SlideShare uma empresa Scribd logo
1 de 58
La parola ai fatti: alcuni dati sull'Italia
Ogni giorno i nostri politici spendono milioni di parole
       per raccontarci la nostra situazione attuale,
 e lo fanno il più delle volte in base al loro tornaconto,
evidenziando o sminuendo questo o quel particolare dato
                   economico o sociale.

     Facendo una ricerca in rete si possono trovare
      i dati e le classifiche qui di seguito riportate,
       e ci si può fare una idea piuttosto realistica
    della situazione dell'Italia rispetto agli altri Paesi.

          Corruzione

    Libertà di Informazione
    





 Gli Italiani e il tempo libero

         
             Istruzione

         
             Economia

             
              Sanità
CORRUZIONE
       L'Italia è un paese corrotto? A leggere la classifica stilata
     dall'organizzazione non governativa Transparency International,
                         si direbbe proprio di sì.
Analizzando una serie di dati da 13 diverse organizzazioni internazionali,
            la OnG analizza il livello di corruzione percepita.
                 Si va da 10, che indica un paese onesto,
             fino a zero, sintomo di una corruzione diffusa.

          L'Italia nella classifica si posiziona al 69esimo posto,
       dietro Paesi come il Ghana, la Slovacchia e il Montenegro.
             Totalizza solo 3,9 punti (contro i 4,6 del 2008).

 In cima alla classifica ci sono Nuova Zelanda, Danimarca e Finlandia.
      In fondo invece le nazioni dove dominano guerra o dittature,
           Corea del Nord, Myanmar, Somalia e Afghanistan.
Stilata ormai dal 1995
la classifica viene letta con grande attenzione
              sia dagli economisti
         che dai più grandi investitori.
Predisposizione alla corruzione


              Nella classifica dei paesi più corruttori,
cioè quelli dove le aziende sono più disponibili a pagare mazzette,
                 l’Italia sta al quindicesimo posto.
                  Vale a dire la peggiore d’Europa
   con lo stesso punteggio di Hong Kong, Malesia e Sudafrica.
E’ il risultato della ricerca sulla “predisposizione alla corruzione”, cioè il “Bribe Payers Index”,
                                pubblicato da Transparency International.
                       (http://www.transparency.it/upload_doc/BPI_report.pdf)
La corruzione, vera o percepita, influisce
           “fino al 30% sul rating paese e sugli investimenti esteri,
           costituendo un impedimento alla crescita e allo sviluppo
                         dell’economia e del lavoro”.

                     La lotta alla corruzione, invece,
      “fa diminuire i costi pubblici e quindi il debito e lascia risorse
    all’economia virtuosa che investe e crea lavoro certo e dignitoso.
    Qualsiasi progetto di sviluppo non può non mettere al primo posto
                        il contrasto alla corruzione”
                     Maria Teresa Brassiolo, presidente di Transparency Italia,
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/02/classifica-di-transparency-sulla-corruzione-aziendale-italia-
                                     la-peggiore-deuropa/167903/
LIBERTA' DI INFORMAZIONE

      All’interno dell’Unione Europea continua la distinzione
            Tra Paesi come la Finlandia e i Paesi Bassi,
     che hanno sempre ottenuto una valutazione molto positiva,
   e Paesi come la Bulgaria (80°), la Grecia (70°) e l’Italia (61°)
           che non sono riusciti ad affrontare la questione
               delle violazioni delle libertà dei media,
       soprattutto a causa della mancanza di volontà politica.

Vanno invece segnalati piccoli progressi da parte della Francia (dalla
   posizione 44 alla 38), della Spagna (39°) e della Romania (47°).
Gli italiani: cinema, TV, libri e giornali

      In base a quanto emerge dall’Annuario statistico italiano 2011
  diffuso dall’Istat, il cinema continua a raccogliere il maggior pubblico
e, insieme agli spettacoli sportivi, registra un incremento rispetto al 2010.
        Infatti, oltre una persona su due è andata almeno una volta
                             a vedere un film in sala.

     Nella graduatoria seguono le visite a musei e mostre (29,7%),
                       gli spettacoli sportivi (28,4%),
            le visite a siti archeologici e monumenti (22,9%),
           la frequentazione di discoteche e balere (22,6%),
                                il teatro (21,9%)
Guardare la televisione è un’abitudine consolidata
   per il 94% della popolazione di tre anni e più,
senza distinzioni territoriali, generazionali o di sesso.


   L’ascolto della radio interessa invece il 59% della popolazione
Meno diffusa è l’abitudine alla lettura di giornali e libri:
        nel 2011 legge un quotidiano almeno una volta a settimana
                    il 54% delle persone in età scolare,
               mentre il 45,3% si dedica alla lettura di libri.
  Quest’ultima percentuale risulta in calo rispetto all’anno precedente
(era il 46,8%), come pure quella di lettori “forti”, cioè coloro che hanno
   letto 12 libri e più in un anno (13,8% rispetto al 15,1% del 2010).

                 Gli uomini leggono di più i quotidiani
                 (60,3% contro il 48,1% delle donne),
                  mentre le donne preferiscono i libri
                 (51,6% contro il 38,5% degli uomini)
                    e ne leggono in maggior numero.
Meno diffusa è l’abitudine alla lettura di giornali e libri:
        nel 2011 legge un quotidiano almeno una volta a settimana
                    il 54% delle persone in età scolare,
               mentre il 45,3% si dedica alla lettura di libri.
  Quest’ultima percentuale risulta in calo rispetto all’anno precedente
(era il 46,8%), come pure quella di lettori “forti”, cioè coloro che hanno
   letto 12 libri e più in un anno (13,8% rispetto al 15,1% del 2010).

                 Gli uomini leggono di più i quotidiani
                 (60,3% contro il 48,1% delle donne),
                  mentre le donne preferiscono i libri
                 (51,6% contro il 38,5% degli uomini)
                    e ne leggono in maggior numero.
In costante crescita risultano gli utilizzatori del pc e di Internet,
          i quali rappresentano ormai, rispettivamente,
            il 52,2% (51% nel 2010) e 51,5% (48,9%)
                della popolazione di 3 anni e oltre.

    L’uso del pc tocca il livello massimo tra i 15 e i 19 anni
                    (quasi 9 ragazzi su dieci),
      ma gli utilizzatori aumentano anche fra i 65-74enni
          (14,9% contro il 13,7% di un anno prima).

A livello territoriale, permane uno squilibrio sia nell’uso del pc
      (Nord 56,9%, Centro 54,4%, Mezzogiorno 44,6%),
                      che in quello di Internet
      (Nord 56,3%, Centro 54,2%, Mezzogiorno 43,7%).
Istruzione, alcuni dati

                 Stando ai dati Eurostat (dati 2009),
   l’Italia, con una spesa per l’istruzione pari al 4,4% del PIL,
                si situa al 21° posto tra i paesi UE,
                   subito dopo la Bulgaria (4,5%).

Meno dell’Italia spendono soltanto Repubblica ceca (4,2%), Spagna
    (4,2%), Grecia (4%), Slovacchia (3,8%) e Romania (3,5%).
La Francia,
   per fare un paragone con un paese vicino,
        spende per la pubblica istruzione
oltre un punto percentuale di PIL più dell’Italia
Prendendo in esame soltanto la spesa per l’istruzione primaria
(la scuola elementare) la posizione dell’Italia nella graduatoria UE
               sale di 3 posti: non più 21° ma 19°...

          Il livello di spesa italiano è comunque sempre
                    al di sotto della media UE15,
    sia per la spesa totale sia per quella della scuola primaria.



                    Fonte: Elaborazioni dell'Osservatorio su dati Eurostat
I risultati dei test PISA


Il Programma per la valutazione internazionale dell'allievo
     (Programme for International Student Assessment,
             meglio noto con l'acronimo PISA),
    è una indagine internazionale promossa dall'OCSE
   nata con lo scopo di valutare con periodicità triennale
          il livello di istruzione degli adolescenti
             dei principali paesi industrializzati.
Performance in reading




OECD (2007), PISA 2006 – Science Competencies for Tomorrow’s World , Figure 2.11b
Performance in mathematics




   OECD (2007), PISA 2006 – Science Competencies for Tomorrow’s World , Table 6.1c
Performance in science




OECD (2007), PISA 2006 – Science Competencies for Tomorrow’s World , Table 6.2c
Change in reading performance between 2000 and 2009

             Reading
          performance
            improved




                                    Reading
                                  performance
                                    declined
E l'Università?

             Sono accessibili sul web le classifiche
    delle Università del mondo pubblicate dall’agenzia Qs.
Le prime Università italiane appaiano intorno al 200mo posto:
      Bologna, prima Università d’Italia si piazza 194ma,
              Roma Sapienza, la seconda, 216ma.
    Questi risultati sono in apparente contrasto con il fatto
        che l’Italia si piazza in genere settima o ottava
            nelle classifiche sull’attività di ricerca.

   (http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/13/riflessioni-dalla-216ma-universita-del-mondo/351240/)
PISA. A pochi giorni dall’annuncio della scoperta della “particella di
   Dio”, arriva dal “QS World University Rankings by Subject” un altro
riconoscimento dell’alta qualità dell’offerta formativa dell’Ateneo pisano:
per l’agenzia che dal 2004 valuta i migliori atenei del mondo e che da due
  anni prende in esame i singoli ambiti disciplinari, Pisa è 49ª nel mondo
  nella “Fisica e Astronomia”, risultando al primo posto tra le università
   italiane. Non solo: Pisa ottiene un’ottima classificazione per altre 10
  discipline, piazzandosi tra il 100° e 150° posto al mondo nelle “Lingue
   moderne”, e occupando tra la 150ª e la 200ª posizione nei settori della
         Chimica, della Farmacia, della Geografia, dell’Informatica,
   dell’Ingegneria chimica, dell’Ingegneria elettrica ed elettronica, della
                Matematica, della Medicina e della Statistica

                     Il Tirreno di Pisa – 07/11/2012
Ocse: Italia penultima per laureati
      Secondo il rapporto Ocse 2012 sull'Istruzione nella UE,
 rimaniamo ancora nella parte bassa, bassissima, della classifica.
  In Italia abbiamo l'11% di laureati nella fascia d'età 55-64 anni
                  e al 21% della fascia 25-34 anni.
 Un dato che ci colloca al penultimo posto tra i 34 Paesi dell'Ocse.

Complessivamente, prendendo in considerazione tutte le fasce d'età,
                     l'Italia è al 15% di laureati.
         L'aspetto ancora più preoccupante è che il dato
            scende al 9% nella fascia d'età 25-34 anni
              tra i figli di genitori a bassa istruzione.
Che la laurea valga sempre meno risulta evidente anche dal dato,
              scioccante, sulle differenze retributive.
Nella fascia d'età 25-34 anni il salario medio dei laureati è del 9%
             maggiore rispetto a quello dei diplomati.
                 (quello medio Ocse è del 37%...).
La storica mancanza di un rapporto funzionale, e funzionante,
             tra mondo dell'istruzione e del lavoro,
        è evidenziato pure da un altro dato allarmante:
        il 23% dei giovani (15-29 anni) non fa nulla.

Non studia e non lavora. Ha cioè lasciato, o terminato, gli studi
          ed è in attesa di un lavoro che non arriva.

           In questa classifica l'Italia è quartultima,
         seguita solo da Spagna (24%), Israele (27%)
                e l'immancabile Turchia (37%)
Per il coordinatore del rapporto, Eric Charbonnier, la vera emergenza
           della scuola italiana è però l'età dei suoi insegnanti.

     Alle elementari quelli inferiori ai 40 anni rappresentano il 21,6%,
                mentre quelli con più di 50 anni sono il 45%,
     rispetto a una media Ocse rispettivamente del 41,7% e del 29,9%
           e a una media europea del 40,5% e del 29,9 per cento.

              Alle superiori la quota dei docenti sotto i 40 anni
                         scende addirittura al 9,9%,
         mentre quella degli ultracinquantenni sale al 59,3 per cento.
            Le medie Ocse sono del 37,5% e del 34,9 per cento.
                Quelle europee del 35,8% e del 36 per cento.

        La percentuale degli insegnanti con meno di 30 anni in Italia è
                                insignificante.
Fonte: Il Sole24ore Link: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-09-12/ocse-italia-penultima-laureati-063700.shtml?
                                                   uuid=Ab54DCcG
Economia - Trasparenza
Come operano e come sono strutturati i colossi dell’economia
  mondiale? Cosa sanno di loro gli investitori e i cittadini?

  Transparency International ha analizzato le 105 più grandi
     società al mondo sulla base della loro trasparenza
      ricavandone risultati che non fanno star tranquilli.

            Delle multinazionali quotate in borsa,
      che sommate valgono più di 11 trilioni di dollari,
          neppure un terzo raggiunge la sufficienza
 e la performance peggiore riguarda il settore finanziario.
        Solo i sistemi interni anticorruzione segnano
             un trend positivo rispetto al passato
Delicatissimo poi il settore delle grandi gruppi “reticolari”, composte
            da decine di migliaia di società controllate.
     Transparency ha chiesto alle società gli elenchi completi
                     di tutte le loro partecipazioni
     ma ben 78 su 105 si sono rifiutate di rivelare questi dati.

 Tecnologia, beni e servizi e telecomunicazioni sono, tra gli altri, i
                         settori coinvolti.
          E in questi colpisce la pessima performance
                  di Microsoft, Apple e Google,
            come quella di tutto il settore tecnologico.
        I campioni del web e delle nuove comunicazioni
  sono anche primi nel non divulgare informazioni sul loro conto
Particolarmente carenti risultano anche le comunicazioni
    su ricavi, vendite, imposte sul reddito e in generale sui dati
                                 finanziari.
       Con una particolarità degna di nota nella zona euro:
  delle 65 società operanti in Spagna solo 3 rendono pubbliche
                  le imposte pagate in quel paese,
 mentre in Grecia non lo fa nessuna delle 43 aziende analizzate.
   La mancanza di trasparenza rende inoltre più difficile capire
   in che modo le multinazionali contribuiscono alle campagne
                                  politiche.
“Le multinazionali restano una parte importante del problema della
                     corruzione in tutto il mondo.
 È giunto il momento per loro di essere co-leader delle soluzioni”
               – è la ricetta finale di Cobus de Swardt,
         Managing Director di Transparency International.
Banche, fornitori di servizi finanziari e assicurazioni
               sono le società meno trasparenti.
  In Europa, Asia e America tutte le posizioni con i punteggi più
                bassi sono occupati da banche.

 Dei 24 istituti finanziari valutati, 13 non divulgano dati sulle loro
             attività all’estero, 7 ne rivelano solo alcuni
 e solo 4 forniscono adeguate informazioni a livello nazionale.

 La peggiore è Bank of China (1,1) ultima dell’intera classifica,
ma non va meglio a Bank of America (3,2), Goldman Sachs (3,3),
        Visa (3,5), Barclays (4,0) o Bnp Paribas (5,4).
Il miraggio della Libertà
L'indice Economic Freedom valuta per ciascun Paese
          la qualità del contesto economico
      prendendo in considerazione aspetti quali
                  Libertà di impresa,
                libertà di commercio,
                     libertà fiscale,
               diritti di proprietà ecc...




          http://www.heritage.org/index/
La classifica generale:
     Paesi “Liberi”:

       1) Hong Kong
        2) Singapore
        3) Australia
     4) Nuova Zelanda
         5) Svizzera
Paesi “quasi totalmente liberi”

           6) Canada
   10) Stati Uniti d'America
       14) Regno Unito
          21) Svezia
         26) Germania
          28) Austria
Paesi “Moderatamente liberi”

        19) Uruguay
         36) Spagna
        40) Norvegia
        62) Romania
         67) Francia
         78) Uganda
         90) Libano
Paesi “Poco liberi”

  91) Azerbaijan
     92) Italia
   93) Honduras
    119) Grecia
     139) Siria

 Paesi “Repressi”

   151) Maldive
  158) Argentina
     171) Iran
 171) Nord Corea
Però stiamo migliorando???
           NO!
Ma in Italia si vive bene! (?)
               L’ONU ha pubblicato la classifica mondiale
                   dei migliori Paesi in cui vivere.

 L’Human Development Index (HDI) misura la sviluppo di una nazione
                  da un punto di vista umano.

                             Riporta fattori quali:
      
        longevità e salute espressa in termini di aspettativa alla nascita
         
           accesso a conoscenza e cultura, misurato in base al tasso di
                 alfabetizzazione e l’iscrizione all’istruzione

  tenore di vita, misurato come PIL pro-capite relativo al potere d’acquisto
La classifica del 2009 include 182 nazioni, usa dati risalenti al 2007
    e quindi non include l’impatto della crisi economica globale.
                La Norvegia è in cima alla classifica,
                 seguita dall’Australia e dall’Islanda.

             L’Italia si piazza al diciottesimo posto,
        una posizione che la pone nel gruppo delle nazioni
     con un ‘Sviluppo umano molto alto’, la categoria migliore.
    Fonte:http://www.italiansinfuga.com/2009/10/06/classifica-mondiale-dei-migliori-paesi-in-cui-vivere/
La classifica del 2009 include 182 nazioni, usa dati risalenti al 2007
    e quindi non include l’impatto della crisi economica globale.
                La Norvegia è in cima alla classifica,
                 seguita dall’Australia e dall’Islanda.

             L’Italia si piazza al diciottesimo posto,
        una posizione che la pone nel gruppo delle nazioni
     con un ‘Sviluppo umano molto alto’, la categoria migliore.
    Fonte:http://www.italiansinfuga.com/2009/10/06/classifica-mondiale-dei-migliori-paesi-in-cui-vivere/
Al di là delle classifiche, l'Italia è un bel posto in cui vivere, e la speranza
  di vita di uomini e donne nel nostro Paese è tra le più alte al mondo.


                     Ma quando la salute viene meno?

          Abbiamo un servizio sanitario tra i migliori al mondo.

                                 Ma costoso.

                   Ce lo possiamo ancora permettere???
A giudicare dai dati forniti dal quotidiano La Stampa il 19/11/12
          (elaborazione dati Fondazione David Hume su dati Ocse, Eurostat, Oms)
    parrebbe che in Italia la spesa sanitaria in percentuale del PIL
                        non sia poi così elevata.

L'Italia si piazza al dodicesimo posto nella classifica dell'Europa a 27
                            per la spesa totale
                  e al nono posto per la spesa pubblica.

                   Più di noi spendono ad esempio
          Francia, Germania, Austria, Svezia, Regno Unito.

                 Meno di noi spendono ad esempio
           Portogallo, Grecia, Spagna, Polonia, Ungheria,
                 ma anche Finlandia e Lussemburgo.
E i posti letto?

                       L'Italia non si piazza bene...

                        Siamo al 21° posto su 27.
Peggio di noi solo Danimarca, Portogallo, Spagna, Irlanda, Regno Unito e
                                 Svezia.
              Che non sono proprio Paesi in via di sviluppo.
  Ma di certo non si può dire che da noi si debbano tagliare i posti letto.

                                 Eppure...
Dov'è che andiamo forte???
Gioco d'azzardo: Italia al Top


Quella del gioco d'azzardo e' una delle prime industrie del Belpaese.


Siamo la nazione dei record, spiega un articolo di Reuters: il più
  grande mercato d'Europa e uno dei più grandi al mondo, dopo
             vent'anni di progressive liberalizzazioni
Nel 2011, secondo l’AAMS,
  l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato,
         in Italia la raccolta del gioco d’azzardo
           è stata di quasi 80 miliardi di euro,
circa il 5 per cento del Prodotto Interno Lordo nazionale:

           il 56,3 per cento del fatturato totale
    è stato raccolto da slot machine e video-lotterie,

            il 12,7 per cento dai Gratta e Vinci,
                        l’8,5 dal Lotto,
               il 4,9 dalle scommesse sportive,
               il 3 per cento dal Superenalotto,
      e il rimanente da bingo e scommesse ippiche.
Ma se il fatturato legato al gioco d’azzardo
         è passato dai 14,3 miliardi di euro del 2000
               agli 80 miliardi di euro del 2011,
  i ricavi per lo Stato sono aumentati solo marginalmente.

La cifra ottenuta dallo Stato per le tasse sul gioco d’azzardo
      è stata di oltre 8,5 miliardi di euro l’anno scorso,
 ma è aumentata di meno di 3 miliardi tra il 2001 e il 2011.

      2001: fatturato 19,5 MLD ricavi Stato 5,5 MLD
       2011: fatturato 80 MLD ricavi Stato 8,5 MLD
                            ???
          Fonte: http://www.ilpost.it/2012/07/18/il-paese-del-gioco-dazzardo/
Consumo di suolo
        Ultimi in Europa per sviluppo economico, produttività,
         investimenti in infrastrutture e crescita demografica,
             un primato almeno non ce lo toglie nessuno.
Nell' impermeabilizzazione delle superfici naturali non abbiamo rivali.
Succede quando si consuma pericolosamente territorio con palazzine e
       capannoni, come stiamo facendo in Italia da troppi anni.
Che dimensioni abbia assunto questo fenomeno lo dice con chiarezza un
     numero: 7,3%. È la superficie totale dell'Italia non più naturale.
    E il dato fa ancora più impressione se paragonato alla media del
                            continente europeo,
     che certo non si può definire disabitato e rurale, pari al 4,3%.
Fra il 2001 e il 2011 il consumo del suolo è aumentato dell'8,8%,
   a fronte di un incremento della popolazione residente del 4,7%.

             L'Istat sottolinea che nel Centro-Nord si punta
                 sull'espansione delle località esistenti,
     fino a sommergere tutti gli spazi che separano l'una dall'altra.

    Al Sud la tecnica è invece quella di creare nuovi centri abitati.

        VALORE DEL PATRIMONIO EDILIZIO IN ITALIA

      Valore del patrimonio residenziale : 3.522 miliardi di euro

Valore del mercato delle compravendite 2004 : 137,2miliardi di euro

               Fonte: analisi e valutazioni ANCI-CRESME 2005
Per consolarci, potremmo ricordare che pure i boschi sono aumentati.
                   Negli ultimi vent'anni del 20%.
            Rispetto al Dopoguerra è quasi raddoppiata.

               Ma è una consolazione assai parziale:
  l'incremento delle foreste non è avvenuto a scapito del cemento,
                        bensì dell'agricoltura.

     Gli alberi si stanno semplicemente riprendendo lo spazio
             che l'economia rurale aveva loro sottratto.
             Fonte: Corriere della Sera 23/05/12 _ Articolo di Sergio Rizzo
Movicena 2012 Valsesia 5 Stelle
Movicena 2012 Valsesia 5 Stelle
Movicena 2012 Valsesia 5 Stelle

Mais conteúdo relacionado

Destaque

Neprokina3.ppt
Neprokina3.pptNeprokina3.ppt
Neprokina3.pptcjyz2805
 
Presentazione movicena 2012 x blog
Presentazione movicena 2012 x blogPresentazione movicena 2012 x blog
Presentazione movicena 2012 x blogmovimentovalsesia
 
Ecuador natural heritage
Ecuador natural heritageEcuador natural heritage
Ecuador natural heritageJhovanna Ponce
 
Ecuador natural heritage
Ecuador natural heritageEcuador natural heritage
Ecuador natural heritageJhovanna Ponce
 
Ureterolithiasis bhima
Ureterolithiasis bhimaUreterolithiasis bhima
Ureterolithiasis bhimaBhima
 

Destaque (6)

Neprokina3.ppt
Neprokina3.pptNeprokina3.ppt
Neprokina3.ppt
 
Presentazione movicena 2012 x blog
Presentazione movicena 2012 x blogPresentazione movicena 2012 x blog
Presentazione movicena 2012 x blog
 
Layouts
LayoutsLayouts
Layouts
 
Ecuador natural heritage
Ecuador natural heritageEcuador natural heritage
Ecuador natural heritage
 
Ecuador natural heritage
Ecuador natural heritageEcuador natural heritage
Ecuador natural heritage
 
Ureterolithiasis bhima
Ureterolithiasis bhimaUreterolithiasis bhima
Ureterolithiasis bhima
 

Semelhante a Movicena 2012 Valsesia 5 Stelle

Premessa giovit camp
Premessa giovit campPremessa giovit camp
Premessa giovit campLaura Catana
 
N. Barban, C. Conti, D. Gabrielli, G. Gabrielli, A. Guarneri: I nuovi italian...
N. Barban, C. Conti, D. Gabrielli, G. Gabrielli, A. Guarneri: I nuovi italian...N. Barban, C. Conti, D. Gabrielli, G. Gabrielli, A. Guarneri: I nuovi italian...
N. Barban, C. Conti, D. Gabrielli, G. Gabrielli, A. Guarneri: I nuovi italian...Istituto nazionale di statistica
 
Rapporto 2013 sull'internazionalizzazione delle scuole
Rapporto 2013 sull'internazionalizzazione delle scuole Rapporto 2013 sull'internazionalizzazione delle scuole
Rapporto 2013 sull'internazionalizzazione delle scuole Andrea Della Valentina
 
Il tempo del web: Adolescenti e genitori online
Il tempo del web: Adolescenti e genitori onlineIl tempo del web: Adolescenti e genitori online
Il tempo del web: Adolescenti e genitori onlineDoxa
 
Complessità delle questioni ambientali e comunicazione giornalistica
Complessità delle questioni ambientali e comunicazione giornalistica  Complessità delle questioni ambientali e comunicazione giornalistica
Complessità delle questioni ambientali e comunicazione giornalistica Rosy Battaglia
 
M. Frullone - Internet@Italia 2013 - La popolazione italiana e l’uso di Internet
M. Frullone - Internet@Italia 2013 - La popolazione italiana e l’uso di InternetM. Frullone - Internet@Italia 2013 - La popolazione italiana e l’uso di Internet
M. Frullone - Internet@Italia 2013 - La popolazione italiana e l’uso di InternetIstituto nazionale di statistica
 
Media e nuovo immaginario collettivo
Media e nuovo immaginario collettivoMedia e nuovo immaginario collettivo
Media e nuovo immaginario collettivoVittorio Pasteris
 
Giovani, fiducia, lavoro, estero
Giovani, fiducia, lavoro, esteroGiovani, fiducia, lavoro, estero
Giovani, fiducia, lavoro, esteroGiovanni Campagnoli
 
Education at a Glance 2013: cosa dice l'OCSE dell'università italiana?
Education at a Glance 2013: cosa dice l'OCSE dell'università italiana?Education at a Glance 2013: cosa dice l'OCSE dell'università italiana?
Education at a Glance 2013: cosa dice l'OCSE dell'università italiana?Giuseppe De Nicolao
 
Sintesi Dossier statistico immigrazione 2013
Sintesi Dossier statistico immigrazione 2013Sintesi Dossier statistico immigrazione 2013
Sintesi Dossier statistico immigrazione 2013Carlo Gubitosa
 
L’evoluzione digitale della specie - la dieta mediatica degli italiani 2013
L’evoluzione digitale della specie - la dieta mediatica degli italiani 2013L’evoluzione digitale della specie - la dieta mediatica degli italiani 2013
L’evoluzione digitale della specie - la dieta mediatica degli italiani 2013Dino Amenduni
 
Più giustizia tra generazioni - Pieni diritti elettorali solo a 25 anni: una ...
Più giustizia tra generazioni - Pieni diritti elettorali solo a 25 anni: una ...Più giustizia tra generazioni - Pieni diritti elettorali solo a 25 anni: una ...
Più giustizia tra generazioni - Pieni diritti elettorali solo a 25 anni: una ...morosini1952
 
L. Zannella, Essere in RETE: Più connessi uguale meno rivali?
L. Zannella, Essere in RETE: Più connessi uguale meno rivali?L. Zannella, Essere in RETE: Più connessi uguale meno rivali?
L. Zannella, Essere in RETE: Più connessi uguale meno rivali?Istituto nazionale di statistica
 
IX Rapporto Civita Citymorphosis 2012
IX Rapporto Civita Citymorphosis 2012IX Rapporto Civita Citymorphosis 2012
IX Rapporto Civita Citymorphosis 2012Bernabò Bocca
 

Semelhante a Movicena 2012 Valsesia 5 Stelle (20)

L'Italia ai tempi dei Social Media - Nando Pagnoncelli di IPSOS al Congresso ...
L'Italia ai tempi dei Social Media - Nando Pagnoncelli di IPSOS al Congresso ...L'Italia ai tempi dei Social Media - Nando Pagnoncelli di IPSOS al Congresso ...
L'Italia ai tempi dei Social Media - Nando Pagnoncelli di IPSOS al Congresso ...
 
Premessa giovit camp
Premessa giovit campPremessa giovit camp
Premessa giovit camp
 
Left 12 feb 2013 gdn
Left 12 feb 2013 gdnLeft 12 feb 2013 gdn
Left 12 feb 2013 gdn
 
N. Barban, C. Conti, D. Gabrielli, G. Gabrielli, A. Guarneri: I nuovi italian...
N. Barban, C. Conti, D. Gabrielli, G. Gabrielli, A. Guarneri: I nuovi italian...N. Barban, C. Conti, D. Gabrielli, G. Gabrielli, A. Guarneri: I nuovi italian...
N. Barban, C. Conti, D. Gabrielli, G. Gabrielli, A. Guarneri: I nuovi italian...
 
Rapporto 2013 sull'internazionalizzazione delle scuole
Rapporto 2013 sull'internazionalizzazione delle scuole Rapporto 2013 sull'internazionalizzazione delle scuole
Rapporto 2013 sull'internazionalizzazione delle scuole
 
Il tempo del web: Adolescenti e genitori online
Il tempo del web: Adolescenti e genitori onlineIl tempo del web: Adolescenti e genitori online
Il tempo del web: Adolescenti e genitori online
 
Complessità delle questioni ambientali e comunicazione giornalistica
Complessità delle questioni ambientali e comunicazione giornalistica  Complessità delle questioni ambientali e comunicazione giornalistica
Complessità delle questioni ambientali e comunicazione giornalistica
 
Neet
NeetNeet
Neet
 
M. Frullone - Internet@Italia 2013 - La popolazione italiana e l’uso di Internet
M. Frullone - Internet@Italia 2013 - La popolazione italiana e l’uso di InternetM. Frullone - Internet@Italia 2013 - La popolazione italiana e l’uso di Internet
M. Frullone - Internet@Italia 2013 - La popolazione italiana e l’uso di Internet
 
BNL Focus #20
BNL Focus #20BNL Focus #20
BNL Focus #20
 
Media e nuovo immaginario collettivo
Media e nuovo immaginario collettivoMedia e nuovo immaginario collettivo
Media e nuovo immaginario collettivo
 
Incontro 1bis
Incontro 1bisIncontro 1bis
Incontro 1bis
 
Giovani, fiducia, lavoro, estero
Giovani, fiducia, lavoro, esteroGiovani, fiducia, lavoro, estero
Giovani, fiducia, lavoro, estero
 
Education at a Glance 2013: cosa dice l'OCSE dell'università italiana?
Education at a Glance 2013: cosa dice l'OCSE dell'università italiana?Education at a Glance 2013: cosa dice l'OCSE dell'università italiana?
Education at a Glance 2013: cosa dice l'OCSE dell'università italiana?
 
Sintesi Dossier statistico immigrazione 2013
Sintesi Dossier statistico immigrazione 2013Sintesi Dossier statistico immigrazione 2013
Sintesi Dossier statistico immigrazione 2013
 
L’evoluzione digitale della specie - la dieta mediatica degli italiani 2013
L’evoluzione digitale della specie - la dieta mediatica degli italiani 2013L’evoluzione digitale della specie - la dieta mediatica degli italiani 2013
L’evoluzione digitale della specie - la dieta mediatica degli italiani 2013
 
Più giustizia tra generazioni - Pieni diritti elettorali solo a 25 anni: una ...
Più giustizia tra generazioni - Pieni diritti elettorali solo a 25 anni: una ...Più giustizia tra generazioni - Pieni diritti elettorali solo a 25 anni: una ...
Più giustizia tra generazioni - Pieni diritti elettorali solo a 25 anni: una ...
 
L. Zannella, Essere in RETE: Più connessi uguale meno rivali?
L. Zannella, Essere in RETE: Più connessi uguale meno rivali?L. Zannella, Essere in RETE: Più connessi uguale meno rivali?
L. Zannella, Essere in RETE: Più connessi uguale meno rivali?
 
IX Rapporto Civita Citymorphosis 2012
IX Rapporto Civita Citymorphosis 2012IX Rapporto Civita Citymorphosis 2012
IX Rapporto Civita Citymorphosis 2012
 
E. Macrì - Il BES in ambito urbano: il caso di Prato
E. Macrì - Il BES in ambito urbano: il caso di PratoE. Macrì - Il BES in ambito urbano: il caso di Prato
E. Macrì - Il BES in ambito urbano: il caso di Prato
 

Movicena 2012 Valsesia 5 Stelle

  • 1. La parola ai fatti: alcuni dati sull'Italia
  • 2. Ogni giorno i nostri politici spendono milioni di parole per raccontarci la nostra situazione attuale, e lo fanno il più delle volte in base al loro tornaconto, evidenziando o sminuendo questo o quel particolare dato economico o sociale. Facendo una ricerca in rete si possono trovare i dati e le classifiche qui di seguito riportate, e ci si può fare una idea piuttosto realistica della situazione dell'Italia rispetto agli altri Paesi.
  • 3. Corruzione Libertà di Informazione   Gli Italiani e il tempo libero  Istruzione  Economia  Sanità
  • 4. CORRUZIONE L'Italia è un paese corrotto? A leggere la classifica stilata dall'organizzazione non governativa Transparency International, si direbbe proprio di sì. Analizzando una serie di dati da 13 diverse organizzazioni internazionali, la OnG analizza il livello di corruzione percepita. Si va da 10, che indica un paese onesto, fino a zero, sintomo di una corruzione diffusa. L'Italia nella classifica si posiziona al 69esimo posto, dietro Paesi come il Ghana, la Slovacchia e il Montenegro. Totalizza solo 3,9 punti (contro i 4,6 del 2008). In cima alla classifica ci sono Nuova Zelanda, Danimarca e Finlandia. In fondo invece le nazioni dove dominano guerra o dittature, Corea del Nord, Myanmar, Somalia e Afghanistan.
  • 5.
  • 6. Stilata ormai dal 1995 la classifica viene letta con grande attenzione sia dagli economisti che dai più grandi investitori.
  • 7. Predisposizione alla corruzione Nella classifica dei paesi più corruttori, cioè quelli dove le aziende sono più disponibili a pagare mazzette, l’Italia sta al quindicesimo posto. Vale a dire la peggiore d’Europa con lo stesso punteggio di Hong Kong, Malesia e Sudafrica. E’ il risultato della ricerca sulla “predisposizione alla corruzione”, cioè il “Bribe Payers Index”, pubblicato da Transparency International. (http://www.transparency.it/upload_doc/BPI_report.pdf)
  • 8. La corruzione, vera o percepita, influisce “fino al 30% sul rating paese e sugli investimenti esteri, costituendo un impedimento alla crescita e allo sviluppo dell’economia e del lavoro”. La lotta alla corruzione, invece, “fa diminuire i costi pubblici e quindi il debito e lascia risorse all’economia virtuosa che investe e crea lavoro certo e dignitoso. Qualsiasi progetto di sviluppo non può non mettere al primo posto il contrasto alla corruzione” Maria Teresa Brassiolo, presidente di Transparency Italia, http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/02/classifica-di-transparency-sulla-corruzione-aziendale-italia- la-peggiore-deuropa/167903/
  • 9.
  • 10. LIBERTA' DI INFORMAZIONE All’interno dell’Unione Europea continua la distinzione Tra Paesi come la Finlandia e i Paesi Bassi, che hanno sempre ottenuto una valutazione molto positiva, e Paesi come la Bulgaria (80°), la Grecia (70°) e l’Italia (61°) che non sono riusciti ad affrontare la questione delle violazioni delle libertà dei media, soprattutto a causa della mancanza di volontà politica. Vanno invece segnalati piccoli progressi da parte della Francia (dalla posizione 44 alla 38), della Spagna (39°) e della Romania (47°).
  • 11.
  • 12.
  • 13. Gli italiani: cinema, TV, libri e giornali In base a quanto emerge dall’Annuario statistico italiano 2011 diffuso dall’Istat, il cinema continua a raccogliere il maggior pubblico e, insieme agli spettacoli sportivi, registra un incremento rispetto al 2010. Infatti, oltre una persona su due è andata almeno una volta a vedere un film in sala. Nella graduatoria seguono le visite a musei e mostre (29,7%), gli spettacoli sportivi (28,4%), le visite a siti archeologici e monumenti (22,9%), la frequentazione di discoteche e balere (22,6%), il teatro (21,9%)
  • 14. Guardare la televisione è un’abitudine consolidata per il 94% della popolazione di tre anni e più, senza distinzioni territoriali, generazionali o di sesso. L’ascolto della radio interessa invece il 59% della popolazione
  • 15. Meno diffusa è l’abitudine alla lettura di giornali e libri: nel 2011 legge un quotidiano almeno una volta a settimana il 54% delle persone in età scolare, mentre il 45,3% si dedica alla lettura di libri. Quest’ultima percentuale risulta in calo rispetto all’anno precedente (era il 46,8%), come pure quella di lettori “forti”, cioè coloro che hanno letto 12 libri e più in un anno (13,8% rispetto al 15,1% del 2010). Gli uomini leggono di più i quotidiani (60,3% contro il 48,1% delle donne), mentre le donne preferiscono i libri (51,6% contro il 38,5% degli uomini) e ne leggono in maggior numero.
  • 16. Meno diffusa è l’abitudine alla lettura di giornali e libri: nel 2011 legge un quotidiano almeno una volta a settimana il 54% delle persone in età scolare, mentre il 45,3% si dedica alla lettura di libri. Quest’ultima percentuale risulta in calo rispetto all’anno precedente (era il 46,8%), come pure quella di lettori “forti”, cioè coloro che hanno letto 12 libri e più in un anno (13,8% rispetto al 15,1% del 2010). Gli uomini leggono di più i quotidiani (60,3% contro il 48,1% delle donne), mentre le donne preferiscono i libri (51,6% contro il 38,5% degli uomini) e ne leggono in maggior numero.
  • 17. In costante crescita risultano gli utilizzatori del pc e di Internet, i quali rappresentano ormai, rispettivamente, il 52,2% (51% nel 2010) e 51,5% (48,9%) della popolazione di 3 anni e oltre. L’uso del pc tocca il livello massimo tra i 15 e i 19 anni (quasi 9 ragazzi su dieci), ma gli utilizzatori aumentano anche fra i 65-74enni (14,9% contro il 13,7% di un anno prima). A livello territoriale, permane uno squilibrio sia nell’uso del pc (Nord 56,9%, Centro 54,4%, Mezzogiorno 44,6%), che in quello di Internet (Nord 56,3%, Centro 54,2%, Mezzogiorno 43,7%).
  • 18. Istruzione, alcuni dati Stando ai dati Eurostat (dati 2009), l’Italia, con una spesa per l’istruzione pari al 4,4% del PIL, si situa al 21° posto tra i paesi UE, subito dopo la Bulgaria (4,5%). Meno dell’Italia spendono soltanto Repubblica ceca (4,2%), Spagna (4,2%), Grecia (4%), Slovacchia (3,8%) e Romania (3,5%).
  • 19. La Francia, per fare un paragone con un paese vicino, spende per la pubblica istruzione oltre un punto percentuale di PIL più dell’Italia
  • 20. Prendendo in esame soltanto la spesa per l’istruzione primaria (la scuola elementare) la posizione dell’Italia nella graduatoria UE sale di 3 posti: non più 21° ma 19°... Il livello di spesa italiano è comunque sempre al di sotto della media UE15, sia per la spesa totale sia per quella della scuola primaria. Fonte: Elaborazioni dell'Osservatorio su dati Eurostat
  • 21. I risultati dei test PISA Il Programma per la valutazione internazionale dell'allievo (Programme for International Student Assessment, meglio noto con l'acronimo PISA), è una indagine internazionale promossa dall'OCSE nata con lo scopo di valutare con periodicità triennale il livello di istruzione degli adolescenti dei principali paesi industrializzati.
  • 22. Performance in reading OECD (2007), PISA 2006 – Science Competencies for Tomorrow’s World , Figure 2.11b
  • 23. Performance in mathematics OECD (2007), PISA 2006 – Science Competencies for Tomorrow’s World , Table 6.1c
  • 24. Performance in science OECD (2007), PISA 2006 – Science Competencies for Tomorrow’s World , Table 6.2c
  • 25. Change in reading performance between 2000 and 2009 Reading performance improved Reading performance declined
  • 26. E l'Università? Sono accessibili sul web le classifiche delle Università del mondo pubblicate dall’agenzia Qs. Le prime Università italiane appaiano intorno al 200mo posto: Bologna, prima Università d’Italia si piazza 194ma, Roma Sapienza, la seconda, 216ma. Questi risultati sono in apparente contrasto con il fatto che l’Italia si piazza in genere settima o ottava nelle classifiche sull’attività di ricerca. (http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/13/riflessioni-dalla-216ma-universita-del-mondo/351240/)
  • 27. PISA. A pochi giorni dall’annuncio della scoperta della “particella di Dio”, arriva dal “QS World University Rankings by Subject” un altro riconoscimento dell’alta qualità dell’offerta formativa dell’Ateneo pisano: per l’agenzia che dal 2004 valuta i migliori atenei del mondo e che da due anni prende in esame i singoli ambiti disciplinari, Pisa è 49ª nel mondo nella “Fisica e Astronomia”, risultando al primo posto tra le università italiane. Non solo: Pisa ottiene un’ottima classificazione per altre 10 discipline, piazzandosi tra il 100° e 150° posto al mondo nelle “Lingue moderne”, e occupando tra la 150ª e la 200ª posizione nei settori della Chimica, della Farmacia, della Geografia, dell’Informatica, dell’Ingegneria chimica, dell’Ingegneria elettrica ed elettronica, della Matematica, della Medicina e della Statistica Il Tirreno di Pisa – 07/11/2012
  • 28. Ocse: Italia penultima per laureati Secondo il rapporto Ocse 2012 sull'Istruzione nella UE, rimaniamo ancora nella parte bassa, bassissima, della classifica. In Italia abbiamo l'11% di laureati nella fascia d'età 55-64 anni e al 21% della fascia 25-34 anni. Un dato che ci colloca al penultimo posto tra i 34 Paesi dell'Ocse. Complessivamente, prendendo in considerazione tutte le fasce d'età, l'Italia è al 15% di laureati. L'aspetto ancora più preoccupante è che il dato scende al 9% nella fascia d'età 25-34 anni tra i figli di genitori a bassa istruzione.
  • 29. Che la laurea valga sempre meno risulta evidente anche dal dato, scioccante, sulle differenze retributive. Nella fascia d'età 25-34 anni il salario medio dei laureati è del 9% maggiore rispetto a quello dei diplomati. (quello medio Ocse è del 37%...).
  • 30. La storica mancanza di un rapporto funzionale, e funzionante, tra mondo dell'istruzione e del lavoro, è evidenziato pure da un altro dato allarmante: il 23% dei giovani (15-29 anni) non fa nulla. Non studia e non lavora. Ha cioè lasciato, o terminato, gli studi ed è in attesa di un lavoro che non arriva. In questa classifica l'Italia è quartultima, seguita solo da Spagna (24%), Israele (27%) e l'immancabile Turchia (37%)
  • 31. Per il coordinatore del rapporto, Eric Charbonnier, la vera emergenza della scuola italiana è però l'età dei suoi insegnanti. Alle elementari quelli inferiori ai 40 anni rappresentano il 21,6%, mentre quelli con più di 50 anni sono il 45%, rispetto a una media Ocse rispettivamente del 41,7% e del 29,9% e a una media europea del 40,5% e del 29,9 per cento. Alle superiori la quota dei docenti sotto i 40 anni scende addirittura al 9,9%, mentre quella degli ultracinquantenni sale al 59,3 per cento. Le medie Ocse sono del 37,5% e del 34,9 per cento. Quelle europee del 35,8% e del 36 per cento. La percentuale degli insegnanti con meno di 30 anni in Italia è insignificante. Fonte: Il Sole24ore Link: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-09-12/ocse-italia-penultima-laureati-063700.shtml? uuid=Ab54DCcG
  • 32. Economia - Trasparenza Come operano e come sono strutturati i colossi dell’economia mondiale? Cosa sanno di loro gli investitori e i cittadini? Transparency International ha analizzato le 105 più grandi società al mondo sulla base della loro trasparenza ricavandone risultati che non fanno star tranquilli. Delle multinazionali quotate in borsa, che sommate valgono più di 11 trilioni di dollari, neppure un terzo raggiunge la sufficienza e la performance peggiore riguarda il settore finanziario. Solo i sistemi interni anticorruzione segnano un trend positivo rispetto al passato
  • 33. Delicatissimo poi il settore delle grandi gruppi “reticolari”, composte da decine di migliaia di società controllate. Transparency ha chiesto alle società gli elenchi completi di tutte le loro partecipazioni ma ben 78 su 105 si sono rifiutate di rivelare questi dati. Tecnologia, beni e servizi e telecomunicazioni sono, tra gli altri, i settori coinvolti. E in questi colpisce la pessima performance di Microsoft, Apple e Google, come quella di tutto il settore tecnologico. I campioni del web e delle nuove comunicazioni sono anche primi nel non divulgare informazioni sul loro conto
  • 34. Particolarmente carenti risultano anche le comunicazioni su ricavi, vendite, imposte sul reddito e in generale sui dati finanziari. Con una particolarità degna di nota nella zona euro: delle 65 società operanti in Spagna solo 3 rendono pubbliche le imposte pagate in quel paese, mentre in Grecia non lo fa nessuna delle 43 aziende analizzate. La mancanza di trasparenza rende inoltre più difficile capire in che modo le multinazionali contribuiscono alle campagne politiche. “Le multinazionali restano una parte importante del problema della corruzione in tutto il mondo. È giunto il momento per loro di essere co-leader delle soluzioni” – è la ricetta finale di Cobus de Swardt, Managing Director di Transparency International.
  • 35. Banche, fornitori di servizi finanziari e assicurazioni sono le società meno trasparenti. In Europa, Asia e America tutte le posizioni con i punteggi più bassi sono occupati da banche. Dei 24 istituti finanziari valutati, 13 non divulgano dati sulle loro attività all’estero, 7 ne rivelano solo alcuni e solo 4 forniscono adeguate informazioni a livello nazionale. La peggiore è Bank of China (1,1) ultima dell’intera classifica, ma non va meglio a Bank of America (3,2), Goldman Sachs (3,3), Visa (3,5), Barclays (4,0) o Bnp Paribas (5,4).
  • 36. Il miraggio della Libertà L'indice Economic Freedom valuta per ciascun Paese la qualità del contesto economico prendendo in considerazione aspetti quali Libertà di impresa, libertà di commercio, libertà fiscale, diritti di proprietà ecc... http://www.heritage.org/index/
  • 37. La classifica generale: Paesi “Liberi”: 1) Hong Kong 2) Singapore 3) Australia 4) Nuova Zelanda 5) Svizzera
  • 38. Paesi “quasi totalmente liberi” 6) Canada 10) Stati Uniti d'America 14) Regno Unito 21) Svezia 26) Germania 28) Austria
  • 39. Paesi “Moderatamente liberi” 19) Uruguay 36) Spagna 40) Norvegia 62) Romania 67) Francia 78) Uganda 90) Libano
  • 40. Paesi “Poco liberi” 91) Azerbaijan 92) Italia 93) Honduras 119) Grecia 139) Siria Paesi “Repressi” 151) Maldive 158) Argentina 171) Iran 171) Nord Corea
  • 42. Ma in Italia si vive bene! (?) L’ONU ha pubblicato la classifica mondiale dei migliori Paesi in cui vivere. L’Human Development Index (HDI) misura la sviluppo di una nazione da un punto di vista umano. Riporta fattori quali:  longevità e salute espressa in termini di aspettativa alla nascita  accesso a conoscenza e cultura, misurato in base al tasso di alfabetizzazione e l’iscrizione all’istruzione  tenore di vita, misurato come PIL pro-capite relativo al potere d’acquisto
  • 43. La classifica del 2009 include 182 nazioni, usa dati risalenti al 2007 e quindi non include l’impatto della crisi economica globale. La Norvegia è in cima alla classifica, seguita dall’Australia e dall’Islanda. L’Italia si piazza al diciottesimo posto, una posizione che la pone nel gruppo delle nazioni con un ‘Sviluppo umano molto alto’, la categoria migliore. Fonte:http://www.italiansinfuga.com/2009/10/06/classifica-mondiale-dei-migliori-paesi-in-cui-vivere/
  • 44. La classifica del 2009 include 182 nazioni, usa dati risalenti al 2007 e quindi non include l’impatto della crisi economica globale. La Norvegia è in cima alla classifica, seguita dall’Australia e dall’Islanda. L’Italia si piazza al diciottesimo posto, una posizione che la pone nel gruppo delle nazioni con un ‘Sviluppo umano molto alto’, la categoria migliore. Fonte:http://www.italiansinfuga.com/2009/10/06/classifica-mondiale-dei-migliori-paesi-in-cui-vivere/
  • 45. Al di là delle classifiche, l'Italia è un bel posto in cui vivere, e la speranza di vita di uomini e donne nel nostro Paese è tra le più alte al mondo. Ma quando la salute viene meno? Abbiamo un servizio sanitario tra i migliori al mondo. Ma costoso. Ce lo possiamo ancora permettere???
  • 46. A giudicare dai dati forniti dal quotidiano La Stampa il 19/11/12 (elaborazione dati Fondazione David Hume su dati Ocse, Eurostat, Oms) parrebbe che in Italia la spesa sanitaria in percentuale del PIL non sia poi così elevata. L'Italia si piazza al dodicesimo posto nella classifica dell'Europa a 27 per la spesa totale e al nono posto per la spesa pubblica. Più di noi spendono ad esempio Francia, Germania, Austria, Svezia, Regno Unito. Meno di noi spendono ad esempio Portogallo, Grecia, Spagna, Polonia, Ungheria, ma anche Finlandia e Lussemburgo.
  • 47. E i posti letto? L'Italia non si piazza bene... Siamo al 21° posto su 27. Peggio di noi solo Danimarca, Portogallo, Spagna, Irlanda, Regno Unito e Svezia. Che non sono proprio Paesi in via di sviluppo. Ma di certo non si può dire che da noi si debbano tagliare i posti letto. Eppure...
  • 48. Dov'è che andiamo forte???
  • 49.
  • 50. Gioco d'azzardo: Italia al Top Quella del gioco d'azzardo e' una delle prime industrie del Belpaese. Siamo la nazione dei record, spiega un articolo di Reuters: il più grande mercato d'Europa e uno dei più grandi al mondo, dopo vent'anni di progressive liberalizzazioni
  • 51. Nel 2011, secondo l’AAMS, l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, in Italia la raccolta del gioco d’azzardo è stata di quasi 80 miliardi di euro, circa il 5 per cento del Prodotto Interno Lordo nazionale: il 56,3 per cento del fatturato totale è stato raccolto da slot machine e video-lotterie, il 12,7 per cento dai Gratta e Vinci, l’8,5 dal Lotto, il 4,9 dalle scommesse sportive, il 3 per cento dal Superenalotto, e il rimanente da bingo e scommesse ippiche.
  • 52. Ma se il fatturato legato al gioco d’azzardo è passato dai 14,3 miliardi di euro del 2000 agli 80 miliardi di euro del 2011, i ricavi per lo Stato sono aumentati solo marginalmente. La cifra ottenuta dallo Stato per le tasse sul gioco d’azzardo è stata di oltre 8,5 miliardi di euro l’anno scorso, ma è aumentata di meno di 3 miliardi tra il 2001 e il 2011. 2001: fatturato 19,5 MLD ricavi Stato 5,5 MLD 2011: fatturato 80 MLD ricavi Stato 8,5 MLD ??? Fonte: http://www.ilpost.it/2012/07/18/il-paese-del-gioco-dazzardo/
  • 53. Consumo di suolo Ultimi in Europa per sviluppo economico, produttività, investimenti in infrastrutture e crescita demografica, un primato almeno non ce lo toglie nessuno. Nell' impermeabilizzazione delle superfici naturali non abbiamo rivali. Succede quando si consuma pericolosamente territorio con palazzine e capannoni, come stiamo facendo in Italia da troppi anni. Che dimensioni abbia assunto questo fenomeno lo dice con chiarezza un numero: 7,3%. È la superficie totale dell'Italia non più naturale. E il dato fa ancora più impressione se paragonato alla media del continente europeo, che certo non si può definire disabitato e rurale, pari al 4,3%.
  • 54. Fra il 2001 e il 2011 il consumo del suolo è aumentato dell'8,8%, a fronte di un incremento della popolazione residente del 4,7%. L'Istat sottolinea che nel Centro-Nord si punta sull'espansione delle località esistenti, fino a sommergere tutti gli spazi che separano l'una dall'altra. Al Sud la tecnica è invece quella di creare nuovi centri abitati. VALORE DEL PATRIMONIO EDILIZIO IN ITALIA Valore del patrimonio residenziale : 3.522 miliardi di euro Valore del mercato delle compravendite 2004 : 137,2miliardi di euro Fonte: analisi e valutazioni ANCI-CRESME 2005
  • 55. Per consolarci, potremmo ricordare che pure i boschi sono aumentati. Negli ultimi vent'anni del 20%. Rispetto al Dopoguerra è quasi raddoppiata. Ma è una consolazione assai parziale: l'incremento delle foreste non è avvenuto a scapito del cemento, bensì dell'agricoltura. Gli alberi si stanno semplicemente riprendendo lo spazio che l'economia rurale aveva loro sottratto. Fonte: Corriere della Sera 23/05/12 _ Articolo di Sergio Rizzo