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1
GIOVANI FOTOREPORTER
Classi seconde Liceo “G.Pico”
Progetto giornalismo
A.S. 2012-13
iisgluosi Edizioni
2
Giovani fotoreporter
by: Davide Bagnolati, Miriam Gavioli, Caterina Golinelli, Gregorio Golinelli, Adelaide Iaccarino, Grace Atta
Mensah, Riccardo Palmesi, Melany Prandini, Silvia Rubizzani, Giorgia Salati, Alessia Tartamella, Nisha
Thakur, Federica Zavatta, Veronica Zoni
A cura della Prof.ssa Marina Marchi
I edizione, maggio 2013
Copyleft licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0 IT
Realizzazione a cura di iisgluosi Edizioni
via 29 Maggio, Mirandola, MO
http://www.iisgluosi.com/
ebook by http://www.emanuelazibordi.it/
copertina di Riccardo Palmesi e Federica Zavatta
3
Introduzione
Da alcuni anni il Liceo Giovanni Pico di Mirandola (Mo) ha attivato un laboratorio di
giornalismo nelle ore curriculari per le classi del biennio.
Negli anni passati, il percorso è iniziato attraverso la storia del giornalismo, la nascita
dei quotidiani e la struttura dei giornali.
Dal punto di vista operativo, i ragazzi hanno affrontato l’articolo di cronaca e l’intervista
con le relative tecniche di scrittura, nonché la titolazione.
L’attività è sempre stata affiancata dall’iniziativa de “Il quotidiano in classe” promossa
dall’Osservatorio permanente dei Giovani Editori, che consente di portare in classe alcune
delle testate nazionali più diffuse.
Nel corso del corrente anno scolastico (2012-2013), si è pensato invece di puntare
l’attenzione sull’uso dell’immagine nei quotidiani e nelle riviste, immagine intesa sia come
documento e testimonianza del presente, sia come pubblicità.
Pertanto il percorso è partito dalla conoscenza delle principali tecniche fotografiche, per
la realizzazione di fotografie di paesaggi, ritratti, figure ambientate e oggetti.
Gli studenti, sotto la guida esperta del fotografo Gianni Rossi, hanno messo alla prova
le loro abilità e hanno sviluppato competenze artistiche. Studiare l’inquadratura giusta, la
luce, il punto di vista ha contribuito alla nascita di un senso critico di analisi della realtà e
attraverso queste tecniche gli alunni hanno acquisito una maggiore sensibilità
all’osservazione.
L’ultimo capitolo presenta le migliori fotografie scattate dai ragazzi, che, come
fotoreporter, si sono addentrati nelle vie dei moduli abitativi costruiti vicino alle scuole,
dopo il terremoto del 2012, per catturare attimi di vita, sguardi, persone.
Questo ebook è la testimonianza del percorso svolto in classe e dell’autonomia e
competenza raggiunta dai ragazzi in campo fotografico.
Si tratta di una raccolta delle migliori fotografie di ciascun alunno, corredate di un titolo
esplicativo o suggestivo.
La realizzazione dell’ebook è stata poi resa possibile grazie al contributo e al lavoro
della prof.ssa Emanuela Zibordi.
Prof.ssa Marina Marchi
4
Capitolo 1 - Il paesaggio
I paesaggi sono di consueto il primo tema che si affronta nel fare fotografia perché:
• sono lì, non si muovono!
• Si ha tutto il tempo di riflettere con calma e studiare lo scatto.
Alcuni degli errori più comuni nel fare una fotografia al paesaggio sono:
• quello di lasciare troppi spazi vuoti all’interno del fotogramma;
• non tenere conto delle linee geometriche sia del soggetto che, più spesso, dello
sfondo.
Un ottimo esercizio per evitare questi inconvenienti sarebbe quello di fare pratica sulla
regola dei terzi e sulla regola della diagonale. La regola dei terzi divide il fotogramma in
nove rettangolini, tre sezioni per la base e tre sezioni per l’altezza. Bisogna cercare di
dividere in piani l’immagine, ogni piano ne occuperà appunto un terzo; occorre tener
presente che si avranno a disposizione nove sottospazi in cui posizionare liberamente gli
elementi compositivi dell’immagine.
La regola della diagonale segue lo stesso principio, ma divide il fotogramma in due
triangoli, uno sopra e l’altro sotto la diagonale.
Basta guardare un qualsiasi paesaggio per riconoscere immediatamente quali elementi
si riferiscono al primo piano, quali al secondo e quali allo sfondo; proprio abituandosi a
fare questo esercizio si allena l’occhio a creare inquadrature. Sarà così facile trasporre
questa tecnica da un soggetto statico come il paesaggio, a soggetti dinamici che in una
manciata di secondi vi lasciano appena il tempo di imbracciare la macchina, esporre e
scattare.
5
Riccardo Palmesi - Ad alta quota
6
Silvia Rubizzani - Cielo in terra
7
Riccardo Palmesi – Selva oscura
8
Silvia Rubizzani – Un tramonto di ombre
9
Capitolo 2 - Ritratto fotografico
Per realizzare un buon ritratto è necessario che il soggetto guardi in una determinata
direzione, bisogna decentrarlo e lasciare spazio intorno, in maniera da enfatizzare il gesto
e dare profondità al suo sguardo. Solo così si riuscirà a renderete partecipe chi guarda la
fotografia.
L’inquadratura usata nel ritratto va curata a dovere: se non c’è la necessità di
contestualizzare l’ambiente, è preferibile che il soggetto riempia il fotogramma lasciando
pochi spazi vuoti.
Dovranno avere un’attenzione particolare i fotografi di alta statura, perché saranno
costretti ad abbassarsi per fotografare le persone, soprattutto quelle più basse di loro,
altrimenti si rischierà di farli sembrare più minuti di quello che sono..
Bisogna sempre tenere la messa a fuoco sugli occhi, che devono diventare il polo
d’attrazione dello sguardo di chi osserva la foto.
Nelle riprese a mezzo busto si deve rispettate la regola dei terzi ed inserite la testa del
soggetto in alto e a lato; porla al centro della foto infatti contribuirebbe a lasciare vuoto
metà fotogramma e non darebbe forza al soggetto.
10
Alessia Tartamella - Cercasi stimolo
11
Miriam Gavioli – Pretty woman
12
Caterina Golinelli – Baby Gangster
13
Riccardo Palmesi – Gatto sotto copertura
14
Silvia Rubizzani – Uno sguardo più in là
15
Capitolo 3 - Figura ambientata
La figura ambientata consiste nel riprendere una figura umana, inserita però all’interno
di un paesaggio.
La figura e ciò che la circonda diventano elementi inscindibili nel racconto dell’ immagine.
Gli elementi organizzativi sono: la luce, lo sfondo, l'obbiettivo e il soggetto.
Analizziamo meglio la luce, che viene usata per creare alcuni effetti:
1. La luce dietro l'immagine crea l'effetto silhouette.
2. Si può avere anche la luce frontale.
3. La luce diffusa è la più adatta per il ritratto.
Le fotografie realizzate negli ambienti interni hanno meno luce rispetto a quelle fatte
all’esterno; bisogna perciò regolare la luce delle macchine fotografiche, ovvero gli ISO,
cioè la sensibilità del sensore. Più si aumentano gli ISO, più la fotografia potrebbe avere
un effetto sgranato.
Oltre agli ISO, molto importante è l'esposizione, che consiste nell’apertura del
diaframma, il quale può rimanere aperto per un determinato periodo di tempo: 1/15
secondi; 1/30 secondi; 1/60; 1/80 secondi...a seconda della luce presente nell'ambiente.
Il punto di ripresa dipende da quale aspetto della persona si vuole esaltare.
Quello che non si deve fare è inquadrare troppo dall’alto sopratutto i bambini.
Nella figura ambientata l’altezza del punto di ripresa dipende da come si vuole
rapportare l’osservatore con il soggetto.
Una fotografia con il soggetto al centro è statica, perché vi manca un “punto di forza”.
Decentrando il soggetto, si rende la fotografia più dinamica.
Per posizionare la figura e le parti interessanti della scena, si usa, di solito, la regola dei
terzi, per creare equilibrio.
16
Veronica Zoni - Piccoli ingegneri crescono
17
Veronica Zoni - La macedonia della nonna
18
Federica Zavatta - Lo sguardo sull’autunno
19
Gregorio Golinelli - Matematica time
20
Miriam Gavioli - Lo studio continua...
21
Miriam Gavioli - Le prime pedalate verso il futuro
22
Nisha Thakur - Sorriso splendente
23
Capitolo 4 - Gli oggetti
E' proprio la scelta della coppia tempo-diaframma che trasforma una foto da leggibile
ad interessante. Riprendendo brevemente quanto detto riguardo ai tempi di scatto si può
affermare che a 100 ISO, i tempi di sicurezza sono più brevi di 1/60; ciò consente di
ottenere foto nitide nelle riprese di paesaggio, natura morta e ritratto.
Diaframmi
Il secondo parametro a disposizione del fotografo sono i diaframmi, che sono
paragonati ad un rubinetto: diaframmi aperti lasciano passare tanta luce, diaframmi chiusi
ne lasciano passare poca. La loro funzione principale è regolare la profondità di campo,
ovvero l'ampiezza della zona nitida davanti e dietro il piano di messa a fuoco.
Utilizzando un diaframma aperto sarà maggiore la luce che potrà passare e, di
conseguenza, per esporre correttamente, si userà un tempo breve; questo fa sì che solo il
piano di messa a fuoco sarà impressionato in modo nitido, mentre gli altri piani non
avranno il tempo di fissarsi sul sensore e definire tutti i dettagli, creando un effetto
sfuocato.
Utilizzando un diaframma chiuso, il foro fa passare meno luce: per esporre
correttamente bisognerà perciò usare tempi più lunghi. A questo punto, sia il piano di
messa a fuoco che i piani limitrofi avranno il tempo di impressionare il sensore,
arricchendolo dei dettagli che li caratterizzano, il campo di nitidezza aumenta, si dice che
diventa più profondo.
24
Veronica Zoni - Fiori d'aprile
25
Melany Prandini - 7000 caffè
26
Gregorio Golinelli - La rosa dei venti
27
Miriam Gavioli - La vita dal nulla
28
Silvia Rubizzani - L’amore tra le righe
29
Riccardo Palmesi - M’illumino d’immenso
30
Capitolo 5 - Post terremoto
Nei mesi di Gennaio, Febbraio e Marzo la classe di giornalismo del Liceo Pico di
Mirandola, guidati dalla Prof.ssa Marina Marchi, ha partecipato a un corso di fotografia
tenuto dal Dott. Gianni Rossi.
I ragazzi perciò hanno avuto modo di imparare alcune tecniche fondamentali per
fotografare persone, paesaggi, oggetti ed edifici, secondo le indicazioni ricevute.
Dopo un rapido corso e alcune dritte, gli studenti sono stati messi alla prova come
Fotoreporter.
A Marzo infatti questo gruppo di neo-fotografi si è addentrato nell'area dei moduli
abitativi, siti vicino alle nostre scuole, costruiti temporaneamente in seguito ai catastrofici
eventi del 20 e 29 Maggio 2012, che hanno colpito la provincia di Modena.
Hanno vagato per le vie di questo villaggio post terremoto, per documentare lo stato dei
lavoro di ripresa e di ricostruzione, per rubare attimi di vita, per riprendere e interpretare, a
modo loro, la situazione all'interno di essi, i volti, le persone, gli oggetti.
Tra queste fotografie ci sono anche immagini riguardanti la nostra scuola, che
mostrano la speranza degli studenti di una nuova crescita e di un futuro migliore.
Si è preferito raccogliere questi scatti nella parte finale dell’ ebook, per testimoniare la
crescita e la consapevolezza raggiunta dai ragazzi a livello fotografico e contribuire alla
diffusione delle informazioni circa la situazione a Mirandola dopo il terremoto.
31
Caterina Golinelli - Cresceremo insieme
32
Caterina Golinelli – Una scuola in gabbia
33
Federica Zavatta - Infanzia segnata
34
Federica Zavatta – La vita continua
35
Giorgia Salati – Ci scusiamo per il disagio
36
Grace Atta Mensah – Work in progress
37
Grace Atta Mensah - Aspettando casa
38
Gregorio Golinelli – I panni sporchi si lavano in famiglia
39
Gregorio Golinelli – Terrae motus
40
Marilisa Manicardi – Plasmando il domani
41
Miriam Gavioli – Squarci di ricordi
42
Riccardo Palmesi – Deserto Desolazione Distacco
43
Riccardo Palmesi – Ice on Paradise
44
Considerazioni finali
Per le conclusioni, si è preferito dare voce ai ragazzi, affinché esprimessero un parere
sul laboratorio di giornalismo, quest’anno dedicato all’immagine, sia dal punto di vista
creativo sia nel suo utilizzo all’interno dei quotidiani e delle riviste.
“L’attività di giornalismo svolta quest’anno è stata a mio parere molto stimolante. Il
laboratorio più interessante è stato quello di fotografia, tenuto da Gianni Rossi, esperto
fotografo. Abbiamo imparato nuove tecniche per scattare fotografie e descriverle.
Interessante è stata anche la parte relativa alla pubblicità” ( Miriam Gavioli)
“Questo laboratorio è stato essenziale per farmi capire che il giornalista è più di un
nome scritto alla fine di un articolo. E’ anche un artista” (Caterina Golinelli)
“L’attività mi è piaciuta, perché oltre ad essere stata molto interessante, siamo riusciti
ad imparare molte cose nuove.” (Veronica Zoni)
“Sì, l’attività è piaciuta anche a me, perché ho avuto l’occasione di imparare cose
nuove e di migliorare le mie conoscenze fotografiche” (Nisha Thakur)
“L’attività ha suscitato grande interesse , perché è un laboratorio dove si svolgono
esperienze diverse dal solito e si ampliano le nostre competenze” (Giorgia Salati)
“Ho imparato ad usare gli strumenti scolastici in modo alternativo. Ho potuto anche
conoscere aspetti diversi del giornalismo, come le fotografie e la pubblicità, che hanno
reso il lavoro meno noioso” (Grace Atta Mensah)
“L’attività mi è piaciuta molto perché è servita ad imparare cose nuove ed è stata
affrontata in modo divertente, dando anche a noi studenti la possibilità di mettere in
pratica ciò che abbiamo appreso” (Melany Prandini)
“Il corso di giornalismo di quest’anno penso sia stata una vera esperienza, piena di
bei momenti, partecipazione ad eventi e realizzazione di tanti prodotti” (Riccardo
Palmesi)
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Giovani fotoreporter

  • 1. 1
  • 2. GIOVANI FOTOREPORTER Classi seconde Liceo “G.Pico” Progetto giornalismo A.S. 2012-13 iisgluosi Edizioni 2
  • 3. Giovani fotoreporter by: Davide Bagnolati, Miriam Gavioli, Caterina Golinelli, Gregorio Golinelli, Adelaide Iaccarino, Grace Atta Mensah, Riccardo Palmesi, Melany Prandini, Silvia Rubizzani, Giorgia Salati, Alessia Tartamella, Nisha Thakur, Federica Zavatta, Veronica Zoni A cura della Prof.ssa Marina Marchi I edizione, maggio 2013 Copyleft licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0 IT Realizzazione a cura di iisgluosi Edizioni via 29 Maggio, Mirandola, MO http://www.iisgluosi.com/ ebook by http://www.emanuelazibordi.it/ copertina di Riccardo Palmesi e Federica Zavatta 3
  • 4. Introduzione Da alcuni anni il Liceo Giovanni Pico di Mirandola (Mo) ha attivato un laboratorio di giornalismo nelle ore curriculari per le classi del biennio. Negli anni passati, il percorso è iniziato attraverso la storia del giornalismo, la nascita dei quotidiani e la struttura dei giornali. Dal punto di vista operativo, i ragazzi hanno affrontato l’articolo di cronaca e l’intervista con le relative tecniche di scrittura, nonché la titolazione. L’attività è sempre stata affiancata dall’iniziativa de “Il quotidiano in classe” promossa dall’Osservatorio permanente dei Giovani Editori, che consente di portare in classe alcune delle testate nazionali più diffuse. Nel corso del corrente anno scolastico (2012-2013), si è pensato invece di puntare l’attenzione sull’uso dell’immagine nei quotidiani e nelle riviste, immagine intesa sia come documento e testimonianza del presente, sia come pubblicità. Pertanto il percorso è partito dalla conoscenza delle principali tecniche fotografiche, per la realizzazione di fotografie di paesaggi, ritratti, figure ambientate e oggetti. Gli studenti, sotto la guida esperta del fotografo Gianni Rossi, hanno messo alla prova le loro abilità e hanno sviluppato competenze artistiche. Studiare l’inquadratura giusta, la luce, il punto di vista ha contribuito alla nascita di un senso critico di analisi della realtà e attraverso queste tecniche gli alunni hanno acquisito una maggiore sensibilità all’osservazione. L’ultimo capitolo presenta le migliori fotografie scattate dai ragazzi, che, come fotoreporter, si sono addentrati nelle vie dei moduli abitativi costruiti vicino alle scuole, dopo il terremoto del 2012, per catturare attimi di vita, sguardi, persone. Questo ebook è la testimonianza del percorso svolto in classe e dell’autonomia e competenza raggiunta dai ragazzi in campo fotografico. Si tratta di una raccolta delle migliori fotografie di ciascun alunno, corredate di un titolo esplicativo o suggestivo. La realizzazione dell’ebook è stata poi resa possibile grazie al contributo e al lavoro della prof.ssa Emanuela Zibordi. Prof.ssa Marina Marchi 4
  • 5. Capitolo 1 - Il paesaggio I paesaggi sono di consueto il primo tema che si affronta nel fare fotografia perché: • sono lì, non si muovono! • Si ha tutto il tempo di riflettere con calma e studiare lo scatto. Alcuni degli errori più comuni nel fare una fotografia al paesaggio sono: • quello di lasciare troppi spazi vuoti all’interno del fotogramma; • non tenere conto delle linee geometriche sia del soggetto che, più spesso, dello sfondo. Un ottimo esercizio per evitare questi inconvenienti sarebbe quello di fare pratica sulla regola dei terzi e sulla regola della diagonale. La regola dei terzi divide il fotogramma in nove rettangolini, tre sezioni per la base e tre sezioni per l’altezza. Bisogna cercare di dividere in piani l’immagine, ogni piano ne occuperà appunto un terzo; occorre tener presente che si avranno a disposizione nove sottospazi in cui posizionare liberamente gli elementi compositivi dell’immagine. La regola della diagonale segue lo stesso principio, ma divide il fotogramma in due triangoli, uno sopra e l’altro sotto la diagonale. Basta guardare un qualsiasi paesaggio per riconoscere immediatamente quali elementi si riferiscono al primo piano, quali al secondo e quali allo sfondo; proprio abituandosi a fare questo esercizio si allena l’occhio a creare inquadrature. Sarà così facile trasporre questa tecnica da un soggetto statico come il paesaggio, a soggetti dinamici che in una manciata di secondi vi lasciano appena il tempo di imbracciare la macchina, esporre e scattare. 5
  • 6. Riccardo Palmesi - Ad alta quota 6
  • 7. Silvia Rubizzani - Cielo in terra 7
  • 8. Riccardo Palmesi – Selva oscura 8
  • 9. Silvia Rubizzani – Un tramonto di ombre 9
  • 10. Capitolo 2 - Ritratto fotografico Per realizzare un buon ritratto è necessario che il soggetto guardi in una determinata direzione, bisogna decentrarlo e lasciare spazio intorno, in maniera da enfatizzare il gesto e dare profondità al suo sguardo. Solo così si riuscirà a renderete partecipe chi guarda la fotografia. L’inquadratura usata nel ritratto va curata a dovere: se non c’è la necessità di contestualizzare l’ambiente, è preferibile che il soggetto riempia il fotogramma lasciando pochi spazi vuoti. Dovranno avere un’attenzione particolare i fotografi di alta statura, perché saranno costretti ad abbassarsi per fotografare le persone, soprattutto quelle più basse di loro, altrimenti si rischierà di farli sembrare più minuti di quello che sono.. Bisogna sempre tenere la messa a fuoco sugli occhi, che devono diventare il polo d’attrazione dello sguardo di chi osserva la foto. Nelle riprese a mezzo busto si deve rispettate la regola dei terzi ed inserite la testa del soggetto in alto e a lato; porla al centro della foto infatti contribuirebbe a lasciare vuoto metà fotogramma e non darebbe forza al soggetto. 10
  • 11. Alessia Tartamella - Cercasi stimolo 11
  • 12. Miriam Gavioli – Pretty woman 12
  • 13. Caterina Golinelli – Baby Gangster 13
  • 14. Riccardo Palmesi – Gatto sotto copertura 14
  • 15. Silvia Rubizzani – Uno sguardo più in là 15
  • 16. Capitolo 3 - Figura ambientata La figura ambientata consiste nel riprendere una figura umana, inserita però all’interno di un paesaggio. La figura e ciò che la circonda diventano elementi inscindibili nel racconto dell’ immagine. Gli elementi organizzativi sono: la luce, lo sfondo, l'obbiettivo e il soggetto. Analizziamo meglio la luce, che viene usata per creare alcuni effetti: 1. La luce dietro l'immagine crea l'effetto silhouette. 2. Si può avere anche la luce frontale. 3. La luce diffusa è la più adatta per il ritratto. Le fotografie realizzate negli ambienti interni hanno meno luce rispetto a quelle fatte all’esterno; bisogna perciò regolare la luce delle macchine fotografiche, ovvero gli ISO, cioè la sensibilità del sensore. Più si aumentano gli ISO, più la fotografia potrebbe avere un effetto sgranato. Oltre agli ISO, molto importante è l'esposizione, che consiste nell’apertura del diaframma, il quale può rimanere aperto per un determinato periodo di tempo: 1/15 secondi; 1/30 secondi; 1/60; 1/80 secondi...a seconda della luce presente nell'ambiente. Il punto di ripresa dipende da quale aspetto della persona si vuole esaltare. Quello che non si deve fare è inquadrare troppo dall’alto sopratutto i bambini. Nella figura ambientata l’altezza del punto di ripresa dipende da come si vuole rapportare l’osservatore con il soggetto. Una fotografia con il soggetto al centro è statica, perché vi manca un “punto di forza”. Decentrando il soggetto, si rende la fotografia più dinamica. Per posizionare la figura e le parti interessanti della scena, si usa, di solito, la regola dei terzi, per creare equilibrio. 16
  • 17. Veronica Zoni - Piccoli ingegneri crescono 17
  • 18. Veronica Zoni - La macedonia della nonna 18
  • 19. Federica Zavatta - Lo sguardo sull’autunno 19
  • 20. Gregorio Golinelli - Matematica time 20
  • 21. Miriam Gavioli - Lo studio continua... 21
  • 22. Miriam Gavioli - Le prime pedalate verso il futuro 22
  • 23. Nisha Thakur - Sorriso splendente 23
  • 24. Capitolo 4 - Gli oggetti E' proprio la scelta della coppia tempo-diaframma che trasforma una foto da leggibile ad interessante. Riprendendo brevemente quanto detto riguardo ai tempi di scatto si può affermare che a 100 ISO, i tempi di sicurezza sono più brevi di 1/60; ciò consente di ottenere foto nitide nelle riprese di paesaggio, natura morta e ritratto. Diaframmi Il secondo parametro a disposizione del fotografo sono i diaframmi, che sono paragonati ad un rubinetto: diaframmi aperti lasciano passare tanta luce, diaframmi chiusi ne lasciano passare poca. La loro funzione principale è regolare la profondità di campo, ovvero l'ampiezza della zona nitida davanti e dietro il piano di messa a fuoco. Utilizzando un diaframma aperto sarà maggiore la luce che potrà passare e, di conseguenza, per esporre correttamente, si userà un tempo breve; questo fa sì che solo il piano di messa a fuoco sarà impressionato in modo nitido, mentre gli altri piani non avranno il tempo di fissarsi sul sensore e definire tutti i dettagli, creando un effetto sfuocato. Utilizzando un diaframma chiuso, il foro fa passare meno luce: per esporre correttamente bisognerà perciò usare tempi più lunghi. A questo punto, sia il piano di messa a fuoco che i piani limitrofi avranno il tempo di impressionare il sensore, arricchendolo dei dettagli che li caratterizzano, il campo di nitidezza aumenta, si dice che diventa più profondo. 24
  • 25. Veronica Zoni - Fiori d'aprile 25
  • 26. Melany Prandini - 7000 caffè 26
  • 27. Gregorio Golinelli - La rosa dei venti 27
  • 28. Miriam Gavioli - La vita dal nulla 28
  • 29. Silvia Rubizzani - L’amore tra le righe 29
  • 30. Riccardo Palmesi - M’illumino d’immenso 30
  • 31. Capitolo 5 - Post terremoto Nei mesi di Gennaio, Febbraio e Marzo la classe di giornalismo del Liceo Pico di Mirandola, guidati dalla Prof.ssa Marina Marchi, ha partecipato a un corso di fotografia tenuto dal Dott. Gianni Rossi. I ragazzi perciò hanno avuto modo di imparare alcune tecniche fondamentali per fotografare persone, paesaggi, oggetti ed edifici, secondo le indicazioni ricevute. Dopo un rapido corso e alcune dritte, gli studenti sono stati messi alla prova come Fotoreporter. A Marzo infatti questo gruppo di neo-fotografi si è addentrato nell'area dei moduli abitativi, siti vicino alle nostre scuole, costruiti temporaneamente in seguito ai catastrofici eventi del 20 e 29 Maggio 2012, che hanno colpito la provincia di Modena. Hanno vagato per le vie di questo villaggio post terremoto, per documentare lo stato dei lavoro di ripresa e di ricostruzione, per rubare attimi di vita, per riprendere e interpretare, a modo loro, la situazione all'interno di essi, i volti, le persone, gli oggetti. Tra queste fotografie ci sono anche immagini riguardanti la nostra scuola, che mostrano la speranza degli studenti di una nuova crescita e di un futuro migliore. Si è preferito raccogliere questi scatti nella parte finale dell’ ebook, per testimoniare la crescita e la consapevolezza raggiunta dai ragazzi a livello fotografico e contribuire alla diffusione delle informazioni circa la situazione a Mirandola dopo il terremoto. 31
  • 32. Caterina Golinelli - Cresceremo insieme 32
  • 33. Caterina Golinelli – Una scuola in gabbia 33
  • 34. Federica Zavatta - Infanzia segnata 34
  • 35. Federica Zavatta – La vita continua 35
  • 36. Giorgia Salati – Ci scusiamo per il disagio 36
  • 37. Grace Atta Mensah – Work in progress 37
  • 38. Grace Atta Mensah - Aspettando casa 38
  • 39. Gregorio Golinelli – I panni sporchi si lavano in famiglia 39
  • 40. Gregorio Golinelli – Terrae motus 40
  • 41. Marilisa Manicardi – Plasmando il domani 41
  • 42. Miriam Gavioli – Squarci di ricordi 42
  • 43. Riccardo Palmesi – Deserto Desolazione Distacco 43
  • 44. Riccardo Palmesi – Ice on Paradise 44
  • 45. Considerazioni finali Per le conclusioni, si è preferito dare voce ai ragazzi, affinché esprimessero un parere sul laboratorio di giornalismo, quest’anno dedicato all’immagine, sia dal punto di vista creativo sia nel suo utilizzo all’interno dei quotidiani e delle riviste. “L’attività di giornalismo svolta quest’anno è stata a mio parere molto stimolante. Il laboratorio più interessante è stato quello di fotografia, tenuto da Gianni Rossi, esperto fotografo. Abbiamo imparato nuove tecniche per scattare fotografie e descriverle. Interessante è stata anche la parte relativa alla pubblicità” ( Miriam Gavioli) “Questo laboratorio è stato essenziale per farmi capire che il giornalista è più di un nome scritto alla fine di un articolo. E’ anche un artista” (Caterina Golinelli) “L’attività mi è piaciuta, perché oltre ad essere stata molto interessante, siamo riusciti ad imparare molte cose nuove.” (Veronica Zoni) “Sì, l’attività è piaciuta anche a me, perché ho avuto l’occasione di imparare cose nuove e di migliorare le mie conoscenze fotografiche” (Nisha Thakur) “L’attività ha suscitato grande interesse , perché è un laboratorio dove si svolgono esperienze diverse dal solito e si ampliano le nostre competenze” (Giorgia Salati) “Ho imparato ad usare gli strumenti scolastici in modo alternativo. Ho potuto anche conoscere aspetti diversi del giornalismo, come le fotografie e la pubblicità, che hanno reso il lavoro meno noioso” (Grace Atta Mensah) “L’attività mi è piaciuta molto perché è servita ad imparare cose nuove ed è stata affrontata in modo divertente, dando anche a noi studenti la possibilità di mettere in pratica ciò che abbiamo appreso” (Melany Prandini) “Il corso di giornalismo di quest’anno penso sia stata una vera esperienza, piena di bei momenti, partecipazione ad eventi e realizzazione di tanti prodotti” (Riccardo Palmesi) 45