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ELEZIONI PER IL RINNO
DELLA VALLE D
LEZIONI PER IL RINNOVO DEL CONSIGLIO R
ALLE D'AOSTA 26 MAGGIO 2013
REGIONALE
2013
Elezioni Regionali 2013- le indicazioni di Confindustria VdA 2
Premessa
Le forze politiche che usciranno vincenti dalle prossime consultazioni regionali si troveranno di fronte
un quinquennio piuttosto difficile, soprattutto sul piano economico.
Le ultime rilevazioni previsionali dell’indagine di Confindustria Valle d’Aosta, condotta presso le
aziende associate, mostrano un miglioramento delle aspettative, anche se si attestano su valori
negativi, che tuttavia, tarda a tradursi in aumenti del tasso di utilizzo della capacità produttiva: la
ripresa si preannuncia lenta, con tempi lunghi per il recupero dei livelli antecedenti la crisi.
Lo stesso rapporto sulla situazione sociale della Valle d’Aosta parla (con riferimento al periodo 2008-
2012) di “un’economia che risulta frenata sul piano interno, dove i consumi privati si sono contratti
soprattutto in ragione della marcata riduzione del reddito disponibile, causata da politiche fiscali
restrittive e dalle sfavorevoli condizioni del mercato del lavoro, mentre gli investimenti registrano una
brusca caduta, spiegata principalmente con le difficoltà sul lato della domanda, con le criticità di accesso
al credito, con il rilevante quadro di incertezza e, per quanto attiene l’ambito pubblico, con la rigorosa
politica di bilancio volta al consolidamento dei conti pubblici. Il commercio estero, ha permesso in parte
di contenere queste criticità, ma nel complesso non riesce a compensare completamente la dinamica
interna sfavorevole.
Sempre nel rapporto leggiamo che “il settore industriale esce da questa fase congiunturale
ulteriormente ridimensionato, anche perché oggetto delle principali difficoltà economiche. I dati
delineano, infatti, un profilo delle attività secondarie connotato da saldi, seppure eterogenei a seconda
delle diverse prospettive che si assumono, fondamentalmente negativi”.
Più precisamente, evidenzia il rapporto, le difficoltà del sistema industriale valdostano derivano da un
complessivo rallentamento “dell’economia italiana e, in particolare, dell’economia delle regioni del nord-
ovest (…) ma presenta dei tratti propri, connessi alla struttura ed alle caratteristiche delle imprese
operanti in Valle d’Aosta (...). Infatti, il permanere di ampie e diffuse attività incentrate sulle fasi più
standardizzate della produzione, una limitata diffusione dell’innovazione di prodotti e tecnologie, un
modesto potenziamento delle funzioni superiori di impresa (ricerca, marketing, finanza, ecc.), una
parcellizzazione produttiva, oltre che un’ancora debole promozione di processi di internazionalizzazione,
espongono maggiormente il sistema industriale regionale alle fasi congiunturali più sfavorevoli”.
Di fronte a queste prospettive, si impone la costruzione di progetto strategico condiviso, mettendo a
fattore comune le competenze, i ruoli e le disponibilità di ognuno, al fine di delineare un modello di
sviluppo e di Governo sempre più attento alle esigenze di crescita economica, competitività ma anche
coesione sociale.
Confindustria Valle d’Aosta con le proposte che seguono, intende fare la sua parte con
responsabilità e concretezza. Con questo documento vuole confermare la scelta apartitica
assunta da Confindustria a livello nazionale, nella convinzione che l’autorevolezza e la
credibilità della propria azione di stimolo per le politiche pubbliche, sia tanto più efficace
quanto più indipendente e autonoma dalle posizioni di parte.
Confindustria Valle d’Aosta intende, quindi, confermare il suo ruolo attivo e da protagonista nella
costruzione di un progetto di sviluppo territoriale, consapevole e responsabile di rappresentare - con
più di 150 imprese associate, dalla Grande alla Piccola Impresa e di tutti i settori merceologici, per un
totale di circa 6.000 addetti - quell’imprenditoria cui è unanimemente riconosciuta l’importanza di
motore primario dello sviluppo sociale ed economico.
In questo contesto va, infatti, assolutamente esaltata la centralità dell’impresa quale fattore
determinante di sviluppo per la ripresa e la crescita non solo economica ma anche sociale e
culturale dell’intera regione.
Elezioni Regionali 2013- le indicazioni di Confindustria VdA 3
All’interno del sistema complessivo imprenditoriale va anche affermato, quale core business
dell’economia moderna, il ruolo trainante e prioritario dell’Industria (grande, media e piccola), il cui
Valore Aggiunto sul PIL valdostano ammonta a 461,789 milioni di Euro, pari al 17,65% del Pil totale e
conta 7000 addetti (VA per addetto, Anno 2010, Fonte Istituto G. Tagliacarne).
Il contributo fiscale (IVA, IRES, IRAP e accise) dato dalle imprese associate a Confindustria Valle
d’Aosta (con sede legale e/o unità produttiva in Valle), sulla base di una indagine campionaria
alla quale ha risposto il 50% delle imprese iscritte, ammontava nel 2011 a circa 160 milioni di
euro, pari al 27% del totale regionale delle suddette entrate.
Le proposte contenute sinteticamente in questo documento sono finalizzate ad individuare degli
interventi prioritari che gli imprenditori chiedono e che si possono e si devono realizzare a partire
dalla prossima legislatura, evitando ogni tentazione di aumento dell’imposizione fiscale a carico di
imprese e famiglie.
E’ necessario che il nuovo Governo Regionale, per prima cosa, adotti interventi, in funzione
anticongiunturale capaci, nel breve periodo, di sostenere l’operatività delle imprese garantendo
liquidità e credito e crei le condizioni per promuovere l’occupazione giovanile.
Nel contempo il Governo Regionale deve adoperarsi, da un lato, affinché si creino condizioni idonee
alla permanenza, al consolidamento ed alla valorizzazione delle imprese già presenti sul territorio
evitando, ad esempio, fenomeni di delocalizzazione e dall’altro deve offrire sostegni adeguati per
favorire l’aggregazione e la crescita dimensionale delle Pmi, soprattutto delle microimprese.
Per raggiungere questi obiettivi, è indispensabile l’impegno delle imprese, ma anche quello delle
Istituzioni, perché nell’economia globalizzata la capacità competitiva delle imprese dipende anche dai
fattori di sistema.
Ciò che ci sentiamo di chiedere ai futuri amministratori è un confronto aperto e costante, che comporti
un monitoraggio delle azioni intraprese, insieme a tutti gli attori economici per contribuire insieme e
concretamente al rilancio del sistema produttivo valdostano.
I tempi difficili che stiamo vivendo impongono una assunzione di responsabilità ed un maggiore
impegno da parte di tutti ed in via prioritaria interventi in funzione anticongiunturale.
Elezioni Regionali 2013- le indicazioni di Confindustria VdA 4
I PRINCIPALI AMBITI DI INTERVENTO
RISORSE E POLITICHE PER LO SVILUPPO
1. Utilizzare al meglio i fondi strutturali dell’Unione Europea, principale fonte di
finanziamento allo sviluppo;
2. Adottare misure che consentano di valorizzare il ruolo delle imprese leader già
presenti sul territorio e favorire le aggregazioni di imprese;
3. Riorganizzare il sistema di incentivi alle imprese in un’unica legge regionale di settore
e predisporre un sistema di monitoraggio dell’efficacia del sistema degli incentivi.
1. Utilizzare al meglio i fondi strutturali dell’Unione Europea, principale fonte di
finanziamento allo sviluppo.
Nell’attuale quadro di una rigorosa gestione della finanza pubblica le risorse disponibili per lo sviluppo
sono destinate a diminuire, pertanto, i fondi strutturali dell’Unione Europea 2014-2020, che
saranno assegnati alle Regioni per la competitività e l’occupazione, rappresenteranno la principale
fonte per realizzare politiche di medio - lungo periodo.
Una buona programmazione dei Fondi è quindi cruciale per sostenere l’uscita dalla crisi.
Uno degli obiettivi tematici della prossima programmazione europea è la competitività delle PMI ed in
questo senso dovrebbe muoversi anche la programmazione regionale 2014-2020, in quanto la
previsione di strumenti specifici di intervento per favorire l'esercizio dell'attività di impresa
manifatturiera rappresenta una misura in grado di avere delle ricadute sull’occupazione.
L'industria manifatturiera, infatti, mantiene ancora oggi nella nostra regione importanti potenzialità di
sviluppo e di qualificazione delle quali è necessario tenere conto per sviluppare filiere d'impresa,
soprattutto in alcuni comparti dove si trovano casi di eccellenza e realtà solide e capaci di innovazioni.
Le industrie localizzate nelle zone di montagna, qual è la Valle d'Aosta, sono costrette a competere in
condizioni ambientali strutturalmente avverse ed è quindi necessario elaborare soluzioni in grado di
qualificare i sistemi di imprese accompagnando quelle meno strutturate verso lo sviluppo e la crescita.
La proposta è di valorizzare le catene di processi produttivi, puntando su diverse filiere di
specializzazione: turismo, energia, agricoltura, ma anche settore estrattivo (pietra, marmo),
meccanica di precisione, mobilità/trasporti, legno, enogastronomia, ecc.
Le priorità della futura programmazione regionale dei Fondi Europei, vanno dunque integrate col
tema dello sviluppo del tessuto di imprese esistenti ed è auspicabile un approccio “di area”, basato
sulla progettualità locale e sull’effettivo coinvolgimento delle realtà imprenditoriali e di
rappresentanza degli interessi, intorno all'idea di filiera.
2. Adottare misure che consentano di valorizzare il ruolo delle imprese leader già
presenti sul territorio e favorire le aggregazioni di imprese.
La promozione delle reti di impresa, indipendentemente dalla tipologia di aggregazione (contratti di
rete, consorzi, fusioni tra società, ATI, ecc.) deve essere il fil rouge della strategia regionale, che premi
in termini economici, di servizi, di punteggi, le imprese capaci di incrementare l'integrazione tra loro e
la competitività internazionale.
Un simile intervento oltre che trasversale a diversi settori (industria, turismo, cultura), incentiverebbe
la collaborazione al fine di ottenere massa critica, know-how e, più in generale, i benefici delle
Elezioni Regionali 2013- le indicazioni di Confindustria VdA 5
economie di scala e di scopo. Diffondere una cultura di aggregazione tra le imprese, significa riuscire
ad affrontare i “vecchi” ma, soprattutto, in nuovi mercati con una marcia in più, significa partecipare
con maggiori successi a bandi e gare d’appalto ma anche manifestazioni fieristiche internazionali ed a
favorire l’ampliamento del mercato e dei canali distributivi anche attraverso la creazione ed il
rafforzamento di marchi e brand territoriali.
Più in generale sarebbe auspicabile un intervento atto a favorire le aggregazioni di impresa,
tali da far uscire le aziende dalla chiusura soltanto difensiva, riposizionandone le attività svolte
a scala locale, nella competizione con quelle che possono essere svolte in bacini più estesi e più
aperti.
3. Riorganizzare il sistema di incentivi alle imprese in un’unica legge regionale di
settore e predisporre un sistema di monitoraggio dell’efficacia del sistema degli
incentivi.
Le limitate risorse a disposizione e la necessità di indirizzare gli strumenti di intervento verso obiettivi
di competitività impongono, inoltre, una revisione dell’intero sistema regionale di incentivazione,
tanto più urgente in tempi di crisi.
Occorre promuovere, pertanto, un maggior coordinamento dei vari regimi di aiuto in un unico
provvedimento legislativo, tipo legge quadro, evitando che per la stessa finalità operino
strumenti diversi con effetto di spiazzamento. In questo modo si ovvierebbe ad un effetto
duplicazione delle procedure, criteri, modulistica, ecc.
Una valutazione ex post delle azioni intraprese, sulla base di quelli che sono i risultati conseguiti, può
dare un concreto ed efficace riscontro circa la validità dei contributi messi a disposizione delle imprese
e sulle modalità di erogazione degli stessi (a bando, automatici, a sportello ecc …).
Occorre, pertanto, che l’Amministrazione predisponga un sistema di monitoraggio dell’efficacia
degli incentivi.
RICERCA, INNOVAZIONE
1. Favorire la diffusione di cluster di innovazione;
2. Valorizzare il ruolo dell’ICT.
La ricerca scientifica e l’innovazione stanno tentando di assumere il ruolo, che loro compete, di
sviluppo o addirittura di condizione di sopravvivenza.
Ricerca e impresa nel territorio valdostano faticano da sempre a incontrarsi e il panorama
imprenditoriale resta caratterizzato dalla larghissima prevalenza di aziende che non raggiungono i
dieci addetti.
1. Favorire la diffusione di cluster di innovazione.
E’ auspicio di tutti che le imprese si aggreghino a formare dei cluster per l’innovazione, in
partnership con le università ed i centri di ricerca.
Solo in questo modo sarà possibile evitare processi di delocalizzazione delle imprese verso aree a
minor costo del lavoro, puntando sul radicamento delle stesse, piuttosto che sostenere solo
l'insediamento di nuove imprese innovative negli incubatori, che difficilmente da sole avranno la
Elezioni Regionali 2013- le indicazioni di Confindustria VdA 6
capacità di produrre ricchezza e lavoro, creando un distretto industriale in tempi brevi, proprio perché
start up.
Bisogna favorire le imprese più strutturate che devono diventare dei pivot di cluster
tecnologici, per la predisposizione di progetti di forte impatto territoriale, rafforzando la base
produttiva valdostana.
2. Valorizzare il ruolo dell’ICT.
Non bisogna inoltre dimenticare il ruolo che può svolgere l'attività dell'ICT, che è trasversale
rispetto a tutti i settori, ai fini dell'innalzamento tecnologico delle imprese, dell'innovazione e della
creazione di nuove opportunità imprenditoriali e permette di consolidare le relazioni che diventano
più flessibili tra i vari attori locali.
La diffusione delle ICT, atteso per di più che la Regione ha avviato un processo teso alla diffusione
della banda larga su tutto il territorio, aumenta infatti l'efficienza e la competitività, il
cambiamento, l'innovazione nei prodotti/servizi, nei processi e nelle organizzazioni, con riguardo a
tutti gli attori locali.
L'ICT può giocare un ruolo fondamentale nella creazione di reti/filiere di imprese intorno ad una o più
imprese maggiormente strutturate.
Si pensi alla realizzazione di una piattaforma informatica dedicata, che organizzi il vasto
patrimonio cognitivo del Made in VdA oggi disaggregato. Un simile strumento potrebbe
favorire comportamenti cooperativi tra tutti i soggetti, generando informazioni utili a
supportare i processi di riorganizzazione aziendale, l’innovazione di prodotto e di processo dei
sistemi di filiera (scouting tecnologico).
MARKETING TERRITORIALE
1. Realizzare un piano di marketing territoriale organico in cui le azioni attuate per
richiamare investimenti si coniughino con offerte turistiche e commerciali;
2. Expo 2015.
1. Realizzare un piano di marketing territoriale organico in cui le azioni attuate per
richiamare investimenti, si coniughino con offerte turistiche e commerciali.
Il marketing territoriale non andrebbe visto esclusivamente come un modo di attirare tout court, in
una specifica area e territorio, attività economiche e produttive nuove, in quanto nelle mutate
condizioni economiche di questi anni, lo sviluppo non è più identificabile con l’insediamento
occasionale e sporadico di qualche impresa.
Le azioni attuate per richiamare investimenti dovrebbero coniugarsi con le proposte turistiche e
commerciali e per far questo è necessario stabilire norme ed indirizzi di fondo che sappiano unire
sinergicamente tutte le possibili offerte del territorio. A titolo esemplificativo, un evento culturale
(mostra, concerto, rassegna) potrebbe e dovrebbe coinvolgere di riflesso anche proposte di tipo
commerciale che otterrebbero, in tal modo, dei benefici da una maggiore presenza di visitatori.
L’uscita di prodotti valdostani per il tramite dei partecipanti all’evento, ha una duplica valenza.
Da una parte, si riflette positivamente sul territorio creando un valore economico e dall’altra, il
territorio contribuisce, quale elemento di differenziazione, ad aumentare il valore competitivo dei
prodotti e marchi locali rispetto a quelli standardizzati e globali.
Elezioni Regionali 2013- le indicazioni di Confindustria VdA 7
Va realizzato un organico sistema di marketing territoriale che consenta di creare (nel caso
non vi siano) o di evidenziare le attrattività espresse dal territorio che si fondano su delle
peculiari caratteristiche che un buon piano deve essere in grado di coniugare al fine di
costruire l’immagine del “territorio-prodotto” desiderata.
2. Expo 2015.
Expo 2015 è il più importante programma di sviluppo del sistema Paese per i prossimi anni, e per
sfruttarne appieno il potenziale è necessaria una mobilitazione generale, che coinvolga anche la nostra
regione intorno al progetto.
A questo proposito è essenziale fare rete assicurando un vero coordinamento locale mirato a
promuovere iniziative e progetti la cui portata non si esaurisca nel 2015, ma concorra a sviluppare
ricadute durature su tutto il territorio regionale.
Per questo, nell’ambito di Expo 2015, è necessario creare un’apposita delega in capo ad un
Assessorato che consenta di coagulare intorno a questo importante evento il più ampio sforzo e
la più attenta partecipazione istituzionale, sociale e di impresa.
Compito di questa “cabina di regia” è di definire gli indirizzi strategici per attuare iniziative che
consentano di intercettare i visitatori di Expo 2015 attraverso la promozione della Valle
d’Aosta quale destinazione turistica, puntando sui suoi elementi di attrattività (montagna,
cultura, tradizioni ed enogastronomia).
ACCESSO AL CREDITO
1. Mantenere aperta la leva del credito tramite la creazione di un fondo di controgaranzia.
1. Mantenere aperta la leva del credito tramite la creazione di un fondo di
controgaranzia.
Il ruolo del sistema bancario, sia come fornitore di credito, sia come fornitore di servizi avanzati per le
imprese (per l’internazionalizzazione, per il ricorso a forme di finanza innovativa) è fondamentale per
lo sviluppo dell’economia soprattutto se si considera che accanto a imprese di tipo tradizionale esiste
in Valle d’Aosta un buon tessuto di PMI dinamiche pronte ad affrontare le sfide dei prossimi anni.
Certamente nel rapporto fra banche e imprese emergono anche nella nostra regione alcune criticità:
• il costo del denaro, ai fini dell’utilizzo del credito bancario e della leva finanziaria, sostenuto
dalle Imprese Italiane è più elevato rispetto ai colleghi degli altri Paesi dell’area Euro;
• le micro, piccole e medie imprese soffrono la carenza di liquidità più delle grandi aziende che
hanno più facile accesso ai mercati dei capitali e sono meno dipendenti dal sistema bancario;
• il permanere di una struttura finanziaria delle imprese che appare ancora dipendere in misura
rilevante dall’indebitamento bancario a breve termine;
• una bassa capitalizzazione che incide sul rating attribuito dalle banche;
• un’evoluzione preoccupante dei crediti in sofferenza perché a mano a mano che si prolunga il
ritardo nei pagamenti, aumenta anche il rischio che il debito non venga mai saldato,
indebolendo così l’equilibrio finanziario e la capacità dell'impresa di far fronte alle passività
correnti con le attività correnti, senza ricorrere ad un ulteriore indebitamento;
• una maggiore richiesta di garanzie da parte del sistema creditizio senza che assuma granché
rilievo la valutazione dei progetti imprenditoriali;
Elezioni Regionali 2013- le indicazioni di Confindustria VdA 8
• l’ulteriore peggioramento della redditività dovuta alla scarsa crescita della domanda che
implica attribuzioni di rating peggiorativi rispetto al passato.
In questa situazione si auspica la costituzione di un fondo di controgaranzia per le PMI,
incondizionato ed irrevocabile, escutibile a prima richiesta, per finanziamenti a breve, concessi
dalle banche convenzionate con i Confidi finalizzato ad assorbire il rischio eccedente la
normale percentuale di garanzia. Questo intervento, con un impegno finanziario contenuto,
avrebbe l’effetto di mettere in circolo liquidità per le imprese pari ad almeno 10 volte il fondo,
tenuto conto che nel sistema bancario il capitale che viene accantonato nella gestione dei
rischi, supera raramente il 10% (con 3 milioni € se ne mettono in circolo 30 milioni €).
INFRASTRUTTURE E LOGISTICA
1. Affrontare il problema della gestione della rete ferroviaria;
2. Revisione del progetto aeroporto;
3. Favorire l’utilizzo delle infrastrutture autostradali.
Per una economia competitiva orientata al mercato globale è necessaria una ricognizione delle
esigenze infrastrutturali e logistiche per la competitività delle imprese e del territorio al fine di
ricercare azioni e soluzioni idonee compatibili con la peculiare conformazione della Valle e con le
risorse finanziarie disponibili.
1. Affrontare il problema della gestione della rete ferroviaria.
Il tema è sicuramente rilevante per la nostra Regione, considerato l’evidente deficit gestionale della
rete ferroviaria.
E’ necessaria una forte azione per rendere più efficiente la gestione della rete che consenta una
migliore fruizione del servizio per il trasporto persone (pendolari e turisti) e, nel medio
periodo, in un’ottica di favorire un approccio ecosostenibile al problema della mobilità,
valutare la possibilità di attivare anche quello merci. Crediamo, altresì, che la tratta Aosta-Pré
Saint Didier andrebbe smantellata. Modernizzare e investire su tale linea, infatti, considerato lo
scarso bacino d’utenza, avrebbe un costo ingente con uno scarso ritorno in termini economici e
d’altronde, continuare a gestire il servizio con mezzi obsoleti ed inquinanti non favorisce certo
un approccio ecosostenibile al problema della mobilità.
2. Revisione del progetto aeroporto.
Anche il trasporto aereo è un tema che va affrontato con chiarezza perché declina, in una dimensione
ancora non sperimentata sul piano operativo, il tema dell’accesso al nostro territorio correlandolo,
direttamente, alla verifica della persistenza delle complessive condizioni di sostenibilità economica
della gestione dell’aeroporto tenuto conto della persistente crisi, delle esigenze di rispetto del patto di
stabilità europeo e delle conseguenti minori risorse finanziarie in capo alla Regione.
In tal senso si rende necessaria una verifica della compatibilità dell’aeroporto con il Piano
Nazionale per lo sviluppo aeroportuale ed eventualmente ripensare lo sviluppo di questa
infrastruttura tenendo conto dei costi di gestione in relazione alle possibili entrate, data la sua
funzione servente rispetto alle sole esigenze turistiche. La prossimità di tre grandi aeroporti
(Torino, Milano e Ginevra) dovrebbe indurre la Regione ad investire, piuttosto, in collegamenti
su gomma da e verso questi tre nevralgici punti di collegamento internazionali.
Elezioni Regionali 2013- le indicazioni di Confindustria VdA 9
3. Favorire l’utilizzo delle infrastrutture autostradali.
A fronte di una rete autostradale efficiente e sicura, grazie agli ingenti investimenti costruttivi
sostenuti dalle società concessionarie ed ai successivi connessi e ricorrenti costi manutentivi e di
gestione, i pedaggi, che scontano sovraccosti generalizzati per la peculiarità del territorio montano
rispetto a reti allocate in ambiti meno ostili, stanno assumendo pesi difficilmente sostenibili per
imprese e famiglie anche in ragione di una crisi che non vede ancora via d’uscita, con ricadute sia sul
sistema economico che sui flussi turistici.
E’ richiesto pertanto alla Regione un impegno a porre in atto iniziative compensative degli
accresciuti oneri tariffari, in relazione agli oggettivi maggiori costi (i cosiddetti costi della
montagna) che penalizzano i territori montani rispetto ad altri, specialmente con riguardo al
mondo imprenditoriale.
OCCUPAZIONE, POLITICHE DEL LAVORO E FORMAZIONE
1. Politiche a sostegno dell’occupazione giovanile: il ponte generazionale.
1. Politiche a sostegno dell’occupazione giovanile: il ponte generazionale.
Un sistema di welfare solido e articolato costituisce un elemento di competitività del territorio: a
maggior ragione nella nostra regione, caratterizzata dall’alto tasso di popolazione anziana e da bassa
natalità. Un modello di questo tipo deve riuscire a coordinare e mettere a sistema tutti i fattori che
incidono sulla persona e il suo sviluppo, lavorativo e non: scuola, formazione, lavoro, sanità e servizi
sociali.
I cambiamenti cui va incontro il sistema produttivo, con le innovazioni tecnologiche e organizzative e
le diversificazioni produttive richiedono che il mercato del lavoro reagisca con flessibilità. Le politiche
del lavoro dovranno riuscire a sostenere lo sviluppo per affrontare con la debita efficacia le situazioni
di criticità (marginalizzazione dei quaranta – cinquantenni, disoccupazione giovanile, ecc.).
Una proposta concreta in tal senso potrebbe essere quella di attivare un’iniziativa
sperimentale per favorire nuovi ingressi nel mercato del lavoro – pur nell’ambito dell’attuale
contingenza economica – da parte della componente giovanile, al fine di evitare che si
determini il “salto generazionale”, con conseguenti problematiche sociali ed economiche, e che
coniughi l’accompagnamento alla pensione dei lavoratori prossimi al pensionamento.
I destinatari sono i lavoratori ai quali manchino non più di 36 mesi al momento del pensionamento
che, in accordo con l’azienda sulla base della reciproca volontarietà, accettano di convertire il rapporto
di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, orizzontale o verticale, con una riduzione dell’orario fino al
50% e giovani da inserire in azienda in età compresa tra i 18 e i 29 anni.
L’intervento regionale a beneficio dei lavoratori prossimi al pensionamento, a fronte dell’assunzione di
giovani con contratto di apprendistato e/o a tempo indeterminato, copre per un periodo massimo di
36 mesi, la contribuzione volontaria che devono sostenere gli stessi per raggiungere il diritto a
pensione, senza subire decrementi dei contributi versati e l’importo della pensione, a seguito della
trasformazione del rapporto di lavoro.
I lavoratori anziani vengono inoltre avviati a percorsi formativi su tematiche inerenti il progetto di
invecchiamento attivo – ovvero di azioni e politiche finalizzate ad incoraggiare la partecipazione di
queste persone alla vita sociale – che è peraltro all’ordine del giorno dell’Agenda dell’Unione Europea,
in modo da valorizzarne le competenze e le esperienze, per esempio, in attività di volontariato e di
solidarietà intergenerazionale.
Elezioni Regionali 2013- le indicazioni di Confindustria VdA 10
Lo scopo dell’iniziativa, pur non costituendo di per sé, una soluzione definitiva del problema
dell’occupazione in generale e giovanile in particolare, determinerebbe in ogni caso un saldo
occupazionale aziendale positivo stabilito dall’interrelazione tra assunzione del giovane e riduzione
dell’orario di lavoro del lavoratore anziano. Inoltre, l’iniziativa avvierebbe una riflessione sull’utilizzo
positivo delle risorse umane più mature in progetti di impegno sociale e nel terzo settore.
Elezioni Regionali 2013- le indicazioni di Confindustria VdA 11
COME REPERIRE LE RISORSE
1. Ridurre i costi della politica;
2. Valutare preliminarmente la sostenibilità finanziaria degli investimenti nelle opere pubbliche;
3. Avviare il processo di riorganizzazione dell’apparato amministrativo regionale e di
razionalizzazione degli Enti;
4. Riorganizzare la pubblica amministrazione per essere al fianco delle imprese;
5. Razionalizzare il meccanismo della spesa pubblica senza restringere il perimetro della
concorrenza tra le imprese.
In questa sede intendiamo indicare alcune misure di immediato impatto volte all’eliminazione degli
sprechi e delle inefficienze nella Pubblica Amministrazione finalizzate ad un miglioramento dei servizi
e alla riduzione della spesa, in modo da reperire le risorse necessarie da investire in politiche di
rilancio dell’azione economica del futuro governo regionale.
1. Ridurre i costi della politica.
Il primo segnale chiaro deve arrivare dalla classe dirigente della nostra Regione alla quale chiediamo
uno scatto di responsabilità, rifuggendo interessi di parte, affinché prenda una decisione in merito
alla riduzione dei costi della politica (riduzione del numero dei consiglieri e delle loro retribuzioni).
Ciò costituirebbe un apprezzabile gesto di partecipazione alle difficoltà che le imprese, i lavoratori e le
famiglie stanno affrontando in questi ultimi anni di crisi.
2. Valutare preliminarmente la sostenibilità finanziaria degli investimenti nelle
opere pubbliche.
Analizzare la sostenibilità finanziaria nel tempo dei progetti di investimento nelle opere
pubbliche, esclusi quelli riguardanti le politiche sanitarie e sociali, significa verificare la capacità
dell’amministrazione di far fronte ai costi generati dall’investimento nel quadro dell’equilibrio
economico e finanziario complessivo d’azienda.
Ciò significa che all’amministrazione pubblica, in quanto “azienda”, è richiesto di valutare
attentamente le caratteristiche dell’investimento e i suoi effetti, sul suo bilancio, sul suo equilibrio
economico di lungo periodo, proprio come normalmente fanno le imprese private, al fine di evitare,
come successo in passato, di aver realizzato infrastrutture sovradimensionate che oggi pesano in
termini di costi di gestione sul bilancio regionale.
3. Avviare il processo di riorganizzazione dell’apparato amministrativo regionale e
di razionalizzazione degli Enti.
Occorre avviare al più presto un processo di riorganizzazione dell’apparato amministrativo della
Regione che porti ad un miglioramento dei servizi e ad una riduzione della spesa. Questo processo,
passa, a nostro avviso, anche attraverso una più efficiente e funzionale gestione del personale
regionale secondo un’ottica di maggiore flessibilità all’interno dell’intero comparto regionale,
anche per brevi periodi, onde garantire una velocizzazione delle fasi istruttorie, la cui lentezza
comporta per l’azienda incertezze nella pianificazione finanziaria delle proprie attività per periodi di
tempo talvolta eccessivi ed ingiustificati, distonici rispetto a quelli di mercato.
Siamo consapevoli del fatto che talvolta questi disagi derivino da una contrazione del numero dei
dipendenti dovuta alle politiche di contenimento della spesa pubblica (che ha visto sensibilmente
ridursi il numero di lavoratori con contratto di diritto privato). Tuttavia, riteniamo che, una maggiore
flessibilità nella gestione del personale a disposizione, possa alleviare i disagi riscontrati.
Elezioni Regionali 2013- le indicazioni di Confindustria VdA 12
Al fine di evitare inutili sovrapposizioni, inefficienze ed un risparmio sugli oneri di gestione,
sarebbe necessario una chiara definizione dei ruoli e delle competenze della Regione e di altri
enti ad essa collegati o partecipati oltre che un accorpamento di enti (associazioni o
fondazioni) con finalità analoghe promossi o patrocinati dalla Regione.
4. Riorganizzare la pubblica amministrazione per essere al fianco delle imprese.
Un'amministrazione che sia di sostegno ed al fianco di imprese e cittadini è fattore fondamentale per
lo sviluppo di un territorio, non è sufficiente, a nostro giudizio, la “governance”. In Italia viviamo una
situazione di complessità burocratica, sia dal punto di vista amministrativo, che fiscale, negativamente
avvertita dagli operatori economici e dai cittadini.
Questo, difatti, condiziona la capacità competitiva delle attività già presenti, come la possibilità di
incentivare ed attrarre nuovi investimenti, capaci di creare posti di lavoro durevoli e qualificati,
nonché imprese innovative. Si tratta di obiettivi che non possono essere affidati solo ad incentivi
economici o strumenti finanziari, che richiedono quindi una “governance” di prossimità efficace.
Gli investitori e le imprese presenti sul nostro territorio devono poter operare in un clima
favorevole, con procedure semplici e veloci, attori istituzionali attenti, servizi e collegamenti
adeguati, lavoratori qualificati.
5. Razionalizzare il meccanismo della spesa pubblica senza restringere il
perimetro della concorrenza tra le imprese.
A partire dal 1° aprile 2013 i Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti non possono più bandire
gare d'appalto in via autonoma, ma devono necessariamente ricorrere a centrali di committenza (CUC)
per effetto dell’entrata in vigore dell’art.23 del Decreto legge 201/2011, convertito nella legge n.
214/2011.
In Valle d’Aosta, in attesa che venga costituita una CUC regionale, anche i Comuni avrebbero dovuto
avvalersi di CONSIP S.p.A. o del Mercato elettronico della Pubblica Amministrazione (MePA). Il
Governo regionale, tuttavia ha comunicato che vi sarà lo slittamento al 31 dicembre 2013 della
normativa, in attesa della creazione di una Centrale di acquisto regionale. L’intento, sicuramente
meritevole di sostenere le piccole realtà imprenditoriali locali dall’impatto che l’introduzione del
mercato elettronico potrà avere sul sistema economico valdostano, è apprezzabile. I sistemi
centralizzati possono, infatti, determinare fenomeni di distorsione del mercato, avvantaggiando gli
operatori di notevoli dimensioni e introducendo forme di oligopolio.
Consapevoli della delicatezza e complessità della materia, Confindustria Valle d’Aosta, auspica
l’assunzioni di scelte congrue in materia di appalti pubblici che nel pieno ed imprescindibile
rispetto delle norme in vigore, porti ad un confronto tra Organizzazioni imprenditoriali e
Istituzioni in grado di svolgere un’azione di sensibilizzazione e di supporto alle realtà
imprenditoriali valdostane per essere in grado di utilizzare al meglio i nuovi strumenti a
disposizione che possono costituire un volano per ampliare il proprio mercato di riferimento,
piuttosto che fare ricorso a escamotage dilatori che purtroppo non vanno nella direzione di rendere le
nostre imprese maggiormente competitive all’interno ed all’esterno della Valle.

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Proposte elezione regionali 2013 di Confindustria Valle d'Aosta

  • 1. ELEZIONI PER IL RINNO DELLA VALLE D LEZIONI PER IL RINNOVO DEL CONSIGLIO R ALLE D'AOSTA 26 MAGGIO 2013 REGIONALE 2013
  • 2. Elezioni Regionali 2013- le indicazioni di Confindustria VdA 2 Premessa Le forze politiche che usciranno vincenti dalle prossime consultazioni regionali si troveranno di fronte un quinquennio piuttosto difficile, soprattutto sul piano economico. Le ultime rilevazioni previsionali dell’indagine di Confindustria Valle d’Aosta, condotta presso le aziende associate, mostrano un miglioramento delle aspettative, anche se si attestano su valori negativi, che tuttavia, tarda a tradursi in aumenti del tasso di utilizzo della capacità produttiva: la ripresa si preannuncia lenta, con tempi lunghi per il recupero dei livelli antecedenti la crisi. Lo stesso rapporto sulla situazione sociale della Valle d’Aosta parla (con riferimento al periodo 2008- 2012) di “un’economia che risulta frenata sul piano interno, dove i consumi privati si sono contratti soprattutto in ragione della marcata riduzione del reddito disponibile, causata da politiche fiscali restrittive e dalle sfavorevoli condizioni del mercato del lavoro, mentre gli investimenti registrano una brusca caduta, spiegata principalmente con le difficoltà sul lato della domanda, con le criticità di accesso al credito, con il rilevante quadro di incertezza e, per quanto attiene l’ambito pubblico, con la rigorosa politica di bilancio volta al consolidamento dei conti pubblici. Il commercio estero, ha permesso in parte di contenere queste criticità, ma nel complesso non riesce a compensare completamente la dinamica interna sfavorevole. Sempre nel rapporto leggiamo che “il settore industriale esce da questa fase congiunturale ulteriormente ridimensionato, anche perché oggetto delle principali difficoltà economiche. I dati delineano, infatti, un profilo delle attività secondarie connotato da saldi, seppure eterogenei a seconda delle diverse prospettive che si assumono, fondamentalmente negativi”. Più precisamente, evidenzia il rapporto, le difficoltà del sistema industriale valdostano derivano da un complessivo rallentamento “dell’economia italiana e, in particolare, dell’economia delle regioni del nord- ovest (…) ma presenta dei tratti propri, connessi alla struttura ed alle caratteristiche delle imprese operanti in Valle d’Aosta (...). Infatti, il permanere di ampie e diffuse attività incentrate sulle fasi più standardizzate della produzione, una limitata diffusione dell’innovazione di prodotti e tecnologie, un modesto potenziamento delle funzioni superiori di impresa (ricerca, marketing, finanza, ecc.), una parcellizzazione produttiva, oltre che un’ancora debole promozione di processi di internazionalizzazione, espongono maggiormente il sistema industriale regionale alle fasi congiunturali più sfavorevoli”. Di fronte a queste prospettive, si impone la costruzione di progetto strategico condiviso, mettendo a fattore comune le competenze, i ruoli e le disponibilità di ognuno, al fine di delineare un modello di sviluppo e di Governo sempre più attento alle esigenze di crescita economica, competitività ma anche coesione sociale. Confindustria Valle d’Aosta con le proposte che seguono, intende fare la sua parte con responsabilità e concretezza. Con questo documento vuole confermare la scelta apartitica assunta da Confindustria a livello nazionale, nella convinzione che l’autorevolezza e la credibilità della propria azione di stimolo per le politiche pubbliche, sia tanto più efficace quanto più indipendente e autonoma dalle posizioni di parte. Confindustria Valle d’Aosta intende, quindi, confermare il suo ruolo attivo e da protagonista nella costruzione di un progetto di sviluppo territoriale, consapevole e responsabile di rappresentare - con più di 150 imprese associate, dalla Grande alla Piccola Impresa e di tutti i settori merceologici, per un totale di circa 6.000 addetti - quell’imprenditoria cui è unanimemente riconosciuta l’importanza di motore primario dello sviluppo sociale ed economico. In questo contesto va, infatti, assolutamente esaltata la centralità dell’impresa quale fattore determinante di sviluppo per la ripresa e la crescita non solo economica ma anche sociale e culturale dell’intera regione.
  • 3. Elezioni Regionali 2013- le indicazioni di Confindustria VdA 3 All’interno del sistema complessivo imprenditoriale va anche affermato, quale core business dell’economia moderna, il ruolo trainante e prioritario dell’Industria (grande, media e piccola), il cui Valore Aggiunto sul PIL valdostano ammonta a 461,789 milioni di Euro, pari al 17,65% del Pil totale e conta 7000 addetti (VA per addetto, Anno 2010, Fonte Istituto G. Tagliacarne). Il contributo fiscale (IVA, IRES, IRAP e accise) dato dalle imprese associate a Confindustria Valle d’Aosta (con sede legale e/o unità produttiva in Valle), sulla base di una indagine campionaria alla quale ha risposto il 50% delle imprese iscritte, ammontava nel 2011 a circa 160 milioni di euro, pari al 27% del totale regionale delle suddette entrate. Le proposte contenute sinteticamente in questo documento sono finalizzate ad individuare degli interventi prioritari che gli imprenditori chiedono e che si possono e si devono realizzare a partire dalla prossima legislatura, evitando ogni tentazione di aumento dell’imposizione fiscale a carico di imprese e famiglie. E’ necessario che il nuovo Governo Regionale, per prima cosa, adotti interventi, in funzione anticongiunturale capaci, nel breve periodo, di sostenere l’operatività delle imprese garantendo liquidità e credito e crei le condizioni per promuovere l’occupazione giovanile. Nel contempo il Governo Regionale deve adoperarsi, da un lato, affinché si creino condizioni idonee alla permanenza, al consolidamento ed alla valorizzazione delle imprese già presenti sul territorio evitando, ad esempio, fenomeni di delocalizzazione e dall’altro deve offrire sostegni adeguati per favorire l’aggregazione e la crescita dimensionale delle Pmi, soprattutto delle microimprese. Per raggiungere questi obiettivi, è indispensabile l’impegno delle imprese, ma anche quello delle Istituzioni, perché nell’economia globalizzata la capacità competitiva delle imprese dipende anche dai fattori di sistema. Ciò che ci sentiamo di chiedere ai futuri amministratori è un confronto aperto e costante, che comporti un monitoraggio delle azioni intraprese, insieme a tutti gli attori economici per contribuire insieme e concretamente al rilancio del sistema produttivo valdostano. I tempi difficili che stiamo vivendo impongono una assunzione di responsabilità ed un maggiore impegno da parte di tutti ed in via prioritaria interventi in funzione anticongiunturale.
  • 4. Elezioni Regionali 2013- le indicazioni di Confindustria VdA 4 I PRINCIPALI AMBITI DI INTERVENTO RISORSE E POLITICHE PER LO SVILUPPO 1. Utilizzare al meglio i fondi strutturali dell’Unione Europea, principale fonte di finanziamento allo sviluppo; 2. Adottare misure che consentano di valorizzare il ruolo delle imprese leader già presenti sul territorio e favorire le aggregazioni di imprese; 3. Riorganizzare il sistema di incentivi alle imprese in un’unica legge regionale di settore e predisporre un sistema di monitoraggio dell’efficacia del sistema degli incentivi. 1. Utilizzare al meglio i fondi strutturali dell’Unione Europea, principale fonte di finanziamento allo sviluppo. Nell’attuale quadro di una rigorosa gestione della finanza pubblica le risorse disponibili per lo sviluppo sono destinate a diminuire, pertanto, i fondi strutturali dell’Unione Europea 2014-2020, che saranno assegnati alle Regioni per la competitività e l’occupazione, rappresenteranno la principale fonte per realizzare politiche di medio - lungo periodo. Una buona programmazione dei Fondi è quindi cruciale per sostenere l’uscita dalla crisi. Uno degli obiettivi tematici della prossima programmazione europea è la competitività delle PMI ed in questo senso dovrebbe muoversi anche la programmazione regionale 2014-2020, in quanto la previsione di strumenti specifici di intervento per favorire l'esercizio dell'attività di impresa manifatturiera rappresenta una misura in grado di avere delle ricadute sull’occupazione. L'industria manifatturiera, infatti, mantiene ancora oggi nella nostra regione importanti potenzialità di sviluppo e di qualificazione delle quali è necessario tenere conto per sviluppare filiere d'impresa, soprattutto in alcuni comparti dove si trovano casi di eccellenza e realtà solide e capaci di innovazioni. Le industrie localizzate nelle zone di montagna, qual è la Valle d'Aosta, sono costrette a competere in condizioni ambientali strutturalmente avverse ed è quindi necessario elaborare soluzioni in grado di qualificare i sistemi di imprese accompagnando quelle meno strutturate verso lo sviluppo e la crescita. La proposta è di valorizzare le catene di processi produttivi, puntando su diverse filiere di specializzazione: turismo, energia, agricoltura, ma anche settore estrattivo (pietra, marmo), meccanica di precisione, mobilità/trasporti, legno, enogastronomia, ecc. Le priorità della futura programmazione regionale dei Fondi Europei, vanno dunque integrate col tema dello sviluppo del tessuto di imprese esistenti ed è auspicabile un approccio “di area”, basato sulla progettualità locale e sull’effettivo coinvolgimento delle realtà imprenditoriali e di rappresentanza degli interessi, intorno all'idea di filiera. 2. Adottare misure che consentano di valorizzare il ruolo delle imprese leader già presenti sul territorio e favorire le aggregazioni di imprese. La promozione delle reti di impresa, indipendentemente dalla tipologia di aggregazione (contratti di rete, consorzi, fusioni tra società, ATI, ecc.) deve essere il fil rouge della strategia regionale, che premi in termini economici, di servizi, di punteggi, le imprese capaci di incrementare l'integrazione tra loro e la competitività internazionale. Un simile intervento oltre che trasversale a diversi settori (industria, turismo, cultura), incentiverebbe la collaborazione al fine di ottenere massa critica, know-how e, più in generale, i benefici delle
  • 5. Elezioni Regionali 2013- le indicazioni di Confindustria VdA 5 economie di scala e di scopo. Diffondere una cultura di aggregazione tra le imprese, significa riuscire ad affrontare i “vecchi” ma, soprattutto, in nuovi mercati con una marcia in più, significa partecipare con maggiori successi a bandi e gare d’appalto ma anche manifestazioni fieristiche internazionali ed a favorire l’ampliamento del mercato e dei canali distributivi anche attraverso la creazione ed il rafforzamento di marchi e brand territoriali. Più in generale sarebbe auspicabile un intervento atto a favorire le aggregazioni di impresa, tali da far uscire le aziende dalla chiusura soltanto difensiva, riposizionandone le attività svolte a scala locale, nella competizione con quelle che possono essere svolte in bacini più estesi e più aperti. 3. Riorganizzare il sistema di incentivi alle imprese in un’unica legge regionale di settore e predisporre un sistema di monitoraggio dell’efficacia del sistema degli incentivi. Le limitate risorse a disposizione e la necessità di indirizzare gli strumenti di intervento verso obiettivi di competitività impongono, inoltre, una revisione dell’intero sistema regionale di incentivazione, tanto più urgente in tempi di crisi. Occorre promuovere, pertanto, un maggior coordinamento dei vari regimi di aiuto in un unico provvedimento legislativo, tipo legge quadro, evitando che per la stessa finalità operino strumenti diversi con effetto di spiazzamento. In questo modo si ovvierebbe ad un effetto duplicazione delle procedure, criteri, modulistica, ecc. Una valutazione ex post delle azioni intraprese, sulla base di quelli che sono i risultati conseguiti, può dare un concreto ed efficace riscontro circa la validità dei contributi messi a disposizione delle imprese e sulle modalità di erogazione degli stessi (a bando, automatici, a sportello ecc …). Occorre, pertanto, che l’Amministrazione predisponga un sistema di monitoraggio dell’efficacia degli incentivi. RICERCA, INNOVAZIONE 1. Favorire la diffusione di cluster di innovazione; 2. Valorizzare il ruolo dell’ICT. La ricerca scientifica e l’innovazione stanno tentando di assumere il ruolo, che loro compete, di sviluppo o addirittura di condizione di sopravvivenza. Ricerca e impresa nel territorio valdostano faticano da sempre a incontrarsi e il panorama imprenditoriale resta caratterizzato dalla larghissima prevalenza di aziende che non raggiungono i dieci addetti. 1. Favorire la diffusione di cluster di innovazione. E’ auspicio di tutti che le imprese si aggreghino a formare dei cluster per l’innovazione, in partnership con le università ed i centri di ricerca. Solo in questo modo sarà possibile evitare processi di delocalizzazione delle imprese verso aree a minor costo del lavoro, puntando sul radicamento delle stesse, piuttosto che sostenere solo l'insediamento di nuove imprese innovative negli incubatori, che difficilmente da sole avranno la
  • 6. Elezioni Regionali 2013- le indicazioni di Confindustria VdA 6 capacità di produrre ricchezza e lavoro, creando un distretto industriale in tempi brevi, proprio perché start up. Bisogna favorire le imprese più strutturate che devono diventare dei pivot di cluster tecnologici, per la predisposizione di progetti di forte impatto territoriale, rafforzando la base produttiva valdostana. 2. Valorizzare il ruolo dell’ICT. Non bisogna inoltre dimenticare il ruolo che può svolgere l'attività dell'ICT, che è trasversale rispetto a tutti i settori, ai fini dell'innalzamento tecnologico delle imprese, dell'innovazione e della creazione di nuove opportunità imprenditoriali e permette di consolidare le relazioni che diventano più flessibili tra i vari attori locali. La diffusione delle ICT, atteso per di più che la Regione ha avviato un processo teso alla diffusione della banda larga su tutto il territorio, aumenta infatti l'efficienza e la competitività, il cambiamento, l'innovazione nei prodotti/servizi, nei processi e nelle organizzazioni, con riguardo a tutti gli attori locali. L'ICT può giocare un ruolo fondamentale nella creazione di reti/filiere di imprese intorno ad una o più imprese maggiormente strutturate. Si pensi alla realizzazione di una piattaforma informatica dedicata, che organizzi il vasto patrimonio cognitivo del Made in VdA oggi disaggregato. Un simile strumento potrebbe favorire comportamenti cooperativi tra tutti i soggetti, generando informazioni utili a supportare i processi di riorganizzazione aziendale, l’innovazione di prodotto e di processo dei sistemi di filiera (scouting tecnologico). MARKETING TERRITORIALE 1. Realizzare un piano di marketing territoriale organico in cui le azioni attuate per richiamare investimenti si coniughino con offerte turistiche e commerciali; 2. Expo 2015. 1. Realizzare un piano di marketing territoriale organico in cui le azioni attuate per richiamare investimenti, si coniughino con offerte turistiche e commerciali. Il marketing territoriale non andrebbe visto esclusivamente come un modo di attirare tout court, in una specifica area e territorio, attività economiche e produttive nuove, in quanto nelle mutate condizioni economiche di questi anni, lo sviluppo non è più identificabile con l’insediamento occasionale e sporadico di qualche impresa. Le azioni attuate per richiamare investimenti dovrebbero coniugarsi con le proposte turistiche e commerciali e per far questo è necessario stabilire norme ed indirizzi di fondo che sappiano unire sinergicamente tutte le possibili offerte del territorio. A titolo esemplificativo, un evento culturale (mostra, concerto, rassegna) potrebbe e dovrebbe coinvolgere di riflesso anche proposte di tipo commerciale che otterrebbero, in tal modo, dei benefici da una maggiore presenza di visitatori. L’uscita di prodotti valdostani per il tramite dei partecipanti all’evento, ha una duplica valenza. Da una parte, si riflette positivamente sul territorio creando un valore economico e dall’altra, il territorio contribuisce, quale elemento di differenziazione, ad aumentare il valore competitivo dei prodotti e marchi locali rispetto a quelli standardizzati e globali.
  • 7. Elezioni Regionali 2013- le indicazioni di Confindustria VdA 7 Va realizzato un organico sistema di marketing territoriale che consenta di creare (nel caso non vi siano) o di evidenziare le attrattività espresse dal territorio che si fondano su delle peculiari caratteristiche che un buon piano deve essere in grado di coniugare al fine di costruire l’immagine del “territorio-prodotto” desiderata. 2. Expo 2015. Expo 2015 è il più importante programma di sviluppo del sistema Paese per i prossimi anni, e per sfruttarne appieno il potenziale è necessaria una mobilitazione generale, che coinvolga anche la nostra regione intorno al progetto. A questo proposito è essenziale fare rete assicurando un vero coordinamento locale mirato a promuovere iniziative e progetti la cui portata non si esaurisca nel 2015, ma concorra a sviluppare ricadute durature su tutto il territorio regionale. Per questo, nell’ambito di Expo 2015, è necessario creare un’apposita delega in capo ad un Assessorato che consenta di coagulare intorno a questo importante evento il più ampio sforzo e la più attenta partecipazione istituzionale, sociale e di impresa. Compito di questa “cabina di regia” è di definire gli indirizzi strategici per attuare iniziative che consentano di intercettare i visitatori di Expo 2015 attraverso la promozione della Valle d’Aosta quale destinazione turistica, puntando sui suoi elementi di attrattività (montagna, cultura, tradizioni ed enogastronomia). ACCESSO AL CREDITO 1. Mantenere aperta la leva del credito tramite la creazione di un fondo di controgaranzia. 1. Mantenere aperta la leva del credito tramite la creazione di un fondo di controgaranzia. Il ruolo del sistema bancario, sia come fornitore di credito, sia come fornitore di servizi avanzati per le imprese (per l’internazionalizzazione, per il ricorso a forme di finanza innovativa) è fondamentale per lo sviluppo dell’economia soprattutto se si considera che accanto a imprese di tipo tradizionale esiste in Valle d’Aosta un buon tessuto di PMI dinamiche pronte ad affrontare le sfide dei prossimi anni. Certamente nel rapporto fra banche e imprese emergono anche nella nostra regione alcune criticità: • il costo del denaro, ai fini dell’utilizzo del credito bancario e della leva finanziaria, sostenuto dalle Imprese Italiane è più elevato rispetto ai colleghi degli altri Paesi dell’area Euro; • le micro, piccole e medie imprese soffrono la carenza di liquidità più delle grandi aziende che hanno più facile accesso ai mercati dei capitali e sono meno dipendenti dal sistema bancario; • il permanere di una struttura finanziaria delle imprese che appare ancora dipendere in misura rilevante dall’indebitamento bancario a breve termine; • una bassa capitalizzazione che incide sul rating attribuito dalle banche; • un’evoluzione preoccupante dei crediti in sofferenza perché a mano a mano che si prolunga il ritardo nei pagamenti, aumenta anche il rischio che il debito non venga mai saldato, indebolendo così l’equilibrio finanziario e la capacità dell'impresa di far fronte alle passività correnti con le attività correnti, senza ricorrere ad un ulteriore indebitamento; • una maggiore richiesta di garanzie da parte del sistema creditizio senza che assuma granché rilievo la valutazione dei progetti imprenditoriali;
  • 8. Elezioni Regionali 2013- le indicazioni di Confindustria VdA 8 • l’ulteriore peggioramento della redditività dovuta alla scarsa crescita della domanda che implica attribuzioni di rating peggiorativi rispetto al passato. In questa situazione si auspica la costituzione di un fondo di controgaranzia per le PMI, incondizionato ed irrevocabile, escutibile a prima richiesta, per finanziamenti a breve, concessi dalle banche convenzionate con i Confidi finalizzato ad assorbire il rischio eccedente la normale percentuale di garanzia. Questo intervento, con un impegno finanziario contenuto, avrebbe l’effetto di mettere in circolo liquidità per le imprese pari ad almeno 10 volte il fondo, tenuto conto che nel sistema bancario il capitale che viene accantonato nella gestione dei rischi, supera raramente il 10% (con 3 milioni € se ne mettono in circolo 30 milioni €). INFRASTRUTTURE E LOGISTICA 1. Affrontare il problema della gestione della rete ferroviaria; 2. Revisione del progetto aeroporto; 3. Favorire l’utilizzo delle infrastrutture autostradali. Per una economia competitiva orientata al mercato globale è necessaria una ricognizione delle esigenze infrastrutturali e logistiche per la competitività delle imprese e del territorio al fine di ricercare azioni e soluzioni idonee compatibili con la peculiare conformazione della Valle e con le risorse finanziarie disponibili. 1. Affrontare il problema della gestione della rete ferroviaria. Il tema è sicuramente rilevante per la nostra Regione, considerato l’evidente deficit gestionale della rete ferroviaria. E’ necessaria una forte azione per rendere più efficiente la gestione della rete che consenta una migliore fruizione del servizio per il trasporto persone (pendolari e turisti) e, nel medio periodo, in un’ottica di favorire un approccio ecosostenibile al problema della mobilità, valutare la possibilità di attivare anche quello merci. Crediamo, altresì, che la tratta Aosta-Pré Saint Didier andrebbe smantellata. Modernizzare e investire su tale linea, infatti, considerato lo scarso bacino d’utenza, avrebbe un costo ingente con uno scarso ritorno in termini economici e d’altronde, continuare a gestire il servizio con mezzi obsoleti ed inquinanti non favorisce certo un approccio ecosostenibile al problema della mobilità. 2. Revisione del progetto aeroporto. Anche il trasporto aereo è un tema che va affrontato con chiarezza perché declina, in una dimensione ancora non sperimentata sul piano operativo, il tema dell’accesso al nostro territorio correlandolo, direttamente, alla verifica della persistenza delle complessive condizioni di sostenibilità economica della gestione dell’aeroporto tenuto conto della persistente crisi, delle esigenze di rispetto del patto di stabilità europeo e delle conseguenti minori risorse finanziarie in capo alla Regione. In tal senso si rende necessaria una verifica della compatibilità dell’aeroporto con il Piano Nazionale per lo sviluppo aeroportuale ed eventualmente ripensare lo sviluppo di questa infrastruttura tenendo conto dei costi di gestione in relazione alle possibili entrate, data la sua funzione servente rispetto alle sole esigenze turistiche. La prossimità di tre grandi aeroporti (Torino, Milano e Ginevra) dovrebbe indurre la Regione ad investire, piuttosto, in collegamenti su gomma da e verso questi tre nevralgici punti di collegamento internazionali.
  • 9. Elezioni Regionali 2013- le indicazioni di Confindustria VdA 9 3. Favorire l’utilizzo delle infrastrutture autostradali. A fronte di una rete autostradale efficiente e sicura, grazie agli ingenti investimenti costruttivi sostenuti dalle società concessionarie ed ai successivi connessi e ricorrenti costi manutentivi e di gestione, i pedaggi, che scontano sovraccosti generalizzati per la peculiarità del territorio montano rispetto a reti allocate in ambiti meno ostili, stanno assumendo pesi difficilmente sostenibili per imprese e famiglie anche in ragione di una crisi che non vede ancora via d’uscita, con ricadute sia sul sistema economico che sui flussi turistici. E’ richiesto pertanto alla Regione un impegno a porre in atto iniziative compensative degli accresciuti oneri tariffari, in relazione agli oggettivi maggiori costi (i cosiddetti costi della montagna) che penalizzano i territori montani rispetto ad altri, specialmente con riguardo al mondo imprenditoriale. OCCUPAZIONE, POLITICHE DEL LAVORO E FORMAZIONE 1. Politiche a sostegno dell’occupazione giovanile: il ponte generazionale. 1. Politiche a sostegno dell’occupazione giovanile: il ponte generazionale. Un sistema di welfare solido e articolato costituisce un elemento di competitività del territorio: a maggior ragione nella nostra regione, caratterizzata dall’alto tasso di popolazione anziana e da bassa natalità. Un modello di questo tipo deve riuscire a coordinare e mettere a sistema tutti i fattori che incidono sulla persona e il suo sviluppo, lavorativo e non: scuola, formazione, lavoro, sanità e servizi sociali. I cambiamenti cui va incontro il sistema produttivo, con le innovazioni tecnologiche e organizzative e le diversificazioni produttive richiedono che il mercato del lavoro reagisca con flessibilità. Le politiche del lavoro dovranno riuscire a sostenere lo sviluppo per affrontare con la debita efficacia le situazioni di criticità (marginalizzazione dei quaranta – cinquantenni, disoccupazione giovanile, ecc.). Una proposta concreta in tal senso potrebbe essere quella di attivare un’iniziativa sperimentale per favorire nuovi ingressi nel mercato del lavoro – pur nell’ambito dell’attuale contingenza economica – da parte della componente giovanile, al fine di evitare che si determini il “salto generazionale”, con conseguenti problematiche sociali ed economiche, e che coniughi l’accompagnamento alla pensione dei lavoratori prossimi al pensionamento. I destinatari sono i lavoratori ai quali manchino non più di 36 mesi al momento del pensionamento che, in accordo con l’azienda sulla base della reciproca volontarietà, accettano di convertire il rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, orizzontale o verticale, con una riduzione dell’orario fino al 50% e giovani da inserire in azienda in età compresa tra i 18 e i 29 anni. L’intervento regionale a beneficio dei lavoratori prossimi al pensionamento, a fronte dell’assunzione di giovani con contratto di apprendistato e/o a tempo indeterminato, copre per un periodo massimo di 36 mesi, la contribuzione volontaria che devono sostenere gli stessi per raggiungere il diritto a pensione, senza subire decrementi dei contributi versati e l’importo della pensione, a seguito della trasformazione del rapporto di lavoro. I lavoratori anziani vengono inoltre avviati a percorsi formativi su tematiche inerenti il progetto di invecchiamento attivo – ovvero di azioni e politiche finalizzate ad incoraggiare la partecipazione di queste persone alla vita sociale – che è peraltro all’ordine del giorno dell’Agenda dell’Unione Europea, in modo da valorizzarne le competenze e le esperienze, per esempio, in attività di volontariato e di solidarietà intergenerazionale.
  • 10. Elezioni Regionali 2013- le indicazioni di Confindustria VdA 10 Lo scopo dell’iniziativa, pur non costituendo di per sé, una soluzione definitiva del problema dell’occupazione in generale e giovanile in particolare, determinerebbe in ogni caso un saldo occupazionale aziendale positivo stabilito dall’interrelazione tra assunzione del giovane e riduzione dell’orario di lavoro del lavoratore anziano. Inoltre, l’iniziativa avvierebbe una riflessione sull’utilizzo positivo delle risorse umane più mature in progetti di impegno sociale e nel terzo settore.
  • 11. Elezioni Regionali 2013- le indicazioni di Confindustria VdA 11 COME REPERIRE LE RISORSE 1. Ridurre i costi della politica; 2. Valutare preliminarmente la sostenibilità finanziaria degli investimenti nelle opere pubbliche; 3. Avviare il processo di riorganizzazione dell’apparato amministrativo regionale e di razionalizzazione degli Enti; 4. Riorganizzare la pubblica amministrazione per essere al fianco delle imprese; 5. Razionalizzare il meccanismo della spesa pubblica senza restringere il perimetro della concorrenza tra le imprese. In questa sede intendiamo indicare alcune misure di immediato impatto volte all’eliminazione degli sprechi e delle inefficienze nella Pubblica Amministrazione finalizzate ad un miglioramento dei servizi e alla riduzione della spesa, in modo da reperire le risorse necessarie da investire in politiche di rilancio dell’azione economica del futuro governo regionale. 1. Ridurre i costi della politica. Il primo segnale chiaro deve arrivare dalla classe dirigente della nostra Regione alla quale chiediamo uno scatto di responsabilità, rifuggendo interessi di parte, affinché prenda una decisione in merito alla riduzione dei costi della politica (riduzione del numero dei consiglieri e delle loro retribuzioni). Ciò costituirebbe un apprezzabile gesto di partecipazione alle difficoltà che le imprese, i lavoratori e le famiglie stanno affrontando in questi ultimi anni di crisi. 2. Valutare preliminarmente la sostenibilità finanziaria degli investimenti nelle opere pubbliche. Analizzare la sostenibilità finanziaria nel tempo dei progetti di investimento nelle opere pubbliche, esclusi quelli riguardanti le politiche sanitarie e sociali, significa verificare la capacità dell’amministrazione di far fronte ai costi generati dall’investimento nel quadro dell’equilibrio economico e finanziario complessivo d’azienda. Ciò significa che all’amministrazione pubblica, in quanto “azienda”, è richiesto di valutare attentamente le caratteristiche dell’investimento e i suoi effetti, sul suo bilancio, sul suo equilibrio economico di lungo periodo, proprio come normalmente fanno le imprese private, al fine di evitare, come successo in passato, di aver realizzato infrastrutture sovradimensionate che oggi pesano in termini di costi di gestione sul bilancio regionale. 3. Avviare il processo di riorganizzazione dell’apparato amministrativo regionale e di razionalizzazione degli Enti. Occorre avviare al più presto un processo di riorganizzazione dell’apparato amministrativo della Regione che porti ad un miglioramento dei servizi e ad una riduzione della spesa. Questo processo, passa, a nostro avviso, anche attraverso una più efficiente e funzionale gestione del personale regionale secondo un’ottica di maggiore flessibilità all’interno dell’intero comparto regionale, anche per brevi periodi, onde garantire una velocizzazione delle fasi istruttorie, la cui lentezza comporta per l’azienda incertezze nella pianificazione finanziaria delle proprie attività per periodi di tempo talvolta eccessivi ed ingiustificati, distonici rispetto a quelli di mercato. Siamo consapevoli del fatto che talvolta questi disagi derivino da una contrazione del numero dei dipendenti dovuta alle politiche di contenimento della spesa pubblica (che ha visto sensibilmente ridursi il numero di lavoratori con contratto di diritto privato). Tuttavia, riteniamo che, una maggiore flessibilità nella gestione del personale a disposizione, possa alleviare i disagi riscontrati.
  • 12. Elezioni Regionali 2013- le indicazioni di Confindustria VdA 12 Al fine di evitare inutili sovrapposizioni, inefficienze ed un risparmio sugli oneri di gestione, sarebbe necessario una chiara definizione dei ruoli e delle competenze della Regione e di altri enti ad essa collegati o partecipati oltre che un accorpamento di enti (associazioni o fondazioni) con finalità analoghe promossi o patrocinati dalla Regione. 4. Riorganizzare la pubblica amministrazione per essere al fianco delle imprese. Un'amministrazione che sia di sostegno ed al fianco di imprese e cittadini è fattore fondamentale per lo sviluppo di un territorio, non è sufficiente, a nostro giudizio, la “governance”. In Italia viviamo una situazione di complessità burocratica, sia dal punto di vista amministrativo, che fiscale, negativamente avvertita dagli operatori economici e dai cittadini. Questo, difatti, condiziona la capacità competitiva delle attività già presenti, come la possibilità di incentivare ed attrarre nuovi investimenti, capaci di creare posti di lavoro durevoli e qualificati, nonché imprese innovative. Si tratta di obiettivi che non possono essere affidati solo ad incentivi economici o strumenti finanziari, che richiedono quindi una “governance” di prossimità efficace. Gli investitori e le imprese presenti sul nostro territorio devono poter operare in un clima favorevole, con procedure semplici e veloci, attori istituzionali attenti, servizi e collegamenti adeguati, lavoratori qualificati. 5. Razionalizzare il meccanismo della spesa pubblica senza restringere il perimetro della concorrenza tra le imprese. A partire dal 1° aprile 2013 i Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti non possono più bandire gare d'appalto in via autonoma, ma devono necessariamente ricorrere a centrali di committenza (CUC) per effetto dell’entrata in vigore dell’art.23 del Decreto legge 201/2011, convertito nella legge n. 214/2011. In Valle d’Aosta, in attesa che venga costituita una CUC regionale, anche i Comuni avrebbero dovuto avvalersi di CONSIP S.p.A. o del Mercato elettronico della Pubblica Amministrazione (MePA). Il Governo regionale, tuttavia ha comunicato che vi sarà lo slittamento al 31 dicembre 2013 della normativa, in attesa della creazione di una Centrale di acquisto regionale. L’intento, sicuramente meritevole di sostenere le piccole realtà imprenditoriali locali dall’impatto che l’introduzione del mercato elettronico potrà avere sul sistema economico valdostano, è apprezzabile. I sistemi centralizzati possono, infatti, determinare fenomeni di distorsione del mercato, avvantaggiando gli operatori di notevoli dimensioni e introducendo forme di oligopolio. Consapevoli della delicatezza e complessità della materia, Confindustria Valle d’Aosta, auspica l’assunzioni di scelte congrue in materia di appalti pubblici che nel pieno ed imprescindibile rispetto delle norme in vigore, porti ad un confronto tra Organizzazioni imprenditoriali e Istituzioni in grado di svolgere un’azione di sensibilizzazione e di supporto alle realtà imprenditoriali valdostane per essere in grado di utilizzare al meglio i nuovi strumenti a disposizione che possono costituire un volano per ampliare il proprio mercato di riferimento, piuttosto che fare ricorso a escamotage dilatori che purtroppo non vanno nella direzione di rendere le nostre imprese maggiormente competitive all’interno ed all’esterno della Valle.