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Corso di laurea magistrale in Design Comunicazione Visiva e Multimediale
Organizzazione delle dinamiche visuali nello spazio sociale
Docente: Francesco Mattioli
Studenti: Raffaele Conti - Domenico Foco - Riccardo Rolla
A.A. 2013/2014
Indice


Premessa



Identità dei luoghi



Introduzione



Identificazione del luogo: Priverno



“I giochi de ‘na vota” di Priverno



I luoghi de “I giochi de ’na vota” di Priverno



Scelta degli strumenti di ricerca



Analisi dei dati



Conclusioni



Prodotto



Bibliografia & Sitografia

Allegati


A: Grafici elaborazione dati
Premessa
Il termine latino “genius” trae origine dal verbo genere che significa generare.
Con l’espressione genius loci si origina quindi una forma di associazione tra il naturale e il soprannaturale. Il genio condiziona il luogo in quanto genera nei confronti
dello stesso un’attenzione del tutto speciale e già nell’antichità si percepì che, insito
nella natura (loci), ci fosse anche un universo spirituale (genius) e che l’uno fosse
interdipendente dall’altro fino coincidere in epoca cristiana con il santo protettore al
quale quel luogo si affidava o veniva affidato.
In tempi più recenti con l’espressione genius loci si è voluto delineare il carattere di
un luogo, intendendo definirne - attraverso un approccio di tipo fenomenologico l’insieme delle caratteristiche architettoniche, sociali, culturali, di lingua e di consuetudini che lo caratterizzano, lo rendono cioè quel luogo o quell’ambiente.
Nel corso del tempo si sono avuti quindi approcci diversi per poter definire l’atmosfera particolare che si respira in taluni luoghi soprattuto in relazione alle sensazioni,
alle emozioni e ai ricordi che essi suscitano in noi, anche a distanza di tempo.
Si può evidenziare quindi come l’approccio nei confronti del genius loci si estrinseca
nella sovrapposizione dell’uomo con il luogo e viceversa, e comunque in entrambi i
casi si delinea un processo indentitario che ci permette di riconoscere un luogo,
coglierne l’atmosfera particolare, lasciare che i ricordi riaffiorino, e in esso identificarsi totalmente.
Identità dei luoghi
L’identità di ciascun luogo è determinata da un insieme di elementi, fisici e non,
ovvero sociali, economici, culturali. Sono tuttavia gli elementi fisici, dalla scala più
minuta dei singoli manufatti a quella del territorio nel suo complesso, a comunicare a
chiunque abiti o usi un luogo i valori della popolazione insediata, e i saperi di chi ha
contribuito nel tempo a costruire e riprodurre ciascun territorio. Questi elementi
costituiscono nel loro insieme per chi abita un territorio, un manuale di buone pratiche sperimentate nel tempo, utili per capire innanzitutto come relazionarsi con la
natura di quel luogo, ma anche come contribuire a riprodurne il tessuto sociale.
Distruggerli significa perdere un patrimonio di cui conosciamo solo in parte l’utilità.
Introduzione
Cosa significa essere bambini e adolescenti ai nostri giorni? I cambiamenti intervenuti a modificare i modelli sociali, la cultura e l’economia negli ultimi anni, soprattutto
in relazione alla massiva presenza di nuovi strumenti tecnologici e di comunicazione,
hanno in buona parte ridefinito i concetti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Con il rapido aumento del benessere e con le strade sempre meno sicure, i bambini
non giocano quasi più all’aria aperta. Oggi i giochi sono prodotti dalle industrie e la
Tv e il computer hanno ucciso la creatività dei ragazzi, eliminando i segni educativi
del gioco: il movimento, la comunicazione, la fantasia, l’avventura, la costruzione, la
socializzazione.
Un tempo con poco si sopravviveva alla noia, oggi purtroppo ciò non avviene più.
Il recupero dei giochi tradizionali e dei luoghi dove venivano praticati, rappresenta
pertanto la riscoperta della propria storia, delle proprie origini e del senso di appartenenza e non soltanto da un punto di vista individuale.
Identificazione del luogo: Priverno
La città di Priverno, con i suoi 14.000 abitanti, sorge su una collina, a 150 metri di
altezza, da cui fronteggia la vallata dell'Amaseno ed è circondata dalla catena dei
Monti Lepini. Geograficamente è in provincia di Latina, nel Lazio, a metà strada tra
Frosinone e il mare. Con un territorio di oltre 56 kmq, l'abitato ha ormai oltrepassato
ovunque l'antico nucleo medievale e si è esteso a macchia d'olio fino ad occupare le
pendici del colle fin sotto la pianura.
Di origine medioevale, come tutti i centri di quest’area collinare, fu trincerato con
mura. Nell’antica cortina di mura si aprivano diversi varchi per far si che i contadini si
potessero recare quotidianamente nei campi. Sette erano le porte principali, tra le
quali Porta Romana (in Piazzale XX Settembre) e Porta Napolitana (a Piazzale
Metabo) e Piazza Vittorio. Il nucleo storico di Priverno si svolge attraverso vicoli e
stradine disposte secondo il classico andamento concentrico, ed è fortemente caratterizzato dalla dominanza della pietra locale come materiale privilegiato nelle costruzioni, sia pubbliche che private. Importante centro Volsco, la sua storia leggendaria
inizia con le vicende del suo re Metabo e della figlia Camilla, gentile eroina cantata
da Virgilio nell’ Eneide.
Priverno appare nella lotta antiromana nella Lega Latina fino alla sua sconfitta avvenuta nel secolo IV a.C. La città fu distrutta, il territorio confiscato e assegnato a
cittadini romani che costituirono la nuova “tribus Ufentina”. Nel 769 d.C. il vescovo di
Priverno sottoscrisse gli atti del Concilio Lateranense. Distrutta poi tra l’ VIII e il IX
secolo, gli abitanti si rifugiarono sui colli circostanti. Dal 1159 nel suo territorio fiorisce l’abbazia di Fossanova sotto la guida dei padri Cistercensi e spesso le notizie tra
le due comunità si confondono.
Nel 1217 le due diocesi di Priverno e Sezze furono unite a quella di Terracina. Nella
cittadina verrà custodito parte del corpo di San Tommaso d’ Aquino, morto nell’anno
1274 nella vicina Fossanova. Durante i secoli Priverno mantenne un’autonomia
amministrativa e per tale motivo non fu mai infeudata da nobili famiglie; però subì
violenze e distruzioni durante la lotta tra il Regno di Napoli e la Chiesa di Roma.
Nel 1578 fu stampato lo Statuto che regolava la vita civile della cittadina. Nel 1725 fu
nuovamente elevata a Diocesi. Nel secolo XIX ricevette le solenni visite dei Pontefici
Gregorio XVI (1843) e Pio IX (nel 1850 dopo l’esilio a Gaeta).
“I giochi de na ‘vota” di Priverno

Con l’aiuto dello scrittore Agostino Altobelli, autore del libro “I giochi della tradizione
Privernate”, abbiamo appreso quali fossero i principali giochi che venivano svolti
all’aperto nella città di Priverno.
Principali giochi svolti all’aperto nella città di Priverno:














A pallina (biglie)
Agli quattro cantoni
Battimuro
Campanaro (a Sassetta)
Cavallina (Ciccino fiasco di vino)
Corsa dei sacchi
Cecacatti (a nascondino)
Figurine (Battisopra)
La carramatta
La mazza i la sgrilla
Stoppa
“Un...due..tre...Stella!”
“I giochi de ‘na vota” di Priverno
A pallina (biglie)
La pallina o biglia, è una qualunque
sfera delle dimensioni tra 1 e 1,54 cm
circa, usata in vari giochi, ad esempio
per corse su pista o per centrare buche
per terra o biglie avversarie. Questi
giochi erano molto praticati in passato,
quando i bambini giocavano all'aria
aperta ed avevano a disposizione spazi
sterrati in cui costruire le piste o le
buche.
Agli quattro cantoni
I "cantoni" possono essere alberi,
zainetti, pietre. Si procede alla conta, 4
si posizionano sui cantoni e lo
"sfortunato" detto "guardia" si piazza in
mezzo al quadrato. Gli altri devono
scambiarsi il posto e raggiungerlo prima
della "guardia". Se arriva prima la
guardia, chi perde il posto va in mezzo.

Battimuro
Il battimuro, è una variante del più
famoso calcio. Esso è stato creato per
poter giocare con il pallone sebbene il
numero dei giocatori sia insufficiente o
non essendo presente un campo da
calcio regolare. Essendo un gioco fatto
per strada ha innumerevoli varianti e
regole. Il numero di giocatori non è
determinante, non si possono usare le
mani, non vi è un limite di tempo. Per
poter giocare sono necessari solo un pallone ed un muretto (da cui prende il nome)
con davanti uno spazio abbastanza vasto.
“I giochi de ‘na vota” di Priverno
Campanaro (a Sassetta)
Dalle ricerche effettuate sono emersi
solo vaghi ricordi. Si tracciava il campanaro con gesso su cemento o con una
mazza su terra si facevano i riquadri e si
giocava almeno in due. Con la sassetta
(buccia di arancio) gettata all'indietro, si
cercava di centrare un riquadro e poi si
andava a riprendela mantenendosi su
un piede facendo il percorso inverso di
partenza. Non bisognava calpestare le
righe con il piede d'appoggio, né doveva cadere la sassetta fuori dagli spazi, altrimenti si "scacava" e il gioco passava ad altri concorrenti.
Cavallina (Ciccino fiasco di vino)
Il modo classico di giocare alla cavallina
è quello di saltare la gente lateralmente,
quindi si fanno 2 squadre composte da
un ugual numero di persone e si pone
un punto di partenza e uno di arrivo sul
terreno, creando un percoso in linea
retta.

Corsa dei sacchi
La corsa nei sacchi è un particolare tipo
di corsa dove i partecipanti devono
avanzare con le gambe infilate, e
spesso legate, all'interno di un sacco,
procedendo quindi con dei saltelli. Vince
chi attraversa per primo il traguardo.
“I giochi de ‘na vota” di Priverno
Cecacatti (a nascondino)
Tramite una conta iniziale si decide chi
sarà il primo giocatore a stare sotto.
Questi poggia la testa contro un muro
(chiamato tana) e, tenendo gli occhi
chiusi, conta fino ad un numero corrispondente al numero degli altri giocatori
moltiplicato per 10. Alla fine della conta
si gira e, dopo aver gridato “via!” cerca
gli altri che nel frattempo si saranno
nascosti. Quando ne trova uno corre alla
tana e fa il nome di quel giocatore, ad alta voce, in modo che tutti lo sentano: in
questo modo elimina quel giocatore. Di solito il primo giocatore scoperto sarà quello
a fare la conta al turno successivo. Se un giocatore raggiunge la tana prima, dichiara
“tana” ed è libero. L’ultimo giocatore rimasto in gioco, nel momento in cui raggiunge
la tana, può dichiarare “tana libera per tutti” liberando così tutti i giocatori precedentemente scoperti. In questo caso la conta viene effettuata di nuovo dallo stesso
giocatore dell’inizio.

Figurine (Battisopra)
Una figurina è una piccola carta, realizzata generalmente in cartoncino. Solitamente contiene l'immagine di una persona, luogo o cosa (reale o immaginaria)
ed eventualmente una breve descrizione
dell'immagine, insieme ad altri testi
(informazioni statistiche o curiosità). La
varietà di tipi di carte, schema di presentazione, contenuto della carta e anche
materiale usato per la carta è estremamente vario. Il gioco consisteva nello scambio di queste ai fini del completamento di
un album.
“I giochi de ‘na vota” di Priverno
La carramatta
Alla carramatta ci si siede sulla tavola, si
mettono i piedi sulle parti sporgenti e si
dà la direzione voluta. Uno dei primi
mezzi di locomozione per i ragazzi nati
anni 50. La parte più difficile era reperire
i "cuscinetti a sfera". Normalmente 2 più
piccoli posteriori ed 1 grande anteriore.
Per il legno si trovavano le "mascelle"
presso le molteplici case in costruzione
nell'Italia del boom economico. Assemblaggio a cura di qualche ragazzo con un minimo di esperienza in più. Chiodi e
martello presi in "prestito" dal padre muratore.
La mazza i la sgrilla
Si tracciava un cerchio (campanaro) o
sulla terra battuta oppure sull’asfalto
servendosi del gesso. Fermo dentro il
campanaro, il battitore scelto tramite la
conta con la mano sinistra lanciava in
alto la sgrilla, e nella ricaduta doveva
colpirla al volo con la mazza che aveva
nella destra e contemporaneamente ad
alta voce diceva: ”Senza, senza returno”, talvolta seguito a mo’ di rima da
“bicchiere senza funno”. Il battitore voleva così precisare che, nel rinviare la sgrilla
dentro il campanaro, il secondo giocatore disponeva di un solo lancio, se dimenticava di dire tali parole, i lanci diventavano due.Oppure in tono di sfida, domandava al
giocatore che doveva raccoglierla: “Andò la vò? (dove la vuoi?), e l’altro con lo
stesso tono gli rispondeva: “Andò la manni” (Dove la mandi ovvero dove vuoi tu). Il
battitore aveva a disposizione tre possibilità. Se le falliva (scacava), battitore diventava il secondo giocatore. Se ci riusciva, diventava battitore; il terzo giocatore entrava in gioco e doveva lui raccoglierla. Nell’ipotesi che la sgrilla fosse finita fuori del
campanaro, il battitore aveva diritto a tre tiri. Se li falliva tutti, passava la mano.
“I giochi de ‘na vota” di Priverno
Stoppa
Si formavano due squadre di ragazzi
robusti di 3 o 5 elementi ognuna. Un
giocatore si metteva diritto appoggiato al
muro con le mani ai fianchi, un compagno con le mani lungo i fianchi del primo
si arcuava e così un altro ecc.
Sulle loro schiene ricurve saltavano i
componenti dell'altra squadra facendo in
modo di entrarci tutti. Si disponevano "a
cavallitto". Si dovevano rispettare delle
regole: non si poteva cambiare assolutamente posizione sulla schiena del compagno, né tantomeno poggiare i piedi a terra, altrimenti si "scacava". La squadra che
era sotto doveva sostenere tutto il peso e se un ragazzo non ce la faceva doveva
ritirarsi e diceva "stoppa". Da quì il nome del gioco. E se si scacava o si diceva
stoppa, i ruoli delle squadre si invertivano. Veniva messa sotto la squadra perdente
e il gioco ricominciava. A volte prima di saltare si dava un calcetto al sedere dell’ultimo avversario ricurvo o uno schiaffetto.

“Un...due..tre...Stella!”
Il bambino (o la bambina) "capogruppo"
prescelto dalla conta volge la schiena ai
bambini allineati da lui (lei) recita: "Un..
due... tre... stella!" voltandosi di scatto. I
bambini devono avvicinarsi il più possibile al "capogruppo", cercando di rimanere immobili quando questo si volta.
Chi si muove deve tornare al punto di
partenza. Vince chi riesce a toccare per
primo la spalla del "capogruppo".
Lughi selezionati de “I giochi de ‘na vota” di Priverno

















Piazza del gallo
"Gliò bucio de San Marco"
Largo Cellini
Gliò Montone
Piazzetta de San Cristoforo
Piazza de Guaglio
Piazza Trieste
Porta Napoletana
Porta Romana
San Benedetto
Glio bucio della pallina
Piazzetta della stella
Piazzetta de San Giovanni
Piazza del Comune
Santa Chiara
Glio bucio della pallina

Gliò Montone
Piazza del gallo

Piazza Trieste
Piazzetta de San Cristoforo

Piazzetta de San Giovanni
Piazzetta della stella

Porta Napoletana
Porta Romana

San Benedetto
Largo Cellini

Piazza de Guaglio
Santa Chiara

Piazza del Comune
"Gliò bucio de San Marco"
Scelta degli strumenti di ricerca
Questionario
Partendo dall’individuazione de “ i giochi de ‘na vota” di Priverno, abbiamo sottoposto al campione un questionario a risposta multipla composto da un totale di 13
domande. Per ogni domanda abbiamo previsto 15 opzioni di risposta differenti in
base ai luoghi in cui venivano praticati i giochi, tali opzioni sono state dedotte da una
serie di colloqui preliminari effettuati in loco a soggetti corrispondenti ad una fascia
d’età compresa tra i nati degli anni ’30 e gli anni ’80. Il questionario può essere
raggiungibile online sia all’indirizzo www.giochidiunavolta.it che all’interno del gruppo
facebook “giochi de ‘na vota di Priverno”.
Di seguito riportiamo la traccia del questionario:
Quando sei nato/a? - Seleziona la fascia di età in cui sei nato/a: ‘30-’50 / ‘51-’80
Hai mai giocato a questi giochi? - Se "SI" indicaci il luogo, altrimenti metti "No".
 Stoppa
 Cavallina (Ciccino fiasco di vino)
 Figurine (Battisopra)
 Campanaro (a sassetta)
 La carramatta
 Cecacatti (a nascondino)
 A pallina (Biglie)
 La mazza i la sgrilla
 Corsa dei sacchi
 “Un…due…tre…Stella!”
 Battimuro
 Agli quattro cantoni
Descrizione del campione:
La ricerca si è focalizzata su un campione di 138 intervistati, composto dal 52% di
uomini e il 48% di donne.La totalità del campione risulta essere residente a Priverno.
Il 32% degli intervistati è nato nell’intervallo tra gli anni ’30 e ’50, mentre il restante
68% è nato nell’intervallo tra gli anni ’51 e ’80. Il campione di uomini intervistati si
distribuisce omogeneamente nei due intervalli di nascita, mentre la maggior parte
delle donne intervistate è nata nell’intervallo 51 – 80.
Analisi dei dati
Si procederà ora a descrivere ciò che è emerso in via definitiva da questa ricerca.
Prendendo il via dalla valutazione di quelli che sono i dati aggregati per zone e
categorie di giochi per proseguire poi con all’analisi per genere.
Dati aggregati
...da tutti i dati raccolti si deduce che:

 Il luogo prevalentemente scelto dagli utenti come punto di ritrovo per giocare
risulta essere Santa Chiara, frequentato allo stesso modo da uomini e donne, seguito da San Benedetto dalla piazzetta di San Giovanni, frequentati perlo più da donne.
Il luogo meno frequentato risulta essere Piazza del Gallo.

 I giochi più praticati risultano essere Cecacatti (nascondino) e Agli quattro cantoni, a seguire Campanaro (a sassetta) e infine Figurine (battisopra) e “Un...due..tre...Stel- la!”. Il gioco meno praticato risulta essere la Corsa dei sacchi.
Da un’analisi più accurata dei dati raccolti si può evidenziare come:

 In Gliò bucio de “San Marco” il gioco maggiormente praticato risulta essere
Cecacatti (nascondino).
 In Gliò bucio della pallina i giochi maggiormente praticati risultano essere A
pallina (biglie) e Cecacatti.
 In Gliò Montone i giochi maggiormente praticati risultano essere Campanaro (a
sassetta), Battimuro e la Corsa dei Sacchi.
 In largo Cellini il gioco maggiormente praticato risulta essere Campanaro (a
sassetta).
 In Piazza de Guaglio i giochi maggiormente praticati risultano essere La Mazza i
la Sgrilla e Agli quattro cantoni.
 In Piazza del Comune i giochi maggiormente praticati risultano essere Agli
quattro cantoni e Campanaro.
 In Piazza del Gallo l’unico gioco praticato era la Stoppa ed era giocato esclusivamente da uomini.
 In Piazza Trieste il gioco maggiormente praticato risulta essere Agli quattro
cantoni.
 Nella Piazzetta de San Cristoforo, frequentata solo da donne, il gioco maggiormente praticato risulta essere Cecacatti.
 In Piazzetta de San Giovanni i giochi maggiormente praticati risultano essere
Agli quattro cantoni e Cecacatti.
 In Piazzetta della Stella il gioco maggiormente praticato risulta essere Campanaro.
 In Porta Napoletana il gioco maggiormente praticato risulta essere Cavallina.
 In Porta Romana il gioco maggiormente praticato risulta essere Cecacatti.
 In San Benedetto il gioco maggiormente praticato risulta essere Agli quattro
cantoni.
 In Santa Chiara il gioco maggiormente praticato risulta essere Cecacatti.
Analisi dei dati in base ai luoghi per genere:

 Il luogo in cui erano soliti giocare esclusivamente gli uomini era Glio’ bucio della
pallina mentre il luogo in cui erano solite giocare esclusivamente le donne era San
Cristoforo.
Di seguito riportiamo in elenco i luoghi in cui giocavano principalmente gli uomini:








San Marco
Glio’ Montone
Piazza del Gallo
Piazza Trieste
Porta Napoletana
San Benedetto

Luoghi in cui erano solite giocare le donne:







Piazza del Guaglio
Piazza del Comune
Piazzetta de San Giovanni
Piazzetta della Stella
Porta Romana
In seconda analisi si deduce che i giochi preferiti dagli uomini sono, in ordine di
gradimento:








Stoppa
Cavallina
Figurine
Carramatta
Pallina
Mazza i Sgrilla

Per le donne invece i giochi più praticati sono:






Campanaro
Cecacatti
“Un…due…tre…Stella!”
Agli quattro cantoni

Sintesi finale:

 Il gioco più praticato da entrambi i generi risulta essere Cecacatti.
 Il luogo preferito da tutti per giocare era Santa Chiara.
Conclusioni
Il gioco interpreta lo spazio, si confronta con il contesto in cui è svolto, rappresenta
una prima forma di interazione, dando allo spazio un’identità sempre nuova e diversa. Gli elementi del contesto urbano, i materiali che lo compongono, possono diventare strumenti di gioco, assumere significati nuovi nell’immaginazione dei bambini
che permangono nei ricordi che avranno da adulti della città dove sono cresciuti.
Nei ricordi di molte persone anziane emergono i momenti passati a giocare negli
edifici o nelle piazze dei centri storici o all’interno dei cortili o delle arie delle case di
campagna. Quando i genitori erano al lavoro, era la comunità cittadina o di quartiere
che si occupava di controllare dalle finestre o dalle vetrine dei negozi il gioco dei
bambini fuori in strada. Non era, quindi, solo il nucleo familiare ad essere un punto di
riferimento per la sicurezza dell’infanzia e gli spazi urbani non erano vissuti come
pericolosi e poco adatti ai bambini. L’immagine della città che si costruisce durante
la vita di un individuo è fortemente influenzata dalle possibilità di interazione e di
scoperta spontanea che ne ha fatto nella fase infantile: il gioco libero negli spazi
cittadini contribuisce a creare un’identità del contesto urbano come paesaggio familiare e fonte di stimoli creativi.
Sicuramente si può affermare che i giochi contribuiscano a creare l’identità dei
luoghi e potrebbero considerarsi un’utile strumento di trasformazione dei non-luoghi
in luoghi.. Sarebbe interessante capire come è avvenuta questa caratterizzazione tra
tipo di gioco e luogo specifico.
Dal risultato del questionario, come detto in precedenza, è emerso che la Piazzetta
di Santa Chiara era quella più scelta dagli utenti come luogo di ritrovo e di aggregazione sociale, presumibilmente perché ubicata all’interno del centro storico di Priverno; dunque area pedonale, facilmente accessibile e capace di accogliere le preferenze di tutti i bambini. Una differenza netta emerge per le altre aree di gioco, caratterizzate dalla presenza di singoli gruppi di bambini che si incontravano per svolgere
un gioco specifico (ad es. la stoppa).
Questo lavoro vuole essere solo uno stimolo per allargare l'indagine ad altri contesti
territoriali e proporre ipotesi di intervento sul tema "gioco e luogo", in quanto "La
vacuità del luogo è negli occhi di chi guarda e nelle gambe o nelle ruote di chi procede. Vuoti sono i luoghi in cui non ci si addentra e in cui la vista di un altro essere
umano ci farebbe sentire vulnerabili, a disagio e un po' spaventati"
(Z. Bauman, 2002)
Prodotto
A fronte dei suddetti dati si è pensato di realizzare un evento per riproporre i giochi
del passato ai bambini e agli adolescenti di oggi. Attraverso i dati abbiamo capito
quali fossero i giochi più in voga e più amati di una volta e conosciuto i luoghi in cui
venivano praticati, direttamente attraverso la testimonianza di chi quei giochi conosceva e quei luoghi frequentava. Tutto ciò è ovviamente ben presente nella memoria
delle persone più anziane, le quali dovrebbero essere coinvolte, rendendole ancora
una volta protagoniste come allora attraverso il racconto e la descrizione delle
modalità del gioco medesimo, del luogo in cui abitualmente lo praticavano e magari
anche di qualche aneddoto ad esso legato. In tal modo e proprio attraverso il loro
ricordo narrato in prima persona verrebbe ad essere tracciato un percorso, non solo
ideale, ma ludico costituito da tappe, una diversa dall’altra, in angoli differenti della
città di Priverno. A ricordo dell’evento e per ciascuna tappa potrebbe essere ipotizzata l’affissione di una targa con la citazione del gioco di riferimento e magari il nome
di colui che l’ha descritto. In tal modo per tutti coloro che da quel luogo transiteranno
esso non rappresenterà solamente il ricordo di un singolo, ma diventerà patrimonio
di una memoria collettiva.

Glio bucio della pallina
A pallina
Cecacatti

San Benedetto
Agli quattro cantoni

Piazza Trieste

Largo Cellini

Agli quattro cantoni

Campanaro

Porta Romana

Piazza del Comune

Cecacatti

Agli quattro cantoni
Campanaro

Piazza del gallo
Stoppa

Gliò Montone

Santa Chiara
"Gliò bucio de San Marco"

Campanaro
Battimuro
Corsa dei sacchi

Cavallina

Cecacatti

Porta Napoletana
Piazzetta de San Giovanni
Piazzetta de San Cristoforo
Cecacatti

Piazzetta della stella
Campanaro

Piazza de Guaglio
La mazza i la sgrilla
Agli quattro cantoni

Agli quattro cantoni
Cecacatti

Cavallina
Bibliografia

 “I giochi della tradizione Privernate”
Sitografia

 Gruppo Facebook - Tradizione a Priverno
 Sitoweb - www.giochidiunavolta.it

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Giochi de 'na vota di Priverno

  • 1. Corso di laurea magistrale in Design Comunicazione Visiva e Multimediale Organizzazione delle dinamiche visuali nello spazio sociale Docente: Francesco Mattioli Studenti: Raffaele Conti - Domenico Foco - Riccardo Rolla A.A. 2013/2014
  • 2. Indice  Premessa  Identità dei luoghi  Introduzione  Identificazione del luogo: Priverno  “I giochi de ‘na vota” di Priverno  I luoghi de “I giochi de ’na vota” di Priverno  Scelta degli strumenti di ricerca  Analisi dei dati  Conclusioni  Prodotto  Bibliografia & Sitografia Allegati  A: Grafici elaborazione dati
  • 3. Premessa Il termine latino “genius” trae origine dal verbo genere che significa generare. Con l’espressione genius loci si origina quindi una forma di associazione tra il naturale e il soprannaturale. Il genio condiziona il luogo in quanto genera nei confronti dello stesso un’attenzione del tutto speciale e già nell’antichità si percepì che, insito nella natura (loci), ci fosse anche un universo spirituale (genius) e che l’uno fosse interdipendente dall’altro fino coincidere in epoca cristiana con il santo protettore al quale quel luogo si affidava o veniva affidato. In tempi più recenti con l’espressione genius loci si è voluto delineare il carattere di un luogo, intendendo definirne - attraverso un approccio di tipo fenomenologico l’insieme delle caratteristiche architettoniche, sociali, culturali, di lingua e di consuetudini che lo caratterizzano, lo rendono cioè quel luogo o quell’ambiente. Nel corso del tempo si sono avuti quindi approcci diversi per poter definire l’atmosfera particolare che si respira in taluni luoghi soprattuto in relazione alle sensazioni, alle emozioni e ai ricordi che essi suscitano in noi, anche a distanza di tempo. Si può evidenziare quindi come l’approccio nei confronti del genius loci si estrinseca nella sovrapposizione dell’uomo con il luogo e viceversa, e comunque in entrambi i casi si delinea un processo indentitario che ci permette di riconoscere un luogo, coglierne l’atmosfera particolare, lasciare che i ricordi riaffiorino, e in esso identificarsi totalmente. Identità dei luoghi L’identità di ciascun luogo è determinata da un insieme di elementi, fisici e non, ovvero sociali, economici, culturali. Sono tuttavia gli elementi fisici, dalla scala più minuta dei singoli manufatti a quella del territorio nel suo complesso, a comunicare a chiunque abiti o usi un luogo i valori della popolazione insediata, e i saperi di chi ha contribuito nel tempo a costruire e riprodurre ciascun territorio. Questi elementi costituiscono nel loro insieme per chi abita un territorio, un manuale di buone pratiche sperimentate nel tempo, utili per capire innanzitutto come relazionarsi con la natura di quel luogo, ma anche come contribuire a riprodurne il tessuto sociale. Distruggerli significa perdere un patrimonio di cui conosciamo solo in parte l’utilità.
  • 4. Introduzione Cosa significa essere bambini e adolescenti ai nostri giorni? I cambiamenti intervenuti a modificare i modelli sociali, la cultura e l’economia negli ultimi anni, soprattutto in relazione alla massiva presenza di nuovi strumenti tecnologici e di comunicazione, hanno in buona parte ridefinito i concetti dell’infanzia e dell’adolescenza. Con il rapido aumento del benessere e con le strade sempre meno sicure, i bambini non giocano quasi più all’aria aperta. Oggi i giochi sono prodotti dalle industrie e la Tv e il computer hanno ucciso la creatività dei ragazzi, eliminando i segni educativi del gioco: il movimento, la comunicazione, la fantasia, l’avventura, la costruzione, la socializzazione. Un tempo con poco si sopravviveva alla noia, oggi purtroppo ciò non avviene più. Il recupero dei giochi tradizionali e dei luoghi dove venivano praticati, rappresenta pertanto la riscoperta della propria storia, delle proprie origini e del senso di appartenenza e non soltanto da un punto di vista individuale.
  • 5. Identificazione del luogo: Priverno La città di Priverno, con i suoi 14.000 abitanti, sorge su una collina, a 150 metri di altezza, da cui fronteggia la vallata dell'Amaseno ed è circondata dalla catena dei Monti Lepini. Geograficamente è in provincia di Latina, nel Lazio, a metà strada tra Frosinone e il mare. Con un territorio di oltre 56 kmq, l'abitato ha ormai oltrepassato ovunque l'antico nucleo medievale e si è esteso a macchia d'olio fino ad occupare le pendici del colle fin sotto la pianura. Di origine medioevale, come tutti i centri di quest’area collinare, fu trincerato con mura. Nell’antica cortina di mura si aprivano diversi varchi per far si che i contadini si potessero recare quotidianamente nei campi. Sette erano le porte principali, tra le quali Porta Romana (in Piazzale XX Settembre) e Porta Napolitana (a Piazzale Metabo) e Piazza Vittorio. Il nucleo storico di Priverno si svolge attraverso vicoli e stradine disposte secondo il classico andamento concentrico, ed è fortemente caratterizzato dalla dominanza della pietra locale come materiale privilegiato nelle costruzioni, sia pubbliche che private. Importante centro Volsco, la sua storia leggendaria inizia con le vicende del suo re Metabo e della figlia Camilla, gentile eroina cantata da Virgilio nell’ Eneide. Priverno appare nella lotta antiromana nella Lega Latina fino alla sua sconfitta avvenuta nel secolo IV a.C. La città fu distrutta, il territorio confiscato e assegnato a cittadini romani che costituirono la nuova “tribus Ufentina”. Nel 769 d.C. il vescovo di Priverno sottoscrisse gli atti del Concilio Lateranense. Distrutta poi tra l’ VIII e il IX secolo, gli abitanti si rifugiarono sui colli circostanti. Dal 1159 nel suo territorio fiorisce l’abbazia di Fossanova sotto la guida dei padri Cistercensi e spesso le notizie tra le due comunità si confondono. Nel 1217 le due diocesi di Priverno e Sezze furono unite a quella di Terracina. Nella cittadina verrà custodito parte del corpo di San Tommaso d’ Aquino, morto nell’anno 1274 nella vicina Fossanova. Durante i secoli Priverno mantenne un’autonomia amministrativa e per tale motivo non fu mai infeudata da nobili famiglie; però subì violenze e distruzioni durante la lotta tra il Regno di Napoli e la Chiesa di Roma. Nel 1578 fu stampato lo Statuto che regolava la vita civile della cittadina. Nel 1725 fu nuovamente elevata a Diocesi. Nel secolo XIX ricevette le solenni visite dei Pontefici Gregorio XVI (1843) e Pio IX (nel 1850 dopo l’esilio a Gaeta).
  • 6. “I giochi de na ‘vota” di Priverno Con l’aiuto dello scrittore Agostino Altobelli, autore del libro “I giochi della tradizione Privernate”, abbiamo appreso quali fossero i principali giochi che venivano svolti all’aperto nella città di Priverno. Principali giochi svolti all’aperto nella città di Priverno:             A pallina (biglie) Agli quattro cantoni Battimuro Campanaro (a Sassetta) Cavallina (Ciccino fiasco di vino) Corsa dei sacchi Cecacatti (a nascondino) Figurine (Battisopra) La carramatta La mazza i la sgrilla Stoppa “Un...due..tre...Stella!”
  • 7. “I giochi de ‘na vota” di Priverno A pallina (biglie) La pallina o biglia, è una qualunque sfera delle dimensioni tra 1 e 1,54 cm circa, usata in vari giochi, ad esempio per corse su pista o per centrare buche per terra o biglie avversarie. Questi giochi erano molto praticati in passato, quando i bambini giocavano all'aria aperta ed avevano a disposizione spazi sterrati in cui costruire le piste o le buche. Agli quattro cantoni I "cantoni" possono essere alberi, zainetti, pietre. Si procede alla conta, 4 si posizionano sui cantoni e lo "sfortunato" detto "guardia" si piazza in mezzo al quadrato. Gli altri devono scambiarsi il posto e raggiungerlo prima della "guardia". Se arriva prima la guardia, chi perde il posto va in mezzo. Battimuro Il battimuro, è una variante del più famoso calcio. Esso è stato creato per poter giocare con il pallone sebbene il numero dei giocatori sia insufficiente o non essendo presente un campo da calcio regolare. Essendo un gioco fatto per strada ha innumerevoli varianti e regole. Il numero di giocatori non è determinante, non si possono usare le mani, non vi è un limite di tempo. Per poter giocare sono necessari solo un pallone ed un muretto (da cui prende il nome) con davanti uno spazio abbastanza vasto.
  • 8. “I giochi de ‘na vota” di Priverno Campanaro (a Sassetta) Dalle ricerche effettuate sono emersi solo vaghi ricordi. Si tracciava il campanaro con gesso su cemento o con una mazza su terra si facevano i riquadri e si giocava almeno in due. Con la sassetta (buccia di arancio) gettata all'indietro, si cercava di centrare un riquadro e poi si andava a riprendela mantenendosi su un piede facendo il percorso inverso di partenza. Non bisognava calpestare le righe con il piede d'appoggio, né doveva cadere la sassetta fuori dagli spazi, altrimenti si "scacava" e il gioco passava ad altri concorrenti. Cavallina (Ciccino fiasco di vino) Il modo classico di giocare alla cavallina è quello di saltare la gente lateralmente, quindi si fanno 2 squadre composte da un ugual numero di persone e si pone un punto di partenza e uno di arrivo sul terreno, creando un percoso in linea retta. Corsa dei sacchi La corsa nei sacchi è un particolare tipo di corsa dove i partecipanti devono avanzare con le gambe infilate, e spesso legate, all'interno di un sacco, procedendo quindi con dei saltelli. Vince chi attraversa per primo il traguardo.
  • 9. “I giochi de ‘na vota” di Priverno Cecacatti (a nascondino) Tramite una conta iniziale si decide chi sarà il primo giocatore a stare sotto. Questi poggia la testa contro un muro (chiamato tana) e, tenendo gli occhi chiusi, conta fino ad un numero corrispondente al numero degli altri giocatori moltiplicato per 10. Alla fine della conta si gira e, dopo aver gridato “via!” cerca gli altri che nel frattempo si saranno nascosti. Quando ne trova uno corre alla tana e fa il nome di quel giocatore, ad alta voce, in modo che tutti lo sentano: in questo modo elimina quel giocatore. Di solito il primo giocatore scoperto sarà quello a fare la conta al turno successivo. Se un giocatore raggiunge la tana prima, dichiara “tana” ed è libero. L’ultimo giocatore rimasto in gioco, nel momento in cui raggiunge la tana, può dichiarare “tana libera per tutti” liberando così tutti i giocatori precedentemente scoperti. In questo caso la conta viene effettuata di nuovo dallo stesso giocatore dell’inizio. Figurine (Battisopra) Una figurina è una piccola carta, realizzata generalmente in cartoncino. Solitamente contiene l'immagine di una persona, luogo o cosa (reale o immaginaria) ed eventualmente una breve descrizione dell'immagine, insieme ad altri testi (informazioni statistiche o curiosità). La varietà di tipi di carte, schema di presentazione, contenuto della carta e anche materiale usato per la carta è estremamente vario. Il gioco consisteva nello scambio di queste ai fini del completamento di un album.
  • 10. “I giochi de ‘na vota” di Priverno La carramatta Alla carramatta ci si siede sulla tavola, si mettono i piedi sulle parti sporgenti e si dà la direzione voluta. Uno dei primi mezzi di locomozione per i ragazzi nati anni 50. La parte più difficile era reperire i "cuscinetti a sfera". Normalmente 2 più piccoli posteriori ed 1 grande anteriore. Per il legno si trovavano le "mascelle" presso le molteplici case in costruzione nell'Italia del boom economico. Assemblaggio a cura di qualche ragazzo con un minimo di esperienza in più. Chiodi e martello presi in "prestito" dal padre muratore. La mazza i la sgrilla Si tracciava un cerchio (campanaro) o sulla terra battuta oppure sull’asfalto servendosi del gesso. Fermo dentro il campanaro, il battitore scelto tramite la conta con la mano sinistra lanciava in alto la sgrilla, e nella ricaduta doveva colpirla al volo con la mazza che aveva nella destra e contemporaneamente ad alta voce diceva: ”Senza, senza returno”, talvolta seguito a mo’ di rima da “bicchiere senza funno”. Il battitore voleva così precisare che, nel rinviare la sgrilla dentro il campanaro, il secondo giocatore disponeva di un solo lancio, se dimenticava di dire tali parole, i lanci diventavano due.Oppure in tono di sfida, domandava al giocatore che doveva raccoglierla: “Andò la vò? (dove la vuoi?), e l’altro con lo stesso tono gli rispondeva: “Andò la manni” (Dove la mandi ovvero dove vuoi tu). Il battitore aveva a disposizione tre possibilità. Se le falliva (scacava), battitore diventava il secondo giocatore. Se ci riusciva, diventava battitore; il terzo giocatore entrava in gioco e doveva lui raccoglierla. Nell’ipotesi che la sgrilla fosse finita fuori del campanaro, il battitore aveva diritto a tre tiri. Se li falliva tutti, passava la mano.
  • 11. “I giochi de ‘na vota” di Priverno Stoppa Si formavano due squadre di ragazzi robusti di 3 o 5 elementi ognuna. Un giocatore si metteva diritto appoggiato al muro con le mani ai fianchi, un compagno con le mani lungo i fianchi del primo si arcuava e così un altro ecc. Sulle loro schiene ricurve saltavano i componenti dell'altra squadra facendo in modo di entrarci tutti. Si disponevano "a cavallitto". Si dovevano rispettare delle regole: non si poteva cambiare assolutamente posizione sulla schiena del compagno, né tantomeno poggiare i piedi a terra, altrimenti si "scacava". La squadra che era sotto doveva sostenere tutto il peso e se un ragazzo non ce la faceva doveva ritirarsi e diceva "stoppa". Da quì il nome del gioco. E se si scacava o si diceva stoppa, i ruoli delle squadre si invertivano. Veniva messa sotto la squadra perdente e il gioco ricominciava. A volte prima di saltare si dava un calcetto al sedere dell’ultimo avversario ricurvo o uno schiaffetto. “Un...due..tre...Stella!” Il bambino (o la bambina) "capogruppo" prescelto dalla conta volge la schiena ai bambini allineati da lui (lei) recita: "Un.. due... tre... stella!" voltandosi di scatto. I bambini devono avvicinarsi il più possibile al "capogruppo", cercando di rimanere immobili quando questo si volta. Chi si muove deve tornare al punto di partenza. Vince chi riesce a toccare per primo la spalla del "capogruppo".
  • 12. Lughi selezionati de “I giochi de ‘na vota” di Priverno                Piazza del gallo "Gliò bucio de San Marco" Largo Cellini Gliò Montone Piazzetta de San Cristoforo Piazza de Guaglio Piazza Trieste Porta Napoletana Porta Romana San Benedetto Glio bucio della pallina Piazzetta della stella Piazzetta de San Giovanni Piazza del Comune Santa Chiara
  • 13. Glio bucio della pallina Gliò Montone
  • 15. Piazzetta de San Cristoforo Piazzetta de San Giovanni
  • 20. "Gliò bucio de San Marco"
  • 21. Scelta degli strumenti di ricerca Questionario Partendo dall’individuazione de “ i giochi de ‘na vota” di Priverno, abbiamo sottoposto al campione un questionario a risposta multipla composto da un totale di 13 domande. Per ogni domanda abbiamo previsto 15 opzioni di risposta differenti in base ai luoghi in cui venivano praticati i giochi, tali opzioni sono state dedotte da una serie di colloqui preliminari effettuati in loco a soggetti corrispondenti ad una fascia d’età compresa tra i nati degli anni ’30 e gli anni ’80. Il questionario può essere raggiungibile online sia all’indirizzo www.giochidiunavolta.it che all’interno del gruppo facebook “giochi de ‘na vota di Priverno”. Di seguito riportiamo la traccia del questionario: Quando sei nato/a? - Seleziona la fascia di età in cui sei nato/a: ‘30-’50 / ‘51-’80 Hai mai giocato a questi giochi? - Se "SI" indicaci il luogo, altrimenti metti "No".  Stoppa  Cavallina (Ciccino fiasco di vino)  Figurine (Battisopra)  Campanaro (a sassetta)  La carramatta  Cecacatti (a nascondino)  A pallina (Biglie)  La mazza i la sgrilla  Corsa dei sacchi  “Un…due…tre…Stella!”  Battimuro  Agli quattro cantoni Descrizione del campione: La ricerca si è focalizzata su un campione di 138 intervistati, composto dal 52% di uomini e il 48% di donne.La totalità del campione risulta essere residente a Priverno. Il 32% degli intervistati è nato nell’intervallo tra gli anni ’30 e ’50, mentre il restante 68% è nato nell’intervallo tra gli anni ’51 e ’80. Il campione di uomini intervistati si distribuisce omogeneamente nei due intervalli di nascita, mentre la maggior parte delle donne intervistate è nata nell’intervallo 51 – 80.
  • 22. Analisi dei dati Si procederà ora a descrivere ciò che è emerso in via definitiva da questa ricerca. Prendendo il via dalla valutazione di quelli che sono i dati aggregati per zone e categorie di giochi per proseguire poi con all’analisi per genere. Dati aggregati ...da tutti i dati raccolti si deduce che:  Il luogo prevalentemente scelto dagli utenti come punto di ritrovo per giocare risulta essere Santa Chiara, frequentato allo stesso modo da uomini e donne, seguito da San Benedetto dalla piazzetta di San Giovanni, frequentati perlo più da donne. Il luogo meno frequentato risulta essere Piazza del Gallo.  I giochi più praticati risultano essere Cecacatti (nascondino) e Agli quattro cantoni, a seguire Campanaro (a sassetta) e infine Figurine (battisopra) e “Un...due..tre...Stel- la!”. Il gioco meno praticato risulta essere la Corsa dei sacchi. Da un’analisi più accurata dei dati raccolti si può evidenziare come:  In Gliò bucio de “San Marco” il gioco maggiormente praticato risulta essere Cecacatti (nascondino).  In Gliò bucio della pallina i giochi maggiormente praticati risultano essere A pallina (biglie) e Cecacatti.  In Gliò Montone i giochi maggiormente praticati risultano essere Campanaro (a sassetta), Battimuro e la Corsa dei Sacchi.  In largo Cellini il gioco maggiormente praticato risulta essere Campanaro (a sassetta).  In Piazza de Guaglio i giochi maggiormente praticati risultano essere La Mazza i la Sgrilla e Agli quattro cantoni.  In Piazza del Comune i giochi maggiormente praticati risultano essere Agli quattro cantoni e Campanaro.  In Piazza del Gallo l’unico gioco praticato era la Stoppa ed era giocato esclusivamente da uomini.  In Piazza Trieste il gioco maggiormente praticato risulta essere Agli quattro cantoni.  Nella Piazzetta de San Cristoforo, frequentata solo da donne, il gioco maggiormente praticato risulta essere Cecacatti.
  • 23.  In Piazzetta de San Giovanni i giochi maggiormente praticati risultano essere Agli quattro cantoni e Cecacatti.  In Piazzetta della Stella il gioco maggiormente praticato risulta essere Campanaro.  In Porta Napoletana il gioco maggiormente praticato risulta essere Cavallina.  In Porta Romana il gioco maggiormente praticato risulta essere Cecacatti.  In San Benedetto il gioco maggiormente praticato risulta essere Agli quattro cantoni.  In Santa Chiara il gioco maggiormente praticato risulta essere Cecacatti. Analisi dei dati in base ai luoghi per genere:  Il luogo in cui erano soliti giocare esclusivamente gli uomini era Glio’ bucio della pallina mentre il luogo in cui erano solite giocare esclusivamente le donne era San Cristoforo. Di seguito riportiamo in elenco i luoghi in cui giocavano principalmente gli uomini:       San Marco Glio’ Montone Piazza del Gallo Piazza Trieste Porta Napoletana San Benedetto Luoghi in cui erano solite giocare le donne:      Piazza del Guaglio Piazza del Comune Piazzetta de San Giovanni Piazzetta della Stella Porta Romana
  • 24. In seconda analisi si deduce che i giochi preferiti dagli uomini sono, in ordine di gradimento:       Stoppa Cavallina Figurine Carramatta Pallina Mazza i Sgrilla Per le donne invece i giochi più praticati sono:     Campanaro Cecacatti “Un…due…tre…Stella!” Agli quattro cantoni Sintesi finale:  Il gioco più praticato da entrambi i generi risulta essere Cecacatti.  Il luogo preferito da tutti per giocare era Santa Chiara.
  • 25. Conclusioni Il gioco interpreta lo spazio, si confronta con il contesto in cui è svolto, rappresenta una prima forma di interazione, dando allo spazio un’identità sempre nuova e diversa. Gli elementi del contesto urbano, i materiali che lo compongono, possono diventare strumenti di gioco, assumere significati nuovi nell’immaginazione dei bambini che permangono nei ricordi che avranno da adulti della città dove sono cresciuti. Nei ricordi di molte persone anziane emergono i momenti passati a giocare negli edifici o nelle piazze dei centri storici o all’interno dei cortili o delle arie delle case di campagna. Quando i genitori erano al lavoro, era la comunità cittadina o di quartiere che si occupava di controllare dalle finestre o dalle vetrine dei negozi il gioco dei bambini fuori in strada. Non era, quindi, solo il nucleo familiare ad essere un punto di riferimento per la sicurezza dell’infanzia e gli spazi urbani non erano vissuti come pericolosi e poco adatti ai bambini. L’immagine della città che si costruisce durante la vita di un individuo è fortemente influenzata dalle possibilità di interazione e di scoperta spontanea che ne ha fatto nella fase infantile: il gioco libero negli spazi cittadini contribuisce a creare un’identità del contesto urbano come paesaggio familiare e fonte di stimoli creativi. Sicuramente si può affermare che i giochi contribuiscano a creare l’identità dei luoghi e potrebbero considerarsi un’utile strumento di trasformazione dei non-luoghi in luoghi.. Sarebbe interessante capire come è avvenuta questa caratterizzazione tra tipo di gioco e luogo specifico. Dal risultato del questionario, come detto in precedenza, è emerso che la Piazzetta di Santa Chiara era quella più scelta dagli utenti come luogo di ritrovo e di aggregazione sociale, presumibilmente perché ubicata all’interno del centro storico di Priverno; dunque area pedonale, facilmente accessibile e capace di accogliere le preferenze di tutti i bambini. Una differenza netta emerge per le altre aree di gioco, caratterizzate dalla presenza di singoli gruppi di bambini che si incontravano per svolgere un gioco specifico (ad es. la stoppa). Questo lavoro vuole essere solo uno stimolo per allargare l'indagine ad altri contesti territoriali e proporre ipotesi di intervento sul tema "gioco e luogo", in quanto "La vacuità del luogo è negli occhi di chi guarda e nelle gambe o nelle ruote di chi procede. Vuoti sono i luoghi in cui non ci si addentra e in cui la vista di un altro essere umano ci farebbe sentire vulnerabili, a disagio e un po' spaventati" (Z. Bauman, 2002)
  • 26. Prodotto A fronte dei suddetti dati si è pensato di realizzare un evento per riproporre i giochi del passato ai bambini e agli adolescenti di oggi. Attraverso i dati abbiamo capito quali fossero i giochi più in voga e più amati di una volta e conosciuto i luoghi in cui venivano praticati, direttamente attraverso la testimonianza di chi quei giochi conosceva e quei luoghi frequentava. Tutto ciò è ovviamente ben presente nella memoria delle persone più anziane, le quali dovrebbero essere coinvolte, rendendole ancora una volta protagoniste come allora attraverso il racconto e la descrizione delle modalità del gioco medesimo, del luogo in cui abitualmente lo praticavano e magari anche di qualche aneddoto ad esso legato. In tal modo e proprio attraverso il loro ricordo narrato in prima persona verrebbe ad essere tracciato un percorso, non solo ideale, ma ludico costituito da tappe, una diversa dall’altra, in angoli differenti della città di Priverno. A ricordo dell’evento e per ciascuna tappa potrebbe essere ipotizzata l’affissione di una targa con la citazione del gioco di riferimento e magari il nome di colui che l’ha descritto. In tal modo per tutti coloro che da quel luogo transiteranno esso non rappresenterà solamente il ricordo di un singolo, ma diventerà patrimonio di una memoria collettiva. Glio bucio della pallina A pallina Cecacatti San Benedetto Agli quattro cantoni Piazza Trieste Largo Cellini Agli quattro cantoni Campanaro Porta Romana Piazza del Comune Cecacatti Agli quattro cantoni Campanaro Piazza del gallo Stoppa Gliò Montone Santa Chiara "Gliò bucio de San Marco" Campanaro Battimuro Corsa dei sacchi Cavallina Cecacatti Porta Napoletana Piazzetta de San Giovanni Piazzetta de San Cristoforo Cecacatti Piazzetta della stella Campanaro Piazza de Guaglio La mazza i la sgrilla Agli quattro cantoni Agli quattro cantoni Cecacatti Cavallina
  • 27. Bibliografia  “I giochi della tradizione Privernate” Sitografia  Gruppo Facebook - Tradizione a Priverno  Sitoweb - www.giochidiunavolta.it