Esperimenti_laboratorio di fisica per la scuola superiore
Esercizi Laboratorio 2010
1. Web Writing – Laboratorio di scrittura web – gennaio/marzo 2010 – macri puricelli
Macri Puricelli
Centro Culturale p.M.Kolbe-Mestre Venezia
gennaio-marzo 2010
Web Writing
Web Content
Web Journalism
ESERCIZI
venerdì 5 febbraio 2010
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2. Web Writing – Laboratorio di scrittura web – gennaio/marzo 2010 – macri puricelli
Trasformate questo testo e adattatelo al web
Nomination all’Oscar per “The Cove” il documentario shock che testimonia la
mattanza, in Giappone, di oltre 20.000 cetacei tra delfini, stenelle e globicefali. A Taiji
ogni anno, i pescatori intercettano le rotte migratorie dei cetacei e, grazie a una
barriera sonora realizzata con spranghe di ferro battute contro le imbarcazioni,
spingono interi branchi di delfini in quella che è stata soprannominata la “baia della
morte”. Chiusa l’imboccatura della baia con una rete, i delfini – parzialmente
smembrati - attendono la morte dopo una lenta agonia che tingerà di rosso le acque
del mare. Alla mattanza scampano solo gli esemplari più giovani, quelli che possono
essere addestrati più facilmente, i quali separati dalle loro madri, sono poi inviati ai
delfinari di tutto il mondo dove affronteranno un “percorso formativo” all’insegna della
deprivazione alimentare. «Mentre Baarìa è stato tagliato fuori dagli Oscar, forse anche
per l’inutile e brutale scena dell’uccisione “live” di un bovino – commenta Ilaria Ferri
Direttore Scientifico e responsabile campagne internazionali dell’Enpa – la nomination
di “The Cove” rappresenta una straordinaria vittoria per quanti hanno a cuore le sorti
degli animali e del pianeta». «Nessuno potrà ormai dire di non sapere cosa accade
ogni anno a Taiji – prosegue Ferri -. Una mattanza giustificata dai nipponici con la
necessità di eliminare un pericoloso “competitor per la gestione” delle risorse ittiche;
di destinare la carne di delfino al consumo, nonostante l’Oms abbia denunciato che
essa contenga una quantità di mercurio superore di nove volte al massimo consentito,
e di rifornire i delfinari». «Grazie all’instancabile lavoro del promotore della campagna
internazionale, Ric O’Barry, finalmente – conclude Ferri - questa opera di denuncia
avrà lo spazio che merita. Proprio nell’anno internazionale della Biodiversità è giunto il
tempo di festeggiare la fine di pratiche tanto incivili ed inaccettabili. Balene e delfini
appartengono al mare e il compito di tutti noi è di garantire loro la libertà». Il
documentario è stato realizzato con tecniche cinematografiche d’avanguardia dopo
mesi di appostamenti, durante i quali, quelli che vengono definiti “ecoterroristi” sono
riusciti a eludere la “sorveglianza” dei pescatori con metodi da incursori e a collocare
numerose telecamere spia (“crittercam”) per testimoniare una terribile realtà,
sconosciuta a larga parte dell’opinione pubblica mondiale. Tra la scene più
agghiaccianti di questo documentario, il disperato tentativo dei delfini - gravemente
feriti - di fuggire dai loro aguzzini. (3 febbraio)
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Da anni ormai mi perseguitano immagini di occhi atterriti dalla paura, corpi piagati, uno contro
l'altro, alcuni distesi, abbandonati al proprio destino. Qualche volta cerco di non guardare. E' troppo.
Un pugno nello stomaco. Mi sento impotente.
E mentre, colpevolmente volgo lo sguardo altrove, ogni anno almeno centomila cavalli destinati alla
macellazione, compiono dolorosi e inaccettabili viaggi di morte. Partono dai paesi dell'Est.Giogni di
viaggio, d'estate e d'inverno, spesso senza acqua né cibo. In molti alla meta non ci arrivano
neppure, uccisi dalla paura e dalla fame.
C'è un diario che racconta questa mattanza. L'ha scritto la ricercatrice inglese Hannah Westen, che
la scorsa estate ha seguito, dalla Romania all'Italia, uno dei camion che trasportavano i cavalli a un
macello italiano. Parole e immagini che lasciano in segno.
Qualcosa oggi si può fare, se non per salvare queste creature – che finiscono sulle nostre tavole...la
famosa pastissada tanto amata dal sindaco di Verona, Tosi – almeno per limitare il danno:
costringere i parlamentari europei a firmare entro il 21 gennaio la Dichiarazione Scritta 54/2009 che
impegna la Commissione Europea a rivedere la normativa sul trasporto degli equidi e a fermare i
''viaggi della morte'', cui i cavalli sono costretti per molti giorni durante il trasferimento verso i
mattatoi.Lo chiede anche la presidente nazionale dell'Enpa, Carla Rocchi, con una lettera inviata ai
rappresentanti italiani presso il Parlamento Europeo. ''Da anni”, scrive, “ l'Enpa si batte per il
riconoscimento agli equidi dello status di animali d'affezione, e di conseguenza per il divieto di
macellazione. In attesa di raggiungere il traguardo da noi auspicato, e' comunque necessario
intervenire secondo una logica di riduzione del danno, sollecitando le istituzioni europee a porre
fine, una volta per tutte, alla pratica barbara e incivile dei viaggi della morte''.
Secondo l'Ente Nazionale Protezione Animali e altre associazioni animaliste internazionali - tra cui
Animal's Angels e Save the Dogs - l'attuale normativa comunitaria sul trasporto di animali
(Regolamento CE n. 1/2005 del Consiglio) non solo presenta numerose carenze ma e' anche
disattesa da alcuni Stati membri.
E a farne le spese sono solo i cavalli. Ogni anno, infatti, per soddisfare le voglie culinarie di molti,
oltre 100mila equidi sono obbligati a patire sofferenze infernali. Macellare i cavalli in mattatoi
vicini agli allevamenti - l'associazione internazionale World Horse Welfare ha individuato in
Europa 180 siti autorizzati - non salverebbe loro la vita ma eviterebbe almeno di aggravarne le
sofferenze con inutili torture.
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La laguna veneziana si conferma come la zona umida più importante in assoluto in Italia. I tecnici
della Provincia sono arrivati a rilevare con regolarità oltre 200 mila uccelli acquatici. E secondo le
previsioni questi numeri saranno superati. Quindi c’è un generale aumento, soprattutto nelle valli da
pesca, delle specie di anatre come il germano reale, l’alzavola, il mestolone e il codone.
Ad affermarlo sono i rilevatori della Provincia che in questi giorni in laguna di Venezia, di Caorle e
nelle valli da pesca, stanno compiendo l’annuale censimento degli uccelli acquatici svernanti.
«Lo scopo – spiega Giuseppe Cherubini dell’ufficio Caccia e Pesca provinciale - è conteggiare tutti
gli uccelli, capire le entità delle popolazioni e quindi l’importanza, dal punto di vista dell’ambiente
e dell’ecosistema, delle nostre aree veneziane. I dati raccolti a Venezia confluiranno in una banca
dati nazionale e in una europea. I conteggi che stiamo facendo sono svolti in contemporanea in tutte
le aree umide in modo da ottenere una fotografia esatta delle popolazioni di questi animali».
In questa operazione, che salvo maltempo si concluderà domani mercoledì 13 gennaio, sono
impegnate 10 squadre che coinvolgono circa 30 operatori tecnici specializzati, 20 agenti di Polizia
provinciale e operatori delle valli. I dati raccolti saranno resi noti tra meno di un mese.
«Ringrazio la Polizia provinciale, le associazioni venatorie e le associazioni ambientaliste che anche
quest’anno ci stanno dando un grande aiuto per svolgere questo censimento – ha affermato oggi
martedì 12 gennaio l’assessore provinciale alla Caccia Mario Dalla Tor incontrando i tecnici nella
splendida Valle Figheri (che si trova all’altezza dell’entrata di Lova di Campagna Lupia dalla strada
Romea) -. Grazie a questo lavoro possiamo constatare come la nostra laguna sia un ambiente che sta
diventando sempre più di pregio».
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Il Comune di Venezia, dopo aver concluso il censimento del verde pubblico urbano, nell'ambito
delle azioni di tutela del verde del territorio comunale, ha ora portato a compimento la prima
tranche del censimento del verde dei Forti del Campo Trincerato di Mestre che ha per il momento
interessato i Forti attualmente aperti al pubblico (Gazzera, Carpenedo, Bazzera, Marghera), e che in
un prossimo futuro interesserà anche gli altri Forti.
Il Censimento, compiuto grazie alla collaborazione di Veritas spa, è il rilievo georeferenziato
effettuato attraverso il Gps della posizione e tipologia di tutti gli elementi che compongono il verde,
integrato da schede informative, che consente il costante monitoraggio dello stato conservativo del
patrimonio ed è già stato sperimentato a livello urbano come strumento di eccellenza per la gestione
manutentiva del verde stesso e per la programmazione delle azioni di controllo, specie sugli
elementi più sensibili, quali ad esempio le alberature e le attrezzature ludiche per l'infanzia.
Attraverso il censimento sono state rilevate otto tipologie di elementi denominati livelli tematici:
alberi, arbusti, siepi prati, aiuole, viali, arredi e oggetti accessori, censiti a seconda della tipologia
come entità puntiformi, lineari o di superficie.
"Mediante il censimento - ha precisato l'assessore comunale all'Ambiente Pierantonio Belcaro - sarà
quindi più agevole, anche nei Forti, la gestione del verde e la programmazione degli interventi
manutentivi, al fine della miglior conservazione del patrimonio vegetale che costituisce parte
integrante dell'edificazione storica."
La prima fase del censimento del verde dei Forti sarà presto disponibile on line sul sito web del
Comune, ove invece è già da tempo consultabile il Censimento del verde pubblico urbano.
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