1. TV DIGITALE TERRESTRE Padova, 6 maggio 2004 Massimo Schiro Area NewMedia / Direzione Innovazione CSP 2004
2. Premesse Il 2004 è l’anno che segna un passaggio significativo dalle forme tradizionali di produzione televisiva al nuovo media rappresentato dalla Televisione Digitale Terrestre (DTT). La legislazione italiana, innovativa in questo senso, spinge i gestori e i produttori di comunicazione di tipo televisivo ad attivare un processo di “conversione” e di sperimentazione delle nuove tecnologie. Lo standard di riferimento è il DVB-T e l’elemento di forte innovazione, dal punto di vista dell’interattività, è rappresentato dall’ MHP , ambiente applicativo della TV digitale molto vicino alle applicazioni Internet e Web oriented. Sul finire del 2003 CSP ha creato un laboratorio ad hoc, il DTT LAB (Digital Terrestrial Television LAB) nato in collaborazione con Sun Microsystems Italia e Telecom Italia attivando tutte le competenze di progettazione e sviluppo di servizi innovativi su DVBt e MHP.
3. Mi presento, Massimo Schiro Dal 1994 lavoro nel campo della comunicazione multimediale prima off-line e poi sul web. Attualmente sono Responsabile dei prototipi innovativi in campo di Multimedia and Mobile Communication nell’Area New Media del CSP - Innovazione nelle ICT. Ho tenuto corsi di formazione professionale e nel maggio 2004 conduco un laboratorio presso l’Università di Torino, Scienze della Comunicazione. www.maxschiro.com www.csp.it
4. Vantaggi – cose dette e ridette… Migliore qualità dei canali (video qualità simile a DVD – audio stereofonico) – stessa del satellite Più “programmi” su un unico canale analogico (TV – Radio – Applicazioni interattive – flusso dati IP) Pacchetti TV gratis – esperimenti europei di tv digitale terrestre a pagamento hanno fallito. Interattività e canale di ritorno verso il T-Bankink, T-Commerce, T-Learning, T-Government Copertura capillare del territorio (95%) – Raggiungimento aree marginali Riduzione emissioni elettromagnetiche No modifiche a impianto di ricezione, solo acquisto di decoder La Tv ha una diffusione molto più alta del computer e non richiede competenze informatiche per essere usata. Contributo governativo 150 euro per acquisto decoder interattivo (MHP)
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6. In realtà… Interattività dei servizi + Difficoltà del canale di ritorno Servizi interattivi limitati a “super teletext”. Problemi di collegamenti alla rete, cablaggi casalinghi. Un decoder per ogni televisore? Installazione In realtà se la ricezione di un canale non è “pulita” occorre installare un potenziamento di segnale altrimenti non viene rilevato (non si vedono più programmi “con le righe”) Copertura nazionale La trasmissione digitale è limitata a frequenze che non sono utilizzate per l’analogico. Prima di acquistare un decoder è bene controllare la copertura di zona Per info: www.dgtvi.net La programmazione, trattandosi di un periodo di sperimentazione, propone gli stessi canali analogici più un canale straniero, 2 tematici RAI e 1 musicale Mediaset. Non si vedono i canali satellitari e non sono compresi i pacchetti di abbonamento pay per view (calcio e cinema) – spesso disinformazione. Decoder a basso costo con contributo governativo devono essere di tipo MHP Bisogna presentare al rivenditore la ricevuta di abbonamento RAI. Problemi DECODER SET-TOP-BOX…
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8. Problemi SET-TOP-BOX – L’alternativa? L’alternativa ad apparecchi troppo costosi potrebbe andare verso quel fenomeno chiamato Digital Infotainment . Apparecchi “all-in-one” che una volta collegati al televisore permettano tutta una serie di servizi casalinghi modulari. Immaginatevi ad esempio una X-Box Microsoft. Si tratta di un PC con processore e scheda madre, una scheda grafica accelerata, un hard disk e un lettore dvd. Ipotizzando di aggiungere un modulo per DVB-t ed MHP (il costo del modulo potrebbe essere inferiore ai 100 Euro) sarebbe possibile sfruttare un potenziale hardware e software molto più alto, oltre che aggiornabile e upgradabile.
9. Scenari in vista… Nonostante sia stata criticata per la data ottimistica di switch off delle trasmissioni analogiche (entro 2006), l'Italia si configura all'avanguardia rispetto alla TV digitale terrestre. Anche per spinta investimenti pubblicitari e incoraggiamento all’acquisto da parte del pubblico dei STB (entro il 2004 si pensa si arrivi a 1.200.000 apparecchi nelle case degli italiani) Il processo di transizione da analogico digitale porta dei molteplici vantaggi soprattutto per lo sviluppo di servizi regionalizzati per enti locali, comunità e pubblica amministrazione. Quali sono gli scenari a cui andremo incontro? Come attuare la sperimentazione di servizi multimediali web-based applicabili alle trasmissioni televisive? La Web-Tv può rinascere dal 2006?
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11. Diffusione del Segnale Transizione dall’analogico al digitale richiesta per la fine del 2006. La copertura di almeno il 50% della popolazione è tra gli obiettivi primari dei maggiori operatori televisivi nazionali sin dai primi mesi del 2004 I canali DVB-T oggi ricevuti dalla sede di Villa Gualino a Torino sono 5: 21 28 29 43 66 Per un totale di 28 Service ID
12. Gli elementi fondamentali (schema semplificato) Lato “Produzione/erogazione” Broadcaster (TV) Centro Servizi Data Center Application Dev Content Provider UTENTE dotato di SET TOP BOX + TV + antenna + (eventuale) collegamento Rete/canale di ritorno (modem, adsl, gprs) SET TOP BOX, decoder per la ricezione dei canali digitali su protocollo DVB-t E per l’uso della Multimedia Home Platform (che consente l’interattività) interazione
21. Contatti CSP Innovazione nelle ICT s.c.ar.l. via Livorno, 60 10144 Torino Website: www.csp.it e-mail: schiro@csp.it Tel +39 011 4815133 Fax +39 011 4815001 www.dttlab.it [email_address] Grazie per l’attenzione.