23. Revisione dei processi e delle attività, con forte coinvolgimento di tutta la struttura organizzativa;
24. Possibilità di integrazione del modello organizzativo alle normative di sistema in materia di qualità, ambiente, sicurezza, responsabilità sociale;
25. Realizzazione di un sistema di gestione integrato su tutti i fattori critici per il governo aziendale e la soddisfazione degli stakeholder:
26. Utilizzo di strumenti e metodologie di modellazione dei processi in grado di generare un repository organizzativo che alimenta la conoscenza aziendale. Mappatura dei processi ed attività (AS-IS) Implementazione del modello e del sistema di gestione Auditing interno Identificazione aree critiche e stato futuro (TO-BE) Azioni di Miglioramento S E R V I Z I
62. Aumento dei costi indiretti, di marketing e di sviluppo con la conseguenza di non conoscere più con esattezza dove l’azienda crea o distrugge valore;
63. La necessaria tempestività nel cogliere le opportunità per sviluppare nuovi mercati o nuovi prodotti, pena il perdere queste opportunità per sempre.Risultato Con il nostro supporto la Dirigenza della PMI può trovare un valido aiuto e supporto a far fronte a tutte queste problematiche. La realtà aziendale non vi sembrerà più così complessa come vi appare oggi. S E R V I Z I
64.
65. per i reati commessi a loro vantaggio o nel loro interesse;
66. dalle persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell’ente e dai soggetti sottoposti alla loro direzione o vigilanza.La responsabilità dell’ente si aggiunge a quella delle persone fisiche. La costruzione, l’adozione e la vigile attuazione di un modello di organizzazione, gestione e controllo idoneo a prevenire la commissione dei reati considerati dal D.Lgs 231/01 è dunque l’unica modalità con cui l’ente può difendersi dalle responsabilità e dalle sanzioni ivi previste. Una corretta interpretazione e applicazione del D.Lgs. 231 crea valore per l’impresa: una gestione delle attività incentrata sul rispetto delle regole determina un’organizzazione credibile, trasparente, responsabile. IMPLEMENTAZIONE DEL MODELLO PREDISPOSIZIONE DEL MODELLO RISK ASSESSMENT RISKANALYSIS PRELIMINARE Il business; La struttura organizzativa; Le responsabilità per Funzioni; I processi: Il sistema di deleghe e procure Il sistema di controllo Codice etico; Organigramma e mappa dei processi; Sistema di deleghe per Funzioni; Procedure; Sistema sanzionatorio; Organismo di Vigilanza. Piano di comunicazione; Formale adozione; Piano di formazione; Piano di monitoraggio. Mappatura processi a Rischio; Valutazione probabilità di realizzazione del Rischio; Valutazione gravità del rischio; Determinazione matrice rischi; Confronto rischi e sistema controlli Esistente. COMPANY PROFILE Il nostro approccio La concreta ed efficace adozione di un modello di organizzazione, gestione e controllo idoneo a prevenire la commissione dei reati considerati dal D.Lgs 231/01, pur non essendo obbligatoria, è dunque l’unica modalità con cui l’ente può difendersi dalle responsabilità e dalle sanzioni ivi previste. Possiamo definire tale modello come un sistema coordinato di regole, strumenti e controlli ragionevolmente idoneo ad individuare e prevenire le azioni penalmente rilevanti poste in essere dall’ente stesso o dai soggetti sottoposti alla sua direzione/vigilanza. E’ auspicabile integrare il modello di organizzazione e gestione richiesto dal D.Lgs 231 con il sistema qualità Uni En Iso 9001:2000 eventualmente presente o con altri sistemi di gestione certificabili (ISO 14001, SA 8000, OHSAS 18001). Proposta per il Cliente A partire dagli obiettivi espressi e da una analisi iniziale si costruisce un piano di progetto completo di timing e risorse coinvolte. Il progetto viene seguito da un team di consulenti organizzativi e legali attraverso le seguenti fasi: Risultato Il modello di organizzazione e di gestione dell’ente, in relazione alla natura/estensione dei poteri delegati ed al rischio di commissione di reati, deve: individuare le attività a rischio di reato; specificare protocolli diretti a programmare la formazione e l’attuazione delle decisioni dell’Ente in relazione ai reati da prevenire; individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee a impedire la commissione di reati; prevedere obblighi di informazione nei confronti dell’Organismo di Vigilanza; prevedere un sistema disciplinare che sanzioni il mancato rispetto del modello. Il tutto per ottenere un MODELLO ORGANIZZATIVO integrato con il sistema di Governance aziendale orientato alla prevenzione dei rischi ed all’efficacia organizzativa. S E R V I Z I
71. Progettazione e realizzazione di cruscotti direzionali per il governo delle misure aziendali anche attraverso strumenti di business intelligence;
72. Sistemi di rilevazione statistica della capacità dei processi produttivi (tecniche di Statistical Process Control) e miglioramento continuo (problemsolving);
77. Ausilio di tool software leader di mercato per l’analisi delle strutture organizzative e dei processi.SISTEMA AZIENDA Sistema azienda S E R V I Z I
86. Miglioramento della reputazione e dell’immagine dell’azienda, legato alla reale realizzazione di azioni e processi.+ Fiducia Sistema azienda S E R V I Z I
87.
88. rappresentare le conoscenze/competenze, modellare i processi che generano conoscenza, descrivere le categorie-forme di conoscenza, mappare la conoscenza e diffonderla a livello aziendale (knowledge management);
89. integrare il processo di parametrizzazione di SAP consentendo la modellazione dei processi basati su di esso;
90. interfacciarsi con sistemi di commercio elettronico consentendo la modellazione di scenari e processi di e-commerce, la modellazione dell’interazione attori-sistema e-commerce e l’implementazione dell’e-business;
93. mettere in atto sistemi di monitoraggio e di valutazione dell’efficienza dei processi aziendali (tempi, volumi, costi e KPI-Key Performance indicators);
94. Analizzare il dimensionamento ottimale della struttura organizzativa e degli organici assegnati attraverso la valutazione del carico di lavoro. La metodologia Tutte le informazioni vengono gestite tramite un unico Data-base (repository organizzativo) condiviso e aperto, che permette un utilizzo in multiutenza (client/server o web/user) e il riutilizzo anche per progetti successivi. Per la rappresentazione dei processi, si propone la metodologia EPC (Event-driven Process Chain). Con l'utilizzo di metamodelli chiamati CPEe (Catene di Processi ad Eventi estese), in modo semplice e completo (con una particolare simbologia e semantica) è possibile rappresentare i vari aspetti aziendali (attività, elementi organizzativi e dati, ecc…). S E R V I Z I
106. Un unico interlocutore affidabile per affrontare tutte le tematiche che possono influenzare la gestione dell’organizzazione di ERP.
107. Riduzione dei costi di progetto dovuti all’interlocutore unico ed alla metodologia utilizzata.
108. Diffusione della conoscenza all’interno dell’Ente e supporto al cambiamento ed alla ottimizzazione dei flussi di lavoro.S E R V I Z I
109. Process Factory Srl Via Lorenzo Il Magnifico, 69 -50129 Firenze Tel: +39 055 461947 Fax: +39 055 4620556 www.processfactory.it - info@processfactory.it CF e PIVA 05805200481 FORMAZIONE LA FORMAZIONE COME STRUMENTO DI SVILUPPO E CREAZIONE DI VALORE Performing offre una gamma di competenze ampia e diversificata in grado di soddisfare le specifiche esigenze formative aziendali. I corsi erogati coprono l’intero panorama dell’ingegneria dell’organizzazione aziendale. La Formazione delle persone come strumento di sviluppo e creazione di valore COMPANY PROFILE I corsi di formazione erogati da Process Factory, vertono su discipline organizzative (processi, persone, conoscenza e informazioni, strutture, ruoli, rischi e controlli, meccanismi operativi, sistemi di pianificazione e controllo, etc.) e su tematiche comportamentali (comunicazione, leadeship, team building, gestione collaboratori). I corsi hanno un approccio sistemico, in cui gli aspetti puramente comportamentali necessari a sviluppare le abilità manageriali delle persone sono inquadrate nell’’approccio ingegneristico della gestione organizzativa. Si sviluppa interamente in questo modo il “Process Life Cycle” aziendale (implementazione, misurazione e ottimizzazione del sistema azienda). L’approccio è volutamente di taglio operativo: viene dedicato ampio spazio all’esame di casi e situazioni reali che possano fornire ai partecipanti un efficace strumento per la soluzione dei problemi più complessi ed analizzare attraverso esperienze concrete sia i comportamenti dannosi sia quelli utili alla realtà lavorativa. La formazione diventa pertanto strumento di sviluppo e creazione di valore. SKILL ASSESSMENT E PERCORSI FORMATIVI Particolare attenzione viene dedicata alle attività di Skill Assessment e alla costruzione di percorsi formativi personalizzati. > Rilevazione delle competenze esistenti Vengono valutate, secondo diversi criteri (curriculum vitae, questionari, test, colloqui, etc.), le conoscenze e le attitudini comportamentali esistenti dei singoli individui, con riferimento ad un contesto specifico (valutazione contestualizzata). Tali aspetti sono rilevati in un’ottica di copertura adeguata di un ruolo, di una posizione o di esecuzione di un compito specifico (ad esempio nell’ambito di un progetto) > Definizione delle competenze necessarie Relativamente ai singoli individui, viene effettuata la definizione degli skill necessari(tecnici ed attitudinali), all’interno del contesto specifico di riferimento, in ottica di breve, medio o lungo periodo (strategic plan delle competenze e dei comportamenti). Skill Assessment Definizione competenze necessarie > Individuazione dei fabbisogni formativi Il confronto fra risultati emersi dalla Definizione delle competenze necessarie e dalla Rilevazione delle competenze esistenti permette di effettuare l’analisi dei gap formativi, dalla quale emergono i fabbisogni dei singoli individui. > Costruzione ad hoc del piano formativo Dopo lo Skill Assessment si procede alla costruzione ad hoc del piano formativo, con l’identificazione, l’eventuale progettazione e la combinazione dei vari moduli da erogare. Individuazione fabbisogni formativi Analisi dei Gap Rilevazione competenze esistenti Costruzione del piano formativo Erogazione dell’attività formativa Feedback 12 S E R V I Z I
112. Competenza relazionale (saper essere e saper comunicare)La nostra proposta Process Factory indaga i punti di forza e le aree di miglioramento delle persone inserite all’interno dell’organizzazione e studia, per ogni figura chiave dell’azienda, strumenti di governo (Job description, Job analysis e Job evaluation) che contemplino oltre agli aspetti tecnici del ruolo anche gli aspetti comportamentali che consentono di portare a valore le competenze tecniche. Questi elementi, inseriti all’interno dell’analisi dell’organizzazione e applicati in maniera sinergica, consentono di lavorare contemporaneamente sull’organizzazione e sull’uomo, come elemento ultimo e decisivo dell’organizzazione stessa. Una volta individuate le aree di miglioramento delle singole persone si coinvolgono in percorsi mirati di crescita elaborando progetti sia per gli uomini che operativamente compiono delle attività, sia per coloro che dovranno gestire il personale, avendo come focus specifico i comportamenti da produrre nelle diverse situazioni e contesti. Il percorso di gestione delle risorse umane è inoltre orientato al miglioramento della produttività, inserendo, in questo caso, la misurazione dei risultati e l’assegnazione degli obiettivi quale ulteriore strumento di monitoraggio delle performance e guida delle risorse verso il risultati. 13 S E R V I Z I