimetro all’interno del quale si estendeva il più
antico nucleo abitato della città. INDICE
29. Volendo oggi identificare il perimetro della CIVITAS
VETUS i suoi lati sono:
A NORD VIALE MINCIO
A EST LUNGOLAGO GONZAGA
A SUD VIA DELL’ACCADEMIA che prosegue in VIA
CAVOUR
A OVEST VIA SANT’AGNESE che probabilmente
proseguiva congiungendosi a VIA MONTANARI
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32. Per entrare nella città vi erano quattro porte:
1. PORTA DEL VESCOVADO, posta a metà dell’attuale
VIA CAIROLI che chiudeva la città verso il PORTO
DELL’ANCONA che oggi è PIAZZA VIRGILIANA
2. PORTA DI SAN PIETRO che metteva in
comunicazione la città con il SUBURBIO (campagna)
3. PORTA DI SAN DAMIANO
4. PORTA DI CITTA’ VECCHIA la quale si apriva verso il
lago in direzione di Borgo San Giorgio
Evidenziamo il perimetro della città vecchia e individuiamo
sulla cartina le porte.
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37. All’interno del perimetro difensivo gli isolati erano
definiti da un reticolo di vie perpendicolari le une alle
altre in modo da formare angoli retti.
Il CARDO e il DECUMANO erano le vie principali
della città. Evidenziamole in rosso sulla cartina.
Sotto l’Impero di Ottaviano Augusto i territori
agricoli del mantovano subirono la CENTURIAZIONE.
Le CENTURIE erano porzioni regolari di terreno
assegnate ai legionari romani come compenso di
guerra.
La suddivisione del terreno in quadrati veniva svolta
dagli AGRIMENSORI. INDICE
39. Le terre prima di essere distribuite venivano confiscate ai
legittimi proprietari.
Anche il padre di Virgilio, nonostante l’intervento del figlio
presso Augusto, perse le proprie terre nel 41 a.C.
Ricordiamo che Virgilio è nato nei pressi di Mantova (odierna
Pietole di Virgilio) il 15 Ottobre del 70 a.C.
Scrisse:
LE BUCOLICHE
LE GEORGICHE
L’ENEIDE
I mantovani hanno dedicato al grande poeta monumenti in
Piazza Broletto (Virgilio in cattedra) in Piazza Virgiliana e a
Pietole.
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42. GLI INIZI DEL CRISTIANESIMO A
MANTOVA
I Vangeli narrano che
Gesù crocifisso fu
trafitto al costato da
un soldato romano.
Quest’uomo, secondo
la tradizione, si
chiamava LONGINO
e fu colpito dalla
grandezza di Cristo
tanto da diventare
uno dei suoi seguaci.
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43. Egli raccolse un po’ di terra imbevuta del sangue di
Gesù.
Poiché egli era un soldato romano, al termine del suo
servizio gli venne assegnato un terreno a nord del Po
nei pressi di MANTOVA.
Era il 37 d.C. egli predicò il Vangelo a
Mantova e qui subì il martirio nel 45 d.C.
Per la Chiesa egli è un Santo.
Prima di morire seppellì la RELIQUIA del sangue di
Cristo in un orto che faceva parte dell’ospizio dei
forestieri (locanda in cui venivano ospitate le persone
che giungevano a Mantova).
Esso era nel luogo dove ora sorge la BASILICA DI
SANT’ANDREA.
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45. Alla morte di Longino si perse
la memoria fino a quando…
804 d.C.
Sant’Andrea apparve in sogno ad un
mantovano e gli rivelò dov’era nascosta
la cassetta che per questo venne ritrovata.
924 d.C.
La popolazione di Mantova, minacciata dall’invasione
degli Ungari, nascose nuovamente la reliquia.
1048 d.C.
Un’altra apparizione di Sant’Andrea svelò dov’era il
contenitore con il sangue di Cristo.
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46. 1053 d.C.
Papa Leone IX volle portare a Roma la reliquia, ma i mantovani insorsero e
gli concessero solo una piccola parte della sacra terra (oggi a Roma in San
Giovanni in Laterano).
Anche l’imperatore Enrico III ne ricevette una parte (oggi nel monastero
benedettino dalla città tedesca di Weingarten).
1528 d.C.
Federico II Gonzaga incaricò l’orafo Benvenuto
Cellini di fabbricare due meravigliosi vasi d’oro
per le reliquie.
1598 d.C.
Venne costruita una chiesa, sotto a quella di Sant’Andrea (CRIPTA) per
custodire i Sacri Vasi.
La cripta si trova al centro della basilica, sotto la maestosa cupola, si nota,
infatti, in questo punto, il grande genuflessorio in marmo a forma di
ottagono.
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49. 1848 d.C.
Durante le battaglie austriache i preziosi vasi furono rubati;
fortunatamente una parte del sangue era stata portata precedentemente
nella chiesa di Santa Barbara.
1875 d.C.
L’imperatore austriaco fece costruire dei nuovi vasi dall’orafo Giovanni
Bellezza.
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50. OGGI
I vasi sono nella cripta e contengono la terra imbevuta del sangue di Gesù,
che era in Santa Barbara.
I Sacri Vasi vengono esposti all’adorazione dei fedeli il VENERDI’ SANTO
e alla sera vengono portati in processione per le vie della città.
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