2. La struttura
L'Eneide è il poema più rappresentativo dell'epica latina, scritto
dal poeta Virgilio nel I secolo a.C. (tra il 29 a.C. e il 19 a.C.).
L’Eneide resta incompiuta per la morte dell’autore.
E’ scritto in versi detti esametri. Si compone di 12 libri
Il numero non è casuale: concilia l’esigenza della brevitas romana
con il numero di libri di Iliade e Odissea (24 libri).
Virgilio divide la materia del suo capolavoro in modo che sia la
sintesi dell’opera di Omero:
• Dal I al VI libro il modello è l’Odissea (il viaggio avventuroso)
• Dal VII al XII libro il modello è l’Iliade (la guerra)
• Il sesto libro fa da raccordo
3. Titolo: dal nome del protagonista, eroe troiano. Enea era figlio di
Anchise (che era cugino del re Priamo) e della dea Venere.
Vicenda: Il poema, che inizia in medias res racconta la leggendaria
storia di Enea, un principe troiano fuggito dalla città dopo la conquista
dei greci, che arrivò in Italia, dove diventò il precursore del popolo
romano.
Stile: il tono è elevato, con uso frequente di epiteti, similitudini, stile
formulare.
4. La struttura
Luoghi: lo scenario geografico copre tutto il Mediterraneo, cioè
tutto il mondo allora conosciuto.
5. L’Eneide, si inserisce pienamente nel genere epico di ascendenza
greca, riuscendo a farsi interprete dei valori della romanità e dello
spirito di restaurazione morale augusteo, tanto da divenire il poema
nazionale di Roma.
Virgilio vive nel I secolo a.C., negli anni tormentati del passaggio dalla
repubblica all’impero, caratterizzati da guerre civili al termine delle
quali prenderà il potere Ottaviano Augusto, il primo imperatore
romano.
Ottaviano Augusto portò pace e stabilità dopo il sanguinoso periodo di
guerre civili. (Egli scelse il poeta Virgilio perché esaltasse la grandezza e
gli ideali dell’impero.)
Augusto chiede al poeta mantovano Virgilio di comporre un ’opera
nella quale siano rispecchiati tutti i valori della civiltà romana.
Il poeta accetta perché apprezza l’operato di Augusto e crede
nella sua capacità di assicurare la pace universale .
Si tratta quindi di un’opera encomiastica.
6. Analisi testuale dell’Eneide
• L’ordine della narrazione:
intreccio e fabula non coincidono. Infatti la maggior parte delle
vicende sono raccontate attraverso una lunga analessi.
• Struttura:
I. Esposizione: contenuta nel proemio del poema
II. Esordio: Una tempesta scaraventa le navi troiane sulla costa libica
III. Peripezie: le vicende accadute dopo la caduta di Troia- a Cartagine- in Lazio
IV. Scioglimento: il duello finale di Enea contro Turno e l’uccisione del
guerriero latino
• Il tempo della narrazione:
I. Cronologia assoluta: 1250 a.C. (passato)
II. Cronologia relativa: sette mesi
• Narratore:
esterno, nascosto, (eccetto nel proemio in cui il narratore compare per
chiedere ispirazione alla divinità), onnisciente. Compare un importante
narratore di 2° grado (Enea durante l’analessi)
• Focalizzazione:
Focalizzazione zero (il narratore ne sa più dei personaggi)
La struttura
7. VIRGILIO
La vita: Publio Virgilio Marone, considerato il maggior poeta latino, nacque nel 70 a.C. ad Andes,
un villaggio vicino a Mantova, da una famiglia di medi proprietari terrieri.
Ricevette l'istruzione di base a Cremona e Milano, studiò poi retorica a Roma e filosofia a Napoli.
Dopo le guerre civili scoppiate alla morte di Giulio Cesare e forse a causa delle confische dei beni
attuate da Ottaviano e Antonio dopo la battaglia di Filippi, Virgilio si trasferì a Roma. Qui entrò
nel circolo letterario di Mecenate e strinse amicizia con i principali poeti latini del tempo,
soprattutto Orazio. Fu legato ad una profonda amicizia con Ottaviano, divenuto, dopo la
vittoriosa conclusione delle guerre civili, signore di Roma e iniziatore, con il titolo di Augusto,
dell'era imperiale.Amante della natura e della vita campestre, Virgilio si ritirava spesso in
Campania per potersi dedicare più tranquillamente alle sue opere. La sua vita trascorse quindi
ritirata e tranquilla, dedita all'amicizia ma soprattutto alla composizione delle sue opere.
Morì a Brindisi nel 19 a.C., forse a causa della tubercolosi, mentre tornava da un viaggio in
Grecia. Fu sepolto a Napoli, sulla via per Pozzuoli.
Le opere di Virgilio sono tre:
• l'Eneide, l'opera più importante di tutta la letteratura latina;
• le Bucoliche;
• le Georgiche.
9. I temi
• La città di Roma deve essere riscattata dalle sue origini oscure , così come deve essere esaltato il
popolo romano con le sue fondamentali virtù: l’amore per la famiglia, per la patria e il senso del
dovere
• L’intervento degli dei
• Il viaggio
• La punizione della trasgressione (hybris)
• La pietas, il valore più importante di ogni onesto cittadino romano e consisteva nel rispetto di vari
obblighi morali
Enea, protagonista del poema, è l'incarnazione dei valori civili e morali che per Virgilio sono fondamentali per costruire
un mondo pacifico: la forza d'animo di fronte alle avversità e al dolore, il sacrificio personale per il raggiungimento del
bene comune, una profonda umanità nei confronti di coloro che soffrono, ma soprattutto la “pietas”, cioè la totale
adesione al dovere verso gli dei, verso la patria e verso la famiglia.
Rispetto all'eroe omerico, Enea non è un eroe audace e sanguigno, ma mostra una psicologia più complessa e grande
sensibilità e commozione nei confronti dei sentimenti dei suoi compagni e addirittura dei suoi nemici. L'originalità
dell'Eneide, dunque, sta proprio nel fatto che il poema è caratterizzato spesso da toni malinconici, ben lontani dai
modelli omerici.
L'Eneide viene identificata come:
• Poema del fato, perché il fato, oltre agli dei, nell'Eneide ha il ruolo più importante.Anche gli dei non possono nulla di
fronte al volere del fato;
• Poema di Augusto, perché privilegia gli aspetti politici e propagandistici dell'impero augusteo. Viene celebrata la figura
di Augusto, che ha origine dalla gens Iulia (il figlio di Enea viene presentato come l'antenato della gens Iulia);
Poema dei vinti, perché molte vite vengono sacrificate affinché Enea raggiunga il suo scopo. Una dei vinti è Didone,
regina di Cartagine, la quale si innamora perdutamente di Enea. Quando l'eroe decide di ripartire per l'Italia, in preda alla
disperazione si toglie la vita.
10. Enea è in viaggio verso un luogo sconosciuto da sette anni all’apertura dell’Eneide. Tuttavia gli eventi narrati nell'Eneide non presentano una chiara scala
temporale. Il poema inizia in medias res.
Intreccio:
I: Una tempesta causata da Giunone, irata contro i Troiani, fa approdare Enea lungo le coste presso
Cartagine. Con l’aiuto della madre Venere, Enea viene bene accolto dalla regina Didone, alla quale racconta
la fine di Troia.
II: Racconto di Enea: durante la distruzione della città, Enea riesce a scappare con il padre Anchise e il figlio.
III: Racconto di Enea: partiti da Troia, Enea si rende conto che una nuova patria lo attende in Occidente.
IV: Dopo la partenza di Enea da Cartagine Didone si uccide profetizzando l’eterno odio tra Cartagine e i
discendenti dei Troiani.
V: I Troiani giungono in Sicilia dove svolgono dei giochi in onore di Anchise.
VI: Enea arriva in Campania dove consulta la Sibilla ed entra nel mondo dei morti. Qui incontra: Deifobo
caduto a Troia, Didone, Palinuro, il timoniere, e il padre che gli mostra la sua eroica discendenza.
VII: Enea arriva alla foce del Tevere e riconosce in essa la terra promessagli dal padre. Qui stringe un patto
con il re Latino, ma interviene Giunone che fa scagliare contro di loro il principe Rutolo, Turno. Enea non può
più sposare la principessa Lavinia.
VIII: Enea è costretto a risalire il Tevere dove trova degli alleati in Evandro, re di un piccolo gruppo di Arcadi, e
in una coalizione di Etruschi.
IX: Con Enea assente il campo troiano è in una situazione critica.
X: Enea irrompe nella scena e uccide l’alleato di Turno, Mezenzio, che a sua volta uccide Pallante protetto di
Enea.
XI: Dopo la sua vittoria Enea piange l’amico morto. Le sue offerte di pace non hanno successo.
XII: Turno accetta di sfidare Enea a duello, ma un intervento di Giunone fa riprendere la guerra. Enea
sconfigge Turno e lo uccide nel nome di Pallante.
La trama
11. La trama(p. 158)
Fabula:
1) Ulisse suggerisce ai greci l’inganno del cavallo
e Troia cade.
2) Durante il saccheggio, Enea fugge da troia col padre Anchise e il
figlio Ascanio.
3) Enea e i suoi vagano per il Mediterraneo, cercando la terra
promessa dall’oracolo di Apollo.(Creta, le isole Strofadi abitate
dalle Arpie, Scilla e Cariddi, Cuma, in Sicilia abitata da Polifemo…)
4) Giunone li fa naufragare a Cartagine, dove Enea racconta le sue
avventure alla regina Didone
5) Didone si innamora di Enea, ricambiata, ma richiamato al suo
dovere Enea la lascia. Didone giura vendetta e si uccide
6) Enea arriva in Campania dove consulta la Sibilla ed entra nel mondo
dei morti
7) Enea arriva alla foce del Tevere e riconosce in essa la terra
promessagli dal padre
8) Dopo una serie di guerre contro le popolazioni locali, fomentate da
Giunone, Enea uccide il campione nemico
12. Gli dei presenti nel poema sono:
Venere, dea madre di Enea che nel racconto figura come sua
protettrice e anche come colei che fa sbocciare l'amore tra il capo
troiano e Didone;
Giunone, divinità avversa da sempre ai troiani e quindi anche a Enea;
Giove, garante del Volere e del Fato: è, in questo poema, più che un
dio, un'entità astratta assai imparziale che rappresenta l'equilibrio;
altri dei dell'Olimpo (Nettuno, Apollo, Diana, Mercurio, Cupido, Iride,
Vulcano), il dio Sonno, la Furia Aletto e divinità propriamente latine
che sono strumenti per attuare il volere maggiore.
Il personaggio principale è Enea, eroe pius, e dunque uomo caro alla
maggior parte degli dei. Enea è un capo maturo e responsabile. Si
sottomette completamente al volere degli dei, rispetta e venera il
padre, è attento verso il figlio, è leale ma ha momenti di incertezza e
di dubbio. Per il resto Enea incarna le virtù dei grandi personaggi
romani
Nei primi sei libri del poema svolgono un ruolo determinante Didone,
la regina di Cartagine, e Anchise, che profetizzerà al figlio Enea il
destino glorioso dei suoi discendenti.
I personaggi (pag.163)
13. La trama(p. 158)
Nei primi sei libri del poema svolgono un ruolo determinante Didone, la
regina di Cartagine, e Anchise, che profetizzerà al figlio Enea il destino
glorioso dei suoi discendenti.
Nemico principale di Enea è Turno, il giovane re dei Rutuli, a tratti feroce
in guerra; ma mai presentato come figura negativa. Turno è anch'egli un
uomo animato da profonda religiosità, tratta con grande rispetto i
genitori della promessa sposa e lo si vede spesso in ansia per la sorte del
suo popolo: l'unico suo tratto poco nobile è una certa tendenza
all'ostentazione. Agli antipodi di Enea sta semmai il maggior alleato di
Turno, Mezenzio, per il suo spregio verso dei e nemici: tuttavia la morte
di suo figlio Lauso rivelerà anche in quest'uomo apparentemente
insensibile alcuni tratti di insospettata umanità.
L'Eneide è anche il poema degli eroi giovanissimi, strappati troppo
presto alla vita per colpa della guerra: il poeta mette sempre in risalto le
loro uccisioni, siano essi di parte troiana e filotroiana (Eurialo, Niso,
Corebo, Pallante, Salio) o italica (Camilla, Tarquito, Clizio, Lauso,
Camerte, il cortigiano Almone, i gemelli Laride e Timbro, il bellissimo
Serrano, e altri ancora).
14. I personaggi
Rispetto all’Iliade, il sistema dei personaggi dà maggior spazio agli uomini rispetto
agli dei.
Gli eroi nell’Odissea combattono poco, almeno con le armi, e solo per ristabilire un
ordine violato.
Inoltre è importante la presenza femminile.
15. La legge del sacrificio diventa così per Virgilio la legge fondamentale del progresso
storico.
Il lungo estenuante cammino di Enea e dei Troiani verso la terra promessa,
l'ubbidienza fedele, ad essi imposta e da essi consapevolmente accettata, ad un
progetto divino che li trascende, ad un impero universale concepito come capacità
di regere populos ... pacique imponere morem (Aen. VI, 851-2), sbocca,
apparentemente, in un fallimento, nella perdita di sé, come entità nazionale: ma è
proprio questo sacrificio liberamente assunto (il fato virgiliano non prende mai
l'uomo alla sprovvista, ma ne sollecita sempre la libera adesione) e totalmente
consapevole che arricchisce di sofferta e dolorosa umanità la tragica sequenza di
battaglie, di uccisioni e di stragi che Virgilio rappresenta nell'Eneide e che
costituisce la storia di Roma e fa dell'Impero stesso, che di quella sequenza è il
frutto e il compimento, un valore degno di essere realizzato.
Il verso con cui Virgilio chiude il suo prologo (Tantae molis erat Romanae condere
gentem I, 33) si rivela così la chiave di lettura spirituale del poema: nulla di grande,
di bello, di valido nasce se non alla scuola del dolore; nulla nasce se non dalla
morte, ma dalla morte intesa come sacrificio, come nel miracolo delle api, nel IV
delle Georgiche.
Questa verità che Virgilio coglie operante nella vita del cosmo come nel mondo
misterioso delle coscienze, egli la coglie anche nella vita dei popoli e nella storia
degli imperi.
Il significato
16. È fin dalla sua prima opera l'uomo vicino all'uomo, che sente l'uomo nella sofferenza, vittima
sì dell'ingiustizia del "potere", della sorte, della sua passione soprattutto; ma non il disperato:
è l'uomo che trova e in sé e nella solidarietà del prossimo, nella bellezza della natura, nella
vicinanza degli dèi agresti, nell'attesa di un mondo migliore, la speranza di sopravvivere. I victi
tristes possono poi trionfare.
Ma rimane, con Enea soprattutto, il cantore delle doti costitutive dell'homo Europaeus: la
pietas, la virtus, cioè il valore che non è mai compiaciuta, belluina, ma se mai, anche nella
vendetta, sofferta ferocia; la iustitia, la pax, la humanitas, come comprensione nel dolore e
legge di fraternità tra tutti gli uomini:
non ignara mali miseris succurrere disco dice Didone
Virgilio rappresenta il punto più alto della cultura romana perché ha saputo cogliere il
meglio: l’attesa di una nuova età, per tutti, la speranza di un nuovo inizio, fondato nel dolore.
Per questo il Medioevo ha amato Virgilio, fino a renderlo profeta di Cristo.
Dante coglie questo rispetto: rende onore a un uomo mite e schivo facendone il simbolo della
ragione aperta al mistero
Enea è l’eroe che sta sul limitare del mondo moderno: non è un vinto, vede il premio delle
sofferenze sue e dei suoi. Ma non è un trionfatore
Virgilio è il poeta che lo canta
I personaggi