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Workshop di Progettazione Partecipata
Santadi, 3 febbraio 2012
INDICE



1 Il progetto AgriSociale ............................................................................ 2

2 Il processo partecipativo e il workshop di Santadi............................... 3

2.1 I servizi sociali finanziabili dalla Misura 321 e le esigenze del territorio ....4

2.2 Gli attori dell’agricoltura sociale e il loro ruolo ............................................9

2.3 Le caratteristiche dell’azienda agricola .................................................. 14

2.4 Gli scenari possibili......................................................................................17

Crediti ........................................................................................................ 20




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1 Il progetto Agrisociale



Il Progetto AgriSociale, promosso dal Gal Sulcis Iglesiente Capoterra e Campidano di
Cagliari, mira alla realizzazione di un processo partecipativo per la creazione di una
rete di soggetti che cooperino allo sviluppo dell’agricoltura sociale nel territorio del
Sulcis Iglesiente.

La costruzione della rete è finalizzata all’attuazione della Misura 321 (Azione 1) del PSR
2007-2013 (Programma di Sviluppo Rurale della Regione Sardegna) che prevede aiuti
per l’avviamento di servizi innovativi alla persona nei settori socio assistenziale e
lavorativo, riguardanti l’integrazione e l’inclusione sociale attraverso l’erogazione di
prestazioni di terapia assistita (pet-therapy, horticultural-therapy, agroterapia, arteterapia,
ippoterapia, etc.), e/o di reinserimento sociale e lavorativo da realizzarsi presso le fattorie
agrisociali che affrontino in modo peculiare il tema dell’inclusione e della formazione
mediante pratiche di agricoltura, di manutenzione
del paesaggio, nonché attività produttive culturali ed
artistiche legate alla ruralità.

L’agricoltura sociale unisce il
mondo      della    produzione
agricola a quello dei servizi
alla persona favorendo il
benessere di categorie di
persone      svantaggiate    in
un’ottica di multifunzionalità
dell’impresa     agricola.   In
questo     senso     tende    a
perseguire non solo la nascita
di nuove politiche di welfare
ma anche lo sviluppo sociale-culturale ed
economico di un intero territorio.

Le attività dell’agricoltura sociale sono diverse e variano a seconda della prestazione
assistenziale, della tipologia di servizi, della struttura dell’azienda agricola e, più in
generale, di tutti gli attori che collaborano alla sua realizzazione.




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2 Il processo partecipativo e il workshop di Santadi



Il processo partecipativo AgriSociale, ha preso il via il 5 dicembre 2011 a Masainas con
un seminario informativo sul tema dell’agricoltura sociale, durante il quale sono
intervenuti l’Autorità di Gestione del PSR, rappresentanti della Provincia di Carbonia
Iglesias, il Direttore e il Presidente del GAL, un esperto di Politiche Agricole dell’Istituto
Nazionale di Economia Agraria (INEA), un consulente della società Poliste, incaricata della
progettazione e facilitazione del percorso progettuale.

Il seminario, aperto a tutti i potenziali interessati all’argomento, è stato in qualche modo
propedeutico al workshop partecipativo dal titolo Costruiamo insieme il sistema della
agricoltura sociale nel territorio: quali bisogni e quali servizi? svoltosi
successivamente, il 16 dicembre 2011, tramite la metodologia dell’Open Space
Technology (OST), o dello spazio aperto di discussione.

A fine giornata i contributi dei partecipanti all’OST sono stati raccolti in un Istant Report
                                                     inviato successivamente ad ognuno di
La metodologia Metaplan®                             essi e pubblicato nel sito web del GAL
                                                     Sulcis.
L’approccio utilizzato per la facilitazione dei
workshop si basa sulla metodologia Metaplan®,          Venerdi 3 febbraio si è svolto il primo
una tecnica di discussione basata sulla                dei due workshop di progettazione
visualizzazione, utile per affrontare e risolvere in   partecipata previsti dal progetto,
forma condivisa specifici problemi. Essa               entrambi       facilitati   tramite   la
consente, infatti, di gestire una discussione di                                 ®
                                                       metodologia Metaplan . Alla giornata
gruppo       e    raccogliere,    selezionare      e
                                                       hanno preso parte, oltre a imprenditori
omogeneizzare i diversi contenuti espressi dai
partecipanti (esperienze, opinioni, soluzioni,         agricoli e cooperative sociali, diversi
domande, risposte). L’obiettivo della metodologia      attori, quali i rappresentanti di alcuni
è evidenziare i punti di vista di un gruppo di
individui su un determinato tema, per arrivare ad
un’analisi che consideri le affermazioni di tutti e
mantenga la ricchezza delle proposte individuali
portando il gruppo verso un risultato operativo. Il
metodo fornisce una versione sinergica e
collettiva determinata del processo di gruppo.
La gestione dei diversi workshop con questa
metodologia permette di predisporre il report dei      comuni del territorio, della Provincia di
lavori, che tiene traccia delle diverse fasi del       Carbonia Iglesias, della Regione
lavoro, restituisce la ricchezza delle discussioni     Sardegna, del Ministero della Giustizia,
realizzate durante gli incontri e raccoglie le idee    degli Istituti Scolastici, di Coldiretti e
degli attori del processo.                             alcuni cittadini dell’area interessata dal
                                                       progetto.


                                                                                               3
2.1 I servizi sociali finanziabili dalla Misura 321 e le esigenze del territorio



Il workshop è stato aperto dal Presidente del GAL, che ha riaffermato il senso
dell’iniziativa, e dai saluti dell’Assessore alle Politiche sociali del Comune di Santadi. È
seguito un intervento della direttrice del GAL, che ha presentato i dettagli tecnici della
Misura 321 Azione 1 del Piano di Sviluppo Locale. Di seguito, due consulenti della società
Poliste, uno dei quali esperto di politiche sociali, hanno dato avvio ai lavori con la
presentazione degli obiettivi e del programma di lavoro della giornata.




                                                                                          4
Nella prima parte del workshop, dopo una breve presentazione dei partecipanti, questi
sono stati invitati a riflettere sulle esigenze prioritarie del proprio territorio a partire
dalle quattro tipologie di prestazioni principali comprese nell’Azione 1 della Misura
321 del PSR, ognuna delle quali è composta da una gamma di servizi differenziata.

Le azioni possibili sono:

   -   Inserimento sociale, ossia attività di utilità sociale e inserimento sociale di
       soggetti svantaggiati. Rientrano in questo gruppo di attività l’accoglienza per gli
       anziani, i servizi all’infanzia, gli orti sociali etc.,
   -   Inserimento lavorativo, ossia attività di inserimento lavorativo di soggetti
       svantaggiati, quali i detenuti, i minori in condizioni di disagio e i disabili sia fisici
       che psichici
   -   Inserimento lavorativo e sociale, nel quale rientrano attività inerenti le due
       prestazioni svolte contestualmente
   -   Terapia assistita con servizi quali l’arte terapia, l’ippoterapia, l’aeroterapia etc.

Ai partecipanti è stato chiesto di definire quali di queste fossero prioritarie nel
territorio, tramite una votazione effettuata con bollini, integrata successivamente in una
discussione approfondita relativa alle scelte effettuate.

La maggior parte dei partecipanti, n. 23, ha dato priorità all’inserimento lavorativo e
sociale, n. 10 all’inserimento lavorativo, n. 3 alla terapia assistita e n. 1
all’inserimento sociale.

Il tema dell’inserimento lavorativo è risultato nella discussione, particolarmente
rilevante specialmente in virtù dell’attuale periodo di crisi economica che tocca in
maniera accentuata il mondo agricolo. Allo stesso tempo si è evidenziata la difficoltà,
proprio a causa della crisi, di inserire nelle piccole aziende agricole nuovi lavoratori.
Questo ha spostato in parte l’attenzione del gruppo verso un più ampio intervento di
inserimento sociale, per migliorare la qualità della vita nel territorio.

Si è sottolineata la necessità di attivare una rete tra il GAL e le aziende del territorio,
che aiuti le persone a formarsi e trovare sbocchi occupazionali nel territorio stesso.
Inoltre, per alcuni partecipanti, sarebbe più opportuno coprire posti di lavoro nelle
aziende più grandi mentre per altri è la piccola impresa a dover accogliere i
lavoratori per potergli permettere di crescere e innovarsi.

Nonostante la formazione professionale non sia finanziabile direttamente dalla Azione 1,
il tema è stato discusso più volte: si è sottolineato come, pur non significando
necessariamente assunzione, essa sia importante se indirizzata allo sviluppo
generale del territorio e dunque delle piccole realtà. Si sente poi l’esigenza di
sensibilizzare e incentivare la formazione professionale dei detenuti perché la
maggior parte delle problematiche che si riscontrano con gli stessi riguardano soprattutto
la mancanza di precise competenze in campo lavorativo.

                                                                                              5
In generale la fattoria sociale si presenta come uno dei soggetti che, insieme ad altri,
contribuiscono a generare occupazione, ma non può essere l’unico a darle vita. In
questo senso, l’obiettivo generale di un percorso come quello che si sta intraprendendo,
non viene ad essere quello della massima occupazione ma l’insegnamento e
l’incremento di competenze tramite l’integrazione delle politiche sociali con quelle
del lavoro e la creazione di benessere in senso più ampio attraverso i servizi sociali, le
aziende agricole, le cooperative e tutti gli altri soggetti inclusi nel processo. Pertanto il
tema centrale non è tanto l’occupazione quanto l’occupabilità.

È stato suggerito anche che le azioni rivolte alle aziende agricole debbano, in qualche
modo, renderle competitive sul mercato e che il primo beneficiario di tali azioni debba
essere il sistema territoriale su cui queste insistono.

A tal proposito si fa presente come la Misura 321 abbia la capacità di collegarsi ed
essere propedeutica ad altre misure di sviluppo locale presenti nel PSL, quali ad
esempio la 312 e la 311. Misure come quelle sopradette, dovrebbero contribuire al
miglioramento della qualità della vita attraverso il corrispondente sviluppo di alcuni
servizi e del welfare. L’aumento della multifunzionalità potrà indirettamente concorrere
allora, all’aumento delle opportunità occupazionali. Per fare questo però, è considerata
fondamentale, in questa fase del progetto, la creazione di una rete sul territorio.

Per quel che concerne i beneficiari ultimi del progetto, ossia i soggetti svantaggiati, è
stato evidenziato come, con azioni di inserimento lavorativo e sociale, sia più facile
allargarne il numero. Al contempo risulta essenziale distinguere tra soggetti che
godono di risorse finanziarie anche se minime e chi, come capita spesso nel caso
degli ex detenuti, non possiede nulla. Nei percorsi di inserimento per soggetti come
questi è corretto tener presente come alla credibilità sociale vada ad affiancarsi un forte
bisogno di trovare occupazione.

Particolarmente importante è stata poi la parte di discussione riservata al tema della
disoccupazione giovanile ma anche della mancanza, per i ragazzi, di legami culturali
con il territorio. Oltre a una visita guidata nelle fattorie didattiche (per le quali vi sono
ulteriori misure del PSL) con un’esperienza in azienda si potrebbe auspicare ad una
crescita di vita dei ragazzi e un modo diverso di fare sistema in un territorio
rendendo la scuola un attore fondamentale dei percorsi di inserimento.

Per quel che concerne la terapia assistita è stato segnalato come manchino nel territorio
aziende in grado di ospitare servizi e attività di questo tipo.




                                                                                           6
Infine, sono state evidenziate problematiche generali, quali i problemi economici e
strutturali del territorio sui quali si consiglia di concentrarsi prima di avviare il sistema di
fattorie   sociali    e    il   rischio
dell’assunzione       “drogata”      da
finanziamenti.




                                                                                              7
8
2.2 Gli attori dell’agricoltura sociale e il loro ruolo



In una seconda fase del workshop è stato chiesto ai partecipanti di indicare quali fossero,
a loro parere, i potenziali attori dell’agricoltura sociale. Dopo aver elencato tutte le
categorie di attori locali presenti all’incontro, è stato richiesto di fare un ulteriore sforzo di
riflessione per individuare quali fossero le tipologie di soggetti che, pur mancando al
processo partecipativo, vengono considerati rilevanti.

                                                                Come visibile dalla foto e dalla
                                                                figura, il gruppo dei presenti è
                                                                piuttosto variegato e composto
                                                                da cooperative sociali di tipo A
                                                                e di tipo B, aziende agricole,
                                                                rappresentanti di enti pubblici e
                                                                altri soggetti quali il Parco
                                                                Geominerario,       un     istituto
                                                                scolastico (Ipsia) e la Coldiretti.

                                                                Tra gli attori mancanti, ma
                                                                ritenuti importanti, sono stati
                                                                segnalati la ASL, la Provincia
                                                                di Cagliari, le Associazioni di
                                                                volontariato, le associazioni
                                                                di utenti e i soggetti del PLUS.




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10
Per proseguire e stimolare ulteriormente la discussione è stato poi chiesto ai presenti, di
indicare quale fosse, a loro parere, il ruolo degli attori precedentemente indicati e
suggeriti. Di seguito si riportano i risultati della discussione.

Ai comuni si da il ruolo di:

   •   reperimento dell’utenza tramite i servizi sociali;
   •   co-finanziamento;
   •   propulsione;
   •   integrazione con altri servizi erogati e sostenibilità della rete;
   •   analisi dei bisogni, mappatura delle risorse e progettazione;
   •   promozione dell’agricoltura sociale stessa.

Alle cooperative si da il ruolo di:

   •   erogazione dei servizi sociali;
   •   inserimento lavorativo;
   •   progettazione insieme all’azienda agricola;
   •   reperimento dell’utenza;
   •   accompagnamento all’inserimento sociale (per cooperative di tipo A);
   •   accompagnamento all’inserimento lavorativo (per cooperative di tipo B).

Alle aziende agricole si da il ruolo di:

   •   partecipazione al bando e gestione del progetto;
   •   messa a disposizione di risorse umane e del luogo fisico di ospitalità;
   •   orientamento e scoperta di nuove capacità;
   •   insegnamento e trasferimento competenze.

Alle Pubbliche Amministrazioni (RAS/Laore/Gal/Coldiretti/INEA/Province), pur con le
opportune specificità, si da il ruolo di:

   •   coordinamento;
   •   promozione;
   •   assistenza tecnica;
   •   costruzione della fattibilità amministrativa;
   •   messa a disposizione di risorse finanziarie;
   •   sostegno e supporto alla rete.

A tal proposito si mette in rilievo il problema dei rappresentanti delle pubbliche
amministrazioni, in particolare sindaci, che spesso tendono a non dare la dovuta
rilevanza a progetti di questo tipo, delegando il proprio ruolo ad altri. L’esigenza è
invece quella di attuare una gestione a livello territoriale e non comunale connessa ad



                                                                                        11
un’operazione di tipo culturale dove i comuni siano capaci di rivedere tutte le risorse
in un’ottica di integrazione territoriale.

All’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna (UEPE) si da il ruolo di:

   • progettazione di interventi di inserimento lavorativo, per la profonda conoscenza di
     alcune problematiche;
   • accompagnamento;
   • assegnazione utenza.

                                                      Al Parco Geominerario si da il
                                                      ruolo di:

                                                         • supporto      all’integrazione
                                                           territoriale;
                                                         • cofinanziamento.

                                                      Ai Centri di Salute Mentale e alla
                                                      ASL, ancora non presenti nel
                                                      processo, si ipotizza un ruolo di:

                                                         • semplificazione          delle
                                                           procedure autorizzative;
                                                         • progettazione;
                                                         • assegnazione dell’utenza.




                                                                                      12
13
2.3 Le caratteristiche dell’azienda agricola



Dopo aver affrontato il tema del ruolo sono state discusse insieme ai partecipanti le
caratteristiche che l’azienda agricola dovrebbe possedere per diventare fattoria
sociale. La discussione è stata avviata sulla base di alcuni pannelli di input contenenti i
requisiti presenti nella bozza di Carta dei Servizi delle Fattorie Sociali della Sardegna,
documento ancora in fase di definizione da parte dell’Assessorato Agricoltura e
dell’Agenzia Laore Sardegna. Sulla base di questi contributi è stato chiesto di integrare,
assentire o dissentire sui criteri stabiliti dalla Carta.

È stato evidenziato come alcune aziende agricole presenti possiedano già molti dei
requisiti richiesti dalla Carta ed è stato stabilito di aggiungere l’orticoltura, tra le attività che
deve svolgere la fattoria.

Le problematiche riscontrate invece sono soprattutto relative agli spazi attrezzati per
l’erogazione dei servizi. Mancano infatti, in più di un’azienda agricola, sia spazi
dedicati al ristoro che spazi dedicati ai servizi.

Il problema delle strutture
e dei servizi è anche di tipo
economico e connesso alla
mancanza di finanziamenti
o alla tendenza, nei bandi,
ad     incentivare    il  co-
finanziamento. Quest’ultimo
fa in modo che a un
imprenditore agricolo in
condizioni       economiche
problematiche (come la
maggior parte del territorio
del Sulcis) venga tolta la
possibilità di trasformarsi
ed evolvere la propria attività ad esempio, in fattoria sociale, mentre le aziende già
avviate e attrezzate hanno l’opportunità di migliorarsi ulteriormente.

Si mette in evidenza poi come la maggior parte delle aziende svolga le proprie attività
in maniera frammentata sul territorio, in differenti terreni. Avviene dunque che diversi
prodotti vengano coltivati in diverse aree e questo acuisce il problema della creazione di
servizi e strutture in un unico sito aziendale.

La trasformazione dell’azienda in fattoria sociale presuppone poi a monte un
cambiamento dell’ordinamento produttivo e uno sforzo di apertura culturale al quale
l’imprenditore deve andare incontro.

                                                                                                  14
Si propone pertanto l’idea, da più partecipanti condivisa, di far cooperare le diverse
aziende per fare in modo che possano dare vita ad una vera rete di fattorie sociali.




                                                                                    15
16
2.4 Gli scenari possibili

L’esperto di politiche sociali della società Poliste, ha illustrato alcuni possibili scenari per
l’attuazione di ipotesi operative di collaborazione tra i diversi attori per la gestione
dei servizi sociali in fattoria. Ogni scenario presentato è stato argomentato e sono stati
discussi i possibili vantaggi e svantaggi. Al termine della presentazione si è chiesto al
gruppo di partecipanti di esprimere una propria preferenza rispetto all’attuazione dei
                                                             diversi scenari. Il gruppo, come si
                                                             può vedere dalla figura, si è
                                                             decisamente orientato (n. 26
                                                             partecipanti) verso lo scenario più
                                                             complesso       ma      sicuramente
                                                             rispondente ad un progetto
                                                             integrato di agricoltura sociale
                                                             nel territorio.




                                                                                             17
18
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Crediti
PROMOZIONE
GAL Sulcis Iglesiente, Capoterra e Campidano di Cagliari:

Presidente Cristoforo Luciano Piras
Direttore Nicoletta Piras
Responsabile amministrativo e finanziario Anna Maria Puggioni,
Animatore Daniele Serra
Segretario Diana Piras

CONSULENZA E COORDINAMENTO METODOLOGICO
Poliste S.r.l.: Serenella Paci, Andrea Lorenti,Elena Lai, Marco Piccolo, Giusy Franca Maria Doneddu

DOCUMENTAZIONE E VIDEO
Elaborazioni.org in collaborazione con Marraiafura




Si ringraziano…
Tutti i partecipanti al workshop per i loro preziosi contributi
Il workshop è stato realizzato presso il Centro di aggregazione sociale del Comune di Santadi.




                                                                                                      20

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  • 1. Workshop di Progettazione Partecipata Santadi, 3 febbraio 2012
  • 2. INDICE 1 Il progetto AgriSociale ............................................................................ 2 2 Il processo partecipativo e il workshop di Santadi............................... 3 2.1 I servizi sociali finanziabili dalla Misura 321 e le esigenze del territorio ....4 2.2 Gli attori dell’agricoltura sociale e il loro ruolo ............................................9 2.3 Le caratteristiche dell’azienda agricola .................................................. 14 2.4 Gli scenari possibili......................................................................................17 Crediti ........................................................................................................ 20 1
  • 3. 1 Il progetto Agrisociale Il Progetto AgriSociale, promosso dal Gal Sulcis Iglesiente Capoterra e Campidano di Cagliari, mira alla realizzazione di un processo partecipativo per la creazione di una rete di soggetti che cooperino allo sviluppo dell’agricoltura sociale nel territorio del Sulcis Iglesiente. La costruzione della rete è finalizzata all’attuazione della Misura 321 (Azione 1) del PSR 2007-2013 (Programma di Sviluppo Rurale della Regione Sardegna) che prevede aiuti per l’avviamento di servizi innovativi alla persona nei settori socio assistenziale e lavorativo, riguardanti l’integrazione e l’inclusione sociale attraverso l’erogazione di prestazioni di terapia assistita (pet-therapy, horticultural-therapy, agroterapia, arteterapia, ippoterapia, etc.), e/o di reinserimento sociale e lavorativo da realizzarsi presso le fattorie agrisociali che affrontino in modo peculiare il tema dell’inclusione e della formazione mediante pratiche di agricoltura, di manutenzione del paesaggio, nonché attività produttive culturali ed artistiche legate alla ruralità. L’agricoltura sociale unisce il mondo della produzione agricola a quello dei servizi alla persona favorendo il benessere di categorie di persone svantaggiate in un’ottica di multifunzionalità dell’impresa agricola. In questo senso tende a perseguire non solo la nascita di nuove politiche di welfare ma anche lo sviluppo sociale-culturale ed economico di un intero territorio. Le attività dell’agricoltura sociale sono diverse e variano a seconda della prestazione assistenziale, della tipologia di servizi, della struttura dell’azienda agricola e, più in generale, di tutti gli attori che collaborano alla sua realizzazione. 2
  • 4. 2 Il processo partecipativo e il workshop di Santadi Il processo partecipativo AgriSociale, ha preso il via il 5 dicembre 2011 a Masainas con un seminario informativo sul tema dell’agricoltura sociale, durante il quale sono intervenuti l’Autorità di Gestione del PSR, rappresentanti della Provincia di Carbonia Iglesias, il Direttore e il Presidente del GAL, un esperto di Politiche Agricole dell’Istituto Nazionale di Economia Agraria (INEA), un consulente della società Poliste, incaricata della progettazione e facilitazione del percorso progettuale. Il seminario, aperto a tutti i potenziali interessati all’argomento, è stato in qualche modo propedeutico al workshop partecipativo dal titolo Costruiamo insieme il sistema della agricoltura sociale nel territorio: quali bisogni e quali servizi? svoltosi successivamente, il 16 dicembre 2011, tramite la metodologia dell’Open Space Technology (OST), o dello spazio aperto di discussione. A fine giornata i contributi dei partecipanti all’OST sono stati raccolti in un Istant Report inviato successivamente ad ognuno di La metodologia Metaplan® essi e pubblicato nel sito web del GAL Sulcis. L’approccio utilizzato per la facilitazione dei workshop si basa sulla metodologia Metaplan®, Venerdi 3 febbraio si è svolto il primo una tecnica di discussione basata sulla dei due workshop di progettazione visualizzazione, utile per affrontare e risolvere in partecipata previsti dal progetto, forma condivisa specifici problemi. Essa entrambi facilitati tramite la consente, infatti, di gestire una discussione di ® metodologia Metaplan . Alla giornata gruppo e raccogliere, selezionare e hanno preso parte, oltre a imprenditori omogeneizzare i diversi contenuti espressi dai partecipanti (esperienze, opinioni, soluzioni, agricoli e cooperative sociali, diversi domande, risposte). L’obiettivo della metodologia attori, quali i rappresentanti di alcuni è evidenziare i punti di vista di un gruppo di individui su un determinato tema, per arrivare ad un’analisi che consideri le affermazioni di tutti e mantenga la ricchezza delle proposte individuali portando il gruppo verso un risultato operativo. Il metodo fornisce una versione sinergica e collettiva determinata del processo di gruppo. La gestione dei diversi workshop con questa metodologia permette di predisporre il report dei comuni del territorio, della Provincia di lavori, che tiene traccia delle diverse fasi del Carbonia Iglesias, della Regione lavoro, restituisce la ricchezza delle discussioni Sardegna, del Ministero della Giustizia, realizzate durante gli incontri e raccoglie le idee degli Istituti Scolastici, di Coldiretti e degli attori del processo. alcuni cittadini dell’area interessata dal progetto. 3
  • 5. 2.1 I servizi sociali finanziabili dalla Misura 321 e le esigenze del territorio Il workshop è stato aperto dal Presidente del GAL, che ha riaffermato il senso dell’iniziativa, e dai saluti dell’Assessore alle Politiche sociali del Comune di Santadi. È seguito un intervento della direttrice del GAL, che ha presentato i dettagli tecnici della Misura 321 Azione 1 del Piano di Sviluppo Locale. Di seguito, due consulenti della società Poliste, uno dei quali esperto di politiche sociali, hanno dato avvio ai lavori con la presentazione degli obiettivi e del programma di lavoro della giornata. 4
  • 6. Nella prima parte del workshop, dopo una breve presentazione dei partecipanti, questi sono stati invitati a riflettere sulle esigenze prioritarie del proprio territorio a partire dalle quattro tipologie di prestazioni principali comprese nell’Azione 1 della Misura 321 del PSR, ognuna delle quali è composta da una gamma di servizi differenziata. Le azioni possibili sono: - Inserimento sociale, ossia attività di utilità sociale e inserimento sociale di soggetti svantaggiati. Rientrano in questo gruppo di attività l’accoglienza per gli anziani, i servizi all’infanzia, gli orti sociali etc., - Inserimento lavorativo, ossia attività di inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, quali i detenuti, i minori in condizioni di disagio e i disabili sia fisici che psichici - Inserimento lavorativo e sociale, nel quale rientrano attività inerenti le due prestazioni svolte contestualmente - Terapia assistita con servizi quali l’arte terapia, l’ippoterapia, l’aeroterapia etc. Ai partecipanti è stato chiesto di definire quali di queste fossero prioritarie nel territorio, tramite una votazione effettuata con bollini, integrata successivamente in una discussione approfondita relativa alle scelte effettuate. La maggior parte dei partecipanti, n. 23, ha dato priorità all’inserimento lavorativo e sociale, n. 10 all’inserimento lavorativo, n. 3 alla terapia assistita e n. 1 all’inserimento sociale. Il tema dell’inserimento lavorativo è risultato nella discussione, particolarmente rilevante specialmente in virtù dell’attuale periodo di crisi economica che tocca in maniera accentuata il mondo agricolo. Allo stesso tempo si è evidenziata la difficoltà, proprio a causa della crisi, di inserire nelle piccole aziende agricole nuovi lavoratori. Questo ha spostato in parte l’attenzione del gruppo verso un più ampio intervento di inserimento sociale, per migliorare la qualità della vita nel territorio. Si è sottolineata la necessità di attivare una rete tra il GAL e le aziende del territorio, che aiuti le persone a formarsi e trovare sbocchi occupazionali nel territorio stesso. Inoltre, per alcuni partecipanti, sarebbe più opportuno coprire posti di lavoro nelle aziende più grandi mentre per altri è la piccola impresa a dover accogliere i lavoratori per potergli permettere di crescere e innovarsi. Nonostante la formazione professionale non sia finanziabile direttamente dalla Azione 1, il tema è stato discusso più volte: si è sottolineato come, pur non significando necessariamente assunzione, essa sia importante se indirizzata allo sviluppo generale del territorio e dunque delle piccole realtà. Si sente poi l’esigenza di sensibilizzare e incentivare la formazione professionale dei detenuti perché la maggior parte delle problematiche che si riscontrano con gli stessi riguardano soprattutto la mancanza di precise competenze in campo lavorativo. 5
  • 7. In generale la fattoria sociale si presenta come uno dei soggetti che, insieme ad altri, contribuiscono a generare occupazione, ma non può essere l’unico a darle vita. In questo senso, l’obiettivo generale di un percorso come quello che si sta intraprendendo, non viene ad essere quello della massima occupazione ma l’insegnamento e l’incremento di competenze tramite l’integrazione delle politiche sociali con quelle del lavoro e la creazione di benessere in senso più ampio attraverso i servizi sociali, le aziende agricole, le cooperative e tutti gli altri soggetti inclusi nel processo. Pertanto il tema centrale non è tanto l’occupazione quanto l’occupabilità. È stato suggerito anche che le azioni rivolte alle aziende agricole debbano, in qualche modo, renderle competitive sul mercato e che il primo beneficiario di tali azioni debba essere il sistema territoriale su cui queste insistono. A tal proposito si fa presente come la Misura 321 abbia la capacità di collegarsi ed essere propedeutica ad altre misure di sviluppo locale presenti nel PSL, quali ad esempio la 312 e la 311. Misure come quelle sopradette, dovrebbero contribuire al miglioramento della qualità della vita attraverso il corrispondente sviluppo di alcuni servizi e del welfare. L’aumento della multifunzionalità potrà indirettamente concorrere allora, all’aumento delle opportunità occupazionali. Per fare questo però, è considerata fondamentale, in questa fase del progetto, la creazione di una rete sul territorio. Per quel che concerne i beneficiari ultimi del progetto, ossia i soggetti svantaggiati, è stato evidenziato come, con azioni di inserimento lavorativo e sociale, sia più facile allargarne il numero. Al contempo risulta essenziale distinguere tra soggetti che godono di risorse finanziarie anche se minime e chi, come capita spesso nel caso degli ex detenuti, non possiede nulla. Nei percorsi di inserimento per soggetti come questi è corretto tener presente come alla credibilità sociale vada ad affiancarsi un forte bisogno di trovare occupazione. Particolarmente importante è stata poi la parte di discussione riservata al tema della disoccupazione giovanile ma anche della mancanza, per i ragazzi, di legami culturali con il territorio. Oltre a una visita guidata nelle fattorie didattiche (per le quali vi sono ulteriori misure del PSL) con un’esperienza in azienda si potrebbe auspicare ad una crescita di vita dei ragazzi e un modo diverso di fare sistema in un territorio rendendo la scuola un attore fondamentale dei percorsi di inserimento. Per quel che concerne la terapia assistita è stato segnalato come manchino nel territorio aziende in grado di ospitare servizi e attività di questo tipo. 6
  • 8. Infine, sono state evidenziate problematiche generali, quali i problemi economici e strutturali del territorio sui quali si consiglia di concentrarsi prima di avviare il sistema di fattorie sociali e il rischio dell’assunzione “drogata” da finanziamenti. 7
  • 9. 8
  • 10. 2.2 Gli attori dell’agricoltura sociale e il loro ruolo In una seconda fase del workshop è stato chiesto ai partecipanti di indicare quali fossero, a loro parere, i potenziali attori dell’agricoltura sociale. Dopo aver elencato tutte le categorie di attori locali presenti all’incontro, è stato richiesto di fare un ulteriore sforzo di riflessione per individuare quali fossero le tipologie di soggetti che, pur mancando al processo partecipativo, vengono considerati rilevanti. Come visibile dalla foto e dalla figura, il gruppo dei presenti è piuttosto variegato e composto da cooperative sociali di tipo A e di tipo B, aziende agricole, rappresentanti di enti pubblici e altri soggetti quali il Parco Geominerario, un istituto scolastico (Ipsia) e la Coldiretti. Tra gli attori mancanti, ma ritenuti importanti, sono stati segnalati la ASL, la Provincia di Cagliari, le Associazioni di volontariato, le associazioni di utenti e i soggetti del PLUS. 9
  • 11. 10
  • 12. Per proseguire e stimolare ulteriormente la discussione è stato poi chiesto ai presenti, di indicare quale fosse, a loro parere, il ruolo degli attori precedentemente indicati e suggeriti. Di seguito si riportano i risultati della discussione. Ai comuni si da il ruolo di: • reperimento dell’utenza tramite i servizi sociali; • co-finanziamento; • propulsione; • integrazione con altri servizi erogati e sostenibilità della rete; • analisi dei bisogni, mappatura delle risorse e progettazione; • promozione dell’agricoltura sociale stessa. Alle cooperative si da il ruolo di: • erogazione dei servizi sociali; • inserimento lavorativo; • progettazione insieme all’azienda agricola; • reperimento dell’utenza; • accompagnamento all’inserimento sociale (per cooperative di tipo A); • accompagnamento all’inserimento lavorativo (per cooperative di tipo B). Alle aziende agricole si da il ruolo di: • partecipazione al bando e gestione del progetto; • messa a disposizione di risorse umane e del luogo fisico di ospitalità; • orientamento e scoperta di nuove capacità; • insegnamento e trasferimento competenze. Alle Pubbliche Amministrazioni (RAS/Laore/Gal/Coldiretti/INEA/Province), pur con le opportune specificità, si da il ruolo di: • coordinamento; • promozione; • assistenza tecnica; • costruzione della fattibilità amministrativa; • messa a disposizione di risorse finanziarie; • sostegno e supporto alla rete. A tal proposito si mette in rilievo il problema dei rappresentanti delle pubbliche amministrazioni, in particolare sindaci, che spesso tendono a non dare la dovuta rilevanza a progetti di questo tipo, delegando il proprio ruolo ad altri. L’esigenza è invece quella di attuare una gestione a livello territoriale e non comunale connessa ad 11
  • 13. un’operazione di tipo culturale dove i comuni siano capaci di rivedere tutte le risorse in un’ottica di integrazione territoriale. All’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna (UEPE) si da il ruolo di: • progettazione di interventi di inserimento lavorativo, per la profonda conoscenza di alcune problematiche; • accompagnamento; • assegnazione utenza. Al Parco Geominerario si da il ruolo di: • supporto all’integrazione territoriale; • cofinanziamento. Ai Centri di Salute Mentale e alla ASL, ancora non presenti nel processo, si ipotizza un ruolo di: • semplificazione delle procedure autorizzative; • progettazione; • assegnazione dell’utenza. 12
  • 14. 13
  • 15. 2.3 Le caratteristiche dell’azienda agricola Dopo aver affrontato il tema del ruolo sono state discusse insieme ai partecipanti le caratteristiche che l’azienda agricola dovrebbe possedere per diventare fattoria sociale. La discussione è stata avviata sulla base di alcuni pannelli di input contenenti i requisiti presenti nella bozza di Carta dei Servizi delle Fattorie Sociali della Sardegna, documento ancora in fase di definizione da parte dell’Assessorato Agricoltura e dell’Agenzia Laore Sardegna. Sulla base di questi contributi è stato chiesto di integrare, assentire o dissentire sui criteri stabiliti dalla Carta. È stato evidenziato come alcune aziende agricole presenti possiedano già molti dei requisiti richiesti dalla Carta ed è stato stabilito di aggiungere l’orticoltura, tra le attività che deve svolgere la fattoria. Le problematiche riscontrate invece sono soprattutto relative agli spazi attrezzati per l’erogazione dei servizi. Mancano infatti, in più di un’azienda agricola, sia spazi dedicati al ristoro che spazi dedicati ai servizi. Il problema delle strutture e dei servizi è anche di tipo economico e connesso alla mancanza di finanziamenti o alla tendenza, nei bandi, ad incentivare il co- finanziamento. Quest’ultimo fa in modo che a un imprenditore agricolo in condizioni economiche problematiche (come la maggior parte del territorio del Sulcis) venga tolta la possibilità di trasformarsi ed evolvere la propria attività ad esempio, in fattoria sociale, mentre le aziende già avviate e attrezzate hanno l’opportunità di migliorarsi ulteriormente. Si mette in evidenza poi come la maggior parte delle aziende svolga le proprie attività in maniera frammentata sul territorio, in differenti terreni. Avviene dunque che diversi prodotti vengano coltivati in diverse aree e questo acuisce il problema della creazione di servizi e strutture in un unico sito aziendale. La trasformazione dell’azienda in fattoria sociale presuppone poi a monte un cambiamento dell’ordinamento produttivo e uno sforzo di apertura culturale al quale l’imprenditore deve andare incontro. 14
  • 16. Si propone pertanto l’idea, da più partecipanti condivisa, di far cooperare le diverse aziende per fare in modo che possano dare vita ad una vera rete di fattorie sociali. 15
  • 17. 16
  • 18. 2.4 Gli scenari possibili L’esperto di politiche sociali della società Poliste, ha illustrato alcuni possibili scenari per l’attuazione di ipotesi operative di collaborazione tra i diversi attori per la gestione dei servizi sociali in fattoria. Ogni scenario presentato è stato argomentato e sono stati discussi i possibili vantaggi e svantaggi. Al termine della presentazione si è chiesto al gruppo di partecipanti di esprimere una propria preferenza rispetto all’attuazione dei diversi scenari. Il gruppo, come si può vedere dalla figura, si è decisamente orientato (n. 26 partecipanti) verso lo scenario più complesso ma sicuramente rispondente ad un progetto integrato di agricoltura sociale nel territorio. 17
  • 19. 18
  • 20. 19
  • 21. Crediti PROMOZIONE GAL Sulcis Iglesiente, Capoterra e Campidano di Cagliari: Presidente Cristoforo Luciano Piras Direttore Nicoletta Piras Responsabile amministrativo e finanziario Anna Maria Puggioni, Animatore Daniele Serra Segretario Diana Piras CONSULENZA E COORDINAMENTO METODOLOGICO Poliste S.r.l.: Serenella Paci, Andrea Lorenti,Elena Lai, Marco Piccolo, Giusy Franca Maria Doneddu DOCUMENTAZIONE E VIDEO Elaborazioni.org in collaborazione con Marraiafura Si ringraziano… Tutti i partecipanti al workshop per i loro preziosi contributi Il workshop è stato realizzato presso il Centro di aggregazione sociale del Comune di Santadi. 20