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I NUOVI
EMIGRANTI
 Giovani, con diploma o laurea,
 che in Italia non hanno futuro.
    Così partono, dal Varesotto o
  dal Salento. E vanno all’estero
   a fare i camerieri, i muratori,
       i lavapiatti. Proprio come
 un secolo fa. Ecco le loro storie
                                    DI FABRIZIO GATTI
 FOTO DI E. CREMASCHI E S. MAGNABOSCO PER L’ESPRESSO


              e ne vanno i figli nati negli




S
              anni Ottanta. Se ne va la
              generazione concepita du-
              rante il secondo boom eco-
              nomico. Il tempo in cui l’I-
              talia si è riscattata dal suo
              passato di povertà. Il decen-
nio ricordato per la Coppa del mondo in
Spagna, la vittoria sul terrorismo, la fine
della Guerra fredda. Partono soprattutto
loro. Quelli che adesso hanno più di
vent’anni e non superano i trenta. È l’e-
redità peggiore, la più odiosa che ci la-
sciano dieci anni quasi ininterrotti di
Berlusconi, di liberismo sfrenato, di glo-
balizzazione senza regole. La nuova emi-
grazione. Storie contemporanee di vali-
                                                 Verena Tonelli, 30 anni,
gie e delusione. «Stavo inviando l’ultimo
                                                 laureata di Saronno, da due
di una quantità incredibile di curriculum
                                                 anni fa la barista a Berlino
all’ennesima azienda grafica che non si è
mai presa la briga di rispondere. In quel
preciso momento», racconta Marco Be-          qualifica. Questo è l’esodo dei laureati e      nesi. Non si parte per realizzare il proprio
naia, 27 anni, diploma di perito in arti      dei diplomati che all’estero vanno a fare       curriculum. Vanno per necessità. Per di-
grafiche e cameriere precario a Berlino,      i muratori, i baristi, i lavapiatti. Laureati   sperazione. Perché dopo anni di disoccu-
«ho deciso che fosse meglio andarmene».       e diplomati che nella spietata gerarchia        pazione o di contratti saltuari a 300 euro
Non è la fuga dei cervelli. Dei ricercatori   dei lavori di fortuna spesso vengono            al mese, non c’è alternativa. E non si
che fuori confine inseguono la loro alta      all’ultimo posto dopo turchi, arabi e ci-       fanno i bagagli soltanto nei paesi del Sud.

30 |          | 20 settembre 2012
VERENA DA VARESE:
                                                                                          HO RINUNCIATO
                                                                                          A TROVARE UN
                                                                                          LAVORO NEL CAMPO
In tanti partono dal Nord. Marco Bena-      in Svizzera, le principali mete dell’esodo,   DEI MIEI STUDI. IN
ia è cresciuto a Saronno, provincia di      qualche Umberto Bossi locale giudicasse
Varese, la città del premier Mario Monti.   i nostri emigranti un pericolo per le tra-    GERMANIA FACCIO
La terra dove la Lega ha costruito il suo
consenso contro gli stranieri.
                                            dizioni, un’invasione da respingere.
                                               Ecco le storie. Raccolte con le stesse
                                                                                          LA BARISTA MA NON
  Immaginate se adesso in Germania e        domande che soltanto nel 2009 “l’E-           MI SENTO FALLITA
                                                                                                20 settembre 2012 |   | 31
Dossier

spresso” aveva rivolto ai ragazzi africa-
ni che affollavano Agadez e la rotta del
Sahara verso l’Europa. Ai coetanei che
nel 2006 subivano le violenze dei capo-
rali nei campi di pomodoro in Puglia. Ai
sopravvissuti che nel 2005 si calpesta-
vano nel centro di detenzione a Lampe-
dusa. Il vento è girato. Non soltanto per
Grecia e Spagna. Anche in Italia. E la
sconfitta più amara è che ora a quelle
identiche domande rispondono i nostri
figli. Perché sei partito? Cosa stavi fa-
cendo nel momento in cui hai deciso di




andartene? Cosa ti aspetti?
   È un’emigrazione meno misera e
drammatica di quella affrontata dai loro
nonni. Come Arialdo Bulfon, partito da
Peonis in Friuli nel 1931 a 11 anni. Prima
l’Algeria, con il padre muratore. E dopo      Sottrae le sue conoscenze, il diploma, la       triangolo industriale. Da qui non si era
la guerra la Svizzera, stuccatore a Tur-      laurea all’Italia che ha speso risorse per      mai partiti. Nemmeno dopo le devasta-
benthal. O come Salvatore Cucinelli sa-       la sua formazione. E l’ha lasciato senza        zioni della Seconda guerra mondiale.
lito in Belgio da Gagliano del Capo, Sa-      futuro. Sono le conseguenze delle cifre         C’erano le fabbriche da riaprire. Il dol-
lento. E morto a 30 anni nell’incendio        diffuse in queste settimane. I numeri ag-       ciario. Il tessile. La meccanica. Qui gli
della miniera di Marcinelle, l’8 agosto       giornati della recessione. Un milione e         emigranti una volta si fermavano. Ma
1956. Adesso si progetta l’uscita con un      mezzo di posti di lavoro persi tra gli          peggio della guerra han fatto le deloca-
occhio a Facebook. Il passaparola corre       under 35 negli ultimi cinque anni. Un           lizzazioni dell’ultimo decennio. Marco
tra i post degli amici. Sulle pagine degli    tasso di disoccupazione del 35 per cento        Benaia a Berlino è arrivato nel gennaio
espatriati, come il blog “Italiani in Ger-    tra i giovani fino ai 24 anni. L’aumento        2011. Il papà a Saronno fa l’elettricista.
mania”. E sui siti specializzati in offerte   degli italiani iscritti all’Agenzia del lavo-   La mamma lavora come colf. La sorella
di lavoro all’estero. Il viaggio non dura     ro tedesca: dai 189 mila del 2011 ai            studia scenografia all’Accademia di Bre-
più nottate insonni in treno. Ci sono le      quasi 233 mila del maggio 2012. Un re-          ra. «Ho scelto la Germania», racconta
compagnie low cost. Poche decine di           cord in termini assoluti che mette la           Marco, «perché sono sempre stato affa-
euro e due ore di volo. Se finalmente         presenza italiana in Germania davanti a         scinato dalla storia della seconda metà
considerassimo l’Unione europea un            Grecia, Portogallo e Spagna.                    del ’900. Ma soprattutto perché a Berlino
unico Stato, forse non dovremmo defi-            La vita dell’emigrante nell’epoca di         si respira un’aria di libertà che da altre
nirla emigrazione. Sarebbe semplice mo-       Facebook sembra più facile rispetto a           parti non ho trovato». La casa: «Un ap-
bilità interna. Nessuno negli Usa chiame-     sessant’anni fa. Internet aiuta a tenere i      partamento in condivisione con una ra-
rebbe emigrante un ragazzo dell’Arizona       contatti, a non perdersi. Ma dentro,            gazza spagnola e una tedesca: 250 euro
traslocato in New Jersey. Gli Stati Uniti     nell’animo, lo strappo è altrettanto forte.     di affitto per una stanza, a due passi dal
però parlano la stessa lingua, sventolano     Espatriare per necessità significa come         centro». Aspettative: «Nonostante le
                                                                                                                                           Foto: Luz Photo (2)




la stessa bandiera, sono una nazione. Noi     allora archiviare le proprie ambizioni, i       difficoltà, da Berlino non ho intenzione
no. Un italiano finito in Germania parte-     propri luoghi, gli affetti. Saronno è a         di andarmene». Paga: «Nell’ultimo lavo-
cipa al prodotto interno lordo tedesco.       mezz’ora dal centro di Milano. L’ex             ro da cameriere, 1500 euro al mese. La

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Venticinque anni, l’età della fuga
                                         La ripresa dell’emigrazione italiana è nelle cifre. La Bundesagentur für Arbeit, l’agenzia
                                         federale per il lavoro, pochi giorni fa ha fatto sapere che tra il 2009 e il 2011 i lavoratori
                                         italiani in Germania sono aumentati del 6,3 per cento. Una crescita simile a quella dei
                                         greci, saliti del 6,4 per cento. Ma per quanto riguarda la regolarizzazione degli emigranti
                                         italiani, secondo l’agenzia tedesca, dal 2011 al maggio 2012 si è passati da 189.300
                                         a 232.800 persone, quasi un 23 per cento in più. Significa che molti connazionali già in
                                         Germania hanno stabilizzato la loro posizione. Altre mete sono la Svizzera e il Regno Unito,
                                         dove spesso i nuovi espatriati seguono i contatti di loro parenti o conoscenti arrivati nei
                                         decenni passati. Il censimento del numero di emigranti per lavoro e delle loro destinazioni
                                         non è semplice poiché la maggior parte dei ragazzi aspetta mesi o anni prima di registrarsi
                                         all’anagrafe degli italiani residenti all’estero. Oppure non lo fa del tutto.
                                         Un contributo l’ha dato una ricerca demografica di Emilio Zagheni per il Max Plank
                                         Institut. L’indagine ha calcolato l’età e i flussi di emigrazione usando le informazioni
                                         estratte dal database del servizio email di Yahoo!. «Per L’Italia abbiamo notato una
                                         crescita della mobilità verso l’estero tra il 2009 e il 2011», spiega Zagheni: «La crescita
                                         è stata più marcata per le donne che per gli uomini. L’età in cui la mobilità è più elevata
                                         è intorno ai 25 anni. Pensiamo che la crescita di mobilità più elevata per le donne sia
                                         attribuibile al fatto che i livelli di istruzione per loro siano più elevati che quelli dei giovani
                                         uomini in Italia. Questa è però solo un’ipotesi. Ora stiamo lavorando a una nuova
                                         pubblicazione in cui stimiamo i flussi da singolo paese a singolo paese». La conseguenza
                                         è l’invecchiamento dell’età media nei piccoli comuni, come Gagliano del Capo, nel Salento:
                                         «Avevamo un tessuto produttivo tessile, calzaturiero», dice il sindaco, Antonio Buccarello,
                                         «ma ancor prima della crisi le imprese hanno chiuso. Le commesse che arrivavano qui sono
                                         finite in Albania, Romania e ora in Cina. A parte il turismo, il nostro tessuto produttivo
                                         è completamente saltato».                                                              Silvia Cerami


                       MARCO: ERO STUFO DI MANDARE CURRICULUM INVANO,
                       A BERLINO HO CAMBIATO TANTI LAVORI MA CI RIMARRÒ
mia prima offerta,                                     medica. Non mi sento realizza-            Una settimana prima di Natale ci ritro-
proprio come grafi-                                    to, ma mi ritengo fortunato. E            viamo disoccupati. Si ricomincia tutto
co», ricorda, «la ri-                                  questo mi basta per poter conti-          daccapo». Niente lavoro per mesi. E
cevo da un ragazzo                                     nuare a lavare piatti fino all’ini-       siamo al 2012. «In un giorno solo invio
turco. Colloquio in                                    zio dell’estate 2011, quando              qualcosa come 70 curriculum. Tra i pochi
inglese. Promessa di                                   capisco che le mie conoscenze             che rispondono c’è un arabo proprieta-
500 euro al mese                                       del tedesco sono abbastanza               rio di una piccola tipografia nel quartie-
più 50 per ogni la-                                    buone per cercare altro». È que-          re con il più alto livello di immigrati. Al
voro portato a ter-                                    stione di settimane, continua:            telefono mi ispira fiducia. Pochi giorni
mine. Dopo un me-                                      «Trovo quello che fa per me. Un           dopo inizio di nuovo a essere me stesso.
se di decine di lavo-                                  sito Internet appena nato che             Grafico in terra straniera, in una tipogra-
ri portati a termine, SEBASTIANO BONI (34 ANNI) GRAFIC vende abbigliamento d’alta mo-            fia che pubblica un mensile in arabo e
non vedo il becco di DESIGNER, ANNA PALMER (30)        da. I miei due capi sono nati nel         tedesco. Dopo quasi due mesi non ho
un quattrino. A par- FOTOGRAFA, OLIVIA GRANDI (27)     1985, come me. Siamo più di               ancora ricevuto una paga e quando lo
                      ARCHITETTO, SIRIO MAGNABOSCO
te qualche spicciolo (32) FOTOGRAFO. SOPRA: MARCO      quindici, italiani, spagnoli, tede-       faccio presente ai miei nuovi amici stra-
che mi viene dato BENAIA (27), GRAFICO, E A SINISTRA, schi. E sembra che tutto vada per          nieri, loro non sembrano affatto sorpre-
per mangiare al fast ZEF COLACI (29) APPENA EMIGRATO il verso giusto. Fino a quando              si. Lavorare per gli arabi? Ahah, ridono
food. E quando lo                                      devo fare i conti con la realtà           ancora, lo sanno tutti che non pagano.
faccio presente ai miei nuovi amici stra- delle start-up, aziende che tentano di                 Mi rimanevano poco più di cento euro
nieri, loro non sembrano affatto sorpre- inserirsi nel mercato digitale. Noi erava-              in tasca. No, non ho avuto il coraggio di
si. Lavorare per i turchi? Ahah, ridono, mo una start-up. Una fredda mattina di                  chiedere soldi ai miei genitori. Anche
lo sanno tutti che non pagano». Il lavoro dicembre il finanziatore del progetto, che             loro fanno fatica». Si ricomincia: «Vado
successivo di Marco è in un ristorante probabilmente aveva il fondoschiena al                    a servire ai tavoli di una vera trattoria
italiano: «Aiuto cuoco. Mi viene fatto un caldo negli Usa o in Canada, ci fa sapere              italiana, gestita da una simpatica fami-
contratto con tanto di assicurazione che non elargirà mai più un solo euro.                      glia di genovesi. Sfortuna vuole che

                                                                                                                20 settembre 2012 |         | 33
Dossier


                          A GAGLIANO DEL CAPO IL PAESE SI SVUOTA. I GIOVANI
                       PARTONO PER LA SVIZZERA, COME I LORO NONNI: “C’ERA
                        SOLO PRECARIATO, FUORI ABBIAMO UNA PROSPETTIVA”
questa coppia di genovesi, dopo vent’an-        ta in un Internet point, ha stampato un                A FIANCO: ALESSIO MURA (25 ANNI)
ni, si sia stancata della Germania e presto     curriculum e lo ha consegnato alla Na-                       BARISTA. SOTTO DA SINISTRA:
chiuda il ristorante. In ogni caso non          tional Gallery. Il giorno dopo ha soste-                     MARCO GHIDELLI (32), NICOLA
lascerò questa città».                          nuto un colloquio e la sua vacanza si è                  LOCATELLI (32) E BARBARA GHIZZI
                                                                                                          (31) DAVANTI ALLA LIBRERIA CHE
   Anche Verena Tonelli, 30 anni, laurea        subito trasformata in lavoro, essendo                          HANNO APERTO A BERLINO;
in istituzioni e politiche dei diritti umani,   stata assunta in servizio lunedì 13 agosto             FABRIZIO SELVAGGI (31); UN PARCO
da Saronno è emigrata a Berlino. Fa la          dalla multinazionale che gestisce le au-                DELLA CAPITALE TEDESCA. SOTTO:
barista. Papà architetto. Mamma pensio-         dioguide. Increduli io e mia moglie non                     ANNA PALMER (30) FOTOGRAFA
nata. Fratello iscritto a ingegneria. Abita     sapevamo se gioire o temere di non ve-
in condivisione: «Come quando ero               derla più tanto spesso». Altra storia,
studentessa a Padova. Ma senza un lavo-         Flavia Gazineo, 31 anni, di Laino Borgo,
ro ben retribuito e un conto in banca, è        Cosenza. Laurea in diagnostica e restau-
complicato dimostrare di poter pagare           ro dei beni culturali. A lungo disoccupa-
l’affitto. Per questo ho dovuto cambiare        ta nell’Italia dell’arte. Da gennaio vive a
sette case in meno di due anni». Nel bar        Malta dove per mille auro al mese sta
di Berlino, Verena lavora con un contrat-       restaurando la cattedrale di San Giovan-
to minijob: «400 euro mensili per 10 ore        ni alla Valletta.
a settimana. La maggior parte di bar e              In questa fuga di giovani i paesi più
ristoranti», spiega, «preferiscono stipu-       piccoli, da Nord a Sud, si stanno riducen-
lare questo tipo di contratto, e avere più      do a un mondo di soli vecchi. Uno di
dipendenti, poiché garantisce poche spe-        questi è Gagliano del Capo. Ultimo co-
se per il datore di lavoro. Al momento          mune del Salento o primo d’Europa, di-
della mia scelta di lasciare l’Italia ero       pende se lo guardi da terra o dal mare:
laureata da un anno e mezzo e lavoravo          5.365 abitanti e altri 1.577 iscritti all’Ai-
come cameriera in un ristorante». Perché        re, l’anagrafe degli italiani all’estero. Da
Berlino? «La Germania non mi attira-            gennaio sono espatriati in sette: Austria,
va», risponde Verena Tonelli: «Berlino è        Svizzera e Germania. Altri 32 se ne sono
stata una scelta alla cieca. Non è una          andati nel Nord Italia. Quarantasette
città ricca. Ma è ancora la città del pos-      sono morti. E soltanto 26 sono nati.
sibile. Dove vivere tranquillamente a           Saldo demografico negativo anche nel
basse spese, dove si respirano libertà e        2011: 11 all’estero, 44 al Nord, 64 mor-
apertura mentale. La ricerca di un lavoro       ti e 43 nati. E nel 2010: 14 all’estero, 28
nel mio campo di studi è passata in se-         al Nord, 44 morti e 35 nati.
condo piano. Ma questo non mi fa sen-               Il falso mito del miracolo pugliese a
tire di aver fallito. No, non ho mai pen-       Gagliano e dintorni svanisce con la fine        Canton Ticino, cinque anni fa, il fratello
sato di ritornare in Italia». Da Saronno        della stagione turistica. Arrigo Colaci,        Rocco, 23 anni, l’unico in famiglia che
se n’è andato Alessandro Milani, 30 anni,       61 anni, autista di pullman, emigrante          non ha finito gli studi. «Mio padre era
laurea in scienze dei beni culturali e ma-      rientrato, e la moglie Vittoria, 57 anni,       contrario. Se non studi, gli diceva, non
ster, assunto per 1500 euro al mese a           nel giro di pochi anni hanno visto parti-       vai da nessuna parte. Invece Rocco è
Nîmes in Francia, in una compagnia di           re tutti e tre i figli. L’ultimo è Zef, 29      stato il primo a sistemarsi», commenta
teatro di strada: «Dovrei occuparmi             anni, laurea in scienze motorie a Urbino        Zef: «Emigrare è una presa di coscienza
della produzione degli spettacoli. Ma           nel 2006. E da allora lavori precari: in-       volontaria. A maggio ho deciso. Faccio
considerate le ristrette economie, mi ri-       segnante a progetto nelle elementari,           la stagione al bar e vado via. Ti porta a
trovo a fare un po’ di tutto. Dalle paghe       allenatore di calcio, mezza giornata da         partire la prospettiva di una sicurezza
all’amministrazione».                           barista d’estate. Zef ha comprato un            economica. Ma anche previdenziale, ora
   E come una volta si parte dal Sud. L’8       biglietto scontato, 95 euro. Volo Brindi-       che per la nostra generazione in Italia la
agosto Angela Iovinelli, 24 anni, è arri-       si-Malpensa per la sera del 14 settembre.       pensione non ci sarà più. No, non lascio
vata da Napoli a Londra in vacanza. Con         Poi in auto fino a Bellinzona, Svizzera.        nessuna fidanzata. Senza lavoro, chi la
lei il papà, la mamma e il fratello, 16         Un anno fa è emigrata lì con il marito e        mantiene la fidanzata? I miei sono felici
anni. Cosa succede lo racconta il padre         i figli la sorella Lucia, 30 anni, diploma-     che parta. Il mio sogno da bambino era
in una lettera a “Repubblica”: «È entra-        ta in chimica. Il primo ad arrivare in          rimanere a Gagliano. E una volta, con

34 |          | 20 settembre 2012
una laurea rimanevi. Ma negli ultimi due    fanno gli stuccatori. Lo stesso lavoro di
anni anche chi ha un titolo di studio       molti emigranti di allora. Quando mez-
deve andar fuori». Zef dice che porterà     za Italia partiva. Dalla Puglia al Friuli,
con sé tre album di fotografie: «Le foto    che ancora non era il ricco Nord-Est.
mie da piccolo, quelle con gli amici e la   Stuccatori come Arialdo Bulfon, tornato
famiglia». A Bellinzona lo aspetta un       a 40 anni da Berna alla provincia di
colloquio per un posto da barista: «Do-     Udine. Una copia del “Martin Eden” di
vrei anche studiare e fare due anni di      Jack London e gli arnesi del mestiere
abilitazione all’insegnamento. Il mio       chiusi in valigia. Lo riportarono a casa
obiettivo è sempre insegnare ginnasti-      in ambulanza. A sue spese. Giusto in
ca». Altri di Gagliano li hanno presi nei   tempo per farlo morire nelle braccia di
cantieri. Suo fratello Rocco, per esem-     sua moglie Lina che lo aspettava a Peo-
pio. O Fausto Profico, 24 anni, che nel     nis. Un lento addio, mano nella mano. Si
Salento lavorava in un cementificio a 28    era ammalato ai reni, Arialdo Bulfon. E
euro al giorno, 600 al mese. «In Svizzera   alla Svizzera non serviva più.
si guadagna molto di più», dice Profico,               hanno collaborato Silvia Cerami
«e lo stipendio è sicuro». Rocco e Fausto                            e Stefano Vergine

                                                         20 settembre 2012 |      | 35

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I nuovi emigranti

  • 1. Dossier I NUOVI EMIGRANTI Giovani, con diploma o laurea, che in Italia non hanno futuro. Così partono, dal Varesotto o dal Salento. E vanno all’estero a fare i camerieri, i muratori, i lavapiatti. Proprio come un secolo fa. Ecco le loro storie DI FABRIZIO GATTI FOTO DI E. CREMASCHI E S. MAGNABOSCO PER L’ESPRESSO e ne vanno i figli nati negli S anni Ottanta. Se ne va la generazione concepita du- rante il secondo boom eco- nomico. Il tempo in cui l’I- talia si è riscattata dal suo passato di povertà. Il decen- nio ricordato per la Coppa del mondo in Spagna, la vittoria sul terrorismo, la fine della Guerra fredda. Partono soprattutto loro. Quelli che adesso hanno più di vent’anni e non superano i trenta. È l’e- redità peggiore, la più odiosa che ci la- sciano dieci anni quasi ininterrotti di Berlusconi, di liberismo sfrenato, di glo- balizzazione senza regole. La nuova emi- grazione. Storie contemporanee di vali- Verena Tonelli, 30 anni, gie e delusione. «Stavo inviando l’ultimo laureata di Saronno, da due di una quantità incredibile di curriculum anni fa la barista a Berlino all’ennesima azienda grafica che non si è mai presa la briga di rispondere. In quel preciso momento», racconta Marco Be- qualifica. Questo è l’esodo dei laureati e nesi. Non si parte per realizzare il proprio naia, 27 anni, diploma di perito in arti dei diplomati che all’estero vanno a fare curriculum. Vanno per necessità. Per di- grafiche e cameriere precario a Berlino, i muratori, i baristi, i lavapiatti. Laureati sperazione. Perché dopo anni di disoccu- «ho deciso che fosse meglio andarmene». e diplomati che nella spietata gerarchia pazione o di contratti saltuari a 300 euro Non è la fuga dei cervelli. Dei ricercatori dei lavori di fortuna spesso vengono al mese, non c’è alternativa. E non si che fuori confine inseguono la loro alta all’ultimo posto dopo turchi, arabi e ci- fanno i bagagli soltanto nei paesi del Sud. 30 | | 20 settembre 2012
  • 2. VERENA DA VARESE: HO RINUNCIATO A TROVARE UN LAVORO NEL CAMPO In tanti partono dal Nord. Marco Bena- in Svizzera, le principali mete dell’esodo, DEI MIEI STUDI. IN ia è cresciuto a Saronno, provincia di qualche Umberto Bossi locale giudicasse Varese, la città del premier Mario Monti. i nostri emigranti un pericolo per le tra- GERMANIA FACCIO La terra dove la Lega ha costruito il suo consenso contro gli stranieri. dizioni, un’invasione da respingere. Ecco le storie. Raccolte con le stesse LA BARISTA MA NON Immaginate se adesso in Germania e domande che soltanto nel 2009 “l’E- MI SENTO FALLITA 20 settembre 2012 | | 31
  • 3. Dossier spresso” aveva rivolto ai ragazzi africa- ni che affollavano Agadez e la rotta del Sahara verso l’Europa. Ai coetanei che nel 2006 subivano le violenze dei capo- rali nei campi di pomodoro in Puglia. Ai sopravvissuti che nel 2005 si calpesta- vano nel centro di detenzione a Lampe- dusa. Il vento è girato. Non soltanto per Grecia e Spagna. Anche in Italia. E la sconfitta più amara è che ora a quelle identiche domande rispondono i nostri figli. Perché sei partito? Cosa stavi fa- cendo nel momento in cui hai deciso di andartene? Cosa ti aspetti? È un’emigrazione meno misera e drammatica di quella affrontata dai loro nonni. Come Arialdo Bulfon, partito da Peonis in Friuli nel 1931 a 11 anni. Prima l’Algeria, con il padre muratore. E dopo Sottrae le sue conoscenze, il diploma, la triangolo industriale. Da qui non si era la guerra la Svizzera, stuccatore a Tur- laurea all’Italia che ha speso risorse per mai partiti. Nemmeno dopo le devasta- benthal. O come Salvatore Cucinelli sa- la sua formazione. E l’ha lasciato senza zioni della Seconda guerra mondiale. lito in Belgio da Gagliano del Capo, Sa- futuro. Sono le conseguenze delle cifre C’erano le fabbriche da riaprire. Il dol- lento. E morto a 30 anni nell’incendio diffuse in queste settimane. I numeri ag- ciario. Il tessile. La meccanica. Qui gli della miniera di Marcinelle, l’8 agosto giornati della recessione. Un milione e emigranti una volta si fermavano. Ma 1956. Adesso si progetta l’uscita con un mezzo di posti di lavoro persi tra gli peggio della guerra han fatto le deloca- occhio a Facebook. Il passaparola corre under 35 negli ultimi cinque anni. Un lizzazioni dell’ultimo decennio. Marco tra i post degli amici. Sulle pagine degli tasso di disoccupazione del 35 per cento Benaia a Berlino è arrivato nel gennaio espatriati, come il blog “Italiani in Ger- tra i giovani fino ai 24 anni. L’aumento 2011. Il papà a Saronno fa l’elettricista. mania”. E sui siti specializzati in offerte degli italiani iscritti all’Agenzia del lavo- La mamma lavora come colf. La sorella di lavoro all’estero. Il viaggio non dura ro tedesca: dai 189 mila del 2011 ai studia scenografia all’Accademia di Bre- più nottate insonni in treno. Ci sono le quasi 233 mila del maggio 2012. Un re- ra. «Ho scelto la Germania», racconta compagnie low cost. Poche decine di cord in termini assoluti che mette la Marco, «perché sono sempre stato affa- euro e due ore di volo. Se finalmente presenza italiana in Germania davanti a scinato dalla storia della seconda metà considerassimo l’Unione europea un Grecia, Portogallo e Spagna. del ’900. Ma soprattutto perché a Berlino unico Stato, forse non dovremmo defi- La vita dell’emigrante nell’epoca di si respira un’aria di libertà che da altre nirla emigrazione. Sarebbe semplice mo- Facebook sembra più facile rispetto a parti non ho trovato». La casa: «Un ap- bilità interna. Nessuno negli Usa chiame- sessant’anni fa. Internet aiuta a tenere i partamento in condivisione con una ra- rebbe emigrante un ragazzo dell’Arizona contatti, a non perdersi. Ma dentro, gazza spagnola e una tedesca: 250 euro traslocato in New Jersey. Gli Stati Uniti nell’animo, lo strappo è altrettanto forte. di affitto per una stanza, a due passi dal però parlano la stessa lingua, sventolano Espatriare per necessità significa come centro». Aspettative: «Nonostante le Foto: Luz Photo (2) la stessa bandiera, sono una nazione. Noi allora archiviare le proprie ambizioni, i difficoltà, da Berlino non ho intenzione no. Un italiano finito in Germania parte- propri luoghi, gli affetti. Saronno è a di andarmene». Paga: «Nell’ultimo lavo- cipa al prodotto interno lordo tedesco. mezz’ora dal centro di Milano. L’ex ro da cameriere, 1500 euro al mese. La 32 | | 20 settembre 2012
  • 4. Venticinque anni, l’età della fuga La ripresa dell’emigrazione italiana è nelle cifre. La Bundesagentur für Arbeit, l’agenzia federale per il lavoro, pochi giorni fa ha fatto sapere che tra il 2009 e il 2011 i lavoratori italiani in Germania sono aumentati del 6,3 per cento. Una crescita simile a quella dei greci, saliti del 6,4 per cento. Ma per quanto riguarda la regolarizzazione degli emigranti italiani, secondo l’agenzia tedesca, dal 2011 al maggio 2012 si è passati da 189.300 a 232.800 persone, quasi un 23 per cento in più. Significa che molti connazionali già in Germania hanno stabilizzato la loro posizione. Altre mete sono la Svizzera e il Regno Unito, dove spesso i nuovi espatriati seguono i contatti di loro parenti o conoscenti arrivati nei decenni passati. Il censimento del numero di emigranti per lavoro e delle loro destinazioni non è semplice poiché la maggior parte dei ragazzi aspetta mesi o anni prima di registrarsi all’anagrafe degli italiani residenti all’estero. Oppure non lo fa del tutto. Un contributo l’ha dato una ricerca demografica di Emilio Zagheni per il Max Plank Institut. L’indagine ha calcolato l’età e i flussi di emigrazione usando le informazioni estratte dal database del servizio email di Yahoo!. «Per L’Italia abbiamo notato una crescita della mobilità verso l’estero tra il 2009 e il 2011», spiega Zagheni: «La crescita è stata più marcata per le donne che per gli uomini. L’età in cui la mobilità è più elevata è intorno ai 25 anni. Pensiamo che la crescita di mobilità più elevata per le donne sia attribuibile al fatto che i livelli di istruzione per loro siano più elevati che quelli dei giovani uomini in Italia. Questa è però solo un’ipotesi. Ora stiamo lavorando a una nuova pubblicazione in cui stimiamo i flussi da singolo paese a singolo paese». La conseguenza è l’invecchiamento dell’età media nei piccoli comuni, come Gagliano del Capo, nel Salento: «Avevamo un tessuto produttivo tessile, calzaturiero», dice il sindaco, Antonio Buccarello, «ma ancor prima della crisi le imprese hanno chiuso. Le commesse che arrivavano qui sono finite in Albania, Romania e ora in Cina. A parte il turismo, il nostro tessuto produttivo è completamente saltato». Silvia Cerami MARCO: ERO STUFO DI MANDARE CURRICULUM INVANO, A BERLINO HO CAMBIATO TANTI LAVORI MA CI RIMARRÒ mia prima offerta, medica. Non mi sento realizza- Una settimana prima di Natale ci ritro- proprio come grafi- to, ma mi ritengo fortunato. E viamo disoccupati. Si ricomincia tutto co», ricorda, «la ri- questo mi basta per poter conti- daccapo». Niente lavoro per mesi. E cevo da un ragazzo nuare a lavare piatti fino all’ini- siamo al 2012. «In un giorno solo invio turco. Colloquio in zio dell’estate 2011, quando qualcosa come 70 curriculum. Tra i pochi inglese. Promessa di capisco che le mie conoscenze che rispondono c’è un arabo proprieta- 500 euro al mese del tedesco sono abbastanza rio di una piccola tipografia nel quartie- più 50 per ogni la- buone per cercare altro». È que- re con il più alto livello di immigrati. Al voro portato a ter- stione di settimane, continua: telefono mi ispira fiducia. Pochi giorni mine. Dopo un me- «Trovo quello che fa per me. Un dopo inizio di nuovo a essere me stesso. se di decine di lavo- sito Internet appena nato che Grafico in terra straniera, in una tipogra- ri portati a termine, SEBASTIANO BONI (34 ANNI) GRAFIC vende abbigliamento d’alta mo- fia che pubblica un mensile in arabo e non vedo il becco di DESIGNER, ANNA PALMER (30) da. I miei due capi sono nati nel tedesco. Dopo quasi due mesi non ho un quattrino. A par- FOTOGRAFA, OLIVIA GRANDI (27) 1985, come me. Siamo più di ancora ricevuto una paga e quando lo ARCHITETTO, SIRIO MAGNABOSCO te qualche spicciolo (32) FOTOGRAFO. SOPRA: MARCO quindici, italiani, spagnoli, tede- faccio presente ai miei nuovi amici stra- che mi viene dato BENAIA (27), GRAFICO, E A SINISTRA, schi. E sembra che tutto vada per nieri, loro non sembrano affatto sorpre- per mangiare al fast ZEF COLACI (29) APPENA EMIGRATO il verso giusto. Fino a quando si. Lavorare per gli arabi? Ahah, ridono food. E quando lo devo fare i conti con la realtà ancora, lo sanno tutti che non pagano. faccio presente ai miei nuovi amici stra- delle start-up, aziende che tentano di Mi rimanevano poco più di cento euro nieri, loro non sembrano affatto sorpre- inserirsi nel mercato digitale. Noi erava- in tasca. No, non ho avuto il coraggio di si. Lavorare per i turchi? Ahah, ridono, mo una start-up. Una fredda mattina di chiedere soldi ai miei genitori. Anche lo sanno tutti che non pagano». Il lavoro dicembre il finanziatore del progetto, che loro fanno fatica». Si ricomincia: «Vado successivo di Marco è in un ristorante probabilmente aveva il fondoschiena al a servire ai tavoli di una vera trattoria italiano: «Aiuto cuoco. Mi viene fatto un caldo negli Usa o in Canada, ci fa sapere italiana, gestita da una simpatica fami- contratto con tanto di assicurazione che non elargirà mai più un solo euro. glia di genovesi. Sfortuna vuole che 20 settembre 2012 | | 33
  • 5. Dossier A GAGLIANO DEL CAPO IL PAESE SI SVUOTA. I GIOVANI PARTONO PER LA SVIZZERA, COME I LORO NONNI: “C’ERA SOLO PRECARIATO, FUORI ABBIAMO UNA PROSPETTIVA” questa coppia di genovesi, dopo vent’an- ta in un Internet point, ha stampato un A FIANCO: ALESSIO MURA (25 ANNI) ni, si sia stancata della Germania e presto curriculum e lo ha consegnato alla Na- BARISTA. SOTTO DA SINISTRA: chiuda il ristorante. In ogni caso non tional Gallery. Il giorno dopo ha soste- MARCO GHIDELLI (32), NICOLA lascerò questa città». nuto un colloquio e la sua vacanza si è LOCATELLI (32) E BARBARA GHIZZI (31) DAVANTI ALLA LIBRERIA CHE Anche Verena Tonelli, 30 anni, laurea subito trasformata in lavoro, essendo HANNO APERTO A BERLINO; in istituzioni e politiche dei diritti umani, stata assunta in servizio lunedì 13 agosto FABRIZIO SELVAGGI (31); UN PARCO da Saronno è emigrata a Berlino. Fa la dalla multinazionale che gestisce le au- DELLA CAPITALE TEDESCA. SOTTO: barista. Papà architetto. Mamma pensio- dioguide. Increduli io e mia moglie non ANNA PALMER (30) FOTOGRAFA nata. Fratello iscritto a ingegneria. Abita sapevamo se gioire o temere di non ve- in condivisione: «Come quando ero derla più tanto spesso». Altra storia, studentessa a Padova. Ma senza un lavo- Flavia Gazineo, 31 anni, di Laino Borgo, ro ben retribuito e un conto in banca, è Cosenza. Laurea in diagnostica e restau- complicato dimostrare di poter pagare ro dei beni culturali. A lungo disoccupa- l’affitto. Per questo ho dovuto cambiare ta nell’Italia dell’arte. Da gennaio vive a sette case in meno di due anni». Nel bar Malta dove per mille auro al mese sta di Berlino, Verena lavora con un contrat- restaurando la cattedrale di San Giovan- to minijob: «400 euro mensili per 10 ore ni alla Valletta. a settimana. La maggior parte di bar e In questa fuga di giovani i paesi più ristoranti», spiega, «preferiscono stipu- piccoli, da Nord a Sud, si stanno riducen- lare questo tipo di contratto, e avere più do a un mondo di soli vecchi. Uno di dipendenti, poiché garantisce poche spe- questi è Gagliano del Capo. Ultimo co- se per il datore di lavoro. Al momento mune del Salento o primo d’Europa, di- della mia scelta di lasciare l’Italia ero pende se lo guardi da terra o dal mare: laureata da un anno e mezzo e lavoravo 5.365 abitanti e altri 1.577 iscritti all’Ai- come cameriera in un ristorante». Perché re, l’anagrafe degli italiani all’estero. Da Berlino? «La Germania non mi attira- gennaio sono espatriati in sette: Austria, va», risponde Verena Tonelli: «Berlino è Svizzera e Germania. Altri 32 se ne sono stata una scelta alla cieca. Non è una andati nel Nord Italia. Quarantasette città ricca. Ma è ancora la città del pos- sono morti. E soltanto 26 sono nati. sibile. Dove vivere tranquillamente a Saldo demografico negativo anche nel basse spese, dove si respirano libertà e 2011: 11 all’estero, 44 al Nord, 64 mor- apertura mentale. La ricerca di un lavoro ti e 43 nati. E nel 2010: 14 all’estero, 28 nel mio campo di studi è passata in se- al Nord, 44 morti e 35 nati. condo piano. Ma questo non mi fa sen- Il falso mito del miracolo pugliese a tire di aver fallito. No, non ho mai pen- Gagliano e dintorni svanisce con la fine Canton Ticino, cinque anni fa, il fratello sato di ritornare in Italia». Da Saronno della stagione turistica. Arrigo Colaci, Rocco, 23 anni, l’unico in famiglia che se n’è andato Alessandro Milani, 30 anni, 61 anni, autista di pullman, emigrante non ha finito gli studi. «Mio padre era laurea in scienze dei beni culturali e ma- rientrato, e la moglie Vittoria, 57 anni, contrario. Se non studi, gli diceva, non ster, assunto per 1500 euro al mese a nel giro di pochi anni hanno visto parti- vai da nessuna parte. Invece Rocco è Nîmes in Francia, in una compagnia di re tutti e tre i figli. L’ultimo è Zef, 29 stato il primo a sistemarsi», commenta teatro di strada: «Dovrei occuparmi anni, laurea in scienze motorie a Urbino Zef: «Emigrare è una presa di coscienza della produzione degli spettacoli. Ma nel 2006. E da allora lavori precari: in- volontaria. A maggio ho deciso. Faccio considerate le ristrette economie, mi ri- segnante a progetto nelle elementari, la stagione al bar e vado via. Ti porta a trovo a fare un po’ di tutto. Dalle paghe allenatore di calcio, mezza giornata da partire la prospettiva di una sicurezza all’amministrazione». barista d’estate. Zef ha comprato un economica. Ma anche previdenziale, ora E come una volta si parte dal Sud. L’8 biglietto scontato, 95 euro. Volo Brindi- che per la nostra generazione in Italia la agosto Angela Iovinelli, 24 anni, è arri- si-Malpensa per la sera del 14 settembre. pensione non ci sarà più. No, non lascio vata da Napoli a Londra in vacanza. Con Poi in auto fino a Bellinzona, Svizzera. nessuna fidanzata. Senza lavoro, chi la lei il papà, la mamma e il fratello, 16 Un anno fa è emigrata lì con il marito e mantiene la fidanzata? I miei sono felici anni. Cosa succede lo racconta il padre i figli la sorella Lucia, 30 anni, diploma- che parta. Il mio sogno da bambino era in una lettera a “Repubblica”: «È entra- ta in chimica. Il primo ad arrivare in rimanere a Gagliano. E una volta, con 34 | | 20 settembre 2012
  • 6. una laurea rimanevi. Ma negli ultimi due fanno gli stuccatori. Lo stesso lavoro di anni anche chi ha un titolo di studio molti emigranti di allora. Quando mez- deve andar fuori». Zef dice che porterà za Italia partiva. Dalla Puglia al Friuli, con sé tre album di fotografie: «Le foto che ancora non era il ricco Nord-Est. mie da piccolo, quelle con gli amici e la Stuccatori come Arialdo Bulfon, tornato famiglia». A Bellinzona lo aspetta un a 40 anni da Berna alla provincia di colloquio per un posto da barista: «Do- Udine. Una copia del “Martin Eden” di vrei anche studiare e fare due anni di Jack London e gli arnesi del mestiere abilitazione all’insegnamento. Il mio chiusi in valigia. Lo riportarono a casa obiettivo è sempre insegnare ginnasti- in ambulanza. A sue spese. Giusto in ca». Altri di Gagliano li hanno presi nei tempo per farlo morire nelle braccia di cantieri. Suo fratello Rocco, per esem- sua moglie Lina che lo aspettava a Peo- pio. O Fausto Profico, 24 anni, che nel nis. Un lento addio, mano nella mano. Si Salento lavorava in un cementificio a 28 era ammalato ai reni, Arialdo Bulfon. E euro al giorno, 600 al mese. «In Svizzera alla Svizzera non serviva più. si guadagna molto di più», dice Profico, hanno collaborato Silvia Cerami «e lo stipendio è sicuro». Rocco e Fausto e Stefano Vergine 20 settembre 2012 | | 35