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La guerra infinita
Guerre antiche
Tutte le grandi civiltà si sono
sviluppate grazie ai successi
militari:
Assiri, egiziani, greci,
macedoni, romani.
La stessa storia che leggiamo
oggi riflette l’esito delle
battaglie; per cui civiltà
straordinarie – come quella
celtica – sono quasi
dimenticate.
Caratteristiche delle guerre
antiche era la sostanziale
parità di armi e forza
militare. Inoltre le battaglie
riguardavano esclusivamente
gli eserciti, ad eccezione degli
assalti alle città (saccheggi,
razzie eccetera).
Le guerre duravano decine
d’anni, ma non erano
combattute quotidianamente.
Oltre alla mitica guerra di
Troia, è celebre la battaglia
navale di Salamina (480 ac)
che vide i greci prevalere sui
persiani.
118 dc circa. Massima espansione dell’impero
romano.
Nell’antichità la ricchezza era basata sulla proprietà
terriera. Naturale quindi la spinta
alle conquiste territoriali.
Il Medioevo
Con la caduta dell’impero
romano la guerra assume –
almeno in occidente – una
doppia natura:
Da una parte le guerricciole locali
tra i vari feudatari. Dall’altra le
“leghe” composte dall’alleanza
dei vari re per respingere gli
assalti dei “barbari” che
sopraggiungevano da nord (i
vichinghi); da est (ungari e
mongoli) e da sud (mussulmani).

Intorno all’anno 1000 la guerra fu
ammantata dall’aurea di
sacralità.
Le guerre sante – o crociate –
iniziarono nel 1096 e si
conclusero nel 1291. Erano
missioni militari per
riconquistare Gerusalemme.
Spesso la motivazione religiosa
nascondeva altri interessi.
LA GUERRA SANTA
Si affaccia sul mediterraneo una nuova civiltà, a forte carattere
religioso: l’islam (622 d.c.). Nel 738 gli arabi sono fermati al confine
tra Spagna e Francia, nel 1028 il Papa promulga la prima crociata.
Eserciti formati da battaglioni dei vari feudatari (spesso in lotta tra
sé) vanno in Terra Santa per riconquistare le terre di Gesù
conquistate e convertite alla nuova religione.
Battaglia di Lepanto (1561)




La guerra santa si protrae per cinque secoli. Il timore degli europei di essere invasi dai mussulmani finisce con
l’epica battaglia di Lepanto (cittadina greca) che vide la vittoria della Lega Cristiana contro i Turchi, potenza militare
giunta fino ai Balcani.
Guerre di religione (XVI-XVII)

In seguito alla riforma protestante (metà XVI) si
  scatenarono nel cuore dell’ Europa una serie
  interminabile di guerre di religione. La più feroce
  fu quella che coinvolse i principati tedeschi (ma
  interessò anche molti altri regni).
Caratteristiche di queste guerre seicentesche –
  combattute con le prime primordiali armi da
  fuoco - era la volontà di potere delle casate
  dinastiche. La religione era poco più che una
  maschera.
Guerra dei 30 anni (1618-1648)
L’età delle rivoluzioni




Jean-Pierre Houel, La presa della Bastiglia 14 luglio 1789
Guerra e rivoluzione

    Il Settecento insieme alle vecchie
        diatribe tra eserciti reali vede
     irrompere sulla scena la guerra di
         liberazione (in America) e la
    rivoluzione (in Francia). Una parte
   della popolazione si ribella al sistema
  dell’assolutismo e chiede cambiamenti
       radicali (democrazia e libertà).
La lotta politica interna si intreccia con
 le questioni internazionali, portando
 l’ideologia politica tra le ragioni per
 fare la guerra.
Napoleone esporta la rivoluzione
Generale formidabile riuscì a conquistare mezza Europa portando fuori dalla Francia
alcune importanti innovazioni. Le guerre erano ancora decise da poche battaglie campali e
circoscritte alla forza degli eserciti.




   Battaglia di Waterloo, 18 giugno 1815
Il secolo della pace
                                          Come appariva il mondo, dal punto di vista
                                          europeo, nel 1914?
                                          Innanzitutto era un mondo di “Pace”. Per gli
                                          anziani della prima parte del ‘900 “pace”
                                          significava “prima del 1914”. Dalla resa di
                                          Napoleone le guerre erano state poche,
                                          lontane e senza conseguenze. C’era stata la
                                          guerra di Crimea (1854-1856), la guerra civile
                                          americana (1861-1865), le guerre di
                                          espansione della Prussia e dell’Italia. A questi
                                          scontri si aggiunsero i conflitti coloniali e le
                                          battaglie tra paesi imperialisti: nelle città
                                          europee gli echi di queste guerre giungevano
                                          quasi come racconti d’avventura, circondati
                                          da un’aurea di leggenda ed esotismo. Tutto
                                          cambiò nel 1914.



Generali impegnati in Crimea durante un
consulto 1853-1856
1914
La corsa alle colonie aveva
portato le grandi potenze
europee        –      Francia,
Germania, Gran Bretagna,
Austria-Ungheria e Russia
– ad un passo dal
conflitto.
La scintilla fu l’attentato al
principe ereditario alla
corona d’Austria da parte
di un giovane bosniaco a
favore       della      Serbia
(ricorda bene questo
particolare!!).
La guerra di trincea


Austria-Ungheria
Germania
Impero Ottomano    Inghilterra
Bulgaria           Russia
                   Francia
                   Italia (1915)
                   Stati Uniti (1917)
Uno stretto e perverso gioco di alleanze portò nel conflitto questi schieramenti:
Austria, Germania, Imp. Ottomano, Bulgaria da una parte, Francia, Inghilterra e
Russia dall’altra. Imperi centrali contro Intesa. L’Intesa riuscì ad allargare gli alleati
all’Italia (1915) e Stati Uniti (1917). La Germania pensava a una guerra lampo e a
una vittoria rapida. Dopo un primo arretramento i reparti francesi, con inglesi e
belgi, scavarono migliaia di trincee dalla Manica alla Svizzera formando il cosidetto
“Fronte Occidentale”. Per 3 anni e mezzo i due eserciti rimasero lì a massacrarsi. Le
battaglie più tragicamente note sono quelle su Verdun nel 1916 che vide impegnati
2 milioni di uomini e causò 1 milione di morti; e la controffensiva inglese sulla
Somme, che costò la vita a 420.000 soldati dell’Intesa; 60.000 il primo giorno di
offensiva.




                                I piani di guerra preparati dallo Stato Maggiore tedesco per una rapida avanzata
La Grande Guerra
  Si chiamò “grande guerra” per l’immagine devastante
  che assunse il conflitto. Le novità assolute furono:
  1.Mobilitazione totale
  2.Tecnica e tecnologia determinanti
  3.Propaganda molto forte
  4.Guerra fino alla distruzione dell’avversario
Il fronte occidentale e il
     fronte orientale        La guerra si attestò lungo
                             due fronti, definiti dalle
                             trincee. Non più quindi
                             battaglie in campo aperto
                             fatte da eserciti
                             professionali (seguite da
                             trattative diplomatiche),
                             bensì eserciti popolari di
                             milioni di giovani, spesso
                             contadini, con tutta la
                             potenza industriale e
                             tecnologica alle spalle.
                             Fecero irruzione nelle
                             battaglie i gas tossici, i
                             bombardamenti aerei, le
                             mitragliatrici e le bombe.
                             Il conto finale parla di 10
                             milioni di morti con classi di
                             età decimate.
Fallimento di pace
       I vincitori della guerra non riuscirono a
       costruire un mondo nuovo. Malgrado
       da più parti si pensava che una
       tragedia del genere non dovesse più
       accadere nel giro di soli dieci anni le
       idee militariste, razziste, revansciste,
       antisemite e guerrafondaie tornarono
       nell’agenda di alcuni importanti paesi.
       Iniziò l’Italia negli anni ’20, poi la
       Germania di Hitler e il Giappone
       avviarono il conto alla rovescia per una
       nuova e ancora più tragica guerra:
       Il secondo conflitto mondiale.
Le guerre civili
Non ci sono solo le guerre tra stati ad infiammare il Novecento.
   Diventano comuni e con conseguenze tragiche le guerre civili.
   La conflittualità politica per decidere le modalità di governo
   diventano inconciliabili: si formano due veri e propri eserciti
   e il campo di battaglia diventa il paese stesso: le case, le
   piazze, i paesi e la campagna.
Le più importanti, e le più cariche di passione politica e di
   morti, sono state quelle di Russia che vide contrapposti i
   bolscevichi (che avevano preso il potere nel 1917) contro i
   “bianchi” e durò dal 1919 al 1921, e quella di Spagna che, dal
   1936 al 1939, vide di fronte i militari di estrema destra
   contro il governo di sinistra che aveva vinto le elezioni. In
   entrambi i casi la guerra intrecciò le ideologie politiche con
   gli interessi geopolitici delle grandi potenze che aiutarono i
   contendenti. Nel primo caso l’Armata Rossa riuscì a sconfiggere
   i controrivoluzionari. Nel secondo l’aiuto della Germania
   nazista e dell’Italia fascista fu decisivo per abbattere la
   democrazia in Spagna. Il celeberrimo quadro di Picasso –
   Guernica – riferisce proprio di un episodio di questa guerra:
   quando la città basca fu rasa al suolo – ed era la prima volta
   che avveniva – dall’aviazione nazista.
« L'avete fatto voi, maestro?»
«No, l'avete fatto voi con la Luftwaffe »
(Risposta di Picasso ad un ufficiale tedesco, in visita al suo studio, alla visione di
Guernica)
La Seconda
  Guerra
 Mondiale
Guerre a confronto


I GUERRA MONDIALE                              II GUERRA MONDIALE

•   33 stati partecipanti                       •   72 stati partecipanti
•   74 milioni di soldati                       •   110 milioni i soldati
•   10 milioni i morti                          •   50 milioni
•   208 miliardi di dollari                     •   935 miliardi di dollari
Nella seconda guerra mondiale tutti sapevano benissimo perché combattevano.
Germania, Giappone e Italia volevano dominare il mondo e riscrivere le regole. Gli altri
stati si opponevano e promuovevano una idea di sviluppo (capitalista o comunista). Fu
una guerra di stati, ideologica e civile. Nasce la figura del partigiano.
Guerra dappertutto
                                            Gli schieramenti sono gli stessi della prima
                                            guerra, ad eccezione dell’Italia che parte
                                            insieme alla Germania. Nel 1943 però l’Italia si
                                            sfila e passa dalla parte degli alleati.
                                            E’ la Germania a far entrare in guerra la Russia
                                            (diventata Unione Sovietica e guidata dal
                                            dittatore Stalin) attaccandola nel 1941.
                                            E’ invece il Giappone a far entrare in guerra gli
                                            Stati Uniti nel 1942 attaccando la base navale
                                            di Pearl Harbor.
                                            Le tantissime colonie appartenenti agli stati
                                            coinvolti portarono la guerra in tutti gli angoli
                                            del pianeta.
                                            La fine della guerra era legata alla resa totale.




La battaglia di Stalingrado febbraio 1943
La bomba atomica




Per porre fine alla guerra contro il Giappone gli Stati Uniti utilizzarono una nuova micidiale
arma: la bomba atomica. Il mattino del 6 agosto 1945 la bomba fu sganciata sulla città di
Hiroshima causando 130 mila morti. Tre giorni dopo una seconda bomba fu sganciata su
Nagasaki , ottenendo così la resa del Giappone.
LA GUERRA FREDDA




       Con la comparsa della bomba atomica cambiava il
       modo di percepire la guerra. Adesso l’uomo poteva
       autodistruggersi: la nuova logica è quella
       dell’equilibrio. Intorno alle due superpotenze Usa e
       Urss munite di arsenali atomici sempre più sofisticati
       si ridefinisce la collocazione di tutti gli stati del
       mondo. La guerra diventa abituale alla “periferia del
       mondo”.
La guerra del Vietnam
Perdite
Vietnam del Sud: più di 1.250.000 morti
Stati Uniti: 58.226 morti e 153.303 feriti
Vietnam del Nord: 1.100.000 morti e
600.000 feriti (stime ufficiali vietnamite).




                              Gli Stati Uniti furono impegnati nel Vietnam dal 1964 al 1975.
                              Il motivo? Impedire che il Vietnam diventasse un paese
                              comunista.
                              Per vincere la guerra i bombardieri B-52 sganciarono sulla
                              popolazione civile bombe al napalm, un gas tossico
                              ufficialmente proibito (e non usato neanche dai nazisti).
Non solo armi




Ruolo fondamentale giocò la televisione e l’informazione che diffuse le immagini e
le notizie dei massacri perpetuati dai soldati americani.
Fu una guerra persa prima che sul fronte militare su quello dell’opinione pubblica.

Da quel momento era chiaro che le guerre moderne si combattevano anche (e
soprattutto) sul fronte dell’informazione.
INTERMEZZO   Paul Hardcastle
             Nineteen (1985)
La guerra del Golfo (1991)
Con la fine della guerra fredda le
aspettative per un futuro di pace
erano molte. Ma bastarono due anni
per riportare il mondo in uno scenario
di guerra “calda”. Per far arretrare le
truppe di Saddam Hussein dal Kuwait
gli Stati Uniti bombardarono per un
mese le città irachene, provocando
circa centomila morti e mostrando al
mondo poche e confuse immagini. Il
controllo sulla informazione fu
strettissimo.
La Jugoslavia in frantumi
Gli aggrediti: Sarajevo 1992
Gli aggressori: Belgrado 1999
Immagini da
Sarajevo
(1993)
Il nuovo secolo
Facendo leva sulla PAURA, suscitata
dall’attacco alle torri gemelle dell’11
settembre 2001, il governo di G.W. Bush
(figlio del presidente che fece la prima
guerra del golfo) annuncia l’inizio di una
“guerra infinita” contro un generico
terrorismo da individuare di volta in volta
 dove maggiore pare la minaccia per lo
stato e la società americana.
Nel 2002 l’Afganistan – il paese più
povero del mondo – è bombardato a
tappeto per cercare due uomini Bin
Laden e il Mullah Omar. Non saranno mai
arrestati.
Nel 2003 tocca all’Iraq, che viene
bombardato e occupato sulla base di
informazioni (false); ancora una volta il
controllo delle notizie gioca un ruolo
fondamentale nella gestione della
guerra.
Pozzi di petrolio in fiamme. Iraq 2006
La guerra finisce ufficialmente il 1° maggio 2003 con l’occupazione
militare del paese. Da quel momento inizia la guerriglia terroristica
portata avanti da svariati gruppi islamici presenti nell’area del golfo. Il
computo delle vittime – quasi tutte civili – è dell’ordine delle 600.000
persone (Corriere della Sera luglio 2006) e 3800 militari americani. I
soldati americani che si sono suicidati una volta tornati a casa hanno
superato il numero di 6000.
La guerra dell’informazione
    Mai, come nella seconda guerra del golfo, l’informazione è stata usata come
    vero e proprio mezzo di condotta della guerra.


Giustificata con un dossier
falso sulle armi di
distruzioni di massa, tutte
le operazioni militari sono
state filtrate da spietati
organi di controllo. La
battaglia di Falluja ad
esempio è stata raccontata
da pochi e boicottati mezzi
di informazione.
Forse non è un caso che i
rapimenti dei giornalisti e
volontari italiani sono stati
tutti legati ad attività di
informazione sulla città
sunnita.
Enzo Baldoni, Simona
Torretta, Simona Pari e
Giuliana Sgrena.

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La guerra infinita

  • 2. Guerre antiche Tutte le grandi civiltà si sono sviluppate grazie ai successi militari: Assiri, egiziani, greci, macedoni, romani. La stessa storia che leggiamo oggi riflette l’esito delle battaglie; per cui civiltà straordinarie – come quella celtica – sono quasi dimenticate. Caratteristiche delle guerre antiche era la sostanziale parità di armi e forza militare. Inoltre le battaglie riguardavano esclusivamente gli eserciti, ad eccezione degli assalti alle città (saccheggi, razzie eccetera). Le guerre duravano decine d’anni, ma non erano combattute quotidianamente. Oltre alla mitica guerra di Troia, è celebre la battaglia navale di Salamina (480 ac) che vide i greci prevalere sui persiani.
  • 3. 118 dc circa. Massima espansione dell’impero romano. Nell’antichità la ricchezza era basata sulla proprietà terriera. Naturale quindi la spinta alle conquiste territoriali.
  • 4. Il Medioevo Con la caduta dell’impero romano la guerra assume – almeno in occidente – una doppia natura: Da una parte le guerricciole locali tra i vari feudatari. Dall’altra le “leghe” composte dall’alleanza dei vari re per respingere gli assalti dei “barbari” che sopraggiungevano da nord (i vichinghi); da est (ungari e mongoli) e da sud (mussulmani). Intorno all’anno 1000 la guerra fu ammantata dall’aurea di sacralità. Le guerre sante – o crociate – iniziarono nel 1096 e si conclusero nel 1291. Erano missioni militari per riconquistare Gerusalemme. Spesso la motivazione religiosa nascondeva altri interessi.
  • 5. LA GUERRA SANTA Si affaccia sul mediterraneo una nuova civiltà, a forte carattere religioso: l’islam (622 d.c.). Nel 738 gli arabi sono fermati al confine tra Spagna e Francia, nel 1028 il Papa promulga la prima crociata. Eserciti formati da battaglioni dei vari feudatari (spesso in lotta tra sé) vanno in Terra Santa per riconquistare le terre di Gesù conquistate e convertite alla nuova religione.
  • 6. Battaglia di Lepanto (1561) La guerra santa si protrae per cinque secoli. Il timore degli europei di essere invasi dai mussulmani finisce con l’epica battaglia di Lepanto (cittadina greca) che vide la vittoria della Lega Cristiana contro i Turchi, potenza militare giunta fino ai Balcani.
  • 7. Guerre di religione (XVI-XVII) In seguito alla riforma protestante (metà XVI) si scatenarono nel cuore dell’ Europa una serie interminabile di guerre di religione. La più feroce fu quella che coinvolse i principati tedeschi (ma interessò anche molti altri regni). Caratteristiche di queste guerre seicentesche – combattute con le prime primordiali armi da fuoco - era la volontà di potere delle casate dinastiche. La religione era poco più che una maschera.
  • 8. Guerra dei 30 anni (1618-1648)
  • 9. L’età delle rivoluzioni Jean-Pierre Houel, La presa della Bastiglia 14 luglio 1789
  • 10. Guerra e rivoluzione Il Settecento insieme alle vecchie diatribe tra eserciti reali vede irrompere sulla scena la guerra di liberazione (in America) e la rivoluzione (in Francia). Una parte della popolazione si ribella al sistema dell’assolutismo e chiede cambiamenti radicali (democrazia e libertà). La lotta politica interna si intreccia con le questioni internazionali, portando l’ideologia politica tra le ragioni per fare la guerra.
  • 11. Napoleone esporta la rivoluzione Generale formidabile riuscì a conquistare mezza Europa portando fuori dalla Francia alcune importanti innovazioni. Le guerre erano ancora decise da poche battaglie campali e circoscritte alla forza degli eserciti. Battaglia di Waterloo, 18 giugno 1815
  • 12. Il secolo della pace Come appariva il mondo, dal punto di vista europeo, nel 1914? Innanzitutto era un mondo di “Pace”. Per gli anziani della prima parte del ‘900 “pace” significava “prima del 1914”. Dalla resa di Napoleone le guerre erano state poche, lontane e senza conseguenze. C’era stata la guerra di Crimea (1854-1856), la guerra civile americana (1861-1865), le guerre di espansione della Prussia e dell’Italia. A questi scontri si aggiunsero i conflitti coloniali e le battaglie tra paesi imperialisti: nelle città europee gli echi di queste guerre giungevano quasi come racconti d’avventura, circondati da un’aurea di leggenda ed esotismo. Tutto cambiò nel 1914. Generali impegnati in Crimea durante un consulto 1853-1856
  • 13. 1914 La corsa alle colonie aveva portato le grandi potenze europee – Francia, Germania, Gran Bretagna, Austria-Ungheria e Russia – ad un passo dal conflitto. La scintilla fu l’attentato al principe ereditario alla corona d’Austria da parte di un giovane bosniaco a favore della Serbia (ricorda bene questo particolare!!).
  • 14. La guerra di trincea Austria-Ungheria Germania Impero Ottomano Inghilterra Bulgaria Russia Francia Italia (1915) Stati Uniti (1917)
  • 15. Uno stretto e perverso gioco di alleanze portò nel conflitto questi schieramenti: Austria, Germania, Imp. Ottomano, Bulgaria da una parte, Francia, Inghilterra e Russia dall’altra. Imperi centrali contro Intesa. L’Intesa riuscì ad allargare gli alleati all’Italia (1915) e Stati Uniti (1917). La Germania pensava a una guerra lampo e a una vittoria rapida. Dopo un primo arretramento i reparti francesi, con inglesi e belgi, scavarono migliaia di trincee dalla Manica alla Svizzera formando il cosidetto “Fronte Occidentale”. Per 3 anni e mezzo i due eserciti rimasero lì a massacrarsi. Le battaglie più tragicamente note sono quelle su Verdun nel 1916 che vide impegnati 2 milioni di uomini e causò 1 milione di morti; e la controffensiva inglese sulla Somme, che costò la vita a 420.000 soldati dell’Intesa; 60.000 il primo giorno di offensiva. I piani di guerra preparati dallo Stato Maggiore tedesco per una rapida avanzata
  • 16. La Grande Guerra Si chiamò “grande guerra” per l’immagine devastante che assunse il conflitto. Le novità assolute furono: 1.Mobilitazione totale 2.Tecnica e tecnologia determinanti 3.Propaganda molto forte 4.Guerra fino alla distruzione dell’avversario
  • 17. Il fronte occidentale e il fronte orientale La guerra si attestò lungo due fronti, definiti dalle trincee. Non più quindi battaglie in campo aperto fatte da eserciti professionali (seguite da trattative diplomatiche), bensì eserciti popolari di milioni di giovani, spesso contadini, con tutta la potenza industriale e tecnologica alle spalle. Fecero irruzione nelle battaglie i gas tossici, i bombardamenti aerei, le mitragliatrici e le bombe. Il conto finale parla di 10 milioni di morti con classi di età decimate.
  • 18. Fallimento di pace I vincitori della guerra non riuscirono a costruire un mondo nuovo. Malgrado da più parti si pensava che una tragedia del genere non dovesse più accadere nel giro di soli dieci anni le idee militariste, razziste, revansciste, antisemite e guerrafondaie tornarono nell’agenda di alcuni importanti paesi. Iniziò l’Italia negli anni ’20, poi la Germania di Hitler e il Giappone avviarono il conto alla rovescia per una nuova e ancora più tragica guerra: Il secondo conflitto mondiale.
  • 19. Le guerre civili Non ci sono solo le guerre tra stati ad infiammare il Novecento. Diventano comuni e con conseguenze tragiche le guerre civili. La conflittualità politica per decidere le modalità di governo diventano inconciliabili: si formano due veri e propri eserciti e il campo di battaglia diventa il paese stesso: le case, le piazze, i paesi e la campagna. Le più importanti, e le più cariche di passione politica e di morti, sono state quelle di Russia che vide contrapposti i bolscevichi (che avevano preso il potere nel 1917) contro i “bianchi” e durò dal 1919 al 1921, e quella di Spagna che, dal 1936 al 1939, vide di fronte i militari di estrema destra contro il governo di sinistra che aveva vinto le elezioni. In entrambi i casi la guerra intrecciò le ideologie politiche con gli interessi geopolitici delle grandi potenze che aiutarono i contendenti. Nel primo caso l’Armata Rossa riuscì a sconfiggere i controrivoluzionari. Nel secondo l’aiuto della Germania nazista e dell’Italia fascista fu decisivo per abbattere la democrazia in Spagna. Il celeberrimo quadro di Picasso – Guernica – riferisce proprio di un episodio di questa guerra: quando la città basca fu rasa al suolo – ed era la prima volta che avveniva – dall’aviazione nazista.
  • 20. « L'avete fatto voi, maestro?» «No, l'avete fatto voi con la Luftwaffe » (Risposta di Picasso ad un ufficiale tedesco, in visita al suo studio, alla visione di Guernica)
  • 21. La Seconda Guerra Mondiale
  • 22. Guerre a confronto I GUERRA MONDIALE II GUERRA MONDIALE • 33 stati partecipanti • 72 stati partecipanti • 74 milioni di soldati • 110 milioni i soldati • 10 milioni i morti • 50 milioni • 208 miliardi di dollari • 935 miliardi di dollari Nella seconda guerra mondiale tutti sapevano benissimo perché combattevano. Germania, Giappone e Italia volevano dominare il mondo e riscrivere le regole. Gli altri stati si opponevano e promuovevano una idea di sviluppo (capitalista o comunista). Fu una guerra di stati, ideologica e civile. Nasce la figura del partigiano.
  • 23. Guerra dappertutto Gli schieramenti sono gli stessi della prima guerra, ad eccezione dell’Italia che parte insieme alla Germania. Nel 1943 però l’Italia si sfila e passa dalla parte degli alleati. E’ la Germania a far entrare in guerra la Russia (diventata Unione Sovietica e guidata dal dittatore Stalin) attaccandola nel 1941. E’ invece il Giappone a far entrare in guerra gli Stati Uniti nel 1942 attaccando la base navale di Pearl Harbor. Le tantissime colonie appartenenti agli stati coinvolti portarono la guerra in tutti gli angoli del pianeta. La fine della guerra era legata alla resa totale. La battaglia di Stalingrado febbraio 1943
  • 24. La bomba atomica Per porre fine alla guerra contro il Giappone gli Stati Uniti utilizzarono una nuova micidiale arma: la bomba atomica. Il mattino del 6 agosto 1945 la bomba fu sganciata sulla città di Hiroshima causando 130 mila morti. Tre giorni dopo una seconda bomba fu sganciata su Nagasaki , ottenendo così la resa del Giappone.
  • 25. LA GUERRA FREDDA Con la comparsa della bomba atomica cambiava il modo di percepire la guerra. Adesso l’uomo poteva autodistruggersi: la nuova logica è quella dell’equilibrio. Intorno alle due superpotenze Usa e Urss munite di arsenali atomici sempre più sofisticati si ridefinisce la collocazione di tutti gli stati del mondo. La guerra diventa abituale alla “periferia del mondo”.
  • 26. La guerra del Vietnam Perdite Vietnam del Sud: più di 1.250.000 morti Stati Uniti: 58.226 morti e 153.303 feriti Vietnam del Nord: 1.100.000 morti e 600.000 feriti (stime ufficiali vietnamite). Gli Stati Uniti furono impegnati nel Vietnam dal 1964 al 1975. Il motivo? Impedire che il Vietnam diventasse un paese comunista. Per vincere la guerra i bombardieri B-52 sganciarono sulla popolazione civile bombe al napalm, un gas tossico ufficialmente proibito (e non usato neanche dai nazisti).
  • 27. Non solo armi Ruolo fondamentale giocò la televisione e l’informazione che diffuse le immagini e le notizie dei massacri perpetuati dai soldati americani. Fu una guerra persa prima che sul fronte militare su quello dell’opinione pubblica. Da quel momento era chiaro che le guerre moderne si combattevano anche (e soprattutto) sul fronte dell’informazione.
  • 28. INTERMEZZO Paul Hardcastle Nineteen (1985)
  • 29. La guerra del Golfo (1991) Con la fine della guerra fredda le aspettative per un futuro di pace erano molte. Ma bastarono due anni per riportare il mondo in uno scenario di guerra “calda”. Per far arretrare le truppe di Saddam Hussein dal Kuwait gli Stati Uniti bombardarono per un mese le città irachene, provocando circa centomila morti e mostrando al mondo poche e confuse immagini. Il controllo sulla informazione fu strettissimo.
  • 30. La Jugoslavia in frantumi
  • 34.
  • 35.
  • 36.
  • 37.
  • 38. Il nuovo secolo Facendo leva sulla PAURA, suscitata dall’attacco alle torri gemelle dell’11 settembre 2001, il governo di G.W. Bush (figlio del presidente che fece la prima guerra del golfo) annuncia l’inizio di una “guerra infinita” contro un generico terrorismo da individuare di volta in volta dove maggiore pare la minaccia per lo stato e la società americana. Nel 2002 l’Afganistan – il paese più povero del mondo – è bombardato a tappeto per cercare due uomini Bin Laden e il Mullah Omar. Non saranno mai arrestati. Nel 2003 tocca all’Iraq, che viene bombardato e occupato sulla base di informazioni (false); ancora una volta il controllo delle notizie gioca un ruolo fondamentale nella gestione della guerra.
  • 39. Pozzi di petrolio in fiamme. Iraq 2006
  • 40.
  • 41. La guerra finisce ufficialmente il 1° maggio 2003 con l’occupazione militare del paese. Da quel momento inizia la guerriglia terroristica portata avanti da svariati gruppi islamici presenti nell’area del golfo. Il computo delle vittime – quasi tutte civili – è dell’ordine delle 600.000 persone (Corriere della Sera luglio 2006) e 3800 militari americani. I soldati americani che si sono suicidati una volta tornati a casa hanno superato il numero di 6000.
  • 42. La guerra dell’informazione Mai, come nella seconda guerra del golfo, l’informazione è stata usata come vero e proprio mezzo di condotta della guerra. Giustificata con un dossier falso sulle armi di distruzioni di massa, tutte le operazioni militari sono state filtrate da spietati organi di controllo. La battaglia di Falluja ad esempio è stata raccontata da pochi e boicottati mezzi di informazione. Forse non è un caso che i rapimenti dei giornalisti e volontari italiani sono stati tutti legati ad attività di informazione sulla città sunnita. Enzo Baldoni, Simona Torretta, Simona Pari e Giuliana Sgrena.