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LE GRANDI ESTINZIONI:



 Micro storia della terra e della vita




              relatore Manlio Suvieiri   1
Nascita del sistema solare
   L'origine del Sole e del Sistema Solare è legata alla condensazione di una
    nube primordiale di gas e polveri come se ne vedono tante nella nostra
    galassia.

   E' probabile che l'evento che innescò il collasso sia stato esterno alla nube
    stessa.

   Gli scienziati hanno avanzato l'ipotesi che possa essersi trattato
    dell'esplosione di una supernova vicina, cioè di una stella di grande massa
    che arrivata alla fine della sua vita esplode, espellendo tutta la sua
    atmosfera nello spazio.

    La silenziosa onda d'urto avrebbe dato quindi la spinta iniziale alla nube:
    così la morte di una stella può generare la nascita di un'altra stella.




                          relatore Manlio Suvieiri
   Una volta innescato, il collasso si alimenta da solo: si
    genera un'attrazione gravitazionale sempre maggiore
    che tende a sua volta a raggruppare la massa.
   La materia in caduta libera non cade in linea retta
    verso il centro, ma vi ruota intorno in spirali sempre
    più strette.
   La rotazione del Sole e dei pianeti intorno al loro
    asse, così come la rivoluzione dei pianeti e degli altri
    corpi intorno al Sole, è proprio il residuo di questo
    mulinello iniziale.


                      relatore Manlio Suvieiri
relatore Manlio Suvieiri
Nascita dei pianeti
 Formata la stella, il materiale restante continuò a ruotare
  intorno al centro assottigliandosi in un disco e formò per
  urti e successive aggregazioni i pianeti a partire dai
  granelli di polvere presenti.
 Ancora oggi i corpi maggiori del Sistema Solare ruotano
  intorno alla nostra stella su uno stesso piano, chiamato
  eclittica.
 Gli scienziati sostengono che gli asteroidi, i corpi
  ghiacciati e le polveri che popolano il nostro sistema
  planetario costituiscano i residui più antichi della sua
  formazione, cioè il frutto di aggregazioni primordiali che
  non sono riuscite a evolvere in pianeti.
 Le loro orbite più inclinate rispetto all’eclittica
  testimoniano proprio il fatto che questi corpi sono rimasti
  esclusi dal meccanismo di formazione principale lungo il
  disco di rotazione.




                    relatore Manlio Suvieiri
Quando è avvenuto tutto ciò?
   Attraverso misure radiometriche su delle meteoriti alcuni
    ricercatori hanno stimato che l'età del sistema solare sia
    di circa 4,5 miliardi di anni.
   Le più vecchie rocce della Terra sono vecchie circa 3,9
    miliardi di anni.
   Rocce di questa età sono rare dato che la superficie
    terrestre è soggetta ad un continuo rimodellamento
    dovuto a erosione, vulcanismo e
    movimento delle placche continentali.



                     relatore Manlio Suvieiri
Misure dell’età
     Nell'universo, spazio significa tempo e viceversa, poiché la
    luce non viaggia a velocità infinita: la luce che noi riceviamo
     di una galassia lontana, 5 miliardi di anni luce da noi, porta
                 con sé l'immagine di quella galassia
                          quale era 5 miliardi
                               di anni fa

    Il parsec (abbreviato in pc) è un' unità di lunghezza usata
     in astronomia . Significa "parallasse di un secondo d'arco"
     ed è definito come la distanza dalla Terra (o dal Sole ) di
     una stella che ha una parallasse annua [1] di 1
     secondo d'arco . Il termine fu coniato nel 1913 su
     suggerimento dell'astronomo britannico
     Herbert Hall Turner . 1 pc corrisponde a 3,263 A.L.
    unità astronomica è un' unità di misura pari alla distanza
     media tra il pianeta Terra e il Sole . 150 ml DI KM
    L'anno luce (al) è un'unità di misura della lunghezza,
     definita come la distanza percorsa dalla
     radiazione elettromagnetica ( luce ) nel vuoto
     nell'intervallo di un anno . Corrisponde 9 461 miliardi di
     kilometri o circa 63 241 volte la distanza fra la Terra ed il
     Sole               relatore Manlio Suvieiri
-Eratostene di Cirene intorno al 240 a.e.c. ottiene 12.629 km che è
quasi esattamente il valore del diametro terrestre.
-Ipparco di Nicea, intorno al 150 a.e.c., determinò la distanza fra la
Terra e la Luna utilizzando l’ombra di un’eclissi di luna molto vicino
alla realtà
-Per determinare le distanze di corpi lontani si usa il sistema
cosiddetto della parallasse. Se si tiene il pollice vicino agli occhi e lo
si guarda prima con l'occhio destro (tenendo chiuso il sinistro) e poi
con l'occhio sinistro (tenendo chiuso il destro), lo si vede spostarsi
sullo sfondo della parete lontana. Se ora si pone il pollice un po' più
lontano dagli occhi, e lo si guarda nello stesso modo, si nota ancora
uno spostamento, ma di minore entità.. Dalla Terra è possibile
osservare un corpo celeste da posizioni ce distano al massimo quanto
il diametro terrestre
-Una variabile Cefeide è una stella variabile, notevole per la
correlazione molto stretta tra il periodo di variabilità e la luminosità
stellare assoluta.
Grazie a questa correlazione, e alla grande precisione con cui viene
misurato il periodo pulsazionale, le variabili Cefeidi possono essere
usate come candele standard per determinare con precisione la
distanza degli ammassi globulari e delle galassie in cui sono
contenute.

                         relatore Manlio Suvieiri
Nascita della terra
  La Terra nacque 5 miliardi di anni fa. A seguito del Big Bang
  e della formazione delle galassie, il materiale incandescente
  disperso intorno al Sole cominciò ad aggregarsi formando i primi
  corpi celesti, tra questi anche la Terra
 Col passare del tempo la materia iniziò a raffreddarsi solidificando
  e dando luogo a una imponente evaporazione e condensazione da
  cui si originarono gli oceani.
 Circa 3,5 miliardi di anni fa la Terra era già un corpo celeste
  formato prevalentemente da azoto, carbonio e idrogeno
 In seguito all'azione di diversi fattori, dell'elettricità e degli elementi
  chimici fecero la comparsa gli amminoacidi e, dalla loro
  aggregazione, le proteine.




                         relatore Manlio Suvieiri
Nascita della vita
   Da questi primi composti organici nacquero le prime forme di
    vita . I processi chimici che la generarono sono ancora oggetto
    d'indagine scientifica.

    I primi organismi viventi elementari furono i batteri, le spugne e le
    alghe azzurre. Il loro nutrimento era basato essenzialmente sulla
    fotosintesi clorofilliana, un processo che iniziò a sottrarre carbonio
    dall'atmosfera rilasciando al suo posto l'ossigeno nelle acque
    oceaniche

   L'atmosfera planetaria si arricchì man mano d'ossigeno e le prime
    forme di vita vegetale iniziarono ad uscire dall'acqua per colonizzare
    la terra ferma. La vita si diversificò in milioni di modi e di forme,
    dapprima invertebrate e successivamente anche vertebrate. La
    selezione naturale fece il suo corso facendo nascere, estinguere ed
    evolvere le specie dominanti.




                         relatore Manlio Suvieiri
Al congresso europeo di Scienza planetaria che si è
 tenuto in ottobre 2012 a Madrid, un gruppo di astrofisici ha
 illustrato la teoria sulla nascita della vita, microorganismi
 trasportati sulla Terra da frammenti di meteoriti provenienti da
 altri pianeti possono essere stati il germe primigenio della vita sul
 nostro pianeta.
          Usano un termine lungo e complesso, ma che cattura
 l’immaginazione: litopanspermia. Ovvero la disseminazione
 ovunque nello spazio di spore di vita trasportate da rocce».

         L'origine della vita sulla Terra è databile entro un periodo
compreso tra i 4,4 miliardi di anni fa, quando l'acqua allo stato
liquido comparve sulla superficie terrestre, e i 2,7 miliardi di anni fa
quando la prima incontrovertibile evidenza della vita è verificata
da isotopi stabili e biomarcatori molecolari che mostrano l'attività di
fotosintesi.

         Il processo evolutivo che ha portato alla formazione di un
sistema complesso e organizzato (ovvero il primo essere vivente) a
partire dal mondo prebiotico è durato centinaia di milioni d'anni, ed è
avvenuto attraverso tappe successive di eventi che, dopo un numero
elevato di tentativi e grazie all'intervento della selezione naturale,
hanno portato a sistemi progressivamente più complessi.
                       relatore Manlio Suvieiri

                      Le ere geologiche
    Archeozonica o Precambriana (da 3500 a 600 milioni di anni fa). Fecero la prima
    comparsa gli organismi viventi sotto forma di spugne, batteri e alghe .
    Questa Era si suddivide in due periodi: Archeano e Algonchiano.

    Primaria o Paleozoica (da 600 a 220 milioni di anni fa). Iniziarono a formarsi i
    coralli e le felci . Questa Era è composta da diversi periodi: Cambriano,
    Ordoviciano, Siluriano, Devoniano, Carbonifero, Permiano.


    Secondaria o Mesozoica (da 220 a 70 milioni di anni fa). Comparvero le forme di
    vita distinte in nuove specie: quella dei sauri, degli insetti. Si diffusero le
    prime conifere . Questa Era si distingue in tre periodi: Triassico, Giurassico e
    Cretacico.

   Terziaria o Cenozoica (da 70 a 1 milione di anni fa). Scomparvero i Sauri e la
    Terra fu colonizzata dall'evoluzione delle specie minori: pesci, fiori, rettili,
    mammiferi, uccelli. Questa Era si suddivide in due periodi: Paleogene e Neogene

   Quaternaria o Neozoica (da 1 milione di anni fa fino ad oggi). L'evoluzione umana
    compie notevoli passi in avanti con la comparsa dell'Homo Sapiens, e del
    Sapiens Sapiens. Scomparvero altre specie come quella di Neanderthal .
    Questa Era si suddivide in due periodi: Pleistocene e Olocene




                             relatore Manlio Suvieiri
ERE GEOLOGICHE




  relatore Manlio Suvieiri
Nascita dell’uomo
   La nascita dell'uomo sulla Terra risale a 250-500 mila anni fa ( mezzo milione di anni
    fa). E' comunque difficile dare una data precisa. L'evoluzione dell'uomo dai primi ominidi è
    un processo continuo, avvenuto prevalentemente in Africa in regioni e periodi diversi. Gran
    parte dell'evoluzione dell'uomo si svolge nella preistoria, in condizioni ambientali del tutto
    critiche e durante i periodi di glaciazione del globo. I primi uomini hanno imparato a
    superare le difficoltà dell'ambiente e della natura, servendosi di strumenti e dell'ingegno .
   Sin da quando Charles Darwin formulò la sua teoria sulle origine delle specie viventi, si è
    cercato di ricostruire la linea evolutiva che portò all'uomo. I numerosi ritrovamenti fossili
    avvenuti negli ultimi tempi hanno permesso ai paleontologi di risalire fino alla comparsa dei
    primi ominidi; ma resta ancora da fissare il termine cronologico per la comparsa del nostro
    più antico progenitore e da individuare l'anello che collega i primi ominidi alla catena
    evolutiva precedente. La ricerca paleontologica è tuttora in evoluzione e non si esclude
    che nuove scoperte possano portare alla formulazione di diverse teorie. Fino a non molti
    anni fa si riteneva che il più antico antenato dell'uomo fosse il Ramapiteco , una scimmia
    antropomorfa che circa 12-11 milioni di anni fa scese dagli alberi per vivere al suolo, in
    seguito alla comparsa delle savane al posto delle foreste tropicali.
   I primi resti fossili attribuibili ad un progenitore dell'uomo sono stati trovati in Etiopia, nella
    valle di Hadur, datati a circa 4 milioni di anni fa. Si tratta di un individuo di sesso femminile,
    battezzato Lucy dallo scopritore, appartenente al genere Australopitecus afarensis




                                   relatore Manlio Suvieiri
ESTINZIONI
   Ogni milione di anni, normalmente si estinguono
    da 2 a 5 famiglie biologiche di invertebrati marini
    e vertebrati che rappresenta il tasso di
    estinzione
   L’estinzione di massa (dalla descrizione
    dell'evento più caratteristico e disastroso), è un
    periodo geologicamente breve durante il quale vi
    è un massiccio sovvertimento dell'ecosistema
    terrestre, con scomparsa di un grande numero di
    specie viventi e sopravvivenza di altre che
    divengono dominanti.

                   relatore Manlio Suvieiri
Le grandi estinzioni
   negli ultimi 500 milioni di anni, cioè dalla presumibile nascita dell’uomo,
    un’importante percentuale delle specie che popolavano la terra (tra il 50 e il
    90 per cento) è scomparsa in un lasso di tempo molto breve dal punto di
    vista geologico.

   Nonostante la loro portata catastrofica, le grandi estinzioni sgombrano la
    strada alla comparsa di nuove forme di vita.

    I dinosauri apparvero in seguito a una delle più gravi estinzioni di massa
    mai verificatasi sulla Terra, quella avvenuta circa 250 milioni di anni fa, al
    passaggio dal Permiano al Triassico.

    L’estinzione di massa più studiata, quella avvenuta alla fine del Cretaceo,
    65 milioni di anni fa, ha segnato la fine dei dinosauri e creato le condizioni
    per una rapida evoluzione e diversificazione dei mammiferi.




                            relatore Manlio Suvieiri
Ordoviciano-Siluriano (circa 450
            milioni di anni fa)
    In un periodo di tempo di pochi milioni di anni, probabilmente a causa di imponenti
     glaciazioni, il livello marino si abbassò drasticamente causando l'estinzione
     di molte specie marine, in particolare quelle residenti nei fondali bassi e
     nelle acque calde.
    - Depositi glaciali di questo periodo sono stati trovati persino in prossimità
     dell'Equatore, nel deserto del Sahara, suggerendo un drastico raffreddamento del
     clima mondiale.
    - Si pensa infatti che, a causa della deriva dei continenti , il supercontinente
     Gondwana , transitando vicino al Polo Sud , abbia causato una prolungata
     glaciazione. Gli impulsi glaciali furono almeno due, separati tra loro da circa 500.000-
     1.000.000 di anni, durante i quali il livello del mare risalì rapidamente.
     - Si stima che l'estinzione abbia riguardato circa l'85% delle specie allora
     esistenti tra invertebrati e pesci primitivi.
    Secondo una recente ipotesi, avanzata da Prof. Adrian L. Melott dell'
     Università del Kansas, questa estinzione di massa sarebbe stata causata da lampi di
       raggi gamma dovuti all'esplosione di una supernova relativamente "vicina"
     (qualche migliaio di anni luce) particolarmente massiccia, che avrebbe causato
     gravissimi squilibri nella catena alimentare e nel clima




                               relatore Manlio Suvieiri
relatore Manlio Suvieiri
relatore Manlio Suvieiri
Devoniano (circa 377 milioni di anni fa)

   In questo periodo si verificò un'estinzione di
    massa che interessò una percentuale stimata in
    circa l'82% delle specie viventi. Anche se
    alcuni ricercatori suggeriscono come
    causa dell'estinzione alcuni impatti
    asteroidali , non dovrebbe essersi trattato di un
    evento improvviso in quanto le estinzioni si
    svilupparono durante un periodo di circa 3
    milioni di anni. In Brasile sono stati trovati
    depositi glaciali relativi a questo periodo.



                  relatore Manlio Suvieiri
Permiano-Triassico (circa 251 milioni di anni
                                       fa)
   Si tratta sicuramente dell'estinzione di massa più catastrofica di tutti i tempi.
    Circa il 96% delle specie animali marine si estinse e
    complessivamente scomparve il 50% delle famiglie animali esistenti.
    Secondo alcuni ricercatori questa estinzione avvenne in un periodo
    rapidissimo, secondo altri invece si sono verificati tre o più episodi durante
    un periodo di tempo di circa 3 milioni di anni.
   Nel sottosuolo australiano è stato scoperto recentemente un antico cratere
    da impatto, largo circa 120 chilometri, che risale all'epoca della grande
    estinzione. .
   Alcuni scienziati sono convinti che a provocare l'estinzione sia stato un
    episodio di vulcanismo intenso che si è verificato proprio 250 milioni di anni
    fa. Infatti a Norilsk in Siberia è stata individuata un'enorme colata di basalto,
    spessa 4 km e ampia 2,5 milioni di km².
   Recentemente, (2006 il satellite Grace Nasa) ha fornito una prova all'ipotesi
    del meteorite che avrebbe provocato l'estinzione scoprendo l'enorme
    cratere della Terra di Wilkes di 450 km di diametro rilevato in Antartide e
    risalente proprio, secondo gli esperti, a 250 milioni di anni fa.



                            relatore Manlio Suvieiri
Triassico-Giurassico        (circa 203 milioni
                           di anni fa)
   Al termine del Triassico, la temperatura salì di circa 5 gradi Celsius
    e si estinse circa il 76% delle specie viventi, tra le quali la quasi
    totalità dei terapsidi (rettili particolari, precursori dei
    mammiferi ) e molti anfibi primitivi , e l'84% dei bivalvi . Tra le
    cause proposte per spiegare questa estinzione, oltre a
    impatti di corpi extraterrestri , ricordiamo variazioni climatiche
    verso una crescente aridità, variazioni del livello del mare
    e diffusa anossia ( mancanza di ossigeno) dei fondi marini a causa
    della divisione di Pangea o,
   Un’ultima ipotesi in ordine di tempo, il rilascio di grandi quantità di
    metano dal fondo degli oceani, Nel corso dei successivi 150.000
    anni, il riscaldamento globale del pianeta ha provocato un
    aumento dell'erosione delle rocce sulla superficie terrestre
    di almeno un 400%, causando reazioni chimiche che consumarono
    il biossido di carbonio in eccesso ponendo fine al riscaldamento
    globale.


                         relatore Manlio Suvieiri
Cretaceo-Terziario (circa 66 milioni di
                 anni fa)
 l'estinzione di circa il 76% di tutte le specie viventi, compresi i dinosauri
 La causa di questa estinzione rimase un mistero a cui si diedero le spiegazioni più
  diverse e assurde, finché, nel 1980, il premio Nobel per la chimica
  Luis Alvarez , suo figlio Walter e Frank Asaro misurarono in alcuni livelli
  geologici risalenti al limite K-T (abbreviazione per Cretaceo-Terziario),
  campionati vicino a Gubbio , la presenza di una concentrazione insolita di
  iridio , un elemento chimico piuttosto raro sulla Terra, ma comune nelle meteoriti. Si
  avanzò pertanto l'ipotesi che l'estinzione di massa fosse stata provocata dall'urto con
  un meteorite.
 È stata scoperta recentemente (inizi anni 90) un'enorme struttura circolare
  sotterranea situata nella penisola dello Yucatan , vicino alla città di Puerto
  Chicxulub presso Mérida. Lo studio su questo cratere ha portato alla conclusione che
  il meteorite che avrebbe colpito la Terra alla velocità stimata di 30 km/s ,
  avrebbe avuto un diametro di almeno 10 km e avrebbe liberato un'energia pari a
  10.000 volte quella generabile da tutto l'arsenale nucleare ai tempi della guerra
  fredda.
 Un'altra possibile struttura candidata a essere la testimonianza dell'impatto di un
  corpo celeste con la terra, provocando l'estinzione di fine cretaceo è il
  cratere di Shiva, oggi localizzato sul fondo dell'oceano Indiano, a ovest di Mumbai. Il
  suo cratere, dal diametro di circa 500 km, sarebbe stato prodotto da un meteorite
  avente un diametro di circa 40 km.
                                relatore Manlio Suvieiri
Fino ad oggi si considerano dunque cinque grandi
  estinzioni di massa (chiamate anche big five ),
intervallate l'un l'altra rispettivamente da circa 69,
          124, 71 e 115 milioni di anni.


  Oltre alle cinque grandi estinzioni vi sono stati
periodi in cui si sono verificate estinzioni di minore
    entità. Tra le piccole estinzioni si possono
annoverare quelle avvenute 2, 11, 35-39, 90-95
  e 170 milioni di anni fa. Per spiegare queste
  estinzioni sono state proposte diverse ipotesi.



                  relatore Manlio Suvieiri
Ipotesi sono allo studio per spiegare queste
                  estinzioni
 Una prima suggerisce un ciclo di piccole estinzioni ogni
  26 -30 milioni di anni. È difficile datare accuratamente i
  fossili al fine di produrre risultati affidabili, ma molti studi
  di questa ipotetica periodicità suggeriscono che altre
  estinzioni minori sono state separate da periodi di tempo
  di solo 10 milioni di anni.
 Una seconda suggerisce invece che il ciclo di estinzioni
  sia stato causato da una non ancora osservata
  stella binaria compagna del Sole chiamata Nemesis .
  Essa, periodicamente, influirebbe sulla Nube di Oort
  causando la deviazione di diverse centinaia o migliaia di
  asteroidi e comete verso il Sole (e di conseguenza verso
  la Terra ) una volta ogni 26 milioni di anni.
 Una terza, nota come ipotesi di Shiva , suggerisce che
  l'oscillazione del sistema solare attraverso il piano
  galattico provochi come risultato un anomalo e intenso
  flusso cometario.



                      relatore Manlio Suvieiri
Altre ipotesi
 Una quarta prevede un periodico e intensissimo vulcanismo
  su scala planetaria, durante il quale rocce gigantesche verrebbero
  lanciate su di una traiettoria sub orbitale. Le conseguenze degli
  impatti sarebbero molto simili agli effetti degli impatti di asteroidi.
 Una quinta, che in parte può essere ricondotta alla quarta, prevede
  che a seguito di un periodo di intenso vulcanismo la percentuale
  di anidride carbonica presente in atmosfera possa
  aumentare velocemente, sfavorendo l’assorbimento di ossigeno
  da parte dei mari. Microrganismi marini produttori di acido solfidrico
  normalmente abitano in prossimità del chemioclino (zona di
  equilibrio tra acque sature d’acido e ricche d’ossigeno). Una
  riduzione dell'assorbimento dell'ossigeno nell'oceano conduce a un
  innalzamento del chemioclino.
 Secondo un studio pubblicato su Le scienze, se la percentuale di
  anidride carbonica presente in atmosfera raggiunse un valore limite,
  stimato intorno alle 1000 ppm, il chemioclino potrebbe raggiungere
  la superficie dell'oceano, rendendo anossico il mare e liberando
  tremende bolle di gas venefico su tutto il pianeta. Il gas avrebbe
  effetti deleteri anche sullo scudo dell’ozono, favorendo la distruzione
  del fitoplancton che è alla base della catena alimentare.

                        relatore Manlio Suvieiri
Sotto il mare, nel mistero dei buchi
blu
Acqua, acido solfidrico e nessuna forma
di vita, TOSSICITA' In profondità un
ambiente infernale L' ORIGINE
Variazioni di clima ai tempi delle
glaciazioni Si tratta di cavità sommerse
di origine carsica.




                                      Un terribile effetto serra provocato da
                                      colossali eruzioni vulcaniche, o da impatti di
                                      meteoriti che portarono la CO2 a livelli record,
                                      Diminuendo l’ossigeno dell’acqua. L’anossia
                                      Destabilizzò il chemioclino,(confine che separa
                                      Le acque ossigenate da quelle ricche di acido
                                      solfidrico H2S prodotto dai batteri anaerobi del
                                       fondo.) L’H2S risalito in superficie fece
                                      proliferare i batteri anaerobi soffocando la vita
                                      Basata sulla respirazione.

                            relatore Manlio Suvieiri
Metodi di datazione
   Il metodo del 14C permette di datare materiali di origine organica (ossa, legno,
    fibre tessili, semi, carboni di legno, ...) si tratta di una datazione assoluta, vale a dire
    in anni calendariali, ed è utilizzabile per materiali di età compresa tra i 50.000 e i 100
    anni. La sua principale utilizzazione è in archeologia per datare i reperti costituiti da
    materia organica, quindi contenenti atomi di carbonio. (14C). è un isotopo radioattivo
    che si trasforma per decadimento in azoto con un tempo di dimezzamento medio (o
    emivita) di 5730 anni,
   Radiometrico, si basa sulla misura della radioattività residua di rocce e
    di fossili
   Argo-argo Il metodo di datazione argo-argo è stato largamente usato
    per determinare l’età delle rocce, anche di quelle risalenti a miliardi di
    anni fa Come risultato, la tecnica argo/argo fornisce attualmente la più precisa
    datazione assoluta per molti eventi geologici, dalle eruzioni vulcaniche ai terremoti
    fino all’estinzione dei dinosauri e di molti altri organismi. L’importanza della tecnica
    argo/argo risiede nel fatto che essa è l’unica in grado di coprire quasi l’intera storia
    naturale della Terra
   Datazione Uranio-Piombo               Datazione Samario-Neodimio
   Datazione Potassio-Argon             Datazione Rubidio-Stronzio
   Datazioni con radionuclidi estinti   Etc etc


                               relatore Manlio Suvieiri
Giove protegge la terra
 corpi minori del sistema Solare vagano attorno al Sole, riuniti in gruppi, a
  volte scontrandosi fra loro. Sono gli asteroidi, le meteoriti e le
  comete , ce ne sono migliaia e migliaia nel Sistema Solare.
 Un asteroide è un corpo celeste roccioso le cui dimensioni possono variare
  fra pochi metri e diverse centinaia di Km. Sono considerati i resti della
  formazione del Sistema Solare. Molti asteroidi orbitano attorno al Sole in
  una regione compresa fra le orbite di Marte e di Giove . Questa
  "fascia" di asteroidi segue un percorso ellittico e orbita intorno al Sole nella
  stessa direzione dei pianeti. Un asteroide della fascia impiega fra i tre e i
  sei anni terrestri a completare una rivoluzione attorno al Sole.
 Un asteroide è anche in grado di urtare un pianeta, creando sulla sua
  superficie un cratere d'impatto
 Il pianeta gigante Giove esercita sugli asteroidi della fascia la propria forza
  gravitazionale, evitando che questi attratti dal Sole cadano verso e
  colpiscano i pianeti interni. La presenza di Giove protegge Mercurio,
  Venere, la Terra e Marte da collisioni ripetute con gli asteroidi !




                            relatore Manlio Suvieiri
La terra come la luna
 La faccia nascosta della luna è piena di
  crateri, quella che vediamo molto meno,
  perché la terra si è presa gli impatti
  destinati alla luna, essendo di massa
  molto maggiore
 La terra i suoi crateri li ha quasi tutti
  cancellati, con l’atmosfera e l’erosione
  altrimenti ne sarebbe piena


               relatore Manlio Suvieiri
meteoriti
   Ogni anno la Terra è bombardata da almeno 100-150
    mila tonnellate di detriti naturali provenienti dallo spazio.
   Per la maggior parte si tratta di granuli di dimensioni
    ridotte che bruciano per attrito attraversando l’atmosfera
    e quindi arrivano a terra sotto forma di pulviscolo.
   In qualche caso però si tratta di corpi abbastanza grandi
    da non venire completamente ridotti in polvere nel
    passaggio attraverso lo strato d’aria che avvolge il
    pianeta prima che essi raggiungano la sua superficie con
    un violento impatto. Queste sono le meteoriti vere e
    proprie, alcune delle quali (una decina all’anno) vengono
    ritrovate e studiate.




                        relatore Manlio Suvieiri
Faccia nascosta della luna




       relatore Manlio Suvieiri
Ritrovamento meteorite




     relatore Manlio Suvieiri
Cadute recenti di meteoriti
   Il meteorite è ciò che rimane dopo l'ablazione atmosferica di un
    meteoroide (cioè "piccolo" asteroide)
   La scia luminosa chiamata meteora, bolide o stella cadente
   meteorite si intende un corpo di natura non artificiale ed extraterrestre e
    alcuni provengono dalla Luna e da Marte
   30 giugno 1908: alle 7,15 ora locale, un corpo di origine cosmica esplose
    nei cieli della Siberia centrale nei pressi del fiume Tunguska Pietrosa nei
    pressi del fiume Tunguska. Un’area di 2000 chilometri quadrati fu distrutta e
    milioni di alberi presero fuoco. Se l’evento fosse avvenuto alle ore 11 e non
    alle 7,15, per effetto della rotazione della Terra, la grande esplosione
    avrebbe distrutto la città di Leningrado (ora San Pietroburgo), cambiando
    con ciò sicuramente il corso della storia.
   Luglio 2011 Marocco: La caduta era stata avvistata ma poi sono occorsi
    mesi per raccoglierli e collegarli all’evento di cui erano stati testimoni anche
    numerosi turisti La conferma arriva ora dalla Nasa che li ha esaminati in
    questi mesi giungendo all’interessante conclusione Il lavoro non è stato
    facile e ha coinvolto specialisti di varie discipline e università americane
    oltre a quelli dell’ente spaziale ma il risultato è inequivocabile si tratta di
    rocce provenienti da Marte. I diversi frammenti pesano complessivamente
    6,8 chilogrammi e il pezzo più consistente è di 907 grammi. L’ultima volta
    accadde nel 1962 e allora il bottino era stato più consistente raggiungendo
    i 108 chilogrammi.


                             relatore Manlio Suvieiri
UN TOUR TRA I CRATERI
Sulla terra attualmente le strutture da impatto riconosciute come tali sono
oltre 200, ma ogni anno nuovi candidati si aggiungono alla lista, in paziente
attesa della definitiva consacrazione una volta che le indagini fisiche e
chimiche abbiano fornito ai ricercatori elementi sufficienti a stabilirne l'esatta
natura.
Una conferma della loro origine porterebbe a dover riconoscere, se ancora ce
ne fosse bisogno, che l'elenco dei crateri terrestri da impatto è ancora ben
lontano dall'essere completo!




                            relatore Manlio Suvieiri
Barringer Meteor Crater, Arizona 35°02'N, 111°01'W; 49.000 anni




   Il Meteor Crater è stato il primo cratere meteoritico terrestre di cui si
   sia accertata l'origine . Si presume che il meteorite sia arrivato da nord
   ad una velocità di circa 70.000 km/h; Ovviamente l'impatto è stato
   devastante, in quanto l'energia sviluppata è stata l'equivalente a
   quattro volte la bomba di Hiroshima. Il cratere ha attualmente un
   diametro di circa 1.200 metri, con un bordo rialzato irregolare che
   arriva fino ad un'altezza di 45 metri rispetto al terreno circostante ed
   una profondità di circa 170 metri (sufficiente per poter contenere un
   edificio di 60 piani): queste dimensioni non sono quelle originarie, in
   quanto esse sono variate col riassestamento del terreno.
                            relatore Manlio Suvieiri
Manicouagan, Quebec, Canada
     51°23'N, 68°42'W; ~100 kilometers (62 miles); age: 212 +-
                                   1 million years

Ha un diametro di 100 km
E un’età di 212 milioni di
anni Con errore di 1
milione di anni
La struttura di impatto
Manicouagan è il quinto
cratere più grande da
impatto ancora conservati
sulla superficie della Terra.
diametro originale del
cerchio di circa 100
chilometri ora è un lago
ghiacciato con un’isola al
centro.




                                relatore Manlio Suvieiri
Arkenu 1 e 2                Con il termine Arkenu
                            (dal vicino monte
                            Jebel Arkenu)
                            si indicano due
                            strutture geologiche
                            presenti nel sud-est
                            del deserto libico
                            che si ritiene siano il
                            frutto dell'impatto di
                            due meteoriti, Esse
                            mostrano un anello di
                            rispettivamente
                            10 km e 6,8 km.
                            Venne identificata
                            esaminando foto
                            scattate da satelliti.
                            Queste strutture sono
                            il risultato di un
                            doppio impatto
                            avvenuto
                            simultaneamente
                            circa 140 milioni di
                            anni fa.


 relatore Manlio Suvieiri
Gebel Dalma è un cratere d'impatto situato nella Libia. Il suo diametro misura
 circa 2 km e la sua età è stimata a meno di 120 milioni di anni (periodo
    Cretaceo). Il cratere è noto anche come BP Structure , visto che venne
 scoprerto dai geologi della British Petroleum. Il cratere si trova in superficie.




                           relatore Manlio Suvieiri
Aorounga è un cratere nel centro nord del Ciad nel deserto del Sahara. La
struttura, molto erosa, un cratere meteoritico formatosi tra la fine del
devoniano e l'inizio del carbonifero tra 370 e 345 milioni di anni fa con un
diametro di 12,6 km. Recenti studi, con immagini dal satellite ottenute con
la tecnologia del Radar ad apertura sintetica, hanno individuato altre due
formazioni geologiche poste in sequenza, che fanno pensare ad un impatto
multiplo. Queste immagini fanno supporre che la cometa o l'asteroide, che
colpì la regione, nella sua fase terminale si divise in tre pezzi, provocando
questa sequenza




                            relatore Manlio Suvieiri
Cratere di Chicxulub
Cratere di Chicxulub è un antico cratere da impatto sepolto sotto la
penisola dello Yucatan, con il suo centro localizzato
approssimativamente vicino al paese di Chicxulub, nel Messico.
 Le ricerche suggeriscono che questa struttura d'impatto può datarsi a
circa 65 milioni di anni fa, determinando il passaggio tra il periodo
Cretacico e quello detto Paleogene.
Il diametro stimato dalle ricerche terminate nel 2010 del meteorite è
di 12 km (paragonabile per dimensioni a Deimos satellite di Marte),
equivalente alla detonazione di una potenza esplosiva di 190.000
gigatoni di TNT, nell'impatto.
L'impatto provocò uno tsunami gigante che si sparse a cerchi
concentrici in tutte le direzioni. L'emissione di polvere e particelle
provocò cambi climatici simili all'inverno nucleare, che probabilmente
vide la superficie della Terra totalmente coperta da una nube di
polvere per molti anni.
 Questo calcolo dei tempi è in armonia con la teoria postulata dal fisico
Luis Alvarez e da suo figlio Walter, un geologo, per spiegare
l'estinzione dei dinosauri.




                          relatore Manlio Suvieiri
chicxulub



relatore Manlio Suvieiri
Il cratere Vredefort è il secondo più grande cratere meteoritico
   sulla Terra . Ha un diametro di circa 300 km ed è situato nella
    provincia sudafricana di Free State . Deriva il suo nome dalla
 cittadina di Vredefort , che si è sviluppata vicino al suo centro. Il
sito è noto anche con il nome di Vredefort dome o Punto d'impatto
                               Vredefort.
 L'asteroide che colpì Vredefort è
 uno dei più grandi che abbia mai
 colpito il pianeta Terra, il suo
 diametro è stimato in oltre 10 km,
 nonostante molti credano che la
 dimensione originale d'impatto
 superasse i 250 km, o addirittura
 oltre. Si stima che l'impatto sia
 avvenuto oltre 2 miliardi d'anni fa
 (2023 ± 4 milioni di anni) durante
 il paleoproterozoico. È il secondo
 cratere più antico visibile sulla
 superficie terrestre, ben maggiore
 come età del più giovane cratere
 esistente.



                          relatore Manlio Suvieiri
Una cicatrice vecchia tre miliardi di anni

-una compagnia mineraria canadese, a caccia di riserve di nichel e
platino, la prima a dare credito a una squadra di scienziati che
sosteneva d’aver individuato, sotto alle rocce della Groenlandia, i
segni del più antico cratere da impatto mai scoperto:
-3 miliardi di anni. Ora, dopo tre anni d’indagine serrata, arriva
finalmente la convalida. (giugno 2012) A tenere il giudizio degli
scienziati sospeso così a lungo, non solo l’improbabilità d’un
ritrovamento risalente a un’epoca così remota, ma anche la difficoltà
a individuarne le tracce. Perché se è vero che la maggior parte dei
crateri lunari, pur perfettamente visibili, s’è formata a seguito
d’impatti con asteroidi e comete risalenti a 3-4 miliardi d’anni fa,
sulla Terra la situazione è ben diversa. Nel corso di 3 miliardi di anni
che ci separano dall’evento, i processi d’erosione attivi sul nostro
pianeta hanno “scavato” in profondità, rimuovendo fino a 25 km di
crosta rispetto a quella che era la superficie rocciosa dell’epoca. Ma
l’impatto dev’essere stato talmente violento che l’onda d’urto che ne
è seguita è penetrata così a fondo – come mai nessun altro cratere
conosciuto, affermano gli scienziati – da lasciare comunque una
traccia



                         relatore Manlio Suvieiri
Cosa sta succedendo ora?
 Il 23 marzo 1989 la Terra ha evitato per un soffio un
  grosso pericolo: un meteorite, con un diametro di circa
  un kilometro, è passato ad una distanza pari a poco più
  del doppio di quella che ci separa dal nostro satellite
  naturale.
 Se però precipitasse sul nostro pianeta un corpo celeste
  simile a quello che ha colpito Giove nel luglio del 1994 e
  anche qualche mese fa il nostro destino potrebbe essere
  analogo a quello dei dinosauri, i quali si estinsero 65
  milioni di anni fa probabilmente proprio in seguito alla
  collisione di un meteorite di grosse dimensioni con la
  nostra Terra.




                    relatore Manlio Suvieiri
Asteroide colpisce giove 10 sett 2012




           relatore Manlio Suvieiri
e…..sulla terra?

   La maggior parte degli scienziati legge nelle
    attuali condizioni ambientali la minaccia di una
    sesta estinzione di massa.
    Se così fosse, si tratterebbe dell’estinzione più
    veloce nella storia della Terra, la cui
    responsabilità sarebbe interamente
    riconducibile all'uomo.
   Per il 2100, si prevede che le attività umane
    d’inquinamento, di disboscamento, e
    l’esaurimento delle risorse, avranno eliminato
    oltre la metà delle specie animali, marine e
    terrestri .


                   relatore Manlio Suvieiri
Quello che il bruco chiama fine del
mondo, il resto del mondo chiama
farfalla.
Lao Tzu, Tao Te Ching, V sec. a.e.c.




                      FINE




                    relatore Manlio Suvieiri

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Le grandi estinzioni

  • 1. LE GRANDI ESTINZIONI: Micro storia della terra e della vita relatore Manlio Suvieiri 1
  • 2. Nascita del sistema solare  L'origine del Sole e del Sistema Solare è legata alla condensazione di una nube primordiale di gas e polveri come se ne vedono tante nella nostra galassia.  E' probabile che l'evento che innescò il collasso sia stato esterno alla nube stessa.  Gli scienziati hanno avanzato l'ipotesi che possa essersi trattato dell'esplosione di una supernova vicina, cioè di una stella di grande massa che arrivata alla fine della sua vita esplode, espellendo tutta la sua atmosfera nello spazio.  La silenziosa onda d'urto avrebbe dato quindi la spinta iniziale alla nube: così la morte di una stella può generare la nascita di un'altra stella. relatore Manlio Suvieiri
  • 3. Una volta innescato, il collasso si alimenta da solo: si genera un'attrazione gravitazionale sempre maggiore che tende a sua volta a raggruppare la massa.  La materia in caduta libera non cade in linea retta verso il centro, ma vi ruota intorno in spirali sempre più strette.  La rotazione del Sole e dei pianeti intorno al loro asse, così come la rivoluzione dei pianeti e degli altri corpi intorno al Sole, è proprio il residuo di questo mulinello iniziale. relatore Manlio Suvieiri
  • 5. Nascita dei pianeti  Formata la stella, il materiale restante continuò a ruotare intorno al centro assottigliandosi in un disco e formò per urti e successive aggregazioni i pianeti a partire dai granelli di polvere presenti.  Ancora oggi i corpi maggiori del Sistema Solare ruotano intorno alla nostra stella su uno stesso piano, chiamato eclittica.  Gli scienziati sostengono che gli asteroidi, i corpi ghiacciati e le polveri che popolano il nostro sistema planetario costituiscano i residui più antichi della sua formazione, cioè il frutto di aggregazioni primordiali che non sono riuscite a evolvere in pianeti.  Le loro orbite più inclinate rispetto all’eclittica testimoniano proprio il fatto che questi corpi sono rimasti esclusi dal meccanismo di formazione principale lungo il disco di rotazione. relatore Manlio Suvieiri
  • 6. Quando è avvenuto tutto ciò?  Attraverso misure radiometriche su delle meteoriti alcuni ricercatori hanno stimato che l'età del sistema solare sia di circa 4,5 miliardi di anni.  Le più vecchie rocce della Terra sono vecchie circa 3,9 miliardi di anni.  Rocce di questa età sono rare dato che la superficie terrestre è soggetta ad un continuo rimodellamento dovuto a erosione, vulcanismo e movimento delle placche continentali. relatore Manlio Suvieiri
  • 7. Misure dell’età Nell'universo, spazio significa tempo e viceversa, poiché la luce non viaggia a velocità infinita: la luce che noi riceviamo di una galassia lontana, 5 miliardi di anni luce da noi, porta con sé l'immagine di quella galassia quale era 5 miliardi di anni fa  Il parsec (abbreviato in pc) è un' unità di lunghezza usata in astronomia . Significa "parallasse di un secondo d'arco" ed è definito come la distanza dalla Terra (o dal Sole ) di una stella che ha una parallasse annua [1] di 1 secondo d'arco . Il termine fu coniato nel 1913 su suggerimento dell'astronomo britannico Herbert Hall Turner . 1 pc corrisponde a 3,263 A.L.  unità astronomica è un' unità di misura pari alla distanza media tra il pianeta Terra e il Sole . 150 ml DI KM  L'anno luce (al) è un'unità di misura della lunghezza, definita come la distanza percorsa dalla radiazione elettromagnetica ( luce ) nel vuoto nell'intervallo di un anno . Corrisponde 9 461 miliardi di kilometri o circa 63 241 volte la distanza fra la Terra ed il Sole relatore Manlio Suvieiri
  • 8. -Eratostene di Cirene intorno al 240 a.e.c. ottiene 12.629 km che è quasi esattamente il valore del diametro terrestre. -Ipparco di Nicea, intorno al 150 a.e.c., determinò la distanza fra la Terra e la Luna utilizzando l’ombra di un’eclissi di luna molto vicino alla realtà -Per determinare le distanze di corpi lontani si usa il sistema cosiddetto della parallasse. Se si tiene il pollice vicino agli occhi e lo si guarda prima con l'occhio destro (tenendo chiuso il sinistro) e poi con l'occhio sinistro (tenendo chiuso il destro), lo si vede spostarsi sullo sfondo della parete lontana. Se ora si pone il pollice un po' più lontano dagli occhi, e lo si guarda nello stesso modo, si nota ancora uno spostamento, ma di minore entità.. Dalla Terra è possibile osservare un corpo celeste da posizioni ce distano al massimo quanto il diametro terrestre -Una variabile Cefeide è una stella variabile, notevole per la correlazione molto stretta tra il periodo di variabilità e la luminosità stellare assoluta. Grazie a questa correlazione, e alla grande precisione con cui viene misurato il periodo pulsazionale, le variabili Cefeidi possono essere usate come candele standard per determinare con precisione la distanza degli ammassi globulari e delle galassie in cui sono contenute. relatore Manlio Suvieiri
  • 9. Nascita della terra  La Terra nacque 5 miliardi di anni fa. A seguito del Big Bang e della formazione delle galassie, il materiale incandescente disperso intorno al Sole cominciò ad aggregarsi formando i primi corpi celesti, tra questi anche la Terra  Col passare del tempo la materia iniziò a raffreddarsi solidificando e dando luogo a una imponente evaporazione e condensazione da cui si originarono gli oceani.  Circa 3,5 miliardi di anni fa la Terra era già un corpo celeste formato prevalentemente da azoto, carbonio e idrogeno  In seguito all'azione di diversi fattori, dell'elettricità e degli elementi chimici fecero la comparsa gli amminoacidi e, dalla loro aggregazione, le proteine. relatore Manlio Suvieiri
  • 10. Nascita della vita  Da questi primi composti organici nacquero le prime forme di vita . I processi chimici che la generarono sono ancora oggetto d'indagine scientifica.  I primi organismi viventi elementari furono i batteri, le spugne e le alghe azzurre. Il loro nutrimento era basato essenzialmente sulla fotosintesi clorofilliana, un processo che iniziò a sottrarre carbonio dall'atmosfera rilasciando al suo posto l'ossigeno nelle acque oceaniche  L'atmosfera planetaria si arricchì man mano d'ossigeno e le prime forme di vita vegetale iniziarono ad uscire dall'acqua per colonizzare la terra ferma. La vita si diversificò in milioni di modi e di forme, dapprima invertebrate e successivamente anche vertebrate. La selezione naturale fece il suo corso facendo nascere, estinguere ed evolvere le specie dominanti. relatore Manlio Suvieiri
  • 11. Al congresso europeo di Scienza planetaria che si è tenuto in ottobre 2012 a Madrid, un gruppo di astrofisici ha illustrato la teoria sulla nascita della vita, microorganismi trasportati sulla Terra da frammenti di meteoriti provenienti da altri pianeti possono essere stati il germe primigenio della vita sul nostro pianeta. Usano un termine lungo e complesso, ma che cattura l’immaginazione: litopanspermia. Ovvero la disseminazione ovunque nello spazio di spore di vita trasportate da rocce». L'origine della vita sulla Terra è databile entro un periodo compreso tra i 4,4 miliardi di anni fa, quando l'acqua allo stato liquido comparve sulla superficie terrestre, e i 2,7 miliardi di anni fa quando la prima incontrovertibile evidenza della vita è verificata da isotopi stabili e biomarcatori molecolari che mostrano l'attività di fotosintesi. Il processo evolutivo che ha portato alla formazione di un sistema complesso e organizzato (ovvero il primo essere vivente) a partire dal mondo prebiotico è durato centinaia di milioni d'anni, ed è avvenuto attraverso tappe successive di eventi che, dopo un numero elevato di tentativi e grazie all'intervento della selezione naturale, hanno portato a sistemi progressivamente più complessi. relatore Manlio Suvieiri
  • 12. Le ere geologiche Archeozonica o Precambriana (da 3500 a 600 milioni di anni fa). Fecero la prima comparsa gli organismi viventi sotto forma di spugne, batteri e alghe . Questa Era si suddivide in due periodi: Archeano e Algonchiano.  Primaria o Paleozoica (da 600 a 220 milioni di anni fa). Iniziarono a formarsi i coralli e le felci . Questa Era è composta da diversi periodi: Cambriano, Ordoviciano, Siluriano, Devoniano, Carbonifero, Permiano.  Secondaria o Mesozoica (da 220 a 70 milioni di anni fa). Comparvero le forme di vita distinte in nuove specie: quella dei sauri, degli insetti. Si diffusero le prime conifere . Questa Era si distingue in tre periodi: Triassico, Giurassico e Cretacico.  Terziaria o Cenozoica (da 70 a 1 milione di anni fa). Scomparvero i Sauri e la Terra fu colonizzata dall'evoluzione delle specie minori: pesci, fiori, rettili, mammiferi, uccelli. Questa Era si suddivide in due periodi: Paleogene e Neogene  Quaternaria o Neozoica (da 1 milione di anni fa fino ad oggi). L'evoluzione umana compie notevoli passi in avanti con la comparsa dell'Homo Sapiens, e del Sapiens Sapiens. Scomparvero altre specie come quella di Neanderthal . Questa Era si suddivide in due periodi: Pleistocene e Olocene relatore Manlio Suvieiri
  • 13. ERE GEOLOGICHE relatore Manlio Suvieiri
  • 14. Nascita dell’uomo  La nascita dell'uomo sulla Terra risale a 250-500 mila anni fa ( mezzo milione di anni fa). E' comunque difficile dare una data precisa. L'evoluzione dell'uomo dai primi ominidi è un processo continuo, avvenuto prevalentemente in Africa in regioni e periodi diversi. Gran parte dell'evoluzione dell'uomo si svolge nella preistoria, in condizioni ambientali del tutto critiche e durante i periodi di glaciazione del globo. I primi uomini hanno imparato a superare le difficoltà dell'ambiente e della natura, servendosi di strumenti e dell'ingegno .  Sin da quando Charles Darwin formulò la sua teoria sulle origine delle specie viventi, si è cercato di ricostruire la linea evolutiva che portò all'uomo. I numerosi ritrovamenti fossili avvenuti negli ultimi tempi hanno permesso ai paleontologi di risalire fino alla comparsa dei primi ominidi; ma resta ancora da fissare il termine cronologico per la comparsa del nostro più antico progenitore e da individuare l'anello che collega i primi ominidi alla catena evolutiva precedente. La ricerca paleontologica è tuttora in evoluzione e non si esclude che nuove scoperte possano portare alla formulazione di diverse teorie. Fino a non molti anni fa si riteneva che il più antico antenato dell'uomo fosse il Ramapiteco , una scimmia antropomorfa che circa 12-11 milioni di anni fa scese dagli alberi per vivere al suolo, in seguito alla comparsa delle savane al posto delle foreste tropicali.  I primi resti fossili attribuibili ad un progenitore dell'uomo sono stati trovati in Etiopia, nella valle di Hadur, datati a circa 4 milioni di anni fa. Si tratta di un individuo di sesso femminile, battezzato Lucy dallo scopritore, appartenente al genere Australopitecus afarensis relatore Manlio Suvieiri
  • 15. ESTINZIONI  Ogni milione di anni, normalmente si estinguono da 2 a 5 famiglie biologiche di invertebrati marini e vertebrati che rappresenta il tasso di estinzione  L’estinzione di massa (dalla descrizione dell'evento più caratteristico e disastroso), è un periodo geologicamente breve durante il quale vi è un massiccio sovvertimento dell'ecosistema terrestre, con scomparsa di un grande numero di specie viventi e sopravvivenza di altre che divengono dominanti. relatore Manlio Suvieiri
  • 16. Le grandi estinzioni  negli ultimi 500 milioni di anni, cioè dalla presumibile nascita dell’uomo, un’importante percentuale delle specie che popolavano la terra (tra il 50 e il 90 per cento) è scomparsa in un lasso di tempo molto breve dal punto di vista geologico.  Nonostante la loro portata catastrofica, le grandi estinzioni sgombrano la strada alla comparsa di nuove forme di vita.  I dinosauri apparvero in seguito a una delle più gravi estinzioni di massa mai verificatasi sulla Terra, quella avvenuta circa 250 milioni di anni fa, al passaggio dal Permiano al Triassico.  L’estinzione di massa più studiata, quella avvenuta alla fine del Cretaceo, 65 milioni di anni fa, ha segnato la fine dei dinosauri e creato le condizioni per una rapida evoluzione e diversificazione dei mammiferi. relatore Manlio Suvieiri
  • 17. Ordoviciano-Siluriano (circa 450 milioni di anni fa)  In un periodo di tempo di pochi milioni di anni, probabilmente a causa di imponenti glaciazioni, il livello marino si abbassò drasticamente causando l'estinzione di molte specie marine, in particolare quelle residenti nei fondali bassi e nelle acque calde. - Depositi glaciali di questo periodo sono stati trovati persino in prossimità dell'Equatore, nel deserto del Sahara, suggerendo un drastico raffreddamento del clima mondiale. - Si pensa infatti che, a causa della deriva dei continenti , il supercontinente Gondwana , transitando vicino al Polo Sud , abbia causato una prolungata glaciazione. Gli impulsi glaciali furono almeno due, separati tra loro da circa 500.000- 1.000.000 di anni, durante i quali il livello del mare risalì rapidamente. - Si stima che l'estinzione abbia riguardato circa l'85% delle specie allora esistenti tra invertebrati e pesci primitivi.  Secondo una recente ipotesi, avanzata da Prof. Adrian L. Melott dell' Università del Kansas, questa estinzione di massa sarebbe stata causata da lampi di raggi gamma dovuti all'esplosione di una supernova relativamente "vicina" (qualche migliaio di anni luce) particolarmente massiccia, che avrebbe causato gravissimi squilibri nella catena alimentare e nel clima relatore Manlio Suvieiri
  • 20. Devoniano (circa 377 milioni di anni fa)  In questo periodo si verificò un'estinzione di massa che interessò una percentuale stimata in circa l'82% delle specie viventi. Anche se alcuni ricercatori suggeriscono come causa dell'estinzione alcuni impatti asteroidali , non dovrebbe essersi trattato di un evento improvviso in quanto le estinzioni si svilupparono durante un periodo di circa 3 milioni di anni. In Brasile sono stati trovati depositi glaciali relativi a questo periodo. relatore Manlio Suvieiri
  • 21. Permiano-Triassico (circa 251 milioni di anni fa)  Si tratta sicuramente dell'estinzione di massa più catastrofica di tutti i tempi. Circa il 96% delle specie animali marine si estinse e complessivamente scomparve il 50% delle famiglie animali esistenti. Secondo alcuni ricercatori questa estinzione avvenne in un periodo rapidissimo, secondo altri invece si sono verificati tre o più episodi durante un periodo di tempo di circa 3 milioni di anni.  Nel sottosuolo australiano è stato scoperto recentemente un antico cratere da impatto, largo circa 120 chilometri, che risale all'epoca della grande estinzione. .  Alcuni scienziati sono convinti che a provocare l'estinzione sia stato un episodio di vulcanismo intenso che si è verificato proprio 250 milioni di anni fa. Infatti a Norilsk in Siberia è stata individuata un'enorme colata di basalto, spessa 4 km e ampia 2,5 milioni di km².  Recentemente, (2006 il satellite Grace Nasa) ha fornito una prova all'ipotesi del meteorite che avrebbe provocato l'estinzione scoprendo l'enorme cratere della Terra di Wilkes di 450 km di diametro rilevato in Antartide e risalente proprio, secondo gli esperti, a 250 milioni di anni fa. relatore Manlio Suvieiri
  • 22. Triassico-Giurassico (circa 203 milioni di anni fa)  Al termine del Triassico, la temperatura salì di circa 5 gradi Celsius e si estinse circa il 76% delle specie viventi, tra le quali la quasi totalità dei terapsidi (rettili particolari, precursori dei mammiferi ) e molti anfibi primitivi , e l'84% dei bivalvi . Tra le cause proposte per spiegare questa estinzione, oltre a impatti di corpi extraterrestri , ricordiamo variazioni climatiche verso una crescente aridità, variazioni del livello del mare e diffusa anossia ( mancanza di ossigeno) dei fondi marini a causa della divisione di Pangea o,  Un’ultima ipotesi in ordine di tempo, il rilascio di grandi quantità di metano dal fondo degli oceani, Nel corso dei successivi 150.000 anni, il riscaldamento globale del pianeta ha provocato un aumento dell'erosione delle rocce sulla superficie terrestre di almeno un 400%, causando reazioni chimiche che consumarono il biossido di carbonio in eccesso ponendo fine al riscaldamento globale. relatore Manlio Suvieiri
  • 23. Cretaceo-Terziario (circa 66 milioni di anni fa)  l'estinzione di circa il 76% di tutte le specie viventi, compresi i dinosauri  La causa di questa estinzione rimase un mistero a cui si diedero le spiegazioni più diverse e assurde, finché, nel 1980, il premio Nobel per la chimica Luis Alvarez , suo figlio Walter e Frank Asaro misurarono in alcuni livelli geologici risalenti al limite K-T (abbreviazione per Cretaceo-Terziario), campionati vicino a Gubbio , la presenza di una concentrazione insolita di iridio , un elemento chimico piuttosto raro sulla Terra, ma comune nelle meteoriti. Si avanzò pertanto l'ipotesi che l'estinzione di massa fosse stata provocata dall'urto con un meteorite.  È stata scoperta recentemente (inizi anni 90) un'enorme struttura circolare sotterranea situata nella penisola dello Yucatan , vicino alla città di Puerto Chicxulub presso Mérida. Lo studio su questo cratere ha portato alla conclusione che il meteorite che avrebbe colpito la Terra alla velocità stimata di 30 km/s , avrebbe avuto un diametro di almeno 10 km e avrebbe liberato un'energia pari a 10.000 volte quella generabile da tutto l'arsenale nucleare ai tempi della guerra fredda.  Un'altra possibile struttura candidata a essere la testimonianza dell'impatto di un corpo celeste con la terra, provocando l'estinzione di fine cretaceo è il cratere di Shiva, oggi localizzato sul fondo dell'oceano Indiano, a ovest di Mumbai. Il suo cratere, dal diametro di circa 500 km, sarebbe stato prodotto da un meteorite avente un diametro di circa 40 km. relatore Manlio Suvieiri
  • 24. Fino ad oggi si considerano dunque cinque grandi estinzioni di massa (chiamate anche big five ), intervallate l'un l'altra rispettivamente da circa 69, 124, 71 e 115 milioni di anni. Oltre alle cinque grandi estinzioni vi sono stati periodi in cui si sono verificate estinzioni di minore entità. Tra le piccole estinzioni si possono annoverare quelle avvenute 2, 11, 35-39, 90-95 e 170 milioni di anni fa. Per spiegare queste estinzioni sono state proposte diverse ipotesi. relatore Manlio Suvieiri
  • 25. Ipotesi sono allo studio per spiegare queste estinzioni  Una prima suggerisce un ciclo di piccole estinzioni ogni 26 -30 milioni di anni. È difficile datare accuratamente i fossili al fine di produrre risultati affidabili, ma molti studi di questa ipotetica periodicità suggeriscono che altre estinzioni minori sono state separate da periodi di tempo di solo 10 milioni di anni.  Una seconda suggerisce invece che il ciclo di estinzioni sia stato causato da una non ancora osservata stella binaria compagna del Sole chiamata Nemesis . Essa, periodicamente, influirebbe sulla Nube di Oort causando la deviazione di diverse centinaia o migliaia di asteroidi e comete verso il Sole (e di conseguenza verso la Terra ) una volta ogni 26 milioni di anni.  Una terza, nota come ipotesi di Shiva , suggerisce che l'oscillazione del sistema solare attraverso il piano galattico provochi come risultato un anomalo e intenso flusso cometario. relatore Manlio Suvieiri
  • 26. Altre ipotesi  Una quarta prevede un periodico e intensissimo vulcanismo su scala planetaria, durante il quale rocce gigantesche verrebbero lanciate su di una traiettoria sub orbitale. Le conseguenze degli impatti sarebbero molto simili agli effetti degli impatti di asteroidi.  Una quinta, che in parte può essere ricondotta alla quarta, prevede che a seguito di un periodo di intenso vulcanismo la percentuale di anidride carbonica presente in atmosfera possa aumentare velocemente, sfavorendo l’assorbimento di ossigeno da parte dei mari. Microrganismi marini produttori di acido solfidrico normalmente abitano in prossimità del chemioclino (zona di equilibrio tra acque sature d’acido e ricche d’ossigeno). Una riduzione dell'assorbimento dell'ossigeno nell'oceano conduce a un innalzamento del chemioclino.  Secondo un studio pubblicato su Le scienze, se la percentuale di anidride carbonica presente in atmosfera raggiunse un valore limite, stimato intorno alle 1000 ppm, il chemioclino potrebbe raggiungere la superficie dell'oceano, rendendo anossico il mare e liberando tremende bolle di gas venefico su tutto il pianeta. Il gas avrebbe effetti deleteri anche sullo scudo dell’ozono, favorendo la distruzione del fitoplancton che è alla base della catena alimentare. relatore Manlio Suvieiri
  • 27. Sotto il mare, nel mistero dei buchi blu Acqua, acido solfidrico e nessuna forma di vita, TOSSICITA' In profondità un ambiente infernale L' ORIGINE Variazioni di clima ai tempi delle glaciazioni Si tratta di cavità sommerse di origine carsica. Un terribile effetto serra provocato da colossali eruzioni vulcaniche, o da impatti di meteoriti che portarono la CO2 a livelli record, Diminuendo l’ossigeno dell’acqua. L’anossia Destabilizzò il chemioclino,(confine che separa Le acque ossigenate da quelle ricche di acido solfidrico H2S prodotto dai batteri anaerobi del fondo.) L’H2S risalito in superficie fece proliferare i batteri anaerobi soffocando la vita Basata sulla respirazione. relatore Manlio Suvieiri
  • 28. Metodi di datazione  Il metodo del 14C permette di datare materiali di origine organica (ossa, legno, fibre tessili, semi, carboni di legno, ...) si tratta di una datazione assoluta, vale a dire in anni calendariali, ed è utilizzabile per materiali di età compresa tra i 50.000 e i 100 anni. La sua principale utilizzazione è in archeologia per datare i reperti costituiti da materia organica, quindi contenenti atomi di carbonio. (14C). è un isotopo radioattivo che si trasforma per decadimento in azoto con un tempo di dimezzamento medio (o emivita) di 5730 anni,  Radiometrico, si basa sulla misura della radioattività residua di rocce e di fossili  Argo-argo Il metodo di datazione argo-argo è stato largamente usato per determinare l’età delle rocce, anche di quelle risalenti a miliardi di anni fa Come risultato, la tecnica argo/argo fornisce attualmente la più precisa datazione assoluta per molti eventi geologici, dalle eruzioni vulcaniche ai terremoti fino all’estinzione dei dinosauri e di molti altri organismi. L’importanza della tecnica argo/argo risiede nel fatto che essa è l’unica in grado di coprire quasi l’intera storia naturale della Terra  Datazione Uranio-Piombo Datazione Samario-Neodimio  Datazione Potassio-Argon Datazione Rubidio-Stronzio  Datazioni con radionuclidi estinti Etc etc relatore Manlio Suvieiri
  • 29. Giove protegge la terra  corpi minori del sistema Solare vagano attorno al Sole, riuniti in gruppi, a volte scontrandosi fra loro. Sono gli asteroidi, le meteoriti e le comete , ce ne sono migliaia e migliaia nel Sistema Solare.  Un asteroide è un corpo celeste roccioso le cui dimensioni possono variare fra pochi metri e diverse centinaia di Km. Sono considerati i resti della formazione del Sistema Solare. Molti asteroidi orbitano attorno al Sole in una regione compresa fra le orbite di Marte e di Giove . Questa "fascia" di asteroidi segue un percorso ellittico e orbita intorno al Sole nella stessa direzione dei pianeti. Un asteroide della fascia impiega fra i tre e i sei anni terrestri a completare una rivoluzione attorno al Sole.  Un asteroide è anche in grado di urtare un pianeta, creando sulla sua superficie un cratere d'impatto  Il pianeta gigante Giove esercita sugli asteroidi della fascia la propria forza gravitazionale, evitando che questi attratti dal Sole cadano verso e colpiscano i pianeti interni. La presenza di Giove protegge Mercurio, Venere, la Terra e Marte da collisioni ripetute con gli asteroidi ! relatore Manlio Suvieiri
  • 30. La terra come la luna  La faccia nascosta della luna è piena di crateri, quella che vediamo molto meno, perché la terra si è presa gli impatti destinati alla luna, essendo di massa molto maggiore  La terra i suoi crateri li ha quasi tutti cancellati, con l’atmosfera e l’erosione altrimenti ne sarebbe piena relatore Manlio Suvieiri
  • 31. meteoriti  Ogni anno la Terra è bombardata da almeno 100-150 mila tonnellate di detriti naturali provenienti dallo spazio.  Per la maggior parte si tratta di granuli di dimensioni ridotte che bruciano per attrito attraversando l’atmosfera e quindi arrivano a terra sotto forma di pulviscolo.  In qualche caso però si tratta di corpi abbastanza grandi da non venire completamente ridotti in polvere nel passaggio attraverso lo strato d’aria che avvolge il pianeta prima che essi raggiungano la sua superficie con un violento impatto. Queste sono le meteoriti vere e proprie, alcune delle quali (una decina all’anno) vengono ritrovate e studiate. relatore Manlio Suvieiri
  • 32. Faccia nascosta della luna relatore Manlio Suvieiri
  • 33. Ritrovamento meteorite relatore Manlio Suvieiri
  • 34. Cadute recenti di meteoriti  Il meteorite è ciò che rimane dopo l'ablazione atmosferica di un meteoroide (cioè "piccolo" asteroide)  La scia luminosa chiamata meteora, bolide o stella cadente  meteorite si intende un corpo di natura non artificiale ed extraterrestre e alcuni provengono dalla Luna e da Marte  30 giugno 1908: alle 7,15 ora locale, un corpo di origine cosmica esplose nei cieli della Siberia centrale nei pressi del fiume Tunguska Pietrosa nei pressi del fiume Tunguska. Un’area di 2000 chilometri quadrati fu distrutta e milioni di alberi presero fuoco. Se l’evento fosse avvenuto alle ore 11 e non alle 7,15, per effetto della rotazione della Terra, la grande esplosione avrebbe distrutto la città di Leningrado (ora San Pietroburgo), cambiando con ciò sicuramente il corso della storia.  Luglio 2011 Marocco: La caduta era stata avvistata ma poi sono occorsi mesi per raccoglierli e collegarli all’evento di cui erano stati testimoni anche numerosi turisti La conferma arriva ora dalla Nasa che li ha esaminati in questi mesi giungendo all’interessante conclusione Il lavoro non è stato facile e ha coinvolto specialisti di varie discipline e università americane oltre a quelli dell’ente spaziale ma il risultato è inequivocabile si tratta di rocce provenienti da Marte. I diversi frammenti pesano complessivamente 6,8 chilogrammi e il pezzo più consistente è di 907 grammi. L’ultima volta accadde nel 1962 e allora il bottino era stato più consistente raggiungendo i 108 chilogrammi. relatore Manlio Suvieiri
  • 35. UN TOUR TRA I CRATERI Sulla terra attualmente le strutture da impatto riconosciute come tali sono oltre 200, ma ogni anno nuovi candidati si aggiungono alla lista, in paziente attesa della definitiva consacrazione una volta che le indagini fisiche e chimiche abbiano fornito ai ricercatori elementi sufficienti a stabilirne l'esatta natura. Una conferma della loro origine porterebbe a dover riconoscere, se ancora ce ne fosse bisogno, che l'elenco dei crateri terrestri da impatto è ancora ben lontano dall'essere completo! relatore Manlio Suvieiri
  • 36. Barringer Meteor Crater, Arizona 35°02'N, 111°01'W; 49.000 anni Il Meteor Crater è stato il primo cratere meteoritico terrestre di cui si sia accertata l'origine . Si presume che il meteorite sia arrivato da nord ad una velocità di circa 70.000 km/h; Ovviamente l'impatto è stato devastante, in quanto l'energia sviluppata è stata l'equivalente a quattro volte la bomba di Hiroshima. Il cratere ha attualmente un diametro di circa 1.200 metri, con un bordo rialzato irregolare che arriva fino ad un'altezza di 45 metri rispetto al terreno circostante ed una profondità di circa 170 metri (sufficiente per poter contenere un edificio di 60 piani): queste dimensioni non sono quelle originarie, in quanto esse sono variate col riassestamento del terreno. relatore Manlio Suvieiri
  • 37. Manicouagan, Quebec, Canada 51°23'N, 68°42'W; ~100 kilometers (62 miles); age: 212 +- 1 million years Ha un diametro di 100 km E un’età di 212 milioni di anni Con errore di 1 milione di anni La struttura di impatto Manicouagan è il quinto cratere più grande da impatto ancora conservati sulla superficie della Terra. diametro originale del cerchio di circa 100 chilometri ora è un lago ghiacciato con un’isola al centro. relatore Manlio Suvieiri
  • 38. Arkenu 1 e 2 Con il termine Arkenu (dal vicino monte Jebel Arkenu) si indicano due strutture geologiche presenti nel sud-est del deserto libico che si ritiene siano il frutto dell'impatto di due meteoriti, Esse mostrano un anello di rispettivamente 10 km e 6,8 km. Venne identificata esaminando foto scattate da satelliti. Queste strutture sono il risultato di un doppio impatto avvenuto simultaneamente circa 140 milioni di anni fa. relatore Manlio Suvieiri
  • 39. Gebel Dalma è un cratere d'impatto situato nella Libia. Il suo diametro misura circa 2 km e la sua età è stimata a meno di 120 milioni di anni (periodo Cretaceo). Il cratere è noto anche come BP Structure , visto che venne scoprerto dai geologi della British Petroleum. Il cratere si trova in superficie. relatore Manlio Suvieiri
  • 40. Aorounga è un cratere nel centro nord del Ciad nel deserto del Sahara. La struttura, molto erosa, un cratere meteoritico formatosi tra la fine del devoniano e l'inizio del carbonifero tra 370 e 345 milioni di anni fa con un diametro di 12,6 km. Recenti studi, con immagini dal satellite ottenute con la tecnologia del Radar ad apertura sintetica, hanno individuato altre due formazioni geologiche poste in sequenza, che fanno pensare ad un impatto multiplo. Queste immagini fanno supporre che la cometa o l'asteroide, che colpì la regione, nella sua fase terminale si divise in tre pezzi, provocando questa sequenza relatore Manlio Suvieiri
  • 41. Cratere di Chicxulub Cratere di Chicxulub è un antico cratere da impatto sepolto sotto la penisola dello Yucatan, con il suo centro localizzato approssimativamente vicino al paese di Chicxulub, nel Messico. Le ricerche suggeriscono che questa struttura d'impatto può datarsi a circa 65 milioni di anni fa, determinando il passaggio tra il periodo Cretacico e quello detto Paleogene. Il diametro stimato dalle ricerche terminate nel 2010 del meteorite è di 12 km (paragonabile per dimensioni a Deimos satellite di Marte), equivalente alla detonazione di una potenza esplosiva di 190.000 gigatoni di TNT, nell'impatto. L'impatto provocò uno tsunami gigante che si sparse a cerchi concentrici in tutte le direzioni. L'emissione di polvere e particelle provocò cambi climatici simili all'inverno nucleare, che probabilmente vide la superficie della Terra totalmente coperta da una nube di polvere per molti anni. Questo calcolo dei tempi è in armonia con la teoria postulata dal fisico Luis Alvarez e da suo figlio Walter, un geologo, per spiegare l'estinzione dei dinosauri. relatore Manlio Suvieiri
  • 43. Il cratere Vredefort è il secondo più grande cratere meteoritico sulla Terra . Ha un diametro di circa 300 km ed è situato nella provincia sudafricana di Free State . Deriva il suo nome dalla cittadina di Vredefort , che si è sviluppata vicino al suo centro. Il sito è noto anche con il nome di Vredefort dome o Punto d'impatto Vredefort. L'asteroide che colpì Vredefort è uno dei più grandi che abbia mai colpito il pianeta Terra, il suo diametro è stimato in oltre 10 km, nonostante molti credano che la dimensione originale d'impatto superasse i 250 km, o addirittura oltre. Si stima che l'impatto sia avvenuto oltre 2 miliardi d'anni fa (2023 ± 4 milioni di anni) durante il paleoproterozoico. È il secondo cratere più antico visibile sulla superficie terrestre, ben maggiore come età del più giovane cratere esistente. relatore Manlio Suvieiri
  • 44. Una cicatrice vecchia tre miliardi di anni -una compagnia mineraria canadese, a caccia di riserve di nichel e platino, la prima a dare credito a una squadra di scienziati che sosteneva d’aver individuato, sotto alle rocce della Groenlandia, i segni del più antico cratere da impatto mai scoperto: -3 miliardi di anni. Ora, dopo tre anni d’indagine serrata, arriva finalmente la convalida. (giugno 2012) A tenere il giudizio degli scienziati sospeso così a lungo, non solo l’improbabilità d’un ritrovamento risalente a un’epoca così remota, ma anche la difficoltà a individuarne le tracce. Perché se è vero che la maggior parte dei crateri lunari, pur perfettamente visibili, s’è formata a seguito d’impatti con asteroidi e comete risalenti a 3-4 miliardi d’anni fa, sulla Terra la situazione è ben diversa. Nel corso di 3 miliardi di anni che ci separano dall’evento, i processi d’erosione attivi sul nostro pianeta hanno “scavato” in profondità, rimuovendo fino a 25 km di crosta rispetto a quella che era la superficie rocciosa dell’epoca. Ma l’impatto dev’essere stato talmente violento che l’onda d’urto che ne è seguita è penetrata così a fondo – come mai nessun altro cratere conosciuto, affermano gli scienziati – da lasciare comunque una traccia relatore Manlio Suvieiri
  • 45. Cosa sta succedendo ora?  Il 23 marzo 1989 la Terra ha evitato per un soffio un grosso pericolo: un meteorite, con un diametro di circa un kilometro, è passato ad una distanza pari a poco più del doppio di quella che ci separa dal nostro satellite naturale.  Se però precipitasse sul nostro pianeta un corpo celeste simile a quello che ha colpito Giove nel luglio del 1994 e anche qualche mese fa il nostro destino potrebbe essere analogo a quello dei dinosauri, i quali si estinsero 65 milioni di anni fa probabilmente proprio in seguito alla collisione di un meteorite di grosse dimensioni con la nostra Terra. relatore Manlio Suvieiri
  • 46. Asteroide colpisce giove 10 sett 2012 relatore Manlio Suvieiri
  • 47. e…..sulla terra?  La maggior parte degli scienziati legge nelle attuali condizioni ambientali la minaccia di una sesta estinzione di massa.  Se così fosse, si tratterebbe dell’estinzione più veloce nella storia della Terra, la cui responsabilità sarebbe interamente riconducibile all'uomo.  Per il 2100, si prevede che le attività umane d’inquinamento, di disboscamento, e l’esaurimento delle risorse, avranno eliminato oltre la metà delle specie animali, marine e terrestri . relatore Manlio Suvieiri
  • 48. Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla. Lao Tzu, Tao Te Ching, V sec. a.e.c. FINE relatore Manlio Suvieiri