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I sogni che
vorremmo
regalare a chi
non ne ha più
Classe I V C
Scuola “G. Marconi”
Progetto
“La fabbrica dei sogni”
AssociazioneSemplicemente
Anno Scolastico
2005 - 2006
C’era una volta, in un paesino, un bambino di nome
Pietro che non ne poteva più dei genitori che
continuavano a sgridarlo e a dirgli di studiare. Una
notte decise di scappare portando con sé pochi
viveri. Si fermò solo quando fu in spiaggia e lì restò
a dormire. Dormì tre giorni e tre notti e il quarto
giorno si svegliò che stava malissimo. Un’ora dopo
arrivò una minuscola fatina che gli disse: “Tu hai
l’inamore, malattia grave!!!” “Che cosa provoca
l’inamore” disse Pietro. “Sei inamato – rispose la
fatina – senza amore non si può stare bene”.
La fatina lo fece ragionare per un po’ e lo convinse
che i genitori lo sgridavano solo perché lui non
crescesse viziato. Pietro capì che gli volevano bene e
tornò a casa. I genitori lo accolsero (come sempre)
con le sgridate: “Perché sei scappato? Lo sai che ci
hai fatto prendere un colpo?” Pietro li abbracciò
stretti stretti e poi corse fuori dagli amici.
Vorrei regalare questo sogno perdiet
Vorrei che ci fosse una casa che non fosse usata per
fare feste o per essere messa in vendita ma come un
posto dove i più sfortunati potessero andare a vivere
insieme a qualcuno per poter reinserirsi nel gruppo o
per avere compagnia leggendo un libro di fiabe o
inventandone insieme ai più piccoli e ai grandi,
imparando a non vendicarsi mai e a non lasciare fuori
dal gruppo i più sfortunati o i malati.
ALESSANDRO
C’era una volta in un bosco un uccello che era amico
di tutti e un lupetto che non dormiva da tanto.
Il lupetto camminava per il bosco e faceva
scricchiolare le foglie perché le calpestava. Era
molto stanco ed ogni tanto si sedeva per riposarsi un
po’. Arrivò un uccello che si chiamava Canto Del
Bosco e che quando cantava faceva addormentare
tutti.
L’uccellino chiese al lupacchiotto: “Che cos’hai?”
“Non riesco a dormire” rispose il lupacchiotto.
“Io so cosa fare!!!!” disse Canto Del Bosco e si mise
a cantare in modo meraviglioso facendo
addormentare il lupo; poi, in silenzio, volò via.
Io vorrei regalare questo sogno ai bambini che non
riescono a dormire.
Joseph
C’era una volta un bambino che si chiamava Giangianni e
che non aveva per niente fantasia.
Un bel dì arrivò un folletto che gli disse:” Male, male, non
si può, è ingiusto!!”.
Giangianni si domandava chi fosse quell’omino piccolo
piccolo vestito tutto di verde e che cosa volesse da lui. Il
folletto disse: “Io sono Follettin De Verdis e sono qui per
farti avere la fantasia che i bambini, di solito, hanno in
abbondanza. Seguimi e vedrai!”
Lo portò in uno strano posto che si chiamava Arcobaleon
perché era contornato da un arcobaleno perenne e che era
abitato da tanti folletti tutti piccoli e vestiti di verde.
Follettin lasciò Giangianni ad una folletta che si chiamava
Fantasy e che gli fece bere una medicina con i colori
dell’arcobaleno: il sapore era indescrivibile!! Era dolce
come una caramella alla frutta.
Da quel giorno Giangianni divenne famoso per la sua
fantasia.
Vorrei regalare questo sogno a chi non ha più fantasia.
C’era una volta,, trent’anni fa, in una città, un
uomo di nome Marco che non aveva fiducia in
nessuno, nemmeno nei suoi genitori, e un altro
uomo , di nome Leonardo, che si fidava di molte
persone.
Un giorno, Giovanni, un amico dell’uomo senza
fiducia gli chiese in prestito la sua auto per un
giorno dicendogli che gli sarebbe stato riconoscente
ma Marco rispose che non si fidava.. Allora
Giovanni fece la stessa richiesta a Leonardo che gli
diede subito le chiavi della sua auto.
Una settimana dopo Giovanni riuscì a procurarsi
due biglietti per la finale dei campionati mondiali di
calcio e decise di offrirne uno a Leonardo per
sdebitarsi del piacere ricevuto. Mentre stavano
andando alla partita, incontrarono Marco e gli
dissero dove erano diretti. Allora Marco si pentì di
non essersi fidato perché anche lui avrebbe voluto
andare alla partita e ormai i biglietti erano finiti..
Nella laguna viveva Lacrime di Coccodrillo, un
coccodrillo che ogni volta che gli accadeva una cosa
brutta piangeva. Non c’era proprio rimedio :
nessuno gli voleva stare vicino perché loconsideravano diverso ma se qualcuno voleva
provare a farlo doveva almeno sapere nuotare percè
altrimenti annegava nelle sue lacrime.Un giorno Lacrime di Coccodrillo incontrò un elfo
magico che gli disse: “ Io posso aiutarti, conosco il
tuo problema. Tieni questo fiore e mangiane ora il
polline”.
Il coccodrillo ubbidì e, anche se l’elfo iniziò a fargli
un sacco di dispetti,, non pianse : era diventato
coraggioso.
L’elfo dovette procurargli non un fiore al giorno ma
ben ventiquattro, ma alla fine il coccodrillo superò
il suo problema.
Vorrei regalare la possibilità di sognare quei fi
che fanno passare
Vorrei regalare la possibilità di leggere,
scrivere e fare le operazioni.
Per imparare bisogna convincersi che ce la si
può fare.
Per imparare a leggere si deve imparare
l’alfabeto, poi piano piano le parole e poi
finalmente si impara a leggere.
Anche per imparare a scrivere bisogna partire
dall’alfabeto.
Per fare le operazioni, invece, bisogna prima
imparare i numeri e poi saperli mettere in
colonna.
Mara
Un giorno in un lago di nome Entre uno scienziato
scoprì una pianta mai conosciuta al mondo. L’aveva
trovata per caso : aveva le spine bianche e tutto il
resto verde. Egli la prese e quando la staccò dal
terreno uscì un liquido verde oliva.
Lo scienziato mise il liquido in una bottiglietta di
vetro, fece un esperimento e vide che il liquido
faceva un grande effetto : dava compagnia a chi era
solo e allegria a chi si sentiva sempre triste.
Allora tutti diventarono amici, tutti si sentirono
allegri e con la voglia di aiutarsi a vicenda.
Vorrei che questa pianta esistesse veramente così
diventerebbe un mondo più bello, nessuno starebbe
più in disparte e in ogni persona non ci sarebbe più
tristezza ma solo allegria e felicità.
Una persona, camminando in un bosco,
trovò una bottiglia con su scritto: “
SONO PIENA DI PAROLE GENTILI”.
Questa persona decise di far bere il
contenuto della bottiglia a tutti gli
abitanti del paese e tutti quelli che erano
sgradevoli con gli altri divennero gentili.
Da quel momento il paese diventò famoso
per questa miracolosa medicina.
Questo è il sogno che vorrei regalare
perché mi piacerebbe che tutti fossero
gentili con tutti.
Vorrei regalare a tutti i bimbi il sogno di
poter sapere molte cose.
Potrei parlare con uno scienziato e dirgli
di creare una pozione da dare ai bimbi
che non sanno molte cose, così sarebbero
felici.
La pozione sarebbe fatta con parole che
si animano e aiutano i bambini nei
compiti e poi ritornano nella bottiglia.
In questo modo la pozione non finirebbe
mai e sarebbe sempre a disposizione.
Alessio
Era uno degli anni in cui si tenevano le
Olimpiadi e due amici volevano
partecipare; uno in particolare voleva
vincere almeno una medaglia d’oro. Ma
durante una gara ad eliminazione venne
eliminato e allora chiese all’amico di
vincere anche per lui. Allora l’amico prese
tutta la grinta che aveva e anche quella
che non aveva ,si qualificò per le
Olimpiadi , vinse dieci medaglie e ne donò
sei all’amico.
Questo è il sogno che vorrei regalare
perché ha un significato nascosto:
C’era una volta, in un bosco, un gruppo di piccole
fatine azzurre che avevano voglia di far avverare i
sogni dei bambini e, insieme a loro, un gruppo di
orsi. Orso Bianco era il più fantasioso e inventava
nuovi metodi per far rallegrare i bambini che non
avevano l’amore dei genitori.
Un giorno Orso Bianco decise di dare la fantasia
ai bambini che non ne avevano più perché
guardavano solo la televisione. Allora andò con i
suoi amici in un paese dell’Africa e lì cominciarono
a giocare e a far volare in aria tante cose colorate,
capaci di far sognare milioni di bambini.
Da quel giorno, tutti i bambini del mondo
cominciarono a fare sogni bellissimi e scoprirono la
gioia e la felicità di giocare tutti assieme.
Selene
Vorrei che alla fine di un sentiero ci fosse
un boschetto con la casa di un mago e
fuori una cascata di acqua magica che
contiene gioia, felicità, allegria,
divertimento e che, quando penetra nel
corpo, sbarra le porte a paura,
scontentezza, cattiveria.
Vorrei farla bere a chi ha bisogno di
sentirsi più felice, di divertirsi e di non
rattristarsi più.
Nicolò
Un giorno un bambino era in un bosco in cerca di
funghi e vicino ad un albero vide un sacchetto
pieno, anzi strapieno, di parole gentili e dolci.
Allora, svelto come un leprotto, lo prese e andò al
paese ella Povertà delle Parole. Pensò che se lo
avesse dato a tutti gli abitanti essi sarebbero
riusciti ad avere nella mente una cassaforte piena
di parole dolci. Allora mise le paroline su tutti i
camini delle case e il giorno dopo tutta la gente del
paese si ritrovò con più di mille parole in testa
dolcissime come caramelle, cioccolata, gelato
fragole, amore amicizia, affetto.......
Questo è il sogno che regalerei alle persone che non
hanno più parole dolci e sentimenti.
Martina Ciavatta
C’era una volta,, un fachiro di nome Ha-P che
era molto povero e si guadagnava da vivere
stando seduto sui chiodi ed incantando il suo
serpente di nome Hu-An-Ti.. Un giorno in India
arrivò un mercante interessato a comperare chiodi
d’oro. Ha-P pensò : “Se i miei chiodi fossero
d’oro!!” ed improvvisamente, davanti a lui,
apparve Mago Merlino che gli disse :”Sei il primo
fachiro ad esprimere un desiderio del genere: ti
accontenterò!” e i chiodi divennero d’oro. Ha-P li
vendette al mercante, guadagnò duemila zachà,
comprò un mega ipermercato e ne fece una grande
casa di accoglienza per i poveri dove tutti (poveri
e ricchi) si potevano riunire e tenersi compagnia.
Questo è il sogno che vorrei regalare a tutti
Matteo
C’è un posto dove si trovano milioni di
amici fantastici che giocano e parlano con
te. Questi amici hanno la forma di
letterine e la loro tana è un libro magico,
parlante, che sa aiutare gli altri. Ogni
sera le lettere escono e, insieme al libro,
iniziano a raccontare storie,
barzellette…..e a formare parole nuove
che si possono imparare.
Credetemi, è bello SOGNARE!!!!
Sonia
C’era una volta un villaggio dove tutti erano
felici perché erano contenti di stare insieme. Ogni
giorno i cittadini andavano in un posto nascosto
e inventavano una pozione con i più bei
sentimenti che esistevano: amore, gioia, felicità
e, soprattutto, allegria.
Solo un cittadino si rifiutava di andare ma,
finalmente, un giorno, riuscirono a convincerlo e
finalmente si sentì di nuovo felice e gioioso.
Quando ritornò ringraziò tutti per il consiglio e
da quel giorno, ogni mattina, andò al posto
segreto per trovare pace e tranquillità.
Consiglio a tutti questo sogno perché se trovi
quel posto ti sorprenderai moltissimo!!!!!
Chantelle
Un giorno uno scavatore professionista va a
scavare una miniera e dopo molto lavoro sente un
odore buonissimo di fragola e, seguendolo, scopre
un sentiero ed una grande pietra argentea.
Prende il suo piccone ed inizia a romperla, trova
un liquido giallastro e lo mette in una borraccia
vuota. Ritornato in superficie, torna in città per
far sperimentare la pozione ad un giocatore di
calcio che aveva appena perso la partita ed era
triste. Questi beve il liquido ed improvvisamente
gli viene il sorriso sulla faccia: è felice.
Lo scavatore nota che nella borraccia si è
riformato il liquido appena bevuto dal giocatore
e capisce che ce n’è all’infinito!
Allora decide di farlo bere a tutte le persone
tristi e così nel mondo rimane solo la felicità!
Vorrei regalare questo sogno per tirare su il
morale a chi è triste.
Lorenzo
Io vorrei regalare un sogno per me molto
importante:
L’AMICIZIA VERA
E per questo vi dico che non rispettare
gli amici non è bello perché potrebbero
stare molto male.
Una vota un bambino disse ad un suo
amico che era ciccione e lo fece piangere
molto e scappare a casa.
Quel bambino non conosceva il valore
dell’amicizia!
Michela
Vorrei regalare un sogno:
una casa con dentro un mago
per usare bacchetta
con i bambini poveri, soli, senza papà.
Vorrei dare a tutti una famiglia,
un cucciolo di cane,
tanta felicità.
Se io avessi un figlio e un cane
sarei tanto felice
che accetterei tute le cose,
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Non voglio deludervi,
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Daniele

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  • 1. I sogni che vorremmo regalare a chi non ne ha più Classe I V C Scuola “G. Marconi” Progetto “La fabbrica dei sogni” AssociazioneSemplicemente Anno Scolastico 2005 - 2006
  • 2. C’era una volta, in un paesino, un bambino di nome Pietro che non ne poteva più dei genitori che continuavano a sgridarlo e a dirgli di studiare. Una notte decise di scappare portando con sé pochi viveri. Si fermò solo quando fu in spiaggia e lì restò a dormire. Dormì tre giorni e tre notti e il quarto giorno si svegliò che stava malissimo. Un’ora dopo arrivò una minuscola fatina che gli disse: “Tu hai l’inamore, malattia grave!!!” “Che cosa provoca l’inamore” disse Pietro. “Sei inamato – rispose la fatina – senza amore non si può stare bene”. La fatina lo fece ragionare per un po’ e lo convinse che i genitori lo sgridavano solo perché lui non crescesse viziato. Pietro capì che gli volevano bene e tornò a casa. I genitori lo accolsero (come sempre) con le sgridate: “Perché sei scappato? Lo sai che ci hai fatto prendere un colpo?” Pietro li abbracciò stretti stretti e poi corse fuori dagli amici. Vorrei regalare questo sogno perdiet
  • 3. Vorrei che ci fosse una casa che non fosse usata per fare feste o per essere messa in vendita ma come un posto dove i più sfortunati potessero andare a vivere insieme a qualcuno per poter reinserirsi nel gruppo o per avere compagnia leggendo un libro di fiabe o inventandone insieme ai più piccoli e ai grandi, imparando a non vendicarsi mai e a non lasciare fuori dal gruppo i più sfortunati o i malati. ALESSANDRO
  • 4. C’era una volta in un bosco un uccello che era amico di tutti e un lupetto che non dormiva da tanto. Il lupetto camminava per il bosco e faceva scricchiolare le foglie perché le calpestava. Era molto stanco ed ogni tanto si sedeva per riposarsi un po’. Arrivò un uccello che si chiamava Canto Del Bosco e che quando cantava faceva addormentare tutti. L’uccellino chiese al lupacchiotto: “Che cos’hai?” “Non riesco a dormire” rispose il lupacchiotto. “Io so cosa fare!!!!” disse Canto Del Bosco e si mise a cantare in modo meraviglioso facendo addormentare il lupo; poi, in silenzio, volò via. Io vorrei regalare questo sogno ai bambini che non riescono a dormire. Joseph
  • 5. C’era una volta un bambino che si chiamava Giangianni e che non aveva per niente fantasia. Un bel dì arrivò un folletto che gli disse:” Male, male, non si può, è ingiusto!!”. Giangianni si domandava chi fosse quell’omino piccolo piccolo vestito tutto di verde e che cosa volesse da lui. Il folletto disse: “Io sono Follettin De Verdis e sono qui per farti avere la fantasia che i bambini, di solito, hanno in abbondanza. Seguimi e vedrai!” Lo portò in uno strano posto che si chiamava Arcobaleon perché era contornato da un arcobaleno perenne e che era abitato da tanti folletti tutti piccoli e vestiti di verde. Follettin lasciò Giangianni ad una folletta che si chiamava Fantasy e che gli fece bere una medicina con i colori dell’arcobaleno: il sapore era indescrivibile!! Era dolce come una caramella alla frutta. Da quel giorno Giangianni divenne famoso per la sua fantasia. Vorrei regalare questo sogno a chi non ha più fantasia.
  • 6. C’era una volta,, trent’anni fa, in una città, un uomo di nome Marco che non aveva fiducia in nessuno, nemmeno nei suoi genitori, e un altro uomo , di nome Leonardo, che si fidava di molte persone. Un giorno, Giovanni, un amico dell’uomo senza fiducia gli chiese in prestito la sua auto per un giorno dicendogli che gli sarebbe stato riconoscente ma Marco rispose che non si fidava.. Allora Giovanni fece la stessa richiesta a Leonardo che gli diede subito le chiavi della sua auto. Una settimana dopo Giovanni riuscì a procurarsi due biglietti per la finale dei campionati mondiali di calcio e decise di offrirne uno a Leonardo per sdebitarsi del piacere ricevuto. Mentre stavano andando alla partita, incontrarono Marco e gli dissero dove erano diretti. Allora Marco si pentì di non essersi fidato perché anche lui avrebbe voluto andare alla partita e ormai i biglietti erano finiti..
  • 7. Nella laguna viveva Lacrime di Coccodrillo, un coccodrillo che ogni volta che gli accadeva una cosa brutta piangeva. Non c’era proprio rimedio : nessuno gli voleva stare vicino perché loconsideravano diverso ma se qualcuno voleva provare a farlo doveva almeno sapere nuotare percè altrimenti annegava nelle sue lacrime.Un giorno Lacrime di Coccodrillo incontrò un elfo magico che gli disse: “ Io posso aiutarti, conosco il tuo problema. Tieni questo fiore e mangiane ora il polline”. Il coccodrillo ubbidì e, anche se l’elfo iniziò a fargli un sacco di dispetti,, non pianse : era diventato coraggioso. L’elfo dovette procurargli non un fiore al giorno ma ben ventiquattro, ma alla fine il coccodrillo superò il suo problema. Vorrei regalare la possibilità di sognare quei fi che fanno passare
  • 8. Vorrei regalare la possibilità di leggere, scrivere e fare le operazioni. Per imparare bisogna convincersi che ce la si può fare. Per imparare a leggere si deve imparare l’alfabeto, poi piano piano le parole e poi finalmente si impara a leggere. Anche per imparare a scrivere bisogna partire dall’alfabeto. Per fare le operazioni, invece, bisogna prima imparare i numeri e poi saperli mettere in colonna. Mara
  • 9. Un giorno in un lago di nome Entre uno scienziato scoprì una pianta mai conosciuta al mondo. L’aveva trovata per caso : aveva le spine bianche e tutto il resto verde. Egli la prese e quando la staccò dal terreno uscì un liquido verde oliva. Lo scienziato mise il liquido in una bottiglietta di vetro, fece un esperimento e vide che il liquido faceva un grande effetto : dava compagnia a chi era solo e allegria a chi si sentiva sempre triste. Allora tutti diventarono amici, tutti si sentirono allegri e con la voglia di aiutarsi a vicenda. Vorrei che questa pianta esistesse veramente così diventerebbe un mondo più bello, nessuno starebbe più in disparte e in ogni persona non ci sarebbe più tristezza ma solo allegria e felicità.
  • 10. Una persona, camminando in un bosco, trovò una bottiglia con su scritto: “ SONO PIENA DI PAROLE GENTILI”. Questa persona decise di far bere il contenuto della bottiglia a tutti gli abitanti del paese e tutti quelli che erano sgradevoli con gli altri divennero gentili. Da quel momento il paese diventò famoso per questa miracolosa medicina. Questo è il sogno che vorrei regalare perché mi piacerebbe che tutti fossero gentili con tutti.
  • 11. Vorrei regalare a tutti i bimbi il sogno di poter sapere molte cose. Potrei parlare con uno scienziato e dirgli di creare una pozione da dare ai bimbi che non sanno molte cose, così sarebbero felici. La pozione sarebbe fatta con parole che si animano e aiutano i bambini nei compiti e poi ritornano nella bottiglia. In questo modo la pozione non finirebbe mai e sarebbe sempre a disposizione. Alessio
  • 12. Era uno degli anni in cui si tenevano le Olimpiadi e due amici volevano partecipare; uno in particolare voleva vincere almeno una medaglia d’oro. Ma durante una gara ad eliminazione venne eliminato e allora chiese all’amico di vincere anche per lui. Allora l’amico prese tutta la grinta che aveva e anche quella che non aveva ,si qualificò per le Olimpiadi , vinse dieci medaglie e ne donò sei all’amico. Questo è il sogno che vorrei regalare perché ha un significato nascosto:
  • 13. C’era una volta, in un bosco, un gruppo di piccole fatine azzurre che avevano voglia di far avverare i sogni dei bambini e, insieme a loro, un gruppo di orsi. Orso Bianco era il più fantasioso e inventava nuovi metodi per far rallegrare i bambini che non avevano l’amore dei genitori. Un giorno Orso Bianco decise di dare la fantasia ai bambini che non ne avevano più perché guardavano solo la televisione. Allora andò con i suoi amici in un paese dell’Africa e lì cominciarono a giocare e a far volare in aria tante cose colorate, capaci di far sognare milioni di bambini. Da quel giorno, tutti i bambini del mondo cominciarono a fare sogni bellissimi e scoprirono la gioia e la felicità di giocare tutti assieme. Selene
  • 14. Vorrei che alla fine di un sentiero ci fosse un boschetto con la casa di un mago e fuori una cascata di acqua magica che contiene gioia, felicità, allegria, divertimento e che, quando penetra nel corpo, sbarra le porte a paura, scontentezza, cattiveria. Vorrei farla bere a chi ha bisogno di sentirsi più felice, di divertirsi e di non rattristarsi più. Nicolò
  • 15. Un giorno un bambino era in un bosco in cerca di funghi e vicino ad un albero vide un sacchetto pieno, anzi strapieno, di parole gentili e dolci. Allora, svelto come un leprotto, lo prese e andò al paese ella Povertà delle Parole. Pensò che se lo avesse dato a tutti gli abitanti essi sarebbero riusciti ad avere nella mente una cassaforte piena di parole dolci. Allora mise le paroline su tutti i camini delle case e il giorno dopo tutta la gente del paese si ritrovò con più di mille parole in testa dolcissime come caramelle, cioccolata, gelato fragole, amore amicizia, affetto....... Questo è il sogno che regalerei alle persone che non hanno più parole dolci e sentimenti. Martina Ciavatta
  • 16. C’era una volta,, un fachiro di nome Ha-P che era molto povero e si guadagnava da vivere stando seduto sui chiodi ed incantando il suo serpente di nome Hu-An-Ti.. Un giorno in India arrivò un mercante interessato a comperare chiodi d’oro. Ha-P pensò : “Se i miei chiodi fossero d’oro!!” ed improvvisamente, davanti a lui, apparve Mago Merlino che gli disse :”Sei il primo fachiro ad esprimere un desiderio del genere: ti accontenterò!” e i chiodi divennero d’oro. Ha-P li vendette al mercante, guadagnò duemila zachà, comprò un mega ipermercato e ne fece una grande casa di accoglienza per i poveri dove tutti (poveri e ricchi) si potevano riunire e tenersi compagnia. Questo è il sogno che vorrei regalare a tutti Matteo
  • 17. C’è un posto dove si trovano milioni di amici fantastici che giocano e parlano con te. Questi amici hanno la forma di letterine e la loro tana è un libro magico, parlante, che sa aiutare gli altri. Ogni sera le lettere escono e, insieme al libro, iniziano a raccontare storie, barzellette…..e a formare parole nuove che si possono imparare. Credetemi, è bello SOGNARE!!!! Sonia
  • 18. C’era una volta un villaggio dove tutti erano felici perché erano contenti di stare insieme. Ogni giorno i cittadini andavano in un posto nascosto e inventavano una pozione con i più bei sentimenti che esistevano: amore, gioia, felicità e, soprattutto, allegria. Solo un cittadino si rifiutava di andare ma, finalmente, un giorno, riuscirono a convincerlo e finalmente si sentì di nuovo felice e gioioso. Quando ritornò ringraziò tutti per il consiglio e da quel giorno, ogni mattina, andò al posto segreto per trovare pace e tranquillità. Consiglio a tutti questo sogno perché se trovi quel posto ti sorprenderai moltissimo!!!!! Chantelle
  • 19. Un giorno uno scavatore professionista va a scavare una miniera e dopo molto lavoro sente un odore buonissimo di fragola e, seguendolo, scopre un sentiero ed una grande pietra argentea. Prende il suo piccone ed inizia a romperla, trova un liquido giallastro e lo mette in una borraccia vuota. Ritornato in superficie, torna in città per far sperimentare la pozione ad un giocatore di calcio che aveva appena perso la partita ed era triste. Questi beve il liquido ed improvvisamente gli viene il sorriso sulla faccia: è felice. Lo scavatore nota che nella borraccia si è riformato il liquido appena bevuto dal giocatore e capisce che ce n’è all’infinito! Allora decide di farlo bere a tutte le persone tristi e così nel mondo rimane solo la felicità! Vorrei regalare questo sogno per tirare su il morale a chi è triste. Lorenzo
  • 20. Io vorrei regalare un sogno per me molto importante: L’AMICIZIA VERA E per questo vi dico che non rispettare gli amici non è bello perché potrebbero stare molto male. Una vota un bambino disse ad un suo amico che era ciccione e lo fece piangere molto e scappare a casa. Quel bambino non conosceva il valore dell’amicizia! Michela
  • 21. Vorrei regalare un sogno: una casa con dentro un mago per usare bacchetta con i bambini poveri, soli, senza papà. Vorrei dare a tutti una famiglia, un cucciolo di cane, tanta felicità. Se io avessi un figlio e un cane sarei tanto felice che accetterei tute le cose, anche le più brutte. Non voglio deludervi, il regalo del mio sogno deve avvenire. Daniele