Resoconto molto sintetico dell'evoluzione e delle caratteristiche della guerra e dei conflitti, dai tempi antichi ai giorni nostri. Utile come spunto di riflessione per vari approfondimenti.
2. Guerre antiche
Tutte le grandi civiltà si sono
sviluppate grazie ai successi
militari:
Assiri, egiziani, greci,
macedoni, romani.
La stessa storia che leggiamo
oggi riflette l’esito delle
battaglie; per cui civiltà
straordinarie – come quella
celtica – sono quasi
dimenticate.
Caratteristiche delle guerre
antiche era la sostanziale
parità di armi e forza
militare. Inoltre le battaglie
riguardavano esclusivamente
gli eserciti, ad eccezione degli
assalti alle città (saccheggi,
razzie eccetera).
Le guerre duravano decine
d’anni, ma non erano
combattute quotidianamente.
Oltre alla mitica guerra di
Troia, è celebre la battaglia
navale di Salamina (480 ac)
che vide i greci prevalere sui
persiani.
3. 118 dc circa. Massima espansione dell’impero
romano.
Nell’antichità la ricchezza era basata sulla proprietà
terriera. Naturale quindi la spinta
alle conquiste territoriali.
4. Il Medioevo
Con la caduta dell’impero
romano la guerra assume –
almeno in occidente – una
doppia natura:
Da una parte le guerricciole locali
tra i vari feudatari. Dall’altra le
“leghe” composte dall’alleanza
dei vari re per respingere gli
assalti dei “barbari” che
sopraggiungevano da nord (i
vichinghi); da est (ungari e
mongoli) e da sud (mussulmani).
Intorno all’anno 1000 la guerra fu
ammantata dall’aurea di
sacralità.
Le guerre sante – o crociate –
iniziarono nel 1096 e si
conclusero nel 1291. Erano
missioni militari per
riconquistare Gerusalemme.
Spesso la motivazione religiosa
nascondeva altri interessi.
5. LA GUERRA SANTA
Si affaccia sul mediterraneo una nuova civiltà, a forte carattere
religioso: l’islam (622 d.c.). Nel 738 gli arabi sono fermati al confine
tra Spagna e Francia, nel 1028 il Papa promulga la prima crociata.
Eserciti formati da battaglioni dei vari feudatari (spesso in lotta tra
sé) vanno in Terra Santa per riconquistare le terre di Gesù
conquistate e convertite alla nuova religione.
6. Battaglia di Lepanto (1561)
La guerra santa si protrae per cinque secoli. Il timore degli europei di essere invasi dai mussulmani finisce con
l’epica battaglia di Lepanto (cittadina greca) che vide la vittoria della Lega Cristiana contro i Turchi, potenza militare
giunta fino ai Balcani.
7. Guerre di religione (XVI-XVII)
In seguito alla riforma protestante (metà XVI) si
scatenarono nel cuore dell’ Europa una serie
interminabile di guerre di religione. La più feroce
fu quella che coinvolse i principati tedeschi (ma
interessò anche molti altri regni).
Caratteristiche di queste guerre seicentesche –
combattute con le prime primordiali armi da
fuoco - era la volontà di potere delle casate
dinastiche. La religione era poco più che una
maschera.
10. Guerra e rivoluzione
Il Settecento insieme alle vecchie
diatribe tra eserciti reali vede
irrompere sulla scena la guerra di
liberazione (in America) e la
rivoluzione (in Francia). Una parte
della popolazione si ribella al sistema
dell’assolutismo e chiede cambiamenti
radicali (democrazia e libertà).
La lotta politica interna si intreccia con
le questioni internazionali, portando
l’ideologia politica tra le ragioni per
fare la guerra.
11. Napoleone esporta la rivoluzione
Generale formidabile riuscì a conquistare mezza Europa portando fuori dalla Francia
alcune importanti innovazioni. Le guerre erano ancora decise da poche battaglie campali e
circoscritte alla forza degli eserciti.
Battaglia di Waterloo, 18 giugno 1815
12. Il secolo della pace
Come appariva il mondo, dal punto di vista
europeo, nel 1914?
Innanzitutto era un mondo di “Pace”. Per gli
anziani della prima parte del ‘900 “pace”
significava “prima del 1914”. Dalla resa di
Napoleone le guerre erano state poche,
lontane e senza conseguenze. C’era stata la
guerra di Crimea (1854-1856), la guerra civile
americana (1861-1865), le guerre di
espansione della Prussia e dell’Italia. A questi
scontri si aggiunsero i conflitti coloniali e le
battaglie tra paesi imperialisti: nelle città
europee gli echi di queste guerre giungevano
quasi come racconti d’avventura, circondati
da un’aurea di leggenda ed esotismo. Tutto
cambiò nel 1914.
Generali impegnati in Crimea durante un
consulto 1853-1856
13. 1914
La corsa alle colonie aveva
portato le grandi potenze
europee – Francia,
Germania, Gran Bretagna,
Austria-Ungheria e Russia
– ad un passo dal
conflitto.
La scintilla fu l’attentato al
principe ereditario alla
corona d’Austria da parte
di un giovane bosniaco a
favore della Serbia
(ricorda bene questo
particolare!!).
14. La guerra di trincea
Austria-Ungheria
Germania
Impero Ottomano Inghilterra
Bulgaria Russia
Francia
Italia (1915)
Stati Uniti (1917)
15. Uno stretto e perverso gioco di alleanze portò nel conflitto questi schieramenti:
Austria, Germania, Imp. Ottomano, Bulgaria da una parte, Francia, Inghilterra e
Russia dall’altra. Imperi centrali contro Intesa. L’Intesa riuscì ad allargare gli alleati
all’Italia (1915) e Stati Uniti (1917). La Germania pensava a una guerra lampo e a
una vittoria rapida. Dopo un primo arretramento i reparti francesi, con inglesi e
belgi, scavarono migliaia di trincee dalla Manica alla Svizzera formando il cosidetto
“Fronte Occidentale”. Per 3 anni e mezzo i due eserciti rimasero lì a massacrarsi. Le
battaglie più tragicamente note sono quelle su Verdun nel 1916 che vide impegnati
2 milioni di uomini e causò 1 milione di morti; e la controffensiva inglese sulla
Somme, che costò la vita a 420.000 soldati dell’Intesa; 60.000 il primo giorno di
offensiva.
I piani di guerra preparati dallo Stato Maggiore tedesco per una rapida avanzata
16. La Grande Guerra
Si chiamò “grande guerra” per l’immagine devastante
che assunse il conflitto. Le novità assolute furono:
1.Mobilitazione totale
2.Tecnica e tecnologia determinanti
3.Propaganda molto forte
4.Guerra fino alla distruzione dell’avversario
17. Il fronte occidentale e il
fronte orientale La guerra si attestò lungo
due fronti, definiti dalle
trincee. Non più quindi
battaglie in campo aperto
fatte da eserciti
professionali (seguite da
trattative diplomatiche),
bensì eserciti popolari di
milioni di giovani, spesso
contadini, con tutta la
potenza industriale e
tecnologica alle spalle.
Fecero irruzione nelle
battaglie i gas tossici, i
bombardamenti aerei, le
mitragliatrici e le bombe.
Il conto finale parla di 10
milioni di morti con classi di
età decimate.
18. Fallimento di pace
I vincitori della guerra non riuscirono a
costruire un mondo nuovo. Malgrado
da più parti si pensava che una
tragedia del genere non dovesse più
accadere nel giro di soli dieci anni le
idee militariste, razziste, revansciste,
antisemite e guerrafondaie tornarono
nell’agenda di alcuni importanti paesi.
Iniziò l’Italia negli anni ’20, poi la
Germania di Hitler e il Giappone
avviarono il conto alla rovescia per una
nuova e ancora più tragica guerra:
Il secondo conflitto mondiale.
19. Le guerre civili
Non ci sono solo le guerre tra stati ad infiammare il Novecento.
Diventano comuni e con conseguenze tragiche le guerre civili.
La conflittualità politica per decidere le modalità di governo
diventano inconciliabili: si formano due veri e propri eserciti
e il campo di battaglia diventa il paese stesso: le case, le
piazze, i paesi e la campagna.
Le più importanti, e le più cariche di passione politica e di
morti, sono state quelle di Russia che vide contrapposti i
bolscevichi (che avevano preso il potere nel 1917) contro i
“bianchi” e durò dal 1919 al 1921, e quella di Spagna che, dal
1936 al 1939, vide di fronte i militari di estrema destra
contro il governo di sinistra che aveva vinto le elezioni. In
entrambi i casi la guerra intrecciò le ideologie politiche con
gli interessi geopolitici delle grandi potenze che aiutarono i
contendenti. Nel primo caso l’Armata Rossa riuscì a sconfiggere
i controrivoluzionari. Nel secondo l’aiuto della Germania
nazista e dell’Italia fascista fu decisivo per abbattere la
democrazia in Spagna. Il celeberrimo quadro di Picasso –
Guernica – riferisce proprio di un episodio di questa guerra:
quando la città basca fu rasa al suolo – ed era la prima volta
che avveniva – dall’aviazione nazista.
20. « L'avete fatto voi, maestro?»
«No, l'avete fatto voi con la Luftwaffe »
(Risposta di Picasso ad un ufficiale tedesco, in visita al suo studio, alla visione di
Guernica)
22. Guerre a confronto
I GUERRA MONDIALE II GUERRA MONDIALE
• 33 stati partecipanti • 72 stati partecipanti
• 74 milioni di soldati • 110 milioni i soldati
• 10 milioni i morti • 50 milioni
• 208 miliardi di dollari • 935 miliardi di dollari
Nella seconda guerra mondiale tutti sapevano benissimo perché combattevano.
Germania, Giappone e Italia volevano dominare il mondo e riscrivere le regole. Gli altri
stati si opponevano e promuovevano una idea di sviluppo (capitalista o comunista). Fu
una guerra di stati, ideologica e civile. Nasce la figura del partigiano.
23. Guerra dappertutto
Gli schieramenti sono gli stessi della prima
guerra, ad eccezione dell’Italia che parte
insieme alla Germania. Nel 1943 però l’Italia si
sfila e passa dalla parte degli alleati.
E’ la Germania a far entrare in guerra la Russia
(diventata Unione Sovietica e guidata dal
dittatore Stalin) attaccandola nel 1941.
E’ invece il Giappone a far entrare in guerra gli
Stati Uniti nel 1942 attaccando la base navale
di Pearl Harbor.
Le tantissime colonie appartenenti agli stati
coinvolti portarono la guerra in tutti gli angoli
del pianeta.
La fine della guerra era legata alla resa totale.
La battaglia di Stalingrado febbraio 1943
24. La bomba atomica
Per porre fine alla guerra contro il Giappone gli Stati Uniti utilizzarono una nuova micidiale
arma: la bomba atomica. Il mattino del 6 agosto 1945 la bomba fu sganciata sulla città di
Hiroshima causando 130 mila morti. Tre giorni dopo una seconda bomba fu sganciata su
Nagasaki , ottenendo così la resa del Giappone.
25. LA GUERRA FREDDA
Con la comparsa della bomba atomica cambiava il
modo di percepire la guerra. Adesso l’uomo poteva
autodistruggersi: la nuova logica è quella
dell’equilibrio. Intorno alle due superpotenze Usa e
Urss munite di arsenali atomici sempre più sofisticati
si ridefinisce la collocazione di tutti gli stati del
mondo. La guerra diventa abituale alla “periferia del
mondo”.
26. La guerra del Vietnam
Perdite
Vietnam del Sud: più di 1.250.000 morti
Stati Uniti: 58.226 morti e 153.303 feriti
Vietnam del Nord: 1.100.000 morti e
600.000 feriti (stime ufficiali vietnamite).
Gli Stati Uniti furono impegnati nel Vietnam dal 1964 al 1975.
Il motivo? Impedire che il Vietnam diventasse un paese
comunista.
Per vincere la guerra i bombardieri B-52 sganciarono sulla
popolazione civile bombe al napalm, un gas tossico
ufficialmente proibito (e non usato neanche dai nazisti).
27. Non solo armi
Ruolo fondamentale giocò la televisione e l’informazione che diffuse le immagini e
le notizie dei massacri perpetuati dai soldati americani.
Fu una guerra persa prima che sul fronte militare su quello dell’opinione pubblica.
Da quel momento era chiaro che le guerre moderne si combattevano anche (e
soprattutto) sul fronte dell’informazione.
29. La guerra del Golfo (1991)
Con la fine della guerra fredda le
aspettative per un futuro di pace
erano molte. Ma bastarono due anni
per riportare il mondo in uno scenario
di guerra “calda”. Per far arretrare le
truppe di Saddam Hussein dal Kuwait
gli Stati Uniti bombardarono per un
mese le città irachene, provocando
circa centomila morti e mostrando al
mondo poche e confuse immagini. Il
controllo sulla informazione fu
strettissimo.
38. Il nuovo secolo
Facendo leva sulla PAURA, suscitata
dall’attacco alle torri gemelle dell’11
settembre 2001, il governo di G.W. Bush
(figlio del presidente che fece la prima
guerra del golfo) annuncia l’inizio di una
“guerra infinita” contro un generico
terrorismo da individuare di volta in volta
dove maggiore pare la minaccia per lo
stato e la società americana.
Nel 2002 l’Afganistan – il paese più
povero del mondo – è bombardato a
tappeto per cercare due uomini Bin
Laden e il Mullah Omar. Non saranno mai
arrestati.
Nel 2003 tocca all’Iraq, che viene
bombardato e occupato sulla base di
informazioni (false); ancora una volta il
controllo delle notizie gioca un ruolo
fondamentale nella gestione della
guerra.
41. La guerra finisce ufficialmente il 1° maggio 2003 con l’occupazione
militare del paese. Da quel momento inizia la guerriglia terroristica
portata avanti da svariati gruppi islamici presenti nell’area del golfo. Il
computo delle vittime – quasi tutte civili – è dell’ordine delle 600.000
persone (Corriere della Sera luglio 2006) e 3800 militari americani. I
soldati americani che si sono suicidati una volta tornati a casa hanno
superato il numero di 6000.
42. La guerra dell’informazione
Mai, come nella seconda guerra del golfo, l’informazione è stata usata come
vero e proprio mezzo di condotta della guerra.
Giustificata con un dossier
falso sulle armi di
distruzioni di massa, tutte
le operazioni militari sono
state filtrate da spietati
organi di controllo. La
battaglia di Falluja ad
esempio è stata raccontata
da pochi e boicottati mezzi
di informazione.
Forse non è un caso che i
rapimenti dei giornalisti e
volontari italiani sono stati
tutti legati ad attività di
informazione sulla città
sunnita.
Enzo Baldoni, Simona
Torretta, Simona Pari e
Giuliana Sgrena.