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RITARDO MENTALE
Inquadramento diagnostico
terapeutico in età pediatrica
Corso di Pediatria
Riconversione crediti Fisioterapia
Cattedra di Pediatria
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Università degli Studi di Chieti
RITARDO MENTALE
Deficit significativo in due o più delle
seguenti aree di sviluppo:
• motricità fine/grossolana
• motricità grossolana
• linguaggio
• capacità sociali/interpersonali
• attività della vita quotidiana
American Academy of Neurology
RITARDO MENTALE
Caratteristiche diagnostiche (DSM-IV):
• funzionamento intellettivo significativamente inferiore alla
norma.
• concomitanti deficit o compromissioni nel funzionamento
adattivo attuale, (cioè la capacità del soggetto di adeguarsi
agli standard propri della sua età e del suo ambiente
culturale), in almeno due delle seguenti aree:
comunicazione, cura della propria persona, vita in famiglia,
capacità sociali/interpersonali, uso delle risorse della
comunità, autodeterminazione, capacità di funzionamento
scolastico, lavoro, tempo libero, salute e sicurezza.
• età di esordio prima dei 18 anni.
METODI DI VALUTAZIONE
Il funzionamento intellettivo generale è definito
dal quoziente di intelligenza (QI) ottenuto tramite
la valutazione con uno o più test psicometrici
standardizzati somministrati individualmente.
I test più utilizzati sono:
• Lo Standford-Binet;
• Le scale di Wechsler che comprendono:
- WISPP (Wechsler Intelligence Scale for the Preschool
Period) applicabile dai 4 ai 6 anni.
- WISC (Wechsler Intelligence Scale for Children) per
bambini e ragazzi dai 5 ai 16 anni e mezzo.
RITARDO MENATLE
Il concetto di ritardo mentale non è applicabile ai
primi 3 anni di vita per i quali si parla di ritardo
psicomotorio.
In questa fascia di età si valuta, con appositi test,
il quoziente di sviluppo (QS) che privilegia le
funzioni motorie e non è predittivo del successivo
QI.
Test utilizzati:
•Test d’esame dello sviluppo di Denver
• Scale di Bayley
• Scale di Brunet-Lezine
Alla nascita
I movimenti di un neonato consistono quasi esclusivamente in
flessioni ed estensioni abitualmente asimmetriche dei 4 arti
Possono essere evocati riflessi primitivi arcaici che dimostrano la presenza già
alla nascita di patterns di movimento che comportano un’attività integrata di gruppi
muscolari multipli
Riflesso di prensione Riflesso del Moro
Postura
Uno dei campi di sviluppo più precoci nel bambino è il mantenimento di una postura
stabile opposta alla forza di gravità
Tale controllo si sviluppa in maniera ben organizzata e sequenziale partendo dalla
testa verso i piedi secondo una progressione cefalocaudale che segue in parallelo la
mielinizzazione neuronale
Alla nascita il bimbo avrà un controllo
minimo dei muscoli del collo e per tale
motivo non reggerà la testa
Nei mesi successivi il bambino sarà
capace di allineare il capo sul tronco
durante la manovra di trazione
All’età di 5-6 mesi il bambino
reggerà bene il capo
tenendo la colonna ben
dritta nella posizione seduta
Sviluppo delle capacità di locomozione e delle
funzioni motorie grossolane complesse
Walk with heel strike Squat Run
Walk on tip tees Walk on heels Stand on one leg
Hop Reciprocal arm swing
Capacità motorie fini complesse
Test di Denver
Sono particolarmente a rischio di
ritardo dello sviluppo psicomotorio:
• I neonati con importanti emorragie cerebrali
• I neonati affetti da ventricolomegalia,
leucomalacia periventricolare e/o
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• I neonati che abbiano presentato asfissia
perinatale grave, iperbilirubinemia, ipoglicemia
prolungata.
Classificazione delle sequele
neurologiche di un danno
cerebrale pre-perinatale
• Sequele “maggiori”: paralisi cerebrale, gravi
deficit sensoriali, ritardo mentale grave (QI
<70), gravi disturbi del comportamento e della
socializzazione (autismo).
• Sequele “minori”: paralisi cerebrali ben
compensate sul piano funzionale, disturbi
minori della vista (strabismo, ambliopia) e
dell’udito, ritardo mentale lieve (QI >70),
disturbi del comportamento quali irritabilità e
ipercinesia.
IPERTONIA-IPERECCITABILITA’
Frequente in lattanti con sofferenza cerebrale perinatale o durante
i primi mesi di vita.
Anomalie transitorie del tono muscolare e della soglia di eccitabilità
Regressione progressiva delle anomalie tra il 6° e il 9° mese di vita
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DISTURBI “MINORI” DELLO SVILUPPO
POSTURALE MOTORIO
• Ritardo nelle abilità motorie grossolane
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ipotonia, movimenti stereotipati,
reazione “paracadute”ipoevocabile.
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Sviluppo motorio dissociatoSviluppo motorio dissociato
DISTURBI “MINORI” DELLO SVILUPPO
POSTURALE MOTORIO
• Si spostano strisciando con il podice
• Ritardo della deambulazione
• Ipotonia benigna
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ShufflersShufflers
DISTURBI “MINORI” DELLO SVILUPPO
POSTURALE MOTORIO
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Ipotonia congenita benignaIpotonia congenita benigna
DISTURBI “MINORI” DELLO SVILUPPO
POSTURALE MOTORIO
• Iperestensione del capo
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• Ipotonia benigna dei muscoli del collo
• Ipertono degli adduttori
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Disturbi della postura e del tonoDisturbi della postura e del tono
QUOZIENTE INTELLETTIVO
Il QI esprime come le capacità intellettive di un
soggetto si collochino rispetto ai propri coetanei in
un continuum dove la prestazione media cade sul
punteggio 100.
Rappresenta una misura della deviazione della
prestazione individuale rispetto alla media del
gruppo d’età di appartenenza del soggetto.
Un funzionamento intellettivo significativamente al
di sotto della media è definito da un QI di circa 70
o inferiore (circa 2 DS al di sotto della media).
RITARDO MENTALE
70 85 100 115 130
QI
+ 1 S.D.
+ 2 S.D.
- 1 S.D.
- 2 S.D.
LIVELLI DI RITARDO
Possono essere specificati 4 gradi di gravità del
ritardo mentale, che riflettono il livello della
compromissione intellettiva:
• Ritardo Mentale Lieve (livello del QI da 50-55 a
circa 70).
• Ritardo Mentale Moderato (livello del QI da 35-40 a
50-55)
• Ritardo Mentale Grave (livello del QI da 20-25 a 35-
40).
• Ritardo Mentale Gravissimo (livello del QI sotto 20
o 25)
RITARDO MENTALE GRAVISSIMO
• Comprende circa un 1-2% dei soggetti con ritardo mentale.
• Durante la prima infanzia, questi pazienti mostrano
considerevole compromissione del funzionamento
sensomotorio.
• L’autonomia delle condotte della vita quotidiana
(alimentazione, pulizia, controllo sfinterico) è parziale. Il
linguaggio è limitato a pochi fonemi o inesistente.
• I pazienti restano dipendenti dagli adulti.
RITARDO MENTALE GRAVE
• Comprende il 3-4% dei soggetti con ritardo
mentale.
• Durante la prima fanciullezza questi individui
acquisiscono un livello minimo di linguaggio
comunicativo, o non lo acquisiscono affatto.
• Durante il periodo scolastico possono imparare a
parlare e possono essere addestrati alle attività
elementari di cura della propria persona.
• Il bambino necessita comunque di un ambiente
protettivo e nel contempo stimolante.
RITARDO MENTALE MODERATO
• Comprende circa il 10% dei soggetti con ritardo
mentale.
• La maggior parte di questi soggetti acquisisce capacità
comunicative durante la prima fanciullezza.
• Possono provvedere alla cura della propria persona con una
moderata supervisione e possono imparare a spostarsi da
soli in luoghi familiari.
• Possono beneficiare dell’addestramento alle attività sociali
e lavorative, ma difficilmente progrediscono oltre il livello
della seconda elementare nelle materie scolastiche.
• Durante l’adolescenza, le loro difficoltà nel riconoscere le
convenzioni sociali possono interferire nelle relazioni con i
coetanei.
RITARDO MENTALE LIEVE
• Comprende la parte più ampia (circa l’85%) dei soggetti
con ritardo mentale.
• Questi bambini sembrano avere avuto uno sviluppo
psicomotorio sostanzialmente normale prima della
scolarizzazione e il loro comportamento in famiglia e con i
coetanei è soddisfacente. Il linguaggio non presenta
anomalie grossolane.
• Le difficoltà riscontrate nelle abituali prestazioni
scolastiche rivelano la mancata acquisizione del pensiero
formale.
• Prima dei 20 anni, possono acquisire capacità scolastiche
corrispondenti all’incirca alla quinta elementare.
RITARDO MENTALE LIEVE
• Il ritardo mentale lieve è tanto più frequente quanto più
basse sono le condizioni della vita socio-economica e la
stimolazione dell’ambiente familiare.
• La deprivazione ambientale da sola non è però sufficiente
a spiegare il ritardo mentale.
• Ogni bambino reagisce all’ambiente in modo diversificato
in base alle proprie capacità biologiche.
DATI EPIDEMIOLOGICI
• L’incidenza del ritardo mentale è stimata intorno
al 3% con variazioni dall’1 al 5% secondo i vari
studi
• Rapporto maschi-femmine = 1.6 : 1
Causa genetica più comune = Trisomia 21
Causa ereditaria più comune = X fragile
Causa acquisita più comune = sindrome Feto-Alcolica
EZIOLOGIA – FATTORI ACQUISITI
PRENATALI:
 infezioni (Rosolia, CMV, Toxo)
 malattie materne non infettive.
 droghe e alcool
 irradiazione materno-fetale
 malnutrizione.
PERINATALI:
 anossia
 traumi
 Infezioni
 turbe metaboliche
 prematurità
POSTNATALI:
 Infezioni
 Traumi
 Turbe metaboliche
 Intossicazioni (piombo)
 Carenze ormonali
(ipotiroidismo)
 Encefalopatie epilettiche
 Epilessie farmaco-resistenti
EZIOLOGIA – FATTORI GENETICI
ABERRAZIONI
CROMOSOMICHE:
 Anomalie degli autosomi (s. di
Down, s. di Williams, …….)
 Anomalie dei cromosomi sessuali
(s. di Klinefelter, s. di Turner, s.
dell’X fragile)
TRASMISSIONE
DOMINANTE:
 Sclerosi tuberosa
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TRASMISSIONE
RECESSIVA:
 Fenilchetonuria
 Galattosemia
 Malattie lisosomiali
 Malattia di Tay-Sachs ………
TRASMISSIONE
POLIGENICA:
 Malformazioni cerebrali varie
Come
procedere
La probabilità di individuare un’eziologia
nel bambino aumenta con la gravità del
ritardo mentale:
 45-65% dei casi di ritardo mentale lieve
è definito idiopatico dopo valutazione.
 20-40% dei casi di ritardo mentale grave è
definito idiopatico
Problemi medici
coesistenti
 Crisi
 Deficit uditivi e visivi
 Disturbi del sonno
 Problemi di alimentazione
 Disturbi del comportamento
 Pubertà e ciclo mestruale
Sviluppo psicomotorio
 epoca di acquisizione delle
varie tappe dello sviluppo
 Dominanza emisferica
 Arresto o regressione
delle abilità
ESAME OBIETTIVO
 Altezza, peso, circonferenza cranica
 Aspetti dismorfici
Occhi (acuità visiva, cataratta, strabismo,
oftalmoplegia, retina/nervo ottico)
 Organomegalia- disordine del metabolismo
 Estremità e spina dorsale
 Cute
 Apparato genito-urinario
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Patologia del neurone o della mielina?
Disordini della sostanza
grigia
Crisi
Ritardo mentale
 perdita del visus
 disturbo del
movimento
Disordini della sostanza
bianca
Spasticità
 Atassia
 proteine del CSF
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 tono muscolare
ESAMI NEURORADIOLOGICI
Il neuroimaging è raccomandato come parte della
valutazione diagnostica del paziente con ritardo
mentale specie se in presenza di elementi quali
microcefalia, paralisi cerebrali, segni di lato o
crisi focali che suggeriscono una malformazione
cerebrale sottostante o un danno acquisito a
carico del SNC.
La RMN è da preferire rispetto alle scansioni TC
in quanto più sensibile nell’individuare specifiche
malformazioni cerebrali.
ESAMI SPECIALISTICI
Ricerca di deficit sensoriale visivo o uditivo
(esami tradizionali, PEA, PEV) per:
escludere che il ritardo sia l’espressione di un
deficit sensoriale
maggiore incidenza nei pazienti con ritardo di
disturbi visivi ed uditivi.
EEG: solo nei pazienti con storia o caratteristiche
suggestive di epilessia o di una specifica
sindrome epilettica (s. di Landau-Kleffner).
DIAGNOSI DIFFERENZIALE
Deficit sensoriali uditivi e visivi
Disfasia
Dislessia
Psicosi infantili
Carenze ambientali
TRATTAMENTO
Misure pedagogiche e interventi specifici per
stimolare le funzioni cognitive compromesse.
L’intervento abilitativo comprende:
 abilitazione motoria
Educazione psicomotoria (strutturazione spazio-
temporale e dello schema corporeo)
Educazione del linguaggio
Avviamento alla lettura e alla scrittura
L’intervento educativo deve essere programmato
prima nell’ambito familiare poi in centri
prescolastici o scuole materne che possono fornire
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  • 1. RITARDO MENTALE Inquadramento diagnostico terapeutico in età pediatrica Corso di Pediatria Riconversione crediti Fisioterapia Cattedra di Pediatria Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Chieti
  • 2. RITARDO MENTALE Deficit significativo in due o più delle seguenti aree di sviluppo: • motricità fine/grossolana • motricità grossolana • linguaggio • capacità sociali/interpersonali • attività della vita quotidiana American Academy of Neurology
  • 3. RITARDO MENTALE Caratteristiche diagnostiche (DSM-IV): • funzionamento intellettivo significativamente inferiore alla norma. • concomitanti deficit o compromissioni nel funzionamento adattivo attuale, (cioè la capacità del soggetto di adeguarsi agli standard propri della sua età e del suo ambiente culturale), in almeno due delle seguenti aree: comunicazione, cura della propria persona, vita in famiglia, capacità sociali/interpersonali, uso delle risorse della comunità, autodeterminazione, capacità di funzionamento scolastico, lavoro, tempo libero, salute e sicurezza. • età di esordio prima dei 18 anni.
  • 4. METODI DI VALUTAZIONE Il funzionamento intellettivo generale è definito dal quoziente di intelligenza (QI) ottenuto tramite la valutazione con uno o più test psicometrici standardizzati somministrati individualmente. I test più utilizzati sono: • Lo Standford-Binet; • Le scale di Wechsler che comprendono: - WISPP (Wechsler Intelligence Scale for the Preschool Period) applicabile dai 4 ai 6 anni. - WISC (Wechsler Intelligence Scale for Children) per bambini e ragazzi dai 5 ai 16 anni e mezzo.
  • 5. RITARDO MENATLE Il concetto di ritardo mentale non è applicabile ai primi 3 anni di vita per i quali si parla di ritardo psicomotorio. In questa fascia di età si valuta, con appositi test, il quoziente di sviluppo (QS) che privilegia le funzioni motorie e non è predittivo del successivo QI. Test utilizzati: •Test d’esame dello sviluppo di Denver • Scale di Bayley • Scale di Brunet-Lezine
  • 6. Alla nascita I movimenti di un neonato consistono quasi esclusivamente in flessioni ed estensioni abitualmente asimmetriche dei 4 arti Possono essere evocati riflessi primitivi arcaici che dimostrano la presenza già alla nascita di patterns di movimento che comportano un’attività integrata di gruppi muscolari multipli Riflesso di prensione Riflesso del Moro
  • 7. Postura Uno dei campi di sviluppo più precoci nel bambino è il mantenimento di una postura stabile opposta alla forza di gravità Tale controllo si sviluppa in maniera ben organizzata e sequenziale partendo dalla testa verso i piedi secondo una progressione cefalocaudale che segue in parallelo la mielinizzazione neuronale Alla nascita il bimbo avrà un controllo minimo dei muscoli del collo e per tale motivo non reggerà la testa Nei mesi successivi il bambino sarà capace di allineare il capo sul tronco durante la manovra di trazione All’età di 5-6 mesi il bambino reggerà bene il capo tenendo la colonna ben dritta nella posizione seduta
  • 8. Sviluppo delle capacità di locomozione e delle funzioni motorie grossolane complesse Walk with heel strike Squat Run Walk on tip tees Walk on heels Stand on one leg Hop Reciprocal arm swing
  • 11. Sono particolarmente a rischio di ritardo dello sviluppo psicomotorio: • I neonati con importanti emorragie cerebrali • I neonati affetti da ventricolomegalia, leucomalacia periventricolare e/o sottocorticale • I neonati affetti da convulsioni • I neonati affetti da infezioni del s.n.c. • I neonati che abbiano presentato asfissia perinatale grave, iperbilirubinemia, ipoglicemia prolungata.
  • 12. Classificazione delle sequele neurologiche di un danno cerebrale pre-perinatale • Sequele “maggiori”: paralisi cerebrale, gravi deficit sensoriali, ritardo mentale grave (QI <70), gravi disturbi del comportamento e della socializzazione (autismo). • Sequele “minori”: paralisi cerebrali ben compensate sul piano funzionale, disturbi minori della vista (strabismo, ambliopia) e dell’udito, ritardo mentale lieve (QI >70), disturbi del comportamento quali irritabilità e ipercinesia.
  • 13. IPERTONIA-IPERECCITABILITA’ Frequente in lattanti con sofferenza cerebrale perinatale o durante i primi mesi di vita. Anomalie transitorie del tono muscolare e della soglia di eccitabilità Regressione progressiva delle anomalie tra il 6° e il 9° mese di vita Sviluppo normale al 12° mese
  • 14. DISTURBI “MINORI” DELLO SVILUPPO POSTURALE MOTORIO • Ritardo nelle abilità motorie grossolane e fini • “Hips on air” • Assenza di segni neurologici manifesti • Etiologia sconosciuta • Caratteri addizionali incostanti (lieve ipotonia, movimenti stereotipati, reazione “paracadute”ipoevocabile. • Accessi di collera Sviluppo motorio dissociatoSviluppo motorio dissociato
  • 15. DISTURBI “MINORI” DELLO SVILUPPO POSTURALE MOTORIO • Si spostano strisciando con il podice • Ritardo della deambulazione • Ipotonia benigna • “hips on air” • Eredità autosomica recessiva ShufflersShufflers
  • 16. DISTURBI “MINORI” DELLO SVILUPPO POSTURALE MOTORIO • Ipotonia congenita generalizzata al tronco, collo, arti inferiori con: • Postura a rana da supino e marcata abduzione delle anche • Ritardo delle tappe posturali motorie • Goffagine dei movimenti Ipotonia congenita benignaIpotonia congenita benigna
  • 17. DISTURBI “MINORI” DELLO SVILUPPO POSTURALE MOTORIO • Iperestensione del capo • Scoliosi posturale del lattante • Ipotonia benigna dei muscoli del collo • Ipertono degli adduttori • “toe walker” o camminatori sulle punte Disturbi della postura e del tonoDisturbi della postura e del tono
  • 18. QUOZIENTE INTELLETTIVO Il QI esprime come le capacità intellettive di un soggetto si collochino rispetto ai propri coetanei in un continuum dove la prestazione media cade sul punteggio 100. Rappresenta una misura della deviazione della prestazione individuale rispetto alla media del gruppo d’età di appartenenza del soggetto. Un funzionamento intellettivo significativamente al di sotto della media è definito da un QI di circa 70 o inferiore (circa 2 DS al di sotto della media).
  • 19. RITARDO MENTALE 70 85 100 115 130 QI + 1 S.D. + 2 S.D. - 1 S.D. - 2 S.D.
  • 20. LIVELLI DI RITARDO Possono essere specificati 4 gradi di gravità del ritardo mentale, che riflettono il livello della compromissione intellettiva: • Ritardo Mentale Lieve (livello del QI da 50-55 a circa 70). • Ritardo Mentale Moderato (livello del QI da 35-40 a 50-55) • Ritardo Mentale Grave (livello del QI da 20-25 a 35- 40). • Ritardo Mentale Gravissimo (livello del QI sotto 20 o 25)
  • 21. RITARDO MENTALE GRAVISSIMO • Comprende circa un 1-2% dei soggetti con ritardo mentale. • Durante la prima infanzia, questi pazienti mostrano considerevole compromissione del funzionamento sensomotorio. • L’autonomia delle condotte della vita quotidiana (alimentazione, pulizia, controllo sfinterico) è parziale. Il linguaggio è limitato a pochi fonemi o inesistente. • I pazienti restano dipendenti dagli adulti.
  • 22. RITARDO MENTALE GRAVE • Comprende il 3-4% dei soggetti con ritardo mentale. • Durante la prima fanciullezza questi individui acquisiscono un livello minimo di linguaggio comunicativo, o non lo acquisiscono affatto. • Durante il periodo scolastico possono imparare a parlare e possono essere addestrati alle attività elementari di cura della propria persona. • Il bambino necessita comunque di un ambiente protettivo e nel contempo stimolante.
  • 23. RITARDO MENTALE MODERATO • Comprende circa il 10% dei soggetti con ritardo mentale. • La maggior parte di questi soggetti acquisisce capacità comunicative durante la prima fanciullezza. • Possono provvedere alla cura della propria persona con una moderata supervisione e possono imparare a spostarsi da soli in luoghi familiari. • Possono beneficiare dell’addestramento alle attività sociali e lavorative, ma difficilmente progrediscono oltre il livello della seconda elementare nelle materie scolastiche. • Durante l’adolescenza, le loro difficoltà nel riconoscere le convenzioni sociali possono interferire nelle relazioni con i coetanei.
  • 24. RITARDO MENTALE LIEVE • Comprende la parte più ampia (circa l’85%) dei soggetti con ritardo mentale. • Questi bambini sembrano avere avuto uno sviluppo psicomotorio sostanzialmente normale prima della scolarizzazione e il loro comportamento in famiglia e con i coetanei è soddisfacente. Il linguaggio non presenta anomalie grossolane. • Le difficoltà riscontrate nelle abituali prestazioni scolastiche rivelano la mancata acquisizione del pensiero formale. • Prima dei 20 anni, possono acquisire capacità scolastiche corrispondenti all’incirca alla quinta elementare.
  • 25. RITARDO MENTALE LIEVE • Il ritardo mentale lieve è tanto più frequente quanto più basse sono le condizioni della vita socio-economica e la stimolazione dell’ambiente familiare. • La deprivazione ambientale da sola non è però sufficiente a spiegare il ritardo mentale. • Ogni bambino reagisce all’ambiente in modo diversificato in base alle proprie capacità biologiche.
  • 26. DATI EPIDEMIOLOGICI • L’incidenza del ritardo mentale è stimata intorno al 3% con variazioni dall’1 al 5% secondo i vari studi • Rapporto maschi-femmine = 1.6 : 1 Causa genetica più comune = Trisomia 21 Causa ereditaria più comune = X fragile Causa acquisita più comune = sindrome Feto-Alcolica
  • 27. EZIOLOGIA – FATTORI ACQUISITI PRENATALI:  infezioni (Rosolia, CMV, Toxo)  malattie materne non infettive.  droghe e alcool  irradiazione materno-fetale  malnutrizione. PERINATALI:  anossia  traumi  Infezioni  turbe metaboliche  prematurità POSTNATALI:  Infezioni  Traumi  Turbe metaboliche  Intossicazioni (piombo)  Carenze ormonali (ipotiroidismo)  Encefalopatie epilettiche  Epilessie farmaco-resistenti
  • 28. EZIOLOGIA – FATTORI GENETICI ABERRAZIONI CROMOSOMICHE:  Anomalie degli autosomi (s. di Down, s. di Williams, …….)  Anomalie dei cromosomi sessuali (s. di Klinefelter, s. di Turner, s. dell’X fragile) TRASMISSIONE DOMINANTE:  Sclerosi tuberosa  Neurofibromatosi…… TRASMISSIONE RECESSIVA:  Fenilchetonuria  Galattosemia  Malattie lisosomiali  Malattia di Tay-Sachs ……… TRASMISSIONE POLIGENICA:  Malformazioni cerebrali varie
  • 30. La probabilità di individuare un’eziologia nel bambino aumenta con la gravità del ritardo mentale:  45-65% dei casi di ritardo mentale lieve è definito idiopatico dopo valutazione.  20-40% dei casi di ritardo mentale grave è definito idiopatico
  • 31. Problemi medici coesistenti  Crisi  Deficit uditivi e visivi  Disturbi del sonno  Problemi di alimentazione  Disturbi del comportamento  Pubertà e ciclo mestruale Sviluppo psicomotorio  epoca di acquisizione delle varie tappe dello sviluppo  Dominanza emisferica  Arresto o regressione delle abilità
  • 32. ESAME OBIETTIVO  Altezza, peso, circonferenza cranica  Aspetti dismorfici Occhi (acuità visiva, cataratta, strabismo, oftalmoplegia, retina/nervo ottico)  Organomegalia- disordine del metabolismo  Estremità e spina dorsale  Cute  Apparato genito-urinario  Esame neurologico
  • 33. Patologia del neurone o della mielina? Disordini della sostanza grigia Crisi Ritardo mentale  perdita del visus  disturbo del movimento Disordini della sostanza bianca Spasticità  Atassia  proteine del CSF  perdita del visus  tono muscolare
  • 34. ESAMI NEURORADIOLOGICI Il neuroimaging è raccomandato come parte della valutazione diagnostica del paziente con ritardo mentale specie se in presenza di elementi quali microcefalia, paralisi cerebrali, segni di lato o crisi focali che suggeriscono una malformazione cerebrale sottostante o un danno acquisito a carico del SNC. La RMN è da preferire rispetto alle scansioni TC in quanto più sensibile nell’individuare specifiche malformazioni cerebrali.
  • 35. ESAMI SPECIALISTICI Ricerca di deficit sensoriale visivo o uditivo (esami tradizionali, PEA, PEV) per: escludere che il ritardo sia l’espressione di un deficit sensoriale maggiore incidenza nei pazienti con ritardo di disturbi visivi ed uditivi. EEG: solo nei pazienti con storia o caratteristiche suggestive di epilessia o di una specifica sindrome epilettica (s. di Landau-Kleffner).
  • 36. DIAGNOSI DIFFERENZIALE Deficit sensoriali uditivi e visivi Disfasia Dislessia Psicosi infantili Carenze ambientali
  • 37. TRATTAMENTO Misure pedagogiche e interventi specifici per stimolare le funzioni cognitive compromesse. L’intervento abilitativo comprende:  abilitazione motoria Educazione psicomotoria (strutturazione spazio- temporale e dello schema corporeo) Educazione del linguaggio Avviamento alla lettura e alla scrittura L’intervento educativo deve essere programmato prima nell’ambito familiare poi in centri prescolastici o scuole materne che possono fornire al bambino esperienze sociali con i coetanei e favorire lo sviluppo delle capacità di adattamento all’ambiente.