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Newsletter di Dubbi(e)verità                                      Numero 0 del mese di Novembre 2008

          Che genere di Cultura genera la cultura di Genere?
L’angolo della Storia

La Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina (titolo in francese Déclaration des
droits de la femme et de la citoyenne) è un testo giuridico francese, che esige la piena
assimilazione legale, politica e sociale delle donne, pubblicata nel settembre 1791 dalla
scrittrice Olympe de Gouges sul modello della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del
cittadino del 1789 proclamata il 26 agosto dello stesso anno. Primo documento a invocare
l'uguaglianza giuridica e legale delle donne in rapporto agli uomini, la Dichiarazione dei
diritti della donna e della cittadina è stata pubblicata allo scopo di essere presentata
all'Assemblée nationale per esservi adottata. La Dichiarazione dei diritti della donna e della
cittadina costituisce un'imitazione critica della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del
cittadino, che elenca i diritti validi solo per gli uomini, allorché le donne non dispongono del
diritto di voto, dell'accesso alle istituzioni pubbliche, alle libertà professionali, ai diritti di
possedimento, ecc. L'autrice vi difende, non senza ironia sulle considerazioni dei pregiudizi
maschili, la causa delle donne, scrivendo che «La donna nasce libera e ha uguali diritti
all'uomo».

Nel 1793 fu ghigliottinata perché si era opposta all'esecuzione di Luigi XVI e aveva osato
attaccare Robespierre. Nella sua dichiarazione dei Diritti della Donna, aveva scritto in modo
premonitorio «Come la donna ha il diritto di salite sul patibolo, deve avere altresì il diritto di
salire alle più alte cariche». Ma il procuratore della Comune di Parigi, Pierre-Gaspard
Chaumette, nel suo discorso ai repubblicani, fustigò la sua memoria e applaudì alla sua
esecuzione, meritata secondo lui, se non altro perché aveva «dimenticato le virtù che
convenivano al suo sesso».


                                                                      contraddistingue lo stesso gruppo bersaglio. Lo stereotipo
                                                                      consente di far propria un'immagine semplice anziché
Gli stereotipi sessisti. Prima puntata.                               complessa e da la sensazione di un'idea che è condivisa da
                                                                      molti altri.
Cosa sono gli stereotipi?                                             Come li posso riconoscere?
Gli stereotipi sono ...                                               Si possono riconoscere ...
        "rappresentazioni schematiche di fenomeni che                ricercando quegli che, secondo le principali definizioni, sono i
         costituiscono un riferimento coerente e funzionale           suoi elementi salienti:
         per la vita di un singolo e di un gruppo"                    1. la presenza di un gruppo bersaglio: le donne, gli ebrei,
        “la conoscenza che l'individuo immagina già di                    gli uomini, gli italiani, ecc.(il bersaglio potrebbe anche
         possedere”                                                        essere un luogo, un oggetto o un avvenimento);
        “falsi concetti classificatori a cui, di regola, sono
         assodate forti inclinazioni emozionali di simpatia o
         antipatia, approvazione o disapprovazione" (Young)
        “raffigurazioni di gruppi, largamente condivise,
         schematiche, che nascono da relazioni di intergruppo
         e guidano conoscenze e comportamenti sociali delle
         persone”
         “un’opinione precostituita, non acquisita sulla base
         di un’esperienza diretta e scarsamente suscettibile di
         modifica” De Mauro
                                                                      2.   la presenza di una caratteristica o di un insieme di
Cercando di approfondire i concetti sopra esposti, si può                  caratteristiche associate al gruppo: sensibili, taccagni,
affermare che lo stereotipo è un pensiero organizzato, uno                 forti, mafiosi, ecc.
schema, una porzione di sapere che utilizziamo per                    3.   l’assenza di reali conoscenze o di adeguati riscontri in
comprendere la realtà sociale di un gruppo. Lo stereotipo                  merito alle caratteristiche attribuite al gruppo (gli
individua un bersaglio, identificato da una etichetta linguistica          stereotipi vengono sostenuti perfino di fronte alla prova
(ad esempio: donne, marocchini, tedeschi, zingari, ecc.),                  del contrario: il detto “dell’eccezione che conferma la
attorno al quale organizza un insieme di caratteristiche.                  regola” – è uno dei modi attraverso il quale lo stereotipo
Queste caratteristiche vengono ordinate gerarchicamente                    tenta di resistere all’evidenza che lo contraddice);
ritenendo alcuni tratti più tipici di altri e quindi più adatti per   4. l’attribuzione a tutti gli individui del gruppo
descrivere il bersaglio (le donne sono sensibili, gli zingari
sono ladri, i tedeschi sono rigidi, ecc). Lo stereotipo                  delle caratteristiche associate al gruppo stesso.
schematizza e cristallizza una realtà varia e in movimento                                              Fine della prima puntata
rifiutandosi, nel contempo, di cogliere l’evoluzione che



                                                                                                                            Pag 1/4
Newsletter di Dubbi(e)verità                             Numero 0 del mese di Novembre 2008


                                          Il Global Gender Gap Report 2007, basato su una innovativa metodologia introdotta
                                          nel 2006, comprende profili dettagliati che consentono una comprensione più
                                          approfondita degli aspetti economici, giuridici e sociali del divario uomini-donne di
                                          ciascun Paese. Il Rapporto misura le dimensioni di questo divario in quattro aree
                                          cruciali :
                                                 1) Partecipazione e opportunità economica – con rispetto agli stipendi,
                                                     livelli di partecipazione e accesso a professioni altamente qualificate
                                                 2) Livello di istruzione – con rispetto all’accesso all’istruzione di base e a
                                                     quella superiore
                                                 3) Responsabilizzazione politica– con rispetto alla rappresentanza nell’ambito
                                                     delle strutture decisionali
                                                 4) Sanità e sopravvivenza – con rispetto all’aspettativa di vita e al rapporto
                                                     maschi/femmine


                                                                            Paese         2007   Punteggio      2006 Var.
    Classifiche del Global Gender Gap 2007 – Prime venti posizioni          China         73       0.6643        66   
                                                                            Brazil        74       0.6637        67   
    Paese              2007       Punteggio 2006         Variazione         Peru          75       0.6624        68   
   Svezia                 1         81.46%        1     0                 Malta         76       0.6615        69   
   Norvegia               2         80.59%        2     0                 Singapore     77       0.6609        70   
   Finlandia              3         80.44%        3     0                 Uruguay       78       0.6608        71   
   Islanda                4         78.36%        4     0      
                                                                            Tajikistan*   79       0.6578        n/a   n/a
   Nuova Zelanda          5         76.49%        7     2       
                                                                            Bolivia       80       0.6574        72     
   Filippine              6         76.29%        6     0      
                                                                            Indonesia     81       0.6550        73     
   Germania               7         76.18%        5    -2       
                                    75.19%
                                                                            Cyprus        82       0.6522        74     
   Danimarca              8                       8     0      
                                    74.57%                                  Kenya         83       0.6508        75     
   Irlanda                9                       10    1       
   Spagna                10         74.44%        11    1       
                                                                            Italy         84       0.6498        76     
   Regno Unito           11         74.41%        9    -2       
   Paesi Bassi           12         73.83%        12    0      
   Lettonia              13         73.33%        19    6       
   Lituania              14         72.34%        21    7       
   Sri Lanka             15         72.30%        13   -2       
   Croazia               16         72.10%        16    0      
   Australia             17         72.04%        15   -2       
   Canada                18         71.98%        14   -4       
   Belgio                19         71.98%        20    1       
   Sudafrica             20         71.94%        18   -2       
   La graduatoria del Global Gender Gap Index può essere interpretata
   come grado di riduzione del divario tra donne e uomini.
   Ed ecco l’Italia, scesa nell’ultimo anno dal 76esimo all’84esimo
   posto, in buona compagnia di Bolivia, Indonesia, Cipro e Kenia che
   ci precedono di poco.


                                                                              Da La Repubblica del 18/04/2008.
                                                                              Incideranno questi dati sul Gender
                                                                              Gap dell’anno venturo? Riusciremo a
                                                                              non scivolare ulteriormente verso il
                                                                              fondo (126esima posizione)?

   Da La Repubblica del 30/05/2008




                                                                                                                   Pag 2/4
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Parole di Parità. Conoscerle, capirle, usarle.
Azione positiva
Strumento per combattere attivamente le forme di discriminazione nei confronti delle lavoratrici e
favorire l'attuazione dei principi di parità e pari opportunità tra uomini e donne. Misure specifiche e
temporanee indirizzate ad un gruppo particolare con l’obiettivo di eliminare e prevenire la
discriminazione o di compensare gli svantaggi derivanti dagli atteggiamenti, dai comportamenti e
dalle strutture esistenti nella società e nel mondo del lavoro, allo scopo di pervenire ad una parità
sostanziale. (Introdotte in Italia per la prima volta con la Legge 10 aprile 1991, n. 125 "Azioni positive
per la realizzazione della parità uomo-donna nel lavoro")

Conciliazione di vita professionale e vita familiare
Introduzione di azioni sistemiche che prendono in considerazione le esigenze della famiglia, di
congedi parentali, di soluzioni per la cura dei bambini e degli anziani e lo sviluppo di un contesto e di
un’organizzazione lavorativi tali da agevolare la conciliazione delle responsabilità lavorative e di
quelle familiari per le donne e gli uomini.

NB. Per le donne e per gli uomini indistintamente: entrambi i generi possono essere genitori,
entrambi i generi dovrebbero essere figli di qualcuno. In sintesi entrambi hanno il diritto di avere una
famiglia d’origine e a crearsene una propria e ad assumersi entrambi le responsabilità e i piaceri a
essa connessi. La famiglia è intesa come diritto-dovere per ambo i generi.




                                   Arte e dintorni, al femminile.
                                       due coniugi. Una pari altezza       trasformare   la    coscienza
                                       che trova le sue ragioni non        umana.
                                       tanto in una pari dimensione
                                       fisica delle donne rispetto agli
                                       uomini dell’epoca, quanto in
                                       una pari dimensione sociale e
                                       culturale.
                                       Il culto della Dea madre
                                       (30.000 - 1000 a.C.), o dea dei
                                       serpenti, che presiedeva, in
                                       alcun modo in subordinazione
                                       rispetto alle divinità maschili,
                                       la vita religiosa e culturale
                                       dell’epoca, rafforza il quadro.
                                       Le donne erano considerate
                                       e valorizzate – regine,
                                       sacerdotesse,          artigiane,
                                       membre anziane del clan – la
                                       società era di carattere
Affresco minoico-miceneo               egualitario. Si evidenziava un      La dea dei serpenti (Creta, II
raffigurante una coppia di sposi       particolare rispetto verso la       millennio AC)
(Creta)
                                       Madre Terra come simbolo
                                       della Grande Madre. Il potere
Nella     coppia     di    sposi
                                       della donna era inteso non
dell’affresco minoico riportato
                                       come dominio ma come
sopra notare la pari altezza dei
                                       capacità di illuminare e

                                                                                                     Pag 3/4
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Proprietà intransitiva del matrimonio:
le donne hanno i mariti ma i mariti non hanno le mogli!
Le donne quadrano lo stipendio ma gli uomini non hanno mogli con cui quadrare.
                                                    Credo non ci sia altro da aggiungere al titolo salvo
                                                    ricordare che la Scuola è proprio uno di quei settori di
                                                    segregazione orizzontale di cui la Commissione Europea




                                                    parla nella Road Map per la parità ("Tabella di marcia
                                                    per la parità tra donne e uomini 2006-2010 {SEC(2006)
                                                    275”) quando dice: "Le donne continuano a dover far
                                                    fronte alla segregazione sia verticale che orizzontale.
                                                    La maggior parte di esse resta impiegata in settori
                                                    tradizionalmente riservati alle donne, di norma meno
                                                    riconosciuti e valutati…"
                                                    L'articolo avrebbe potuto accennarvi, avrebbe potuto
                                                    incentrare la sua analisi sulla difficoltà a rimuovere le
                                                    forme di segregazione orizzontale di cui fanno le spese
                                                    tanto gli uomini quanto le donne, quando si
                                                    avventurano in terreni a loro non adatti, stando agli
                                                    stereotipi in vigore.
                                                    Avrebbe invece potuto        tacere sulla condizione
                                                    coniugale del corpo docente in quanto non pertinente.
                                                    O almeno, qualora i riferimenti alla vita privata di
                                                    necessario impatto emotivo, riferirli con correttezza
                                                    ed equilibrio. Per esempio ricordando che il Ministero
                                                    della Pubblica istruzione non ha imposto alcun celibato
                                                    obbligatorio e quindi, come ovvia conseguenza, che
                                                    anche agli uomini è data la PARI possibilità di "andare
                                                    meglio, perché portano a casa uno stipendio che si
                                                    somma a quello della moglie e fa quadrare i conti".




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2009 newsletter Dubbieverità 00

  • 1. Newsletter di Dubbi(e)verità Numero 0 del mese di Novembre 2008 Che genere di Cultura genera la cultura di Genere? L’angolo della Storia La Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina (titolo in francese Déclaration des droits de la femme et de la citoyenne) è un testo giuridico francese, che esige la piena assimilazione legale, politica e sociale delle donne, pubblicata nel settembre 1791 dalla scrittrice Olympe de Gouges sul modello della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789 proclamata il 26 agosto dello stesso anno. Primo documento a invocare l'uguaglianza giuridica e legale delle donne in rapporto agli uomini, la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina è stata pubblicata allo scopo di essere presentata all'Assemblée nationale per esservi adottata. La Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina costituisce un'imitazione critica della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, che elenca i diritti validi solo per gli uomini, allorché le donne non dispongono del diritto di voto, dell'accesso alle istituzioni pubbliche, alle libertà professionali, ai diritti di possedimento, ecc. L'autrice vi difende, non senza ironia sulle considerazioni dei pregiudizi maschili, la causa delle donne, scrivendo che «La donna nasce libera e ha uguali diritti all'uomo». Nel 1793 fu ghigliottinata perché si era opposta all'esecuzione di Luigi XVI e aveva osato attaccare Robespierre. Nella sua dichiarazione dei Diritti della Donna, aveva scritto in modo premonitorio «Come la donna ha il diritto di salite sul patibolo, deve avere altresì il diritto di salire alle più alte cariche». Ma il procuratore della Comune di Parigi, Pierre-Gaspard Chaumette, nel suo discorso ai repubblicani, fustigò la sua memoria e applaudì alla sua esecuzione, meritata secondo lui, se non altro perché aveva «dimenticato le virtù che convenivano al suo sesso». contraddistingue lo stesso gruppo bersaglio. Lo stereotipo consente di far propria un'immagine semplice anziché Gli stereotipi sessisti. Prima puntata. complessa e da la sensazione di un'idea che è condivisa da molti altri. Cosa sono gli stereotipi? Come li posso riconoscere? Gli stereotipi sono ... Si possono riconoscere ...  "rappresentazioni schematiche di fenomeni che ricercando quegli che, secondo le principali definizioni, sono i costituiscono un riferimento coerente e funzionale suoi elementi salienti: per la vita di un singolo e di un gruppo" 1. la presenza di un gruppo bersaglio: le donne, gli ebrei,  “la conoscenza che l'individuo immagina già di gli uomini, gli italiani, ecc.(il bersaglio potrebbe anche possedere” essere un luogo, un oggetto o un avvenimento);  “falsi concetti classificatori a cui, di regola, sono assodate forti inclinazioni emozionali di simpatia o antipatia, approvazione o disapprovazione" (Young)  “raffigurazioni di gruppi, largamente condivise, schematiche, che nascono da relazioni di intergruppo e guidano conoscenze e comportamenti sociali delle persone”  “un’opinione precostituita, non acquisita sulla base di un’esperienza diretta e scarsamente suscettibile di modifica” De Mauro 2. la presenza di una caratteristica o di un insieme di Cercando di approfondire i concetti sopra esposti, si può caratteristiche associate al gruppo: sensibili, taccagni, affermare che lo stereotipo è un pensiero organizzato, uno forti, mafiosi, ecc. schema, una porzione di sapere che utilizziamo per 3. l’assenza di reali conoscenze o di adeguati riscontri in comprendere la realtà sociale di un gruppo. Lo stereotipo merito alle caratteristiche attribuite al gruppo (gli individua un bersaglio, identificato da una etichetta linguistica stereotipi vengono sostenuti perfino di fronte alla prova (ad esempio: donne, marocchini, tedeschi, zingari, ecc.), del contrario: il detto “dell’eccezione che conferma la attorno al quale organizza un insieme di caratteristiche. regola” – è uno dei modi attraverso il quale lo stereotipo Queste caratteristiche vengono ordinate gerarchicamente tenta di resistere all’evidenza che lo contraddice); ritenendo alcuni tratti più tipici di altri e quindi più adatti per 4. l’attribuzione a tutti gli individui del gruppo descrivere il bersaglio (le donne sono sensibili, gli zingari sono ladri, i tedeschi sono rigidi, ecc). Lo stereotipo delle caratteristiche associate al gruppo stesso. schematizza e cristallizza una realtà varia e in movimento Fine della prima puntata rifiutandosi, nel contempo, di cogliere l’evoluzione che Pag 1/4
  • 2. Newsletter di Dubbi(e)verità Numero 0 del mese di Novembre 2008 Il Global Gender Gap Report 2007, basato su una innovativa metodologia introdotta nel 2006, comprende profili dettagliati che consentono una comprensione più approfondita degli aspetti economici, giuridici e sociali del divario uomini-donne di ciascun Paese. Il Rapporto misura le dimensioni di questo divario in quattro aree cruciali : 1) Partecipazione e opportunità economica – con rispetto agli stipendi, livelli di partecipazione e accesso a professioni altamente qualificate 2) Livello di istruzione – con rispetto all’accesso all’istruzione di base e a quella superiore 3) Responsabilizzazione politica– con rispetto alla rappresentanza nell’ambito delle strutture decisionali 4) Sanità e sopravvivenza – con rispetto all’aspettativa di vita e al rapporto maschi/femmine Paese 2007 Punteggio 2006 Var. Classifiche del Global Gender Gap 2007 – Prime venti posizioni China 73 0.6643 66  Brazil 74 0.6637 67  Paese 2007 Punteggio 2006 Variazione Peru 75 0.6624 68  Svezia 1 81.46% 1 0  Malta 76 0.6615 69  Norvegia 2 80.59% 2 0  Singapore 77 0.6609 70  Finlandia 3 80.44% 3 0  Uruguay 78 0.6608 71  Islanda 4 78.36% 4 0  Tajikistan* 79 0.6578 n/a n/a Nuova Zelanda 5 76.49% 7 2  Bolivia 80 0.6574 72  Filippine 6 76.29% 6 0  Indonesia 81 0.6550 73  Germania 7 76.18% 5 -2  75.19% Cyprus 82 0.6522 74  Danimarca 8 8 0  74.57% Kenya 83 0.6508 75  Irlanda 9 10 1  Spagna 10 74.44% 11 1  Italy 84 0.6498 76  Regno Unito 11 74.41% 9 -2  Paesi Bassi 12 73.83% 12 0  Lettonia 13 73.33% 19 6  Lituania 14 72.34% 21 7  Sri Lanka 15 72.30% 13 -2  Croazia 16 72.10% 16 0  Australia 17 72.04% 15 -2  Canada 18 71.98% 14 -4  Belgio 19 71.98% 20 1  Sudafrica 20 71.94% 18 -2  La graduatoria del Global Gender Gap Index può essere interpretata come grado di riduzione del divario tra donne e uomini. Ed ecco l’Italia, scesa nell’ultimo anno dal 76esimo all’84esimo posto, in buona compagnia di Bolivia, Indonesia, Cipro e Kenia che ci precedono di poco. Da La Repubblica del 18/04/2008. Incideranno questi dati sul Gender Gap dell’anno venturo? Riusciremo a non scivolare ulteriormente verso il fondo (126esima posizione)? Da La Repubblica del 30/05/2008 Pag 2/4
  • 3. Newsletter di Dubbi(e)verità Numero 0 del mese di Novembre 2008 Parole di Parità. Conoscerle, capirle, usarle. Azione positiva Strumento per combattere attivamente le forme di discriminazione nei confronti delle lavoratrici e favorire l'attuazione dei principi di parità e pari opportunità tra uomini e donne. Misure specifiche e temporanee indirizzate ad un gruppo particolare con l’obiettivo di eliminare e prevenire la discriminazione o di compensare gli svantaggi derivanti dagli atteggiamenti, dai comportamenti e dalle strutture esistenti nella società e nel mondo del lavoro, allo scopo di pervenire ad una parità sostanziale. (Introdotte in Italia per la prima volta con la Legge 10 aprile 1991, n. 125 "Azioni positive per la realizzazione della parità uomo-donna nel lavoro") Conciliazione di vita professionale e vita familiare Introduzione di azioni sistemiche che prendono in considerazione le esigenze della famiglia, di congedi parentali, di soluzioni per la cura dei bambini e degli anziani e lo sviluppo di un contesto e di un’organizzazione lavorativi tali da agevolare la conciliazione delle responsabilità lavorative e di quelle familiari per le donne e gli uomini. NB. Per le donne e per gli uomini indistintamente: entrambi i generi possono essere genitori, entrambi i generi dovrebbero essere figli di qualcuno. In sintesi entrambi hanno il diritto di avere una famiglia d’origine e a crearsene una propria e ad assumersi entrambi le responsabilità e i piaceri a essa connessi. La famiglia è intesa come diritto-dovere per ambo i generi. Arte e dintorni, al femminile. due coniugi. Una pari altezza trasformare la coscienza che trova le sue ragioni non umana. tanto in una pari dimensione fisica delle donne rispetto agli uomini dell’epoca, quanto in una pari dimensione sociale e culturale. Il culto della Dea madre (30.000 - 1000 a.C.), o dea dei serpenti, che presiedeva, in alcun modo in subordinazione rispetto alle divinità maschili, la vita religiosa e culturale dell’epoca, rafforza il quadro. Le donne erano considerate e valorizzate – regine, sacerdotesse, artigiane, membre anziane del clan – la società era di carattere Affresco minoico-miceneo egualitario. Si evidenziava un La dea dei serpenti (Creta, II raffigurante una coppia di sposi particolare rispetto verso la millennio AC) (Creta) Madre Terra come simbolo della Grande Madre. Il potere Nella coppia di sposi della donna era inteso non dell’affresco minoico riportato come dominio ma come sopra notare la pari altezza dei capacità di illuminare e Pag 3/4
  • 4. Newsletter di Dubbi(e)verità Numero 0 del mese di Novembre 2008 Proprietà intransitiva del matrimonio: le donne hanno i mariti ma i mariti non hanno le mogli! Le donne quadrano lo stipendio ma gli uomini non hanno mogli con cui quadrare. Credo non ci sia altro da aggiungere al titolo salvo ricordare che la Scuola è proprio uno di quei settori di segregazione orizzontale di cui la Commissione Europea parla nella Road Map per la parità ("Tabella di marcia per la parità tra donne e uomini 2006-2010 {SEC(2006) 275”) quando dice: "Le donne continuano a dover far fronte alla segregazione sia verticale che orizzontale. La maggior parte di esse resta impiegata in settori tradizionalmente riservati alle donne, di norma meno riconosciuti e valutati…" L'articolo avrebbe potuto accennarvi, avrebbe potuto incentrare la sua analisi sulla difficoltà a rimuovere le forme di segregazione orizzontale di cui fanno le spese tanto gli uomini quanto le donne, quando si avventurano in terreni a loro non adatti, stando agli stereotipi in vigore. Avrebbe invece potuto tacere sulla condizione coniugale del corpo docente in quanto non pertinente. O almeno, qualora i riferimenti alla vita privata di necessario impatto emotivo, riferirli con correttezza ed equilibrio. Per esempio ricordando che il Ministero della Pubblica istruzione non ha imposto alcun celibato obbligatorio e quindi, come ovvia conseguenza, che anche agli uomini è data la PARI possibilità di "andare meglio, perché portano a casa uno stipendio che si somma a quello della moglie e fa quadrare i conti". Vi ricordiamo che Dubbi(e)verità è un’associazione aperta ai contributi di tutti. Chi voglia proporre video, articoli, commenti, vignette, e qualsiasi altro prodotto di carattere giornalistico, culturale o artistico, su tematiche connesse agli stereotipi, alle questioni di genere o collegate alle pari opportunità, in armonia con la linea editoriale del sito, può scriverci all’indirizzo(redazione@dubbieverita.it) I contributi proposti saranno sottoposti a controllo editoriale ed eventualmente pubblicati sul sito nuke.dubbieverita.it, secondo le regole della licenza di creative commons. I nostri contatti provengono dalla rete. Se non volete più ricevere la nostra newsletter, potete cancellare la vostra sottoscrizione semplicemente inviando una e-mail vuota a: redazione@dubbieverita.it Pag 4/4