Twitter: un servizio di microblogging per monitorare, un social network per disseminare informazioni.
I vaccini: come ne parlano gli italiani via Twitter? Quali sono le fonti in grado di influenzarne le opinioni?
1. Parte 2 | L’importanza dei contenuti generati dagli utenti per la comunicazione medico-scientifica pag 1
2. Comunicare i vaccini
nell'era di Twitter
Cerca le fonti pubbliche più accattivanti per te e scopri le conversazioni2
Com’è usato il microblogging per parlare di vaccini in Italia e come può influenzare l’opinio-
ne degli italiani e, presumibilmente, le loro scelte comportamentali?
Quali sono gli argomenti correlati ai vaccini più popolari su Twitter e quali le parole chiave
sull’argomento più diffuse tra gli utenti italiani del social network più discusso negli ultimi
mesi?
Partendo da un’analisi del contenuto di un piccolo campione di messaggi pubblicati dagli
utenti italiani, cerco di capire quali sono le argomentazioni più discusse a proposito di vacci-
ni e a quali pagine web rimandano.
Una prima analisi di questo tipo può aiutare a cercare di ricavare quali fonti (testate gior-
nalistiche, blog, siti web di istituzioni, etc.) sono all’origine dell’informazione, così da poter
ipotizzare le ragioni del sentiment degli utenti, cioè dell’attitudine di chi scrive in merito
all’argomento di cui sta scrivendo.
Una semplice analisi di questo tipo permette anche di fare stime indicative sull’utilizzo di
Twitter per la ricerca e la condivisione di informazioni. Stime che potrebbero essere utili per
cercare di definire delle linee di intervento atte a comunicare più efficacemente l’informazio-
ne corretta attraverso questo strumento che, nello stesso brevissimo messaggio, dà acces-
so diretto ad approfondimenti sull’argomento twittato grazie ai link.
Autore: dott.ssa Laura Barberis |@loreleiberis|
Relatore: dott.ssa Cristina Rigutto |@cristinarigutto|
Supporto grafico: Nicoletta Faltracco |@nicofaltra|
2 Da: https://twitter.com/about
3. “Nell’era delle notizie 24 ore su 24, la press-conference tradizionale tenuta una volta al giorno da teste parlanti
con un sacco di titoli stravaganti va rinnovata e integrata con post su Twitter, video su YouTube e “mi piace’.
Il pubblico ha bisogno di partecipare alle conversazioni e ai dibattiti sulle questioni di salute pubblica, non ha
bisogno di essere istruito.“
Andre Picard1
1 “In the era of the 24-hour news cycle, the traditional once-a-day press conference featuring talking heads with a bunch of fancy
titles has to be revamped and supplemented with Twitter posts, YouTube videos and the like. The public needs to be engaged
in conversations and debate about issues of public health, they don’t need to be lectured to.” Picard A Lessons of H1N1: Preach
less, reveal more | 2010 | Globe and Mail | Disponibile al link: http://www.webcitation.org/5qYZly99e
4. Comunicare i vaccini nell’era di Twitter
Introduzione | Comunicare e monitorare i vaccini via Twitter
pag.5 Perché (pre)occuparsi di comunicare e monitorare la medicina via Twitter?
pag.7 A cosa serve cercare di capire come gli italiani parlano via Twitter dei vaccini?
Parte 1 | Cos’è Twitter e da chi è usato
pag.8 Non solo un Social network ma anche un servizio di microblogging
pag.9 Chi sono i 200 milioni di utenti che si scambiano informazioni
pag.11 Gli italiani e i social media
Parte 2 | L’importanza dei contenuti generati dagli utenti per la comunicazione medico-scientifica
pag.13 La medicina via Twitter
pag.16 Infodemiology e Infoveillance: il microblogging come strumento per il monitoraggio
delle vaccinazioni e la prevenzione delle epidemie
Parte 3 I vaccini, come ne parlano gli italiani via Twitter: una proposta di indagine
pag.18 Vaccini, come ne parlano gli italiani via Twitter: una proposta di indagine
pag.20 Gli italiani e i vaccini: gli argomenti più ricorrenti nei tweet
pag.22 Chi tweetta sui vaccini: 4 categorie di utenti italiani
pag.24 L’analisi del sentiment per capire cosa pensano gli utenti e se la rete influisce sulle loro
opinioni
pag.26 Twitter non come fonte ma come veicolo di fonti
Conclusione | Twitter: social network, microblogging e veicolo di fonti
pag.33
Bibliografia
pag.35 Fonti e approfondimenti
pag.40 Articoli correlati
5. Introduzione | Comunicare e monitorare i vaccini via Twitter pag 5
Comunicare e monitorare i vaccini via Twitter
Com’è usato il microblogging per parlare di vaccini in Italia e come può influenzare l’opinione degli
italiani e, presumibilmente, le loro scelte comportamentali?
Quali sono gli argomenti correlati ai vaccini più popolari su Twitter e quali le parole chiave
sull’argomento più diffuse tra gli utenti italiani del social network3 più discusso negli ultimi mesi?
Partendo da un’analisi del contenuto di un piccolo campione di messaggi pubblicati dagli utenti
italiani, cerco di capire quali sono le argomentazioni più discusse a proposito di vaccini e a quali
pagine web rimandano.
Una prima analisi di questo tipo può aiutare a cercare di ricavare quali fonti (testate giornalistiche,
blog, siti web di istituzioni, etc.) sono all’origine dell’informazione, così da poter ipotizzare le ragioni
del sentiment degli utenti, cioè dell’attitudine di chi scrive in merito all’argomento di cui sta
scrivendo.
Perché (pre)occuparsi di comunicare e monitorare la medicina via Twitter?
Twitter non è soltanto un social network ma è un servizio di microblogging, che fornisce agli utenti
che si registrano una pagina personale aggiornabile tramite messaggi di testo (chiamati tweet)
lunghi al massimo 140 caratteri.
Il microblogging (o micro-blogging o micro blogging) è una forma di pubblicazione costante di piccoli
contenuti in Rete, sotto forma di messaggi di testo (normalmente fino a 140 caratteri), immagini,
video, audio MP3 ma anche segnalibri, citazioni, appunti. Questi contenuti vengono pubblicati in un
servizio di rete sociale, visibili a tutti o soltanto alle persone della propria comunità.4
Twitter è stato lanciato nel 2006 ed è arrivato ora a contare 200 milioni di utenti, con più di 150
milioni di tweet al giorno.
Pur essendo un servizio di microblogging, perché ha un limite di 140 battute per messaggio, si dif-
ferenzia da altri servizi simili perché ha contenuti sociali pubblici ed è integrabile con una serie di
componenti aggiuntivi che ne fanno un vero servizio di broadcasting.5
Infatti, la maggior parte degli utenti usa Twitter come strumento per trovare informazioni sugli
argomenti di interesse dato che, a differenza di altri social network, permette di seguire non solo le
persone ma soprattutto le conversazioni.
Per questo Twitter è usato come mezzo di comunicazione per il business, ma anche in situazioni di
crisi (come nel caso del terremoto in Abruzzo dell’aprile 2009) o nell’ambito di convegni e conferenze.
Questo è il vantaggio comunicativo di Twitter: chiunque cerchi informazioni riguardo a un dato
argomento ha la possibilità di trovare rapidamente i messaggi che ne parlano e avere accesso, dai
collegamenti ipertestuali (link) inseriti nei messaggi, alle fonti delle informazioni.
Quotidianamente gli utenti diffondono e cercano milioni di informazioni, così i loro tweet
3 Riporto la definizione di Treccani.it: “Con l’espressione social network si identifica un servizio informatico on line che permette la
realizzazione di reti sociali virtuali. Si tratta di siti internet o tecnologie che consentono agli utenti di condividere contenuti testuali,
immagini, video e audio e di interagire tra loro. Generalmente i s. n. prevedono una registrazione mediante la creazione di un
profilo personale protetto da password e la possibilità di effettuare ricerche nel database della struttura informatica per localizzare
altri utenti e organizzarli in gruppi e liste di contatti. Le informazioni condivise variano da servizio a servizio e possono includere
dati personali, e professionali. Sui s. n. gli utenti non sono solo fruitori, ma anche creatori di contenuti. La rete sociale diventa un
ipertesto interattivo tramite cui diffondere pensieri, idee, link e contenuti multimediali.” Disponibile al link: http://www.treccani.it/
enciclopedia/social-network/
4 Da Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Microblogging
5 Rigutto C | L’informazione nell’informazione. Twitter come strumento di conoscenza e promozione nel convegno scientifico | In
corso di pubblicazione
6. Introduzione | Comunicare e monitorare i vaccini via Twitter pag 6
raggiungono in pochi minuti pubblici vastissimi con un effetto moltiplicatore.
Twitter fornisce una connessione globale che può servire a Università e Scuole come aiuto nella
didattica, ma anche alle Istituzioni come strumento di diffusione e di monitoraggio delle informazioni.
La brevità dei messaggi pubblicati via Twitter obbliga a preferire il contenuto rispetto alla forma,
ecco perché i tweet si prestano a diventare degli utili messaggi informativi.
Negli Stati Uniti molte Istituzioni usano questo strumento per comunicare informazioni medico-
sanitarie, come supporto per la didattica, per raccogliere e condividere informazioni ma anche per
promuovere attività o rendere note opportunità di lavoro.6
Scuole di medicina come la Duke University School of Medicine, la Yale School of Medicine o la
University of Medicine and Dentistry of New Jersey usano Twitter per favorire l’interazione tra stu-
denti, tra studenti e loro tutor e tra studenti e membri di facoltà, promuovendo così la collaborazione
a progetti.
Cliniche ospedaliere come MayoClinic, Aurora St Luke’s e St. Jude Children’s Research Hospital
lo usano per fare sondaggi, creare comunità online di pazienti in cui condividere esperienze, ma
anche per promuovere o permettere la partecipazione virtuale a eventi e convegni.
Organizzazioni sanitarie - prima su tutte l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ma anche il
Center for Disease Control (CDC) - usano Twitter perché, proprio per la sua doppia natura di social
network e microblogging, permette loro di fare annunci e lanciare allarmi sanitari in tempi brevissimi
e nello stesso tempo di monitorarne gli andamenti.
Durante l’epidemia del 2009 di influenza A(H1N1), nonostante le campagne informative anche su
social network di OMS e CDC, uno studio7 ha evidenziato che il 22,5% dei tweet analizzati riportava
esperienze personali riguardo la malattia o il vaccino.
Sui social media8 gli utenti non sono solo fruitori ma anche creatori di contenuti. Questo comporta
spesso la pubblicazione di informazioni frutto di esperienze o di opinioni personali ed è dimostrato9
che chi effettua ricerche sul web su argomenti che riguardano la salute sembra avere preferenze
per le informazioni personali (ad esempio da genitore a genitore).
Ad esempio, la circolazione sul web di informazioni derivanti da attitudini “anti-vaccinazione” influ-
enza la paura di effetti collaterali da vaccini. Questo porta a ribaltamenti considerevoli nella
percezione del rischio. Perciò i rischi degli effetti collaterali dei vaccini sono percepiti molto più alti
rispetto ai rischi ai quali si va incontro non vaccinandosi.10
Più gli utenti leggono informazioni “anti-vaccinazione“ collegate a esperienze personali - e più
queste esperienze coinvolgono emotivamente - più aumenta la percezione del rischio da
vaccinazione e maggiore è la probabilità che queste informazioni personali influenzino la scelta
comportamentale degli utenti.11
6 Hewett J K | Twitter for Medical Education - What is it and Why Should I Care? | 2009 | International Association of Medical
Science Educators | Disponibile al link: http://www.slideshare.net/jkhewett/twitter-in-medical-education
7 Chew C, Eysenbach G | Pandemics in the Age of Twitter: Content Analysis of Tweets during the 2009 H1N1 Outbreak | 2010 |
PLoS ONE 5(11): e14118. doi: 10.1371/journal.pone.0014118
8 Riporto la definizione di Wikipedia: “Social media è un termine generico che indica tecnologie e pratiche online che le persone
adottano per condividere contenuti testuali, immagini, video e audio.” Disponibile al link: http://it.wikipedia.org/wiki/Social_media
9 Zillien N, Aulittzky D, Billen A, Fröhlich G | Eine empirische Untersuchung der gesundheitlichen Internetnutzung von werdenden
und jungen Eltern (Information search when you’re expecting. An empirical study of health-related Internet use by young parents
and parents-to-be) | 2008 | Projektbericht | Universität Trier, Germany
10 Betsch C, Renkewitz F, Betsch T, Ulshöfer C | The influence of vaccine-critical websites on perceiving vaccination risks | 2010
| J Health Psychol. 15(3):446-55
11 Betsch C, Ulshöfer C, Renkewitz F, Betsch T | The influence of narrative vs. statistical information on perceiving vaccination
risks | 2011 | Med Decis Making.Mar 29. Epub ahead of print
7. Introduzione | Comunicare e monitorare i vaccini via Twitter pag 7
A cosa serve cercare di capire come gli italiani parlano via Twitter dei vaccini?
Cercare di capire dove gli utenti prendono le informazioni potrebbe aiutare a fare ipotesi sulla natura
delle informazioni stesse con cui entrano in contatto.
Guardando all’Italia, ho analizzato un campione di 1255 messaggi (di cui 505 risultati validi ai fini
della ricerca) pubblicati via Twitter dagli utenti italiani nell’arco di 10 giorni (dal 13 al 22 ottobre
2011).
Attraverso la raccolta ho individuato le parole chiave e gli argomenti più tweettati in Italia correlati ai
vaccini, ho cercato di analizzare il contenuto dei messaggi e di capirne il sentiment, infine di pre-
sumerne la fonte grazie ai collegamenti ipertestuali inclusi nei messaggi.
Cercare di capire dove gli utenti prendono le informazioni sui vaccini, potrebbe aiutare a fare ipotesi
sull’affidabilità delle informazioni su cui si basano i tweet e sul grado di attenzione/tempo che gli
stessi utenti impiegano per ricercarle.
L’analisi del sentiment e dei collegamenti ipertestuali può farmi ragionevolmente supporre che il
microblogging - in questo caso Twitter - è12 usato dagli utenti comuni sia per comunicare sfiducia,
dubbio e paura verso i vaccini (cosa che potrebbe comportare il diffondersi di informazioni che ne
scoraggiano l’uso), sia per cercare o condividere informazioni a chiarimento dei numerosi dubbi che
le persone continuano ad avere su questo argomento.
Potrei ragionevolmente presumere che il problema è che si pubblicano più collegamenti a fonti
“popolari” che a fonti “istituzionali”. Problema che può derivare dalla confusione tra fonte scientifica
e fonte pseudoscientifica.
Potrei anche ragionevolmente presumere che la preferenza verso fonti popolari derivi dal fatto che
qualsiasi risultato scientifico non è mai dato per certo (ma solo “ragionevolmente presunto allo stato
della conoscenza attuale”) dalle fonti istituzionali, mentre le fonti popolari operano scelte lessicali
che danno immediata certezza.
Per questo è interessante osservare come le informazioni che derivano da fonti popolari sono
veicolate via Twitter, perché sono così “popolari” e da chi sono pubblicate. Una semplice analisi
degli utenti che le pubblicano permette anche di fare stime indicative di quanti utenti possono rag-
giungere, per definire delle linee di intervento atte a comunicare più efficacemente l’informazione
corretta attraverso questo strumento di condivisione di informazioni che, nello stesso brevissimo
messaggio, da accesso diretto ad approfondimenti sull’argomento twittato grazie ai collegamenti
ipertestuali.
12 In questo caso specifico e, in altri casi in cui l’ho ritenuto opportuno in questa tesi, ho utilizzato al posto del congiuntivo il
modo indicativo, perché quest’ultimo garantisce una fruizione più accessibile del concetto espresso e si dimostra coerente con le
peculiarità del codice linguistico innovativo adottato dagli utenti italiani sul web.
8. Parte 1 | Cos’è Twitter e da chi è usato pag 8
Cos’è Twitter e da chi è usato
Nell’era dell’informazione digitale abbiamo bisogno di inviare messaggi che siano il più compressi
possibile – anche dal punto di vista linguistico – ma ricchi di contenuto e che si possano inoltrare
immediatamente a tante persone.
La comunicazione via web ha cambiato totalmente il nostro modo di concepire “il testo” e ci ha
abituati “all’ipertesto”, che permette cioè la navigazione non sequenziale tra varie risorse attraverso
collegamenti ipertestuali (o link).
Per questo, anche se siamo ormai allenati a inviare informazioni attraverso brevi messaggi, abbia-
mo bisogno di inserire collegamenti ad altre risorse (testi, immagini, audio, video, etc.) che invitano
ad approfondimenti successivi.
Twitter è lo strumento che meglio permette di inviare rapidamente a una rete capillare di utenti bre-
vissimi messaggi informativi (non più di 140 caratteri), che possono contenere collegamenti
ipertestuali ad altre pagine web.
Non solo un social network ma anche un servizio di microblogging
Twitter viene lanciato nel 2006 negli Stati Uniti da Jack Dorsey, Evan Williams e Biz Stone.
Inizialmente viene usato come servizio di comunicazione interna per i dipendenti del sito internet
Odeo.com, ma già a metà dello stesso anno viene aperta la versione al pubblico.
La fortuna del servizio arriva nel 2007 dopo la conferenza SXSW di Austin (Texas), dove viene
usato per dare informazioni ai partecipanti e dai partecipanti stessi per tenersi in contatto e
scambiare opinioni.
Secondo i dati della società statunitense Alexa, Twitter è adesso il 10° sito più visitato del mondo,
avendo superato i 200 milioni di iscritti.
Il nome deriva dal verbo inglese to tweet che significa “cinguettare”.
Gli utenti, dopo essersi registrati, hanno a disposizione solo 140 caratteri per ogni loro “cinguettio”
(tweet) e possono accedere al servizio sia da computer sia da mobile.
La brevità dei messaggi sprona a preferire il contenuto alla forma e invita a cercare di produrre mes-
saggi carichi di significato. I tweet diventano così veri e proprio messaggi informativi.
I messaggi sono pubblicati istantaneamente sul server e aggregati automaticamente nella pagina di
profilo dell’utente. Quando si sceglie di seguire (follow) un utente si diventa suo follower e i mes-
saggi pubblicati da chi si segue compaiono in ordine cronologico inverso sulla pagina principale.
Gli utenti possono anche decidere di limitare la visibilità dei loro messaggi, oppure possono creare
delle liste che permettono di seguire, menzionare e rispondere a interi gruppi con un solo invio.
Ad aver fatto la fortuna di Twitter è la flessibilità13. Nei primi due anni di vita sono stati gli stessi utenti
a implementare il servizio. Ad esempio sono state attribuite funzioni specifiche a caratteri come @ o
#, che permettono rispettivamente di inviare messaggi diretti a un altro utente e di aggregare tutti gli
aggiornamenti dedicati a uno stesso argomento.
L’attenzione verso il destinatario del messaggio (data dalla possibilità di inserire il simbolo @ prima
del nome per specificare a chi è rivolto) permette di creare un messaggio “su misura”, che viene
inserito comunque in un ambiente di discussione interattivo e partecipativo.
Questo fa sì che anche messaggi diretti, se ben costruiti e carichi di significato, vengano facilmente
condivisi e propagati da altri utenti.
13 Da Treccani.it: http://www.treccani.it/enciclopedia/twitter/
9. Parte 1 | Cos’è Twitter e da chi è usato pag 9
La doppia caratteristica del servizio, sia social network sia microblogging, riflette al meglio la natura
degli scambi comunicativi attraverso i social media.
Twitter fornisce dati che non contengono solo il messaggio trasmesso (microblogging) ma anche a
chi viene trasmesso, come viene recepito e come viene propagato (social network). Queste carat-
teristiche permettono lo studio di interi processi comunicativi come la diffusione delle informazioni,
dei comportamenti e delle opinioni, così come della struttura sociale in cui si svolgono i processi
stessi. Il vantaggio più grande è poi che questi dati sono pubblici14.
Chi sono i 200 milioni di utenti che si scambiano informazioni
Il social network più popolare è senza dubbio Facebook con i suoi 800 milioni di utenti.
Tuttavia Twitter ha visto crescere i suoi utenti rapidamente e negli ultimi anni è passato da appena 6
milioni di utenti nel 2009, a 105 milioni nel 2010, per arrivare ai 200 milioni attuali15.
Un’infografica16 aiuta a riassumere alcune curiosità riguardo questi 200 milioni di utenti:
er
rp
i tte s
tw ew
no re n
sa a
i u rc r
pe i
in r ce s
m pe er mic tatu
itt
uo o t w n a io s
li o no co p
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G vor
l a u sa tto l pro
e nta re i
nn n co rna
do si i gio
Le ner ag
te per
e
Chi usa twitter?
%
42,3 twitter user tra i 30 e 49 anni
200 milioni di utenti registrati
47 twitter user ha figli
milioni di utenti attivi
100
(log in 1 volta al mese) %
61 dei tweet è in inglese
milioni di utenti attivi
50 18 dei tweet è in spagnolo
(log in 1 volta al giorno)
14 Salathé M, Khandelwal S | Assessing Vaccination Sentiments with Online Social Media: Implications for Infectious Disease
Dynamics and Control | 2011 | PLoS Comput Biol 7(10): e1002199. doi:10.1371/journal.pcbi.1002199
15 Fonte: mashable.com. Disponibile al link: http://mashable.com/2011/09/30/twitter-history-infographic/
16 Fonte: vedi nota 15
10. Parte 1 | Cos’è Twitter e da chi è usato pag 10
Inoltre, gli utenti che utilizzano Twitter hanno un livello di educazione e di entrate superiore rispetto
agli utilizzatori di altri social network17:
Profilo degli utenti
Base: utilizzatori di twitter (N=136) In%
SESSO ETÁ ENTRATA EDUCAZIONE
(netta capofamiglia)
49 13 15 43
51 27 19 32
37 24 10
MASCHIO
20 29 -
FEMMINA
4 12 -
+50 ANNI -
ND
40-49 ANNI +3000 € STUDI UNIVERSITARI
CONCLUSI
30-39 ANNI DA
2000 A 3000 € MATURITÁ
20-29 ANNI DA LICENZA TECNICA
1000 A 2000 € O DIPLOMA DI SCUOLA
SUPERIORE POLITECNICA
14-19 ANNI SOTTO
1000 € SCUOLA SUPERIORE
SCUOLA ELEMENTRE
O MEDIA
NON PERVENUTO
17 Fonte: ecircle.com European Social Media & Email Monitor, il primo studio internazionale su email e social media realizzato in
collaborazione con Mediacom Science. Disponibile al link: http://www.ecircle.com/it/prodotti/piattaforma-social/studio-european-
social-media-email-monitor.html
11. Parte 1 | Cos’è Twitter e da chi è usato pag 11
Gli italiani e i social media
Il 67,8% degli italiani conosce almeno un social network, quota che sale al 91,8% tra i giovani (14-
29 anni). Sono complessivamente 33,5 milioni di italiani, in crescita rispetto ai 32,9 milioni del 2009.
Il social network più conosciuto è Facebook anche in Italia (65,3% della popolazione) che è anche il
più utilizzato (dal 49% degli italiani che accedono a Internet). Lo segue YouTube con il 54,5% degli
italiani che accedono a Internet.
Twitter è al quinto posto come popolarità (21,3%).18
Quali social media conoscono gli italiani? In%
65,3 53 41 37,4 21,3
Quali sono le attività degli italiani
su twitter
%
92 cercare le ultime novità
78 condividere link ad altri siti
76 scambiare opinioni
Base: utilizzatori dei social network (N=787)
Rispetto agli utilizzatori di altri social network, gli utenti che usano Twitter sono più interessati alle
novità e a scambiare opinioni.
Inoltre, sono più predisposti a condividere informazioni/contenuti.
18 Fonti: e-circle [vedi nota 17] e 9° Rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione “I media personali nell’era
digitale”. Disponibile al link: http://www.censis.it/16?relational_resource_99=112567&resource_100=112567&rel
ational_resource_414=112567&relational_resource_398=112567&relational_resource_415=112567&relational_
resource_416=112567&relational_resource_417=112567&relational_resource_418=112567&resource_field_
value_101=Duemila&relational_resource_242=112567&relational_resource_387=112567
12. Parte 1 | Cos’è Twitter e da chi è usato pag 12
Gli italiani che usano i social network sono membri di almeno 2 network e tre quarti di loro li visita
giornalmente, con una media di 86,8 amici per utente19.
A quanti social network sono iscritti gli utenti italiani?
Base: utilizzatori dei social network (N=787)
In%
58
22
11
6 4 1,8
1 2 3 4 + di 4
% di utenti N° di social network media di iscrizioni ai social network per utente
Quanto spesso usano i social network gli utenti italiani?
Base: utilizzatori dei social network (N=787)
In%
4
Meno frequentemente
18 Molte volte/una volta al mese
Molte volte/una volta alla settimana
Molte volte/una volta al giorno
76
Quanti amici hanno gli utenti italiani sui social network?
Base: utilizzatori dei social network (N=787)
In%
8 12 16 21 35 7 86,8
meno 10-30 30-50 50-100 100-500 oltre i
DI 10 AMICI AMICI AMICI AMICI 500
AMICI AMICI
media di amici
19 Fonte: vedi nota 17
13. Parte 2 | L’importanza dei contenuti generati dagli utenti per la comunicazione medico-scientifica pag 13
L’importanza dei contenuti generati dagli utenti per la
comunicazione medico-scientifica
I social media si basano sulla pubblicazione via web di contenuti generati dall’utente. Contenuti
diversi da quelli cui siamo abituati, prodotti dalla stampa e dai media radio-televisivi e creati da
giornalisti o scrittori professionisti.
Quindi anche il microblogging è basato su contenuti generati dall’utente. E’ “micro” perché l’utente
ha a disposizione un numero limitato di caratteri per il messaggio (meno di quelli a disposizione per
un sms). E’ “blogging”20 perché è una specie di diario online dove le persone possono riportare pen-
sieri e opinioni e possono permettere a chi legge di interagire con il contenuto.
Ma queste caratteristiche che applicazioni possono avere per la comunicazione medico-scientifica?
La medicina via Twitter
Le nuove applicazioni tecnologiche e le nuove attitudini dei pazienti verso una medicina partecipata
(che prevede un ruolo attivo del paziente nelle questioni che riguardano la salute), stanno indiriz-
zando verso sistemi più aperti e trasparenti per accedere alle informazioni mediche.
I social media hanno il grande vantaggio di facilitare il collegamento tra le persone e la distribuzione
del contenuto ad un costo limitato, per questo Twitter è usato da diverse organizzazioni che si oc-
cupano dell’educazione e dell’insegnamento della medicina.
Scuole universitarie di medicina (@yalemedicine, @dukemedicine21) se ne servono per aiutare gli
studenti creando collegamenti virtuali all’interno delle facoltà, promuovendo la collaborazione a pro-
getti o condividendo risorse e informazioni.
Cliniche ospedaliere (@MayoClinic, @StJude) coordinano vere e proprie comunità online in cui i
pazienti possono scambiarsi esperienze e informazioni, ma anche promuovono attività e pubblicano
annunci di lavoro.
Le organizzazioni sanitarie (@WHONews, CDCFlu) usano Twitter sia per fare annunci, promuovere
informazioni e lanciare allarmi, sia per monitorare la popolazione in caso di emergenze sanitarie.
Grazie al flusso continuo di tweet, l’utente può cercare informazioni su quanto sta avvenendo in
quel momento in quel luogo. Per questo il CDC lo usa, per essere presente dove la popolazione
cerca le informazioni così da monitorare e poi raggiungere più utenti possibili.
Editori e riviste (@JAMA_current, @bmj_latest) condividono su Twitter immagini e promuovono at-
tività ed eventi.
Twitter non è usato solo per l’educazione.
Progetti come TrialX22, un servizio che aiuta i pazienti a trovare trial clinici e a mettersi in contatto
diretto con i ricercatori, hanno iniziato a utilizzarlo. In questo modo, attraverso i tweet, si estendono
le possibilità per gli interessati di essere informati sui trial.
I pazienti tra i 25 e i 34 anni si fanno influenzare dalle informazioni che trovano sui social media
20 Da oxforddictionaries.com: “La parola “blog” deriva dall’unione dei termini inglesi web ‘World Wide Web’ e log ‘regolare
e sistematica registrazione di avvenimenti o osservazioni’. (From web in the sense ‘World Wide Web’ + log in the sense
‘regular record of incidents’).” Disponibile al link: http://oxforddictionaries.com/definition/weblog#DWS-m-en_gb-msdict-
00002%E2%80%93036903
21 Nomi dei rispettivi account [nomi utente] Twitter | Vedi nota 6
22 http://trialx.com/ è un servizio lanciato nel 2008 che, tramite un sito web, aiuta i pazienti a trovare trial clinici e a contattare i
ricercatori via e-mail tramite il sito stesso.
14. Parte 2 | L’importanza dei contenuti generati dagli utenti per la comunicazione medico-scientifica pag 14
per decisioni che riguardano la salute23. Per fornire informazioni alle generazioni più giovani è quindi
necessario adottare nuove strategie comunicative, che includono i social media.
Dal momento che sono usati da un numero sempre crescente di persone, si aprono numerose op-
portunità per incentivare le iniziative di comunicazione della medicina attraverso questi strumenti.
Per farlo però c’è bisogno di un’azione collettiva da parte dei professionisti della salute, che devono
coordinarsi per pianificare strategie di intervento ben mirate.
E la prima categoria interessata è quella dei medici. La comunicazione via Twitter offre grandi op-
portunità ma anche alcuni problemi per i medici, specie se si parla di una comunicazione diretta con
i pazienti.
Per capire meglio come possono funzionare dinamiche comunicative di questo tipo, Katherine C.
Chretien nel 2010 – Professore Associato di Medicina alla George Washington University School of
Medicine and Health Sciences – ha indagato sui profili Twitter di medici considerati influenti (con più
di 500 follower - utenti che li seguono).24
Caratteristiche dei medici che utilizzano Twitter:
Medici su twitter - Caratteristiche ricavate da 260 profili pubblici
%
78,1
INDICANO NOME E COGNOME 203
%
77,7 %
70,4
202 %
TITOLO: MD 183 0,8
PUBBLICANO FOTO
DEL PROFILO DO 2 %
27,31
NON SPECIFICATO
71
%
92,3
INSERISCONO LINK A SITI WEB
240
%
16,9
LINK A SITO WEB DEL LORO STUDIO O CLINICA
44
%
47,7
LINK AL LORO BLOG
124
:
23 Terry M | Twittering Healthcare: Social Media and Medicine | 2009 | Telemedicine and e-Health | July/August 2009 | 15(6): 507-
510. doi:10.1089/tmj.2009.9955
24 Chretien K C, Azar J, Kind T | Physicians on Twitter | 2011 | JAMA, 2011, Feb 9; 305(6): 566-8
15. Parte 2 | L’importanza dei contenuti generati dagli utenti per la comunicazione medico-scientifica pag 15
Medicina interna
%
e altre specializzazioni
11,2 %
9,6
29
Chirurgia
e altre
% 25 Medici di famiglia
specializzazioni
15
%
7,3
39 19 Pediatria
%
6,2
16 Psichiatria
SPECIALIZZAZIONI
%
6,2
16 Medicina d’urgenza
%
5
13 Ostetricia e ginecologia
% %
13,5 26,5
35 Altro 69 Non specificato
%
3,5
Canada 9
% %
76,2 5,4
Stati Uniti 198 Europa 14 %
2,3
Asia 6
%
1,2
Australia 3
%
10,4
Non specificato 27
Lo studio mirava ad analizzare se la condivisione di informazioni mediche su Twitter, da parte di
utenti che dichiarano di essere medici, può influenzare positivamente la comunicazione sulla salute.
In realtà, il rischio di una connessione diretta tra medici e pazienti è quello che venga confuso il con-
fine tra cosa è di pertinenza professionale e cosa personale, ad esempio che il paziente si aspetti di
poter contattare il professionista in qualsiasi momento.
Inoltre, gli interventi comunicativi si dimostrano efficaci solo quando rilasciano informazioni che ten-
gono conto delle richieste del paziente. Per fare questo, bisogna innanzitutto studiare la demografia
della base degli utenti per raggiungere la popolazione nel modo appropriato.
Cosa più importante: gli interventi devono essere fatti usando un linguaggio adatto, che permette
all’utente di capire il messaggio nel modo corretto.
Infatti, la preoccupazione principale da parte dei professionisti della salute è che diffondere in-
formazioni tramite social media porti a inesattezze e a un uso sbagliato delle informazioni da parte
dei pazienti. La generale mancanza di familiarità con questi strumenti di comunicazione da parte dei
16. Parte 2 | L’importanza dei contenuti generati dagli utenti per la comunicazione medico-scientifica pag 16
professionisti della salute, e la loro diffidenza riguardo ai problemi di privacy e alla sicurezza delle
informazioni, apre legittimi dibattiti sul loro utilizzo per la divulgazione della medicina.
Infodemiology e Infoveillance: il microblogging come strumento per il monitoraggio
delle vaccinazioni e la prevenzione delle epidemie
Il web partecipativo (o web 2.0)25 ha dato il via alla proliferazione di contenuti generati dagli utenti.
Gli utenti stessi assumono quindi un ruolo sempre maggiore nella trasmissione delle conoscenze
perché generano, filtrano e amplificano le informazioni.
Per questo è importante monitorare le reazioni e le percezioni della popolazione durante le
situazioni di emergenza ed esaminare l’efficacia delle strategie di trasmissione delle informazioni,
per poi intervenire con campagne di comunicazione su misura.
Un nuovo metodo di monitoraggio è disponibile proprio grazie all’avvento del web 2.0: l’estrazione,
l’aggregazione e l’analisi di dati testuali raccolti online da contenuti generati dagli utenti in tempo
reale. L’estrazione di questi dati permette di ricavare un’istantanea dell’opinione pubblica circolante
e dei comportamenti che ne derivano. Non solo, permette di ipotizzare perché avvengono dei
cambiamenti e che tipo di informazione interessa di più alla popolazione26.
L’infodemiology è un nuovo campo di ricerca basato sul principio che esiste una correlazione tra la
salute pubblica e i modelli comunicativi. Gunther Eysenbach, medico e infodemiologo del Centre for
Global eHealth Innovation (University Health Network, Toronto) e del Department of Health Policy,
Management and Evaluation (University of Toronto), la definisce come “la scienza che studia la
distribuzione e i determinanti dell’informazione in un medium elettronico - nello specifico Internet - o
nella popolazione, con lo scopo finale di informare la salute pubblica e le politiche pubbliche”27.
Il metodo prevede la raccolta e l’analisi sia del contenuto (dati testuali) pubblicato, cioè della
produzione di informazione, sia del contenuto (dati testuali) cercato, cioè della domanda di in-
formazione. Inoltre in alcune situazioni, come nel caso di epidemie, può rivelarsi vantaggioso poter
correlare i dati testuali raccolti con i dati dei profili e dei collegamenti che esistono tra gli utenti coin-
volti nell’analisi.
L’infodemiology fornisce la base di dati utili al monitoraggio delle dinamiche comunicative che av-
vengono su servizi come Twitter. Servizi che permettono agli utenti di produrre contenuto a proposi-
to di un argomento (microblogging) e di inserirlo in un flusso di contenuti sullo stesso argomento
prodotti da altri utenti (social network).
L’infoveillance è l’uso dei dati infodemiologici per la sorveglianza sanitaria.
Raccogliere e analizzare sistematicamente dati estratti da contenuti pubblicati o da ricerche effettu-
ate dagli utenti, può essere utile per la sorveglianza sindromica.
Monitorare le ricerche fatte dagli utenti sul web, dà la possibilità di prevedere eventi rilevanti ai fini
della salute pubblica in base a quanto riportato direttamente dalla popolazione.
Basandosi sull’estrazione e l’analisi di contenuti generati dagli utenti, c’è però il rischio che il reale
scoppio di un’epidemia possa essere confuso con la paura dello scoppio di un’epidemia. Perciò i
dati infodemiologici vanno confrontati con quelli ricavati dalle indagini tradizionali.
25 Da Wikipedia: “Si tende a indicare come Web 2.0 l'insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato
livello di interazione tra il sito e l'utente (blog, forum, chat, wiki, flickr, youtube, facebook, myspace, twitter, google+, linkedin,
wordpress, foursquare, ecc.).” Disponibile al link: http://it.wikipedia.org/wiki/Web_2.0
26 Chew C, Eysenbach G | Vedi nota 7
27 “Infodemiology can be defined as the science of distribution and determinants of information in an electronic medium,
specifically the Internet, or in a population, with the ultimate aim to inform public health and public policy.” Eysenbach G |
Infodemiology and Infoveillance: Framework for an Emerging Set of Public Health Informatics Methods to Analyze Search,
Communication and Publication Behavior on the Internet | 2009 | J Med Internet Res 2009;11(1):e11
17. Parte 2 | L’importanza dei contenuti generati dagli utenti per la comunicazione medico-scientifica pag 17
E’ ciò che ha fatto Eysenbach in una ricerca che prevedeva la correlazione di dati raccolti con
metodi tradizionali sulla stagione influenzale 2004/2005 in Canada (per un periodo di 33 settimane),
con i dati provenienti dalle ricerche online sull’argomento influenza.28
Il metodo di raccolta dei dati da lui usato era tutt’altro che semplice o privo di limiti. Ma in generale
è emerso che le ricerche online trovavano più esatta corrispondenza e tempestività con le epidemie
dei report dei medici sentinella29.
Un’altra analisi, svolta da Natalie Henrich e Bev Holmes della School of Population and Public
Health, University of British Columbia (Vancouver, Canada), ha cercato di capire, attraverso l’analisi
di commenti ad articoli pubblicati online dagli utenti, qual era l’opinione del pubblico riguardo il vac-
cino contro l’influenza A(H1N1) e quali fattori influenzavano le loro decisioni a riguardo30. Il risultato
è stato che una fascia significativa di popolazione percepiva i rischi degli effetti collaterali di un
nuovo vaccino più alti dei rischi dell’influenza.
Il vantaggio dell’analisi dei commenti pubblicati online è che la pubblicazione avviene in tempo
reale, così i dati riflettono le attitudini della popolazione nell’esatto contesto al quale si riferiscono.
I messaggi pubblicati dagli utenti potrebbero servire per “fare una capatina” all’interno dell’opinione
pubblica e a valutare in tempo reale cosa pensa la popolazione su un determinato argomento.
Un ulteriore studio, svolto sempre da Eysenbach e Chew, ha visto applicato il metodo
dell’infoveillance questa volta proprio a Twitter, durante l’epidemia di influenza A(H1N1) nel 200931.
Lo studio ha raccolto e analizzato più di 2 milioni di tweet contenenti le parole chiave “swine flu,
swineflu and/or H1N1”. I tweet sono stati raccolti e analizzati con metodi automatizzati e i risultati
confrontati con metodi manuali: 7/10 interrogazioni automatiche concordavano con quelle manuali,
e i risultati dell’analisi concordavano con i dati ufficiali sull’incidenza dell’influenza A(H1N1).
Questi studi potrebbero suggerire che, nei casi in cui gli utenti consultano il web o i social media
prima del medico, il monitoraggio sistematico di dati testuali provenienti dalle loro ricerche e dalle
loro pubblicazioni possa integrare i metodi tradizionali di sorveglianza sanitaria.
Inoltre, un’analisi di questo tipo può non servire soltanto a cercare di prevenire epidemie, ma anche
a capire quali sono gli argomenti su cui gli utenti hanno più dubbi e paure o su cui circola disin-
formazione.
Ad esempio, un’indagine sulle conversazioni e sugli scambi informativi tra utenti a proposito delle
vaccinazioni su Twitter (che permette l’aggregazione di dati per argomenti chiave) può aiutare a
capire che tipo di informazioni richiede la popolazione, da dove arriva la disinformazione e dove av-
vengono le interruzioni nella trasmissione delle conoscenze.
28 Eysenbach G | Infodemiology: tracking flu-related searches on the web for syndromic surveillance | 2006 | AMIA Annu Symp
Proc 2006:244-248
29 Da Il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e
Promozione della Salute: “Questo sistema di monitoraggio si basa sulle segnalazioni ricevute da una rete di medici sentinella
(medici di medicina generale e pediatri di libera scelta) sparsi sul territorio. E' basato non più sulla diagnosi di malattia, ma sulla
presenza di un insieme di segni e sintomi, che costituiscono una sindrome. Questo tipo di sorveglianza è meno specifica ma
allo stesso tempo è molto più sensibile, perché prende in considerazione anche tutti i casi di diagnosi incerta che altrimenti non
verrebbero segnalati dai medici.
Questi sistemi hanno quindi l'obiettivo di identificare precocemente potenziali minacce per la salute pubblica, in modo da mettere
in atto una risposta rapida per ridurre morbilità e mortalità, e possono utilmente integrare le informazioni che derivano dalle
sorveglianze dei casi di malattie già in vigore nella maggioranza delle nazioni.”
Disponibile al link: http://www.epicentro.iss.it/focus/sorveglianza/sorveglianza.asp
30 Henrich N, Holmes B | What the Public Was Saying about the H1N1 Vaccine: Perceptions and Issues Discussed in On-Line
Comments during the 2009 H1N1 Pandemic | 2011 | PLoS ONE 6(4): e18479. doi:10.1371/journal.pone.0018479
31 Chew C, Eysenbach G | Vedi nota 7
18. Parte 3 | I vaccini, come ne parlano gli italiani via Twitter: una proposta di indagine pag 18
I vaccini, come ne parlano gli italiani via Twitter:
una proposta di indagine
Per capire come potrebbero essere usati questi metodi di monitoraggio, e per abbozzare una foto-
grafia di quello che potrebbe essere il contesto di indagine nella realtà italiana, ho raccolto e aggre-
gato i brevi messaggi di testo (tweet) pubblicati via Twitter dagli utenti italiani, nell’arco dei 10 giorni
che vanno dal 13 al 22 ottobre 2011.
Il problema che mi si è posto subito è stata la scelta del criterio con cui aggregare i tweet.
Secondo Katrin Weller e Cornelius Puschmann32 ci sono due criteri fondamentali per raggrupparli:
1) in base agli utenti e 2) in base alle parole chiave.
Il limite dell’aggregazione basata sui tipi di utente è che uno stesso account 33 può essere condiviso
da un gruppo di persone (come nel caso dei gruppi di ricerca, delle redazioni, delle aziende, etc.).
Viceversa account che riguardano gruppi di persone, enti o istituzioni possono essere gestiti da una
persona sola. Capire l’attitudine di questi tipi di utente verso un determinato argomento può quindi
risultare difficile.
L’estrazione in base alle parole chiave (o hashtag) - codificate in categorie dagli stessi utenti grazie
al simbolo # che precede la parola - è il criterio che meglio permette l’aggregazione di dati testuali
relativi a uno specifico argomento. Anche questo criterio incontra un problema: molti tweet relativi
all’argomento in esame possono andare persi se gli utenti non inseriscono “#parolachiave”, se
sbagliano (“#paroolachiave) o cambiano (“#parola_chiave) l’ortografia della parola chiave, se non
identificano la parola chiave pertinente (parolachiave #altroriferimento).
Indagine Twitter: metodo e limiti
Usare nel modo corretto il sistema degli hashtag non è semplice e mette ancora in difficoltà anche
gli utenti più esperti. Perciò per questa piccola indagine ho impostato il criterio di estrazione auto-
matica34 di dati testuali pubblici, in questo caso tweet in lingua italiana, ricercando messaggi che
contenevano le parole chiave (senza specificare #parolachiave): “vaccini, vaccino, vaccinazione,
vaccinazioni, prevenzione.” La ricerca ha fornito in totale 1255 tweet, di cui meno della metà validi ai
fini dell’indagine. Quindi ho analizzato 505 tweet, di cui 47 erano retweet35.
Per permettere un approccio che tenesse il più possibile conto della doppia natura di Twitter (social
network e microblogging) e che desse anche solo un minimo esempio delle dinamiche comunicative
che avvengono tramite questo strumento in Italia, ho poi basato l’analisi dei dati estratti su 4 princi-
pali criteri:
32 Weller K, Puschmann C | Twitter for Scientific Communication: How Can Citations/References be Identified and Measured? |
2011 | WebSci’11, June 14-17, 2011, Koblenz, Germany
33 Riporto la definizione di Treccani.it: “Nel linguaggio di Internet, la registrazione presso un provider di un utente che voglia
accedere a un determinato servizio. Per estens., l’insieme delle informazioni (nome, password, ecc.), depositate presso il
provider medesimo, che identificano l’utente.” Disponibile al link: http://www.treccani.it/vocabolario/account/
34 Non avendo a disposizione software specifici per questo tipo di indagini, ho utilizzato l’applicazione “Power Pivot - Analytics fo
Twitter” disponibile gratuitamente a chi possiede Microsoft Excel 2010.
35 Riporto la definizione di twitteritalia.blogspot.com: “Un retweet è un post su Twitter che ne riprende semplicemente e
direttamente un altro, aggiungendo la sigla RT e un reply all'utente citato.” Disponibile al link: http://twitteritalia.blogspot.
com/2009/02/cosa-vuol-dire-retweet.html
19. Parte 3 | I vaccini, come ne parlano gli italiani via Twitter: una proposta di indagine pag 19
# cos’è contenuto nel tweet (l’argomento specifico in relazione al generico “vaccini”)
@ chi ha pubblicato il tweet (le categorie di utenti che parlano dei vaccini)
☺ com’è espresso il contenuto del tweet (qual è il sentiment verso l’argomento vaccini)
http://it che tipo di link è contenuto nel tweet (a quale fonte rimanda il tweet sui vaccini)
Ho anche raccolto informazioni sul numero di follower degli utenti autori dei tweet, in modo da avere
un’idea (anche se l’approccio è molto semplificato) della capillarità e della rapidità con cui il mes-
saggio pubblicato - comprensivo di link e sentiment - si può propagare e quanti altri potenziali utenti
potrebbe influenzare.
Riconosco che non tutti i tweet rilevanti sull’argomento pubblicati nell’arco di tempo studiato (dal
13 al 22 ottobre 2011) possono essere stati raccolti. Questo perché non tutti i tweet hanno potuto
includere le parole chiave scelte da me, ma averne usate altre più generiche (ad esempio salute,
medicina, etc.) oppure molto più specifiche (ad esempio nomi commerciali dei vaccini). Nel tempo
previsto per svolgere questa piccola indagine e con le risorse a mia disposizione, non era possibile
andare oltre l’analisi delle parole chiave più dirette relative all’argomento.
Va al di là dello scopo di questa ricerca il recupero del profilo completo di ogni utente per determi-
nare le caratteristiche demografiche del campione. Ho analizzato soltanto tweet in lingua italiana
e che si riferivano all’Italia. Ho escluso, ad esempio le campagne di vaccinazione svizzere, ma ho
incluso gli italiani che, presumibilmente dalle poche informazioni del profilo, risiedono all’estero e
hanno twettato notizie relative all’Italia. Una localizzazione geografica approfondita sarebbe stata
ininfluente per un’indagine di questo tipo.
Inoltre, fattori contingenti (campagne di vaccinazione stagionali, notizie relative a nuove scoperte sui
vaccini, etc.) possono aver influenzato i risultati dell’analisi.
I messaggi testuali possono essere interpretati in modo diverso da persone diverse, e per questo
l’analisi del sentiment può non essere accurata al 100%. Inoltre l’aver a disposizione per ogni tweet
soltanto 140 caratteri fa sì che le persone operino scelte sintattiche, semantiche e lessicali che ren-
dono più difficile l’analisi del messaggio.
Infine, ho combinato una preliminare analisi automatica all’approccio manuale. Usando strumenti
per l’analisi semantica più avanzati sarà in futuro senz’altro possibile classificare i tweet in modo più
preciso.
20. Parte 3 | I vaccini, come ne parlano gli italiani via Twitter: una proposta di indagine pag 20
Gli italiani e i vaccini: gli argomenti più ricorrenti nei tweet (#)
L’analisi ha evidenziato che nei 10 giorni tra il 13 e il 22 ottobre 2011, l’attenzione degli utenti Twitter
italiani sull’argomento “vaccini/vaccino” era indirizzata principalmente verso questi argomenti:
INFLUENZA
MALARIA
VACCINAZIONI
VACCINO
BAMBINI
VACCINI
SALUTE
CANCRO
Le bolle riportano la parola dominante a rappresentanza di raggruppamenti di parole identificativi
degli argomenti in cui ho suddiviso i tweet, ovviamente in tutte le varianti ortografiche per ciascuna
(ad esempio: Influenza, INFLUENZA, anti influenza, anti-influenza, Anti influenza, etc.).
21. Parte 3 | I vaccini, come ne parlano gli italiani via Twitter: una proposta di indagine pag 21
Riporto di seguito un paio di tweet esemplificativi per ciascun argomento:
frequenza 40% 16% 15% 13% 6% 3% 2%
VACCINI MALARIA INFLUEN- VACCI- BAM- CANCRO SALUTE
(vaccino) (antimalar- ZA (antin- NAZIONE BINI (bimbi, (tumore, (sanità,
ia, antima- fluenzale, (vaccina- neonati, HPV, papil- medicina)
larico) antinflu- zioni) neonatale, lomavirus)
argomento
enza) pediatra,
pediatria,
pediatrico,
pediatriche)
la mia più I test del @Sradica- Vaccinazi- Risponde 3mila nuovi Salute. Il
grande #vaccino tAnonima one antin- il pediatra casi tumore vaccino
paura sono contro la Ricordo fluenzale "Il vaccino cervice ute- contro la
i vaccini, #malaria che io al via, un è efficace" rina in italia malaria
pen- promet- mi faccio milione http://t.co/ . Il vaccino funziona.
sate che tono bene iniettare di dosi: lbisAoIJ combatte http://t.co/
all'ultimo http://t.co/ tutti gli anni http://t.co/ #genova l'hpv gCnt5aH1
stavo per yB196krl il vaccino lpQ3aFRg #news
svenire ♥ antinfluen-
zale che
da 3 giorni
di dolori e
febbre,x 10
esempio tiket
tweet
Al via la Malaria: #Influenza Miti sulle Malaria, RT @ SANITA':
campagna un vaccino in vista: al Vaccinazio- un vaccino Dica33Else- SITI,
antinfluen- dimezza il via i #vac- ni di massa potrebbe vier: Vac- APPRO-
zale Vac- rischio di cini, gratis http://t.co/ salvare dal cini, tumori VATO
cino per le ammalarsi per le fasce W9EVYf contagio e trapianti: PIANO
categiorie (Wired.it) a rischio milioni di così il sistema NAZI-
a rischio http://t.co/ http://t.co/ bambini immunitario ci ONALE
http://t. GZbNGrqh dvVql1su http://t.co/ curerà: Dalla VACCINI
coW- L’argomento più tweettato
S6IUwDN4 conoscenza http://t.co/
3PVGVE dalle istituzioni è #influenza
del genoma, rU9C1rkM
#genova all'evoluzione
#news ... http://t.co/
ODGrbD9L
Altri argomenti sono “comparsi” nei tweet, ma con frequenza inferiore all’1%: H1N1 (suina, influen-
L’argomento più tweettato dagli
zasuina); 1bacio1vaccino; prevenzione; tetano (antitetano); farmacia (farmaceutici); è #malaria
utenti comuni
polio (antipolio, endpolio); rotavirus; autismo; HIV; mamma (mamme).
All’uscita della notizia del vaccino
L’argomento più tweettato
antimalarico sono spariti i tweet
dalle istituzioni è #influenza
sull’ #H1N1
L’argomento più tweettato dagli La parola #prevenzione è
utenti comuni è #malaria associata all’argomento vaccini
solo nell’1% dei tweet
All’uscita della notizia del vaccino
antimalarico sono spariti i tweet
sull’ #H1N1
22. Parte 3 | I vaccini, come ne parlano gli italiani via Twitter: una proposta di indagine pag 22
Il metodo di aggregazione per parole chiave (identificative degli argomenti) ha il vantaggio di per-
mettere un’analisi qualitativa, oltre che quantitativa36. Così è possibile fare ipotesi sulle ragioni di
cambiamenti improvvisi della popolarità di un argomento, e capire cosa interessa di più l’opinione
pubblica.
Nel caso della mia indagine, l’uscita il 18 ottobre della notizia sugli sviluppi del vaccino antimalari-
co37 ha causato un incremento dei tweet legati a questo argomento. La notizia ha influenzato parti-
colarmente le pubblicazioni della categoria che ho definito “utenti comuni” (vedi prossimo paragrafo)
e ha prevaricato l’argomento “influenza”, nonostante i numerosi lanci della stampa sull’inizio delle
campagne di vaccinazione stagionale.
L’arrivo di una notizia di rilievo può non solo influire sulla popolarità degli argomenti. Più avanti
cercherò di evidenziare come si può ragionevolmente supporre che possa influire anche sul senti-
ment degli utenti nei confronti dell’argomento, specie se la notizia arriva da fonti ritenute affidabili.
Chi tweetta sui vaccini: 4 categorie di utenti italiani (@)
Anche se il raggruppamento dei tweet per categorie di utenti ha diversi limiti dal punto di vista
dell’analisi del contenuto (microblogging), ho ritenuto opportuno utilizzarla per cercare di ipotizzare
le dinamiche comunicative che si instaurano su Twitter – inteso come social network – e che sono
alla base degli scambi di informazione attraverso i tweet.
Ho suddiviso gli utenti, autori dei tweet estratti automaticamente in base al criterio delle parole
chiave, in quattro categorie e riporto alcune informazioni interessanti sulle loro pubblicazioni:
istituzioni, medici, aziende private, enti e
utenti comuni stampa, editori, media
farmacie fondazioni, associazioni
account personali e tutti gli account ufficiali tutti gli account che
ad esempio l’account promotore
comunque non di testate registrate – potevano rilasciare
della campagna 1bacio1vaccino,
appartenenti alle altre giornali, radio, televi- informazioni “uffi-
organizzata da Dash e UNICEF
categorie sioni – e case editrici ciali” sull’argomento
l’unica categoria a pubbli-
care retweet è quella degli
FREQUENZA DEI TWEET PER CATEGORIE DI UTENTI utenti comuni
13-22/10/2011, n=505
In%
la categoria più attiva è quella
degli utenti comuni con 4 volte i
tweet della categoria stampa
0 50 100 degli 11 utenti della categoria
medici/istituzioni solo 3 sono
da utenti comuni da stampa da istituzioni da aziende
account ufficiali di istituzioni
pubbliche
36 Chew C, Eysenbach G | Vedi nota 7
37 Da daily.wired.it: “Malaria: un vaccino dimezza il rischio di ammalarsi.” Disponibile al link: http://daily.wired.it/news/
scienza/2011/10/18/vaccino-antimalaria-diminuisce-rischio-15057.html
23. Parte 3 | I vaccini, come ne parlano gli italiani via Twitter: una proposta di indagine pag 23
Caratteristiche degli utenti piu' attivi
@infoitsalute @votaos- @salutedom- @1bacio_1vaccino @dydme- @vegani-
pedale ani dicinaint talia
utente
numero di 45 15 7 7 6 6
tweet
numero di 83 17 2695 403 30 75
follower
utenti comuni utenti comuni utenti comuni aziende/enti utenti utenti
categoria
comuni comuni
aggregatore Sito di social weblog di an- P&G con il suo non pre- Vegani e
di notizie rating dove tonio caperna marchio Dash di sente vegetariani
è possibile giornalista nuovo insieme d'italia,
votare o a UNICEF per animalisti
lasciare un combattere il e difensori
profilo
commento tetano neonatale: dei diritti
sugli ospedali fino al 31-12, con animali!
italiani pub- un semplice click,
blici o privati. dona un vaccino
#1bacio1vaccino.
Malaria: News - Ma- Ogni regione Parte adesso la L’abuso H1N1: in
un vaccino laria: Un dovrebbe gara di solidarietà! di vaccini Germania
dimezza il nuovo vac- ritagliare Volete essere fra i e farmaci arrivano
rischio di cino dimezza una quota di primi a donare un anti-influen- a sette i
esempio di ammalarsi rischio per i risorse per la #vaccino con un zali potrebbe morti post
tweet (Wired.it) neonati - 2du- vaccinazione. click? Fatelo ora: provocare vaccino -
http://t.co/ erighe http://t. E' pericoloso http://t.co/Ruwcp- una disastro [21-11-09]
GZbNGrqh co/PZsh6YZV tagliare sulla sPy #Dash umanitario http://t.co/
prevenzione http://t.co/ EdrhuPs2
akh9nRpf
Il numero di follower degli utenti più attivi può dare un’idea della capillarità e della rapidità con cui il
messaggio pubblicato può essere propagato. Su questo punto andrebbe svolta un’indagine più ap-
profondita che non ho potuto includere in questo breve approccio analitico.
Dal punto di vista dei contenuti, tra gli utenti comuni non è raro trovare vere e proprie
“conversazioni” che, proprio per la natura del servizio in cui si svolgono, sono rese pubbliche.
Questo fa sì che gli utenti si scambino opinioni ed esperienze personali tra di loro ma visibili anche
a tutta la loro rete di follower.
E’ dimostrato che chi effettua ricerche sul web su argomenti che riguardano la salute sembra avere
preferenze per le informazioni personali38. Per questo cercare di capire qual è l’attitudine (sentiment)
degli utenti verso un argomento, può servire a fare ipotesi sulla possibilità che la rete influisca sulle
opinioni e, di conseguenza, sulle decisioni degli utenti e quali pubblicazioni influiscono di più.
38 Zillien N, Aulittzky D, Billen A, Fröhlich G | Vedi nota 9
24. Parte 3 | I vaccini, come ne parlano gli italiani via Twitter: una proposta di indagine pag 24
L’analisi del sentiment per capire cosa pensano gli utenti e se la rete influisce sulle
loro opinioni (☺)
Twitter fornisce accesso a dati testuali pubblici che permettono a strumenti efficienti e poco costosi
di ricavare il sentiment degli utenti verso un argomento.
Uno studio di questo tipo, compiuto di recente da Marcel Salathé del Department of Biology della
Penn State University,39 ha evidenziato come si può ipotizzare che un sentiment condiviso riguardo
ai vaccini possa influenzare la decisione di vaccinarsi o no. Su Twitter si trovano sia opinioni nega-
tive sia positive, l’osservazione rilevante è che le informazioni circolano più spesso tra utenti che
condividono lo stesso sentiment.
Nei social network si creano spontaneamente delle comunità, dei gruppi di utenti, che condividono
gli stessi interessi e opinioni e in cui domina un’attitudine positiva piuttosto che negativa riguardo un
argomento.
Eccone un esempio che proviene dalla mia indagine:
data tweet tipo provenienza utente
16-10-11 E già..meglio i vaccini ai farmaci "low originale @omeopatia
cost" i "veleni"antitumorali hanno già
reso abbastanza, sia in termini di...
http://t.co/ttAAvsaJ
16-10-11 RT @omeopatia: E già..meg- retweet @omeopatia @dydmedicinaint
lio i vaccini ai farmaci "low cost" i
"veleni"antitumorali hanno già reso
abbastanza, sia in termini di... http://t.co/
ttAAvsaJ
16-10-11 L’abuso di vaccini e farmaci anti-influ- originale @dydmedicinaint
enzali potrebbe provocare una disastro
umanitario http://t.co/akh9nRpf
16-10-11 Miti sulle Vaccinazioni di massa http://t. originale @omeopatia
co/Z1vkeYTh
17-10-11 Miti sulle Vaccinazioni di massa http://t. originale @dydmedicinaint
co/6gW9EVYf
Nel caso dei vaccini, questa tendenza crea il rischio che si creino raggruppamenti di utenti contrari,
in grado di influenzare la scelta di vaccinarsi oppure no di interi gruppi di popolazione. Le comunità
in cui il tasso di vaccinazione è basso risultano meno protette - anche se il tasso di vaccinazione
complessivo della popolazione è alto - per cui aumenta il rischio di scoppi di epidemie.
Per questo monitorare sistematicamente il sentiment degli utenti può servire a identificare le aree in
cui bisogna intervenire con una comunicazione più efficace, e a valutare l’efficacia degli interventi.
I tweet, che gli utenti rendono pubblici consapevolmente e in tempo reale, possono anche essere
considerati dati più “sinceri”, perché l’utente non sta rispondendo a un’indagine, ma sta comunican-
do di sua spontanea volontà.
L’analisi del sentiment si propone di capire l’attitudine di chi pubblica in merito all’argomento di
cui sta pubblicando40. L’attitudine può riguardare giudizi, valutazioni, descrizione di emozioni o la
volontà di trasmettere emozioni. Per questo un tweet può essere classificato in tre modi: positivo,
negativo e neutro.
39 Salathé M, Khandelwal S | Vedi nota 14
40 Go A, Bhayani R, Huang L | Twitter Sentiment Classification using Distant Supervision | 2009 | Disponibile al link: http://www.
stanford.edu/~alecmgo/papers/TwitterDistantSupervision09.pdf
25. Parte 3 | I vaccini, come ne parlano gli italiani via Twitter: una proposta di indagine pag 25
La brevità dei tweet e la semplicità del lessico usato di solito permettono di usare metodi automatiz-
zati di analisi del sentiment. Ma nonostante i progressi della ricerca linguistica per l’analisi sintat-
tica e lessicale automatizzata, i dati ricavati devono essere ancora supervisionati e confrontati con
metodi manuali.
L’analisi del sentiment può essere utile sia per cercare opinioni in merito ad argomenti/prodotti/ser-
vizi prima di avvalersene, sia per capire quali sono le opinioni che circolano tra gli utenti in merito a
determinati argomenti/prodotti/servizi prima di introdurli o, dopo averli introdotti, per intervenire per
migliorarli.
Riguardo la mia indagine, ho classificato ogni tweet in una delle tre categorie di sentiment, ponen-
domi per ogni messaggio la stessa domanda: “che tipo di attitudine ha l’autore del tweet verso i
vaccini?”
Riporto un paio di esempi per categoria di sentiment:
Positivo Negativo Neutro
News - Malaria, Influenza suina: PARTE LA
metà dei con- il vaccino, gli CAMPAGNA DI
tagi tra i bimbi effetti collaterali VACCINAZIONE
con nuovo vac- e le prime morti ANTINFLUENZA-
cino - Il Salva- l’utente pensa sospette - [14- LE 2011 http://t.
che i vaccini non l’utente si limita
l'utente pensa che gente http://t. 11-09] http://t.co/ co/51Go5QQE
siano utili per la a trasmettere
i vaccini siano utili co/6iUWwOp4 L2vDn7e2
prevenzione e la un’informazione
a prevenire Risponde il ORA PARLO IO Arriva l'influenza.
tutela della salute, senza lasciare
infezioni e malat- pediatra "Il vac- (secondo appun- È tempo di vac-
anzi sono dannosi trasparire alcuna
tie e a salvare cino è efficace" tamento) - Vit- cinazioni http://t.
e provocano do- opinione riguardo
vite, anche la loro. http://t.co/lbisAoIJ time dei vaccini co/fFEZAMam
lore oppure hanno l’utilità dei vaccini.
#genova #news effetti collaterali. - Quanto dovrà
durare ancora
questo geno-
cidio?: http://t.co/
uU2HTMZ3
Come ho già notato analizzando gli argomenti più frequenti, anche l’analisi del sentiment può es-
sere influenzata da un accadimento inaspettato o dall’arrivo di una notizia di rilievo. In questo caso
la notizia è sempre la stessa: i progressi del vaccino antimalarico.
All’uscita della notizia, praticamente tutte le categorie di utenti hanno condiviso l’informazione,
includendo il rimando all’articolo cui facevano riferimento. Questo ha comportato un incremento dei
tweet con sentiment positivo nel giorno dell’uscita della notizia e nei successivi 2/3 giorni, ma non
solo. In seguito all’incremento di positività portato dal vaccino antimalarico, i messaggi
“anti-vaccinazione” (con sentiment negativo) sono drasticamente diminuiti.
26. Parte 3 | I vaccini, come ne parlano gli italiani via Twitter: una proposta di indagine pag 26
QUAL E’ IL SENTIMENT DEGLI ITALIANI VERSO I VACCINI?
Indagine Twitter, 13-22/10, n=505
In%
AZIENDE + - =
ISTITUZIONI + =
STAMPA + - =
UTENTI COMUNI + - =
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
I tweet degli utenti comuni
hanno soprattutto sentiment
positivo
I tweet degli utenti italiani si
limitano spesso a riportare
informazioni da fonti web senza
esprimere opinioni personali
Nessun tweet della categoria
istituzioni ha sentiment negativo
Questi pochi dati possono far ragionevolmente presumere che non è tanto il sentiment circolante in
un dato momento su un dato argomento ad influenzare le opinioni degli utenti, ma più che altro che
siano le fonti da cui arrivano le informazioni a influenzare il sentiment generale stesso.
Twitter non come fonte ma come veicolo di fonti
Twitter è un servizio che si basa sulla pubblicazione di messaggi brevissimi che contengono spesso
collegamenti ipertestuali ad altre pagine web. “In un certo senso i tweet sono veri nodi ipertestuali
di una rete di messaggi relativi a un argomento. Privilegiano l’immediatezza della comunicazione
fornendo il motivo essenziale dell’informazione, trascinando il lettore in un dialogo costellato di citazioni” 41.
Queste citazioni possono essere sia esterne (i link contenuti nei tweet che rimandano ad altre
pagine web), sia interne (attraverso i retweet, che rimandano a quanto pubblicato da un altro utente,
ma sempre nell’ambito di Twitter).
Inoltre, il microblogging consente di monitorare nel tempo l’interesse e l’attitudine verso determinati
argomenti.
41 Ciappelloni R | Twitter o la brevità nell’informazione scientifica: un modello letterario quantizzato | 2010 | Webzine Sanità
Pubblica Veterinaria: Numero 58, Febbraio 2010 [http://www.spvet.it/] ISSN 1592-1581
27. Parte 3 | I vaccini, come ne parlano gli italiani via Twitter: una proposta di indagine pag 27
L’analisi svolta da Eysenbach e Chew nel 200942 ha evidenziato che i tweet più condivisi erano
quelli che contenevano collegamenti a fonti di informazione (52,6%) – o disinformazione (4,5%) – e
che il 61,8% dei tweet conteneva link.
I siti di testate erano la fonte principale (23,2%), mentre le agenzie governative e di salute avevano
collegamenti solo nell’1,5% dei casi. In ogni caso, il 90,2% dei messaggi includeva link quando la
citazione della fonte era opportuna. Inoltre, sia la diffusione virale delle informazioni che le cam-
pagne via Twitter hanno influito sul volume dei tweet.
Questo dato lascia ragionevolmente presumere che gli utenti sono meno propensi a condividere
(retwettare) il semplice aggiornamento di status di un altro utente e che ci sia un potenziale scarso
interesse, o una scarsa percezione di beneficio, nel propagare informazioni personali di “seconda
mano”.
Inoltre, nonostante le istituzioni sanitarie fossero spesso menzionate come conseguenza di citazioni
(ad esempio di titoli di notizie), i link diretti ai loro siti erano scarsamente frequenti, al principio. Solo
in un secondo momento c’è stata una crescita di collegamenti a siti di organismi istituzionali. Questa
crescita potrebbe lasciare supporre che gli utenti avessero iniziato a riconoscere l’utilità di rivolgersi
alle fonti ufficiali.
Questo può fare ragionevolmente presumere che i tweet possono essere usati non solo per l’analisi
in tempo reale dei contenuti, ma anche per ricerche su come le conoscenze si trasmettono tra gli
utenti.
Usare Twitter per effettuare studi infodemiologici sulla salute pubblica, oltre che a monitorare gli
sviluppi di eventuali epidemie, potrebbe permettere alle autorità di rispondere direttamente e in
tempo reale alle richieste di informazione da parte degli utenti. La risposta potrebbe non tanto es-
sere pubblicata sul social network, ma Twitter potrebbe servire da tramite per far sapere all’utente
che sul sito dell’autorità può trovare la risposta alla sua domanda, accedendo direttamente dal link
contenuto nel messaggio.
Data la crescente prevalenza nell’uso dei social media, le nuove generazioni si aspettano proba-
bilmente un certo livello di “abilità tecnologica“ da parte delle autorità sanitarie. Questo potrebbe
essere uno dei motivi per cui sembra che gli utenti si fidino delle informazioni che trovano sul web.
Un report del Pew Research Center’s Internet & American Life Project riporta che tre quarti degli
utenti che cercano informazioni online non indaga in modo approfondito sulle fonti delle informazioni
che trova.43
Per cercare di ipotizzare se anche gli utenti italiani la pensano così, ho svolto un semplice sondag-
gio via web, per capire quali sono i comportamenti degli utenti che cercano informazioni (in partico-
lare di medicina/salute) e se ritengono Twitter un utile veicolo di informazione.
42 Chew C, Eysenbach G | Vedi nota 7
43 Cain J, Romanelli F, Fox B | Pharmacy, social media, and health: Opportunity for impact | 2010 | Journal of the American
Pharmacists Association, 50:6, Nov/Dec 2010
28. Parte 3 | I vaccini, come ne parlano gli italiani via Twitter: una proposta di indagine pag 28
Sondaggio web: metodo e limiti d’indagine
Ho effettuato l’indagine attraverso la somministrazione di un questionario via web (http://goo.gl/Kj9IR)
a quattro popolazioni, individuate tra
• early adopter (persone che hanno appena iniziato a usare Twitter)
• adopter (persone che fanno uso di Twitter)
• potential adopter (persone che potrebbero fare uso di Twitter)
• resistant (persone che non fanno uso di Twitter)
Ho formulato il questionario muovendo da obiettivi specifici e individuando per ciascuno gli argo-
menti che hanno portato allo sviluppo del questionario stesso:
• frequenza di condivisione dei link
• motivi di condivisione dei link
• affidabilità percepita dei link condivisi
Ho raccolto i dati nel periodo dal 5 al 12 novembre 2011, utilizzando uno strumento web gratuito
(Google). Questo rappresenta un limite per l’indagine perché lo strumento non impedisce la duplica-
zione, cioè non è stato possibile verificare se la stessa unità statistica compilasse il questionario più
di una volta.
L’impossibilità di utilizzare caselle di controllo adeguate, ha reso possibile l’inserimento di unità
statistiche incomplete o contrastanti, che pertanto non ho incluso nell’elaborazione dei dati.
Il campione esaminato non è da ritenersi statisticamente significativo, poiché non è casuale e tutte
le risposte considerate sono state ottenute su base volontaria. Ho pertanto presunto la significativa
dei dati.
Riassumo con infografiche i risultati del sondaggio web, 5-12/11/2011, n=206
I PARTECIPANTI I PARTECIPANTI CHE US
In% In% Pensano che i tweet conte
Sesso M F
Età Aprono i link che trovano
15-20 21-30 31-40 41-50 51-60 + 61
Usano Twitter NO SI
Pensano che i link portino
0 50 100
I PARTECIPANTI I PARTECIPANTI CHE USANO TWITTER
0 50
I PARTECIPANTI CHE USANO TWITTER CONDIVIDONO LINKtweet contengano info utili:
In% In% Pensano che i PERCHÉ mai qualche volta
Sesso M F %
Età 8 Aprono i link che trovano nei tweet
15-20 21-30 31-40 41-50 51-60 + 61
%
Il titolo
Usano Twitter NO SI
è 39
accattivante L’articolo 1 utilizzato
è
Pensano che i link portino su siti inaffidabili: link che rima
0 50 100
interessante salute
0 50 100
I PARTECIPANTI CHE USANO TWITTER CONDIVIDONO LINK PERCHÉ
PERCHÉ mai qualche volta % spesso sempre
CONDIVIDONO La maggior p
LINK
Il sito
è
3 preferisce c
% affidabile