The document provides tips for starting a startup while under 30 years old, including taking advantage of youth, learning on your own, keeping a small team, trusting teammates, getting hands-on experience, networking, and solving your own problems. It also describes a proposed social platform called "Università 2.0" that would allow students and professors to collaborate on education.
questo non è un talk tecnico, è una CALL TO ACTION dedicata in particolare alla parte più giovane di voi.\nmi rivolgo a coloro che si immaginano già un lavoro dipendente dopo gli studi\ne a quelli che invece sono incuriositi dal mondo dell’imprenditoria ma \npensano di dover aspettare studi, un lavoro stabile, famiglia ecc. \n
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lavoro con diego giorgini da più di 7 anni, insieme abbiamo fondato\n
il team fruktarbo e ci occupiamo dello sviluppo di applicazioni web. \nIniziamo con le cose serie.\n
In Italia, l’idea che si ha di una azienda è molto legata al settore industriale e \nmanifatturiero, che sono state la fortuna delle nostre zone. \nFondare questo tipo di aziende necessita di grossi investimenti\niniziali, spazi, macchinari e personale. \n
Grazie alla tecnologia, però, oggi praticamente chiunque, ovunque e con un \ninvestimento che si avvicina allo zero può essere un imprenditore nel \nmondo dei servizi. E’ questa l’idea di startup su cui vorrei che ci concentrassimo.\n
Questa è una lista di under 30 che hanno fondato startup di successo. \nIl patrimonio complessivo di questi ragazzi è valutato in + di 2 mld di $\nPurtroppo non c’è nessun italiano.\nBadate, non credo che il successo sia stato determinato dalle idee,\nalmeno non completamente. sono idee che avreste potuto avere anche voi: \nvendere t-shirt non è certo una cosa nuova. \nPenso che una buona parte del successo sia dovuta invece all’età. vediamo perchè.\n
Questa è una lista di under 30 che hanno fondato startup di successo. \nIl patrimonio complessivo di questi ragazzi è valutato in + di 2 mld di $\nPurtroppo non c’è nessun italiano.\nBadate, non credo che il successo sia stato determinato dalle idee,\nalmeno non completamente. sono idee che avreste potuto avere anche voi: \nvendere t-shirt non è certo una cosa nuova. \nPenso che una buona parte del successo sia dovuta invece all’età. vediamo perchè.\n
Questa è una lista di under 30 che hanno fondato startup di successo. \nIl patrimonio complessivo di questi ragazzi è valutato in + di 2 mld di $\nPurtroppo non c’è nessun italiano.\nBadate, non credo che il successo sia stato determinato dalle idee,\nalmeno non completamente. sono idee che avreste potuto avere anche voi: \nvendere t-shirt non è certo una cosa nuova. \nPenso che una buona parte del successo sia dovuta invece all’età. vediamo perchè.\n
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presto è meglio. \n
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quando si è giovani, è facile fantasticare. nessuno all’ibm avrebbe mai pensato \nche il computer sarebbe entrato nelle case, ci sono voluti due giovani steve per\nquesto.\n
se si è giovani, non si lavora (solo) per denaro, ma si è stimolati a sviluppare\ni proprio progetti per passione, divertimento e sfida delle regole.\n
Bisogna sfruttare al massimo il periodo in cui si ha una famiglia alle \nspalle, e non sulle spalle: ci consente di prenderci dei rischi e alimentare\nl’innovazione\n
quando si è giovani, ci si riprende più facilmente dai fallimenti.\ninoltre c’è tempo per farne di più, ed è importante capire che il \nfallimento ha un grande valore in termini di esperienza.\n
da giovane, si può approfittare della propria età. questo aiuta ad abbattere\nmolte barriere sociali e favorisce dal punto di vista dell’immagine.\nMa...prima c’è la laurea giusto?\n
falso. sento spesso molti amici che rimandano i loro progetti in attesa prima di\nlaurearsi, poi di trovare un lavoro “serio”, poi di mettere su famiglia...e finisce che\ncon questa scusa non realizzano il loro potenziale\n
fra l’altro, le cose che ti servono (tecnologie nuove escono con una frequenza\nincredibile) difficilmente saranno insegnate in un corso universitario. \nil mio insider mi ha confessato che su questo fronte almeno a padova\nsiamo invece piuttosto indietro e, più preoccupante, piuttosto refrattari.\n
non è nemmeno necessario avere tutte le competenze prima di cominciare, \nanche perchè sarebbe impossibile prevederle. C’è tempo di imparare mentre\nsi fa, e in questo modo si acquisiscono delle skill molto più durature.\n
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Mi piacerebbe adesso darvi qualche consiglio sulle cose che ho imparato\nfinora e che mi sono state particolarmente utili.\n
un team con molte persone non funziona. non sottovalutate i costi delle\ncomunicazioni. i tempi si allungano. aumentano le possibilità di conflitto \nn(n-1)/2. \n
un team è basato sulla fiducia. siate trasparenti al massimo. e non \npretendete di formare un team con i vostri amici, con quelli potete\nsempre andare a bere una birra insieme.\n\n
Bisonga essere pragmatici, agili, lean. bisogna fare le cose, non \nperdersi in chiacchiere. e se questo significa costruire un gazebo \ninvece di un grattacielo, forse riflettendoci si capisce che\npotrebbe essere sufficiente quello.\n
mia preferita\nio penso che in un team non ci sia posto per la “persona delle idee”.\nprima vengono i tecnici, “chi fa”. poi (forse) i chiacchieroni cravattati.\n
bisogna essere versatili. proprio perchè il team è piccolo, bisogna sviluppare\ntutta una serie di competenze trasversali e nuove. La cosa è molto stimolante\nil più delle volte.\n
Nessun manuale farà il lavoro al posto nostro, e nemmeno qualche \nanalista-dei-prerequisiti-blabla. se volete fare software, \ndovete essere programmatori.\n
giovani vuole anche dire con poca esperienza. \nma rimarreste stupiti di quante persone in gamba sono là fuori pronti a darvi una mano. \nancor di più lavorando su internet, viene valorizzata la conoscenza personale.\n
bisogna essere pronti a cogliere tutte le opportunità, e anche se a volte \nne parliamo male non è che in italia manchino (a volte sono perfino sovrapposte)\n
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Le idee migliori sono quelle che risolvono i nostri stessi problemi,\nsarà perché siamo noi stessi le persone a cui vogliamo più bene.\nPer fare un esempio concreto...\n
ecco il problema su cui io e diego ci stiamo concentrando in \nquesto momento. \n
questo è un progetto che ha vinto una delle borse di studio del wcap tour 2010\ne consiste nella creazione di...\n
creare una rete attorno ai contenuti didattici\n
dove siano naturali situazioni di questo tipo\n
un archivio interattivo di tutto il materiale, dove sia possibile per gli studenti consultare\nle dispense di tutti gli insegnanti, anche se non sono i lori, e votare i contenuti migliori\n
i docenti avranno un account verificato, con degli strumenti a disposizione per gestire\ni loro corsi in modo ufficiale. Avranno anche un profilo pubblico, con i loro dati, interessi\ndi ricerca, pubblicazioni.\n
università 2.0 è un progetto sulla nuvola, concepito per essere accessibile ovunque\nperchè realizzato con standard aperti. vogliamo anche stimolare in questo modo\nla crescita tecnologica nella didattica universitaria.\n
docenti curiosi e studenti interessati, perchè all’inizio ci saranno poche funzionalità \ne anche qualche bug. tuttavia sarà molto prezioso ricevere da subito questo feedback,\ne cominciare immediatamente a creare la banca dati di università 2.0\n\n
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siete i primi a saperlo, abbiamo appena registrato il dominio per questo progetto. \nsegnatevi di farci un giro all’inizio di febbraio\n
siete i primi a saperlo, abbiamo appena registrato il dominio per questo progetto. \nsegnatevi di farci un giro all’inizio di febbraio\n