2. LA CRISI DI ATENE
Platone registra la crisi della sua epoca:
Atene è in decadenza e la vita politica è scaduta (399
ac morte di Socrate!), così come la vita culturale della
città dominata da una sofistica ormai esasperata.
La crisi investe l’uomo nella sua totalità, il malessere
della società ateniese è giunto al suo culmine.
La crisi è registrata e affrontata in modo filosofico:
occorre una riforma globale dell’esistenza umana, una
rinnovata filosofia che ridoni certezze e stabilità per una
rinnovata rivoluzione culturale
3. LA RINASCITA
Evidente è la connessione tra filosofia e passione
politica:
La “filosofia politica ideale” rigenera la politica intesa
come condizione preliminare di ogni politica concreta
che voglia migliorare lo stato.
La politica deve essere rifondata alla luce del sapere
per evitare che accada ancora che un uomo giusto
come Socrate venga ingiustamente accusato e ucciso.
4. LA VITA
427 aC – 347 aC (visse 80 anni)
Di famiglia aristocratica
Dai 20 anni fu discepolo di Socrate
Avrebbe voluto dedicarsi alla vita politica (Lettera VII)
ma la morte ingiusta di Socrate lo segnò profondamente:
la filosofia unicamente poteva riformare profondamente
la pratica politica!
Conobbe le comunità pitagoriche dell’Italia
meridionale.
Fondò l’Accademia (ginnasio fondato da Accademo)
sul modello delle comunità pitagoriche (Tiaso,
organizzazione religiosa).
5. LE OPERE
Apologia di Socrate
34 dialoghi, 13 lettere (tra cui la fondamentale Lettera
VII).
1. Giovanili: Apologia, Critone, Repubblica I,
Protagora.
2. Maturità: Menone, Fedone, Convito, Repubblica II-X,
Fedro.
3. Vecchiaia: Parmenide, Teeteto, Sofista Timeo,
Crizia, Leggi.
I Corsi intitolati “Intorno al Bene”: le Dottrine non scritte
(metafisica Uno-Diade)
6. DISCEPOLO DI SOCRATE
La fedeltà al maestro è cifra fondamentale del suo
filosofare: l’interpretazione costante dello spirito e
dell’eredità del maestro anima la filosofia platonica
anche quando questa si discosta espressamente dalle
dottrine professate da Socrate:
Il dialogo come forma letteraria è espressione fedele al
silenzio letterario di Socrate (filosofia sapere aperto):
riproduce l’andamento della ricerca che è lenta, faticosa,
sociale, comunitaria e solidale.
La vita filosofica di Platone fu un continuo sforzo
inesauribile di ricerca riflessiva della verità che, pur
assoluta, l’uomo non possiede mai totalmente e
definitivamente.
7. MITO E FILOSOFIA
Platone usa i miti (racconti fantastici) in uno stretto
legame con il discorso filosofico:
Sono strumento per comunicare in modo
intuitivo e accessibile le dottrine
all’interlocutore
• Modalità didattico - espositiva
Sono mezzi per poter parlare di realtà che
vanno al di là dei limiti della semplice
indagine razionale (ai confini della
pensabilità)
• Modalità allusivo - metaforica
8. LA DIFESA DI SOCRATE
Apologia: esaltazione e difesa della vita consacrata alla
ricerca filosofica:
Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta
dall’uomo (38).
L’esame di se stessi e degli altri per rintracciare la via
del sapere è compito divino.
Critone: Socrate accetta sereno il suo destino e ciò è
prova della serietà del suo insegnamento. La ricerca è
missione che non può essere tradita.
Socrate ha insegnato:
1) La virtù è una sola (scienza)
2) Essa è insegnabile in quanto è scienza
3) In essa consiste la felicità dell’uomo
9. PLATONE: APOLOGIA 37-38
XXVII - SOCRATE NON HA FATTO TORTO A NESSUNO E PERCIÒ
NON PUÒ PROPORSI ALCUNA PENA
Forse penserete che queste mie parole siano dettate da quello stesso
sentimento di orgoglio cui feci cenno parlandovi delle lacrime e delle
suppliche. No, o Ateniesi, non è così! Piuttosto è che io sono persuaso di non
avere mai fatto torto a nessuno volontariamente; ma di questo non riesco a
persuadere voi, giacché è poco tempo che conversiamo insieme. Se presso di
voi fosse una legge, come è presso altri popoli, che imponesse di non
terminare in un sol giorno un processo di condanna a morte ma in più
giorni, sarei certo riuscito a persuadervi. Invece in così poco tempo non è
facile dissipare così grandi calunnie. Convinto quindi di non avere fatto
torto a nessuno, tanto meno voglio fare torto a me stesso col riconoscermi
degno di patire la pena e assegnarmela da me stesso. E per quale timore
dovrei fare ciò? Per timore forse della pena che Melèto ha proposto per me, e
che io non so se sia un bene o un male? Per scegliermi in cambio una pena
che so essere sicuramente un male? Dovrei propormi forse la pena del
carcere? E perché mai dovrei vivere in prigione, schiavo della magistratura
degli Undici21?
10. PLATONE: APOLOGIA 37-38
Fissarmi allora un'ammenda e stare in carcere, perché denari
non ne ho? Propormi l'esilio? Forse voi l'accettereste. Ma dovrei
essere davvero preso da una cieca brama di vivere, o Ateniesi,
se fossi così irragionevole da non comprendere che se voi,
nonostante concittadini miei, non siete riusciti a tollerare la
mia compagnia e i miei discorsi, divenuti tanto gravi ed odiosi
da liberarvene, non riusciranno certo a tollerarli gli altri. E
quale vita menerei io a quest’età, passando da una città
all'altra, sempre d'ogni parte cacciato via? Perché so bene che
dovunque andrò io terrò gli stessi discorsi e i giovani, come
succede qui, mi ascolteranno. E se provassi ad allontanarli da
me, loro stessi mi farebbero bandire dalla città, intercedendo
presso gli anziani; se invece li richiamassi a me, mi
caccerebbero via i loro padri e parenti preoccupati per i loro
figli.
11. PLATONE: APOLOGIA 37-38
XXVIII - SOCRATE PUÒ PROPORRE PER SÉ TUTT'AL PIÙ
L'AMMENDA DI UNA MINA D'ARGENTO
A questo punto qualcuno potrebbe dirmi: -Ma non sei capace,
Socrate, andato che sei in esilio, di vivere tranquillo tacendo? - Ecco
ciò di cui mi pare veramente difficile persuadere alcuno di voi. Se vi
dico che ciò per me è disubbidire a Dio e che, di conseguenza, io non
posso astenermene, voi non mi credete e pensate che parli con ironia.
Tanto meno mi crederete se vi dico che il più gran bene per un uomo
è fare ogni dì ragionamenti intorno alla virtù e ad altri argomenti su
cui mi avete udito parlare ed esaminare me e gli altri; e se aggiungo
ancora che una vita senza esame non merita di essere vissuta, voi mi
crederete ancora meno. Tuttavia, o Ateniesi, questa è la verità:
solamente non è facile persuadervene. D'altro canto io non sono
capace d'assuefarmi all'idea di assegnarmi una qualsiasi pena.
Ciononostante, se avessi del denaro, mi multerei per un'ammenda
tale da poterla pagare: perché non me ne verrebbe danno. Ma non ne
ho. A meno che non vi contentiate di quel tanto che posso pagare:
una mina d'argento. Ebbene propongo per me dunque come
ammenda una mina. Platone qui presente, o Ateniesi, e con lui
Critone, Critòbulo e Apollodoro insistono perché io proponga
un'ammenda di trenta mine di cui si rendono garanti. Ebbene, io mi
multo di tanto. Voi avete in loro garanti degni di ogni fiducia.
12. LE IDEE
Il giovane Platone difese le teorie del maestro
Socrate (conosci te stesso, la virtù è scienza,
l’ironia, la maieutica, l’arte del dialogo),
filtrandole alla luce dei suoi interessi (metodo
socratico delle definizioni) e nell’ottica della
battaglia antisofistica.
Il Platone maturo formula la Teoria delle idee che è
il cuore pulsante della sua ricerca filosofica: dopo
averla abbracciata pensò di aver risolto i massimi
problemi filosofici (Fedone).
13. LA GENESI DELLA DOTTRINA DELLE IDEE
La scienza è epistéme, sophia: sapienza
Stabilità, immutabilità,
Sue caratteristiche sono:
perfezione
Il pensiero riflette l’essere
“Realismo gnoseologico” la mente riproduce l’essere
Quale sarà l’oggetto proprio della scienza
La mente avrà allora: Un suo contenuto specifico
14. IN UN LUOGO DIVERSO
• Le cose del mondo sono mutevoli
Sensi e imperfette: DOXA
• Le idee che sono immutabili e
Scienza perfette
• Una “zona” diversa dell’essere,
chiamata Iperuranio, luogo di
Ousia perfezione
15. I RAPPORTI TRA IDEE E COSE
Le idee son il
modello unico e
perfetto
delle cose molteplici
e imperfette
(sono imitazioni,
copie)
16. RIASSUNTO
Gnoseologico Ontologico
Dualismo
Dualismo
Due tipi di Due tipi di
sapere: realtà
1- Scienza 1- Idee
2- Opinione 2- Cose del
mondo
17. UNA SINTESI
•L’esser platonico è immutabile,
eterno e perfetto, anche se le idee
sono molteplici. Permane il
Parmenide
dualismo ontologico tra cose ed
essere e gnoseologico tra
sensibilità e ragione.
•Il mondo possiede però in
Platone una specifica anche se
imperfetta realtà e
Eraclito
conoscibilità , dunque non è
pura apparenza illusoria e
irrazionale
18. QUALI IDEE?
Nel pensiero della maturità ha una concezione
matematico-etica delle idee:
matematiche valori oggetti
naturali o
•Entità •Supremi artificiali
aritmetiche e principi etici,
geometriche. estetici e •Umanità,
Principi politici (bene, letto …
matematici giustizio,
(uguaglianza, bellezza…)
quadrato,
circolo…)
19. QUALI IDEE?
In seguito Platone propenderà per una concezione
logico-ontologica delle idee:
l‟idea platonica diviene forma unica e perfetta di
qualsiasi gruppo o classe di cose che vengono
designate con uno stesso nome e che possono
essere fatte oggetto di scienza.
Umanità
Uomo 1 Uomo 2 Uomo 3
20. L’ESSERE IN ORDINE GERARCHICO
Bene
Ambito
del divino
Ambito del
DEMIURGO Idee Valori
Cose del mondo
Materia primordiale
21. I RAPPORTI IDEE -COSE
Le idee sono:
Criteri di giudizio
Causa delle cose
delle cose
Giudichiamo Le cose
in base ad imitano le
esse che sono essenze
modelli archetipe
Condizioni Ragion
delle d’essere
pensabilità dell’esistenza
delle cose delle cose
22. QUALI RAPPORTI TRA IDEE E MONDO?
Un problema quello del rapporto mai interamente
risolto …..
• La presenza
parusia delle idee
nelle cose
• le cose
metessi partecipano
delle idee
• Le cose
mimesi imitano le
idee
24. COME E DOVE LE IDEE?
Esse sono Trascendenti: oltre la mente e oltre le cose
(Iperuranio).
Esistono indipendentemente dalla nostra mente
Hanno una realtà oggettiva a sé stante
Non sono super-cose in un cielo metafisico
Sono un ordine eterno di forme, fuori dallo spazio e dal
tempo.
Una “zona” d’essere diversa dalle cose, mentre
risulta più problematico definire come esistano le
idee
25. LA GNOSEOLOGIA
Come possiamo conoscere le idee (eterne e
immutabili) con l’intelletto se viviamo in un
mondo diveniente e molteplice?
Nei dialoghi: Menone, Fedone e Fedro.
Noi conosciamo poiché
il conoscere umano è ricordare
(reminiscenza).
26. PLATONE: LA GNOSEOLOGIA
Metempsicosi orfico
pitagorica:
L’anima, prima di essere nel
corpo, era disincarnata
nell’Iperuranio, dove ha
contemplato le idee perfette
Nel corpo l’anima
conserva un ricordo
sopito che a contatto con
le cose dell’esperienza
riemerge e permette la
conoscenza
27. LA GNOSEOLOGIA
La teoria platonica è una forma di (vedi il celebre
esempio dello schiavo del Menone):
•Dall’idea, già
presente nella mente
Innatismo come ricordo sopito,
alle cose conosciute
•Dalle cose, attraverso
l’esperienza della loro
Empirismo molteplice diversità,
all’idea
28. LA VERITÀ ….
Apprendere non significa partire da zero bensì
ricordare ciò che si era obliato:
L’uomo non possiede già
tutta interla la verità
(altrimenti non la
cercherebbe)
L’uomo non ignora la verità
completamente (non
inizierebbe neppure a
cercala
L‟uomo parte da una condizione di pre-conoscenza,
ignoranza gravida di sapere, da cui deve tirar fuori
la conoscenza vera …
29. REMINESCENZA E IMMORTALITÀ DELL'ANIMA
SOCRATE - Capisco ciò che vuoi dire, Menone. vedi
come ci riduci a quel ragionamento eristico, secondo
il quale ad un uomo non è possibile cercare né ciò
che sa né ciò che non sa? Non cerca ciò che sa,
perché lo sa e non ha affatto bisogno di cercarlo, né
cerca ciò che non sa; perché non sa neppure cosa
cercare. [...] Poiché tutta la natura è congenere e
l'anima ha appreso tutto, nulla impedisce che chi si
ricordi di una sola cosa - che è poi quello che si
chiama apprendimento -, trovi da sé tutto il resto se
è coraggioso e instancabile nella ricerca, perché il
ricercare e l'apprendere, nella loro interezza, non
sono che reminiscenza. Non bisogna, dunque,
prestar fede a quel ragionamento eristico: esso ci
renderebbe pigri ed ascoltarlo è un piacere che
fiacchi; mentre questo rende alacri alla ricerca.
(Platone, Menone, 80d5-81c)
30. CONOSCERE È RICORDARE
L’anima, dunque, poiché immortale e più volte rinata,
avendo veduto il mondo di qua e quello dell’Ade, in una
parola tutte quante le cose, non c’è nulla che non abbia
appreso. Non v’è, dunque, da stupirsi se può fare
riemergere alla mente ciò che prima conosceva della
virtù e di tutto il resto. Poiché, d’altra parte, la natura
tutta è imparentata con se stessa e l’anima ha tutto
appreso, nulla impedisce che l’anima, ricordando
(ricordo che gli uomini chiamano apprendimento) una
sola cosa, trovi da sé tutte le altre, quando uno sia
coraggioso e infaticabile nella ricerca. Sì, cercare ed
apprendere sono, nel loro complesso, reminiscenza
[anamnesi]! Non dobbiamo dunque affidarci al
ragionamento eristico: ci renderebbe pigri ed esso suona
dolce solo alle orecchie della gente senza vigore; il
nostro, invece, rende operosi e tutti dediti alla ricerca;
convinto d’essere nel vero, desidero cercare con te cosa
sia virtù.
(Platone, Menone, 79e-82b)
31. LE PROVE DELL’IMMORTALITÀ DELL’ANIMA
Fedone: le prove dell‟immortalità …
• In natura ogni cosa si genera dal suo contrari
contrari • L’anima rivive dopo la morte del corpo
• L’anima è simile alle idee che sono eterne
• Dunque essendo semplice come quelle non può venir
somiglianza né creata né distrutta
• Essa è soffio vitale che partecipa dell’Idea di Vita.
• Non può dunque partecipare dell’idea opposta: la
vitalità Morte
32. PLATONE: BIFRONTE
Fedone…
La filosofia è
preparazione alla Fortissimo è
morte: il filosofo l’interesse per
prepara l’anima al l’ambito politico
distacco dal corpo e mondano che
per potersi unire non viene escluso
direttamente alle dallo slancio
Idee religioso della
dottrina
dell’immortalità
33. IL DESTINO DI CIASCUNO
Repubblica: il mito di Er …
La nostra sorte attuale dipende da una scelta
precedentemente compiuta nel mondo delle idee:
“… ognuno è responsabile del proprio destino, la
divinità nen ne è responsabile”
Ma non deve
La scelta è
L’uomo sceglie il lasciarsi
guidata dalle
modello di vita abbagliare
esperienze fatte
che incarnerà dall’apparenza di
precedentemente
certe vite …
34. PLATONE: CONTRO IL RELATIVISMO
Protagora: l’uomo è Socrate:il criterio è
misura di tutte le la virtù come
cose, ma il criterio è scienza cercata nel
l’utilità comune dialogo
Entrambe non cercavano però
realtà extraumane o eternità
già date. Era negata qualsiasi
filosofia che cercasse punti di
vista assoluti e stabili.
35. CRITERI ASSOLUTI!
Egli cerca criteri e punti di vista
assoluti, indipendenti
dall’arbitrio dell’individuo:
strutture oggettive e universali
È di nuovo qualcosa di extra
umano a regolare l’uomo: le idee
sono la misura della verità. Esse
forniscono le regole del pensare e
del vivere
Il relativismo conoscitivo e morale
dei sofisti crolla totalmente: nel
conoscere, nell’agire e nel
linguaggio ritornano criteri assolti
di riferimento
36. LE IDEE E LA POLITICA
Teorie sofistiche vs Teoria platonica
Relativismo Conoscenza delle
conoscitivo e morale idee
Fondazione di
Anarchia
una scienza
sociale e
politica
politica
universale
Lotta e Pace e
violenza tra i giustizia tra
diversi punti gli uomini
di vista: legge
del più forte
37. L’AMORE E L’ANIMA
L„il sapere stabilisce un rapporto molto particolare
tra l‟uomo e le idee…
Idee
Un rapporto che
impegna la totalità
Uomo dell’uomo, anche la
sua volontà !
38. SIMPOSIO
Pausania
Éros volgare che si rivolge Éros celeste che si rivolge
ai corpi alle anime
Erissimaco
Determina le proporzioni
Amore è forza cosmica
di tutto
Aristofane
L’essere primitivo diviso
L’insufficienza dell’uomo
a metà per punizione
39. SIMPOSIO
La bellezza è il
fine dell’amore:
L’amore è È un demone La bellezza e
desiderio (figlio di l’amore hanno
Penia e vari gradi:
di ciò che Poros): è Corpo
non si ha, filosofo
poiché Anima
ma di cui desidera Leggi
si ha sapienza e
Scienze
bisogno bellezza
Bellezza in sè
40. FEDRO
Come l‟anima
percorre i gradi
della bellezza ?
Cavallo nero
(pessimo)
Cavallo
Auriga bianco
(eccellente)
41. FEDRO
Iperuranio: sede dell‟essere vero, vera sostanza,
contemplabile solo con la ragione, ma per poco
tempo …
L‟anima cade in un corpo
che sarà in base a ciò che
essa ha visto.
La bellezza di ciò che un uomo
vede risveglia in lui il ricordo
delle sostanze ideali
43. FEDRO
PSICAGOGIA • Si fa guida e
ricerca lucida
•Risvegliato e rigorosa
dalla dell’essere in
bellezza che con la vista sé. Guida
l’anima verso
evoca il il suo vero
ricordo delle •Partendo destino. Essa
Idee dalla è anche la
bellezza dei vera
corpi e non Retorica:
fermandosi scienza
ad essa dell’idea e
dell’anima
eros
dialettica
44. SULLA BELLEZZA
L'anima se ne sta smarrita per la stranezza della
sua condizione e, non sapendo che fare, smania e
fuor di se non trova sonno di notte né riposo di
giorno, ma corre, anela là dove spera di poter
rimirare colui che possiede la bellezza. E appena
l'ha riguardato, invasa dall'onda del desiderio
amoroso, le si sciolgono i canali ostruiti: essa prende
respiro, si riposa delle trafitture e degli affanni, e di
nuovo gode, per il momento almeno, questo
soavissimo piacere. [...] Perché, oltre a venerare
colui che possiede la bellezza, ha scoperto in lui
l'unico medico dei suoi dolorosi affanni. Questo
patimento dell'anima, mio bell'amico a cui sto
parlando, è ciò che gli uomini chiamano amore.
(Platone, Fedro)
45. LA CONTEMPLAZIONE DELLA VERITÀ
Poiché dunque il pensiero di un dio si nutre di intelletto
e di scienza pura, anche quello di ogni anima che abbia
a cuore di accogliere quanto le si addice, quando col
tempo abbia scorto l'essere, ne gioisce e, contemplando la
verità, se ne nutre e si trova in buona condizione, finché
la rotazione circolare non riconduca allo stesso punto.
Durante l'evoluzione esso vede la giustizia in sé, vede la
saggezza, vede la scienza, non quella alla quale è
connesso il divenire, né quella che è diversa perché è nei
diversi oggetti che noi ora chiamiamo enti, ma quella
che è realmente scienza nell'oggetto che è realmente
essere. E dopo aver contemplato allo stesso modo le altre
entità reali ed essersene saziata, si immerge nuovamente
nell'interno del cielo e torna a casa. E una volta
arrivata, l'auriga, arrestati i cavalli davanti alla
mangiatoia, li foraggia di ambrosia e dopo questa li
abbevera di nettare.
(Platone, Fedro, 247 c-e)
46. LA REPUBBLICA: LA GIUSTIZIA
La comunità perfetta in cui il singolo trova la
sua perfetta formazione:
“Se i filosofi non governano la città o
se i re e governanti non coltiveranno
seriamente la filosofia …”
Il fondamento di una tale comunità è la
Giustizia: essa è condizione della nascita e
della vita dello Stato.
47. LA REPUBBLICA
Tipi di Concupiscibile Irascibile Razionale
anima
Tipologia di Temperanza Coraggio Saggezza
virtù
Tipologia di Produttori Guerrieri Governanti
classi
Simboli Cavallo nero Cavallo Auriga
bianco
48. DIVERSITÀ DI CLASSI …
In uno stato vi L’anima
sono compiti dell’uomo è
diversi tripartita
Vi saranno
Devono individui
essere diversi a
esercitati da seconda della
individui prevalenza
diversi del tipo di
anima in loro
49. LA CITTÀ IDEALE
Nella città ideale di Platone gli uomini si distinguono
per differenze e attitudini naturali, non per i loro
diritti di nascita.
La società non è divisa in un sistema di caste chiuse
e immobili, ma gli uomini occuperanno il posto che
gli spetta in base alla loro natura (aurea, argentea,
ferrea/bronzea) .
Occorre ricordare che Platone evidenzia però che i
figli assomigliano ai propri genitori e dunque quasi
sempre rimangono nella classe di appartenenza.
50. COMUNISMO PLATONICO ?
Sia la ricchezza che la povertà
sono nocive alla città: non
dovranno esistere entrambe.
Comunanza
Eliminazione Lo stato
dei beni e
della funziona
superamento
proprietà bene e la
privata per le degli
giustizia è
classi superiori interessi
realizzata
personali
La classe al potere non avrà famiglia.
Le donne godranno di totale uguaglianza
I figli saranno allevati come figli della
comunità.
51. UN MONASTERO SENZA CELIBATO ?
I guardiani sono felici, visto il tipo di vita che
dovrebbero condurre?
La felicità per loro risiede nella giustizia, cioè
l‟adempimento del loro compito per l‟armonia
complessiva dello stato.
I filosofi godono già della beatitudine più alta:
la conoscenza dell‟essere vero
e non hanno bisogno di ricchezze terrene.
Essi assumono un volto e un ruolo ascetico
che avrà tanta fortuna nei secoli successivi.
52. LE DEGENERAZIONI DELLO STATO
Forma •Aristocrazia dei
fisiologica filosofi
• Timocrazia: l’onore
• Oligarchia: il censo
Forme • Democrazia: i
cittadini liberi
patologiche • Tirannide: gli
individui peggiori
53. LA DEMOCRAZIA
Platone riteneva che la vita pubblica ateniese fosse
degenerata in seguito all‟avvento della democrazia.
Il clima politico e sociale era sicuramente instabile e
tale situazione (lotta tra aristoi e demos) si
trascinava ormai da lungo tempo.
“Pericle, allora non era un buon politico”
(Gorgia, 516 c. ss.)
Nella concezione aristocratica devono governare i
migliori per nascita, ricchezza, conoscenza e virtù
personale. Platone è sicuramente più vicino a
questa visione e dunque la sua concezione è
antidemocratica.
54. IL CONTROLLORE DEI CUSTODI ?
Essi sono in Addestrati Un’educazio
grado di fin dalla ne che
Sistema educativo
Le classi dirigenti
custodire nascita a riguarda
innanzitutto cercare il solo le classi
se stessi bene dei migliori
collettivo: e non tutti
I custodi
essi hanno
natura
aurea
55. COSA È LA CONOSCENZA ?
I vari gradi della conoscenza: vi è corrispondenza
perfetta tra il grado d‟essere e i grado del
conoscere – il sapere fotografa l‟oggetto.
56. I GRADI DELLA CONOSCENZA
Congettura Ombre delle
Immaginazione cose:
(eikasia) impressioni
superficiali e
Conoscenza Mondo slegate
sensibile Credenza sensibile e Cose sensibili
DOXA (postis )la mutevole nei loro rapporti
percezione scambievoli
chiara delle cose
degna di fede
Ragione Idee
matematica matematiche
(dianoia)
Conoscenza Mondo
Intelligenza Idee – valori
razionale ideale e
filosofica
EPISTEME (noesis) immutabile
57. LA FILOSOFIA !
Essa è la scienza suprema
Suo oggetto sono le Si occupa dei problemi
Idee e il Bene dell’uomo e della città
La matematica è inferiore
Ancora legata al mondo Astratta dalle questioni
sensibile politiche ed etiche
58. IL CAMMINO PEDAGOGICO
Il governo • I migliori
assumeranno tale
dello stato compito
• La scienza delle
La dialettica idee
• Aritmetica
Propedeutica • Geometria
alla filosofia • Astronomia
• Musica
59. IL MITO DELLA CAVERNA SIGNIFICATI FILOSOFICI
Immagini
metaforiche
60. L’ULTIMO PLATONE
I dialoghi della vecchiaia:
Come pensare adeguatamente il mondo
delle idee?
Risponde soprattutto il Sofista
Come concepire il rapporto tra le Idee e il
mondo sensibile?
Risponde soprattutto il Timeo
61. PARMENIDE:
La critica alla teoria delle idee:
L’idea è UNO gli oggetti sono MOLTI: come può
parteciparsi a molti non distruggendosi e
moltiplicandosi?
Ma al centro vi è il confronto – scontro con l’ontologia
parmenidea: solo l’essere è mentre il non essere non è:
l’assenza di ogni forma di non essere pregiudica
radicalmente la teoria delle idee a cui Platone non
intende rinunciare (Teeteto) per superare il relativismo
gnoseologico dei sofisti.
Platone dovrà allora rinunciare al principio eleatico
attuando un vero e prorpio parmenicidio filosofico
(Sofista).
62. I GENERI DELL’ESSERE
Vi sono attributi fondamentali delle idee, generi sommi,
I. Essere - ogni idea è o esiste
II. Identico – è identica a se stessa
III. Diverso – è diversa dalle altre
L’errore di Parmenide è stato confondere il diverso
con il nulla: nella molteplicità delle cose la
molteplicità e diversità non coincide con il nulla,
ma è un niente relativo. Il non essere allora può
esistere come diverso, che è un modo d’essere.
Si risolve anche il problema dell’errore: esso consiste
nel dire le cose in modo diversa da come esse
effettivamente stanno
63. I GENERI DELL’ESSERE
Essere, identico e diverso giustificano la pluralità delle
idee che possono:
Restarsene in sé – quiete
Entrare in comunicazione con le altre – movimento.
Cosa è allora l’essere per Platone?
Non semplice corporeità, non solo idea, ma
l’essere è possibilità.
È sottointeso il concetto di relazione: esiste tutto ciò che
è capace di entrare in un campo di relazione qualsiasi,
in una rete di connessioni possibili. Il nulla che non può
entrare in rapporto è inesistente per definizione.
Questa definizione di attua anche alle cose, alle idee e
all’uomo.
64. LA DIALETTICA
È la suprema scienza delle ide e consiste nello stabilire
la mappa delle loro relazioni.
Repubblica: scienza delle Idee – valori.
Fedro: la tecnica del discorso filosofico come
determinazione/definizione di una idea e sua divisione
nelle articolazioni interne.
Sofista:il presupposto della dialettica è la possibile
comunicazione tra le idee:
Se tutte comunicano con tutte (eristi) allora ogni
discorso sarebbe vero
Se nessuna non comunicano le altre (cinici) allora
nessun discorso sarà possibile se non il tautologico
(l’uomo è uomo)
65. LA DIALETTICA
Allora:
alcune idee sono combinabili tra loro altre no.
La dialettica è unificare o distinguere le idee tra
loro, cioè definire un’idea mediante successive
identificazioni o diversificazioni:
processo dicotomico
che avanza dividendo per due un’idea sino a
giungere a un’idea indivisibile.
Cosa è la filosofia?
66. COSA È LA FILOSOFIA
Idee
valori
Come
oggetto le
idee
intellettuali Idee
Come matematiche
attività oggetto le
cose fisiche
manuali
La filosofia è un’attività intellettuale che ha come
oggetto le idee valori.
67. LA DIALETTICA
La definizione proposta non è univoca,
perché si possono costruire molte mappe
dicotomiche diverse.
La definizione di partenza è ipotetica cioè
scelta per vedere se essa è veramente in
grado di stringere ciò di cui si parla.
È una ricerca aperta, inesauribile e sempre
aperta a nuove acquisizioni.
68. IL TIMEO – IL PROBLEMA COSMOLOGICO
Si osserva il tentativo di ricondurre ad unità il rigido
dualismo tra le idee e il mondo delle cose sensibili.
Mondo delle idee: modello
ideale sul quale sono state
plasmate le cose
Demiurgo Intermediario,
plasmatore
Divino artefice,
intelligente e dotato Mondo delle cose:
di volontà.buono e all’inizio è caos
amante del Bene informe, materia
primordiale (chora)
69. IL TIMEO – IL PROBLEMA COSMOLOGICO
Demiurgo
MONDO MATERIALE
Anima del mondo:
vivifica e ordina la
materia, dando forma
Il mondo è temporale poiché all’informe
così assomiglia al modello La materia è
ideale: immagine mobile resistente e ribelle
Mondo
all’opera buona del
dell’eternità (riproduce nel Demiurgo: a ciò si
mutamento ordinato, l’ordine devono attribuire i
immutabile dell’eterno mali e le
imperfezioni del
mondo
70. TIMEO - LA VISIONE MATEMATICA DELLE COSE
Avvicinamento al pitagorismo: un cosmo di tipo
matematico
Le cose
vengono
ridotte ai 4
elementi I 4 elementi
empedoclei vengono ridotti
a poche figure
Esse vengono
geometriche
ridotte a
numeri
I numeri divengono gli schemi
strutturali, la sintassi del mondo, Platone combatte
il codice interpretativo: una contemporaneamente le
rielaborazione platonica del visioni meccaniciste e
pitagorismo naturaliste di
Democrito: dimenticano
la centralità delle cause
finali (Bene, scopo)