Ldb Diritti&Cultura_Mattavelli Best practice, Brera.pptx
1. IL
PERCORSO
PER
NON
VEDENTI
DELL’ORTO
BOTANICO
DI
BRERA
Dott.ssa Marcella Mattavelli – Conservatore Museo Astronomico-Orto Botanico di Brera
Dott.ssa Cristina Puricelli – Curatrice Orto Botanico di Brera
2. PALAZZO BRERA
In Palazzo Brera si trovano:
- Pinacoteca
- Accademia di Belle Arti
- Biblioteca Nazionale Braidense
ed anche importanti istituzioni scientifiche
- Istituto lombardo di scienza e lettere.
- Osservatorio Astronomico
- l’Università degli Studi con l’Orto Botanico e il Museo astronomico,
3. L’UNIVERSITÀ
DEGLI
STUDI
DI
MILANO
IN
PALAZZO
BRERA:
Dott.ssa Marcella Mattavelli
Via Brera, 28 - 20121 Milano - Italia
tel. +39 02 5031 4680/82 - fax + 39 02 5031 4680
marcella.mattavelli@unimi.it
www.brera.unimi.it
Ha
salvaguardato
il
patrimonio
storico-‐scien4fico
e
naturalis4co
di
Palazzo
Brera:
Ø recuperato,
restaurato
ed
esposto
il
patrimonio
storico
scien4fico
della
Specola
braidense.
Ø ha
restaurato
l'Orto
Botanico;
in
seguito
ha
ampliato
il
patrimonio
del
Museo
astronomico,
con
strumen4
provenien4
dalle
sue
collezioni.
Ø
Il
Museo
Astronomico-‐Orto
Botanico
di
Brera
(MAOBB)
è
divenuto
nel
tempo
un
luogo
dove
sono
nate
molteplici
aHvità
di
diffusione
della
cultura
scien4fica,
come
quella
che
viviamo
in
questa
giornata.
Ø
Il
MAOBB
è
un
Museo
riconosciuto
dalla
Regione
Lombardia.
4. La Cupola dopo il restauro, ad opera
dell’Università degli Studi.
La Cupola prima del restauro
Dal
Cor9le
della
Magnolia,
si
possono
vedere
le
due
cupole
osserva4ve:
quella
a
nord-‐est
costruita
nella
seconda
metà
dell’’800
per
ospitare
il
telescopio
Merz
da
22
cm
del
1865:
in
questo
luogo
e
con
questo
strumento
Giovanni
V.
Schiaparelli,
allora
direXore,
effeXuò
le
famosissime
osservazioni
del
pianeta
Marte.
Anche
la
salvaguardia,
il
recupero
e
il
restauro
della
cupola
e
del
telescopio
Merz,
così
come
del
patrimonio
archivis4co
e
librario
(tra
cui
anche
i
diari
di
Schiaparelli)
si
deve
all’Università
degli
Studi
di
Milano.
Il Telescopio Merz dopo il
restauro a cura dell’Università
degli Studi.
5. Sulle
terrazze
sopra
l’ex
chiesa
e
sull’ex-‐campanile,
si
possono
notare
gli
strumen4
per
la
misura
della
qualità
dell’aria,
una
disciplina
scien4fica
nata
proprio
in
questo
luogo
negli
anni
‘80
del
‘900,
grazie
all’allora
Is4tuto
di
Fisica
Generale
Applicata
dell’Università
degli
Studi
di
Milano.
6. L’ORTO BOTANICO DI BRERA
La creazione di un vero e proprio “Orto
Botanico” avvenne nel 1774, vale a dire dopo
lo scioglimento dell’Ordine dei Gesuiti e il
passaggio del loro Collegio di Brera in mano
pubblica.
Si privilegiò, l’aspetto didattico e formativo
rispetto a quello ostensivo di specie rare o
esotiche.
L’orto nacque come “Hortus Œconomicus” in analogia a quello del
Collegium Theresianum di Vienna.
Il progetto dell’Orto comportò l’eliminazione degli alberi esistenti, l’innalzamento del
livello con nuova terra e la costruzione di una serra. In ragione delle sue finalità rivolte
alla “promozione dell’agricoltura, delle arti, e dei comodi della vita” non erano previste
piante esotiche.
Il responsabile dell’Orto doveva insegnare la Botanica ai chimici e ai dottori del
Ginnasio di Brera.
7. L’ORTO BOTANICO DI BRERA
L’Orto doveva inoltre fornire piante officinali per la “Spezieria”
di Brera.
Il progetto fu affidato a Padre Fulgenzio Witman che aveva già
progettato un ampio Orto Botanico all’Università dei Pavia.
Il giardino era diviso in tre grandi aree:
- una destinata ad aiuole per ogni tipo di piante secondo la
classificazione di Linneo,
- la seconda destinata ad arboreto
- la terza destinata alle serre.
Il progetto di queste ultime fu certamente discusso con
Piermarini ma eseguito da Witman.
Due vasche ellittiche fornivano acqua al complesso.
Con l’avvento dei francesi fu fatto il tentativo di cambiare
parzialmente la destinazione dell’Orto: un luogo di
ritrovo per la cittadinanza e di dotarlo di piante
esotiche ornamentali.
8. Nel 1935 l’Orto fu aggregato all'Università degli Studi di Milano
La stessa Università – dopo averlo salvaguardato – ne ha curato il restauro
terminato nel 2001 e la sua valorizzazione.
Nell’Orto si svolgono quotidianamente attività didattiche e divulgative per le scuole
e per il pubblico.
10. Un percorso tecnologico per
ipovedenti e non vedenti.
Ipo
e
non
veden4,
grazie
a
un’innova4va
tecnologia,
saranno
in
grado
di
muoversi
in
totale
autonomia
e
sicurezza
nell’Orto
Botanico
di
Brera
dell’Università
degli
Studi
di
Milano.
Il
progeXo
nasce
dalla
volontà
della
Direzione
dell’Orto
Botanico
di
aprire
anche
al
pubblico
ipo
e
non
vedente
uno
luoghi
più
significa9vi
per
la
CiNà
di
Milano.
dei
Questo
progeXo
si
è
potuto
concre4zzare
grazie
al
generoso
contributo
del
Rotary
Club
Milano
Brera,
da
sempre
sensibile
alla
realtà
della
disabilità
e
alla
cultura,
e
grazie
alla
preziosa
collaborazione
con
l’Unione
Italiana
dei
Ciechi
e
degli
Ipoveden9
di
Milano
e
con
il
Dipar9mento
di
ProgeNazione
dell'architeNura
al
Politecnico
di
Milano.
La
tecnologia
e
l’assistenza
sono
fornite
da
Kmg.
11. La
tecnologia
adoXata
per
la
realizzazione
di
questo
percorso
innova4vo
all’interno
dell’Orto
Botanico
di
Brera
è
assolutamente
non
invasiva
e
rispeNosa
del
luogo.
Ipo
e
non
veden9
avranno
quindi
la
possibilità
di
sperimentare
un
vero
e
proprio
percorso
di
conoscenza
e
sensoriale
all’interno
dell’Orto
Botanico
di
Brera,
potranno
toccare
le
cortecce
e
le
radici
superficiali
di
alberi
secolari,
percepire
il
rumore
dell’acqua
che
scorre
nelle
vasche,
i
rumori
aXu44
della
ciXà,
gli
odori
delle
piante
aroma4che.
Anche
i
visitatori
veden9
potranno
accedere
alle
informazioni
mediante
apposi9
disposi9vi
messi
a
loro
disposizione.
In
questo
caso
-‐
sempre
aXraverso
l'uso
del
bastone
o
con
l'apposizione
di
codici
leggibili
dagli
smart
phone
-‐
il
visitatore
potrà
avere
a
disposizione
una
audio
guida
che
potrebbe
essere
pensata
in
diverse
lingue,
dato
che
il
sobware
di
riferimento
è
pure
incrementabile
e
aggiornabile.
12.
Anche
i
visitatori
veden9
potranno
accedere
alle
informazioni
mediante
apposi4
disposi4vi
messi
a
loro
disposizione.
In
questo
caso
-‐
sempre
aXraverso
l'uso
del
bastone
o
con
l'apposizione
di
codici
leggibili
dagli
smart
phone
-‐
il
visitatore
potrà
avere
a
disposizione
una
audio
guida
che
potrebbe
essere
pensata
in
diverse
lingue,
dato
che
il
sobware
di
riferimento
è
pure
incrementabile
e
aggiornabile.
13. L'obieHvo
è
quello
di
creare
un'occasione
di
conoscenza,
di
contaXo
e
di
scoperta
"aHva",
di
esplorazione
consapevole
dello
spazio
dell'Orto
di
Brera,
così
da
svelarne
la
storia,
la
ricchezza
botanica
e
il
suo
rapporto
privilegiato
con
la
ciXà
e
il
Palazzo
nel
quale
è
inserito.
14. E’
un
sistema
non
invasivo
e
dinamico,
che
può
essere
ampliato
e
aggiornato,
sia
nel
percorso
-‐
aggiungendo
ulteriori
microchip
che
hanno
un
prezzo
davvero
limitato
-‐
sia
nei
messaggi
che
possono
essere
aggiorna4,
sos4tui4
o
incrementa4
a
seconda
delle
informazioni
che
si
intendono
dare
e
a
seconda
delle
condizioni
e
delle
specificità
dell'orto
nei
diversi
momen4.
15. Il
percorso
si
snoda
lungo
tuXo
l’orto.
Il
percorso
si
struXura
secondo
un
andamento
ad
anello
in
modo
che
il
non
vedente
possa
apprezzare
l'orto
nella
sua
totalità,
sia
nelle
porzioni
caraXerizzate
dalle
aiole
regolari
che
dall'area
ad
impianto
informale
dove
potrà
toccare
alcune
cortecce
par4colarmente
significa4ve
di
esemplari
di
notevole
valore
botanico.
16. L’andamento
ad
anello,
con
un
inizio
e
una
fine,
risulta
anche
funzionale:
semplicemente
si
evita
che
due
visitatori
non
veden4
si
scontrino.
Le
regole
di
fruizione
per
renderlo
il
meno
labirin4co
possibile:
-‐ linea
del
percorso
non
complicata
-‐ Il
più
possibile
reHlinea
Il
percorso
pertanto
si
snoda
principalmente
lungo
il
vialeXo
centrale,
senza
entrare
tra
le
aiuole
(a
parte
2-‐3
eccezioni:
l’aiuola
dei
cereali
e
quella
con
le
collezione
di
ortensie
e
salvie).
Nei
messaggi
era
altresì
includere
la
toileXe
e
il
nuovo
ingresso
da
Gabba.
17.
Con
queste
priorità
quindi,
prima
si
è
scelto
il
percorso
e
solo
dopo
le
piante
più
significa4ve
che
si
trovavano
lungo
questo
percorso.
Un
percorso
breve
della
durata
di
circa
20
minu4,
e
un
percorso
più
lungo
della
durata
di
un’ora
circa.
22. I
MESSAGGI
I
messaggi
poi
si
dovevano
trovare
ad
una
distanza
più
o
meno
sempre
regolare
l’uno
dall’altro,
proprio
per
dare
al
non
vedente
una
regolarità
su
cui
può
contare.
In
partenza
i
messaggi
botanici
erano
circa
una
ven9na.
Dopo
il
test
se
ne
sono
aggiun9
altri,
più
brevi
ma
che
indicassero
la
tema4ca
di
ciascuna
aiuola
e
dessero
regolarità
al
percorso.
In
alcuni
traH
di
percorso
c’era
da
pensare
anche
alla
stagionalità
delle
piante.
Non
sempre
sono
disponibili
fiori,
fruH,
foglie
da
toccare
e
annusare.
Così
sono
state
collocate
in
alcune
postazioni
dei
contenitori
contenen4
fruH,
semi,
oli
essenziali.