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(I piani “dell’espansione”)




Il PRG Intercomunale di Venezia, 1962
PRG Pavia, 1976
Stralcio di
azzonamento
Legge regionale della Toscana n.5 del 1995
Tavola n.6 Schema direttore e Progetti norma
Esempi: regolamento urbanistico (piano operativo) di Prato
Le potenzialità e i limiti del “modello bipartito” del piano
Il rischio maggiore: l’adattamento burocratico a procedure imposte
dalla Legge
I limiti del modello bipartito nella separazione tra piano strutturale-
strategico e operativo.
Il Piano Strutturale è davvero stabile nel tempo?


Le questioni aperte: almeno tre campi (intrecciati) nei quali si
gioca l’innovazione metodologica, tecnologica e tecnica
• Il piano e la partecipazione
• I SIT e Web-Gis
• La Vas
La ricostruzione del clima in cui si delinea il
“modello bipartito” del piano




L’evoluzione della forma-piano (regolatore
generale): dal piano “classico” al “modello
bipartito” al modello tripartito lombardo
L’identità dei luoghi e la discussione sulla
carta dei valori e dei luoghi sulla quale
fondare una visione condivisa del nostro
futuro


Il piano strutturale come espressione della
vision
Legge regionale 12 novembre 1997, n. 34 “Modifiche alla legge regionale 19
novembre 1991, n. 52”

La formazione del nuovo PTRG coordinato da Roberto Barocchi

Art.1 (Contenuti ed elementi del PRGC)
1. All'articolo 30, comma 1, della legge regionale 19 novembre 1991, n. 52, la lettera
a) e' sostituita dalla seguente: << a) gli obiettivi e le strategie, anche suddivisi
per ambiti territoriali, che l'Amministrazione comunale intende perseguire con il
piano per la definizione degli interventi di attuazione, nonche' di revisione od
aggiornamento del piano; >>.

2. 1 bis) relazione con l'indicazione motivata dei limiti di flessibilita', riferiti agli
specifici contenuti del piano, per l'attuazione, la revisione o l'aggiornamento del
piano medesimo; la flessibilita' non puo' consentire l'incremento di aree destinate
alle funzioni di piano superiore al 10 per cento, in relazione alla quantita'
complessiva delle superfici previste per le diverse funzioni, attuabile anche con piu'
interventi successivi, con esclusione di riduzioni delle superfici delle zone forestali e
di tutela ambientale; >>.
3. All'articolo 30, comma 5, lettera b), della legge regionale 52/1991, il numero 2) e'
sostituito dal seguente:
Regione Friuli-Venezia Giulia
Legge Regionale 23 febbraio 2007, n. 5 art 2

e) pianificazione comunale: la funzione di pianificazione generale, territoriale e
urbanistica del Comune che si articola nei livelli strutturale e operativo;

g) piano strutturale comunale (PSC): lo strumento di pianificazione del Comune che
definisce gli indirizzi, le prescrizioni, nonché gli obiettivi strategici per la pianificazione
dell'intero territorio comunale;

h) piano operativo comunale (POC): lo strumento urbanistico del Comune che
stabilisce le regole per la conservazione, valorizzazione, organizzazione e
trasformazione di tutto il territorio comunale, individuando le azioni per il
raggiungimento degli obiettivi del PSC;

ix)documento preliminare di piano (DPP): il documento che contiene lo schema
dell'assetto del territorio e individua limiti e condizioni di trasformazione per lo sviluppo
sostenibile;

l) piani attuativi comunali (PAC): l'insieme degli strumenti urbanistici di iniziativa
pubblica e privata previsti dalla legge per dare attuazione alle previsioni degli
strumenti di pianificazione comunale e sovracomunale;
Art. 15
Piano strutturale comunale.
1. Il Piano strutturale comunale ha durata indeterminata e:
a) costituisce il quadro conoscitivo del territorio comunale idoneo a delineare le
strategie e le azioni per lo sviluppo, conservazione e valorizzazione delle risorse
essenziali;
b) recepisce le prescrizioni di PTR;
c) fissa gli indicatori di monitoraggio per la valutazione ambientale strategica (VAS);
d) stabilisce i criteri per l'utilizzazione delle risorse essenziali di livello comunale;
e) individua gli ambiti urbanizzati, non urbanizzati, urbanizzabili e la rete delle
infrastrutture, definiti secondo le tipologie e nei limiti del PTR;
f) definisce la metodologia e i criteri, nonché i limiti, per l'individuazione degli ambiti
di perequazione urbanistica, di compensazione urbanistica e di compensazione
territoriale.
2. Il PSC è rappresentato mediante l'utilizzo di piattaforme informatiche secondo le
modalità previste dal regolamento di attuazione della presente legge.
Art. 16
Finalità strategiche del PSC.
1. Il PSC persegue le seguenti finalità strategiche:
a) la conservazione e la valorizzazione del territorio comunale attuando le
previsioni del PTR anche in relazione ai profili naturalistico, ambientale,
paesaggistico, culturale, storico e la riqualificazione urbana e ambientale;
b) le migliori condizioni per la crescita economica del Comune e lo
sviluppo sostenibile della competitività del sistema comunale;
c) la coesione sociale della comunità, nonché l'integrazione territoriale,
economica e sociale del Comune con i territori contermini;
d) il miglioramento della condizione di vita degli individui, della comunità,
degli ecosistemi e, in generale, l'innalzamento della qualità ambientale;
e) le migliori condizioni per il contenimento del consumo dell'energia e del
suolo, anche con lo scopo di mantenere la più estesa fruizione a scopi
agricoli e forestali, nonché per lo sviluppo delle fonti energetiche
alternative;
f) la sicurezza rispetto ai rischi correlati all'utilizzo del territorio comunale.
Art. 17
Procedura di formazione del PSC.
5. Il Comune pubblica l'avviso di adozione del PSC
sul Bollettino Ufficiale della Regione e
contestualmente deposita il PSC presso la propria
sede per trenta giorni, entro i quali chiunque può
formulare osservazioni.
6. Il Consiglio comunale decide motivatamente sulle
osservazioni e approva il PSC qualora non siano
introdotte modifiche ai contenuti dell'intesa. Il PSC
approvato è trasmesso alla Regione.
Legge del Veneto
Livelli di pianificazione
Comma 4, lettera a)
PAT (piano di assetto del territorio
comunale), PATI (se intercomunale)
-PI (piano degli interventi comunali)
PUA (piani urbanistici attuativi)
PTCP (piano territoriale di coordinamento
provinciale)
PTRC (piano territoriale regionale di
Art. 3, comma 5


Ai fini dell’adozione di PTRC, PTCP, PAT e PATI l’ente
territoriale competente elabora un documento preliminare


Il doc. prelim. contiene, in particolare:
• Gli obiettivi generali
• Le scelte strategiche di assetto del territorio
• le indicazioni per lo sviluppo sostenibile e durevole del
territorio
Il Documento preliminare


quadro di riferimento urbano-territoriale per
il piano

elabora una vision,

Indirizza procedure di ascolto e di
partecipazione dei cittadini
La partecipazione

Si può, autonomamente, senza che lo
imponga la Legge 11
L.R. n.11 del 23.4.2004
                     P.A.T.
• Contenuti:
• invarianti strutturali di natura geologica,
  geomorfologica, idrogeologica, paesaggistica e
  ambientale, storico monumentale,
  architettonica;
• ambiti a cui attribuire i corrispettivi gradi di
  tutela;
L.R. n.11 del 23.4.2004
                      P.A.T.
• Contenuti:
• dotazione minima dei servizi-standard;
• infrastrutture e attrezzature di maggiore
  rilevanza;
• determina A.T.O. e il dimensionamento;
• Linee preferenziali di sviluppo insediativo e
  trasformazione;
L.R. n.11 del 23.4.2004
                    P.A.T.
• Contenuti:
• modalità di applicazione perequazione;
• Sportello unico attività produttive;
• aree di urbanizzazione consolidata dove sono
  sempre possibili gli interventi;
• contenuti per i programmi complessi;
L.R. n.11 del 23.4.2004
             Piano degli Interventi
•   Contenuti:
•   come l’attuale P.R.G.
•   superamento z.t.o. D.M. 2.4.1968 n.1444
•   Validità:
•   5 anni per aree di trasformazione e previsione
    degli standard.
L.R. n.11 del 23.4.2004
                       P.U.A. (art.19)
• Contenuti:
• come Piano Attuativo pubblico nella procedura
• Adozione: Giunta Comunale
• Approvazione: Consiglio Comunale
• Validità:
• validità delle singole fattispecie di Piani attuativi (P.P.-
  P.d.R. - P.d.L.- P.E.E.P. - P.I.P. - P.I.R.U.E.A.)
• Quadro conoscitivo

• La V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica)
   obbligatoria per P.T.R.C., P.T.C.P., P.A.T.,
  P.A.T.I.
7 Soggetti interessati alle consultazioni (Comune di Silea)
La fase partecipativa viene prevista dalla normativa regionale dopo l’approvazione del
Documento Preliminare, e verrà opportunamente attivata nel momento in cui la Rapporto
Ambientale Preliminare diventerà parte organica del Documento preliminare.
I soggetti interessati e invitati a partecipare alla fase di consultazione,oltre alla
popolazione stessa del comune di Silea, sono i seguenti:
• Regione Veneto
• Provincia di Treviso
• ARPAV Dipartimento Provinciale di TREVISO
• Vigili del Fuoco
• Parco Naturale Del Fiume Sile
• Genio Civile di Treviso
• Consorzio Bonifica Piave
• A.T.V.O.
• Soprintendenza Beni Culturali e Paesaggistica
• Soprintendenza Beni Archeologici
• Consorzio Intercomunale Priula
• Azienda Servizi Pubblici Sile Piave Spa
• ULSS 9
• CRI Treviso
• Autostrade per l'Italia Spa
• A.N.A.S. S.p.a.
• Veneto Strade S.p.a.
• ACTT
7 Soggetti interessati alle consultazioni
• R.F.I. Rete Ferroviaria Italiana
• ASCOM
• Lega Ambiente
• Italia Nostra
• Gli ordini professionali: Ingegneri, Architetti, Geologi, Geometri, Agronomi
• Assindustria
• CCIAA
• Gruppo Giovani Imprenditori c/o Assindustria
• Unione Artigiani e Piccola Industria
• Unione Provinciale Agricoltori
• Le parrocchie
• Veneto Agricoltura
• Co.P. Agri
• Associazione Provinciale Allevatori
• Federazione Coltivatori Diretti
• Confederazione Italiana Agricoltori
• Confesercenti
• Enel Rete Gas
• ENEL Distribuzione S.p.a.
• CGIL
• CISL
• UIL
• APPIA
Milano
Dopo il Piano Regolatore del 1980
- Progetto Passante 1982
- Progetti d’area 1985
- Documento direttore delle aree industriali
   dismesse 1988
La legge regionale della Lombardia n.1 19 febbraio
  2001 introduce il Piano dei Servizi

L’indifferenza dei servizi in base alla zona omogenea

Il piano ha il compito di individuare i concreti bisogni
   della collettività e gli obiettivi di miglioramento della
   qualità urbana che l’Amministrazione persegue
LEGGE REGIONALE 11 marzo 2005,
N. 12
"Legge per il governo del territorio"

Art. 7.
Piano di governo del territorio.
1. Il piano di governo del territorio, di seguito
denominato PGT, definisce l’assetto dell’intero
territorio comunale ed è
articolato nei seguenti atti:
a) il documento di piano;
b) il piano dei servizi;
c) il piano delle regole.
Art. 8.
Documento di piano.
1. Il documento di piano, anche avvalendosi degli strumenti di cui all’articolo
3, definisce:
d)il quadro ricognitivo e programmatorio di riferimento
b) il quadro conoscitivo del territorio comunale
c) l’assetto geologico, idrogeologico e sismico
2. Sulla base degli elementi di cui al comma 1, il documento di piano:
h)individua gli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione
b) determina gli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo del PGT
c) determina, in coerenza con i predetti obiettivi e con le politiche per la mobilità, le
politiche di intervento per la residenza, ivi comprese le eventuali politiche per l’edilizia
residenziale pubblica, le attività produttive primarie, secondarie e terziarie, ivi
comprese quelle della distribuzione commerciale, evidenziando le scelte di rilevanza
sovracomunale, in applicazione dell’articolo 15, commi 1 e 2, lettera g);
d) dimostra la compatibilità delle predette politiche di intervento e della mobilità con
le risorse economiche attivabili dalla pubblica amministrazione
e) individua, anche con rappresentazioni grafiche in scala adeguata, gli ambiti di
trasformazione, definendone gli indici urbanistico-edilizi in linea di massima, le
vocazioni funzionali e i criteri di negoziazione, nonché i criteri di intervento,
preordinati alla tutela ambientale, paesaggistica e storico-monumentale, ecologica,
geologica, idrogeologica e sismica, laddove in tali ambiti siano comprese aree
qualificate a tali fini nella documentazione conoscitiva;
pdf
Piano dei servizi.
I comuni redigono ed approvano il piano dei servizi al fine di assicurare una
dotazione globale di aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e
generale, le eventuali aree per l’edilizia residenziale pubblica e da dotazione a
verde, i corridoi ecologici e il sistema del verde di connessione tra territorio
rurale e quello edificato, nonché tra le opere viabilistiche e le aree urbanizzate
ed una loro razionale distribuzione sul territorio comunale, a supporto delle
funzioni insediate e previste.

Il piano dei servizi esplicita la sostenibilità dei costi di cui al comma 3, anche in
rapporto al programma triennale delle opere pubbliche

Nelle zone montane i comuni tengono conto delle previsioni dei piani di sviluppo
socioeconomico delle comunità montane.

Il piano dei servizi può essere redatto congiuntamente tra più comuni confinanti
e condiviso a livello operativo e gestionale.

Il piano dei servizi deve indicare i servizi da assicurare negli ambiti di
trasformazione di cui all’articolo 8, comma 2, lettera e), con particolare
riferimento agli ambiti entro i quali è prevista l’attivazione di strutture di
distribuzione commerciale, terziarie, produttive e di servizio caratterizzate da
rilevante affluenza di utenti.
Il piano dei servizi è integrato, per quanto riguarda l’infrastrutturazione del sottosuolo,
con le disposizioni del piano urbano generale dei servizi nel sottosuolo (PUGSS), di cui
all’articolo 38 della l.r. 12 dicembre 2003, n. 26.
Sono servizi pubblici e di interesse pubblico o generale i servizi e le attrezzature
pubbliche, realizzati tramite iniziativa pubblica diretta o ceduti al comune nell’ambito di
piani attuativi, nonché i servizi e le attrezzature, anche
privati, di uso pubblico o di interesse generale, regolati da apposito atto di
asservimento o da regolamento d’uso, redatti in conformità alle indicazioni contenute
nel piano dei servizi, ovvero da atto di accreditamento dell’organismo
competente in base alla legislazione di settore, nella misura in cui assicurino lo
svolgimento delle attività cui sono destinati a favore della popolazione residente nel
comune e di quella non residente eventualmente servita.
Le previsioni contenute nel piano dei servizi, concernenti le aree necessarie per la
realizzazione dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale, hanno carattere
prescrittivo e vincolante.
I vincoli preordinati all’espropriazione per la realizzazione, esclusivamente ad opera
della pubblica amministrazione, di attrezzature e servizi previsti dal piano dei servizi
hanno la durata di cinque anni, decorrenti dall’entrata in vigore del piano stesso. Detti
vincoli decadono qualora, entro tale termine, l’intervento cui sono preordinati non sia
inserito, a cura dell’ente competente alla sua realizzazione, nel programma triennale
delle opere pubbliche e relativo aggiornamento, ovvero non sia stato approvato lo
strumento attuativo che ne preveda la realizzazione.
Non configurano vincolo espropriativo e non sono soggette a decadenza le
previsioni del piano dei servizi che demandino al proprietario dell’area la
diretta realizzazione di attrezzature e servizi, ovvero ne contemplino la facoltà
inalternativa all’intervento della pubblica amministrazione.

Il piano dei servizi non ha termini di validità ed è sempre modificabile.

La realizzazione di attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale,
diverse da quelle specificamente previste dal piano dei servizi, non comporta
l’applicazione della procedura di variante al piano stesso ed è autorizzata
previa deliberazione motivata del consiglio comunale.
Piano delle regole.
1. Il piano delle regole:
a) definisce, all’interno dell’intero territorio comunale, gli ambiti del tessuto urbano
consolidato, quali insieme delle parti di territorio su cui è già avvenuta l’edificazione
o la trasformazione dei suoli, comprendendo in essi le aree libere intercluse o di
completamento;
b) indica gli immobili assoggettati a tutela in base alla normativa statale e regionale;
c) individua le aree e gli edifici a rischio di compromissione o degrado e a rischio di
incidente rilevante;
d) contiene, in ordine alla componente geologica, idrogeologica e sismica
e) individua:
1) le aree destinate all’agricoltura;
2) le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche;
3) le aree non soggette a trasformazione urbanistica.
2. Entro gli ambiti del tessuto urbano consolidato, il piano delle regole
individua i nuclei di antica formazione ed identifica i beni ambientali e storico-
artistico-monumentali oggetto di tutela ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio
2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della
legge 6 luglio 2002, n. 137) o per i quali si intende formulare proposta motivata di
vincolo. Il piano delle regole definisce altresì, con riferimento a quanto stabilito
dall’articolo 8, comma 1, lettera b), le caratteristiche fisico-morfologiche che
connotano l’esistente, da rispettare in caso di eventuali interventi integrativi o
sostitutivi, nonché le modalità di intervento, anche mediante pianificazione attuativa
o permesso di costruire convenzionato, nel rispetto dell’impianto urbano esistente,
ed i criteri di valorizzazione degli immobili vincolati.
3. Per gli ambiti di cui al comma 2, inoltre, identifica i seguenti parametri da
rispettare negli interventi di nuova edificazione o sostituzione:
a) caratteristiche tipologiche, allineamenti, orientamenti e percorsi;
b) consistenza volumetrica o superfici lorde di pavimento esistenti e previste;
c) rapporti di copertura esistenti e previsti;
d) altezze massime e minime;
e) modi insediativi che consentano continuità di elementi di verde e continuità del
reticolo idrografico superficiale;
f) destinazioni d’uso non ammissibili;
g) interventi di integrazione paesaggistica, per ambiti compresi in zone soggette a
vincolo paesaggistico ai sensi del
D.Lgs. 42/2004;
h) requisiti qualitativi degli interventi previsti, ivi compresi quelli di efficienza
energetica e mitigazione delle
infrastrutture della viabilità con elementi vegetali tipici locali.
4. Il piano delle regole:
a) per le aree destinate all’agricoltura:
1) detta la disciplina d’uso, di valorizzazione e di salvaguardia, in conformità con
quanto previsto dal titolo terzo della parte seconda;
2) recepisce i contenuti dei piani di assestamento, di indirizzo forestale e di bonifica,
ove esistenti;
3) individua gli edifici esistenti non più adibiti ad usi agricoli, dettandone le normative
d’uso;
b) per le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche detta ulteriori regole
di salvaguardia e di valorizzazione in attuazione dei criteri di adeguamento e degli
obiettivi stabiliti dal piano territoriale regionale, dal piano territoriale paesistico
regionale e dal piano territoriale di coordinamento provinciale;
c) per le aree non soggette a trasformazione urbanistica individua gli edifici esistenti,
dettandone la disciplina d’uso e ammette in ogni caso, previa valutazione di possibili
alternative, interventi per servizi pubblici, prevedendo eventuali mitigazioni e
compensazioni agro-forestali e ambientali.

5. Le indicazioni contenute nel piano delle regole hanno carattere vincolante e
producono effetti diretti sul regime giuridico dei suoli.

6. Il piano delle regole non ha termini di validità ed è sempre modificabile.
PGT di Milano
2.0 OBIETTIVI E STRATEGIE
2.1 La città attrattiva
2.1.1 Milano metropoli a rete tra centro e periferia
2.1.2 Lo sviluppo urbano in coerenza con il progetto dell’assetto infrastrutturale
2.1.3 L’incremento abitativo e la casa per tutti
2.1.4 L’incentivazione della creatività e del terziario propulsivo
2.1.5 La tutela delle identità di quartiere e degli ambiti monumentali e paesaggistici

2.2 La città vivibile
2.2.1 La permeabilità dei grandi sistemi ambientali e la connessione con i nuovi parchi urbani
2.2.2 Preservare e promuovere un uso efficiente degli ambiti agricoli
2.2.3 Il rinnovamento fisico e funzionale del territorio contaminato o dismesso
2.2.4 L’acqua come presupposto ambientale irrinunciabile per Milano
2.2.5 L’urbanistica verso una politica energetica innovativa

2.3 La città efficiente
2.3.1 La qualità diffusa dei servizi
2.3.2 Le centralità di quartiere e la micropermeabilità del verde
2.3.3 I tempi senza pause della città
2.3.4 Gestione e manutenzione della città e degli spazi pubblici
2.3.5 La sussidiarietà quale principio di relazione virtuosa pubblico-privato
Garantire, attraverso un governo
condiviso degli assetti e delle
trasformazioni territoriali,
la piena coesione sociale e il rispetto
dei valori dell’individuo, anche
mediante un’equa
accessibilità ai beni e ai servizi, alle
opportunità di lavoro, di impresa e di
partecipazione
La partecipazione si è risolta in alcune pubblicazioni di
   determine
Una conferenza di valutazione e orientamento sul documento di
   scoping della VAS
Una seconda conferenza di valutazione con gli stekholders
Pubblicazione sul di un sito delle informazioni elaborate
Invio della proposta ai consigli di zona
Un forum pubblico

Al documento della vas sono arrivate 14 osservazioni: 5 privati,
   la Provincia di Milano, il PASM. l’ASL. l’ARPA
-Le associazioni Ciclobby-genitori antismog-Lipu –wwf, Italia
   Nostra, INU, Legambiente e un comitato locale
New urbanism e nuove forme del piano




                                       19
COMUNE DI PORTOBUFFOLE'                            PROVINCIA DI TREVISO
                DITTE: MACCAN IMMOBILIARE S.R.L.
                         ZANATTA IMMOBILIARE S.A.S.
                                                                                                                                                                                 SCHEMA DI IMPIANTO E SELEZIONE DELLE ESSENZE DEL BOSCO PLANIZIALE
                         RIELLO PERA ADRIANO
                         R.M.1. S.N.C.



                                     1:1000

                                 Marzo 2001

                                                                                                                                                                             S ES TO D I IMPIAN TO 2 .5 m
                                                                                                                                                                                A lb eratura al p r mo anno d'impi anto
                                                                                                                                                                                                  i                        A lb eratura al qui nto anno d 'impianto         A lb eratura al d ec imo anno d 'i mpianto


       PIANO DI LOTTIZZAZIONE INDUSTRIALE "BASTIE"

Tav.      Oggetto:


   4
                                                                                                                                                                                                                                                                           LEGENDA
                          PLANIMETRIA GENERALE

                                                                                                                                                                                                                                                                           Salice
                                                                                                                                                                                                                                                                           Ontano
                                                                                                                                                                                                                                                                           Pioppo nero


                                                                                                                                                                                                                                                                           Quercia
                                                                                                                                                                                                                                                                           Carpino
                                                                                                                                                                                                                                                                           Acero
                                                                                                                                                                                                                                                                           Olmo


                                                                                                                                                                                                                                                                           Alberatura esistente
                                                                                                                                                                                                                                                                           Siepe di carpino
                                                                                                                                                                                                                                                                           Limite S.U.A.




                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    PREVISIONE DI PIANO                                                                                                                                                SCALA 1:2000
                                                                                                                                    10



                                                                                                                                                                                      11




                                                                                                                                                                                                                          12
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          E VEN TUA LE PON TE PER AC CES SO AD ALTRA PROPRIETA'




                                                                                                                                                                                                                                                                      13
                                                                                                                            9
                                                                                                                                                                                                                                                                              14




                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    S TRADA DI SERVIZIO
              PARAMETRI DI EDIFICABILITA'
               LOTTI SUPERFICIE FONDIARIA     SUPERFICIE EDIFICABILE
                              mq.                     mq.

                1           4.435                    1.180
                                                                                      A CE RO - S ES TO D I IMPIAN TO 5 m
                2           5.908                    3.325
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              P ER CORS O PE DONA LE E D I SE RV IZIO IN TERRA BATTURA


                3           20.353                   13.000

                4           20.464                   13.462
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              4
                5           14.987                   9.000                                                                                     8                                            7                                          6                                                                       5
                6           7.824                    4.450

                7           7.746                    4.450

                8           10.038                   6.050

                9           5.717                    3.450

                10          16.252                   10.000

                11          6.887                     4.150                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              A CC ES SO D I SE RV IZIO A L ME TA NODOTTO


                12          6.590                     4.150
                                                                                                                                P IOPP O NE RO - S ES TO D I IMPIAN TO 8 m                                                                                                                                                                                                                                    PRATO STABILE
                13          2.330                    1.400

                14          3.794                     2.179

                                                 Tot. 80.246




                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                  1

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                             R 3m




                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                             R 3m


                                                                       SEZIONE TIPO
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          3
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      2


                                                                                                                                                                                                                                                                                                 P AR CH EGGIO PE R ME ZZIPESANTI




                 ACERO                                                                                                                                         ACERO




                                                                                                                                                       SCALA 1:50
ATTO INTEGRATIVO
ALL’ACCORDO DI PROGRAMMA
1994 PER LA QUALIFICAZIONE E
LO
SVILUPPO DEL SISTEMA
FIERISTICO LOMBARDO

PROCEDURA DI VAS

Documento di Scoping
Individuazione
    dell’ambito di
    trasformazione
    urbana 1994

Prima variante
    all’accordo di
    programma 2003

Seconda varianet
   all’accordo di
   programma 2009
• 11 Il processo partecipativo
• 11.1 La mappatura dei soggetti coinvolti
• Il processo di partecipazione alla VAS e e sara sviluppato in
  supporto all’autoritaprocedente, sfruttando diverse
  tipologie comunicative al fine di raggiungere in modo
  efficace tutti i soggetti coinvolti e garantire la trasparenza e
  laripercorribilita del processo.
• Qualunque sara la modalita partecipativa adottata, saranno
  predisposti, quando richiesti, elaborati finalizzati alla
  comunicazione delle proposte progettuali anche per il
  pubblico. Infine, gli esiti dell’attivita di partecipazione
  saranno inclusi nel Rapporto Ambientale e confrontati con
  le reali scelte pianificatorie, diventando cosi parte
  integrante del procedimento di valutazione ambientale
  strategica
I temi che al momento attuale si propongono sono:
1) presentazione dello scoping alla cittadinanza con la finalita di
comunicare il percorso VAS e di raccogliere dubbi, richieste, temi
conflittuali, problematiche aggiuntive dalle quali far emergere i temi
per gli incontri successivi, ulteriori ai tematismi proposti nei punti
successivi,
2) effetti della nuova mobilita e sistema dei parcheggi,
3) effetti sul sistema del verde e la disponibilita/fruizione degli spazi
pubblici,
4) nuovi servizi offerti e l’integrazione con i servizi di zona esistenti.
Le date in cui si terranno le Conferenze di valutazione saranno rese
note mediante pubblicazione sul sito web della Regione, della
Provincia e del Comune, nonche comunicate ai soggetti sopraindicati
mediante e-mail.
Segue la tabella contenete la geografia degli attori coinvolta nel
processo di VAS.
Accordo di programma per la trasformazione urbanistica delle aree
  ferroviarie dismesse di Milano (2008). Documento scoping

La conferenza di valutazione sarà articolata in due sedute:
conferenza di valutazione introduttiva, di avvio del confronto, finalizzata ad illustrare la metodologia
specifica adottata per la predisposizione del Rapporto ambientale e per lo svolgimento delle attività
operative della VAS, programmate per il giorno 17/12/2008;
la seconda seduta, propriamente finalizzata alla valutazione ambientale della variante in occasione della
quale viene presentato il Rapporto ambientale.
Alle conferenze di valutazione è previsto il coinvolgimento dei seguenti soggetti:
Autorità proponente: Sindaco del Comune di Milano;
Autorità procedente: Direzione Centrale Sviluppo del Territorio del Comune di Milano - Direttore del Settore
Progetti Strategici;
Autorità competente: Settore Attuazione Politiche Ambientali della Direzione Centrale Mobilità, Trasporti,
Ambiente del Comune di Milano.
Soggetti competenti in materia ambientale ed enti territorialmente interessati da invitare alle Conferenze di
valutazione: A.R.P.A. Lombardia, A.S.L. Città di Milano, A.M.A. (Agenzia Mobilità Ambiente S.p.A.), la
Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia, la Regione Lombardia, la Provincia di
Milano, la Commissione Provinciale per le bellezze naturali di Milano, il Comune di Corsico; Soggetti
interessati al procedimento: Regione Lombardia - Direzione Generale Infrastrutture e Mobilità, Rete
Ferroviaria Italiana S.p.A. – Gruppo FFSS, Metropolitana Milanese S.p.A., Azienda Trasporti Milanesi S.p.A.,
A2A S.p.A., Agenzia del Demanio, Poste Italiane, Fondi immobiliari Pubblici – Investire Immobiliare S.G.R.,
Agenzia delle Dogane, Guardia di Finanza.
Tra la Conferenza di valutazione introduttiva e quella finale sarà indetta una assemblea
pubblica estesa alla cittadinanza e ai settori del pubblico interessati al procedimento di
seguito indicati (la relativa data verrà resa nota mediante avviso pubblicato sul sito web
del Comune e della Regione): i consigli di zona 2, 3, 4, 5, 6, 8, 9, i comitati di quartiere e le
associazioni di cittadini interessati alla trasformazione urbanistica degli scali dismessi, le
associazioni ambientaliste, l’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori
della Provincia di Milano, l’Ordine degli ingegneri della Provincia di Milano, Assolombarda,
Camera di Commercio di Milano, Assimpredil.

La comunicazione è avvenuta e avverrà:
a livello preliminare con la pubblicazione dell’avviso di avvio del procedimento della VAS
con atto pubblicato del 6 agosto 2008 al 5 settembre 2008 sul BURL, sul sito web del
Comune e della Regione Lombardia, all’albo pretorio, sul quotidiano La Repubblica nonché
affisso in luoghi visibili ed accessibili al pubblico;
pubblicazione degli avvisi di convocazione di assemblee pubbliche sul sito web del Comune
e della Regione Lombardia;
pubblicazione sul sito web del Comune e della Regione Lombardia della documentazione
indispensabile al reperimento di pareri ed osservazioni;
presentazione della documentazione predisposta nell’ambito delle sedute della conferenza
di valutazione;
presentazione della documentazione nell’ambito di incontri tematici con gli enti
competenti.
La documentazione via via disponibile sarà caricata sul sito web dell’amministrazione
comunale e della Regione Lombardia.
Ascoltare Pesaro come organizzazione
  partecipata alla formazione del PRG cittadino
  (1996-97)
L’esperienza degli Urban Center
Vedi l’esperienza della legge calabrese
  n.14/2006
Altre questioni

Città campagna – permeabilità e prossimità produttiva

Mobilità urbana (associazionismo)

Efficienza energetica

Consumo del suolo

Charette e Open Space Technooigy
Carte del paesaggio francesi
Strumento urbanistico vigente (PRG ex L.R. 61/85)

•   recepisce le disposizioni in materia di tutela dei beni archeologici fornite dal PTRC
    e dal PALAV e la perimetrazione dell’ambito della riserva archeologica di Altino

•   mantiene la distinzione operata da PTRC e PALAV tra:
     - Aree direttamente interessate dal rinvenimento di reperti
     - Aree di interesse archeologico (esterne alle precedenti)



                                                                     Riserva archeologica di
                                                                     Altino
                                                                     Aree direttamente
                                                                     interessate dal
                                                                     rinvenimento di reperti
                                                                     Aree di interesse
                                                                     archeologico
                                                                     Aree di interesse
                                                                     paesistico ambientale (art.
                                                                     21/a PALAV)
                                                                     Aree di interesse
                                                                     paesistico ambientale con
                                                                     previsioni degli strumenti
                                                                     urbanistici vigenti (art. 21/b
                                                                     PALAV)
Strumento urbanistico vigente (PRG ex L.R. 61/85)




disciplina delle aree focus di Altino
(progetto PArSJAd)


aree 1 e 3  comprese nella riserva
archeologica di Altino
                                                                             4
                                                     1

area 4  non compresa nell’ambito della                           3
                                                         2
riserva; zona E1.1, tutelata come area di
interesse paesistico ambientale (art. 21
PALAV)                                               Aree focus
                                                     Riserva archeologica di Altino
area 2  esterna al territorio comunale              Aree direttamente interessate
(Comune di Venezia)                                  dal rinvenimento di reperti
                                                     Aree di interesse
                                                     archeologico
                                                     Aree di interesse paesistico
                                                     ambientale (art. 21 PALAV)
Metaprogetto del parco archeologico di Altino (PArSJAd)




Altino: recuperare e valorizzare il
patrimonio archeologico
Regione Veneto, Unità
Complessa Progetti Strategici e
Politiche Comunitarie


       Evidenze archeologiche

       Area urbana in corso di
       studio
       1° area di interesse
       2° area di interesse
       3° area di interesse
Metaprogetto del parco archeologico di Altino (PArSJAd)

                                       Immagine aerea in
                                       falsi colori dell’area di
                                       Altino.
                                       Ninfo, Fontana,
                                       Mozzi, Ferrarese
                                       (2009), «The Map of
                                       Altinum, Ancestor of
                                       Venice», Science,
                                       325-2009.
Metaprogetto del parco archeologico di Altino (PArSJAd)




Immagine aerea in falsi colori dell’area di Altino (A) e schema di interpretazione (B).
Ninfo, Fontana, Mozzi, Ferrarese (2009), «The Map of Altinum, Ancestor of Venice», Science, 325-2009.

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Piano regolatore e partecipazione

  • 1.
  • 2.
  • 3. (I piani “dell’espansione”) Il PRG Intercomunale di Venezia, 1962
  • 4. PRG Pavia, 1976 Stralcio di azzonamento
  • 5.
  • 6. Legge regionale della Toscana n.5 del 1995
  • 7.
  • 8.
  • 9.
  • 10.
  • 11. Tavola n.6 Schema direttore e Progetti norma
  • 12.
  • 13. Esempi: regolamento urbanistico (piano operativo) di Prato
  • 14.
  • 15.
  • 16.
  • 17.
  • 18. Le potenzialità e i limiti del “modello bipartito” del piano Il rischio maggiore: l’adattamento burocratico a procedure imposte dalla Legge I limiti del modello bipartito nella separazione tra piano strutturale- strategico e operativo. Il Piano Strutturale è davvero stabile nel tempo? Le questioni aperte: almeno tre campi (intrecciati) nei quali si gioca l’innovazione metodologica, tecnologica e tecnica • Il piano e la partecipazione • I SIT e Web-Gis • La Vas
  • 19. La ricostruzione del clima in cui si delinea il “modello bipartito” del piano L’evoluzione della forma-piano (regolatore generale): dal piano “classico” al “modello bipartito” al modello tripartito lombardo
  • 20. L’identità dei luoghi e la discussione sulla carta dei valori e dei luoghi sulla quale fondare una visione condivisa del nostro futuro Il piano strutturale come espressione della vision
  • 21. Legge regionale 12 novembre 1997, n. 34 “Modifiche alla legge regionale 19 novembre 1991, n. 52” La formazione del nuovo PTRG coordinato da Roberto Barocchi Art.1 (Contenuti ed elementi del PRGC) 1. All'articolo 30, comma 1, della legge regionale 19 novembre 1991, n. 52, la lettera a) e' sostituita dalla seguente: << a) gli obiettivi e le strategie, anche suddivisi per ambiti territoriali, che l'Amministrazione comunale intende perseguire con il piano per la definizione degli interventi di attuazione, nonche' di revisione od aggiornamento del piano; >>. 2. 1 bis) relazione con l'indicazione motivata dei limiti di flessibilita', riferiti agli specifici contenuti del piano, per l'attuazione, la revisione o l'aggiornamento del piano medesimo; la flessibilita' non puo' consentire l'incremento di aree destinate alle funzioni di piano superiore al 10 per cento, in relazione alla quantita' complessiva delle superfici previste per le diverse funzioni, attuabile anche con piu' interventi successivi, con esclusione di riduzioni delle superfici delle zone forestali e di tutela ambientale; >>. 3. All'articolo 30, comma 5, lettera b), della legge regionale 52/1991, il numero 2) e' sostituito dal seguente:
  • 22. Regione Friuli-Venezia Giulia Legge Regionale 23 febbraio 2007, n. 5 art 2 e) pianificazione comunale: la funzione di pianificazione generale, territoriale e urbanistica del Comune che si articola nei livelli strutturale e operativo; g) piano strutturale comunale (PSC): lo strumento di pianificazione del Comune che definisce gli indirizzi, le prescrizioni, nonché gli obiettivi strategici per la pianificazione dell'intero territorio comunale; h) piano operativo comunale (POC): lo strumento urbanistico del Comune che stabilisce le regole per la conservazione, valorizzazione, organizzazione e trasformazione di tutto il territorio comunale, individuando le azioni per il raggiungimento degli obiettivi del PSC; ix)documento preliminare di piano (DPP): il documento che contiene lo schema dell'assetto del territorio e individua limiti e condizioni di trasformazione per lo sviluppo sostenibile; l) piani attuativi comunali (PAC): l'insieme degli strumenti urbanistici di iniziativa pubblica e privata previsti dalla legge per dare attuazione alle previsioni degli strumenti di pianificazione comunale e sovracomunale;
  • 23. Art. 15 Piano strutturale comunale. 1. Il Piano strutturale comunale ha durata indeterminata e: a) costituisce il quadro conoscitivo del territorio comunale idoneo a delineare le strategie e le azioni per lo sviluppo, conservazione e valorizzazione delle risorse essenziali; b) recepisce le prescrizioni di PTR; c) fissa gli indicatori di monitoraggio per la valutazione ambientale strategica (VAS); d) stabilisce i criteri per l'utilizzazione delle risorse essenziali di livello comunale; e) individua gli ambiti urbanizzati, non urbanizzati, urbanizzabili e la rete delle infrastrutture, definiti secondo le tipologie e nei limiti del PTR; f) definisce la metodologia e i criteri, nonché i limiti, per l'individuazione degli ambiti di perequazione urbanistica, di compensazione urbanistica e di compensazione territoriale. 2. Il PSC è rappresentato mediante l'utilizzo di piattaforme informatiche secondo le modalità previste dal regolamento di attuazione della presente legge.
  • 24. Art. 16 Finalità strategiche del PSC. 1. Il PSC persegue le seguenti finalità strategiche: a) la conservazione e la valorizzazione del territorio comunale attuando le previsioni del PTR anche in relazione ai profili naturalistico, ambientale, paesaggistico, culturale, storico e la riqualificazione urbana e ambientale; b) le migliori condizioni per la crescita economica del Comune e lo sviluppo sostenibile della competitività del sistema comunale; c) la coesione sociale della comunità, nonché l'integrazione territoriale, economica e sociale del Comune con i territori contermini; d) il miglioramento della condizione di vita degli individui, della comunità, degli ecosistemi e, in generale, l'innalzamento della qualità ambientale; e) le migliori condizioni per il contenimento del consumo dell'energia e del suolo, anche con lo scopo di mantenere la più estesa fruizione a scopi agricoli e forestali, nonché per lo sviluppo delle fonti energetiche alternative; f) la sicurezza rispetto ai rischi correlati all'utilizzo del territorio comunale.
  • 25. Art. 17 Procedura di formazione del PSC. 5. Il Comune pubblica l'avviso di adozione del PSC sul Bollettino Ufficiale della Regione e contestualmente deposita il PSC presso la propria sede per trenta giorni, entro i quali chiunque può formulare osservazioni. 6. Il Consiglio comunale decide motivatamente sulle osservazioni e approva il PSC qualora non siano introdotte modifiche ai contenuti dell'intesa. Il PSC approvato è trasmesso alla Regione.
  • 26. Legge del Veneto Livelli di pianificazione Comma 4, lettera a) PAT (piano di assetto del territorio comunale), PATI (se intercomunale) -PI (piano degli interventi comunali) PUA (piani urbanistici attuativi) PTCP (piano territoriale di coordinamento provinciale) PTRC (piano territoriale regionale di
  • 27. Art. 3, comma 5 Ai fini dell’adozione di PTRC, PTCP, PAT e PATI l’ente territoriale competente elabora un documento preliminare Il doc. prelim. contiene, in particolare: • Gli obiettivi generali • Le scelte strategiche di assetto del territorio • le indicazioni per lo sviluppo sostenibile e durevole del territorio
  • 28. Il Documento preliminare quadro di riferimento urbano-territoriale per il piano elabora una vision, Indirizza procedure di ascolto e di partecipazione dei cittadini
  • 29. La partecipazione Si può, autonomamente, senza che lo imponga la Legge 11
  • 30.
  • 31. L.R. n.11 del 23.4.2004 P.A.T. • Contenuti: • invarianti strutturali di natura geologica, geomorfologica, idrogeologica, paesaggistica e ambientale, storico monumentale, architettonica; • ambiti a cui attribuire i corrispettivi gradi di tutela;
  • 32. L.R. n.11 del 23.4.2004 P.A.T. • Contenuti: • dotazione minima dei servizi-standard; • infrastrutture e attrezzature di maggiore rilevanza; • determina A.T.O. e il dimensionamento; • Linee preferenziali di sviluppo insediativo e trasformazione;
  • 33. L.R. n.11 del 23.4.2004 P.A.T. • Contenuti: • modalità di applicazione perequazione; • Sportello unico attività produttive; • aree di urbanizzazione consolidata dove sono sempre possibili gli interventi; • contenuti per i programmi complessi;
  • 34. L.R. n.11 del 23.4.2004 Piano degli Interventi • Contenuti: • come l’attuale P.R.G. • superamento z.t.o. D.M. 2.4.1968 n.1444 • Validità: • 5 anni per aree di trasformazione e previsione degli standard.
  • 35. L.R. n.11 del 23.4.2004 P.U.A. (art.19) • Contenuti: • come Piano Attuativo pubblico nella procedura • Adozione: Giunta Comunale • Approvazione: Consiglio Comunale • Validità: • validità delle singole fattispecie di Piani attuativi (P.P.- P.d.R. - P.d.L.- P.E.E.P. - P.I.P. - P.I.R.U.E.A.)
  • 36. • Quadro conoscitivo • La V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica) obbligatoria per P.T.R.C., P.T.C.P., P.A.T., P.A.T.I.
  • 37. 7 Soggetti interessati alle consultazioni (Comune di Silea) La fase partecipativa viene prevista dalla normativa regionale dopo l’approvazione del Documento Preliminare, e verrà opportunamente attivata nel momento in cui la Rapporto Ambientale Preliminare diventerà parte organica del Documento preliminare. I soggetti interessati e invitati a partecipare alla fase di consultazione,oltre alla popolazione stessa del comune di Silea, sono i seguenti: • Regione Veneto • Provincia di Treviso • ARPAV Dipartimento Provinciale di TREVISO • Vigili del Fuoco • Parco Naturale Del Fiume Sile • Genio Civile di Treviso • Consorzio Bonifica Piave • A.T.V.O. • Soprintendenza Beni Culturali e Paesaggistica • Soprintendenza Beni Archeologici • Consorzio Intercomunale Priula • Azienda Servizi Pubblici Sile Piave Spa • ULSS 9 • CRI Treviso • Autostrade per l'Italia Spa • A.N.A.S. S.p.a. • Veneto Strade S.p.a. • ACTT
  • 38. 7 Soggetti interessati alle consultazioni • R.F.I. Rete Ferroviaria Italiana • ASCOM • Lega Ambiente • Italia Nostra • Gli ordini professionali: Ingegneri, Architetti, Geologi, Geometri, Agronomi • Assindustria • CCIAA • Gruppo Giovani Imprenditori c/o Assindustria • Unione Artigiani e Piccola Industria • Unione Provinciale Agricoltori • Le parrocchie • Veneto Agricoltura • Co.P. Agri • Associazione Provinciale Allevatori • Federazione Coltivatori Diretti • Confederazione Italiana Agricoltori • Confesercenti • Enel Rete Gas • ENEL Distribuzione S.p.a. • CGIL • CISL • UIL • APPIA
  • 39. Milano Dopo il Piano Regolatore del 1980 - Progetto Passante 1982 - Progetti d’area 1985 - Documento direttore delle aree industriali dismesse 1988
  • 40. La legge regionale della Lombardia n.1 19 febbraio 2001 introduce il Piano dei Servizi L’indifferenza dei servizi in base alla zona omogenea Il piano ha il compito di individuare i concreti bisogni della collettività e gli obiettivi di miglioramento della qualità urbana che l’Amministrazione persegue
  • 41. LEGGE REGIONALE 11 marzo 2005, N. 12 "Legge per il governo del territorio" Art. 7. Piano di governo del territorio. 1. Il piano di governo del territorio, di seguito denominato PGT, definisce l’assetto dell’intero territorio comunale ed è articolato nei seguenti atti: a) il documento di piano; b) il piano dei servizi; c) il piano delle regole.
  • 42. Art. 8. Documento di piano. 1. Il documento di piano, anche avvalendosi degli strumenti di cui all’articolo 3, definisce: d)il quadro ricognitivo e programmatorio di riferimento b) il quadro conoscitivo del territorio comunale c) l’assetto geologico, idrogeologico e sismico 2. Sulla base degli elementi di cui al comma 1, il documento di piano: h)individua gli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione b) determina gli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo del PGT c) determina, in coerenza con i predetti obiettivi e con le politiche per la mobilità, le politiche di intervento per la residenza, ivi comprese le eventuali politiche per l’edilizia residenziale pubblica, le attività produttive primarie, secondarie e terziarie, ivi comprese quelle della distribuzione commerciale, evidenziando le scelte di rilevanza sovracomunale, in applicazione dell’articolo 15, commi 1 e 2, lettera g); d) dimostra la compatibilità delle predette politiche di intervento e della mobilità con le risorse economiche attivabili dalla pubblica amministrazione e) individua, anche con rappresentazioni grafiche in scala adeguata, gli ambiti di trasformazione, definendone gli indici urbanistico-edilizi in linea di massima, le vocazioni funzionali e i criteri di negoziazione, nonché i criteri di intervento, preordinati alla tutela ambientale, paesaggistica e storico-monumentale, ecologica, geologica, idrogeologica e sismica, laddove in tali ambiti siano comprese aree qualificate a tali fini nella documentazione conoscitiva;
  • 43. pdf
  • 44. Piano dei servizi. I comuni redigono ed approvano il piano dei servizi al fine di assicurare una dotazione globale di aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e generale, le eventuali aree per l’edilizia residenziale pubblica e da dotazione a verde, i corridoi ecologici e il sistema del verde di connessione tra territorio rurale e quello edificato, nonché tra le opere viabilistiche e le aree urbanizzate ed una loro razionale distribuzione sul territorio comunale, a supporto delle funzioni insediate e previste. Il piano dei servizi esplicita la sostenibilità dei costi di cui al comma 3, anche in rapporto al programma triennale delle opere pubbliche Nelle zone montane i comuni tengono conto delle previsioni dei piani di sviluppo socioeconomico delle comunità montane. Il piano dei servizi può essere redatto congiuntamente tra più comuni confinanti e condiviso a livello operativo e gestionale. Il piano dei servizi deve indicare i servizi da assicurare negli ambiti di trasformazione di cui all’articolo 8, comma 2, lettera e), con particolare riferimento agli ambiti entro i quali è prevista l’attivazione di strutture di distribuzione commerciale, terziarie, produttive e di servizio caratterizzate da rilevante affluenza di utenti.
  • 45. Il piano dei servizi è integrato, per quanto riguarda l’infrastrutturazione del sottosuolo, con le disposizioni del piano urbano generale dei servizi nel sottosuolo (PUGSS), di cui all’articolo 38 della l.r. 12 dicembre 2003, n. 26. Sono servizi pubblici e di interesse pubblico o generale i servizi e le attrezzature pubbliche, realizzati tramite iniziativa pubblica diretta o ceduti al comune nell’ambito di piani attuativi, nonché i servizi e le attrezzature, anche privati, di uso pubblico o di interesse generale, regolati da apposito atto di asservimento o da regolamento d’uso, redatti in conformità alle indicazioni contenute nel piano dei servizi, ovvero da atto di accreditamento dell’organismo competente in base alla legislazione di settore, nella misura in cui assicurino lo svolgimento delle attività cui sono destinati a favore della popolazione residente nel comune e di quella non residente eventualmente servita. Le previsioni contenute nel piano dei servizi, concernenti le aree necessarie per la realizzazione dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale, hanno carattere prescrittivo e vincolante. I vincoli preordinati all’espropriazione per la realizzazione, esclusivamente ad opera della pubblica amministrazione, di attrezzature e servizi previsti dal piano dei servizi hanno la durata di cinque anni, decorrenti dall’entrata in vigore del piano stesso. Detti vincoli decadono qualora, entro tale termine, l’intervento cui sono preordinati non sia inserito, a cura dell’ente competente alla sua realizzazione, nel programma triennale delle opere pubbliche e relativo aggiornamento, ovvero non sia stato approvato lo strumento attuativo che ne preveda la realizzazione.
  • 46. Non configurano vincolo espropriativo e non sono soggette a decadenza le previsioni del piano dei servizi che demandino al proprietario dell’area la diretta realizzazione di attrezzature e servizi, ovvero ne contemplino la facoltà inalternativa all’intervento della pubblica amministrazione. Il piano dei servizi non ha termini di validità ed è sempre modificabile. La realizzazione di attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale, diverse da quelle specificamente previste dal piano dei servizi, non comporta l’applicazione della procedura di variante al piano stesso ed è autorizzata previa deliberazione motivata del consiglio comunale.
  • 47.
  • 48. Piano delle regole. 1. Il piano delle regole: a) definisce, all’interno dell’intero territorio comunale, gli ambiti del tessuto urbano consolidato, quali insieme delle parti di territorio su cui è già avvenuta l’edificazione o la trasformazione dei suoli, comprendendo in essi le aree libere intercluse o di completamento; b) indica gli immobili assoggettati a tutela in base alla normativa statale e regionale; c) individua le aree e gli edifici a rischio di compromissione o degrado e a rischio di incidente rilevante; d) contiene, in ordine alla componente geologica, idrogeologica e sismica e) individua: 1) le aree destinate all’agricoltura; 2) le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche; 3) le aree non soggette a trasformazione urbanistica.
  • 49. 2. Entro gli ambiti del tessuto urbano consolidato, il piano delle regole individua i nuclei di antica formazione ed identifica i beni ambientali e storico- artistico-monumentali oggetto di tutela ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137) o per i quali si intende formulare proposta motivata di vincolo. Il piano delle regole definisce altresì, con riferimento a quanto stabilito dall’articolo 8, comma 1, lettera b), le caratteristiche fisico-morfologiche che connotano l’esistente, da rispettare in caso di eventuali interventi integrativi o sostitutivi, nonché le modalità di intervento, anche mediante pianificazione attuativa o permesso di costruire convenzionato, nel rispetto dell’impianto urbano esistente, ed i criteri di valorizzazione degli immobili vincolati.
  • 50. 3. Per gli ambiti di cui al comma 2, inoltre, identifica i seguenti parametri da rispettare negli interventi di nuova edificazione o sostituzione: a) caratteristiche tipologiche, allineamenti, orientamenti e percorsi; b) consistenza volumetrica o superfici lorde di pavimento esistenti e previste; c) rapporti di copertura esistenti e previsti; d) altezze massime e minime; e) modi insediativi che consentano continuità di elementi di verde e continuità del reticolo idrografico superficiale; f) destinazioni d’uso non ammissibili; g) interventi di integrazione paesaggistica, per ambiti compresi in zone soggette a vincolo paesaggistico ai sensi del D.Lgs. 42/2004; h) requisiti qualitativi degli interventi previsti, ivi compresi quelli di efficienza energetica e mitigazione delle infrastrutture della viabilità con elementi vegetali tipici locali.
  • 51. 4. Il piano delle regole: a) per le aree destinate all’agricoltura: 1) detta la disciplina d’uso, di valorizzazione e di salvaguardia, in conformità con quanto previsto dal titolo terzo della parte seconda; 2) recepisce i contenuti dei piani di assestamento, di indirizzo forestale e di bonifica, ove esistenti; 3) individua gli edifici esistenti non più adibiti ad usi agricoli, dettandone le normative d’uso; b) per le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche detta ulteriori regole di salvaguardia e di valorizzazione in attuazione dei criteri di adeguamento e degli obiettivi stabiliti dal piano territoriale regionale, dal piano territoriale paesistico regionale e dal piano territoriale di coordinamento provinciale; c) per le aree non soggette a trasformazione urbanistica individua gli edifici esistenti, dettandone la disciplina d’uso e ammette in ogni caso, previa valutazione di possibili alternative, interventi per servizi pubblici, prevedendo eventuali mitigazioni e compensazioni agro-forestali e ambientali. 5. Le indicazioni contenute nel piano delle regole hanno carattere vincolante e producono effetti diretti sul regime giuridico dei suoli. 6. Il piano delle regole non ha termini di validità ed è sempre modificabile.
  • 52. PGT di Milano 2.0 OBIETTIVI E STRATEGIE 2.1 La città attrattiva 2.1.1 Milano metropoli a rete tra centro e periferia 2.1.2 Lo sviluppo urbano in coerenza con il progetto dell’assetto infrastrutturale 2.1.3 L’incremento abitativo e la casa per tutti 2.1.4 L’incentivazione della creatività e del terziario propulsivo 2.1.5 La tutela delle identità di quartiere e degli ambiti monumentali e paesaggistici 2.2 La città vivibile 2.2.1 La permeabilità dei grandi sistemi ambientali e la connessione con i nuovi parchi urbani 2.2.2 Preservare e promuovere un uso efficiente degli ambiti agricoli 2.2.3 Il rinnovamento fisico e funzionale del territorio contaminato o dismesso 2.2.4 L’acqua come presupposto ambientale irrinunciabile per Milano 2.2.5 L’urbanistica verso una politica energetica innovativa 2.3 La città efficiente 2.3.1 La qualità diffusa dei servizi 2.3.2 Le centralità di quartiere e la micropermeabilità del verde 2.3.3 I tempi senza pause della città 2.3.4 Gestione e manutenzione della città e degli spazi pubblici 2.3.5 La sussidiarietà quale principio di relazione virtuosa pubblico-privato
  • 53. Garantire, attraverso un governo condiviso degli assetti e delle trasformazioni territoriali, la piena coesione sociale e il rispetto dei valori dell’individuo, anche mediante un’equa accessibilità ai beni e ai servizi, alle opportunità di lavoro, di impresa e di partecipazione
  • 54. La partecipazione si è risolta in alcune pubblicazioni di determine Una conferenza di valutazione e orientamento sul documento di scoping della VAS Una seconda conferenza di valutazione con gli stekholders Pubblicazione sul di un sito delle informazioni elaborate Invio della proposta ai consigli di zona Un forum pubblico Al documento della vas sono arrivate 14 osservazioni: 5 privati, la Provincia di Milano, il PASM. l’ASL. l’ARPA -Le associazioni Ciclobby-genitori antismog-Lipu –wwf, Italia Nostra, INU, Legambiente e un comitato locale
  • 55. New urbanism e nuove forme del piano 19
  • 56.
  • 57. COMUNE DI PORTOBUFFOLE' PROVINCIA DI TREVISO DITTE: MACCAN IMMOBILIARE S.R.L. ZANATTA IMMOBILIARE S.A.S. SCHEMA DI IMPIANTO E SELEZIONE DELLE ESSENZE DEL BOSCO PLANIZIALE RIELLO PERA ADRIANO R.M.1. S.N.C. 1:1000 Marzo 2001 S ES TO D I IMPIAN TO 2 .5 m A lb eratura al p r mo anno d'impi anto i A lb eratura al qui nto anno d 'impianto A lb eratura al d ec imo anno d 'i mpianto PIANO DI LOTTIZZAZIONE INDUSTRIALE "BASTIE" Tav. Oggetto: 4 LEGENDA PLANIMETRIA GENERALE Salice Ontano Pioppo nero Quercia Carpino Acero Olmo Alberatura esistente Siepe di carpino Limite S.U.A. PREVISIONE DI PIANO SCALA 1:2000 10 11 12 E VEN TUA LE PON TE PER AC CES SO AD ALTRA PROPRIETA' 13 9 14 S TRADA DI SERVIZIO PARAMETRI DI EDIFICABILITA' LOTTI SUPERFICIE FONDIARIA SUPERFICIE EDIFICABILE mq. mq. 1 4.435 1.180 A CE RO - S ES TO D I IMPIAN TO 5 m 2 5.908 3.325 P ER CORS O PE DONA LE E D I SE RV IZIO IN TERRA BATTURA 3 20.353 13.000 4 20.464 13.462 4 5 14.987 9.000 8 7 6 5 6 7.824 4.450 7 7.746 4.450 8 10.038 6.050 9 5.717 3.450 10 16.252 10.000 11 6.887 4.150 A CC ES SO D I SE RV IZIO A L ME TA NODOTTO 12 6.590 4.150 P IOPP O NE RO - S ES TO D I IMPIAN TO 8 m PRATO STABILE 13 2.330 1.400 14 3.794 2.179 Tot. 80.246 1 R 3m R 3m SEZIONE TIPO 3 2 P AR CH EGGIO PE R ME ZZIPESANTI ACERO ACERO SCALA 1:50
  • 58. ATTO INTEGRATIVO ALL’ACCORDO DI PROGRAMMA 1994 PER LA QUALIFICAZIONE E LO SVILUPPO DEL SISTEMA FIERISTICO LOMBARDO PROCEDURA DI VAS Documento di Scoping
  • 59. Individuazione dell’ambito di trasformazione urbana 1994 Prima variante all’accordo di programma 2003 Seconda varianet all’accordo di programma 2009
  • 60. • 11 Il processo partecipativo • 11.1 La mappatura dei soggetti coinvolti • Il processo di partecipazione alla VAS e e sara sviluppato in supporto all’autoritaprocedente, sfruttando diverse tipologie comunicative al fine di raggiungere in modo efficace tutti i soggetti coinvolti e garantire la trasparenza e laripercorribilita del processo. • Qualunque sara la modalita partecipativa adottata, saranno predisposti, quando richiesti, elaborati finalizzati alla comunicazione delle proposte progettuali anche per il pubblico. Infine, gli esiti dell’attivita di partecipazione saranno inclusi nel Rapporto Ambientale e confrontati con le reali scelte pianificatorie, diventando cosi parte integrante del procedimento di valutazione ambientale strategica
  • 61. I temi che al momento attuale si propongono sono: 1) presentazione dello scoping alla cittadinanza con la finalita di comunicare il percorso VAS e di raccogliere dubbi, richieste, temi conflittuali, problematiche aggiuntive dalle quali far emergere i temi per gli incontri successivi, ulteriori ai tematismi proposti nei punti successivi, 2) effetti della nuova mobilita e sistema dei parcheggi, 3) effetti sul sistema del verde e la disponibilita/fruizione degli spazi pubblici, 4) nuovi servizi offerti e l’integrazione con i servizi di zona esistenti. Le date in cui si terranno le Conferenze di valutazione saranno rese note mediante pubblicazione sul sito web della Regione, della Provincia e del Comune, nonche comunicate ai soggetti sopraindicati mediante e-mail. Segue la tabella contenete la geografia degli attori coinvolta nel processo di VAS.
  • 62.
  • 63. Accordo di programma per la trasformazione urbanistica delle aree ferroviarie dismesse di Milano (2008). Documento scoping La conferenza di valutazione sarà articolata in due sedute: conferenza di valutazione introduttiva, di avvio del confronto, finalizzata ad illustrare la metodologia specifica adottata per la predisposizione del Rapporto ambientale e per lo svolgimento delle attività operative della VAS, programmate per il giorno 17/12/2008; la seconda seduta, propriamente finalizzata alla valutazione ambientale della variante in occasione della quale viene presentato il Rapporto ambientale. Alle conferenze di valutazione è previsto il coinvolgimento dei seguenti soggetti: Autorità proponente: Sindaco del Comune di Milano; Autorità procedente: Direzione Centrale Sviluppo del Territorio del Comune di Milano - Direttore del Settore Progetti Strategici; Autorità competente: Settore Attuazione Politiche Ambientali della Direzione Centrale Mobilità, Trasporti, Ambiente del Comune di Milano. Soggetti competenti in materia ambientale ed enti territorialmente interessati da invitare alle Conferenze di valutazione: A.R.P.A. Lombardia, A.S.L. Città di Milano, A.M.A. (Agenzia Mobilità Ambiente S.p.A.), la Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia, la Regione Lombardia, la Provincia di Milano, la Commissione Provinciale per le bellezze naturali di Milano, il Comune di Corsico; Soggetti interessati al procedimento: Regione Lombardia - Direzione Generale Infrastrutture e Mobilità, Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. – Gruppo FFSS, Metropolitana Milanese S.p.A., Azienda Trasporti Milanesi S.p.A., A2A S.p.A., Agenzia del Demanio, Poste Italiane, Fondi immobiliari Pubblici – Investire Immobiliare S.G.R., Agenzia delle Dogane, Guardia di Finanza.
  • 64. Tra la Conferenza di valutazione introduttiva e quella finale sarà indetta una assemblea pubblica estesa alla cittadinanza e ai settori del pubblico interessati al procedimento di seguito indicati (la relativa data verrà resa nota mediante avviso pubblicato sul sito web del Comune e della Regione): i consigli di zona 2, 3, 4, 5, 6, 8, 9, i comitati di quartiere e le associazioni di cittadini interessati alla trasformazione urbanistica degli scali dismessi, le associazioni ambientaliste, l’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della Provincia di Milano, l’Ordine degli ingegneri della Provincia di Milano, Assolombarda, Camera di Commercio di Milano, Assimpredil. La comunicazione è avvenuta e avverrà: a livello preliminare con la pubblicazione dell’avviso di avvio del procedimento della VAS con atto pubblicato del 6 agosto 2008 al 5 settembre 2008 sul BURL, sul sito web del Comune e della Regione Lombardia, all’albo pretorio, sul quotidiano La Repubblica nonché affisso in luoghi visibili ed accessibili al pubblico; pubblicazione degli avvisi di convocazione di assemblee pubbliche sul sito web del Comune e della Regione Lombardia; pubblicazione sul sito web del Comune e della Regione Lombardia della documentazione indispensabile al reperimento di pareri ed osservazioni; presentazione della documentazione predisposta nell’ambito delle sedute della conferenza di valutazione; presentazione della documentazione nell’ambito di incontri tematici con gli enti competenti. La documentazione via via disponibile sarà caricata sul sito web dell’amministrazione comunale e della Regione Lombardia.
  • 65. Ascoltare Pesaro come organizzazione partecipata alla formazione del PRG cittadino (1996-97)
  • 66. L’esperienza degli Urban Center Vedi l’esperienza della legge calabrese n.14/2006
  • 67. Altre questioni Città campagna – permeabilità e prossimità produttiva Mobilità urbana (associazionismo) Efficienza energetica Consumo del suolo Charette e Open Space Technooigy
  • 69. Strumento urbanistico vigente (PRG ex L.R. 61/85) • recepisce le disposizioni in materia di tutela dei beni archeologici fornite dal PTRC e dal PALAV e la perimetrazione dell’ambito della riserva archeologica di Altino • mantiene la distinzione operata da PTRC e PALAV tra: - Aree direttamente interessate dal rinvenimento di reperti - Aree di interesse archeologico (esterne alle precedenti) Riserva archeologica di Altino Aree direttamente interessate dal rinvenimento di reperti Aree di interesse archeologico Aree di interesse paesistico ambientale (art. 21/a PALAV) Aree di interesse paesistico ambientale con previsioni degli strumenti urbanistici vigenti (art. 21/b PALAV)
  • 70. Strumento urbanistico vigente (PRG ex L.R. 61/85) disciplina delle aree focus di Altino (progetto PArSJAd) aree 1 e 3  comprese nella riserva archeologica di Altino 4 1 area 4  non compresa nell’ambito della 3 2 riserva; zona E1.1, tutelata come area di interesse paesistico ambientale (art. 21 PALAV) Aree focus Riserva archeologica di Altino area 2  esterna al territorio comunale Aree direttamente interessate (Comune di Venezia) dal rinvenimento di reperti Aree di interesse archeologico Aree di interesse paesistico ambientale (art. 21 PALAV)
  • 71.
  • 72.
  • 73.
  • 74. Metaprogetto del parco archeologico di Altino (PArSJAd) Altino: recuperare e valorizzare il patrimonio archeologico Regione Veneto, Unità Complessa Progetti Strategici e Politiche Comunitarie Evidenze archeologiche Area urbana in corso di studio 1° area di interesse 2° area di interesse 3° area di interesse
  • 75. Metaprogetto del parco archeologico di Altino (PArSJAd) Immagine aerea in falsi colori dell’area di Altino. Ninfo, Fontana, Mozzi, Ferrarese (2009), «The Map of Altinum, Ancestor of Venice», Science, 325-2009.
  • 76. Metaprogetto del parco archeologico di Altino (PArSJAd) Immagine aerea in falsi colori dell’area di Altino (A) e schema di interpretazione (B). Ninfo, Fontana, Mozzi, Ferrarese (2009), «The Map of Altinum, Ancestor of Venice», Science, 325-2009.

Editor's Notes

  1. Explain this